b) Natura, Vocazione, Missione, Compito
Missione---Triplice ufficio del battezzato:
Il battesimo fa del novello cristiano il missionario del Vangelo. Egli è deputato a farsi araldo della Parola di Dio; e come Cristo anch'egli diviene profeta , re e sacerdote, nel suo essere parte attiva nella vita e nell'attenzione della Chiesa.
Con tale attiva partecipazione alla vita liturgica e alle opere apostoliche della propria comunità , il laico cristiano conduce con dedizione la sua missione di annunciatore della Parola di Dio, con l'insegnamento del catechismo ; e quindi , tutti i laici , "mettendo a disposizione la loro competenza rendono più efficaci la cura delle anime ed anche l'amministrazione dei beni della Chiesa(CL 33
Riprendendo sopra, possiamo dire che il laico cristiano è profeta in quanto deve annunziare la Parola che egli ha appreso dalla "bocca" stessa di Dio trasmettendola ai suoi fratelli sparsi in tutto il mondo. Egli spesso deve rimanere solo perché il suo messaggio resta sovente inascoltato , come dice il profeta Geremia:"E non mi stettero a sentire , non mi diedero retta ma andarono dietro ai capricci , alla depravazione del loro cattivo cuore, sono andati all'indietro e non in avanti [.....] indurirono la loro cervice e fecero peggio dei loro padri . Ora tu dirai loro queste cose ed essi non ti stanno a sentire , li chiamerai , e non ti risponderanno"(Ger. 7, 23--28).
Il profeta quindi non dice cose che egli stesso ha pensato , ma ciò che egli ha ascoltato e sperimentato nella sua unione con Dio . è spesso anche la pietra angolare (Sal . 117, 22) e la pietra d'inciampo , centro di contraddizione (cfr. Lc. 2, 34) su cui si costruisce la Parola di Dio (Ger. 1, 10): egli non può tirarsi indietro perché il suo messaggio deve essere indirizzato agli uomini bisognosi di ascolto e di testimonianza autentica della Parola di Dio ; quanto egli dirà è credibile perché è la Parola di Dio, ed egli la trasmette perché essa è irresistibile. Il profeta non deve avere avere paura di parlare(Ger. 1, 17) perché è Dio stesso che lo manda (Is. 6,9). Egli dev'essere come uno "scandalo" per il popolo di Dio , un rimprovero ed un incoraggiamento verso le vie del Signore. Egli sa che il suo compito non è facile ma sa pure che, una volta accolta, la Parola di Dio porta frutto a suo tempo (Mt. 13,23). Ognuno di noi è deputato ad essere profeta anche in patria dove maggiori saranno il disprezzo e l'incredulità e dove dovranno apparire "nella speranza che Dio voglia loro [ agli increduli] concedere di convertirsi"(cfr. Mt. 13,57; 2Tim. 2, 25--26). Il profeta è usato come il Cristo per annunziare parole di vita e non di morte;non va secondo la moda ma scandisce ciò che ha ascoltato senza nulla cambiare o modificare . Essendo parola di vita per tutti i tempi , la Parola di Dio non soffre la moda anche se è cosciente che "Verrà giorno , infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina , ma per il prurito di udire qualcosa , gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole"(2 Tim. 4, 3-4). Tuttavia il ruolo del profeta non sarà concluso se non quando avrà finito di trasmettere la Parola di Dio con quel coraggio che viene dal Padre e che ben viene apostrofato dal profeta Geremia:"non ti spaventare davanti a loro , perché io farò in modo che tu non tema la loro presenza"(Ger. 1,7)
Otre ad essere profeta il battezzato è anche re, poiché erede del regno dei cieli :"affinché giustificati per la grazia di lui , diventassimo in speranza , eredi della vita eterna "(Tt 3, 7). Regno verso il quale è diretto , e dove è invitato alla cena del gran Re , alla festa delle nozze dell'Agnello (Apoc. 19,9) . Sebbene il regno di Dio non è di quaggiù -(Gv. 18, 36) incomincia in terra ;e "non è questione di cibo e di bevanda ma è pace e giustizia e gaudio nello S. Santo "(Rom. 14, 7). Un regno nel quale i sudditi sono come i figli del re; non schiavi(Gv.15,15) ma commensali(Lc. 22, 30); e dove lo stesso Re " passerà a servirli"(Lc. 12, 37). Questo è il privilegio che tocca ai figli del gran Re, il Re dei Re e il Signore dei Signori(1Tim. 6,15 ; Apoc. 19,16). Vivere al cospetto del Re e servirlo , cioè " amare Deum regnare est" (S. Agostino). L'apostolo Paolo diceva ai Corinzi:" Già siete sazi , già siete arricchiti , già regnate senza di noi. e Dio voglia che regniate , affinché noi pure regniamo con voi"(1 Cor. 4,8).
Infine , il battezzato è anche sacerdote . Cristo stesso è il sommo sacerdote, nel suo sangue sancisce la nuova e definitiva alleanza fra Dio e gli uomini(Mt. 26, 28). Il sacerdote deve offrire olocausti ( Gen. 14, 18) e sacrifici di propiziazione; ogni religione ha il suo sacerdozio e le sue vittime , ognuno di noi deve diventare insieme sacerdote e vittima : olocausto a Dio per e con i fratelli: "pregate fratelli affinché il mio e il vostro sacrificio sia accetto a Dio Padre Onnipotente"(Messale romano); e qui sacerdozio dei fedeli e sacerdozio ministeriale si equivalgono nel sacrificio per eccellenza del Nuovo Testamento , che non si esaurisce sull'altare al termine della Messa, ma continua il suo benefico influsso durante tutta la giornata . La materia per il sacrificio che ognuno di noi , battezzati , deve offrire è quello dei sacrifici spirituali :"per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo, i battezzati vengono consacrati a formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo per offrire spirituali sacrifici"(1Pt 2,4-5). Tutti i discepoli di Cristo , perseverando nella preghiera e lodando insieme Dio (At. 2, 42) offrono se stessi quali vittime vive e sante gradevoli a Dio(Rm. 12, 1). Il sacerdote pur essendo fuoco che arde e brucia lentamente , può non essere all'altezza della sua vocazione:"Infatti il profeta e il sacerdote sono immondi e nella mia stessa casa ho trovato il loro male---dice il Signore"(Ger . 23, 11), tuttavia sa che Dio non può stare senza sacrificio:"perché da levante a ponente il mio nome è grande fra le nazioni, e in ogni luogo si sacrifica e si offre al mio nome una ostia pura , perché grande tra le nazioni è il mio nome"(Mal. 1, 11). I peccati degli uomini devono essere espiati ."[...] questo è il mio sangue [...] versato per molti, in remissione dei peccati"(Mt. 26, 28). Cristo l'ha espiati per noi , ma noi dobbiamo a nostra volta associarci a lui nello espiarli(cfr. Col.1,24)
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