Roma, 1 novembre 1786
Finalmente posso rompere il silenzio e mandare di buon animo un saluto agli amici! Possano essi perdonarmi il segreto di questo viaggio, quasi direi , sotterraneo . Io osavo appena dire a me stesso dove era diretto , e per fino lungo la via temevo ancora di non toccare la meta; soltanto sotto la Porta del Popolo sono stato certo di aver raggiunto Roma.
E lasciatemi dire ancora che ho pensato mille volte, che penso continuamente a voi al cospetto di tante cose, che non avrei mai creduto di poter vedere da solo . Soltanto quando mi sono accorto che i miei amici eran come incantati anima e corpo nel Settentrione , e che ogni aspirazione di visitar questa terra a poco a poco svaniva, solo allora mi son potuto decidere ad intraprendere un lungo viaggio solitario e a cercare il centro , al quale mi traeva un bisogno irresistibile . In questi ultimi anni, quell'aspirazione era diventata come una malattia , dalla quale non mi potevan sanare se non la vista e la presenza delle cose reali. Ora lo posso confessare . Ero arrivato al punto da non poter nemmeno vedere un libro latino né un disegno di qualsiasi regione d'Italia. Il desiderio intenso di visitare questa terra era da troppo tempo maturo ; ora che questo è soddisfatto , nell'intimo del cuore gli amici e la patria mi son diventati ancor più cari e il ritorno più desiderabile; tanto più desiderabile perché sento che tutti questi tesori non li porterò con me a vantaggio mio soltanto , e solo per mio uso privato, ma perché possano servire per tutta la vita , a me e ad altri ,di guida e di sprone.
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