a) Il laico cristiano:
Il termine laico, oggi tanto ambiguo, è di derivazione greca: laos =popolo, passato poi al latino come laicus ed infine all'italiano laico. Questo equivoco sorge dal fatto che il termine laico viene adoperato spesso in riferimento a coloro che non professano alcuna religione; mentre in questo caso si tratta di coloro che sono stati battezzati in nome della SS. Trinità, e fanno parte dell'ovile di Cristo oltre a essere inseriti con diritto nella comunità ecclesiale che li ha accolti nel momento del loro battesimo; col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli esclusi i membri dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa; i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti Popolo di Dio , e nella loro misura , resi partecipi dell'ufficio sacerdotale , profetico e regale di Cristo, compiono nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano"(AA 31).
Laico, in virtù del suo battesimo , ha il dovere di conoscere bene la sua vocazione di cristiano e di lanciarsi nella missione evangelizzatrice della Chiesa :" Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti e singoli i doveri e affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale , di cui la loro esistenza è come intessuta . Ivi sono da Dio chiamati a contribuire , quasi all'interno a modo di fermento , alla santificazione del mondo mediante l'esercizio del proprio ufficio e sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo, a manifestare Cristo agli altri , principalmente con la testimonianza della loro stessa vita , e come fulgore della loro fede , della loro speranza e carità. A loro quindi spetta particolarmente illuminare o ordinare tutte le cose temporali , alle quali sono strettamente legati , in modo che sempre siano fatte secondo Cristo , e crescano e siano di lode al Creatore e Redentore"(AA 31).
Il Signore stesso ha avuto cura dei laici frequentandoli per ricuperarli a sé . Il santo Vangelo ne è pieno , per esempio Marta , Maria e Lazzaro erano amici di Gesù (Gv.11,5); le pie donne che seguivano il Signore con i loro beni (Lc. 8,3) e sotto la croce (Gv.19,25); era amico dei pubblicani e dei peccatori Mt. 9,11); la moltitudine che non lo lasciava mai, ammirato dal suo insegnamento e dai suoi prodigi(Gv. 7, 46); Lc. 7,16) nelle parabole Gesù parla pure dei sacerdoti: gli operai della vigna (Mt. 20,64), dei trafficanti di talenti (Mt.25, 15); dei morti tornati a vita : Lazzaro(Gv. 11,43) , il figlio della vedova di Naim(Lc . 7,14), la figlia di Giairo(Mc. 5,41) e così via.
è noto che il nuovo diritto canonico pubblicato nel 1983 ha, per così dire stravolto una mentalità legislativa che risaliva , a dir poco , al codice di diritto canonico precedente (1917) in cui i laici non erano che una appendice della Chiesa , intesa come struttura gerarchica . Il nuovo diritto canonico , invece, ha dato una svolta fondamentale parlando proprio dei "Christifidelis laici", con cui incomincia anche l'esortazione apostolica post--sinodale di Giovanni Paolo 2° sulla vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo. Al laico è stato così restituito quel posto acquisito col sacramento del battesimo.
L' inserimento del laico "nelle cose della Chiesa"non è un'indebita ingeneranza , ma un suo dovere all'interno dell'assemblea cristiana che l'ha tenuto a battesimo . Nello stesso tempo non deve essere né clericalizzato né emarginato, ma di aiuto alla Chiesa e al clero come collaboratore qualificato :" La Chiesa [infatti] non si può considerare realmente costituita , non vive in maniera piena , non è segno perfetto della presenza di Cristo tra gli uomini, se alla gerarchia non si affianchi e collabora un laicato autentico. Non può infatti il Vangelo penetrare ben a dentro nella mentalità , nel costume , nell'attività di un popolo, se manca la presenza dinamica dei laici. Perciò fin dal periodo di fondazione di una Chiesa , bisogna dedicare ogni cura alla formazione di un maturo laicato cristiano"(AG 21).
