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sabato 17 agosto 2019

POESIE DELL'ULTIMO VIAGGIO di: Rabindranath Tagore Rampur Boalia--Nator--Shilaidah,2,6. 13 dicembre 1892,da: La barca d'oro

17--8--2019

INDUGIO
O  morte , io  so: tu  hai intrecciato
    un  nido  dentro  il mio petto;
dove in  una  serra  solitaria  fioriscono
    tutti  i miei  affetti , i  miei  amori,
le  speranze  segrete  del cuore, le  gioie
     e  i  dolori  della  vita  , le  pene  dell'animo,
tutti  i  desideri  e  le  visioni, le  lacrime e i sorrisi,
     i segni  e  le   immagini  di  ogni  giorno:
dove  all'ombra  di  un  Eden , senza  timore,
      gioca  il tesoro  interiore,
i  pupazzi   degli  affetti , i ricordi  degli  amori
     della  vita,  i raggi della  felicità.
Quante  luci, quante  ombre , lingue  melodiose
     di   molti  piccoli  uccelli!
O morte,  ho  saputo:  venuta  qui  dentro
     hai intrecciato  il mio  nido.


Giorno e  notte  giochi  insieme
    col  mondo  interiore vita  irrequieta!
Osservo  sulla  via  maestra  il  camminare
     dei   pellegrini  in  un  destino ineluttabile,
nell'azzurro  del cielo  impallidito
     dal   sole,  volano  gli  uccelli
     in moto pieno  di vita;
nella  foresta  scossa  dal  vento , alla  fine  della  notte
nuovi  e  nuovi  fiori  s'alzano  in boccio :
andare  e  venire  da  mattino  a  sera,
     in  ogni parte   continui incontri.
I  giorni  a  ogni aurora
aprono  nuovi  capitoli  di vita;
     tu  soltanto , seduta  in disparte
giorno  e notte  apri
      i tuoi  occhi  immobili:
di  tanto  in tanto , a  notte 
batti  l'ali, facendo  trasalire
      il cuore.


Hai    portato, dal regno   all'altra  sponda,
da  dove  sei venuta,
       dall'oceano lontano,
qualche  novità,
    qualche  notizia  segreta?
Là,  nelle  sponde  silenziose,
le  onde  a  tempo , risuonano
    d'un  grande  suono:
come  hai  fatto  a  ripercuotere  questo  suono
in mezzo  al mio  piccolo petto?
      Nessuno  percepisce  le  onde
dell'infinito  che  giorno  e notte
in  un  unico   passo  ineluttabile
      risuonano tanto  profonde
sulle  rive
      del  cuore palpitante.
Chi  ha  portato  in  mezzo
ai  bisbigli  degli affetti,
     piccoli  ed  effimeri
canti  del  mio  cuore,
le  vibranti  note
     dell 'oceano  senza  direzione?
Tu  ami l'uccello  della mia vita
che abita ne mio petto;
      perciò   strisciando
molto  adagio
      ti sei  seduta  accanto.
Senza  batter  ciglia, giorno  e  notte,
fissa  negli occhi,
     fai  tacita  contemplazione,
seduta  in  un  trono  immobile,
attenta  e  piena  di zelo,
     fai  adorazione  terribile.
L'amante,  loquace  e  irrequieta,
non vuol  farsi  prendere,
   non  sta  mai  ferma;
aprendo  le ali  variopinte
sempre  vola   qua  e là
   su  nuovi  e  nuovi rami.
Tuttavia  tu,  votata  al silenzio,
in  un  solo  pensiero, in  un  solo  trono,
   stai  seduta  senza  alcuna  pigrizia;
a poco  a poco  sarà presa,
cesserà  il canto,
   s'  arrenderà  obbediente.


Allora  con  inganno,
per  vie  deserte, chi  sa,
    dove la  porterai;
negletta   la  prenderai  in  seno
e  sul  carro  delle  tenebre  la  porterai
   a un  amante    sconosciuto;
dove  nella  notte  senza  principio
sta  una vergine  eterna:
    il   tocco  della luce
di  innumerevoli  anni
non ha  lasciato un  segno
     di  trepidazione nelle  sue  membra,
dove, all'altra  sponda  della  creazione,
nelle  infinite  stanze nuziali,
     per  destino mai  si ferma
il battito  dei  piedi
    degli   astri  lontanissimi,
tu  estendi  ali  giganti
     senza   alcun  legame;
la novella  liberata,
trasformata in nuova  sposa,
    tremerà  accanto  al petto.


