24--12 2019
Io vivo con un popolo che non ha parola: quelli che sono esclusi dagli affari del mondo, che sono rifiutati, considerati come pazzi, e che spesso sono lontani anche dalla "Buona Novella" di Gesù.
Si, io voglio , in certo modo , essere solidale con coloro che ne mondo sono esclusi a causa di un handicap fisico o mentale . Voglio anche unirmi ai loro genitori che soffrono tanto profondamente. E voglio parlare a nome di quelli che non hanno casa. Alcuni sono nelle prigioni dei nostri Paesi, in celle così piene da scoppiare , condannati a causa della loro attività politica e della loro lotta per la giustizia , della loro fede in Cristo o delle loro azioni contro la legge. Altri sono negli immensi campi per profughi; altri ancora sono immigrati in terre straniere . Voglio parlare a nome di quelli che sono intrappolati nel mondo della droga, gli emarginati, quelli che sono schiavi della prostituzione , quelli che sono soli, i vecchi, quelli che hanno fame , i lebbrosi, gli ammalati, i moribondi. Voglio parlare a nome dei bambini che soffrono e, in modo particolare , di quei bambini che sono rifiutati ancor prima di nascere.
Voglio parlare a nome di tutti quelli che si sentono inutili , non voluti, un peso sulle spalle della società, un ostacolo per le persone cosiddette "normali", i ricchi. I loro cuori sono feriti. Vivono nell'angoscia e nel senso di colpa perché nessuno, nessuno ha mai detto loro che erano preziosi e importanti.
Posso parlarvi di Paolo? Ora ha ventidue anni . L'abbiamo visto qualche anno fa in un ospedale, cieco , sordo , col cervello gravemente leso. E' stato abbandonato, all'età di quattro anni, dalla sua famiglia che, molto provata , non aveva potuto sopportare la sua malattia. Non aveva mai udito queste parole"Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto", parole così indispensabili per la sicurezza , la crescita e la pace di ogni bimbo. Proprio perché non aveva vissuto un profondo rapporto di amore , di comunione , di fiducia con i suoi genitori si era chiuso dietro spesse mura psicologiche, soffocate dai dolori acuti dell'angoscia, della solitudine e della colpa, che sono le grandi sofferenze dell'uomo. Dico "colpa", perché molto spesso chi è rifiutato dal mondo pensa che, se è stato rifiutato , è perché non è buono a nulla, è perciò cattivo.
Paolo vuole tanto essere amato, eppure ha paura di essere amato. Quando si è stati feriti nel proprio cuore, come lo è stato lui , gli altri diventano pericolosi e si è obbligati a nascondersi dietro a mura di paura e di sospetto. Occorrerà molto tempo perché Paolo abbatta queste barriere, che forse non cadranno mai del tutto. Tutto ciò richiederà molti anni, durante i quali noi saremo chiamati a toccare il suo corpo con rispetto , a lavare il suo corpo con tenerezza , a vestirlo, a giocare con lui e a sollevarlo con gioia , sperando così di fargli scoprire che, proprio lui, è bello e importante. A poco a poco , speriamo che scoprirà che non vi è per lui alcun pericolo nell'uscire fuori dalle mura che si è costruito, che può aprirsi alla fiducia e credere in se stesso , che può vivere , che c'è speranza.
Chi è oppresso e abbandonato aspetta , come Paolo , qualcuno che starà con lui , che entrerà in un rapporto di fiducia reciproca con lui , che camminerà con lui , che gli dimostrerà la sua dignità e che è un figlio prezioso del Padre. Chi è abbandonato e inutile è spesso incapace di lottare per la sua liberazione, è troppo stanco, troppo debole, troppo povero, troppo malnutrito , troppo ammalato.
Sulla nostra terra , circa 2000 anni fa, la parola eterna del Padre si è scritta nella nostra storia. Il Verbo si è fatto carne, è diventato un Bambino nel grembo di Maria, sposa di Giuseppe. Maria l'ha dato alla luce in una grotta a Betlemme.
Egli ha abitato fra noi . Egli ha fatto percepire a noi , uomini e donne di ogni età, la nostra bellezza. I suoi occhi , le sue mani e la sua voce hanno insegnato ai lebbrosi e a Maria di Magdala che erano importanti, Ma noi non l'abbiamo accolto. è venuto fra i suoi , ma i suoi non l'hanno accolto. Noi l'abbiamo respinto, l'abbiamo imprigionato , l'abbiamo torturato, l'abbiamo crocifisso. Eppure , per mezzo del suo corpo spezzato e del sangue che ha versato in sacrificio , egli ha rivelato proprio a noi , uomini e donne di ogni luogo e tempo , che siamo amati , infinitamente amati dal Padre. Noi non siamo un popolo condannato e malvagio, ma un popolo rinato nel perdono e nella speranza tramite lo Spirito di Gesù. E oggi Gesù continua a camminare su questa terra , ma in noi che siamo la sua Chiesa, i suoi discepoli e, anzi, i suoi amici.Siamo noi il suo corpo, il suo Corpo mistico. Egli vuole che siamo le sue mani, i suoi occhi, la sua voce ,il suo viso e il suo cuore per far capire ai vari Paolo , come a tutte le persone del mondo e, in particolare , ai più poveri e ai più deboli, che sono preziosi per il Padre e che sono capaci di crescere per portare la vita agli altri.
