8---5--2020
Parlando dell'Italia , non si può dimenticare una grande figura che l'ha illustrata agli albori della sua storia.
Dopo la caduta dell'impero romano (476), nel 480 nasce quest'uomo destinato a lasciare una profonda traccia del suo umanesimo --monastico in tutta Europa, e in particolare nella nostra Italia.
Erano tempi difficili , segnati dalle migrazioni delle popolazioni germaniche , in cerca di nuove terre . Stilicone , generale vandalo , al sevizio di Bisanzio , aveva cercato di trattenerli oltre i confini , ma alla sua morte , queste popolazioni erano dilagate in tutte le terre dell'impero.
San Gregorio Magno , è il geniale biografo di Benedetto da Norcia . Quando muore quest'ultimo nel 547, Gregorio (540--604),ha appena sette anni , quindi abbastanza in grado di capire i suoi tempi, perché egli stesso vive con cuore angosciato . Ha potuto conoscere alcuni discepoli del santo, dai quali si è fatto raccontare gli avvenimenti più importanti della sua vita, che ci narra nel Libro 2 dei Dialoghi. Ne risulta una splendida biografia , redatta da un grande cuore di monaco, pienamente in grado di comprendere la ricchezza interiore di Benedetto .
Questa vita, senza date e senza riferimenti precisi , quel distacco dagli uomini e dai fatti , dagli interessi politici del tempo, non sono un difetto della fonte angiografica, bensì la più profonda verità dell'esistenza del santo e della sua fondazione.
Senza che Benedetto abbia mai lasciato il monastero , Montecassino è divenuto un punto di convergenza , per tanti uomini e tanti avvenimenti che ruotano attorno alla figura del santo . Anche Totila, re dei Goti , lo vuol vedere ; e dopo aver vanamente tentato il suo spirito profetico, si prostra ai suoi piedi, riconoscendone la santità. Ciò accadeva nel 546. Un anno dopo nel 547, il santo moriva e veniva sepolto nell'oratorio di San Giovanna Battista, venuto alla luce durante gli scavi del 1950.
Celebre divenne nella storia della mistica la visione in cui si presentò al santo ; Omnis etiam mundus , velut sub uno solis radio collectus (Tutto il mondo raccolto in un solo raggio di sole); giacché : Videnti Creatorem angusta est omnis creatura(a chi vede il Creatore , piccola diventa ogni creatura). Anche Dante nel suo Paradiso , si ispirerà a questa visione , quando dall'alto del cielo dei Gemelli , questa terra gli apparirà come l'aiuola che ci rende tanto feroci.
E questa è l'eredità tanto bella che Benedetto ha lasciato ai suoi monaci , e che è stato elemento di trasformazione e di elevazione per tutto il Medioevo; guardare tutta la realtà terrena nella prospettiva di Dio , questa allora acquista la sua giusta dimensione .
San Gregorio concludendo la biografia su san benedetto , presenta la regola con queste parole:
"Egli scrisse la Regola dei monaci , insigne per discrezione , chiara per esposizione, Questa Regola attraverso i secoli si è imposta proprio per la sua discrezione e umana comprensione, e per la chiarezza e semplicità della sua parola , e della dottrina accessibile a tutti ; e ha educato e formato allo spirito del vangelo una larga schiera di monaci e, per mezzo di essi , i popoli dell'intera Europa.
I valori essenziali della spiritualità della Regola , sono gli stessi della tradizione monastica. San Benedetto non si ritiene un fondatore o un iniziatore di un nuovo genere di vita , ma semplicemente il suo punto più alto. Il monaco benedettino , come del resto ogni monaco , non ha la pretesa di sentirsi migliore dei cristiani che restano nel mondo ; intende solo vivere il messaggio evangelico , in una forma e con uno spirito più coerente e integrali.
Paolo 6° nel Discorso tenuto a Montecassino , il 24 ottobre 1964 , quando ha proclamato san Benedetto patrono d'Europa , ha queste significative parole sull'umanesimo cristiano , che i monaci hanno trasmesso all'Europa : Il monastero ci offre il quadro , di una piccola società ideale, dove finalmente regna l'amore , la libertà delle cose e l'arte di bene usarle, la prevalenza dello spirito , [....] in una parola il Vangelo.
I cardini sui quali si muove la spiritualità monastica , sono la preghiera e il lavoro , secondo il tradizionale detto :" Ora et Labora". Il motto così formulato , non è a rigore di san Benedetto; ma la posterità ha felicemente sintetizzato in esso , il programma della vita sociale , concepito dal Patriarca cassinese. Non due compiti paralleli e indipendenti , ma organici e armoniosamente fusi: soprattutto per il tramite della "Lectio divina".
Alla preghiera nell'ordinamento monastico viene riservata buona parte della giornata e qualche ora della notte . I Salmi costituiscono la fonte principale a cui si ispira la preghiera comunitaria, detta da san Benedetto "Opus Dei", opera di Dio per eccellenza . Nella scala dei valori la Regola mette al primo posto la preghiera liturgica , con quella famosa affermazione : Nihil operi Dei proeponatur(nulla si anteponga all'opera di Dio).
Questa atmosfera di preghiera , ha dato ai monaci la possibilità di essere "luce e sale" dei popoli , lungo il corso dei secoli ; di segnalarsi soprattutto nell'educare e ammansire i barbari . Il pontefice Gregorio Magno inviava alla regina Teodolinda , sposa di Agilulfo , re dei Longobardi , in dono i Dialoghi che parlano delle virtù dei monaci italici, stimolando così la regina a favorire la vita religiosa e a impedire almeno la continuazione dei disordini e delle distruzioni.
