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lunedì 26 agosto 2019

IL MITO DI SISIFO di: Albert Camus "La libertà assurda"

26--8..2019
----------Non  so  se   il mondo  abbia  un  senso  che  lo  trascenda; ma  so  che  io  non conosco  questo  senso e  che ,  per  il momento  mi  è  impossibile  conoscerlo.  Che  valore  ha  per  me  un  significato al  di  fuori  della  mia  condizione?  Io  posso   comprendere  soltanto  in   termini umani. Ciò  che  tocco e  che  mi  resiste, ecco  quanto  comprendo  .  E  queste  certezze, la   mia  brama  di  assoluto e  di unità  e  l'irriducibilità  del mondo a  un principio razionale  e  ragionevole , so  anche  che  non  posso  conciliarle.-----------------------------
---l'assurdo  , così  evidente e  insieme  così  difficile  da   conquistare,  rientra  nella  vita  di  un uomo  e  ritrova  la  propria  patria; e, a  questo  punto   ancora  lo spirito  può  lasciare  lo  sterile  e   arido  cammino dello   sforzo  lucido , che  sbocca  ora  nella  vita  quotidiana.--------------------
Tutti  i problemi   riprendono  il  loro  carattere  perentorio, l'evidenza  astratta  si  ritira  di  fronte  al  lirismo  delle  forme e  dei colori.  I confini spirituali  si  incarnano e  ritrovano il miserabile e   magnifico  rifugio  del cuore  umano.------Si  deve  morire,  sfuggire  con  il salto , ricostruire  una  casa  di  idee   e  di  forme  su  misura?  O  si  deve, invece, accettare  la  scommessa  straziante  e   meravigliosa  dell'assurdo?-----Il  corpo , la   tenerezza, la  creazione, l'azione, la  nobiltà  umana  riprenderanno  allora  il proprio posto  in  questo  mondo insensato. L'uomo  vi  ritroverà  infine  il vino  dell'assurdo e il  pane  dell'indifferenza, di  cui nutre la  sua  grandezza.------------------------------------l'uomo assurdo  è  incalzato.  La  storia  non è  priva  di religioni  ne' di profeti , anche  senza  dei.  Gli  chiede  di  saltare.  Tutto  quello che  può  rispondere  è  che  non  comprende  bene , perché   ciò  non  è  evidente.  Egli , appunto  non  vuol  fare  quello  che  non capisce.  Lo  si  assicura  che  è  peccato  di orgoglio ( ma egli  non afferra la  nozione di peccato); che  forse,  alla  fine  , c'è  l'inferno ( ma  egli  non ha   sufficiente  immaginazione  per  raffigurarsi  questo  strano   avvenire); che  perderà  la  vita  immortale  ( ma  questo  gli  sembra  futile). Si  vorrebbe  fargli  riconoscere   la  sua   colpevolezza, ma  egli si  sente  innocente.  A  dire  il vero  , egli  non  sente  che  questo :la  propria  innocenza  irreparabile.  è questa  che  gli  permette  tutto.  Cosicché,   ciò  che  egli   richiede  da  se  stesso è  solamente  vivere  con  ciò  che  sa,  adattarsi  a  ciò  che  è , e  non  far intervenire  nulla  che  non  sia certo.--------------------------------------------------------
Vivere è  dar  vita  all'assurdo.  Dargli  vita  è innanzi tutto  saper   guardarlo. Al  contrario  di Euridice, l'assurdo  muore  soltanto quando  gli si  voltano le  spalle. Così, una  delle  sole  posizioni  filosofiche   coerenti  è  la  rivolta , che  è  un  perpetuo  confronto  dell'uomo e  della  sua  oscurità; che  è  esigenza di una trasparenza impossibile,  e  che  mette  in dubbio il mondo  a ogni istante.--------------------------------------------------------------------------------------------Il  problema  della  "libertà in se" non  ha  senso, perché   è  congiunto  , in modo  diverso, a  quello  di Dio.  Sapere se  l'uomo è  libero  ,impone  che  si sappia  se  egli  può  avere  un  padrone. L'assurdità  particolare a  questo  problema  deriva  dal  fatto   che  la  stessa  nozione ,  che rende  possibile  il  problema  della  libertà, gli  toglie  al tempo  stesso  ogni  senso, in  quanto di fronte  a Dio  esiste  piuttosto  un  problema  del  male  che un problema   della   libertà.  Conosciamo  l'alternativa: o non siamo  liberi , e  Dio  onnipotente è responsabile  del male; o  siamo  liberi e  responsabili  , ma  Dio  non  è  onnipotente.-------------------------------------Non  posso  capire  che  cosa sia  una  libertà  che mi  verrebbe  data  da  un essere superiore.  