Tutti sanno che i monaci benedettini devono il loro nome al fatto di osservare una regola scritta da san Benedetto da Norcia(480--547), chiamato per questo patriarca e legislatore dei monaci d'Occidente, ma ben pochi sanno che questo fatto è merito d'un altro santo anch'esso chiamato Benedetto, che appunto per questo merito venne dai suoi contemporanei detto" Benedetto secondo". In realtà egli si chiamava Vitiza--nome visigoto che potrebbe latinizzarsi con Eutizio- ed era oriundo della Francia meridionale . Essendo di famiglia aristocratica , fu educato alla corte dei sovrani franchi, Pipino il Breve e Bertrada. Divenuto uomo d'arme , partecipò alla campagna italiana di Carlomagno e, durante l'assedio di Pavia (774), si gettò nel Ticino per trarre in salvo il proprio fratello, che stava per annegare . In quell'occasione egli fece il voto di abbandonare la carriera militare per abbracciare la vita monastica , se fosse riuscito a salvarsi insieme al fratello . Aveva allora ventisette anni e si ritirò nel monastero di Saint--Seine, presso Digione , dove rimase quasi sei anni. Nei primi anni di vita monastica egli era stato assalito dal fervore proprio dei neoconvertiti e aveva ritenuto che la perfezione consistesse nell'andare oltre la Regola di San Benedetto, praticando la maggiore austerità, che è inculcata dalle regole di San Basilio e San Pacomio. Divenuto però cellerario del monastero , cominciò a comportarsi in perfetta conformità colla Regula Benedicti, esortando gli altri confratelli , assai rilassati , a fare altrettanto. Lo soprannominarono perciò "Benedetto secondo", ma per la storia egli sarebbe divenuto Benedetto d' Aniane, dal nome del piccolo fiume della Francia meridionale , presso il quale egli fondò in seguito un monastero.
Infatti non essendo riuscito a persuadere i propri confratelli della necessità di osservare la regola benedettina, nel 780 ricusò la dignità abbaziale da essi offertagli e si trasferì nella zona di Montpellier , dove alla confluenza dei fiumi Aniane e Hérault, su terreni ereditati dalla propria famiglia, fondò il monastero di S. Salvatore . Agli inizi rischiò di rimanere senza discepoli a causa degli eccessi del suo spirito di povertà : egli però non si arrese e ben presto si dovette ingrandire il monastero di Aniane per far fronte al continuo afflusso di nuove vocazioni. I monaci infatti avevano raggiunto il numero di trecento!
La sua idea fissa era sempre la povertà, che doveva andare di pari passo con il lavoro manuale : egli stesso non disdegnava di zappare , seminare e mietere con i suoi confratelli, spesso fungeva da cuoco della comunità e per questo compose anche un ricettario ! Inoltre egli diede la libertà ai servi della gleba, che vivevano sui terreni donati al monastero. Nel 792 ottenne da Carlomagno un privilegio di immunità per il monastero , onde garantire la libertà dell'elezione dell'Abate che doveva svolgersi in base alla regola benedettina, contrariamente alle intrusioni laicali ormai generalizzatesi.
Nel frattempo erano stati offerti a Benedetto sempre nuovi monasteri da fondare o da rifondare, il primo e il più famoso dei quali fu quello di Gellone(oggi Saint--Guilhemle---Désert), presso Montpellier . Seguirono quelli di Goudargues (detto Casanova). Ilebarbe(presso Lione), Menat , Sain--Savin(presso Poitiers), Saint- Mesmin di Micy(presso Orléans), Massay, Cormery, Cellenèuve(presso Tolosa), Mursmnster(=Monastero di S. Mauro , Alsazia), e infine quello di Inden(oggi Cornelimunster, presso Aquisgrana), dove morì. Egli andava a visitare assai spesso le diverse comunità per inculcare in esse il vero spirito della Regola.
Ogni comunità era formata da venti monaci, che conservavano però il diritto di rientrare ---a loro richiesta ----ad Aniane, che restava sempre la casa madre. è questo il primo caso , nella storia dell'Occidente , di una congregazione monastica vera e propria , così come Benedetto d'Aniane è il primo esempio di superiore generale.
Nell' 814 morì l'imperatore Carlomagno e gli succedette il figlio Ludovico il Pio , che già come re dellAquitania aveva affidato a Benedetto la riforma dei monasteri del suo regno , fondando in particolare per lui quello di Menat. Benedetto fu inviato ad Aquisgrana, presso la corte imperiale , dove svolse il ruolo di consulente ecclesiastico di Ludovico il Pio. Vennero posti sotto la sua direzione tutti i monasteri dell 'Impero , a eccezione di quelli del Regno d'Italia : si voleva creare un'unità di osservanza ,che fosse il corrispettivo monastico dell'unità politico culturale del Sacro Romano Impero instaurato da Carlomagno nell' 800.
