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lunedì 14 ottobre 2019

OSSI DI SEPPIA (1920--1927) di: Montale 3°

14--10--2019

=Dove  se  ne  vanno  le  ricciute  donzelle
che  recano  le colme  anfore  su  le spalle
ed  hanno  il  fermo  passo  sì  leggero;
e  in  fondo  uno  sbocco  di valle
invano attende  le  belle
cui adombra  una  pergola di vigna
e  i  grappoli  ne  pendono  oscillando.
Il  sole  che  va  in alto,
le  intraviste  pendici
non  han  tinte: nel  blando
minuto  la  natura  fulminata
atteggia  le  felici
sue  creature ,  madre  non  matrigna,
in  levità  di forme.
Mondo  che  dorme o  mondo che si  gloria
d'immutata  esistenza , chi  può  dire?,
uomo  che passi ,e tu dagli
il meglio ramicello del  tuo orto.
Poi  segui: in  questa  valle
non  è  vicenda  di buio e  di luce.
Lungi  di qui  la  tua  via  ti  conduce,
non  c'è  asilo  per te, sei  troppo morto;
seguita  il giro delle  tue  stelle.
E dunque  addio ,infanti  ricciutelle,
portate  le  colme  anfore  su le  spalle.


=Non  chiederci  la  parola  che  squadri  da  ogni lato
l'animo  nostro informe , e  a  lettere  di fuoco
lo  dichiari  e  risplenda  come  un  croco
perduto  in  mezzo  a  un  polveroso  prato.

Ah  l'uomo  che  se  ne  va  sicuro,
agli altri ed  a  se  stesso amico,
e l'ombra  sua  non cura  che  la  canicola
stampa  sopra  uno  scalcinato  muro!

Non  domandarci  la  formula  che  mondi  possa  aprirti,
si  qualche  storta  sillaba  e  secca  come  un ramo.
Codesto  solo  oggi  possiamo  dirti,
ciò  che  non  siamo , ciò che  non vogliamo

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