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venerdì 13 dicembre 2019

IL SISTEMA DEMOCRATICO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA "REGIMI COSTITUZIONALI E DITTATURE" di:Alberto Romagnoli 1°

1312---2019

1)  Problemi  insoluti  dopo il risorgimento:

Cavour aveva  più  volte  espresso  il  pensiero  che  all'Italia , raggiunta  l'indipendenza  e  l'unità ,  restava  il  dovere  di  dedicarsi  subito  a  un  nuovo  compito,  la  soluzione  del  problema  sociale;  compito  non  meno  arduo  del primo ,  ma altrettanto  doveroso  e  necessario , e  tale  da  rivelare  la  generosità  e  la  capacità  degli  uomini  destinati  a  reggere  , dopo di lui  ,  la  cosa  pubblica.  Era  lo  stesso pensiero  di  Garibaldi  e di Mazzini, che  avevano  sempre ispirato  la  loro lotta  alla  fratellanza  , alla  giustizia  sociale ,  alla  democrazia  .  Invece  le classi  dirigenti  italiane,  quelle  stesse  che  avevano  compiuto l'opera del Risorgimento, si chiusero  in  una  politica    conservatrice  e  timida,  dimentica  di tutti gli altri grandi  problemi  che  restavano  da risolvere  per  riportare  l'Italia  allo  stesso  livello  economico e sociale  delle più  progredite  nazioni  europee.
In conseguenza  di questa  mancata  risposta alle  istanze  delle  classi  diseredate e dei  partiti  più  progressivi, il regno  aveva subito  paurose  scosse ,  più  grave di  tutte quelle  del  1898, che  aveva  messo  in  pericolo  la  monarchia e  la  stessa unità  nazionale.  Ma,  sul  principio  del  nuovo  secolo, (900) si era  iniziato   per l'Italia  un periodo  di prosperità  e di  relativo  benessere , mentre  la lotta  politica  andava  assumendo  forme  sempre  più  corrette  e  temperate .  Specialmente  per opera  di Giovanni  Giolitti, quasi  ininterrottamente  presidente  del  consiglio  dal  1900  al  1914, un  nuovo  spirito  di libertà  ,  una  maggiore   considerazione  dei  diritti  delle  classi  lavoratrici,  un'amministrazione  pubblica  più  efficiente , avevano  portato  il paese  alla dimostrazione  che  lo  Statuto  albertino era  legge  costituzionale  capace   d'adattarsi  alle  esigenze  dei  nuovi  tempi  e  di  condurre  il paese  sulla  via  del progresso , purché fosse  interpretato  in  senso  veramente  liberale.

2) Turbamenti  politici  e sociali  del primo  dopoguerra:

