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venerdì 20 settembre 2019

CONVERSIONE DEL CUORE di: Teresa Surace oblata

20--9--2019
Così  dice  il Signore:"Io  vi  purificherò:  vi  darò  un  cuore  nuovo,  metterò dentro  di voi  uno  spirito  nuovo, toglierò  da  voi  un cuore  di pietra  e  vi darò un cuore   di carne. Porrò  il mio  spirito  dentro di voi  e vi  farò vivere secondo le mie  leggi".(Ez.  36,  25-27)
"Quando  le  tue  parole  mi  vennero incontro , le divorai  con  avidità; la  tua  parola  fu  la  gioia e  la letizia del mio cuore, perché  io portavo il tuo  nome, Signore, Dio degli  eserciti"(Ger 15,16)
------------"Convertitevi  perché  il  regno  dei cieli  è vicino"(Mt 4, 17).
La  conversione  non  si  risolve  più  in  obbedienza  verso  la legge, ma  diventa  appello  a  seguire  una persona: Gesù. "Voi   fratelli , siete  chiamati a  libertà"(Gal 5, 13).  La  conversione , fede e  sequela  non sono che diverse  facce di  una  medesima  realtà.
Ciò  che  è  importante  nel  processo  di  conversione è  la  vita  nuova  con  Cristo,  la  cosa  decisiva  per  il cammino  della  fede  è  soprattutto  la  conoscenza  dell'amore  di Cristo, un  amore  che  affascina  e  che   conquista . è  per questa  ragione  che   ravvedimento  e  penitenza  si  pongono nella  luce della gioia, dell'amicizia e  dell'amore. "Il Signore tuo Dio  ti ha  portato  , come un uomo porta  suo   figlio, per tutto  il cammino  che  hai fatto".(Dt 1,31).
La  conversione  del cuore  ha  come  punto  di  arrivo  l'amore  di Dio , un  amore  profondo  e vero , che  coinvolge  tutte  le  nostre  attività, importanza grandissima,  se  vediamo in  esso  il momento  fondamentale  di  ogni  nostra  scelta  religiosa.
L'amore  è  la risposta  dell'uomo  ai  benefici  di Dio.
Comprende il timore, il servizio, l'obbedienza  ai  comandamenti, in  atteggiamento  di fede  e  di  totale  disponibilità.
"Voi non  avete  ricevuto  uno  spirito  da schiavi  per  mezzo  del quale  gridiamo :"Abbà, Padre!" Lo  Spirito  stesso  attesta  al  nostro  spirito che  siamo  figli  di  Dio"(Rm 8, 15).
Il precetto  della  carità, frutto  dello Spirito, ci  invita  a  donare  al Padre   e  ai   fratelli  amore, gioia,pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio  di se'.  Campioni  e  testimoni del  nostro  tempo:   Santa  madre Teresa  di Calcutta, Santo Padre Kolbe,  Pier  Giorgio Frassati, Santa  Benedetta  della   Croce,  Dietrich  Bonhoeffer, tutte  le  mamme  che pregano  e  offrono per  i figli  schiavi della  droga, tutti  i  missionari assassinati...La  penetrazione  della  "carità"  nel corpo  sociale  della  Chiesa  e non ,  non  avrà mai termine.
"Non  abbiamo  forse  tutti  noi  un solo  Padre?  forse  non  ci  ha  creati  un  unico Dio?"(Mal 2,10).
Queste  parole  del Profeta  permettono  già  di  intravvedere  che  l'amore  del  prossimo  non è  meno  soprannaturale  ,  nella  sua  fonte , dell'amore  di Dio. Infatti, la carità  raggiunge  la  perfezione  e  la  sua pienezza,  solo  se  ciascuno  riconosce  nell'altro un figlio  di Dio,  oggetto  dello stesso  amore, destinato  alla  stessa   meta  e  partecipe  delle  stesse  ricchezze divine.
Se il comandamento  dell'amore  si pone  fin  dall'inizio  come  unicamente giustificato  dalla  preveniente  e  fondante  iniziativa  di Dio , quanto  il dialogo  tra Dio  e l'uomo--intessutosi lungo  tutta  la storia  della  salvezza --arriva ad  avere  come  protagonista  Gesù, l'uomo-Dio,  allora   avviene  il paradossale  congiungersi  di domanda e risposta, di iniziativa  e di  obbedienza  e  il  debito  insolvibile  è pagato  ; il comandamento , che  mai  l'uomo era stato in grado di assolvere, trova  adempimento.
In  Gesù , figlio  di Dio  e figlio dell'uomo, è  Dio  stesso  che  "paga"  per due, che  ama  e  per  ciò  stesso  comunica  l'energia dell'amore, così  che  anche  l'uomo possa  amare , e  obbedire , e  non più  con spirito  di servo  ma  con  il cuore   di  figlio.
Comunque  Dio  ci parli ,  comunque  si  manifesti  a noi  : o con  i segni  della  trascendenza  che  oltrepassa  dall'alto le  nostre  misure.oppure   nei  tratti  della   solidarietà, della  sofferenza  e della  povertà , comunque ci  parli  , non cessa  di   coglierci  di  sorpresa, di  stupirci,  di  sconvolgerci  con  la sua  gloria.
La  gloria  di Dio  annienta  l'uomo  nella  misura in cui  costui pretende  di  essere  qualcosa  separatamente  da Dio:  la gloria  di  Dio , però  , risiederà nello  stesso  uomo  vivo,  quando  Gesù  di Nazaret, il servo  ucciso e  risuscitato  dal Padre , avrà  comunicato l'esistenza nuova  a ogni  creatura, e  Dio  sarà"tutto in  tutti".
"Dalla  giovinezza  sei  Tu  la mia  fiducia , Signore"[.....]  Ora  , liberati  dal peccato  e  fatti  servi  di Dio , voi  raccogliete il frutto  che  vi  porta  alla  santificazione e come  destino  avete  la vita  eterna"(Rm 6,22).  Convertiti, con cuore  puro, in cordata , andiamo  incontro  a  Gesù che  viene.

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