La sua propria indole di secolare gli permette di penetrare nel mondo e soprattutto in aree precluse al sacerdote :"L'indole secolare del fedele laico non è quindi da definirsi soltanto in senso sociologico , ma soprattutto in senso teologico. La caratteristica secolare va intesa alla luce dell'atto creativo e redentivo di Dio , che ha affidato il mondo agli uomini e alle donne , perché essi partecipano all'opera della creazione , liberano la creazione stessa dall'influsso del peccato e santifichino se stessi nel matrimonio e nella vita celibe, nella famiglia , nella professione e nelle varie attività sociali"(CL 15). Inoltre come talvolta avviene , "vengono privati[i sacerdoti] della dovuta libertà di ministero , e senza l'opera dei laici la Chiesa a stento potrebbe essere presente e operante (AA Proemio).
In questo contesto egli assume un ruolo di intermediario tra il sacerdote e i cosiddetti lontani o avversari . Il posto intermedio di cui si parla compete ai laici e fa di loro un punto di collegamento tra le due sponde : clero e cristiani lontani dalla Chiesa o avversari. Per questo il laico deve tenere alta la considerazione del suo battesimo e lavorare con dignità e competenza in seno alla chiesa e nella società: argomentando, redarguendo , ammonendo (cfr. 2 Tim. 4,2); votandosi anima e corpo all'aiuto ai fratelli nello spirito del Vangelo.
Al contempo è chiamato a prendere la sua parte di croce , come Simone il Cireneo , per portare avanti la causa della Chiesa nel mondo:" Tutti i fedeli saranno ogni giorno più santificati nelle loro condizioni di vita , nei loro doveri e circostanze , e per mezzo di tutte queste cose, se tutti le prendono con fede dalla mano del Padre celeste , e cooperano con la volontà divina , manifestando a tutti , nello stesso servizio temporale la carità con la quale Dio ha amato il mondo"(AA 41).
Il laico deve essere per i popoli come il lievito per la pasta(Mt.13,33) testimoniando così la sua appartenenza a Cristo e alla Chiesa. Inoltre , presentandosi quale alternativa al mondo e alle sue lusinghe egli cerca di proporre una soluzione , finalmente , non solo ideale , ma pratica ai problemi del mondo. In tutti i secoli la storia dell'uomo ha contribuito sia alla sua elevazione sociale , culturale e spirituale , sia ad offuscare e a far regredire ogni sorta di progresso nei vari campi. Gli ultimi grandi avvenimenti mondiali , quali la caduta del muro di Berlino e la fine del comunismo , ancor più ci portano a meditare profondamente sulla coscienza civile dei popoli nella speranza verso un futuro dell'umanità dove ai valori prettamente umani si vengono ad aggiungere il pensiero e il modello cristiani per un cammino parallelo verso l'amore e la pace universali.
E qui si delinea la figura del cristiano chiamato a far santificare tutto ciò che vi è nel mondo , non schivandolo ma conciliandolo con Dio in Cristo :" Né la cura della famiglia né gli altri impegni devono essere estranei all'orientamento spirituale della vita[....] L'unità della vita dei fedeli laici è di grandissima importanza :essi , infatti , debbono santificarsi nella ordinaria vita professionale e sociale . Perché possono rispondere alla loro vocazione, dunque , i fedeli laici debbono guardare alle attività della vita quotidiana come occasione di unione con Dio e di compimento della sua volontà, e anche di sevizio agli altri uomini, portandoli alla comunione con Dio in Cristo[...]. Le Chiese locali e soprattutto le cosiddette Chiese più giovani debbono riconoscere attentamente fra i propri membri quegli uomini e quelle donne che hanno offerto in tali condizioni (le condizioni quotidiane del mondo e lo stato coniugale) la testimonianza della santità e che possono essere di esempio agli altri, affinché , se si dia il caso , li propongano per la beatificazione e la canonizzazione(CL17).
