17--8--2020
Roma, 5 novembre
Mi trovo qui da sette giorni e a poco a poco si va formando nel mio spirito l'idea generale della città . Andiamo continuamente da un luogo all'altro ed io imparo così a conoscere la pianta della Roma antica e di quella moderna , osservo le rovine e gli edifici , visito questa e quella villa, mentre ai monumenti più grandiosi non mi accosto che a poco a poco ; io apro semplicemente gli occhi e vedo , e vedo, e vengo , perché solo a Roma è possibile prepararti a comprendere Roma. Confessiamo tuttavia che è un lavoro ingrato e triste questo voler dissotterrare Roma antica dalla moderna ; eppure bisogna fare anche questo , se si vuol godere alla fine un'incomparabile soddisfazione. Si trovano tracce d'una magnificenza e d'una distruzione che oltrepassano entrambe la nostra immaginazione . Quello che i barbari hanno lasciato in piedi, hanno devastato gli architetti della Roma moderna . A considerare un'esistenza che risale a duemila anni e più , trasfigurata dalla vicenda dei tempi in modo così vario e talora così radicale, mentre sono pur sempre quello stesso suolo , quegli stessi colli, spesso perfino le stesse colonne e le stesse mura, e perfino nella popolazione si vedano ancora le stimmate del carattere antico, si finisce col diventar contemporanei dei grandi disegni del destino; ed ecco perché in sul principio riesce difficile all'osservatore il discernere come Roma sia succeduta a Roma , e non soltanto la nuova sopra la antica , ma le varie epoche dell'antica e della nuova l'una sull'altra.
Io mi accontento soprattutto di scoprire da me i punti mezzo nascosti; che solo in tal modo si può trarre pieno profitto dei buoni lavori preparatorii. Infatti dal secolo 15° fino ai nostri giorni, artisti e dotti di gran valore non si sono occupati per tutta la loro vita che di queste indagini. Eppure , tutta questa meravigliosa massa di cose agisce su di noi del tutto tranquillamente , via, via che si visita Roma anche solo per accostarci frettolosamente ai monumenti più insigni. Altrove , bisogna cercare ciò che ha importanza ; qui ne siamo oppressi e schiacciati. Sia che si percorra la città o ci si fermi per via, ci vediamo innanzi paesaggi e luoghi incolti, sfondi e angiporti , casupole , stalle , archi trionfali e colonne, e tutto spesso così vicino che si potrebbe riprodurlo sopra un foglio solo . Bisognerebbe incidere con mille ceselli; che cosa può fare , qui , una sola penna? E la sera si è stanchi e spossati , per aver troppo visto e troppo ammirato.
Mi perdonino gli amici se d'ora innanzi mi troveranno povero di parole ; mentre si viaggia , si raccoglie , lungo la via , quello che si può ; ogni giorno arreca qualche cosa di nuovo e si ha fretta anche di pensarvi sopra e di giudicare . Qui , invece, ci troviamo in una grande scuola in cui un giorno dice tante cose , che non si ha il coraggio di dir nulla del giorno. Si farebbe assai bene se , dimorando qui per alcuni anni, si mantenesse un silenzio pitagorico.
Mi sento proprio bene . Il tempo , come dicono i romani, è brutto. Soffia un vento di mezzogiorno , lo scirocco, che ogni giorno porta più o meno brutto , un tempo simile , perché fa caldo come da noi non è nemmeno in estate , s'intende quando piove.
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