5-5-2019
L'anima mia ti benedica, o Signore Dio, mio creatore: l'anima mia ti benedica e dall'intimo del mio cuore ti lodi la tua stessa misericordia, di cui il tuo amore infinito mi ha circondato senza mio merito. Ringrazio , come meglio sono capace, la tua immensa bontà e rendo gloria alla tua longanimità, alla tua pazienza e alla tua indulgenza.
Ho trascorso tutti gli anni della mia infanzia , della mia fanciullezza, della mia adolescenza e della mia gioventù fino all'età di venticinque anni come una cieca e una pazza. Parlavo e agivo secondo i miei capricci e non sentivo alcun rimorso di questa mia condotta. Ne prendo coscienza solo ora.
Non ti prestavo alcuna attenzione quando mi mettevi in guardia sui pericoli del mio comportamento o mediante una certa naturale avversione che sentivo verso il male, o attraverso le attrattive al bene che mi sollecitavano, o anche per mezzo dei rimproveri e delle riprensioni dei miei familiari. Vivevo come una pagana, che dimora fra pagani, come una che mai avesse sentito dire che tu, mio Dio, ricompensi il bene e punisci il male.
Ti ringrazio ancora che già dall'infanzia , esattamente fin dal quinto anno di età, mi hai scelta per farmi vivere fra i tuoi santi amici nell'ambito della santa religione.
Perciò in riparazione ti offro, o Padre amatissimo, tutta la passione del tuo dilettissimo Figlio a cominciare dal momento che, posato sopra la paglia nel presepio, emise il primo vagito e poi sopportò le necessità dell'infanzia, le privazioni dell'adolescenza, le sofferenze della gioventù fino a quando, chinata la testa, spirò sulla croce con un forte grido. Così pure , per supplire alle mie negligenze, ti offro, o Padre amantissimo, tutto lo svolgersi della santissima che il tuo Unigenito condusse in modo perfettissimo nei suoi pensieri, parole e azioni, dal momento in cui fu mandato dall'altezza del tuo trono sulla terra, fino a quando presentò al tuo sguardo paterno la gloria della sua carne vittoriosa.
In rendimento di grazie, mi immergo nel profondissimo abisso dell'umiltà e , assieme alla tua impagabile misericordia , lodo e adoro la tua dolcissima bontà. Tu, Padre della misericordia, mentre io sciupavo così la mia vita, hai nutrito a mio riguardo pensieri di pace e non di sventura, e hai deciso di sollevarmi così con la moltitudine e la grandezza dei tuoi benefici. Hai voluto anche , tra l'altro, concedermi l'inestimabile familiarità della tua amicizia con l'aprirmi in diversi modi quel nobilissimo scrigno della divinità, che è il tuo cuore divino e offrirmi in esso, in grande abbondanza, ogni tesoro di gioia.
Hai attratto l'anima mia con la promessa sicura dei benefici che mi darai in more e dopo la morte. Per cui anche se non avessi altro dono, per questo solo il mio cuore avrebbe ogni diritto di anelare a te con viva speranza.
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