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martedì 24 dicembre 2019

Il povero , cammino d'unità di:Jean Vanier Santo Natale 2019

24--12   2019

Io vivo  con un  popolo  che  non ha parola: quelli che  sono esclusi  dagli  affari  del mondo,  che  sono rifiutati, considerati  come pazzi, e  che  spesso  sono  lontani  anche  dalla  "Buona  Novella"  di Gesù.
Si,  io  voglio  , in  certo  modo  , essere  solidale  con coloro  che  ne mondo sono  esclusi  a  causa  di un  handicap  fisico o  mentale  . Voglio  anche  unirmi  ai  loro genitori  che  soffrono  tanto profondamente. E voglio  parlare  a nome   di quelli che  non  hanno casa. Alcuni  sono  nelle  prigioni  dei nostri  Paesi, in celle  così  piene  da  scoppiare , condannati  a  causa  della  loro  attività  politica  e della  loro lotta  per la giustizia , della  loro fede in Cristo  o delle loro  azioni  contro la  legge. Altri  sono negli  immensi  campi  per profughi; altri  ancora   sono  immigrati  in terre  straniere  . Voglio parlare  a  nome  di quelli  che  sono  intrappolati  nel  mondo  della  droga, gli  emarginati, quelli  che  sono  schiavi  della  prostituzione , quelli  che  sono  soli, i vecchi, quelli  che  hanno  fame  , i  lebbrosi, gli  ammalati,  i moribondi. Voglio  parlare  a nome  dei  bambini  che  soffrono e,  in modo  particolare  , di  quei  bambini  che  sono  rifiutati  ancor  prima di nascere.
Voglio  parlare  a nome  di tutti  quelli  che  si  sentono  inutili , non voluti, un  peso  sulle  spalle  della società, un  ostacolo  per  le persone  cosiddette  "normali", i ricchi. I loro   cuori  sono feriti. Vivono  nell'angoscia  e nel  senso  di colpa  perché  nessuno,  nessuno  ha  mai  detto  loro  che  erano  preziosi e importanti.
Posso  parlarvi  di Paolo? Ora  ha  ventidue  anni .  L'abbiamo  visto  qualche anno fa  in  un ospedale, cieco , sordo , col  cervello  gravemente  leso. E'  stato abbandonato, all'età  di quattro anni, dalla  sua  famiglia che,  molto provata  , non  aveva  potuto sopportare  la  sua  malattia.  Non  aveva  mai udito  queste  parole"Tu  sei  il Figlio mio prediletto, in te  mi sono  compiaciuto", parole  così  indispensabili  per  la sicurezza , la  crescita e  la pace  di ogni bimbo.  Proprio  perché  non  aveva  vissuto  un profondo  rapporto  di amore , di  comunione , di  fiducia  con  i suoi  genitori si era  chiuso  dietro  spesse  mura  psicologiche, soffocate  dai  dolori  acuti  dell'angoscia, della  solitudine e della  colpa, che  sono  le grandi sofferenze dell'uomo.  Dico "colpa", perché  molto spesso chi  è rifiutato  dal mondo pensa  che,  se  è stato  rifiutato  , è  perché  non  è buono  a nulla, è  perciò  cattivo.
Paolo  vuole  tanto essere  amato,  eppure  ha  paura  di essere amato. Quando  si è  stati  feriti  nel  proprio  cuore, come  lo è   stato lui , gli  altri  diventano pericolosi  e si  è obbligati a  nascondersi dietro  a  mura  di  paura  e  di sospetto. Occorrerà  molto  tempo  perché  Paolo  abbatta  queste  barriere, che  forse  non cadranno  mai  del tutto. Tutto  ciò  richiederà  molti  anni, durante  i quali  noi  saremo chiamati  a toccare il suo  corpo  con rispetto , a  lavare  il suo corpo con tenerezza , a  vestirlo,  a giocare  con lui  e a  sollevarlo  con  gioia , sperando  così  di fargli  scoprire   che,  proprio  lui, è bello e  importante.  A  poco a poco  , speriamo  che  scoprirà  che  non  vi è  per  lui  alcun  pericolo  nell'uscire   fuori  dalle  mura  che  si   è   costruito, che  può  aprirsi  alla  fiducia   e credere  in  se stesso , che  può  vivere , che  c'è  speranza.
Chi  è oppresso  e  abbandonato  aspetta  , come  Paolo , qualcuno  che  starà  con lui , che  entrerà  in  un  rapporto  di fiducia   reciproca  con lui  , che  camminerà  con lui , che  gli  dimostrerà  la  sua  dignità e che è   un figlio  prezioso del Padre. Chi  è  abbandonato  e  inutile  è spesso  incapace  di lottare per la sua  liberazione, è  troppo  stanco, troppo debole, troppo  povero, troppo malnutrito , troppo  ammalato.
