6--5--2023
Ad Anna Maria Carbonaro
Credo, che ora , si possa pacificamente chiudere per sempre , un capitolo della mia vita , molto doloroso. Non ho mai avuto , odio , o avversione nei tuoi riguardi, né nei riguardi della tua famiglia, questo vale anche per i miei.
Ci conosciamo fin da piccole , quando andavamo a scuola, al collegio Bufali, siamo state insieme , come studentesse , fino alle scuole medie, per ritrovarci , insieme prima nel gruppo, e poi all'università.
Quando, per necessità, mi sono trovata a cambiare casa , a Catania, ed ho trovato l'opportunità, con Pina Bella ,un'amica di mio fratello Giorgio, ho pensato di coinvolgerti, perché tu avevi espresso , il desiderio di trasferirti a Catania , per completare gli studi di medicina.
In effetti, eravamo perfettamente sconosciute, l'una all'altra , perché ormai grande, avevamo una nostra personalità già delineata, e mi sono trovata con i tuoi gravosi problemi, e tante frustrazioni.
Riguardo, tuo zio , Padre Sanfilippo, ci siamo incontrati, poche volte, ma i nostri incontri sono stati rispettosi. La mia asserzione, voleva solo mettere in luce, un particolare della tua vita, come tu sia sempre vissuta all'ombra protettiva della figura di tuo zio, senza crescere.
Ti racconto: mio fratello Giorgio, si è sposato a San Giuseppe , e dato che il matrimonio precedente, della sorella della sposa, la famiglia di lei, avevano fatto orecchie di mercante, per pagare la signora, responsabile della parte musicale, della funzione, oltre ad una offerta per la chiesa. Mi sono impegnata io, per il matrimonio di mio fratello, l'ultima volta che ho parlato con tuo zio. Mentre sono stati i miei genitori ad accogliere tuo zio a casa degli sposi, hanno chiacchierato in modo cordiale. Mentre dietro le loro spalle, il suocero di mio fratello faceva delle smorfie. (non si scende la scala sociale soprattutto nel matrimonio).Parliamo di università:
Allora , io avevo un internato in chirurgia toracica, nel reparto del professore Latteri, e gli esami di patologia chirurgica, avevo studiato tutta l'estate, dalle 6 del mattino, fino alle 2, dopo mezzanotte; era per me importante, ma tu mi hai aggredito, nel modo più assurdo, fino a togliermi la pace ,mi sono ammalata, con crisi isteriche tremende. Ho perso l'internato, gli esami con il professore, perché quando mi sono rimessa, la cattedra di patologia chirurgica era passata al Professore Romeo, ed ho dovuto iniziare di nuovo tutto.
Il tuo problema, la sistemazione a Catania, non risolveva i problemi di fondo. Come ti avevo suggerito, dovevi ritornare all'università, riprendere il ritmo con la frequenza delle lezione; il ritmo dello studio vuole un po' di tempo, ma in te, si accavallavano frustrazioni, e problematiche che non avevano niente a che vedere con lo studio. Hai dato la colpa dei tuoi problemi a me , scaricando la tua disperazione su di me. Io ho fatto male, quando cercando un dialogo con te, mi sono umiliata, fino a chiederti scusa nonostante, che eri tu, a farmi male. Ciò, ti ha portato ad odiarmi con una maggiore violenza.
Quella sera , per andare al cinema, se non ricordo male, in precedenza c'era stata la mia crisi isterica. Pina, mi aveva invita ad andare al cinema, con la sua comitiva, io risposi di si, ma non solo tu non dovevi venire, ma si doveva inscenare, una finta uscita separata, volevo solo punirti, per il male che mi facevi, e nello stesso tempo desideravo che tu, prendessi coscienza del male che facevi. Ma fino ad oggi non c'è stato, ti sei creata la figura della martire, mentre io la cattiva, ed in questo hai avuto l'appoggio della diocesi di Catania, ad iniziare dal baccalà, prete di campagna mio nemico.
Il ragazzo che tu hai conosciuto, Pippo Sarvà, era mio amico, ci conoscevamo, dal primo anno, matricola, avevo invitato a Catania, per presentarlo a voi due, potevamo qualche volta uscire insieme. La mia famiglia non solo sapeva che lui era venuto a Catania, ma lo conosceva, perché per incontrarci potevamo farlo all'università, o a casa mia.
