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lunedì 30 settembre 2019

OSSI DI SEPPIA di: Montale (1920---1927) 1°

30--9--2019

IN  LIMINE

Godi se il  vento  ch'entra nel  pomario
vi  rimena    l'ondata  della  vita:
qui  dove  affonda  un  morto
viluppo  di  memorie,
orto  non era  , ma  reliquiario.

Il  frutto  che  tu  senti  non  è un  volo,
ma  il  commuoversi  dell'eterno  grembo;
vedi  che  si  trasforma  questo  lembo
di  terra  solitario  in  un crogiuolo.

Un  rovello  è  di  qua   dall'erto  muro.
Se  procedi  t'imbatti
tu  forse  nel  fantasma  che  ti  salva;
si  compongono  qui le  storie  , gli  atti
scancellati  pel  giuoco  del  futuro.

Cerca  una  maglia  rotta  nella  rete
che  ci  stringe , tu balza  fuori, fuggi!
Va, per te  l'ho  pregato,-ora  la sete
mi  sarà  lieve, meno acre  la  ruggine....

MOVIMENTI

I LIMONI

Ascoltami , i poeti  laureati
si  muovono  soltanto  fra  le  piante
dai nomi  poco  usati:  bossi  ligustri  o  acanti.
Io , per  me  , amo  le strade  che  riescono  agli  erbosi
fossi  dove  in  pozzanghere
mezzo  seccata  agguantano  i ragazzi
qualche  sparuta  anguilla;
le  viuzze  che  seguono  i  ciglioni,
discendono  tra  i ciuffi   delle  canne
e  mettono  negli  orti, tra  gli  alberi  dei  limoni.

Meglio  se  le  gazzarre  degli uccelli
si  spengono  inghiottite  dall'azzurro;
più  chiaro  si  ascolta  il sussurro
dei  rami  amici  nell'aria  che  quasi  non si  muove,
e i  sensi  di  quest'odore
che  non sa  staccarsi  da  terra 
e   piove in  petto  una  dolcezza  inquieta.
Qui  delle  divertite  passioni
per  miracolo  tace  la  guerra,
qui tocca  anche  a  noi poveri  la  nostra  parte  di  ricchezza
ed  è  l'odore dei limoni.

Vedi , in questi  silenzi  in  cui le  cose
s'abbandonano e  sembrano  vicine
a  tradire  il  loro  ultimo  segreto,
talora  ci  si  aspetta
di  scoprire  uno  sbaglio  di  Natura,
il  punto  morto  del mondo , l'anello  che  non  tiene,
il filo  da  disbrogliare  che  finalmente  ci metta
nel mezzo  di una  verità.
Lo sguardo  fruga  d'intorno,
la  mente  indaga  accorda  disunisce
nel  profumo  che  dilaga
quando il giorno  più  languisce,
in ogni ombra umana  che  si  allontana
qualche  disturbata  Divinità.

Ma  l'illusione  manca  e ci  riporta  il tempo
nelle  città  rumorose  dove  l'azzurro  si  mostra
soltanto a  pezzi , in alto , tra  le  cimase.
La  pioggia  stanca  la  terra,di  poi ;  s'affolta
il tedio  dell'inverno  sulle  case,
la  luce  si fa avara--amara  l'anima.
Quando  un  giorno  da  un  malchiuso  portone
tra  gli  alberi  di  una  corte
ci si  mostrano  i gialli dei  limoni;
e  il gelo  del cuore  si  sfa,
e in petto  ci  scrosciano
le  loro canzoni
le  trombe  d'oro  della  solarità.

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