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sabato 20 maggio 2023

Giovanni Pascoli da "Canti di Castelvecchio, 1903"

20--5--2023

        La   mia  sera

Il   giorno  fu pieno  di lampi;
ma ora  verranno  le stelle,
le tacite stelle. Nei  campi
c'è  un breve  gre  gre  di ranelle.
Le  tremule  foglie  dei pioppi
trascorre  una  gioia  leggiera.
Nel   giorno, che lampi!  che  scoppi!
            Che  pace,  la sera!

    Si  devono  aprire  le stelle 
nel cielo sì tenero  e vivo .
Là  , presso  le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di  tutto  quel  cupo  tumulto,
di tutta  quell'aspra  bufera ,
non resta  che  un dolce  singulto
        nell'umida  sera.

è,  quella  infinita  tempesta,
finita  in un rivo  canoro.
Dei  fulmini fragili restano 
cirri  di porpora e  d'oro.
O  stanco  dolore , riposa!
La nube nel giorno più  nera
fu  quella  che  vedo più  rosa
        nell'ultima  sera.

Che  voli  di rondini  intorno!
che gridi nell'aria serena!
La fame  del  povero giorno 
prolunga  la garrula  cena.
La parte  , sì  piccola  , i nidi 
 nel giorno  non l'ebbero intera.
Né io...e che  voli,  che gridi,
        mia  limpida sera!

Don...  Don... E  mi dicono , Dormi!
mi  cantano , Dormi!  sussurrano,
Dormi!  bisbigliano , Dormi!
là, voci  di tenebra azzurra...
Mi  sembrano  canti  di  culla ,
che fanno  ch'io  torni  com'era..
sentivo  mia madre ...poi nulla ...
        sul  far  della sera.

=il mio pensiero  alle genti di Romagna, è una poesia del Pascoli, che si chiude con la speranza, dopo la tempesta; la speranza di uscire da questa brutta realtà, e di potere  serenamente riprendere il cammino della vita.

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