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domenica 29 marzo 2020

LETTERATURA DEL 900 Vittorio Sereni

29---3--2020
Inverno  a  Luino

Ti  distendi  e  respiri nei colori,
Nel  golfo  irrequieto,
nei  cumuli di carbone  irti  al  sole
sfavilla  e  s'abbandona
l'estremità  del  borgo.
Colgo  il  tuo  cuore
se  nell'alto  silenzio mi  commuove
un  bisbiglio di  gente per  le strade.
Morto in  tramonti  nebbiosi d'altri  cieli
sopravvivo  alle  tue  sere celesti,
ai  radi  battelli del  tardi
di  luminarie fioriti.
Quando  pieghi  al sonno
e  dài  suoni di zoccoli  e canzoni
e  m'attardo  smarrito  ai  tuoi bivi.
m'accendi nel buio  d' una  piazza
una  luce  di calma, una  vetrina.

Fuggirò  quando  il  vento
investirà  le tue rive;
sa  la gente del porto  quant'è  vana
la  difesa  dei  limpidi  giorni.

Di  notte  il paese  è  frugato  dai  fari,
lo borda  un'insonnia  di fuochi
vaganti  nella  campagna,
un fioco  tumulo  di lontane
locomotive  verso  la  frontiera.

Saba

Berretto  pipa  bastone, gli  spenti
oggetti  di un ricordo.
Ma  io  li vidi  animati  indosso  a  uno
ramingo  in  un'Italia  di macerie  e  di  polvere.
Sempre  di sé parlava  ma  come lui  nessuno
ho  conosciuto  che  di sé parlando
e  ad altri  vita  chiedendo  nel  parlare
altrettanta  e  tanta  più ne  desse
a  chi  stava  ad  ascoltarlo.
E un  giorno , un giorno o  due dopo il 18 aprile,
lo vidi  errare  da  una  piazza  all'altra
dall'uno  all'altro   caffè di Milano
inseguito  dalla  radio.
Porca--vociferando---porca. Lo  guardava
stupefatta  la gente.
Lo diceva  all'Italia.  Di  schianto, come  a una donna
che ignara  o no a morte  ci  ha  ferito.

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