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sabato 27 giugno 2020

IL SISTEMA DEMOCRATICO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA di: Alberto Romagnoli " IL GOVERNO"

27--6---2020

1)  Il  Presidente   del  Consiglio,

Per  governo  , in  stretto  senso, s'intende  l'organo  supremo della  funzione  esecutiva ,composto  da  Presidente  del Consiglio  e dai  ministri , i quali insieme  formano  il  Consiglio dei ministri(art.  92).
Sebbene  ,  nella  nostra  repubblica  il Presidente  del Consiglio  dei ministri  sia  lungi  dall'assumervi  la  preminenza  che  gli  è attribuita  in  altri  regimi , è  impossibile  negare  che, per  quanto il suo  potere gli  derivi  dal Parlamento e per  quanto  sia  controllato  dal   Parlamento , in effetti  ,  finché  dura  in carica , è  il  supremo  reggitore  della  politica  del paese ,  che  dalla  sua  personalità riceve l'indirizzo  e  l'impronta. Così  oggi  noi  parliamo  di Cavour, di   Ricasoli, di Giolitti  , di  Zanardelli , di  Giolitti o  di  De  Gasperi  come  di uomini  in cui  s'impersona un  certo momento  storico . Non    rimane  invece  nella storia  il nome  d'un  Presidente  del Consiglio incolore , senza  una  sua  energica  visione  della politica , semplice  esponente  d'una  transitoria  maggioranza  parlamentare  che  a  lui  si  affida  in  mancanza   di meglio.
Naturalmente  il Presidente  del Consiglio  deve  saper  mantenere  la sua  azione nei  limiti  della  legge :   tutti   i  maggiori  uomini  nelle  sincere  democrazie  hanno  saputo  governare  col  rispetto  delle  libertà  statutarie  e dei  diritti del  Parlamento. Del resto  l'art.  95,  dicendo  che  il Presidente  del consiglio  dirige   la politica  generale  del governo , vuol  per l'appunto  significare  che  egli è  il  nocchiero  che guida  la barca , non  anche  quello  che  decida  la rotta  che  tutti  debbono  seguire , la rotta  gli è  indicata  da altri  organi , dalle circostanze,  dalle  possibilità  e  dall'opinione  pubblica;  a  lui  si  chiede  che  regga  il timone  con  mano  salda . Aggiunge  anche  lo stesso  articolo  che "  mantiene  l'unità d'indirizzo  politico  e amministrativo  , promuovendo  e   coordinando  l'attività  dei  ministri". è   chiaro  dunque che  in  quel  corpo collegiale  che è il  Consiglio dei  ministri, da  cui  dipende  l' azione  statale , il  dissenso  non  può  andar  oltre  certi  limiti.
Il  governo  si  presenta  alle Camere  con  un  programma; coloro  che  hanno  accettato  di far  parte  del  ministero lo  hanno  accolto e fatto  proprio e ad  esso  dovranno  conformare  la loro  attività . Quando  in  seno  al Consiglio sorge  un  dissenso  che  il  Presidente  non  riesce  a  sanare, al  ministro dissidente  non resta  che   dimettersi. Molte  volte  le  dimissioni  anche  d'un  solo  ministro  possono  trarre  seco  le sorti  di tutto  il ministero, altre  volte  può  darsi  che  si  sostitutisca  soltanto  il  dimissionario  e che  si  abbia  un  " rimpasto ministeriale"  senza  che  proprio  si verifichi  una crisi.

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