21-5-2019
La marchesa Clara Medi passa , alli occhi del mondo, per una signora spirituale benché non spiritosa. Ella ha tutta la figura illuminata di soave idealità. Il colore della sua pelle è perfettamente latteo , e il latteo candore è venato , su le tempie e su la fronte e su li angoli dalla bocca e sul collo , di sottilissime trame azzurrine;il colore delli occhi ha la mite chiarezza delle turchesi persiane; il colore dei capelli è simile a quello del buon thè du Soleil che rimane a raffreddare in fondo a una fine tazza rosea del Giappone. Le mani sono d'una sottigliezza e d'una trasparenza indescrivibili, toutes petites, toutes belles, come quelle cantate da Paolo Verlaine, mains cosacrées, mains vénérées, terminate da unghie d'onice.
La marchesa Clara ha poi una voce melodiosa e piena di note lusinghevoli; ed ha un riso pieno d'ingenuità infantile, un riso casto.
Ella passa nel mondo circondata da una specie di reverenza e di ossequio .Lì uomini, anche i più audaci, non oserebbero sfiorarle la punta delle dita o il gomito o i ginocchi. Tutti i desideri paiono cadere d'innanzi a quella pura freddezza paralitica . Nelle conversazioni, quando sul finire del five o' clock tea cresce il calore delle parole e le dame e i cavalieri si sentono un po' inebriate dall'aria chiusa e dal vapore del the, se la marchesa Clara si accosta a un crocchio dove si racconta qualche storiella galante o si fa un po' di maldicenza con motti ambigui, i raccontatori e i maldicenti ammutoliscono, presi involontariamente da una specie di pudore. Nei balli la marchesa non va quasi mai scollata o porta una piccola scollatura quadra attenuata anche dal merletto. Non balla mai il valzer; ama l'ondeggiamento lento delle mazurke e gl'inchini prolungati dei lanciers. Al buffet beve molti sciroppi con acqua non troppo fredda e di rado prende un pezzetto di paté. Ella possiede però (e questo in lei è singolarissimo) la scienza della toilette. Poche signore della società romana vestono con tanta eleganza e insieme con tanta squisitezza di semplicità. Noi l'incontrammo, due giorni fa, per la via dei Condotti d'innanzi alle vetrine della signora Beretta dove ella ammirava un meraviglioso brule-parfums di argento cesellato. Aveva una veste di merletti neri pieghettata posteriormente e davanti aperta e circondata d'un piccolo merletto che risaliva dalle due parti del tablier formando spirale sopra una jupe di satin di cui la parte anteriore era tutta ricamata dal collo ai piedi. All'encolure, tagliata molto bassa, un merletto larghissimo à tuyaux saliva diritto sino al mento, girava il collo e discendeva in cascata nel mezzo della schiena, terminando in un gran nodo di merletto che ricadeva su la jupe.
Ieri poi, tra un riso languido di sole e una lacrima di pioggia, la vedemmo pel Corso. Aveva una toilette en étamine vert mousse, con una visite Kanguroo. Il cappello di paglia chinée bruna e bianca, a larghe falde, le circondava la faccia; una sciarpa d'étamine metteva delle pieghe su 'l davanti e un mazzo di borragine di papaveri di velluto si levava audacemente a sinistra. Le falde del cappello erano foderate d'una étamine lamée di cui li innumerevoli fili aurei scintillavano come i raggi d'un nimbo sacro.
La marchesa Clara è stata educata in provincia, sino a diciassette anni , nella casa di una vecchia zia principessa di Corròpoli. La casa è austera , ci dicono ; è un castello dell'evo medio, adattato alli usi della vita moderna ma conservante ancora una cert'aria cupa di grandezza feudale. In quella casa l'angelica Clara si è assuefatta all'ordine, al metodo, alla precisione, a fare sempre le stesse cose alle date stabilite, ad assistere sempre alle stesse faccende nelle ore e nei giorni stabiliti.In quella casa ella teneva le note dei conti, sorvegliava i domestici, ordinava una immensa quantità di biancheria negli armadi giganteschi, disponeva i ceri nuovi nella cappella gentilizia, scriveva all'arcivescovo le lettere d'invito a pranzo ogni settimana, leggeva tutti i giorni alla zia tra le quattro e le cinque del pomeriggio una gazzetta cattolica, e ricamava lentamente una pianeta. Nell'anno le due occupazioni predilette erano :la raccolta del fior di spigo per la biancheria, nel giorno di San Giovanni; e la confezione delle conserve di frutta, nel mese di settembre. Dopo il matrimonio, ella è rimasta nelle consuetudini; ella sente il bisogno di essere ordinata, di tener nota d'ogni minima cosa , di fare i conti ad ogni minima occasione, di non lasciarsi nulla sfuggire senza la debita classificazione.
