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martedì 16 giugno 2020

MONACI PER L'EUROPA : SAN BENEDETTO D'ANIANE (747 ca--821) di: p.Giovanni Spinelli osb

16--6---2020

Tutti   sanno  che  i  monaci benedettini  devono  il loro  nome  al  fatto  di osservare una regola  scritta  da  san Benedetto  da  Norcia(480--547),  chiamato  per questo  patriarca  e legislatore  dei monaci d'Occidente, ma  ben pochi  sanno  che  questo  fatto  è merito   d'un  altro  santo  anch'esso  chiamato  Benedetto,  che  appunto  per questo  merito   venne  dai  suoi  contemporanei detto" Benedetto  secondo". In  realtà  egli  si  chiamava   Vitiza--nome  visigoto che  potrebbe  latinizzarsi con  Eutizio- ed era  oriundo  della Francia  meridionale  . Essendo  di  famiglia  aristocratica , fu  educato  alla corte  dei  sovrani  franchi,  Pipino  il Breve e Bertrada. Divenuto  uomo  d'arme  , partecipò  alla  campagna italiana  di Carlomagno e,  durante  l'assedio  di Pavia (774), si  gettò  nel  Ticino per  trarre  in  salvo  il  proprio  fratello, che  stava  per  annegare . In  quell'occasione egli  fece il voto  di abbandonare  la carriera  militare per  abbracciare  la vita  monastica , se fosse riuscito  a salvarsi insieme  al fratello . Aveva  allora  ventisette  anni e  si ritirò  nel  monastero  di Saint--Seine, presso  Digione , dove  rimase  quasi  sei  anni. Nei  primi  anni  di vita  monastica  egli era  stato  assalito dal fervore proprio dei  neoconvertiti e aveva  ritenuto  che  la  perfezione consistesse nell'andare  oltre  la Regola  di San Benedetto,  praticando la  maggiore austerità, che  è  inculcata  dalle  regole di  San  Basilio e San Pacomio.  Divenuto però  cellerario del  monastero  , cominciò  a  comportarsi  in  perfetta  conformità colla   Regula  Benedicti,  esortando gli altri confratelli  , assai  rilassati , a  fare altrettanto. Lo  soprannominarono  perciò "Benedetto secondo", ma  per  la storia   egli  sarebbe  divenuto  Benedetto  d' Aniane,  dal  nome del  piccolo fiume  della Francia  meridionale , presso  il quale  egli   fondò in seguito  un monastero.
Infatti  non essendo  riuscito  a  persuadere  i propri  confratelli della necessità di osservare  la  regola  benedettina, nel  780  ricusò  la dignità  abbaziale da essi  offertagli  e si  trasferì  nella  zona  di  Montpellier  , dove  alla  confluenza  dei  fiumi  Aniane  e Hérault, su  terreni  ereditati  dalla  propria  famiglia, fondò  il  monastero  di S. Salvatore . Agli  inizi  rischiò  di rimanere senza  discepoli a causa  degli  eccessi  del  suo  spirito  di povertà :  egli  però  non  si  arrese e ben  presto si  dovette  ingrandire  il monastero  di  Aniane  per  far  fronte  al  continuo  afflusso  di  nuove  vocazioni. I monaci   infatti  avevano  raggiunto  il numero di trecento!
La  sua  idea  fissa  era  sempre  la povertà, che  doveva  andare  di pari  passo  con il lavoro manuale : egli  stesso  non  disdegnava  di  zappare , seminare  e  mietere con i suoi  confratelli, spesso  fungeva  da cuoco  della  comunità e  per questo  compose  anche un ricettario !  Inoltre egli  diede   la libertà  ai  servi  della gleba,  che  vivevano  sui  terreni  donati  al  monastero. Nel  792  ottenne  da  Carlomagno  un  privilegio di  immunità  per il monastero  , onde  garantire  la libertà dell'elezione  dell'Abate  che  doveva  svolgersi  in  base  alla  regola  benedettina, contrariamente  alle  intrusioni  laicali  ormai  generalizzatesi.
Nel  frattempo  erano  stati offerti  a  Benedetto  sempre  nuovi  monasteri da   fondare  o  da  rifondare, il  primo  e  il più  famoso  dei  quali fu  quello di  Gellone(oggi  Saint--Guilhemle---Désert),  presso  Montpellier . Seguirono   quelli  di  Goudargues (detto  Casanova). Ilebarbe(presso  Lione),  Menat , Sain--Savin(presso  Poitiers),  Saint-  Mesmin  di  Micy(presso  Orléans),  Massay, Cormery,   Cellenèuve(presso  Tolosa),  Mursmnster(=Monastero  di S.  Mauro , Alsazia), e  infine quello di  Inden(oggi  Cornelimunster, presso  Aquisgrana),  dove morì. Egli andava   a visitare assai  spesso  le diverse  comunità  per  inculcare  in esse  il vero  spirito  della  Regola.

