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mercoledì 29 luglio 2020

VIAGGIO IN ITALIA di: J. Wolfgang von Goethe

29---7---2020
  

Roma   , 1  novembre  1786

Si,  sono  arrivato  finalmente  in questa   capitale  del mondo!  Se  l'avessi  visitata  quindici  anni  or  sono, in   buona  compagnia , sotto  la  scorta  di un  uomo davvero  intelligente , mi  stimerei certo  fortunato. Ma  poiché  dovevo  visitarla  da solo, e  vederla  co' miei  occhi  soltanto , è buono  che  tanta  gioia mi  sia  stata  concessa così  tardi.
Attraverso  le Alpi  tirolesi son  passato  quasi  di volo . Ho  visto bene Venezia , Vicenza , Padova e Venezia ; alla sfuggita Ferrara  , Cento e  Bologna ; Firenze appena  appena;  l'ansia  di  arrivare  a Roma  era  si  grande  ed   aumentava  talmente  ad  ogni  istante  , che  non  potevo  più  star  fermo , e   a  Firenze  non  mi son   trattenuto  che tre ore. Eccomi  ora  a Roma , tranquillo , e, a  quanto  sembra , acquietato per  tutta  la vita.  Poter  contemplare  co' propri occhi tutto  un  complesso  , del  quale  già  si  conoscevano interiormente  ed  esteriormente  i particolari , è  , direi  quasi  , come  incominciare  una  vita  nuova . Tutti  i sogni  della  mia  giovinezza ora  lì  vedo vivi, le  prime  incisioni di cui  ricordo (mio padre   aveva  collocato  in  un'anticamera  le vedute  di Roma), ora   le vedo nella realtà e tutto  ciò  che  da tempo  conoscevo in fatto  di quadri  e disegni  , di  rami  o di  incisioni in legno , di  gessi  o di  sugheri , tutto  ora  mi  sta  raccolto  innanzi agli occhi , e  dovunque  io  vada  , trovo  un'antica  conoscenza  in un mondo forestiero . Tutto  è come  lo  immaginavo , e tutto  è  nuovo  . Altrettanto  posso  dire  delle  mie  osservazioni e delle  mie idee.  Non  ho  avuto  nemmeno  un  pensiero  completamente  nuovo , non ho  trovato  nulla di  completamente  estraneo  a me  , ma  i pensieri antichi mi  sono  diventati così  precisi , così  vivi, così  concatenati  l'un  l'altro  , che  veramente  posson passare per  nuovi.
Quando  l'Elisa  di   Pigmalione  , che  l'artefice si era  plasmata  conforme a' suoi  desideri e in  cui  aveva  infuso  tutta  la verità e tutta  la vita che  gli era  stata  possibile , venne  finalmente a  lui  e gli  disse:" Eccomi!",  come  dovette apparir  diversa  la creatura  viva  dal  marmo scolpito!
E  quanto  è  anche  moralmente  salutare  per me, il vivere  fra  un popolo dotato  di tanta  sensibilità  , sul  quale  si è  tanto  parlato  e  tanto  scritto  , e  che  ogni  straniero giudica  secondo  il criterio  ch'egli  porta  con sé!  Io  perdono a  tutti  quelli  che  criticano  o condannano  questo  popolo ; esso  è  troppo  lontano  da noi ; e al  forestiero  costa  troppa  fatica e troppa  spesa , l'aver  contatto  con lui.

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