Giufà e la statua di gesso
C'era una mamma che aveva un figlio sciocco, pigro e mariolo. Si chiamava Giufà. La mamma, che era povera , aveva un pezzo di tela , e disse a Giufà: --Prendi questa tela e valla a vendere ; però se ti capita un chiacchierone non gliela dare: dàlla a qualcuno di poche parole.
Giufà prende la tela e comincia a strillare pel paese:--Chi compra la tela? Chi compra la tela?
Lo ferma una donna e gli dice:--Fammela vedere --, Guarda la tela e poi domanda:--Quanto ne vuoi?
--Tu chiacchieri troppo , ---fa Giufà , --alla gente chiacchierona mia madre non vuol venderla, --e va via.
Trovò un contadino:--Quanto ne vuoi?
---Dieci scudi.
--No: è troppo!
---Chiacchieri , chiacchierate: non ve la do.
Così tutti quelli che lo chiamavano o gli si avvicinavano gli pareva parlassero troppo e non la volle vendere a nessuno . Cammina di qua , cammina di là , s' infilò in un cortile . In mezzo al cortile c'era una statua di gesso, e Giufà le disse :--Vuoi comprare la tela?---Attese un po' , poi ripeté : La vuoi comprare la tela? --Visto che non riceveva nessuna risposta: --Oh,vedi che ho trovato qualcuno di poche parole! Adesso sì che gli gli venderò la tela --. E l'avvolge addosso alla statua.---Fa dieci scudi. D'accordo? Allora i soldi vengo a prenderli domani, --e se ne andò.
La madre appena lo vide gli domandò della tela .
---L'ho venduta.
--E i quattrini?
---Vado a prenderli domani.
----Ma è persona di fiducia?
----è una donna proprio come volevi tu: figurati che non mi ha detto neppure una parola.
La mattina andò per i quattrini . Trovò la statua , ma la tela era sparita. Giufà disse:---Pagamela--. E meno riceveva risposta più s'arrabbiava.---La tela te la sei presa , no? E i quattrini non me li vuoi dare? Ti faccio vedere io, allora!---- Prese una zappa e menò una zappata alla statua da mandarla in cocci. Dentro la statua c'era una pentola piena di monete d'oro. Se le mise nel sacco e andò da sua madre.---Mamma , non mi voleva dare i denari, l'ho presa a zappate e m'ha dato questi.
La mamma che era all'erta , gli disse :--Dammi qua, e non raccontarlo a nessuno.
Fra Ignazio
Fra Ignazio, frate laico , doveva ogni giorno andare a chiedere l'elemosina per il Convento. Dov'era povera gente , andava più volentieri, perché la povera gente quel che gli dava glielo dava col cuore; invece , da un Notaio chiamato Franchino non andava mai,perché conosceva per uomo di cattivo cuore, che succhiava il sangue dei poveri.
Un giorno , il Notaio Franchino, offeso con Fra Ignazio perché evitava casa sua, andò al Convento a lamentarsi col Priore della mala maniera di Fra Ignazio.--Vi sembra , Padre , che io sia persona da tenersi in così poco conto?
Il Priore gli disse di star tranquillo , che a mettere a posto Fra Ignazio ci avrebbe pensato lui, e il Notaio si calmò e andò via.
Quando Fra Ignazio tornò al Convento, il Priore gli disse :--E cos'è questa maniera di trattare il Notaio Franchino? Domani andrai da lui , e prenderai tutto quello che lui ti darà.
Fra Ignazio stette zitto e chinò il capo . L'indomani mattina andò dal Notaio , e Franchino gli riempì le bisacce d'ogni ben di Dio . Fra Ignazio si caricò le bisacce sulle spalle , e si mise in cammino per il convento. Al primo passo che fece , dalle bisacce colò una goccia di sangue, poi un'altra, poi un'altra ancora. La gente per la via, vedendo il frate con le bisacce che gocciolavano sangue , diceva:--Eh! Giornata grassa, oggi , per Fra Ignazio ! Oggi i Padri fanno un bel pranzo!--E Fra Ignazio, zitto, continuava a camminare lasciandosi dietro una scia sangue.
Al Convento, i frati , vedendolo arrivare con tutto quel sangue dissero:--Fra Ignazio ci porta carne quest'oggi! Carne appena macellata!--Aprirono le bisacce , e carne non ce ne era.---E tutto quel sangue? Da dov'è uscito?
----Non abbiate paura, ---disse Fra Ignazio . ---Quel sangue esce proprio dalle bisacce, perché l'elemosina che m'ha fatto Franchino non è lavoro suo , ma è sangue dei poveri che lui deruba.
Da quella volta Fra Ignazio non andò più a domandare l'elemosina al Notaio.
La violenza, è il male per antonomasia, è espressione del , buio del cuore umano. Per questo motivo non solo bisogna avere un sentimento di avversione; ma anche il coraggio di denunciare.
Il mio pensiero, e la dedica di queste fiabe, ai bambini vittime di violenza. A loro, che dei mostri, hanno negato l'infanzia, e la purezza della loro età
Dal Vangelo secondo Matteo:
----"chiunque scandalizza uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui se gli appendessero al collo una macina d'asino e lo precipitassero nel profondo mare ."----
----"Lasciate i bambini, e non impedite che vengano a me , perché il regno dei cieli appartiene a quelli che sono come loro." E dopo aver imposto ad essi le mani, si allontanò di là.
Afghanistan, Kabul, il reparto di maternità , dell'ospedale di Dasht--e--Barchi,gestito dai medici senza frontiere. La pandemia , ha fermato il mondo civile, ma non ha avuto , né ha alcuna influenza sugli uomini, figli del male.
L'uomo, quando , perde la sua umanità, diventa un mostro . Con quale coraggio, si uccidono delle donne , e delle donne partorienti; dei neonati , appena venuti alla luce?
Signore , nella tua infinita misericordia , abbi pietà di noi, salva l'umanità, dalla follia di questo secolo!
Nessun commento:
Posta un commento