Gradatamente  forse  dimenticherà
il nido della terra,
      intrecciato  di  foglie  ed  erbe,
la gioia  della  luce  del sole,
gli  affetti, le  campane
      e i petali dei  fiori?
Gradatamente , piena  d'amore,
accoglierà  anche  te
      come  propria  parente;
nella  stanza nuziale,
uniti tutte  e  due,
     avverrà  un tacito  colloquio!
La  tua  immagine  d'amore  e  di  calma,
seria e  delicata,
     infinitamente  confidente,
l'occhio  azzurro, fisso,
i  tuoi  capelli  sparsi  per l'universo,
     le labbra mute,
di  fronte  a  questi  piaceri  palpitanti
     della  terra  appaiono  tanto  spregevoli:
il fiume  , unitosi  all'oceano si  ricorderà
     di  tante  rive  variopinte?

O  morte,  o cara ,
tuttavia  rimani  un po'  di tempo
     in mezzo  alla  terra:
per  ora  , vestita  da sposa,
non  portarla  via nel  paese
    dell'eterne  stanze  nuziali.
Essa  non  ha  ancora  finito  tutti
     i  canti  del mattino e  della  sera:
ora  a  notte  dorme
nel  calore  del  proprio  seno,
     nel  caldo  nido  di sposa .
Assieme  agli  uccelli  migranti
ora  deve   volare
      di  nuovo  in  nuovo  paese,
sulle  rive  dell'oceano,
sui  cespugli  della  foresta,
     di  nuove  e  nuove  primavere.
O morte, perché  sei  venuta
    a  sederti  nel  suo nido?
Vuoi  con  il tuo  amore
ridurre  in  tenebre
    tutti  i suoi  amori?Se  è vero che  questo
è  gioco  d'un momento
   sopra  un mondo  di creta,
festa  d'istanti  tutto
questo  guardarsi e  incontrarsi,
    tutto questo  vedere  e  sentire,
se  anche  questo  amore
a  rischio  della vita
   è  solo  legame  di  falsità,
cade  spezzato  a  un tocco
e dopo  due  istanti
   sarà  selvaggio pianto;
tu  sola stabile  in  eterno,
tu  sola  senza  limiti,
    e  grande  destino,
tutte  le  speranze , tutti  gli amori
desiderano  l'eterno riposo
    nelle  tue  tenebre,
allora  , o morte, resta  lontana,
ora  non  spezzare
    questa  città  di  gioco,
aspetta  un po'
per  i miei  due  giorni,
    non  fare  alcun  furto.


Un  giorno  scenderà la  sera ,
suonerà  la  campana   dell'adorazione
    nel  tempio vicino;
gli  uccelli  taceranno,
s'eleveranno  i  canti  dei  grilli
    nella  profondità  della  foresta,
finirà il lavoro, alla fine
delle  battaglie  della  vita
    vittorie  e  sconfitte,
verrà  il sonno  annebbiante
sugli  occhi  del  pellegrino
     tremendamente  stanco,
l'ultima  luce  della  fine  del giorno
s'immergerà  all'orizzonte
     nelle  tenebre  della  terra,
brillerà  molto  lontano  soltanto
sulle  vie  infinite  del  cammino
      la  luce  delle  stelle ,
a coloro  che  senza  batter  ciglia
saranno  seduti  sulla  sponda  del  letto
     al   capezzale  , ai loro  occhi
arriverà il peso  della  stanchezza
nella  notte  senza sonno,
    alla  luce  della  fiammella che  si  spegne.


Uno  dopo  l'altro  se n'andranno  tutti
alle  proprie  dimore,
    amici ed  amiche,
 adagio  si  spegnerà  la  fiamma
della  lampada  senza  olio,
    a  mezzanotte:
un  vento  gagliardo
porterà il profumo
    di fiori  invisibili,
una  oscurità completa  porterà
il rombo  delle  onde
     di una  riva  sconosciuta.
O morte, in questo  momento  propizio,
vieni  vestita  da  sposa , al fianco
     del  capezzale  solitario;
la  mia vita  stanca,
allungando le  braccia  stanche,
     con grande  amore
  ti  stringerà  le  braccia:
allora  tu  accoglila , proferendo
     la  formula  magica:
con  dono  d'un  forte  bacio
delle  tue  labbra  rosse
    la  farai  impallidire.


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