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giovedì 25 maggio 2023

Gabriele D'Annunzio Elettra (1904) "Alle Montagne"

 25--5--2023
Candide  cime , grandi  nel cielo forme solenni
cui le nubi  notturne
stanno  sommerse  come  la  gregge  al pastore , ed  i  Vegli 
inclinati  su l'urne
profonde  dànno  eterne parole , e fanno  corona
le stelle  taciturne;

o Montagne , terribili dòmi abitati  da Dio ,
ove  gli  anacoreti
d'un tempo   immemorabile per  sola  virtù  di dolore 
conobbero i segreti
del  Mondo  e nelle    rocce co' i cavi  occhi  lessero   come
in  libri di profeti;

Montagne madri  ,  sacre scaturigini  delle  Forze 
pure, quando  non era
l'Uomo ; donde gioiosa  alla cieca  tenebre  sparsa
balzò  l'alba  primiera
e   alle vergini valli guidando  le  torme  dei fiumi 
scese la   Primavera;

donde  scesero  stirpi umane d'olrepossente
vita,  giù  per  aperte 
vie  più  vaste de' fiumi, stampando titaniche orme
nella  pianura inerte
che  fumigava  umida al sole purpureo , pregna 
delle  future offerte;

o Montagne immortali  ,non  parla nel  sacro  silenzio 
delle  cose ignorate
il vostro  Spirito?  Ascolta l'anima  mia  se non  giunga
un  messaggero . Deh  fate,
o Montagne  immortali , che  scenda  dai  vostri misteri
cinto  di luce il Vate!

La  speranza  e la  gioia  fuggirono  lungi dai  cuori
umani ;  e tutti  i sogni
della bellezza e tutti  i sogni  dell'arte felice
vanirono ;  e  stringe  ogni
cuore  un'arida  angoscia ;  e rugge  d'intorno  la guerra 
degli  atroci  bisogni.

Chi  finalmente  ,  sceso  a noi dalle  alture  inaccesse,
ricondurrà  la gioia?
Chi  su  la vasta  fronte  avrà  , mai  veduta  possanza,
una  luce di  gioia?
O tu  dalle Montagne  purissime , Spirito  ignoto ,
scendi  con  la tua  gioia!

Dai  culmini virginei  che  splendono  sotto  le stelle 
pie  , dalle  inesplorate 
sedi  ove  le  sorgenti  perenni cantano  inconsce
della  suprema  estate , 
dalle vene  incorrono  dei  geli , dal sacro silenzio 
delle  cose ignorate,

da  tutta  la grandezza  venerabile delle   Montagne
madri  io  t'evoco , o  puro  
Spirito   senza nome , che l'occhio  dell'anima  vede
trascorrere  l' oscuro
abisso  dove  tanto  umano  dolore  si  torce
e  schiudere  il Futuro!

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