Romanza della luna, luna
A Conchita Garcia Lorca
La luna venne alla fucina
col suo sellino di nardi.
Il bambino la guarda , guarda.
Il bambino la sta guardando.
Nell'aria commossa
la luna muove le sue braccia
e mostra , lubrica e pura,
i suoi seni di stagno duro.
Fuggi luna, luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero con il tuo cuore
collane e bianchi anelli.
Bambino , lasciami ballare.
Quando verranno i gitani,
ti troveranno sull'incudine
con gli occhietti chiusi.
Fuggi luna, luna, luna
che già sento i loro cavalli.
Bambino , lasciami , non calpestare
il mio albore inamidato.
Il cavaliere s'avvicinava
suonando il tamburo del piano.
Nella fucina il bambino
ha gli occhi chiusi.
Per l'uliveto venivano,
bronzo e sogno , i gitani.
Le teste alzate
e gli occhi socchiusi.
Come canta il gufo,
ah, come canta sull'albero!
Nel cielo va la luna
con un bimbo per mano.
Nella fucina piangono ,
gridando , i gitani.
Il vento la veglia , veglia .
Il vento la sta vegliando.
La monaca gitana
A José Moreno Villa
Silenzio di calce e di mirto.
Malve tra la gramigna.
La monaca ricama violacciocche
sopra una tela color paglia.
Volano nella lumiera grigia
sette uccelli del prisma.
La chiesa digrigna lontano
come un orso pancia all'aria.
Come ricama bene! con che grazia!
Sulla tela color paglia
essa vorrebbe ricamare
fiori di sua fantasia.
Che girasole! Che magnolia
di lustrini e di nastri!
Che zafferani e che lune,
sulla tovaglia della messa!
Cinque cedri s'addolciscono
nella attigua cucina.
Le cinque piaghe di Cristo
aperte in Almeria.
Negli occhi della monaca
galoppano due cavallari.
Un rumore ultimo e sordo
le scioglie la camicia,
e al guardare nubi e monti
nelle deserte lontananze
si spezza il suo cuore
di zucchero ed erbaluisa.
Oh che pianura in salita
con venti soli in cima!
Che fiumi in piedi
scorge la sua fantasia!
Ma continua con i suoi fiori,
mentre in piedi , nella brezza ,
la luce giuoca agli scacchi
alti della persiana.
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