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lunedì 11 maggio 2020

DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA di Miguel De CERVANTES

      11---5---2020
PARTE  SECONDA    CAPITOLO    XX :
La  candida Aurora  aveva  appena  dato  tempo  allo splendente  Febo  di  rasciugarle  le  liquide  perle  dei  suoi  capelli  d'oro  col  calore  dei  suoi ardenti raggi,  quando  Don  Chisciotte  scuotendo  la  pigrizia  dalle  sue membra  , si  alzò  per  richiamare  il suo  scudiero  Sancio,  che  russava  ancora  tranquillamente.    Ciò  vedendo  ,  prima di destarlo  Don Chisciotte disse:
-----Felice  te sopra  tutti quelli che vivono sulla  superficie  della terra !  Poiché  senza  invidia  e senza  essere  invidiato  dormi con  l'anima  tranquilla,  e non  ti  perseguitano gli  incantatori, né ti  preoccupi degli  incantesimi.  Dormi , ti  ripeto  e ti  ripeterò cento  volte , senza  che la gelosia  per  la tua donna  ti  tenga in  continua veglia né ti  desti  il pensiero dei  debiti in   scadenza  da pagare  , o  quello del  da farsi l'indomani per provvedere  il vitto  per te  e per  la tua  piccola  e  sbigottita  famigliuola.  L'ambizione  non  ti  inquieta , né  il  vano  fasto  del mondo  ti attira  , poiché  i limiti dei  tuoi desideri non si  estendono più  in là del  pensiero del tuo  giumento , e  quello  della  tua  persona lo hai  deposto  sulle mie  spalle  , come  un  giusto  contrappeso  che la natura e l'uso impongono ai signori . Dorme il servo e veglia il padrone, pensando  come  nutrirlo , come migliorare  la sua sorte , come  dargli  la dovuta  mercede . L'angoscia  di vedere  un  cielo  di bronzo  che  nega  alla  terra  la  vivificante  rugiada, non  affligge  il servo , ma il padrone, che  deve  nutrire durante  la carestia  e  la fame colui  che lo servì  durante la  fertilità  e l'abbondanza.

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