Sulla  nostra  terra , circa  2000  anni fa,  la  parola  eterna  del  Padre  si  è  scritta  nella  nostra  storia. Il  Verbo  si  è  fatto  carne, è diventato un Bambino  nel grembo  di Maria, sposa  di Giuseppe. Maria  l'ha  dato  alla  luce  in  una  grotta  a  Betlemme.
Egli  ha  abitato  fra noi  .  Egli  ha  fatto  percepire  a  noi , uomini  e donne  di ogni età, la  nostra  bellezza. I suoi  occhi  , le sue  mani  e  la  sua  voce  hanno  insegnato  ai  lebbrosi  e  a  Maria di  Magdala che  erano  importanti, Ma noi  non  l'abbiamo accolto. è venuto  fra  i suoi , ma  i suoi  non  l'hanno  accolto. Noi  l'abbiamo  respinto, l'abbiamo  imprigionato  , l'abbiamo  torturato, l'abbiamo  crocifisso.  Eppure  , per  mezzo  del suo  corpo  spezzato  e del sangue  che  ha  versato  in  sacrificio , egli  ha  rivelato  proprio  a  noi , uomini  e donne  di ogni  luogo e tempo , che  siamo  amati , infinitamente amati dal Padre. Noi non  siamo  un popolo  condannato  e  malvagio, ma  un  popolo rinato  nel perdono  e nella  speranza  tramite  lo Spirito   di Gesù.  E  oggi  Gesù  continua  a  camminare  su  questa  terra  , ma  in  noi  che siamo  la sua  Chiesa, i suoi  discepoli e, anzi,  i suoi  amici.Siamo  noi  il suo  corpo, il  suo Corpo  mistico. Egli vuole  che  siamo  le sue  mani, i suoi occhi, la  sua  voce  ,il suo viso e  il  suo  cuore  per  far  capire  ai  vari  Paolo , come  a  tutte  le  persone  del mondo e,  in particolare  , ai  più  poveri  e ai  più  deboli,  che  sono  preziosi  per il Padre e  che  sono  capaci  di  crescere  per portare la vita  agli altri.
Egli  ci  manda  , con  la  potenza  del suo  Spirito  , per  essere con  i poveri ,camminare  con  i poveri , stare  sempre  con  loro, e non  solo  venire  a trovarli  di tanto in tanto  , per  migliorare  le  loro  condizioni  di vita , non  solo,  sebbene  ciò  sia  importante, per  impartire  loro  degli  insegnamenti  teorici  e  ideologici, ma  per  vivere  un  rapporto  autentico  con loro,  un'alleanza . Egli non  vuole  che  abbiamo  paura  ;  egli vuole  che  abbandoniamo  le  nostre  sicurezze  di santità, di  potere  e di  sapere  perché  possiamo  aprire  loro  le  nostre  case per  andare a  vivere  nel  loro  quartiere  e per  diventare  con  loro  un  corpo ,  una  comunità  , una  comunione, per  diventare  con  loro Chiesa  di Gesù  Cristo  in  modo  più  veritiero.
E'  così  che  noi   cresceremo  insieme  , in  nome  di Gesù , nella  libertà  , a  dispetto  delle  tirannie  e  dell'oppressione ;  noi  costruiremo  insieme  delle  comunità  di  riconciliazione , dove  ognuno troverà  il suo  posto, dove  gli uomini  e le donne  potranno  cooperare  fra  loro , nel rispetto  e  nell'amore  delle  loro differenze, e  dove  le famiglie  cristiane  potranno  accrescersi  ed  espandersi  nell'amore.
Paolo  mi  ha  insegnato tanto. Mi  ha  insegnato  che il Padre, se  si  cela  nella  bellezza  della  creazione , nello  splendore  delle  liturgie  e  nella  saggezza  dei teologi e dei  sapienti, si  cela  anche  nel corpo  straziato  dei  lebbrosi, degli   ammalati , di quelli  che soffrono. Si  cela  anche  nel  bambino:" Chi  accoglie  questo  fanciullo  nel mio nome, accoglie  me; e chiunque  accoglie  me,  accoglie  colui  che  mi ha  mandato"(Lc 9,48).  Chi può  credere  in questo  messaggio  , che  l'eterno  Dio Onnipotente si  trova  nei  piccoli  , negli  inermi,  negli  oppressi,  e nei  sofferenti di questo mondo  ; che  vivere  con  loro  significa  vivere  con  la  santa  Trinità , Padre , Figlio, e  Spirito Santo? Come  Gesù  è l'immagine  del Padre  . il figlio  abbandonato  , respinto  . è l'immagine  di Gesù  e,  quando  noi  istituiamo un  rapporto  di fiducia  con lui, entriamo in un rapporto  di fiducia  con Dio.
