22---8---2020
La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell'erba ; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde , siccome suole ,
Ornare ella si appresta
Dimani , al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch'ebbe compagni dell'età più bella.
Già tutta l'aria imbruna,
Torna azzurro il sereno , e tornan l'ombre
Giù da' colli e da' tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore;
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando , il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l'altro tace,
Odi il martel picchiare , odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s'affretta , e s'adopra
Di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia;
Diman tristezza e noia
Recheran l'ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso ,
Cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
Giorno chiaro , sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi , fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
Ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
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