Ogni  comunità  era  formata  da  venti monaci, che  conservavano  però  il  diritto  di rientrare ---a  loro richiesta  ----ad  Aniane, che  restava  sempre  la casa  madre. è  questo  il primo  caso  , nella  storia  dell'Occidente  , di  una  congregazione monastica  vera  e propria , così  come Benedetto d'Aniane  è  il primo  esempio di superiore generale.
Nell' 814  morì  l'imperatore Carlomagno  e  gli succedette  il figlio Ludovico  il Pio , che  già  come re  dellAquitania  aveva  affidato  a  Benedetto  la riforma  dei  monasteri  del  suo  regno  , fondando  in  particolare per lui   quello  di Menat.  Benedetto  fu inviato  ad Aquisgrana, presso  la corte  imperiale , dove  svolse  il ruolo  di  consulente  ecclesiastico  di Ludovico  il Pio.  Vennero  posti  sotto  la sua   direzione  tutti  i monasteri  dell 'Impero , a  eccezione di quelli del Regno d'Italia : si  voleva  creare  un'unità  di osservanza ,che  fosse il  corrispettivo  monastico dell'unità politico  culturale  del Sacro Romano  Impero  instaurato  da Carlomagno nell' 800.
Nel  luglio  817  per decreto  imperiale  tutti  gli abati  dovettero  recarsi  ad Aquisgrana, dove  si tenne  ---sotto  la presidenza  di Benedetto ---una  specie  di capitolo generale  , alla  fine del  quale  fu  emanato  un  decreto  ,che  prescriveva la  comune osservanza  della  regola  benedettina e  di altre  norme  a  essa  aggiunte , desunte  dalla  consuetudine  e  dalle  circostanze  storiche  e  locali. Il  principio di fondo  di questa  riforma  si riassume  nelle  parole  : una  consuetudo,cioè  unità  di regola  ( quella  di san Benedetto),  ma  anche  unità  di  osservanza (le  migliori  consuetudini  diffuse  nei  vari  monasteri  e  codificate  a uso  di tutti). Per  favorire  il recepimento  generale  di  queste  nuove  disposizioni , Benedetto  raggruppò in un unico  codice  le  consuetudini  dei  vari monasteri per  dare  un'unità di base  all'osservanza  fino  allora  assai  diversificata.
La  regola stessa   venne  così  integrata  con  nuove   prescrizioni  liturgiche  (suono  della  campana per  annunciare  le  Vigilie  notturne ,officium  capituli  dopo  la recita  di Prima , visite  agli altari, salmi per  i defunti  nonché  salmi da recitare durante  il lavoro e dopo  Compieta) e  nuove  norme  relative  all'abito  monastico (uniformità  della  lunghezza della  cocolla , uso  delle  camicie , pantaloni, cappe e  pellicce).
Inoltre  il monastero di Inden , fondato nell' 817 da  Ludovico il Pio per  Benedetto a poche  miglia di  distanza  da Aquisgrana , venne  scelto  come  casa centrale  del  nascente  ordine benedettino :tutti  i monasteri  dovevano  mandarvi  a  turno  un  monaco  per  compiervi una  specie  di corso di  aggiornamento , al termine  del quale  sarebbe  stato  in grado  di  istruire  anche  i propri confratelli  nella nuova osservanza monastica.
Gli ultimi  anni della vita  di Benedetto furono interamente   consacrati  alla compilazione  di  numerose  opere  , tutte  rivolte  a  fornire una  base  giuridica alla sua  grande  riforma: alcune  sono giunte  fino  a noi  e si  trovano  ora  egregiamente  raccolte  e  commentate  nel primo  volume  del  Corpus  consuetudinum  monasticarum  (Sieghurg  1963). Le  principali  sono  il  Liber  ex diversorum  Patrum  regulis  (detto  anche  Codice Regularum ,  sinossi  delle  regole  monastiche ), la Concordia  Regularum  (vero  e proprio  commento  alla Regola  di San Benedetto sulla  base  delle  altre  regole  monastiche), una  raccolta  di omelie per  i Vespri  ecc.