" Egli si è  caricato  delle  nostre  sofferenze , si è  addossato  i nostri dolori...per  le sue  piaghe  noi  siamo  stati  guariti"(Is. 53,4-5).
Paolo  mi ha  fatto  capire  che  la cosa  più  preziosa  in me  è  il  mio cuore . La  mia  testa  e  le mie mani  non hanno valore  se  non  nella  misura  in cui  sono  a  servizio  dell'amore  e del rapporto  fondato  su  un'alleanza , che  deriva  dall'alleanza  con  Gesù. E'  vero  che  la  sua  debolezza  , la sua  fragilità  , la  sua  fiducia  mi hanno  risvegliato  , mi  hanno  chiamato  in causa  e,  oserei  dire, mi  hanno  portato  sulla  strada  della guarigione  e dell'unità.  Mi  invita  a  passare  dall'isolamento  del  mio  orgoglio e delle  mie  paure  alla  compassione  , alla  comprensione. alla tenerezza e alla  partecipazione.
Ma  non  è  solo  questo  che  mi ha  insegnato  Paolo  :  mi ha  insegnato  qualcos'altro. Mi  ha  fatto  capire  che  in me  ci  sono  degli spazi  di odio, di violenza, di  depressione , di  paura ;  ha  risvegliato in me  alcune  profonde  ferite  di angoscia , di  cui ignoravo  l'esistenza  e  che dormivano  nel mio profondo , dietro alle  mie  barriere  di  potere , capacità  , conoscenza, ipocrisia  e  desiderio  di essere  ammirato. Camminando  con i poveri, ho  toccato  con  mano  la  mia  povertà. Le  loro  ferite  mi hanno  fatto  percepire  le mie .  Mi  hanno mostrato la  mia paura di  seguire  davvero Gesù  con fede, umiltà  e povertà, e  quante  volte  ho  voluto  fuggire  , rifugiarmi  nel  sapere  , nei  sogni per il  domani  , nel  potere  e  nelle  sicurezze  umane. Si  , i poveri  mi urtano.  Il grido  profetico che alzano  per essere  compresi,  per ottenere  un po'  di amicizia  e perché  si dia  loro  una  possibilità , mi  ha rivelato  la  mia durezza, il mio egoismo , il mio  peccato  e  la  mia  resistenza  ad  ogni  cambiamento  interiore. Mi  hanno  fatto  capire  quanto  io  sia  prigioniero delle  mie paure  e della mia cultura.
Eppure  , io  so  che  la mia  alleanza  è  con  loro; è  in loro  e con loro  che  io incontro Gesù  Cristo;  Gesù nascosto  in chi  ha  fame o sete, in chi  non  ha  casa  o vestito, in chi  è straniero, ammalato o prigioniero;  Gesù  la  vita  del mondo.
E  io devo imparare a  incontrare   Gesù  ,non solo  nella  povertà  di Paolo, ma anche  nella  mia  povertà. Ho  bisogno  di Gesù ,  nostro  Salvatore, per  imparare  ad  amare.  Si  , io so  che  è  vero:  Gesù, che  ama  , è  nascosto  nelle   ferite di  Paolo, ma lo è  anche  nelle  mie ferite.  Il suo  cuore  ferito  e  colpito  a morte è nascosto  nella  piccolezza  , nella  debolezza , e  nelle  ferite dell'umanità. Il suo  cuore  è un'immensa  fonte  d'amore,  nascosto  nel cuore  della Chiesa, nascosto  nel  regno  di Dio che  è presente  oggi  fra  noi,  in tutto  ciò  che  appare  nel  linguaggio  del  nostro  mondo,perduto  e disperato.
Tutti  noi  siamo  invitati a bere ,bere  a pieni  sorsi  al cuore  di Cristo; bevendo, noi , cioè la  Chiesa, possiamo  diventare un rifugio  per  tutti  quelli  che,  in  questa  terra  ,sono isolati  ed  oppressi  . Cristo  ha  posto  chi  ha  fame  e  chi  soffre  fra le braccia  della  sua  Chiesa, affinché  possano  guarirci  , farci scendere  dai  nostri  piedistalli  di potere  e di  ricchezza  e  guidarci  verso  la  saggezza delle beatitudini.
