1) Il Presidente del Consiglio,
Per governo , in stretto senso, s'intende l'organo supremo della funzione esecutiva ,composto da Presidente del Consiglio e dai ministri , i quali insieme formano il Consiglio dei ministri(art. 92).
Sebbene , nella nostra repubblica il Presidente del Consiglio dei ministri sia lungi dall'assumervi la preminenza che gli è attribuita in altri regimi , è impossibile negare che, per quanto il suo potere gli derivi dal Parlamento e per quanto sia controllato dal Parlamento , in effetti , finché dura in carica , è il supremo reggitore della politica del paese , che dalla sua personalità riceve l'indirizzo e l'impronta. Così oggi noi parliamo di Cavour, di Ricasoli, di Giolitti , di Zanardelli , di Giolitti o di De Gasperi come di uomini in cui s'impersona un certo momento storico . Non rimane invece nella storia il nome d'un Presidente del Consiglio incolore , senza una sua energica visione della politica , semplice esponente d'una transitoria maggioranza parlamentare che a lui si affida in mancanza di meglio.
Naturalmente il Presidente del Consiglio deve saper mantenere la sua azione nei limiti della legge : tutti i maggiori uomini nelle sincere democrazie hanno saputo governare col rispetto delle libertà statutarie e dei diritti del Parlamento. Del resto l'art. 95, dicendo che il Presidente del consiglio dirige la politica generale del governo , vuol per l'appunto significare che egli è il nocchiero che guida la barca , non anche quello che decida la rotta che tutti debbono seguire , la rotta gli è indicata da altri organi , dalle circostanze, dalle possibilità e dall'opinione pubblica; a lui si chiede che regga il timone con mano salda . Aggiunge anche lo stesso articolo che " mantiene l'unità d'indirizzo politico e amministrativo , promuovendo e coordinando l'attività dei ministri". è chiaro dunque che in quel corpo collegiale che è il Consiglio dei ministri, da cui dipende l' azione statale , il dissenso non può andar oltre certi limiti.
Il governo si presenta alle Camere con un programma; coloro che hanno accettato di far parte del ministero lo hanno accolto e fatto proprio e ad esso dovranno conformare la loro attività . Quando in seno al Consiglio sorge un dissenso che il Presidente non riesce a sanare, al ministro dissidente non resta che dimettersi. Molte volte le dimissioni anche d'un solo ministro possono trarre seco le sorti di tutto il ministero, altre volte può darsi che si sostitutisca soltanto il dimissionario e che si abbia un " rimpasto ministeriale" senza che proprio si verifichi una crisi.
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