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domenica 7 giugno 2020

CRISTIANI: "TEOLOGIA DELL'OBLAZIONE BENEDETTINA SECOLARE" di: Alferio Caruana 1° -----TEOLOGIA DEL LAICATO

7---6---2020

a)   Il  laico  cristiano:
Il  termine  laico,  oggi  tanto   ambiguo, è  di derivazione  greca: laos =popolo, passato poi  al latino come  laicus ed infine  all'italiano laico. Questo  equivoco  sorge  dal fatto  che  il termine laico viene adoperato   spesso in  riferimento  a coloro  che  non  professano  alcuna  religione; mentre  in  questo  caso  si tratta  di  coloro  che  sono  stati  battezzati  in nome  della  SS. Trinità, e fanno  parte  dell'ovile  di Cristo oltre a essere  inseriti  con  diritto  nella comunità  ecclesiale  che  li  ha  accolti  nel  momento  del loro  battesimo; col  nome  di laici  si  intendono  qui  tutti  i fedeli esclusi i membri dell'ordine sacro e dello  stato  religioso  sancito  nella  Chiesa;   i fedeli cioè, che,  dopo  essere  stati  incorporati  a Cristo  col  battesimo e  costituiti  Popolo  di Dio , e  nella  loro  misura  , resi  partecipi dell'ufficio sacerdotale , profetico e  regale  di Cristo,  compiono nella  Chiesa  e nel mondo, la missione  propria  di tutto  il popolo  cristiano"(AA 31).
Laico, in virtù  del  suo  battesimo , ha  il dovere di  conoscere  bene la sua  vocazione  di cristiano  e di  lanciarsi  nella  missione evangelizzatrice della Chiesa :" Per  loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno  di  Dio trattando  le cose  temporali e ordinandole secondo  Dio. Vivono nel  secolo, cioè  implicati  in tutti  e singoli  i doveri e affari  del mondo e nelle ordinarie  condizioni della  vita  familiare e sociale , di cui la loro esistenza è come  intessuta  . Ivi sono  da Dio chiamati  a  contribuire , quasi  all'interno  a modo  di  fermento  , alla  santificazione  del mondo mediante l'esercizio del proprio ufficio e sotto  la guida  dello  spirito  evangelico, e  in  questo  modo,  a  manifestare Cristo agli  altri , principalmente con  la  testimonianza  della  loro  stessa  vita , e come  fulgore  della  loro fede , della  loro  speranza  e carità. A  loro  quindi  spetta  particolarmente  illuminare o  ordinare   tutte le  cose temporali , alle  quali  sono  strettamente legati , in modo che  sempre  siano  fatte secondo  Cristo , e  crescano  e siano  di lode al  Creatore  e Redentore"(AA 31).
Il Signore stesso  ha  avuto  cura  dei  laici  frequentandoli  per  ricuperarli a sé  . Il  santo  Vangelo ne  è  pieno  , per  esempio Marta , Maria e Lazzaro erano  amici  di Gesù (Gv.11,5); le pie  donne che  seguivano il Signore  con  i loro  beni (Lc. 8,3) e sotto  la croce  (Gv.19,25);  era  amico  dei  pubblicani e dei peccatori Mt. 9,11); la moltitudine  che  non  lo lasciava mai,  ammirato dal suo  insegnamento e  dai suoi  prodigi(Gv. 7, 46); Lc. 7,16) nelle  parabole  Gesù  parla  pure  dei  sacerdoti: gli operai  della  vigna (Mt.  20,64),  dei  trafficanti  di talenti (Mt.25, 15); dei morti tornati a vita : Lazzaro(Gv. 11,43) , il figlio della  vedova  di  Naim(Lc . 7,14),  la figlia  di  Giairo(Mc. 5,41) e così via.