Nel luglio 817 per decreto imperiale tutti gli abati dovettero recarsi ad Aquisgrana, dove si tenne ---sotto la presidenza di Benedetto ---una specie di capitolo generale , alla fine del quale fu emanato un decreto ,che prescriveva la comune osservanza della regola benedettina e di altre norme a essa aggiunte , desunte dalla consuetudine e dalle circostanze storiche e locali. Il principio di fondo di questa riforma si riassume nelle parole : una consuetudo,cioè unità di regola ( quella di san Benedetto), ma anche unità di osservanza (le migliori consuetudini diffuse nei vari monasteri e codificate a uso di tutti). Per favorire il recepimento generale di queste nuove disposizioni , Benedetto raggruppò in un unico codice le consuetudini dei vari monasteri per dare un'unità di base all'osservanza fino allora assai diversificata.
La regola stessa venne così integrata con nuove prescrizioni liturgiche (suono della campana per annunciare le Vigilie notturne ,officium capituli dopo la recita di Prima , visite agli altari, salmi per i defunti nonché salmi da recitare durante il lavoro e dopo Compieta) e nuove norme relative all'abito monastico (uniformità della lunghezza della cocolla , uso delle camicie , pantaloni, cappe e pellicce).
Inoltre il monastero di Inden , fondato nell' 817 da Ludovico il Pio per Benedetto a poche miglia di distanza da Aquisgrana , venne scelto come casa centrale del nascente ordine benedettino :tutti i monasteri dovevano mandarvi a turno un monaco per compiervi una specie di corso di aggiornamento , al termine del quale sarebbe stato in grado di istruire anche i propri confratelli nella nuova osservanza monastica.
Gli ultimi anni della vita di Benedetto furono interamente consacrati alla compilazione di numerose opere , tutte rivolte a fornire una base giuridica alla sua grande riforma: alcune sono giunte fino a noi e si trovano ora egregiamente raccolte e commentate nel primo volume del Corpus consuetudinum monasticarum (Sieghurg 1963). Le principali sono il Liber ex diversorum Patrum regulis (detto anche Codice Regularum , sinossi delle regole monastiche ), la Concordia Regularum (vero e proprio commento alla Regola di San Benedetto sulla base delle altre regole monastiche), una raccolta di omelie per i Vespri ecc.
Egli non trascurerà neppure la predicazione e la difesa della vera fede, combattendo , lui visigoto , quando era ancora abate ad Aniane , contro gli errori dottrinali della Chiesa visigota , in particolare l'eresia adozianistica , propugnata dal vescovo Felice di Urgel, che faceva di Cristo un figlio adottivo del Padre. Egli scrisse a questo riguardo una Disputatio adversus Felicianam impietatem che fu lodata da Alcuino, il dottissimo abate , che fungeva da consulente teologico di Carlomagno. Fu inoltre un propagatore della devozione alla Trinità , a cui dedicò la nuova chiesa di Aniane e di cui fu il primo a celebrare la festa liturgica . Si occupò anche della elevazione culturale dell'episcopato franco e della riforma del clero secolare. Altre sue iniziative di carattere monastico vanno nel senso della liberazione dei monasteri dagli abati commendatari (laici o ecclesiastici che ricevevano dal sovrano l'amministrazione materiale del monastero) e dagli oneri economico --militari derivanti dal sistema feudale. In ciò c'era già una anticipazione della riforma cluniacense e gregoriana. Purtroppo la morte repentina gli impedì di vedere consolidati i frutti del suo impegno riformatore.
Si trovava ad Aquisgrana nel palazzo imperiale , quando fu assalito da una febbre violenta , che da alcun viene attribuita a un avvelenamento :un personaggio tanto importante suscitava a corte molte gelosie e dava fastidio a molta gente. Il santo si fece trasportare nel suo monastero di Inden, dove lavorò , pregò e dettò lettere fino alla morte , avvenuta dopo quarantotto anni di intensissima vita monastica l'11 febbraio 822. Il suo biografo Ardone Smaragdo , abate di Aniane , che ne scrisse subito la vita su richiesta dei monaci di Inden, ne fa questo elogio finale:"Questi è quel Benedetto , per il cui mezzo Cristo Signore in tutto il regno dei Franchi restaurò l'osservanza della Regola di San Benedetto".
L'opera riformatrice di Benedetto d'Aniane era stata bensì preceduta dai concili regionali franco--germanici del 7° secolo e dai capitoli dei sovrani dell '8° secolo, in particolare di Pipino il Breve, ispirato in ciò da San Bonifacio e da San Crodegango di Metz, essa ebbe però una sistematicità e un ardimento inaudito fino allora e anche in seguito . Certo fu opera effimera , perché travolta dallo stesso rapido crollo dell'impero carolingio, ben presto lacerato da lotte dinastiche. Tuttavia il meglio di quella riforma sarebbe stato ripreso un secolo dopo da Cluny e avrebbe avuto quell'influsso europeo ,che Benedetto da Norcia potava e doveva considerarsi il padre e il maestro del monachesimo europeo e che l'osservanza della Regola avrebbe molto contribuito all'unificazione religiosa e culturale dell'Europa.
Proclamando nel 1964 il primo San Benedetto Patrono d ' Europa, papa Paolo 6° non ha fatto altro che approvare l'opera del secondo San Benedetto,nato duecento anni dopo la morte del primo.
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