Tutto questo non è che il corollario di quel famoso atteggiamento cristiano supremo immortalato dall'altrettanto famosa frase di S. Leone Magno:"Agnose, o Christiane , dignitatem tuam"(Sermo 21, 35. Ch. 22bis 7 2). Ciò deve spingere il laico cristiano ad andare in fondo nella sua opera evangelizzatrice per condurre la società verso traguardi mai raggiunti:" Grava quindi su tutti i laici il glorioso peso di lavorare , perché il divino disegno di salvezza raggiunga ogni giorno di più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra . Sia perciò loro aperto qualunque via affinché , secondo le loro forze e la necessità dei tempi , anch'essi attivamente partecipano all'opera salvifica della Chiesa"(LG 33)
La preghiera di Gesù nell'ultima cena è molto evocativa di questa missione\ vocazione del laico cristiano nel mondo." Io ho comunicato loro la tua parola , e il mondo li ha odiati , perché non sono del mondo, come neanch'io sono del mondo. Non chiedo che tu li levi dal mondo, ma che tu li guardi dal male, Essi non sono del mondo come neppure io sono del mondo. Santificali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo , così' io ho mandato nel mondo essi".
I laici dunque sullo stesso piano dei religiosi e dei sacerdoti :" La novità cristiana è il fondamento e il titolo dell'eguaglianza di tutti i battezzati in Cristo, di tutti i membri del popolo di Dio : comune è la dignità dei membri per la loro rigenerazione in Cristo , comune la grazia dei figli , come la vocazione alla perfezione , una sola salvezza , una sola speranza e indivisa carità . In forza della comune dignità battesimale il fedele laico è corresponsabile , insieme con i ministri ordinati e con i religiosi e le religiose , della missione della chiesa"(CL 15). Ad ognuno il proprio compito. S. Paolo direbbe: "Alius sic, alius vero sic"(1Cor.7,7), parlando dei carismi , ma tutti sono complementari degli altri , infatti , come dice S. Gregorio Magno:"Nella santa Chiesa ognuno è sostegno degli altri e gli altri sono suo sostegno"(Homiliae in Ev.||, |, 5;CCL 142,211). Quel che risulta molto chiaro è il fatto che mai , come oggi in particolare , il laico cristiano può starsene ozioso(Mt. 20,6--7) o bearsi di vivere isolato , dice a questo riguardo Giovanni Paolo 2°:" il fedele laico non può mai chiudersi in se stesso, isolandosi spiritualmente dalla comunità,ma deve vivere in un continuo scambio con gli altri, con un vivo senso di fraternità, nella gioia di una uguale dignità e nell 'impegno di far fruttificare insieme l'immenso tesoro ricevuto in eredità. Lo Spirito del Signore dona a lui , come agli altri , molteplici carismi , lo invita a differenti ministeri e incarichi, gli ricorda , come anche lo ricorda agli altri in rapporto con lui , che tutto ciò che lo distingue non è un di più di dignità ma una speciale e complementare abilitazione al servizio. Così , i carismi , i ministeri, gli incarichi ed i servizi del Fedele Laico esistono nella comunione e per la comunione . Sono ricchezze complementari a favore di tutti, sotto la saggia guida dei Pastori(Omelia alla solenne concelebrazione Eucaristica per chiusura della 7° Assemblea del Sinodo dei vescovi, 30 ottobre 1987).
