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mercoledì 1 luglio 2020

IL SISTEMA DEMOCRATICO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA di: Alberto Romagnoli " IL GOVERNO"

1----7---2020

I  ministri

Ciascuno  ministero  è  a  capo  d'un  ministro, il  che  vuol  dire  che,  oltre  a  prendere  parte  al  Consiglio  dei  ministri  e  alle  varie  funzioni  costituzionali (iniziativa    delle  leggi , controfirma  degli  atti  del  Presidente  della  Repubblica,ecc.)   è  anche  alla testa  d'uno  dei  grandi  complessi  dell'amministrazione  statale.  La   presenza di un  ministro  al vertice   d'ogni  grande  ramo  dell'amministrazione  statale ha  come  conseguenza  di muover  questo  secondo  le direttive  di tutto  il ministero e della  maggioranza parlamentare  di cui  esso  è  l'emanazione.   (l'amministrazione  diretta  dai  ministri  ,  nominati  dal Parlamento  eletto dal popolo , adempie  la  volontà del popolo)
Il  numero  , le  attribuzioni  e l'organizzazione  dei  ministeri deve  essere  stabilito  con  legge;  il loro  numero  può  dunque  variare ,  solo  che  a  ciò  consenta  la  maggioranza  parlamentare ;  così  non  è  escluso  che  si  ponga  a capo  di più  ministeri  un  solo  ministro, né  che  si  creino  per  ragioni d'opportunità  (   quella,  per esempio , di  dare  , come  suol  dirsi,  una  larga  base  al ministero) dei  ministri    "   senza  portafoglio",   la cui  attività   si  limita  alla  partecipazione  al Consiglio .  Ammessa  e  praticata   è la  nomina  d'un  vice--presidente del  Consiglio.
A  fianco di  ciascun  ministro  si ha  di regola  un  sottosegretario , di cui  però  non  parla   la  Costituzione. Essi  coadiuvano i  ministri , specie  nel  campo  amministrativo ,  partecipano alle  sedute  delle  Camere  e possono  rispondere alle  interrogazioni  in  luogo  del  ministro;  non  potranno  invece  compiere  quelle  funzioni  costituzionali  , a  cui   si è accennato.
Anche  gli     Alti  commissari  sono  a  capo  d'un  vasto  servizio  amministrativo  in  modo  autonomo , quasi  si trattasse d'un  ministero .
Il  governo  ha  continuamente  bisogno  della  fiducia  delle Camere e che  col  dare  o revocare tale fiducia le  Camere  esplicano  la loro  più  alta funzione  politica , ma  in  verità  la nostra  Costituzione  ha  in  veri modi  rafforzata  la  posizione  dell'esecutivo.  Ciò  risponde   alla tendenza odierna  di rendere  il governo  indipendente  di fronte  alle  irrequietezze  o  alla  mutabilità d'umore  d'una  o di entrambe  le Camere. Tuttavia  si è  verificato  il caso in cui  i deputati  , approfittando  della  segretezza  del voto , hanno  reso  impossibile  la  vita  d'un  ministero  non  con  un  chiaro  voto  di sfiducia , che  esige  l'appello  nominale , ma bocciando  ogni  proposta  del governo. Questo  contegno dei  così  detti  "franche  tiratori", come  ogni  procedimento  ambiguo , non risponde alle  esigenze  d'una  sana  e  leale  politica.
Corretto  non si considera  nemmeno  il  ricorso  al voto di fiducia  da parte  del governo, non  allo scopo  di  chiarire  se  ha  o no  la fiducia  delle Camere, bensì  per  ottenere  l'approvazione  d'un  disegno  di legge, che  gli  sta  a cuore, e  che  altrimenti     non    otterrebbe.   Il governo  , ponendo  su   di quello  la questione  di fiducia , che  in caso sfavorevole  implicherebbe le  dimissioni , forza  con  ciò  la mano alla maggioranza che non desidera la crisi.    

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