è noto  che  il nuovo  diritto canonico pubblicato nel  1983  ha,  per  così dire  stravolto  una mentalità  legislativa  che risaliva , a  dir  poco , al  codice di diritto  canonico precedente (1917) in cui  i laici  non erano  che  una  appendice  della  Chiesa , intesa come  struttura  gerarchica . Il  nuovo diritto canonico , invece, ha  dato  una  svolta  fondamentale parlando proprio dei "Christifidelis  laici",  con  cui  incomincia  anche  l'esortazione  apostolica post--sinodale  di Giovanni Paolo 2° sulla  vocazione  e missione dei laici nella  Chiesa e nel mondo. Al  laico  è stato  così  restituito  quel  posto acquisito  col  sacramento del battesimo.
L' inserimento  del  laico  "nelle  cose  della Chiesa"non è  un'indebita ingeneranza  , ma un  suo  dovere  all'interno  dell'assemblea  cristiana  che  l'ha  tenuto  a battesimo . Nello  stesso  tempo  non  deve essere né  clericalizzato  né  emarginato, ma  di  aiuto  alla Chiesa e al clero come collaboratore  qualificato :" La  Chiesa [infatti] non  si  può  considerare realmente costituita  , non  vive  in maniera  piena  , non  è segno  perfetto  della  presenza di Cristo  tra  gli uomini, se alla gerarchia  non  si  affianchi e  collabora un  laicato  autentico. Non  può  infatti  il Vangelo penetrare  ben  a dentro nella   mentalità  , nel costume  , nell'attività  di un popolo, se  manca  la  presenza  dinamica  dei laici. Perciò fin  dal  periodo di  fondazione di una  Chiesa , bisogna  dedicare  ogni  cura  alla formazione di un maturo  laicato cristiano"(AG 21).
La  sua  propria  indole di  secolare gli permette di penetrare nel mondo e soprattutto  in aree  precluse al sacerdote :"L'indole secolare del fedele laico  non è  quindi  da definirsi soltanto in  senso  sociologico , ma  soprattutto in senso  teologico. La  caratteristica  secolare va  intesa alla luce dell'atto  creativo e  redentivo  di Dio , che  ha  affidato  il mondo agli  uomini e  alle donne , perché  essi  partecipano  all'opera della  creazione , liberano la  creazione stessa  dall'influsso  del peccato e santifichino se stessi nel  matrimonio e nella vita celibe, nella  famiglia , nella  professione e nelle  varie attività  sociali"(CL  15). Inoltre  come  talvolta avviene  , "vengono  privati[i sacerdoti] della dovuta  libertà  di ministero , e  senza l'opera dei laici la Chiesa  a  stento  potrebbe essere  presente e operante (AA Proemio).
In  questo   contesto  egli  assume  un ruolo di  intermediario tra  il  sacerdote e i  cosiddetti  lontani o avversari . Il  posto intermedio di cui si parla compete  ai laici e  fa  di  loro un  punto di collegamento tra  le due  sponde : clero e cristiani lontani dalla Chiesa o avversari.  Per  questo  il laico deve tenere  alta  la considerazione del suo  battesimo e lavorare con  dignità e  competenza  in  seno alla chiesa e nella  società:  argomentando,  redarguendo  ,  ammonendo (cfr. 2  Tim. 4,2);  votandosi anima e corpo all'aiuto  ai fratelli nello spirito  del Vangelo.
Al  contempo è  chiamato a prendere la sua  parte di croce , come  Simone il Cireneo , per  portare  avanti la causa  della Chiesa nel mondo:" Tutti i fedeli saranno  ogni  giorno più  santificati nelle  loro  condizioni di vita , nei  loro  doveri  e circostanze , e  per  mezzo  di  tutte  queste  cose, se  tutti le  prendono con  fede dalla  mano  del Padre celeste , e  cooperano con  la  volontà  divina , manifestando  a tutti , nello stesso servizio temporale la carità  con  la quale  Dio ha  amato  il mondo"(AA 41).
