Parlamento e decentramento amministrativo
[Stefano Jacini espose fin dal 1889 la necessità di fare del Parlamento un organo chiamato a discutere solamente dei problemi generali dello Stato, libero dalle pressioni degli interessi locali che trovano la loro naturale sede di discussione negli enti locali.]
In Inghilterra il Parlamento è chiamato a decidere solo dei grandi interessi dello Stato , un' infinità di pubblici interessi sviluppatesi indipendentemente per forza propria ; il governo è responsabile direttamente verso la rappresentanza nazionale ; ma, la rappresentanza nazionale non occupandosi che di grandi interessi pubblici, la stabilità del potere esecutivo viene assicurata dal fatto che una divergenza fra il Parlamento e i governanti circa i criteri direttivi della politica , è in grado di sbalzare questi dal seggio.
Il sistema rappresentativo , ma non a forma parlamentare , è adottato in monarchie , come per esempio , l 'Austria-Ungheria e la Germania, e in repubbliche , come per esempio , gli Stati Uniti di America e la Svizzera. Nelle une e nelle altre , sotto forme affatto diverse , i ministri sono responsabili verso il paese , ma in modo indiretto ; quindi essi vengono sottratti alle piccole incessanti possibili insidie dei membri della rappresentanza nazionale e rimangono esposti soltanto agli assalti di essi , quando la lotta si riferisca a gravi questioni.
Invece la Francia (repubblicana e monarchica, la differenza della forma di governo poco importa per l'argomento in questione) diede l'esempio , seguito poi dagli altri popoli latini, di un sistema parlamentare all'inglese , ma senza le istituzioni inglesi, colla responsabilità diretta e immediata dei ministri verso i rappresentanti della nazione; mentre poi tutta quanta la pubblica amministrazione del paese viene a far capo al governo centrale , vale a dire , a quei ministri appunto. Di là un connubio mostruoso che doveva diventare una fonte inesauribile di pubbliche spese , un modo inevitabile di falsare la vita pubblica , una causa permanente di instabilità di governo e un fomite di corruzione ; in quanto che, quando non esista qualche grande preoccupazione patriottica atta a produrre una diversione , il frutto dell'anzidetto connubio si è quello di trasformare i rappresentanti della nazione (sotto pena , in caso di rifiuto, di non essere rieletti) in agenti sollecitatori degli interessi dei propri elettori.Poiché tutti quegli interessi fanno capo al governo centrale , a loro volta i ministri sono esposti a dover cedere , il più delle volte con danno del pubblico erario e spesso anche della giustizia , davanti alla coalizione dei deputati sollecitatori , sotto pena altrimenti o di sacrificare interessi politici maggiori , che per prevalere hanno bisogno di quei voti , o di cadere . Di là finalmente la tendenza incessante delle Camere elettive a invadere , a trasformarsi in Convenzioni nazionali e ad esautorare l'altro ramo del Parlamento, il potere esecutivo , la stessa magistratura.
Così viene a guastarsi ad un tempo la vita politica e l'indirizzo della amministrazione dello Stato.
Quali risultati diretti e indiretti , un tale sistema ibrido , ch'io chiamo appunto regime pseudo--parlamentare, può produrre , lo attestano in coro la Francia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia, e l'Italia.
Il parlamentarismo, per sé medesimo , nulla racchiude che non possa acconciarsi agli anzidetti paesi , ma ciò a patto che si faccia luogo ad un profondo decentramento amministrativo; al che non si volle ricorrere.
Insomma quei due termini sono incompatibili. Tutto il male consiste nell'averli voluti associare . O si vuol conservare il sistema parlamentare , e allora è necessario un profondo decentramento amministrativo ; o si vuol fruire d'una buona amministrazione accentrata, e allora si deve regolare diversamente la responsabilità del potere esecutivo verso la rappresentanza nazionale. Riferirsi agli usi parlamentari inglesi per applicarli al nostro pseudo -parlamentarismo equivale a commettere un abuso d'astrazione.
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