L'opera di Gregorio avrà il suo effetto : uno dei principi longobardi entrerà come monaco a Montecassino; e un altro insigne longobardo , Paolo Diacono , anche lui monaco nella stessa abbazia, scriverà la Historia Langobardorum, dove tenta di difendere il suo popolo dalle accuse di crudeltà.
Lo spirito monastico ha fatto da catalizzatore , per integrare i nuovi popoli con il vecchio ceppo latino, dando origine al nuovo popolo italico.
Accanto alla preghiera il lavoro della mente e delle braccia . Il lavoro manuale , detto anche "opus manuum " è considerato con sommo onore dal monaco e legislatore Benedetto, benché nato dalla nobile "Gens Anicia", dove certo il lavoro manuale veniva lasciato volentieri agli schiavi, secondo la mentalità del mondo classico. Egli lo apprezza non in senso puramente negativo , come rimedio all'ozio. Con senso pratico romano e insieme profondamente cristiano , egli pensa e vuole il lavoro manuale in tutta la sua nobiltà, serietà e positiva efficienza ; lavoro ben definito, ben ordinato , ben temperato secondo le persone , i luoghi , i bisogni ; lavoro fecondo e salutare.
Nella giornata del monaco, non poteva mancare un terzo elemento la " lectio divina".
A mensa ci sia sempre uno che legge , e da tutti si faccia "summum silentium",in modo che si senta la voce di chi legge; perché mentre si nutre il corpo , non manchi il nutrimento dello spirito. La "Lectio" deve quindi educare sul piano umano e morale il monaco.
La Regola stabilisce dei tempi :
Otiositas inimica est animaoe ; et ideo certis temporibus , occupari debent fratres in labore manuum , certis iterum horis in lectione divina( l'ozio è nemico dell'anima; quindi i fratelli devono in alcune determinate ore occuparsi nel lavoro manuale , e in altre ore anch'esse ben fissate , nello studio delle cose divine).
Lectio divina quindi è la lettura , o meglio lo studio delle cose sacre o spirituali della Bibbia e dei Padri . Ma basta pensare allo studio necessario per preparare tutti a saper leggere e comprendere tali testi , per scorgere nella stessa lectio divina , il germe di quello studio dei classici profani, a cui pure attesero tranquillamente i monaci ; e di quella mirabile fioritura di scuole ,di opere erudite , di studi sacri e scientifici , che trovarono sempre nei monasteri benedettini asilo fecondo e pacifico.
Vi è poi un tempo particolare , la Quaresima , nel quale ogni monaco , con pubblica e solenne cerimonia , riceve dall'abate un libro , con l'impegno di leggerlo " per ordinem ex integro"; quindi non a brani qua e là , da dilettante.
La serietà , la diligenza , la pazienza , hanno creato il tipo tradizionale del benedettino studioso; con la grandiosa mole di opere , da quelle antiche : san Beda , Alcuino, Paolo Diacono, san Pier Damiani, sant'Anselmo d'Aosta , san Bernardo....a quelle dei Maurini (Mabillon..) e degli attuali centri benedettini di cultura e studio (Montecassino , Solesmes , Beuron , Maria--Laach, Maredsous, Monserrat...).
Per tutto questo lavoro erano necessarie le biblioteche : ogni monastero ne era riccamente fornito . Inoltre lavoravano intensamente gli "scriptoria" , officine da cui uscivano quegli splendidi codici miniati, tanto ammirati dagli studiosi , e che andavano ad arricchire le biblioteche stesse . L 'amore dei libri e dello studio ha dato origine a quel detto "claustrum sine armario , quasi castrum sine armamentario"(un monastero senza libri è come una fortezza senza armi).
L'equilibrato accordo di questa triplice manifestazione di vita sociale : preghiera , lavoro e studio , ha generato il grandioso e vario complesso di opere che formano lo stupore di chi studia la storia benedettina: lo splendore del culto ; la creazione di templi , di melodie e di inni : le biblioteche e gli scriptoria ai quali si è accennato , dove sono stati trascritti e trasmessi alle generazioni posteri tanti tesori , della cultura religiosa e classica profana , che altrimenti sarebbero andati perduti.
Alla corte di Carlo Magno fiorì una scuola palatina , per opera del monaco Alcuino, di cui fu allievo lo stesso imperatore , benché in età ormai matura . Anche a Parma si sono avuti nomi di eruditi illustri , come Benedetto Bacchini e Vittorio Siri.
Il dissodamento, la bonifica, la coltivazione dei campi , erano altre opere a cui i monaci hanno dedicato le loro energie: basti ricordare il monastero di San Benedetto Polirone (Po), dove ancora oggi si possono vedere le grandi opere di ingegneria idraulica compiute dai monaci, che hanno trasformato acquitrini in fertili campi.
Anche nell'opera di evangelizzazione e di educazione delle genti germaniche , i monaci si sono distinti. Il pontefice Gregorio Magno , convertì i Longobardi a una vita più civile , inviò il monaco Agostino in Inghilterra , con quaranta monaci , e condusse gli Angli e i Sassoni a un modo di vivere più sereno.
Tutta l'opera dei monaci, grandiosa e pacifica , compiuta quasi nel silenzio , ha dato risultati prodigiosi, che hanno sempre destato l'attenzione e l'ammirazione di ogni serio studioso della storia e della cultura.
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