Il  laico deve  essere  per   i popoli come  il lievito  per  la pasta(Mt.13,33) testimoniando  così  la sua  appartenenza  a Cristo  e alla  Chiesa. Inoltre  , presentandosi  quale  alternativa  al mondo e alle  sue  lusinghe egli  cerca di  proporre  una  soluzione , finalmente , non solo ideale , ma pratica  ai  problemi  del mondo. In  tutti  i secoli la storia  dell'uomo ha  contribuito sia  alla  sua  elevazione sociale , culturale e spirituale , sia  ad  offuscare e a far  regredire ogni sorta di  progresso nei  vari  campi. Gli  ultimi grandi  avvenimenti mondiali , quali  la caduta  del muro di Berlino  e la  fine  del  comunismo , ancor  più  ci  portano a meditare profondamente sulla  coscienza  civile  dei popoli nella  speranza  verso un futuro  dell'umanità dove ai  valori  prettamente umani  si  vengono ad  aggiungere  il pensiero e il  modello cristiani  per  un  cammino parallelo verso  l'amore  e la pace universali.
E  qui  si  delinea  la figura  del cristiano  chiamato  a far  santificare tutto ciò  che  vi è  nel mondo , non schivandolo  ma  conciliandolo con  Dio in Cristo :"  Né  la cura  della famiglia né  gli  altri impegni devono essere  estranei  all'orientamento spirituale della vita[....] L'unità  della  vita dei fedeli laici  è di  grandissima  importanza :essi  , infatti  , debbono santificarsi  nella  ordinaria  vita  professionale e sociale . Perché possono rispondere alla  loro vocazione, dunque  , i fedeli  laici debbono  guardare alle  attività  della  vita  quotidiana  come  occasione  di unione con  Dio e di compimento  della  sua  volontà,  e anche  di sevizio  agli  altri uomini, portandoli alla  comunione  con  Dio  in Cristo[...]. Le Chiese  locali  e soprattutto  le  cosiddette  Chiese  più giovani  debbono riconoscere  attentamente  fra  i propri  membri  quegli  uomini e quelle donne  che  hanno  offerto  in  tali  condizioni  (le  condizioni quotidiane  del mondo e  lo stato  coniugale) la testimonianza  della  santità  e che  possono  essere  di esempio  agli altri, affinché  , se  si dia  il caso  , li  propongano per  la  beatificazione  e la  canonizzazione(CL17).
Tutto  questo  non   è  che  il corollario  di quel  famoso  atteggiamento  cristiano  supremo   immortalato  dall'altrettanto  famosa  frase  di S.  Leone  Magno:"Agnose, o  Christiane , dignitatem   tuam"(Sermo  21, 35. Ch. 22bis 7   2). Ciò  deve spingere il laico  cristiano ad  andare  in fondo  nella  sua  opera  evangelizzatrice  per condurre  la società  verso  traguardi  mai raggiunti:"  Grava  quindi  su tutti  i laici  il  glorioso  peso  di lavorare , perché il divino  disegno di salvezza raggiunga  ogni  giorno di più  tutti gli uomini  di tutti  i tempi  e di  tutta  la terra .  Sia  perciò  loro  aperto qualunque  via  affinché  , secondo  le loro  forze e la  necessità  dei tempi , anch'essi attivamente partecipano all'opera salvifica della Chiesa"(LG 33) 
La   preghiera  di Gesù  nell'ultima  cena  è molto  evocativa  di questa  missione\ vocazione  del laico  cristiano nel mondo." Io  ho  comunicato  loro  la tua  parola  , e  il mondo  li ha  odiati  , perché  non sono  del mondo,  come  neanch'io  sono  del mondo.  Non  chiedo  che  tu  li levi  dal mondo, ma che  tu li  guardi  dal male, Essi  non  sono  del mondo  come  neppure  io  sono  del mondo.  Santificali nella  verità.  La tua  parola  è verità. Come tu  hai  mandato  me  nel mondo , così'  io  ho  mandato  nel mondo essi".