Si,  l'unità  alla  quale  noi  tendiamo  , l'unità  del corpo  , non  può  esserci  se  noi  non  diveniamo"uno"  con Gesù  e  "uno" con gli esclusi  del mondo.  Saranno  costoro  a  guidarci alla  Città  Santa  , quelli  che  accorrono,  saltellando  di gioia , alla  festa  delle  nozze  ,mentre  i ricchi  hanno  rifiutato  l'invito.  Imparando  a   lavare  loro i piedi, a  chiedere  loro perdono, imparando  a  camminare  umilmente  con loro,  scopriremo , proprio  mentre  ci  insegnano  a  spogliarci delle nostre ricchezze,  la ricchezza  dell'amore  e  della  verità  nascosta nei loro  cuori, nascosta  a  volte  dietro  la  collera  , la  depressione  e la  malattia.  E  noi saremo  uniti , non in un desiderio  di  vendetta  o  di odio  nei  confronti  dei  ricchi  e degli  oppressori,  ma  con  i  cuori  pieni  di perdono.  Si  , la  forza  dell'amore  di Gesù  , vissuto nell'unità  e nella  partecipazione , è  più  forte  della  potenza  delle armi  più terribili.
La Chiesa   fondata da  Gesù  , crocifisso  e  risuscitato  , animata  dallo Spirito  Santo  , affidata  agli  apostoli  così  come  alle  donne  e a Maria   , madre  di Gesù, e ai  suoi  fratelli, come  si  dice negli Atti , è  chiamata  , oggi come  ieri  , ad  essere  una  Chiesa umile  e  fiduciosa  nell'annunciare  con  audacia  la  "meravigliosa  novella"  della  pace  e della  salvezza. Essa  è chiamata  a essere  una  Chiesa  ospitale  , una  Chiesa  che  è povera e  cammina  accanto  al povero  ;   una Chiesa che  comprende  e  che  vive  il potere  della  non-violenza  (un uomo come  il  Mahatma  Gandhi  ha  vissuto  ciò  con  grande  verità)  , una  non-violenza  che  non è  debolezza  , ma forza.  è chiamata   a essere  una  Chiesa  pronta  a  entrare  nella  lotta  contro  le  forze del  male  e dell'odio,  descritte  nel  libro  dell'Apocalisse come  la bestia e il drago.  Così  ciascuno  di noi  è chiamato  a essere  il viso e il cuore  di Gesù, l 'Angelo di Dio ,offerto  in  sacrificio ;  ciascuno  è chiamato  a essere  pronto  a dare  la vita  per amore,  in unione  con  Gesù  crocifisso  e risuscitato , in compagnia  di  tutti  quelli  che  hanno  dato  la vita  prima  di noi o  che  soffrono  oggi  la crocifissione.
E  se  oggi  non possiamo  bere  tutti  insieme  allo  stesso  calice  il sangue  di Cristo , beviamo  insieme  allo  stesso calice  la  sofferenza, la  sofferenza  della  divisione, della  divisione  fra  noi  come della  divisione fra  noi  e i poveri  e i sofferenti. Che  possiamo  rinnovare,  con  una  umiltà  più  grande , la  nostra  totale  fede  in Gesù  , vita  del mondo! Gesù  , la  notte  in cui  fu tradito , prese  il pane  , lo benedisse , lo spezzò  , lo diede  ai suoi  discepoli e disse:" Prendete e mangiate  tutti  : questo  è il mio corpo"
Spezzò  il pane  , segno  del suo  corpo  spezzato . Anche  noi  siamo  il suo corpo  spezzato  . La Chiesa  è spezzata : l'umanità  è  spezzata  . Piangiamo  e  chiediamo  perdono  a Dio , chiediamo  perdono  gli uni agli altri, e  a tutti  gli uomini  e le donne  della   terra  , soprattutto  ai  più  poveri  e ai  più  deboli, per  avere  così  spesso  sfigurato  il messaggio  di Gesù  . Lasciamo  allora  che  si  impossessi  oggi  del  cuore di ciascuno  di noi , lo  benedica  e lo spezzi, spezzando  così   la nostra  durezza  e il nostro  orgoglio  , e  lo doni  ,  rinato  nell'amore  e  nell'unità  , trasformato  in sé  dallo Spirito  Santo , a tutti  gli uomini  e a tutte  la donne e,  in particolare, a chi  è povero  , isolato o perduto.
Ma  noi,  corpo  spezzato ,cerchiamo  di diventare  "un  " corpo  nella  Città  Santa , dove  nessuno  è  escluso e dove  l'ultimo  e il  più  debole  hanno  il loro  proprio  posto.
è  la nostra  speranza  per  la vita  e per  la redenzione  di tutti  gli uomini  e di  tutte  le donne  . E  questo  si  realizzerà  quando  diventeremo  davvero  figli  suoi, che  con  una  profonda fede in lui  pregano  davvero:"Padre  nostro".

Auguri  di un Santo Natale  nella  luce  di  Betlemme!

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