Pippo Russo , il professore, in compagnia del quale mi hai incontrato al teatro comunale di Belpasso, è un mio amico, ed un amico di famiglia, amico dei miei fratelli.
La presenza di questi ragazzi ti ha fatto impazzire. Sei una figlia del popolo, tuo padre era un camionista, hai un, Q.I. molto basso, e sei entrata al liceo classico, broccolo , sei uscita , cavolo, non preoccuparti come te ce ne sono molti! Sei carnale come tutti i figli del popolo. Questi eventi hanno aggravato le tue frustrazioni, uniti a certi tuoi gesti, come quello, di volere indossare i miei jeans, di "Emporio Armani" . Io prendo una 42, ma i pantaloni non andarono oltre le tue caviglie, così me li hai restituiti, con tanata rabbia. Poi, quella tua espressione, difronte alla mia situazione clinica , causata da te:" Fai, il cortisone, così diventi brutta!"
Ed è questo che ti ha portato a riempirmi, di infamie, ma non comprendi, che il fango non attacca sull'oro zecchino; non comprendi che tutto il male che mi ha fatto, mi ha reso forte, e la mia luce risplende più di quando possa fare io?
Quando ancora eravamo insieme a Catania, ti ho fatto una domanda, saresti d'accordo, per dei rapporti fra fidanzati, prima del matrimonio? Tu mi hai risposto, di si. Ma io non ho dato alcuna risposta!
La mia oggi, per te e per la feccia che mi ha lapidato, compreso la spazzatura della diocesi , ad iniziare dal prete di campagna mio nemico.
Sono una borghese siciliana, la mia è un'educazione borghese. Non potrei mai allontanarmi, da essa, perché significherebbe uccidere , la mia anima. Sono stata educata ad avere un alto senso di rispetto, per la mia persona, per la mia volontà, pensiero, ma anche per il mio corpo. Senza il rispetto del proprio corpo non esiste rispetto di se. Mia nonna , mi diceva sempre:
Le carni, di una ragazza, di una donna devono rimanere, bianche, immacolate. Il mio corpo, mia cara Anna, non mi è stato dato, per diventare uso e consumo, del primo paio di braghe che si incontra.
Inoltre, la mia nonna continuava: tu devi camminare secondo le regole che ti sono state date, tutti possono fare come vogliono. Non condanno la vita privata di nessuno, ma io, sono io. Amo il progetto del matrimonio, ma con una persona che si ama. E poi, sono convinta , che ognuno deve vivere nel proprio ambiente, soprattutto, nel matrimonio.
Tutto quello che avete creato , siete voi!
A Pina Bella
Signori, si nasce, non si diventa, recita un vecchio adagio. Noi siamo, le nostre azioni!
Una ragazza onesta entra casa tua ed esce, malata, ed infangata, nel modo peggiore.
I tuoi, sono morti, placidamente, pensando che la loro figlia sia, una onesta e casta Susanna. Ma invece, eri tu che uscivi, la sera con un uomo, eri tu che avevi bisogno di una casa Catania per aver una libertà, che in famiglia non avevi. Quindi, cosa hai fatto? Hai caricato sulle mie spalle, le tue sporcizie, recitando , la parte della casta Susanna. Ed hai avuto, successo, e manforte, nell'ambiente di Belpasso, che è costituito, da poco di buono, e tuoi genitori candidamente felici, e benedetti dalla diocesi di Catania, per il semplice fatto, che erano dei baciapile. Un cristianesimo falso!
A Pina Magrì
Che errore il mio, nella disperata ricerca di aiuto!
La tua famiglia, parvenu, credere di avere un dialogo, con te perché, colleghe, e ci siamo incontrate a CL, ma sei figlia di tua madre.
L'unico modo di vivere , che voi , di questo ambiente avete, è la dimensione dell'orgia dell'alcova. Il mio amico medico e anche collega, è la persona che ha conosciuto Anna.
Purtroppo, mi siete venute addosso, con l'orrore del quale siete costituiti!