I  laici  dunque  sullo stesso  piano  dei religiosi  e dei  sacerdoti  :"  La  novità  cristiana  è il fondamento  e il  titolo  dell'eguaglianza  di tutti  i battezzati    in    Cristo,   di tutti  i membri  del  popolo di Dio  : comune  è  la dignità  dei membri  per  la loro  rigenerazione  in Cristo  , comune  la grazia   dei  figli ,  come  la vocazione  alla   perfezione  , una  sola  salvezza , una  sola  speranza e  indivisa  carità  . In  forza  della  comune  dignità  battesimale il fedele laico è  corresponsabile , insieme  con  i ministri  ordinati  e con  i religiosi  e le  religiose , della  missione  della  chiesa"(CL 15). Ad  ognuno  il proprio  compito.  S. Paolo  direbbe: "Alius  sic,  alius vero  sic"(1Cor.7,7), parlando dei carismi , ma  tutti  sono  complementari degli  altri , infatti  , come dice  S. Gregorio  Magno:"Nella  santa Chiesa ognuno è  sostegno  degli altri e  gli altri  sono  suo sostegno"(Homiliae in  Ev.||,    |, 5;CCL 142,211).    Quel  che  risulta  molto  chiaro  è  il fatto  che  mai  , come oggi in  particolare , il laico  cristiano  può  starsene  ozioso(Mt. 20,6--7)  o bearsi  di vivere isolato  , dice  a questo  riguardo  Giovanni Paolo 2°:"  il fedele  laico non può  mai  chiudersi  in se stesso, isolandosi  spiritualmente  dalla  comunità,ma deve vivere  in  un  continuo scambio con  gli altri, con  un  vivo  senso di fraternità,  nella  gioia  di una uguale  dignità e nell 'impegno  di far  fruttificare  insieme  l'immenso  tesoro  ricevuto  in eredità. Lo Spirito  del Signore dona  a lui  , come agli altri , molteplici  carismi , lo invita a  differenti ministeri e  incarichi, gli ricorda ,  come  anche  lo ricorda  agli  altri  in  rapporto  con  lui  , che  tutto  ciò  che  lo distingue  non è  un  di più di  dignità ma  una  speciale  e  complementare abilitazione al servizio.  Così  , i carismi , i   ministeri, gli  incarichi ed  i servizi  del  Fedele  Laico esistono nella  comunione  e per  la comunione . Sono ricchezze complementari  a favore  di tutti, sotto  la saggia guida  dei  Pastori(Omelia  alla solenne concelebrazione Eucaristica  per chiusura  della  7° Assemblea del Sinodo dei vescovi, 30  ottobre 1987).
Chi  non  si sente  coinvolto almeno  in parte a questa  chiamata  pecca di  autenticità  come cristiano  , proprio   perché  non missionario:" L'apostolato dei laici  è quindi  partecipazione  alla  stessa  salvifica  missione della  Chiesa  e a  questo  apostolato  sono  tutti  destinati  dal Signore stesso  per mezzo  del battesimo e della  confermazione . Dai  sacramenti poi, e specialmente  dalla  sacra  Eucarestia , viene  comunicata e alimentata  quella carità  verso Dio e gli uomini, che  è  l'anima  di tutto  l'apostolato. Ma  i  laici  sono  soprattutto  chiamati  a rendere presente e  operosa  la Chiesa in  quei luoghi  e in  quelle  circostanze , in cui  essa  non  può  diventare  sale  della terra  se  non  per loro mezzo. Così  ogni  laico  , per  ragione    degli  stessi  doni  ricevuti , è  testimonio  e insieme  vivo  strumento della  missione della Chiesa stessa"secondo  la misura  con cui  Cristo  gli  ha dato  il suo  dono"(Ef.  4,7),  (LG   33),  " Infatti i laici  che  hanno  vero  spirito  apostolico, ad  esempio di quegli  uomini e di quelle  donne  che  aiutavano  Paolo nella diffusione  del Vangelo(cfr. At.  18, 18--26;  Rm  16,3) suppliscono a  quello  che  manca  ai  loro  fratelli e danno  ristoro  all'animo sia  dei  Pastori sia  degli  altri  membri  del popolo fedele (cfr. 1 Cor. 16,  17--18),  (AA10).La    missionarietà  del  santo  popolo di Dio è  insita  nella  sua  vocazione al battesimo :" Andate  