PARTE SECONDA CAPITOLO XX :
La candida Aurora aveva appena dato tempo allo splendente Febo di rasciugarle le liquide perle dei suoi capelli d'oro col calore dei suoi ardenti raggi, quando Don Chisciotte scuotendo la pigrizia dalle sue membra , si alzò per richiamare il suo scudiero Sancio, che russava ancora tranquillamente. Ciò vedendo , prima di destarlo Don Chisciotte disse:
-----Felice te sopra tutti quelli che vivono sulla superficie della terra ! Poiché senza invidia e senza essere invidiato dormi con l'anima tranquilla, e non ti perseguitano gli incantatori, né ti preoccupi degli incantesimi. Dormi , ti ripeto e ti ripeterò cento volte , senza che la gelosia per la tua donna ti tenga in continua veglia né ti desti il pensiero dei debiti in scadenza da pagare , o quello del da farsi l'indomani per provvedere il vitto per te e per la tua piccola e sbigottita famigliuola. L'ambizione non ti inquieta , né il vano fasto del mondo ti attira , poiché i limiti dei tuoi desideri non si estendono più in là del pensiero del tuo giumento , e quello della tua persona lo hai deposto sulle mie spalle , come un giusto contrappeso che la natura e l'uso impongono ai signori . Dorme il servo e veglia il padrone, pensando come nutrirlo , come migliorare la sua sorte , come dargli la dovuta mercede . L'angoscia di vedere un cielo di bronzo che nega alla terra la vivificante rugiada, non affligge il servo , ma il padrone, che deve nutrire durante la carestia e la fame colui che lo servì durante la fertilità e l'abbondanza.
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