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lunedì 2 marzo 2020

"Senso religioso: Accettare Dio , ubbidire a Dio" pensieri di un oblato di: Ugo Greci

2--3--2020
Una  delle cose più  significative  caratterizzanti  la nostra epoca  rispetto  alle precedenti, sta  senza  dubbio  nella  estrema  accessibilità in relazione a  comunicazioni  e spostamenti. Stampa , televisione e mazzi di trasporto  hanno  raggiunto un livello qualitativo  tale  da  permettere  praticamente a tutti  di  averne libero accesso. Il mondo  è diventato più  piccolo ,  così che,  tra  l'altro , ideologie e religioni, un tempo prerogativa  ognuna di una  determinata area  del pianeta , tendono a  sconfinare e ad  amalgamarsi  tra loro.
Il nostro  paese, tradizionalmente roccaforte  del  Cristianesimo, non si sottrae a questo  processo  che,  in  aria  di  ecumenismo e  dialogo inter  religioso,  può  essere visto  come  una  nota  positiva . Ci sarà  molto  da prendere e dare in quanto a  conoscenze  ed  esperienze, così  che,  ognuno , potrà  avere modo di  attingere "perle" che  potrebbero rivelarsi preziose al fine della  propria  crescita spirituale. Ma è  risaputo  :  a  ogni processo , pur  positivo che sia, non  è  mai  disgiunto  un  più  o meno corrispondente effetto collaterale . Chi  si sente Cristiano o in qualche  modo avesse a cuore  la nostra tradizione religiosa , probabilmente non potrà non  tenere  conto.
Nel tessuto sociale , in conseguenza al cospicuo aumento di  gruppi religiosi o pseudo  tali, inizia  a farsi sentire un  corrispondente  aumento  di atteggiamenti critici in  buona  fede e no, non solo nei  confronti della classe clericale (fattore umanamente più comprensibile ) ma , e  qui  la situazione si  aggrava , dell'essenza  stessa del messaggio  Cristiano. Si   può  avvertire da parte di  qualcuno nei  nostri  confronti  un  compiangere: rei , i Cristiani , di non  avere ancora  capito che  l'Università  della  verità  trascendenti  sta  in  altre  parti della terra, presumibilmente in India  o Giappone.  Di  fatto  , si   relega  così  il  Cristo  a  una  sorta  di profeta  minore.
L'iconografia  che  da  un paio  di millenni  accompagna la  tradizione  cristiana  testimonierebbe, attraverso il  marcato  atteggiamento di  compunzione  dei santi  e  della  stessa Madre di Dio , una  religione atta  a suscitare sensi  di colpa e  conseguente  atteggiamento  annichilente  ogni  volontà  individuale; questo anche perché, sempre secondo il punto di vista di qualcuno , il nostro più  vistoso errore   consisterebbe proprio  nel delegare a un Dio al  di fuori  di noi stessi  problematiche  e speranze che  altro non  dovrebbero essere se non  rivolte  dentro  di noi.
La  proiezione di colpe e   responsabilità sul  mondo esterno  che  andrebbero  ricercate soprattutto  all'interno  e nel più  intimo di noi stessi , è  questione di  enorme importanza ,per  lo  più  nulla o  poco  compresa , ma il trattarla  in  questo  contesto ci  porterebbe troppo lontano . Interessante  ci  sembra  invece l'aspetto opposto e  complementare  a questo  atteggiamento; quello  che  ci porta ad  acquisire e  gestire il POTERE.
Se  ci  si  prendesse la briga  di  analizzare i vari  problemi che per lo più  attanagliano  la gente , si  scoprirebbe che   quasi  tutti  potrebbero essere ridotti  a un  denominatore comune: il potere. In forme  più  o meno  raffinate è  comunque sempre il potere che  tormenta l'uomo. In  passato  esso si  strutturava  in modo più  grossolano e  chiaro, nella  vita  odierna più  sfumato  e sublimato, divenuto a volte  quasi  irriconoscibile. Una delle tecniche  attuali più  frequenti  per esercitare il potere è la malattia .  La malattia  garantisce al singolo uno spazio libero e non criticabile  per  i suoi inconsci  desideri di potere. Per questo  motivo in  genere i malati non  desiderano affatto  liberarsi delle  loro malattie. è tuttavia  ovvio che  il  malato  crede di voler  guarire ,  ma  questo  avviene  solo  perché  la   motivazione del  suo  stato  non  gli è  affatto  chiara . Una volta  che  dovesse  decidere tra  la malattia  e  la rinuncia al potere , la scelta sarebbe in genere molto difficile.
