2--5--2023
Quando parlo di popolo siciliano, mi riferisco al popolino, quello che in un certo lessico si definisce "proletariato" . Non ho mai avuto avversione , per il popolo, perché sono stata educata ad avere, grande rispetto per tutti; perché persone, ma anche perché i miei genitori con la loro vita, mi hanno dato esempio, di rispetto per tutti ,ed in modo particolare per quel popolo, povero, e non curato chiuso nell'ignoranza, e nella miseria fisica e morale. Papà, mi diceva sovente, che dovevo avere molto rispetto , per chi si alza la mattina con il buio, per andare a lavorare duramente ,per mantenere una famiglia. Le persone sono da rispettare al di là della loro condizione sociale.
Come esperienza personale , ho avuto la possibilità , di amicizie con persone semplici, ma meravigliosamente leali, onesti.
Non posso definire un'esperienza positiva quella con le persone di servizio e badanti, che mi sono state di sostegno , per la gestione della casa e della mamma. Ma , l'errore ,è mio, volendo annullare, il rapporto :padrona--serva, e cercando di stabilire un rapporto amichevole.
Il popolo siciliano,(ma sono certa dell'universalità, dei comportamenti, umani), ha un carattere particolare, una mente contorta, una mentalità difficile da decifrare, dove , frustrazioni, miserie fisiche , ma soprattutto, mentali , diventano, cause scatenanti di : invidia, odio , gelosie.
La frequenza alla facoltà di medicina, necessita di un impegno straordinario; allora, la facoltà era dispersa per la città, per seguire le lezioni, e fra un'ora e l'altra, bisognava, spostarsi con mezzi, entro un margine di tempo stretto. Non solo, ma (con il vecchio ordinamento) iniziando da 4° anno era necessaria , la frequenza in corsia. Si rese necessario il mio trasferimento a Catania, inizialmente , per un caso fortuito, incontrai la signorina Zappalà, originaria di Belpasso, una persona anziana. Furono anni sereni, ed intensi all'università. Avevo iniziato, un contemporaneo cammino spirituale,
( del quale parlerò in un altro post), a Catania ; prima del definitivo trasferimento, esso, era relegato ai miei viaggi per le lezioni universitari, e così questo aspetto rimaneva molto limitato, anche perché la mia conoscenza della città era fortemente limitata. Avendo avuto la fortuna di iniziare il mio soggiorno a Catania , nella zona alta della città, questo aspetto del mio cammino umano, ebbe un buon inizio.
Incontrai , molte persone, religiosi e sacerdoti, ma in modo particolare, la conoscenza del mio padre spirituale, un religioso. Con la signorina Zappalà , si crearono delle incomprensioni,, ma debbo confessare, che il mio particolare carattere, per il quale , chi sbaglia non ha più alcuna possibilità , mi portarono a cercare casa, e così mi ritrovai nei guai, con, Pina Bella e Anna Maria Carbonaro. Guai , che mi diedero la possibilità di incontrarmi con la Priora di San Benedetto: Reverenda Madre Giovanna Caracciolo, e così divenni la madrina del gruppo degli oblati secolari di San Benedetto di Catania, che si stava allora formando.
L'anno successivo mi trovai ad essere la prima Presidente del nascente gruppo degli oblati secolari di San Benedetto. Fu la mia , prima ed unica esperienza, cercai di fare del mio meglio , mi feci amica , sorella, figlia di ciascuno. Dopo, i primi due anni , per la crescita del gruppo, in numero , e per la maturità dello stesso, si iniziò a chiedere, la costante presenza di tutti gli oblati, anche alla messa domenicale, nel monastero insieme alla comunità monastica. Difficile cosa, io come presidente decisi di dare l'esempio, al fine di portare tutti ad unirsi alla comunità. Così, non salivo sabato a casa , ma domenica mattina dopo la Santa Messa nella chiesa di San Benedetto.
Una domenica, un fratello del gruppo,(un uomo di età avanzata) mi accompagnò con la sua macchina in piazza della stazione, da dove partiva la corriera per Belpasso; era nostra abitudine , salutarci con un abbraccio. Salita sull'auto, mi ricordo ancora, l'espressione, dell'autista e del bigliettaio, il sorriso viscido. Ma allora , difronte a queste scene abominevoli, il mio comportamento era :" non di curare di loro, guarda e passa". Uomini del popolo, che puzzano, per mancanza di igiene, volgari. Animali carnali, che vivono una squallida vita, nascono, crescono, mangiano, si accoppiano, si riproducano , e crepano.
Il cinema, è un interesse , secondario alla passione , per questa forma di arte, di mio fratello Antonio. Cinema, cineforum, sono stati per me aspetti che ho sempre condiviso con mio fratello, non sono mai andata al cinema, da sola tranne, una volta quando abitavo in via Siena, con la signora Albanese. Sono andata a vedere: "L'ultimo imperatore " di Bertolucci. Con CL, mi trovai a fare la felice esperienza del cineclub, andavamo tutti assieme all'ultimo spettacolo, perché, bisognava organizzare le ore, dividendoli; le prime ore del pomeriggio, si studiava, dopo cena, la scuola di comunità, a casa dei ragazzi colleghi di CL, e poi al cinema. Ci ritrovavamo , quasi tutti a quell'ora, vi partecipavano anche religiose che facevano parte di CL. In uno , dei tre spettacoli, incontrai due ragazzi di Belpasso, amici dei miei fratelli, Cosentino e Panebianco, tutti finì in un cordiale saluto.
Dei miei spostamenti a Catania , i miei genitori erano sempre informati, e poi ero con un gruppo di persone molto perbene.
I cattolici belpassesi, sono selvaggi come tutti, nei paesi. Il loro essere cristiani, vuol dire parrocchia, domenica messa, e non sempre, attività, la preparazione di feste :ballare con le statue, e organizzare, tric e trac con banda e fuochi d'artificio, sono tutti devoti!
Per il resto , la dimensione della loro vita è nella logica, dell'orgia dell'alcova.
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