Le città del silenzio ---Ferrara
O deserta bellezza di Ferrara,
ti loderò come si loda il volto
di colei che sul nostro cuor s'inclina
per aver pace dì sue felicità lontane ;
e loderò la chiara
sfera d'aere e d'acque
ove si chiude
la tua melanconia divina
musicalmente.
E loderò quella che più mi piacque
delle tue donne morte
e il tenue riso ond'ella mi delude
e l'altra imagine ond'io mi consolo
nella mia mente.
Loderò i tuoi chiostri ove tacque
l'uman dolore avvolto nelle lane
placide e cantò l'usignolo
ebro furente.
Loderò le tue vie piane,
grandi come fiumane,
che conducono all'infinito chi va solo
col suo pensiero ardente,
e quel loro silenzio ove stanno in ascolto
tutte le porte
se il fabro occulto batta su l'incudine
e il sogno di voluttà che sta sepolto
sotto le pietre nude con la tua sorte.
I pastori
Settembre , andiamo. è tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri , che sapor d'acqua natia
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano ,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primariamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia . Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquìo, calpestìo, dolci romori.
Ah perché non son io co' miei pastori?
S
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