Ho  perso  il senso  della  gerarchia. Della libertà posso  avere  soltanto  il  concetto  che  ha il  prigioniero  o l'individuo   moderno  in seno  allo stato. La sola  libertà  che   conosco è  quella  dello spirito  e  dell'azione. Ora  se l'assurdo  annienta    tutte  le  mie  probabilità  di libertà  eterna,  mi  restituisce , invece, esaltandola  , la mia  libertà  d'azione. Questa  privazione   di speranza  e  di  avvenire  significa un  accrescimento  nelle  disponibilità dell'uomo.----------------------------------------------------------dopo la  scoperta  dell'assurdo, tutto  si  trova  sconvolto. L'idea  che "io  sono", il mio modo  d'agire  come  se  tutto  avesse  un senso (anche,se  all'occorrenza, dicevo  che niente  lo ha), ogni cosa  si  trova  smentita  in modo  vertiginoso  dalla assurdità  di  una  possibile morte.  Pensare  al domani, fissarsi  uno scopo , avere  preferenze  , tutto suppone   la  credenza  nella  libertà,  anche se  a  volte si  è  sicuri  di  non  averne  la  prova. Ma  , a  questo  punto, so  bene  che  la  libertà superiore , la  libertà di essere, che  sola  può  fondare  una  verità, non esiste. La  morte è  là, di fronte , come  la  sola  realtà. Dopo  questo  tutto è  finito.  Non  sono  più  libero  di  perpetuarmi, ma schiavo; e  schiavo  soprattutto senza  speranza di  un'eterna  rivoluzione, senza  possibilità  di ricorrere  al disprezzo. E chi  mai  senza  rivoluzione  e  senza  disprezzo  può  restare schiavo?  Quale  libertà , in senso  assoluto  , può  esistere , senza  sicurezza  dell'eternità?------------------------------------------------------Nell'inabissarsi  in  questa  certezza  senza  fondo, nel  sentirsi  ormai  abbastanza  estranei  alla  propria  vita per  accrescere  e  percorrerla  senza  la  miopia  degli amanti, c'è  già  il  principio di una  liberazione. Questa  nuova indipendenza è  a  termine  , come  ogni  libertà  di azione , e  non  stacca un   assegno all'eternità; ma  sostituisce  le  illusioni della  libertà,  che si  fermavano  tutte  alla  morte.-----------------------------------------------------la  morte  e l'assurdo sono,in questo caso,  i principi  della  libertà ragionevole; quella  che  un  cuore umano  può  provare  e  può vivere . Ecco  la  seconda   conseguenza . L'uomo  assurdo  intravede  così un  universo  ardente  e  gelato , trasparente  e  limitato , dove  nulla  è  possibile,  ma  tutto  è  dato  , e  dopo il quale  vi è lo  sprofondamento  e   il nulla . Egli  può  allora  decidere  di  accettare la  vita  in  un  tale  universo e  di trarne  la  propria  forza, il rifiuto  a  sperare  e  la  prova  ostinata  di una  vita  senza  consolazione.----------------------------------------------------------------------------La  morale  di un  uomo, la  sua   scala  dei valori  non  hanno  senso che in  rapporto alla  quantità  e  alla  varietà  d'esperienze che  gli  è stato  dato  di  accumulare.  Ora, le  condizioni  della  vita  moderna impongono alla   maggioranza  degli  uomini la  stessa  quantità  e, per  conseguenza, la stessa  esperienza  profonda . Certamente , bisogna   considerare anche l'apporto spontaneo  dell'individuo, ciò  che è  "dato" in lui . Ma  io  non posso  dare un giudizio su questo  elemento e,  ancora  una  volta  ,la mia  regola  , in questo caso .è  di adattarsi  all'evidenza immediata.-----------------------------------------Il presente  e  la  successione  dei  presenti   davanti  a  un'anima  perennemente  cosciente  è  l'ideale  dell'uomo assurdo.------------------------------------------------------------------Dopo esser  partita  da  una  coscienza  angosciata dall'inumano,la  meditazione sull'assurdo  ritorna, al termine del suo itinerario, proprio  in  seno  alle  fiamme  appassionate   della  rivolta  umana.--------------------------------------------------------------------" La  preghiera"  dice  Alain"si ha  quando  la  notte    cala sul  pensiero" . "Ma   bisogna che lo spirito  incontri  la notte", rispondono  i mistici  e  gli  esistenzialisti.---------------------------------------Se  si deve  incontrare  una  notte  , che  essa  sia   piuttosto  quella  della  disperazione, che    rimane  lucida, notte   polare , veglia  dello spirito, da cui  si  leverà  , forse  ,  quella  chiarità bianca e intatta , che  delinea ogni oggetto  alla  luce  dell'intelligenza.

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