Chi non si sente coinvolto almeno in parte a questa chiamata pecca di autenticità come cristiano , proprio perché non missionario:" L'apostolato dei laici è quindi partecipazione alla stessa salvifica missione della Chiesa e a questo apostolato sono tutti destinati dal Signore stesso per mezzo del battesimo e della confermazione . Dai sacramenti poi, e specialmente dalla sacra Eucarestia , viene comunicata e alimentata quella carità verso Dio e gli uomini, che è l'anima di tutto l'apostolato. Ma i laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze , in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo. Così ogni laico , per ragione degli stessi doni ricevuti , è testimonio e insieme vivo strumento della missione della Chiesa stessa"secondo la misura con cui Cristo gli ha dato il suo dono"(Ef. 4,7), (LG 33), " Infatti i laici che hanno vero spirito apostolico, ad esempio di quegli uomini e di quelle donne che aiutavano Paolo nella diffusione del Vangelo(cfr. At. 18, 18--26; Rm 16,3) suppliscono a quello che manca ai loro fratelli e danno ristoro all'animo sia dei Pastori sia degli altri membri del popolo fedele (cfr. 1 Cor. 16, 17--18), (AA10).La missionarietà del santo popolo di Dio è insita nella sua vocazione al battesimo :" Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo"(Mc. 16,) Dopo il Concilio Vaticano 2° vi è stato un pullulare di associazioni cristiane come, per esempio , i gruppi spontanei , sorti inizialmente come gruppi ecclesiali di varia estrazione e con diversa programmazione :" accanto all'associazionismo tradizionale , e talvolta alle sue radici , sono germogliati movimenti e sodalizi nuovi , con fisionomia e finalità specifiche: tanta è la ricchezza e la versatilità delle risorse che lo Spirito alimenta nel tessuto ecclesiale, e tanta è pure la capacità d'iniziativa e la generosità del nostro laicato"(CL29). Il ruolo del laicato nella Chiesa post--conciliare deve esser riconosciuto e organizzato per incidere meglio e più efficacemente nell'ambiente in cui vive ed opera . tuttavia esso deve sempre dipendere dalle direttive dei propri superiori ecclesiastici in materia di pastoralità:" Spetta alla Gerarchia promuovere l'apostolato medesimo al bene comune della Chiesa , vigilare affinché la dottrina e l'ordine siano rispettati"(AA 24). "D'altra parte i Pastori riconoscono e promuovano la dignità e la responsabilità dei laici nella Chiesa ; si servano volentieri del loro prudente consiglio , con fiducia affidino loro degli uffici in servizio della Chiesa e lasciano loro libertà e campo di agire , anzi li incoraggiano perché intraprendono delle opere anche di propria iniziativa. Considerano attentamente e con paterno affetto in Cristo le iniziative , le richieste e i desideri proposti dai laici . Da questi familiari rapporti tra i laici e i Pastori si devono attendere molti vantaggi per la Chiesa ; in questo modo infatti è fortificato nei laici il senso della propria responsabilità , ne è favorito lo slancio e le loro forze più facilmente vengono associate all'opera dei Pastori. E questi aiutati dall'esperienza dei laici possono giudicare con più chiarezza e opportunità sia in cose spirituali che temporali ; e così tutta la Chiesa sostenuta da tutti i suoi membri, compie con maggiore efficacia la sua missione per la vita del mondo"(LG
37)"Che se i parroci non possono raggiungere alcuni ceti di persone, ricorrano all'opera di altri, perché li aiutino nel campo dell'apostolato"(CD 30). A questo proposito anche il papa Giovanni Paolo 2° nell'omelia di conclusione del Sinodo dei vescovi dice:" Ringraziamo per il fatto che nel corso del Sinodo abbiamo potuto non solo gioire per la partecipazione dei laici (auditore e auditrices), ma ancor di più perché lo svolgimento delle discussioni sinodali ci ha permesso di ascoltare la voce degli invitati , i rappresentanti del laicato proveniente da tutte le parti del mondo, dai diversi paesi , e ci ha consentito di profittare delle loro esperienze, dei loro consigli , dei suggerimenti che scaturiscono dal loro amore per la causa comune"(CL 2).
Da tutto ciò si desume chiaramente che la Chiesa ha dato il suo "placet" nel servirsi dell'aiuto dei laici ; va da sé , che i laici ora non possono più portare attenuanti per il loro mancato intervento nell' azione missionaria della Chiesa. Come nel cielo vi sono tante mansioni (Gv.14, 2),così nella Chiesa vi è posto per tutti. I carismi diranno qual posto ogni laico battezzato deve occupare per la crescita della Chiesa e del bene delle anime sparse per tutto il mondo.
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