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lunedì 23 dicembre 2019

LETTERATURA ITALIANA DEL NOVECENTO : U. Saba

23--12--2019

A  mia  moglie

Tu  sei  come  una  giovane,
una  bianca  pollastra.
Le  si  arruffano  al vento
le piume, il collo china
per  bere  , e  in  terra  raspa;
ma,  nell'andare , ha  il lento
tuo  passo  di regina,
ed  incede  sull'erba
pettoruta  e superba.
E'  migliore  del  maschio
E'   come  sono  tutte
le femmine  di  tutti
i sereni  animali
che  avvicinano  a Dio.
Così  se   l'occhio , se  il giudizio mio
non  m'inganna  , fra  queste  hai  le tue uguali
e  in  nessun 'altra donna.
Quando  la  sera  assonna,
le gallinelle
mettono  voci che  ricordan  quelle,
dolcissime  , onde  a  volte  dei  tuoi  mali
ti  quereli, e  non sai
che  la  tua voce  ha  la soave e triste
musica dei pollai.

Tu  sei  come  una  gravida
giovenca;
libera ancora  e senza
gravezza, anzi  festosa;
che , se  la lisci, il collo
volge , ove   tinge  una  rosa
tenero la sua carne.
Se  l'incontri  e  muggire
l'odi, tanto  è  quel  suono
lamentoso, che  l'erba
strappi, per  farle  un dono.
E' così  che  il mio  dono
t'offro  quando  sei  triste.

Tu   sei  come  una  lunga
cagna  , che  sempre  tanta
dolcezza  ha negli occhi,
e ferocia  nel cuore.
Ai  tuoi  piedi  una  santa
sembra , che  d'un  fervore
indomabile  arda,
e così  ti  riguarda
come  il suo  Dio   e Signore.
Quando  in casa  o  per  via
segue  , a  chi  solo  tenti
avvicinarsi , i denti
candidissimi  scopre .
Ed   il suo  amore  soffre
di gelosia.

Tu  sei  come  la  pavida
coniglia . Entro  l'angusta
gabbia  ritta  al  vederti
s'alza,
e verso  te  gli  orecchi
alti  protende  e fermi;
che  la  crusca  e  i  radicchi
tu  le porti , di cui
priva  in sé  si  rannicchia,
cerca  gli  angoli  bui.
Chi potrebbe  quel  cibo
ritorglierle? Chi  il pelo
che  si  strappa  di dosso,
per  aggiungerlo  al nido
dove  poi  partorire?
Chi  mai  farti  soffrire?

Tu  sei  come  la  rondine
che  torna  in  primavera.
Ma  in  autunno riparte;
e tu  non  hai  quest'arte.
Tu  questo  hai  della  rondine:
le movenze  leggere;
questo  che  a me  , che  mi  sentiva  ed era
vecchio,  annunciavi  un'altra  primavera.

Tu  sei  come  la  provvida
formica  . Di  lei  , quando
escono alla  campagna,
parla  al  bimbo la nonna
che  l'accompagna.
E  così  nella  pecchia
ti ritrovo, ed  in tutte
le  femmine  di tutti
i sereni  animali
che   avvicinano a  Dio;
e in  nessun'altra  donna.






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