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lunedì 23 settembre 2019

IL LIBRO D'ORE di: Rainer Maria Rilke 6°

23---9--2019
Vi  abitano  uomini  pallidi,  sbiancati
che  muoiono  stupiti  del peso  del mondo.
E  nessuno  vede  il  ghigno  squarciato
in cui  il  sorriso d'una  dolce  razza
si   sforma  in  notti  senza  nome.

Se  ne  vanno  attorno  sviliti  dalla  pena
pavidi  a  servire  insensatezze,
e  l'abito  s'avvizzisce  loro  addosso
e   le belle  mani   subito invecchiano.

La  folla  preme  e  non  vuole  salvarli
anche  se  sono  fiacchi  ed  esitanti--
soltanto  per  un  attimo  , piano.

Devono  patire  cento  tormenti
e  aggrediti  dal  tocco  d'ogni  ora
vagano  soli  attorno  agli  ospedali
in  attesa impauriti  del giorno per  entrarvi.

E  là  c'è  la morte , non  quella  che  li  salutò
accarezzandoli  stranamente  nell'infanzia--
la  piccola  morte , come  si  diceva ;
la  loro, verde  e  senza  succo  , gli pende  dentro
come  un  frutto  che  non  matura.

O  Signore  concedi  a  ciascuno  la  sua  morte;
frutto  di  quella  vita
in cui  trovò  amore,  senso e pena.

E  vidi  anche palazzi  vivi
pettoruti  come  begli  uccelli
dalla  brutta  voce.
Molti  sono  ricchi  e  vogliono  ostentarlo--
ma  i ricchi  non  sono  ricchi.

Non  sono  come  i signori  dei  tuoi  popoli  pastori
tra  pianure  verdi  e  chiare
che  in  un  brulichio  di  greggi
passavano  a  sera  come  cieli mattutini.
Quando  poi  accampati, gli  ordini
s'erano  spenti  nella  nuova  notte,
un'anima  diversa  pareva  destarsi
dalla  loro  piatta  terra  di nomadi
circondata  dalle  buie  gobbe
dei cammelli e  lo splendore  dei  monti.

E  per  dieci  giorni  odoravo l'aria
dopo  il  passaggio  delle  loro  mandrie,
calda era  e  greve  e non  cedeva  al vento.
Il  latte  scorreva  dalle  loro  asine
come  in  una  casa  di sposi  illuminata  a festa
scorrono  ricchi  vini  per una  notte  intera.

Non  sono come  quegli  sceicchi   del deserto
che  giacevano  di  notte  sopra  un  tappeto  sfiorito
ma  poi  incastonavano  rubini  nei  pettini
d'argento  delle  loro  cavalle  preferite.

Non  sono  come  quei  principi
che,  incuranti  dell'oro  che  non  ha  odore,
all'olio  di mandorle  dedicavano  la loro  vita  altera,
all'ambra  , al  sandalo.

Non  sono  come  il  bianco Gossudar  d'Oriente:
un diritto  divino  gli  concedeva  regni,
ma  lui  giaceva  con  i capelli  spettinati
la  fronte  antica  a  terra
e  piangeva--perché  di tutti  i paradisi
non  possedeva  neppure  un' ora.

Non  sono  come  i patrizi  degli   antichi  porti
preoccupati  d'offuscare  la  realtà
con  immagini  straordinarie
e  poi  le  immagini  col  tempo .
Ripiegati  come  un foglio
nella  città  dei  loro  mantelli d'oro
respiravano  adagio  con  le  tempie  candide.....

Erano  ricchi  che  costringevano la  vita
a  essere  infinitamente  grande, greve  e calda.
Ma  i giorni  dei  ricchi  sono  passati
e  nessuno  lì  pretenderà  indietro,
tu  però  fa' almeno  che  i poveri siano  di   nuovo poveri.

Non  lo sono più.  Sono  solo non-ricchi
e senza  volontà,  senza  mondo;
contrassegnati  col  marchio  delle  ultime  paure,
sfogliati  ovunque  e sfigurati.

Su  di loro  s'accumula  tutta  la  polvere  delle  città
e  s'appiccica ogni lordura,
screditati  come  un letto  infetto,
gettati   via  come  cocci,  come  scheletri,
come  calendari  scaduti--
eppure  la tua  terra  , se  versasse
in  miseria , ne  farebbe  un  rosario
per  portarli  poi  come  un  talismano.

Perché  sono  più  puri  delle  pietre  pure,
ciechi  come  le  bestie  appena  nate,
candidi, infinitamente  tuoi
e  non  vogliono  nulla  e  hanno  bisogno  d'una  cosa  sola:

di  poter  essere  poveri  come  veramente  sono.

Ché  vedi,  vivranno  moltiplicandosi
senza  essere  schiavi  del tempo,
e  cresceranno  come  bacche  di bosco
celando  la  terra  sotto la loro  dolcezza.

Perché   è  beato  chi  mai  si allontanò
e restò  quieto  senza  tetto  sotto
la  pioggia  ;  suo  sarà  il  raccolto
e   mille  volte  maturerà  il suo  frutto.

Vivrà  oltre ogni  fine,
oltre  il senso  effimero  d'ogni  regno
e  s'alzerà  come mani  fresche
quando  saranno  sfiaccate  le  mani
di tutti  i popoli  e  di  tutti  i  ceti.

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