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mercoledì 9 ottobre 2019

IL CAMMINO DELL'UOMO E IL "TU" DI DIO NELLA FILOSOFIA DIALOGICA DI MARTIN BUBER di:Franca Ciccolo Fabis 3°

9--10--2019
Il  cammino  dell'uomo  secondo  l'insegnamento chassidico  
"è  quanto più bello io  abbia  letto.  Lascerò  che  questo   dono così  prezioso  e  inesauribile mi  parli ancora molto spesso[.....]".  Così  scriveva Hermann  Hesse  a Buber  a  proposito  del libro del 1947.  Nel 1948  Buber  pubblicherà  la  raccolta : I racconti  dei  Chassidim, presentandosi  alla  cultura  occidentale come il più  grande   divulgatore  della  tradizione chassidica. Quella  tradizione  che, da quando  giovanissimo  aveva  scoperto , era  diventata leit-motiv,  insieme  e  strettamente  collegata alla  concezione dialogica, di tutta  la  sua  riflessione intellettuale , e  nella  quale egli , in ultima  analisi, vedeva  la più alta e  rappresentativa  espressione  della  fede  ebraica.
Del resto , nella nota all'edizione  tedesca  del libro  GOG  E  MAGOG,  scriveva:
"Io  sono ebreo  della  Polonia,  provengo da  una  famiglia  di illuministi,  ma  nella recettiva  età  della   fanciullezza  sono  stato  influenzato  da  un'atmosfera  chassidica.  Probabilmente  mi  uniscono  a  questo  mondo  altri  legami  più difficili  da  afferrare.  Di una  cosa  però  sono  certo , se io  fossi  vissuto  in  quei  tempi in cui  si  lottava  ancora  intorno alla  parola   di Dio e  non  intorno  alla  sua  caricatura, anch'io , come  molti,  avrei  abbandonato  la  casa  paterna e sarei  diventato  chassid".
Sentiamo , in queste  parole, rimpianto  e anche un  velo di  amarezza.  Sono  passati  ventiquattro  anni  dal  primo  piccolo  libro .  Anni difficili, vicende traumatiche, cambiamenti  radicali.
Nel  1929 era  morto  l'amico  Rosenzweig. Buber  prosegue  da  solo il grande  lavoro  di traduzione della  Bibbia  che  sarà completato  molti  anni dopo a  Gerusalemme.
Continua  a  insegnare  all'Università  di Francoforte  finché  l'evoluzione della  politica  tedesca ,  l'avvento del nazismo e  le  persecuzioni non  lo  convincono  a  lasciare  la  Germania e a  trasferirsi  in  Palestina.  Qui accetta  un incarico di  insegnamento  di filosofia   sociale  all'università  di Gerusalemme,  scrive e  pubblica  molto ,su  argomenti  di sociologia , politica  , ebraismo ecc.
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Adesso , inoltre, Buber è  costretto a ripensare al  sionismo  alla  luce  degli eventi  sempre  più  drammatici  del  suo paese e  del  conflitto  con  il mondo  arabo.  Ma  non  viene  meno alla  luce  di fondo del suo pensiero, e cioè la  possibilità  di una   convivenza  pacifica  dei  due  popoli  chiamati  a  dialogare  tra loro e  a  realizzare  concretamente, anche  a  livello istituzionale, questa possibilità. Egli stesso si impegna  in questa  direzione, fondando  insieme ad  altri , pochi  in verità, il movimento  jichud(unità),  il cui scopo  è  di  lavorare per  uno  stato  binazionale.
Questa  posizione  gli  attirerà  molte  critiche  e  inimicizie , anche se, per altra  via  , crescono l'ammirazione e la  considerazione  dei  suoi  contemporanei e, soprattutto  nel suo paese, dei  giovani, che  finiranno  per vedere in lui , e amare in lui , il maestro  e  la   guida spirituale.
Viaggi  in Europa e negli  Stati Uniti, conferenze, insegnamento e pubblicazioni  lo impegnano in questi anni, in cui  riceve anche  riconoscimenti e onori.
Dopo  la  perdita della moglie , nel 1958, tuttavia le  sue  energie e  la sua attività  diminuiscono. Alla  propria morte aveva pensato  e  sulla  morte aveva scritto  parole  luminose di fede pura.
Sulla  sua  tomba vuole  che   siano scritte del suo  salmo preferito:
    "Tuttavia , io  sono sempre  con te" (73,23)
Qual  è  l'insegnamento chassidico cui  Buber  guarda per  tracciare le  tappe  fondamentali del cammino dell'uomo?
Lasciando  da parte  la  questione dell'interpretazione che Buber ha  dato di questa tradizione, rivediamo in modo sintetico e semplificato i caratteri  che  la  contraddistinguono.
Il chassidismo è un movimento  di risveglio , di tipo  mistico, della religiosità  ebraica, la  cui più  celebre  espressione  si  manifestò  a  metà  del  1700 nelle  comunità  dell'Europa  orientale,  trovando in  Israel  Ben  Eliezer, detto  il  Baal Shem Tov, il  suo  più  grande esponente.
Chassid  è il pio ebreo , che ,  insieme  ad  altri  compagni,  cresce  nella  conoscenza  e  nell'amore  della  Legge divina , si  forma  , diremmo  noi, nella  sequela  quotidiana  di  un  maestro, uno zaddiq,
uomo giusto  e saggio ,  animato  da  fervida  gioia(hitlahabut ) nel servire('avodà)  Dio, teso ad  orientare   a  Dio ( kawwanà) ogni  azione, anche  la più  piccola , della  sua  giornata , poiché così  facendo  contribuisce  a riportare "in patria"  le  scintille  di Dio in  esilio nel mondo:un uomo  che  riconosce  con  umiltà (shiflut) di  essere  solo  una  parte  , piccola  , del  creato, e  che  tuttavia  si  impegna  fino in  fondo nel  suo  compito  , e  ne  è  responsabile, perché  solo  a  lui  è  stato  affidato  e  nessuno lo  può  sostituire.  Il giusto prega , lavora, aiuta  con  il  consiglio  e  le  azioni chi  ha  bisogno; soprattutto  sempre  di nuovo  volge  a Dio  se stesso, compie e  rinnova  la  sua teshuvà, la  sua  conversione.

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