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giovedì 5 dicembre 2019

LA QUESTIONE SOCIALE IN GIUSEPPE MAZZINI di.Arcangelo Ghislieri (Giuseppe Mazzini e gli operai)

5--12--2019
  Dopo  avere  riconosciuto  il fatto  economico  del  salariato  come  una  forma di  servaggio, egli non  ammetteva  che  l'emancipazione  economica  potesse  svilupparsi  indipendentemente  dal  trionfo  d'un  nuovo  principio  morale ,che   desse  ai   diseredati  la  coscienza  di  uomini  membri  d'una  associazione che  si  chiama Patria  o d'una  più  vasta  associazione  , che  si  chiama  umanità.
Quindi  essi  hanno  non  solo  diritti  , ma  doveri ; e  devono  educarsi  al  sentimento  di questi  doveri , se vogliono  conquistare  a sé e  ai  propri  figli   un  migliore  avvenire. è  questa  la  sua  dottrina;ed in  questa  costante  visione  della  necessità  d'un   fondamento  morale  all'azione  emancipatrice  , tanto  politica  quanto  sociale, sta  la  caratteristica   differenza  del  socialismo  mazziniano da  quello  degli  altri   dottrinari  tedeschi , russi o francesi.
Mazzini   non  considerava  nel  proletario  un  semplice  strumento  di produzione  , ma  un  uomo  con  diritti e  aspirazioni   o bisogni  intellettuali e  morali, alla  pari  dei  privilegiati.  Accusava   il  Fourier  di  ricadere  nell'errore  degli  economisti  borghesi  e" di  ridurre  tutto  il  rimedio  a  un ordinamento  industriale" e gli  domandava  :--Credete  dunque  che  l'uomo  non sia  che  una  macchina  di produzione ,una  forza destinata  solo  al  servizio  d'un  lavoro  materiale?
Ed  ecco  perché  in tutte  le   sue  polemiche  sui  sistemi  socialistici  del tempo suo, come  si  potrebbe  riportare del  marxismo dei tempi  nostri, li accusava  di "materialismo".  Ecco perché  egli  non  separò  mai  la  questione  della  patria  da  costituire  in  unità  nazionale  ,libera  e  indipendente, dal  miglioramento economico  delle classi  più diseredate.

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