 Egli  non  trascurerà  neppure  la  predicazione  e la  difesa della  vera  fede, combattendo  , lui visigoto , quando  era  ancora abate  ad Aniane , contro  gli  errori dottrinali  della Chiesa visigota , in  particolare l'eresia adozianistica ,   propugnata  dal vescovo  Felice di  Urgel, che  faceva  di  Cristo un figlio adottivo del  Padre.  Egli  scrisse a questo  riguardo  una  Disputatio  adversus  Felicianam  impietatem  che  fu  lodata  da  Alcuino, il  dottissimo  abate , che  fungeva  da consulente  teologico  di Carlomagno. Fu  inoltre  un  propagatore  della  devozione  alla  Trinità , a cui  dedicò  la nuova  chiesa  di  Aniane e di  cui  fu  il  primo a celebrare la festa  liturgica  . Si occupò  anche  della elevazione  culturale  dell'episcopato franco  e della riforma  del clero  secolare. Altre sue  iniziative  di  carattere  monastico vanno  nel senso  della  liberazione  dei  monasteri  dagli  abati   commendatari (laici  o ecclesiastici  che  ricevevano  dal  sovrano l'amministrazione  materiale  del monastero) e  dagli  oneri  economico  --militari  derivanti  dal  sistema  feudale. In  ciò  c'era  già  una  anticipazione  della  riforma  cluniacense e  gregoriana.  Purtroppo  la morte  repentina  gli impedì  di vedere consolidati  i frutti  del  suo  impegno riformatore.
Si  trovava ad Aquisgrana  nel  palazzo  imperiale  , quando  fu  assalito da una  febbre  violenta , che  da alcun  viene  attribuita  a un  avvelenamento :un  personaggio  tanto  importante  suscitava  a corte  molte  gelosie e dava  fastidio a molta gente.  Il  santo  si fece  trasportare  nel suo  monastero  di Inden,  dove  lavorò  , pregò e  dettò  lettere  fino  alla morte ,  avvenuta dopo  quarantotto  anni  di intensissima  vita  monastica l'11  febbraio  822. Il suo  biografo Ardone Smaragdo , abate  di Aniane  , che  ne  scrisse subito la vita su  richiesta  dei monaci di Inden, ne  fa  questo  elogio finale:"Questi  è  quel   Benedetto , per  il  cui mezzo  Cristo  Signore in  tutto  il regno dei Franchi  restaurò  l'osservanza  della  Regola di San Benedetto".
L'opera  riformatrice di Benedetto  d'Aniane  era  stata  bensì  preceduta  dai concili  regionali franco--germanici  del 7°  secolo e dai  capitoli dei  sovrani dell  '8° secolo, in  particolare  di Pipino il Breve,  ispirato in ciò  da San  Bonifacio  e da  San Crodegango  di  Metz, essa  ebbe  però  una  sistematicità  e un  ardimento inaudito  fino  allora  e anche  in seguito . Certo  fu  opera  effimera , perché  travolta  dallo stesso  rapido  crollo dell'impero carolingio, ben presto  lacerato  da lotte dinastiche. Tuttavia  il meglio  di quella  riforma  sarebbe  stato  ripreso un secolo  dopo  da  Cluny  e  avrebbe  avuto  quell'influsso europeo ,che  Benedetto da Norcia potava  e doveva  considerarsi il padre  e il  maestro  del  monachesimo  europeo e che  l'osservanza  della  Regola  avrebbe  molto  contribuito all'unificazione religiosa e culturale dell'Europa.
Proclamando  nel 1964   il primo  San Benedetto  Patrono  d  ' Europa, papa Paolo 6°  non  ha fatto altro che  approvare l'opera  del  secondo San Benedetto,nato duecento anni  dopo la morte  del primo.

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