2--3--2020
Una delle cose più significative caratterizzanti la nostra epoca rispetto alle precedenti, sta senza dubbio nella estrema accessibilità in relazione a comunicazioni e spostamenti. Stampa , televisione e mazzi di trasporto hanno raggiunto un livello qualitativo tale da permettere praticamente a tutti di averne libero accesso. Il mondo è diventato più piccolo , così che, tra l'altro , ideologie e religioni, un tempo prerogativa ognuna di una determinata area del pianeta , tendono a sconfinare e ad amalgamarsi tra loro.
Il nostro paese, tradizionalmente roccaforte del Cristianesimo, non si sottrae a questo processo che, in aria di ecumenismo e dialogo inter religioso, può essere visto come una nota positiva . Ci sarà molto da prendere e dare in quanto a conoscenze ed esperienze, così che, ognuno , potrà avere modo di attingere "perle" che potrebbero rivelarsi preziose al fine della propria crescita spirituale. Ma è risaputo : a ogni processo , pur positivo che sia, non è mai disgiunto un più o meno corrispondente effetto collaterale . Chi si sente Cristiano o in qualche modo avesse a cuore la nostra tradizione religiosa , probabilmente non potrà non tenere conto.
Nel tessuto sociale , in conseguenza al cospicuo aumento di gruppi religiosi o pseudo tali, inizia a farsi sentire un corrispondente aumento di atteggiamenti critici in buona fede e no, non solo nei confronti della classe clericale (fattore umanamente più comprensibile ) ma , e qui la situazione si aggrava , dell'essenza stessa del messaggio Cristiano. Si può avvertire da parte di qualcuno nei nostri confronti un compiangere: rei , i Cristiani , di non avere ancora capito che l'Università della verità trascendenti sta in altre parti della terra, presumibilmente in India o Giappone. Di fatto , si relega così il Cristo a una sorta di profeta minore.
L'iconografia che da un paio di millenni accompagna la tradizione cristiana testimonierebbe, attraverso il marcato atteggiamento di compunzione dei santi e della stessa Madre di Dio , una religione atta a suscitare sensi di colpa e conseguente atteggiamento annichilente ogni volontà individuale; questo anche perché, sempre secondo il punto di vista di qualcuno , il nostro più vistoso errore consisterebbe proprio nel delegare a un Dio al di fuori di noi stessi problematiche e speranze che altro non dovrebbero essere se non rivolte dentro di noi.
La proiezione di colpe e responsabilità sul mondo esterno che andrebbero ricercate soprattutto all'interno e nel più intimo di noi stessi , è questione di enorme importanza ,per lo più nulla o poco compresa , ma il trattarla in questo contesto ci porterebbe troppo lontano . Interessante ci sembra invece l'aspetto opposto e complementare a questo atteggiamento; quello che ci porta ad acquisire e gestire il POTERE.
Se ci si prendesse la briga di analizzare i vari problemi che per lo più attanagliano la gente , si scoprirebbe che quasi tutti potrebbero essere ridotti a un denominatore comune: il potere. In forme più o meno raffinate è comunque sempre il potere che tormenta l'uomo. In passato esso si strutturava in modo più grossolano e chiaro, nella vita odierna più sfumato e sublimato, divenuto a volte quasi irriconoscibile. Una delle tecniche attuali più frequenti per esercitare il potere è la malattia . La malattia garantisce al singolo uno spazio libero e non criticabile per i suoi inconsci desideri di potere. Per questo motivo in genere i malati non desiderano affatto liberarsi delle loro malattie. è tuttavia ovvio che il malato crede di voler guarire , ma questo avviene solo perché la motivazione del suo stato non gli è affatto chiara . Una volta che dovesse decidere tra la malattia e la rinuncia al potere , la scelta sarebbe in genere molto difficile.