Egli ci manda , con la potenza del suo Spirito , per essere con i poveri ,camminare con i poveri , stare sempre con loro, e non solo venire a trovarli di tanto in tanto , per migliorare le loro condizioni di vita , non solo, sebbene ciò sia importante, per impartire loro degli insegnamenti teorici e ideologici, ma per vivere un rapporto autentico con loro, un'alleanza . Egli non vuole che abbiamo paura ; egli vuole che abbandoniamo le nostre sicurezze di santità, di potere e di sapere perché possiamo aprire loro le nostre case per andare a vivere nel loro quartiere e per diventare con loro un corpo , una comunità , una comunione, per diventare con loro Chiesa di Gesù Cristo in modo più veritiero.
E' così che noi cresceremo insieme , in nome di Gesù , nella libertà , a dispetto delle tirannie e dell'oppressione ; noi costruiremo insieme delle comunità di riconciliazione , dove ognuno troverà il suo posto, dove gli uomini e le donne potranno cooperare fra loro , nel rispetto e nell'amore delle loro differenze, e dove le famiglie cristiane potranno accrescersi ed espandersi nell'amore.
Paolo mi ha insegnato tanto. Mi ha insegnato che il Padre, se si cela nella bellezza della creazione , nello splendore delle liturgie e nella saggezza dei teologi e dei sapienti, si cela anche nel corpo straziato dei lebbrosi, degli ammalati , di quelli che soffrono. Si cela anche nel bambino:" Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chiunque accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato"(Lc 9,48). Chi può credere in questo messaggio , che l'eterno Dio Onnipotente si trova nei piccoli , negli inermi, negli oppressi, e nei sofferenti di questo mondo ; che vivere con loro significa vivere con la santa Trinità , Padre , Figlio, e Spirito Santo? Come Gesù è l'immagine del Padre . il figlio abbandonato , respinto . è l'immagine di Gesù e, quando noi istituiamo un rapporto di fiducia con lui, entriamo in un rapporto di fiducia con Dio.
" Egli si è caricato delle nostre sofferenze , si è addossato i nostri dolori...per le sue piaghe noi siamo stati guariti"(Is. 53,4-5).
Paolo mi ha fatto capire che la cosa più preziosa in me è il mio cuore . La mia testa e le mie mani non hanno valore se non nella misura in cui sono a servizio dell'amore e del rapporto fondato su un'alleanza , che deriva dall'alleanza con Gesù. E' vero che la sua debolezza , la sua fragilità , la sua fiducia mi hanno risvegliato , mi hanno chiamato in causa e, oserei dire, mi hanno portato sulla strada della guarigione e dell'unità. Mi invita a passare dall'isolamento del mio orgoglio e delle mie paure alla compassione , alla comprensione. alla tenerezza e alla partecipazione.
Ma non è solo questo che mi ha insegnato Paolo : mi ha insegnato qualcos'altro. Mi ha fatto capire che in me ci sono degli spazi di odio, di violenza, di depressione , di paura ; ha risvegliato in me alcune profonde ferite di angoscia , di cui ignoravo l'esistenza e che dormivano nel mio profondo , dietro alle mie barriere di potere , capacità , conoscenza, ipocrisia e desiderio di essere ammirato. Camminando con i poveri, ho toccato con mano la mia povertà. Le loro ferite mi hanno fatto percepire le mie . Mi hanno mostrato la mia paura di seguire davvero Gesù con fede, umiltà e povertà, e quante volte ho voluto fuggire , rifugiarmi nel sapere , nei sogni per il domani , nel potere e nelle sicurezze umane. Si , i poveri mi urtano. Il grido profetico che alzano per essere compresi, per ottenere un po' di amicizia e perché si dia loro una possibilità , mi ha rivelato la mia durezza, il mio egoismo , il mio peccato e la mia resistenza ad ogni cambiamento interiore. Mi hanno fatto capire quanto io sia prigioniero delle mie paure e della mia cultura.
Eppure , io so che la mia alleanza è con loro; è in loro e con loro che io incontro Gesù Cristo; Gesù nascosto in chi ha fame o sete, in chi non ha casa o vestito, in chi è straniero, ammalato o prigioniero; Gesù la vita del mondo.