Il marchese Medi , fino a quindici giorni fa, era un uomo felice. Non si levava la mattina ne' andava a letto la sera se prima non aveva ringraziato il cielo d'averlo bene ispirato il giorno in cui scelse per moglie una donna così innocente, così buona , così casta , così virtuosa, così dissimile dalle altre che sono vane , leggere , beffarde, insofferenti e infedeli.
Quindici giorni fa egli, rovistando in un cassettone per cercare non sappiamo che cosa , scoprì sotto un sachet di raso celeste profumato di peau d'Espagne un piccolo libro rilegato in pelle d'onagro con fermagli ed angoli d'argento cesellato , un piccolo libro misterioso e peccaminoso all'apparenza. Restò, un momento, esitante e stupefatto.
Perché il libro era nascosto? Era qualche dizionaretto d'amore? qualcuno di quei libri proibiti che le fanciulle leggono in segreto, tremando, per l'avidità di sapere? qualche romanzo instigatore, di quelli che le amiche corrotte prestano alle amiche innocenti? oppure un libro di preghiere, un libro di sonetti purgati, un libro di memorie virginali?
Il buon marchese , vinta la prima esitazione, aprì il libro e lesse qua e là pagine d'un color crème tenero su cui s'incalzavano i caratteri un po' tremuli d'un color violetto chiaro.
Erano note quasi tutte brevi, da principio: frasi trascritte da un volume amato, emistichi di poesie sentimentali, motti simbolici. Poi,via, via, le note cominciavano ad allungarsi; e qua e là cominciavano a comparire curiosi capricci grafici, cifre seguite da punti d'esclamazione,cifre seguite da interrogativi di grandezza crescente, parole enigmatiche, mezze parole , segni convenzionali. Le note più lunghe contenevano giudizii piuttosto vivi, impressioni non molto pudiche , dubbi, inquietudini, reveries amorose, ed anche alcuni epigrammi contro il marito, alcune domande indiscrete, alcuni rimpianti, alcune osservazioni crudelissime.
In una pagina poi, proprio nel mezzo , stava questa tavola , segnata con grande accuratezza, tra mezzo a cinque o sei altre pagine evidentemente stappate:
Mese di aprile
Mario Guida................Lunedì.........3.1.1.2
Giovanni Mormile.............Martedì.............1.0.1.1.
Gigi San Marzano..............Mercoledì..............2.2.0.2.
Mefistofele.........................Giovedì...............0.3.3.1.
Ellick..................................Venerdì..............1.1.1.1.
Andrea Del Caro.......................Sabato............4.o.2.3.
Medi---------------------------Domenica...........0.1.0.0.
Il marchese rimase di sasso. Che significa quella specie di tabella settimanale in cui sei nomi di amici, oltre il suo nome , erano scritti? Che significava questa nuova manifestazione dell'ingegnosità metodica e ordinatrice di sua moglie? Un terribile baleno gli rischiarò d'improvviso la mente. Era quella una contabilità d'amore? Impossibile! Il marchese Medi scacciò da se', con molta buona volontà di ostinazione, il sospetto; non cercò ; non indagò; non spiò; non volle sciogliere l'enigma; non volle sapere.
Rimise il libro di pelle d'onagro sotto il sachet celeste; ed uscì quietamente. La marchesa Clara, la mite, la pura , turris eburnea, seguita , crediamo , a tener la contabilità del mese di maggio, segnando in colonna le cifre con la delicata mano che fa tante elemosine e sa tante cose.
Noi la incontreremo ancora per la via dei Condotti, per la piazza di Spagna, per il Corso; e descriveremo alle nostre lettrici le sue toilettes originali,
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