Il potere di affermazione dell'io, è il tentativo di non sottomettersi a regole, di imporre agli altri la propria volontà . Il motivo per cui in paradiso fu dato a un certo punto il motivo al frutto , deve avere stretta connessione con la tematica "potere",in quanto questo significato non sottomettersi alla legge , ma sapere personalmente che cosa è buono e che cosa è cattivo. Pur di detenere questo potere, l'uomo è sempre stato disposto a pagare un prezzo molto alto. Per ottenere il potere l'uomo continua in diversi modi a vendere l'anima al diavolo, stabilendo di fatto patti con lui. è indubbiamente questo uno dei significati impliciti nelle tentazioni di Gesù nel deserto: il diavolo invita in effetti Gesù a mettere le sue capacità al servizio soltanto di innocui e addirittura utili cambiamenti , ma egli non era un riformatore , una specie di "Marx" come avrebbe sperato la massa, era il Figlio di Dio venuto soltanto ad additarci la via di ritorno al Padre , facendosi così portatore e realizzatore del progetto divino:" Non sono venuto a fare la mia volontà, ma quella di colui che mi ha mandato e realizzare la sua opera" (Giv 4,34). Intralciare l'uomo in questo cammino è di fatto l'unico motivo che sta a cuore al demonio.
Il termine Religione , dal latino "religio", esprime un significato molto affine a "relegare"; rilegare che cosa se non il perfetto rapporto con il divino? Ovviamente le varie tradizioni religiose hanno espresso significati analoghi con termini diversi , in conformità al fatto che la divinità si è manifestata in luoghi e modi differenti in relazione al tipo di società a cui doveva via via essere indirizzata. Così che, per esempio , la parte materiale dell'uomo o corpo fisico potrebbe essere definita "io" , o "piccolo sé" , contrapposta al Sé interiore corrispondente ad anima e corpo per noi cristiani.
Ogni vera religione insegna da sempre la strada che da uno stato di consapevolezza polarizzato sull'io conduce al Sé. Per dirla in modo poetico , potremmo affermare che come un fuggiasco ricondotto in carcere sulla via della realizzazione divina è anch'esso scortato da due guardie : una si chiama egoismo e l'altra attaccamento ; in altre parole , il proprio io, cioè se stesso . Ogni "io voglio io desidero" è espressione della brama di potere , mentre il polo opposto di potere si chiama Umiltà. Il Marmion nella sua opera Cristo ideale del monaco mette in risalto che la S. Scrittura, parlando degli orgogliosi nella loro relazione con Dio, adopera una singolare espressione :"Dio resiste ai superbi"(GC 4,6). Dovremmo dedurre a questo punto come , di fronte a insegnamenti atti a indurre l'uomo a confidare sulle proprie forze e capacità, non si possa parlare di vera religione , si tratterà tuttalpiù di filosofia più o meno valide sotto qualche punto di vista . Lapidario il Cristo:" Senza di me voi non potete fare niente".
Ed è a questo punto che si presenta un eterno dilemma per l'uomo : predestinazione o libero arbitrio? La paradossale verità è questa: solo chi sottostà alla Legge è libero! Tentare di raggiungere la libertà attraverso l'arbitrio conduce automaticamente alla perdita della libertà stessa. L'uomo , come una stella , possiede un'orbita che deve seguire nel suo ritorno verso la casa del Padre : questa orbita però deve conoscerla, altrimenti avverte l'attrito del percorso sbagliato sotto forma di dolore.
Il nostro santo Padre Benedetto per prima cosa ci esorta ad ASCOLTARE(RB, Prologo) gli insegnamenti che devono aiutarci a trovare la nostra orbita, dimensione che , un volta trovata , dobbiamo seguire ATTIVAMENTE.
Questa attività dovrebbe però derivare dalla fede , non dal predominio dell'ego, non dal concetto :"Io lo voglio , quindi lo faccio". Raggiungeremo la nostra massima libertà quando potremo finalmente pronunciare con l'Apostolo :" Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me".
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