Il potere di affermazione dell'io, è  il tentativo  di non sottomettersi  a regole,  di imporre agli  altri  la propria  volontà . Il  motivo per cui  in  paradiso  fu  dato  a un certo punto  il motivo al  frutto , deve avere  stretta  connessione con  la tematica "potere",in quanto questo  significato non  sottomettersi  alla legge , ma sapere personalmente  che  cosa  è buono  e che  cosa  è cattivo. Pur  di detenere  questo  potere, l'uomo è  sempre stato  disposto  a pagare un prezzo  molto alto. Per  ottenere il potere  l'uomo  continua in diversi modi  a vendere l'anima al diavolo, stabilendo  di  fatto patti con  lui. è  indubbiamente questo  uno  dei significati  impliciti  nelle    tentazioni  di Gesù nel deserto: il diavolo  invita  in effetti  Gesù a   mettere  le sue capacità  al servizio  soltanto di innocui  e addirittura  utili  cambiamenti  , ma  egli  non era  un riformatore , una  specie di  "Marx" come  avrebbe  sperato  la massa, era  il Figlio di Dio  venuto soltanto ad additarci  la via  di ritorno al Padre , facendosi così  portatore   e  realizzatore  del  progetto  divino:" Non sono  venuto  a  fare la mia volontà, ma  quella  di colui che  mi  ha  mandato  e  realizzare   la sua opera" (Giv 4,34). Intralciare  l'uomo in questo  cammino è di fatto  l'unico  motivo che  sta  a cuore  al demonio.
Il termine Religione , dal latino  "religio", esprime un  significato molto  affine a "relegare";  rilegare  che  cosa  se  non il perfetto  rapporto con il divino?  Ovviamente  le varie  tradizioni religiose  hanno espresso  significati  analoghi con  termini diversi , in  conformità  al  fatto  che  la  divinità  si è  manifestata  in luoghi e modi  differenti in relazione  al  tipo  di società  a cui  doveva  via  via  essere indirizzata. Così  che,  per esempio , la parte  materiale dell'uomo o corpo fisico potrebbe  essere definita "io" , o  "piccolo sé" , contrapposta  al Sé interiore   corrispondente ad  anima  e corpo per  noi  cristiani.
Ogni vera  religione  insegna  da sempre la strada che  da  uno stato  di consapevolezza  polarizzato  sull'io  conduce  al Sé. Per dirla in modo  poetico  , potremmo  affermare  che  come  un  fuggiasco ricondotto in carcere sulla  via della  realizzazione divina è  anch'esso scortato  da due  guardie : una  si chiama egoismo  e l'altra attaccamento ; in altre parole ,  il proprio io,  cioè se  stesso  . Ogni  "io voglio io desidero"  è espressione  della brama di  potere , mentre il polo opposto  di potere si chiama  Umiltà.  Il Marmion nella  sua  opera  Cristo  ideale  del  monaco mette in risalto  che  la  S.  Scrittura, parlando  degli orgogliosi  nella  loro  relazione con Dio,  adopera  una  singolare  espressione :"Dio resiste ai superbi"(GC  4,6).  Dovremmo  dedurre  a  questo  punto  come  , di  fronte  a  insegnamenti  atti  a  indurre  l'uomo  a  confidare  sulle  proprie  forze e capacità, non si  possa  parlare  di vera  religione , si  tratterà  tuttalpiù di filosofia  più  o meno  valide  sotto  qualche  punto di vista . Lapidario il Cristo:"  Senza  di me  voi non  potete  fare  niente".
Ed è  a questo  punto che  si  presenta  un  eterno dilemma per l'uomo : predestinazione  o libero arbitrio? La  paradossale   verità  è  questa:  solo chi  sottostà  alla  Legge  è libero!  Tentare di  raggiungere la libertà  attraverso l'arbitrio  conduce  automaticamente  alla  perdita  della  libertà  stessa.  L'uomo , come  una  stella  , possiede un'orbita  che  deve  seguire nel  suo  ritorno  verso  la casa  del Padre : questa  orbita  però  deve  conoscerla, altrimenti avverte l'attrito  del  percorso  sbagliato  sotto forma  di  dolore.
Il  nostro  santo Padre Benedetto  per  prima  cosa  ci  esorta ad  ASCOLTARE(RB, Prologo) gli  insegnamenti  che   devono aiutarci a  trovare la nostra  orbita, dimensione  che  , un volta  trovata , dobbiamo seguire ATTIVAMENTE.
Questa  attività  dovrebbe  però  derivare dalla fede , non  dal  predominio dell'ego, non  dal  concetto  :"Io lo voglio , quindi lo faccio". Raggiungeremo  la nostra  massima  libertà  quando  potremo  finalmente  pronunciare con l'Apostolo :" Non  sono   più io che  vivo ma è Cristo che vive  in me".

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