in tutto il  mondo e predicate il Vangelo"(Mc. 16,)  Dopo  il  Concilio  Vaticano 2°  vi è  stato  un  pullulare  di associazioni  cristiane  come,  per esempio , i gruppi  spontanei  , sorti  inizialmente come  gruppi  ecclesiali  di varia  estrazione  e con  diversa  programmazione :" accanto  all'associazionismo  tradizionale , e  talvolta  alle  sue  radici  , sono  germogliati  movimenti  e sodalizi  nuovi  , con  fisionomia  e finalità  specifiche: tanta  è la  ricchezza  e la  versatilità  delle  risorse che  lo Spirito  alimenta  nel  tessuto  ecclesiale, e  tanta  è pure  la capacità  d'iniziativa  e la  generosità  del  nostro laicato"(CL29).  Il ruolo  del laicato  nella  Chiesa  post--conciliare  deve  esser  riconosciuto  e organizzato per   incidere  meglio e più  efficacemente  nell'ambiente  in cui  vive  ed opera  . tuttavia  esso  deve  sempre  dipendere  dalle  direttive  dei  propri superiori  ecclesiastici in  materia  di pastoralità:" Spetta  alla Gerarchia  promuovere l'apostolato medesimo al  bene comune della Chiesa , vigilare affinché  la dottrina e  l'ordine  siano  rispettati"(AA 24).  "D'altra  parte  i Pastori  riconoscono e  promuovano  la dignità  e la  responsabilità dei laici  nella Chiesa  ; si  servano  volentieri  del loro  prudente  consiglio , con  fiducia  affidino loro degli uffici  in  servizio  della Chiesa e lasciano  loro  libertà  e campo di agire  , anzi li  incoraggiano  perché  intraprendono  delle  opere anche  di propria  iniziativa. Considerano  attentamente  e con  paterno  affetto  in Cristo  le iniziative , le  richieste  e i  desideri  proposti  dai laici  . Da  questi  familiari  rapporti  tra  i  laici  e i Pastori  si  devono  attendere  molti  vantaggi  per  la  Chiesa ; in questo  modo  infatti  è fortificato  nei  laici il  senso  della  propria  responsabilità  , ne  è favorito  lo slancio e le  loro  forze  più  facilmente vengono  associate all'opera dei  Pastori. E  questi  aiutati  dall'esperienza  dei laici  possono  giudicare con  più  chiarezza e  opportunità  sia  in  cose spirituali  che temporali  ; e  così  tutta  la Chiesa  sostenuta  da tutti  i suoi  membri, compie  con  maggiore  efficacia  la sua  missione  per  la vita  del  mondo"(LG  
37)"Che   se i parroci  non  possono  raggiungere alcuni ceti di persone, ricorrano  all'opera  di altri,  perché  li aiutino nel campo dell'apostolato"(CD  30).   A  questo proposito  anche  il papa Giovanni Paolo 2° nell'omelia di conclusione  del Sinodo dei vescovi dice:" Ringraziamo per il fatto  che  nel corso  del Sinodo  abbiamo  potuto  non  solo  gioire per  la partecipazione  dei laici  (auditore  e  auditrices), ma  ancor  di più  perché  lo svolgimento delle discussioni sinodali  ci ha  permesso  di ascoltare la voce  degli   invitati  , i rappresentanti  del laicato   proveniente  da tutte  le parti del mondo, dai  diversi paesi , e  ci  ha  consentito  di  profittare   delle loro  esperienze, dei  loro consigli , dei  suggerimenti  che  scaturiscono dal  loro  amore per  la causa  comune"(CL  2).
Da  tutto ciò  si  desume  chiaramente  che la  Chiesa  ha  dato  il suo "placet"  nel  servirsi  dell'aiuto  dei laici  ; va  da sé  , che  i laici  ora  non  possono  più  portare  attenuanti  per  il loro  mancato  intervento  nell' azione  missionaria  della Chiesa. Come  nel cielo  vi  sono tante  mansioni  (Gv.14, 2),così  nella  Chiesa  vi è  posto  per tutti. I  carismi diranno qual  posto  ogni  laico  battezzato  deve  occupare  per  la crescita  della Chiesa e del  bene delle anime  sparse  per tutto  il mondo.

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