Nel  1915  entrammo in guerra  contro il parere  di molti  uomini  politici  e con  un'opinione  pubblica   aspramente  divisa.  Contrari  erano  coloro  che,  come  i socialisti, vedevano  nell'immane  conflitto  lo scontro  di  cupidigie  estranee  all'interesse  del  proletariato, sul  quale  sarebbe  in  definitiva  ricaduto  il maggior  prezzo  , e  contrari  erano  anche  quegli  uomini  di parte  moderata  , come Giolitti, che  pensavano  che l'organismo statale  , dopo  appena  un  cinquantennio  d'unità, era ancor  giovane e fragile,  quantunque sulla  via  del  consolidamento  e del  progresso; questa  via  non  si  doveva   abbandonare  per  lanciarsi  in  una  prova  indubbiamente  durissima  e  colma di conseguenze oscure.
La  guerra  fu  più lunga  , sanguinosa , costosa  del  previsto;  finì  con  la vittoria , ma  lasciò  lo Stato  italiano , mentre  si affollavano  enormi  problemi,   in  una  prostrazione , di  cui  potevano  valersi  le forze   sovversive . Delle  due  forze  sovversive  parve in  un  primo momento  più  pericolosa  quella  di sinistra, ma  ,  proprio  quando  il  pericolo  da  questa  parte  poteva  considerarsi superato ,  lo  Stato  fu assalito  da una  forza  di destra  militarmente  organizzata,  che  impiegava  nella  conquista  del  potere  una  tecnica  moderna  appresa  dai  rivoluzionari  veri.
Il fascismo  traeva  origine  da  varie  correnti  :  innanzi  tutto  da  un  nazionalismo  retorico, di cui  D'Annunzio  era  la voce  più  alta, e  di cui  Mussolini  aveva  intuito  la  forza  suggestiva  specialmente  sul ceto medio;  dal  combattentismo , espressione  dell'irrequietezza  delle  centinaia di migliaia  di  combattenti  smobilitati , che  non  riuscivano a reintegrarsi  nella  vita  di pace; da  forze  economiche   di destra che  avevano  temuto  e  temevano  riforme  sociali  sincere,  ed  intuivano  i vantaggi che  alla  fine  avrebbero potuto  trarre  da  un  regime  autoritario , dichiaratamente  antisociale  e  antidemocratico; e  perfino  da frazioni del socialismo  che  ricordavano l'origine di Mussolini e   vedevano  in  lui  l'assertore  di  diritti  misconosciuti.
Ma,  a  portare  il fascismo  al potere  , fu  soprattutto  lo stato  d'animo  che  sempre  si  crea  in  un paese  quando  una  crisi  dell'ordine  statale  si  protrae  per  troppo  tempo: nasce  allora  negli  animi  l'idea  dell"uomo del destino" dell'uomo  forte  e giusto  che  riporterà  l'ordine  ;  si  offusca   allora  l'idea  della  libertà, cioè  della  responsabilità che  su  ciascuno  incombe  , si  perde  fiducia  nei  metodi  della  libertà, creduta  incapace  di  risolvere una crisi,  lunga, ma  che  si ritiene  pur  sempre  temporanea. Nessuno pensa  di  dare  definitamente  il potere  a  un  uomo  solo, ma  è  fermamente  convinto  che  soltanto  lui  potrà   ristabilire  l'ordine.
Dopo  il discorso  di Mussolini del  3  gennaio 1925,  fu  resa  impossibile  in Italia  la lotta  politica;  seguirono  una  serie  di provvedimenti eccezionali che  non avevano  riscontro  nella  storia  dei  moderni  Stati  occidentali.
Il fascismo  si  può  considerare  una  frattura  nella  vita  costituzionale  della  nostra  patria,  poiché   il suo  più  grave errore  fu per  l'appunto  di natura  costituzionale  ,  e  forse da  questo  originano  tutti  gli  altri.  Il fascismo pensò d'imprimere  nuova vita allo  Stato  ,  sottraendo  forza  e  scrollando  le sue  istituzioni  fondamentali  , storcendo  lo Statuto a  significazioni  aberranti  , e  tuttavia  lasciandolo  formalmente  in  vita,  quasi  a  ludibrio.  Veniva  abolito  il sistema  rappresentativo; alla  divisione  dei  poteri  era  sostituito  un  potere  compiutamente  accentratore, senza  limiti e controlli; in luogo  dell'imparzialità  dello  Stato  e dell'uguaglianza   della  legge, si  apriva  la  via  a criteri  d'arbitrio e di  discriminazione  che, di  naturale  conseguenza  ,  sopprimevano  tutte le libertà  individuali e le  loro garanzie ;  la  monarchia, data  l'impossibilità  d'un  suo intervento  moderatore  ed equilibratore  , in cui   considerava  la  sua  vera  e utile  funzione, diventava  uno strumento  superfluo; la questione  sociale , involta  in un  pesante  sistema corporativo  , dominato  dallo Stato, si  risolveva  a  vantaggio  della  parte  economica  più forte  e più  vicina  al potere  centrale; il regime  poi  ,nonostante  si proclamasse  destinatario  a  vivere  nei  secoli , dava  a se  stesso  un  carattere  di  provvisorietà  , in  quanto  , tutto  imperniato  sulla  vita  e la  capacità  d'una  persona  fisica, non  prevedeva ,nel  caso  di mancamento  di questa  ,  nessuna via  sicura  di successione  alla  direzione Stato, e  anzi  poneva  nel dubbio  perfino  l'ordine  naturale  di successione  al trono.
Attenendoci a  un  punto di vista  strettamente  costituzionale, si può  dunque  sicuramente  affermare  che  il  fascismo  nel campo  costituzionale  aveva  molto  distrutto  e nulla  costruito . Ed  infatti,  al termine  della  seconda  guerra  mondiale , l'Italia  , oltre  che  sconfitta  e  carica di rovine  e  di problemi  , si  trovò   priva  di  qualunque  rispettata istituzione su  cui  appoggiarsi , per  ricominciare  la sua  vita statale  e  riprendere  la strada  d'un  ordinato  progresso.

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