E io devo imparare a incontrare Gesù ,non solo nella povertà di Paolo, ma anche nella mia povertà. Ho bisogno di Gesù , nostro Salvatore, per imparare ad amare. Si , io so che è vero: Gesù, che ama , è nascosto nelle ferite di Paolo, ma lo è anche nelle mie ferite. Il suo cuore ferito e colpito a morte è nascosto nella piccolezza , nella debolezza , e nelle ferite dell'umanità. Il suo cuore è un'immensa fonte d'amore, nascosto nel cuore della Chiesa, nascosto nel regno di Dio che è presente oggi fra noi, in tutto ciò che appare nel linguaggio del nostro mondo,perduto e disperato.
Tutti noi siamo invitati a bere ,bere a pieni sorsi al cuore di Cristo; bevendo, noi , cioè la Chiesa, possiamo diventare un rifugio per tutti quelli che, in questa terra ,sono isolati ed oppressi . Cristo ha posto chi ha fame e chi soffre fra le braccia della sua Chiesa, affinché possano guarirci , farci scendere dai nostri piedistalli di potere e di ricchezza e guidarci verso la saggezza delle beatitudini.
Si, l'unità alla quale noi tendiamo , l'unità del corpo , non può esserci se noi non diveniamo"uno" con Gesù e "uno" con gli esclusi del mondo. Saranno costoro a guidarci alla Città Santa , quelli che accorrono, saltellando di gioia , alla festa delle nozze ,mentre i ricchi hanno rifiutato l'invito. Imparando a lavare loro i piedi, a chiedere loro perdono, imparando a camminare umilmente con loro, scopriremo , proprio mentre ci insegnano a spogliarci delle nostre ricchezze, la ricchezza dell'amore e della verità nascosta nei loro cuori, nascosta a volte dietro la collera , la depressione e la malattia. E noi saremo uniti , non in un desiderio di vendetta o di odio nei confronti dei ricchi e degli oppressori, ma con i cuori pieni di perdono. Si , la forza dell'amore di Gesù , vissuto nell'unità e nella partecipazione , è più forte della potenza delle armi più terribili.
La Chiesa fondata da Gesù , crocifisso e risuscitato , animata dallo Spirito Santo , affidata agli apostoli così come alle donne e a Maria , madre di Gesù, e ai suoi fratelli, come si dice negli Atti , è chiamata , oggi come ieri , ad essere una Chiesa umile e fiduciosa nell'annunciare con audacia la "meravigliosa novella" della pace e della salvezza. Essa è chiamata a essere una Chiesa ospitale , una Chiesa che è povera e cammina accanto al povero ; una Chiesa che comprende e che vive il potere della non-violenza (un uomo come il Mahatma Gandhi ha vissuto ciò con grande verità) , una non-violenza che non è debolezza , ma forza. è chiamata a essere una Chiesa pronta a entrare nella lotta contro le forze del male e dell'odio, descritte nel libro dell'Apocalisse come la bestia e il drago. Così ciascuno di noi è chiamato a essere il viso e il cuore di Gesù, l 'Angelo di Dio ,offerto in sacrificio ; ciascuno è chiamato a essere pronto a dare la vita per amore, in unione con Gesù crocifisso e risuscitato , in compagnia di tutti quelli che hanno dato la vita prima di noi o che soffrono oggi la crocifissione.
E se oggi non possiamo bere tutti insieme allo stesso calice il sangue di Cristo , beviamo insieme allo stesso calice la sofferenza, la sofferenza della divisione, della divisione fra noi come della divisione fra noi e i poveri e i sofferenti. Che possiamo rinnovare, con una umiltà più grande , la nostra totale fede in Gesù , vita del mondo! Gesù , la notte in cui fu tradito , prese il pane , lo benedisse , lo spezzò , lo diede ai suoi discepoli e disse:" Prendete e mangiate tutti : questo è il mio corpo"
Spezzò il pane , segno del suo corpo spezzato . Anche noi siamo il suo corpo spezzato . La Chiesa è spezzata : l'umanità è spezzata . Piangiamo e chiediamo perdono a Dio , chiediamo perdono gli uni agli altri, e a tutti gli uomini e le donne della terra , soprattutto ai più poveri e ai più deboli, per avere così spesso sfigurato il messaggio di Gesù . Lasciamo allora che si impossessi oggi del cuore di ciascuno di noi , lo benedica e lo spezzi, spezzando così la nostra durezza e il nostro orgoglio , e lo doni , rinato nell'amore e nell'unità , trasformato in sé dallo Spirito Santo , a tutti gli uomini e a tutte la donne e, in particolare, a chi è povero , isolato o perduto.
Ma noi, corpo spezzato ,cerchiamo di diventare "un " corpo nella Città Santa , dove nessuno è escluso e dove l'ultimo e il più debole hanno il loro proprio posto.
è la nostra speranza per la vita e per la redenzione di tutti gli uomini e di tutte le donne . E questo si realizzerà quando diventeremo davvero figli suoi, che con una profonda fede in lui pregano davvero:"Padre nostro".
Auguri di un Santo Natale nella luce di Betlemme!
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