Cerca nel blog

mercoledì 20 maggio 2020

FIABE ITALIANE : raccolta dalla tradizione popolare italiana, a cura di: Italo Calvino

20---5---2020

Giufà   e  la statua  di gesso

C'era   una   mamma  che  aveva  un figlio  sciocco, pigro  e  mariolo. Si  chiamava Giufà.  La  mamma, che era povera , aveva  un pezzo di  tela  , e disse a   Giufà:  --Prendi  questa  tela e valla  a  vendere ;  però se ti  capita   un chiacchierone  non  gliela  dare:   dàlla  a  qualcuno  di  poche parole.
Giufà  prende  la tela  e  comincia  a  strillare  pel  paese:--Chi  compra  la tela?  Chi   compra  la tela?
Lo ferma  una donna  e gli  dice:--Fammela  vedere --,   Guarda  la tela e poi domanda:--Quanto  ne vuoi?
--Tu  chiacchieri  troppo , ---fa  Giufà , --alla  gente  chiacchierona  mia  madre  non  vuol  venderla, --e va via.
Trovò  un contadino:--Quanto  ne vuoi?
---Dieci  scudi.
--No:  è troppo!
---Chiacchieri  , chiacchierate:   non  ve  la do.
Così  tutti  quelli  che  lo chiamavano  o gli  si  avvicinavano  gli  pareva  parlassero  troppo e  non  la volle  vendere  a nessuno .  Cammina  di qua , cammina  di là , s' infilò  in un cortile . In  mezzo al  cortile  c'era una  statua  di gesso,  e  Giufà  le disse :--Vuoi  comprare  la tela?---Attese un po' , poi  ripeté : La  vuoi  comprare la tela? --Visto  che  non  riceveva  nessuna  risposta:  --Oh,vedi  che  ho  trovato  qualcuno di poche parole! Adesso  sì che  gli  gli venderò  la tela --. E  l'avvolge addosso  alla statua.---Fa  dieci scudi. D'accordo?  Allora  i soldi  vengo  a prenderli  domani, --e se ne andò.
La madre  appena  lo vide  gli domandò  della tela .
---L'ho  venduta.
--E i quattrini?
---Vado  a  prenderli  domani.
----Ma è persona di fiducia?
----è  una donna  proprio  come volevi  tu:  figurati  che non  mi  ha detto  neppure  una parola.
La  mattina  andò  per  i quattrini .  Trovò  la statua , ma  la tela  era  sparita. Giufà  disse:---Pagamela--.  E   meno  riceveva  risposta  più  s'arrabbiava.---La  tela  te  la sei presa , no? E  i quattrini non  me li vuoi dare?  Ti faccio vedere io, allora!----  Prese una zappa e menò una zappata  alla  statua  da mandarla  in cocci. Dentro  la statua  c'era  una pentola piena  di monete  d'oro. Se  le mise nel sacco e andò  da sua madre.---Mamma  , non  mi  voleva  dare  i denari, l'ho presa  a  zappate  e m'ha  dato  questi.
La  mamma  che era  all'erta , gli disse :--Dammi  qua, e non  raccontarlo  a nessuno.

Fra   Ignazio

Fra  Ignazio, frate  laico  , doveva  ogni giorno  andare  a  chiedere  l'elemosina  per il  Convento. Dov'era  povera gente , andava  più  volentieri, perché  la povera  gente quel  che  gli  dava  glielo  dava  col  cuore;  invece  , da  un Notaio  chiamato Franchino  non andava  mai,perché conosceva  per  uomo di cattivo  cuore,  che  succhiava  il  sangue  dei  poveri.
Un giorno  , il Notaio  Franchino, offeso  con  Fra  Ignazio  perché  evitava  casa  sua, andò  al Convento a lamentarsi col  Priore della  mala  maniera  di   Fra  Ignazio.--Vi  sembra , Padre  , che io sia persona da  tenersi  in così  poco conto?
Il Priore  gli disse di star  tranquillo , che  a mettere  a posto  Fra  Ignazio ci  avrebbe  pensato  lui, e  il Notaio  si  calmò e  andò via.
Quando  Fra Ignazio tornò  al Convento, il Priore  gli disse :--E cos'è  questa  maniera  di trattare  il Notaio  Franchino? Domani andrai da lui , e  prenderai  tutto  quello  che  lui  ti darà.
Fra  Ignazio stette zitto  e  chinò  il capo  . L'indomani mattina andò  dal Notaio , e Franchino  gli riempì le  bisacce d'ogni  ben di Dio . Fra Ignazio   si caricò  le bisacce sulle spalle , e  si mise in cammino per il convento. Al  primo  passo     che  fece ,  dalle  bisacce colò  una  goccia di sangue, poi  un'altra, poi un'altra ancora. La gente per  la via, vedendo  il frate con le bisacce che gocciolavano  sangue , diceva:--Eh!  Giornata   grassa, oggi  , per Fra  Ignazio !  Oggi  i Padri fanno  un bel pranzo!--E  Fra  Ignazio, zitto, continuava  a camminare lasciandosi  dietro  una scia   sangue.
Al Convento, i frati , vedendolo  arrivare  con tutto  quel sangue  dissero:--Fra Ignazio  ci porta  carne  quest'oggi!  Carne  appena  macellata!--Aprirono  le bisacce , e  carne  non  ce ne era.---E  tutto quel sangue?  Da dov'è  uscito?
----Non  abbiate  paura, ---disse Fra Ignazio . ---Quel  sangue  esce proprio  dalle bisacce, perché l'elemosina  che  m'ha  fatto Franchino non  è lavoro suo  , ma  è sangue  dei poveri  che lui  deruba.
Da  quella  volta  Fra  Ignazio   non andò più  a  domandare  l'elemosina   al Notaio.

La  violenza, è il male per  antonomasia,  è  espressione   del , buio del cuore umano.  Per  questo motivo  non solo  bisogna avere un sentimento di avversione;  ma anche   il coraggio  di denunciare.
Il mio pensiero, e  la dedica di queste fiabe, ai  bambini  vittime di violenza.  A  loro,  che dei mostri, hanno negato l'infanzia, e  la purezza   della loro età
Dal Vangelo   secondo  Matteo:
----"chiunque   scandalizza  uno  di questi piccoli  che  credono  in me, sarebbe  meglio  per lui  se  gli  appendessero   al collo una macina  d'asino  e lo  precipitassero  nel  profondo mare ."----
----"Lasciate  i bambini, e  non impedite  che vengano  a me , perché  il regno  dei cieli  appartiene  a  quelli che sono  come loro."  E dopo  aver  imposto   ad essi le  mani,  si allontanò di là.
Afghanistan, Kabul,  il reparto  di maternità , dell'ospedale  di Dasht--e--Barchi,gestito  dai medici senza frontiere.  La  pandemia  , ha  fermato  il mondo  civile, ma  non ha  avuto  , né  ha alcuna  influenza sugli uomini, figli del male.  
L'uomo, quando , perde  la sua umanità, diventa un mostro .  Con quale coraggio,  si uccidono delle donne  , e delle donne    partorienti; dei neonati , appena venuti alla luce?
Signore  , nella tua infinita misericordia  , abbi pietà di noi, salva  l'umanità, dalla follia  di questo secolo!

Nessun commento:

Posta un commento