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venerdì 6 settembre 2019

L'AMORE "Dono" di :Rabindranath Tagore

6--9--2019
O  diletto,  questa  mattina
con  le mie  stesse mani
che  dono  potrò  farti?
Un  canto  mattutino?
L'aurora  stanca
sotto  i  raggi   cocenti  del sole
si  piega  sul  suo  stelo:
finisce
il canto  della  terra!

O   amico,  cosa  vuoi
presso  la mia porta
alla  fine  del  giorno?
Che  ti  porterò?
La  lampada  della  sera?
Vuoi  forse  portare  la  luce  della  lampada
di  un  angolo  solitario,
di  un  mondo  tranquillo
sulla  strada  del  tuo  cammino
in mezzo  agli  uomini?
Ahimé, si  spegnerà
al vento  della  strada!

Ho  io  il potere
di  farti  un dono?
Siamo  pur  fiori,
siamo  pur  collane:
come  puoi  portare
il loro  peso?
Certamente  un giorno  appassiranno
trasformandosi  in  un segno  di tristezza.
Quello  che  le  mie  mani
depongono  nelle  tue  mani
fuggirà  via
dalle  tue  dita  delicate:
cadrà  nella  polvere
divenendo  polvere.

Lascia  queste  cose
e  a  tuo  agio
per  qualche  tempo  a  primavera
vieni  a  passeggiare  spensierato
nel  mio  giardino:
a un  profumo  nascosto  e   sconosciuto
ti  fermerai
stupito,  affascinato, esultante:
quel  dono  che  ha  perduto  la via
sarà  tuo.
Camminando  nella  mia  serra
meraviglie  stupiranno  i tuoi  occhi;
vedrai  improvvisamente
una luce  piena  di  colori,
tremante  e  palpitante,
staccarsi   dai  capelli  del tramonto;
apparirà  una  magia  di  sogno.
Quella  luce ,  quel  dono  sconosciuto
sarà  tuo!

Anche  il mio  dono  più  bello
si  rivela  come  un  lampo
e  sparisce  in  un  guizzo:
non dice  il suo  nome,
cammina  veloce  per  la  via
scalpitando e  cantando.
Non  conosco  le  sue  vie
ai  suoi  luoghi  non  giungono
ne'  la  mano , ne'  la  voce.
Amico, dona  quello  che  riceverai
nella  vita
senza  chiedere  e  senza  sapere:
quel  dono  è tuo.

Santiniketan,25 dicembre1914, da Balaka

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