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Luigi Settembrini (1813----1876), patriota e letterato napoletano, affiliato alla Giovine Italia di Mazzini, condannato a morte dal governo borbonico, condanna tramutata nell'ergastolo , dove passò lunghi e terribili anni, e infine nell'esilio , tornato in Patria, avrebbe potuto aspirare a cariche pubbliche , che egli rifiutò per un nobile senso d'onestà e di responsabilità.
Al Ministro dei Lavori pubblici, Cavaliere Luigi Giura.
Signore,
Ieri Ella mi ha comunicato un decreto che mi nomina Direttore dei Lavori pubblici. La ringrazio dell'onore che m'ha voluto fare , ma per molte ragioni non posso accettare questo ufficio; e gliene dirò solamente una e la più semplice.
A mio credere , ogni onest'uomo deve fare quello che egli sa fare ; ed io non sono uno di quei pochissimi che riescono bene in tutto, né uno di quei molti che pretendono di sapere tutto. Non ho le cognizioni tecniche necessarie ad un Direttore dei Pubblici Lavori, e non potrei , senza danno pubblico , e senza rimprovero della mia coscienza, togliermi un carico maggiore delle mie forze.
Però la prego di accettare la mia rinunzia.
Serv. Suo
Luigi Settembrini
Napoli, 37 Ottobre 1860
Oggi, abbiamo tanto bisogno, di italiani di questa grande stoffa!
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