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mercoledì 27 maggio 2020

EVAGRIO PONTICO E MACARIO IL GRANDE di: Mario Cappelletti

27---5--2020
Nato  a  Ibora  sulle  rive  del  Ponto(il  Mar  Nero)  Evagrio  viene  formato  alla  "scuola"  dei  padri  cappadoci:    San  Basilio  e  San  Gregorio  Nazianzeno.    A  Costantinopoli lo  troviamo  assiduo nella  lotta  contro  l'arianesimo e  avviato  a  una  brillante  carriera  ecclesiastica.
Intorno  al  383  sceglie  il deserto  egiziano , dopo  aver  avuto  legami , a  Gerusalemme , con  l'ambiente origeniano(Melania e Rufino). Nel  deserto  frequenta  tra  gli altri  l'anacoreta  Macario  Egizio e vive facendo il  copista  , tuttavia "si tiene  in disparte, anzitutto  perché  è  un  intellettuale , e  poi  perché  appartiene  alla  "confraternita" dei monaci origeniani",  e la  sua  morte  lo salva  prima  delle  persecuzioni che  si  abbatteranno  su questo gruppo.
Le sue  tesi  spirituali ,nonché  la sua  stessa  vita, si  possono  dividere in due  momenti : 
vita  pratica  e  vita  gnostica.
La  prima  non è  altro  che  la  spiritualità  ascetica, "metodo  spirituale  che  ha  per  fine  la  purificazione della  parte  passionale  dell'anima", che  consente di giungere  all' apathéia,  l'impassibilità , all'essere esente da ogni  passione.  Con  la seconda  si  arriva  alla  contemplazione  della  natura, per  giungere  alla  conoscenza  di Dio.       Tuttavia   il  5°   Concilio  Ecumenico (553), ha  condannato  parte  dell'opera di Evagrio  con  parte  di quella  di  Origene;  lasciandoci  solo  la parte  strettamente  di ascetica.

Abba  Evagrio  ha  detto:   "Quando  sei  privo  di coraggio  , prega  come  sta  scritto: Prega  con  timore  e tremore  (Sal  2,11).  Bisogna  pregare  con fatica  , essendo  sobri  e  vigilanti  soprattutto  a  causa  di quei  malvagi , i nostri  nemici invisibili , che  spinti  da  preoccupazioni  perverse  vogliono  farci del male".

Disse  ancora:  "Quando  ti sale  al cuore  un   pensiero  che  proviene  dal nemico, non  cercare  di pregare in un  modo o nell'altro, ma  affila la spada  delle lacrime".

La  preghiera  è una  "conversazione  "  della  mente  con Dio .  Cerca  dunque  la  disposizione  di cui  la mente  ha  bisogno per  potere  , senza  tornare indietro ,  protendersi  verso  il suo  Signore  e  conversare  con  lui  senza  intermediario.

Quando  lo Spirito  , spogliatosi  dell'uomo  vecchio , avrà  rivestito l'uomo della grazia, vedrà  il proprio  stato , nel momento  della  preghiera, simile al colore  dello zaffiro  o del cielo , ed  è  ciò  che  la Scrittura  chiama  il luogo di  Dio , visto  dagli  antichi sul monte  Sinai.


Nel  vasto  e terribile  deserto di Scete,  a poca  distanza  da  Nitra , giunge  Macario  il Grande (o  di  Scete , o l' Egiziano , o l'Anziano)  (ca.300--ca.  390).  Dopo  la morte  dei  genitori e  l'aver  donato  tutto  ai poveri si presenta  al servizio  di un  vecchio  eremita che  viveva  ai  margini  della  città. Non  passò  molto  tempo  che  il vecchio  lo  giudica  pronto  per  la  vita eremitica.    Si   sposta  ancora , e  vive  di contemplazione e lavoro , officiando  per alcuni  fedeli, prima  come  diacono  e poi  come  sacerdote. A  trent'anni  è  a  Scete.  Giunge  a  Qolzum, dopo un lungo  viaggio , e  viene  ospitato  da  Antonio il Grande, dal    quale  è  incoraggiato  e  benedetto .    Tuttavia  ripeterà  il viaggio  e  l'incontro;   ma   il suo posto  sarà  sempre  Scete, e  questo  glielo  riconfermerà  Antonio . Infatti , dopo  pochi  anni  centinaia di anacoreti  si  verranno  a stabilire  intorno  alla grotta  di Macario, reso  celebre  per  i suoi  miracoli e la duplice  visione.
Ma  al di là  dei  miracoli  , delle  profezie  , delle  estasi ,  della  resistenza alle  privazioni enorme e alle  tentazioni  violente, Macario  rimane  famoso per  la sua  immensa  bontà  e la carità  di cui  non  disdegnò  alcuno.

Un  giorno , mentre  il padre  Macario il Grande   pregava    nella  sua  cella , gli  giunse  una voce:"Macario,  non sei  ancora giunto  alla misura di quelle due  donne  della tal città".  Al mattino  , l'anziano  si alzò , prese  il suo  bastone di palma e si  diresse verso  la città . Quando  fu giunto  al luogo che  cercava,  bussò  alla porta . Una  di esse  uscì  e lo accolse  in casa sua. Si  sedette, le  chiamò  tutte e due ,  ed esse vennero  a sedersi  con  lui . Disse l'anziano:" Per  voi  ho fatto  tanta  fatica; ditemi  quali  sono  le vostre  buone opere". Ma  esse risposero:" Credici , questa  notte  siamo  state  senza i nostri mariti. Quali  buone opere  dunque  possiamo  avere?".  Ma  l'anziano insisteva  a   pregarle  di  manifestare  le loro opere. Gli  dissero allora:" Al  secolo  noi  non  eravamo  parenti , ma ci è  piaciuto  di  sposare  due  fratelli secondo la carne. Da quindici  anni abitiamo  nella  stessa  casa , e  non  ci  risulta  di  aver  mai litigato fra  noi o  che  una  di noi  abbia  detto  all'altra  una  parola cattiva, ma  abbiamo trascorso  tutto  questo  tempo  nella  pace e nella  concordia. Ci  venne  poi  nell'animo  di entrare  in  un monastero di vergini ; lo chiedemmo ai nostri  mariti,ma essi  non  vollero acconsentire . Non  avendo  potuto  mettere  in pratica  tale  progetto , facemmo un  patto  fra noi e Dio,  che  fino  alla morte non  esca  mai   dalla nostra  bocca  una parola mondana".
Udito  ciò,  il padre  Macario  disse:"Dico in verità  che  quel  che conta  non è  essere  vergine  o maritata,  monaco o  secolare , perché  Dio  dona  a  tutti  lo Spirito Santo nella  misura  della  disposizione  di ciascuno".

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