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giovedì 17 ottobre 2019

L'ORO DELLE TIGRI (1972) di: Jorge Luis Borges

17--10--2019

Il passato

Tutto  era  facile, ci  sembra adesso,
Nel  plastico  ieri  irrevocabile:
Socrate  il quale , presa  la  cicuta,
Parla dell'anima  e  della  sua strada
Mentre la morte  azzurra gli  va salendo
Dai piedi gelati; l'implacabile  spada
Che rimbomba  sulla  bilancia;
Roma , che  impone il  numeroso esametro
All'ostinato  marmo  di  quella  lingua
Che usiamo oggi ,  frantumata;
I pirati  di Hengist  che  attraversano
A remo  il temerario  Mare  del Nord
E  con  le forti  mani  e  il coraggio
Fondano  un  regno che  sarà  l'Impero;
Il re sassone  che  offre al  re  norvegese
I sette  piedi  di  terra  e  che  compie,
Prima che  il sole scenda  , la  sua  promessa
Nella  battaglia  di uomini;  i cavalieri
Del deserto, che  coprono l'Oriente
E minacciano  le  cupole della Russia;
Un  persiano  che  racconta  la  prima
Delle  Mille  e  Una Notte e  non  sa
Di  incominciare  un libro che  i lunghi  secoli
Delle  generazioni  susseguenti
Non  cederanno  al  silenzioso  oblio;
Snorri  che  salva nella  sua perduta  Thule,
Nella  luce  di  crepuscoli lenti
O nella  notte propizia  alla memoria,
Le lettere e  gli  dei  della  Germania;
Il  giovane  Schopenhauer,  che  scopre
Il piano  generale  dell'universo;
Whitman , che in una  redazione  di Brooklyn,
Tra  l'odore  di  inchiostro  e di  tabacco,
Prende  e  non  dice  a  nessuno  l'infinita
Decisione  di essere tutti  gli uomini
E di  scrivere un libro che  sia  tutti;
Arredondo, che  uccide  Idiarte Borda
Nella  mattina  di  Montevideo
E si  consegna  alla  giustizia ,  dichiarando
Che ha  agito da solo , senza  complici;
Il  soldato  che  muore in Normandia,
Il  soldato  che  muore in Galilea.

Queste  cose potevano  non esserci.
Quasi  non  sono  state . Le immaginiamo
In  un  fatale  ieri inevitabile.
Non c'è  altro  tempo  che  l'adesso  , questo  apice
Del  sarà  e del fu ,  di  quell'istante
In cui la  goccia  cade  nella  clessidra.
L'ieri illusorio  è  un  ambito  chiuso
Di  figure immobili di  cera
O di  reminiscenze  letterarie
Che il tempo  perderà  nei  suoi specchi.
Erik  il Rosso, Carlo  Dodicesimo,  Brenno
E  quella  sera inafferrabile che  fu  ma
Sono  nella  sua  eternità, non  nella  memoria.

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