26--4--2024
Odio l'allor che, quando alla foresta
le novissime fronde invola il verno,
ravviluppato nell'intatta vesta,
verdeggia eterno,
pompa dei colli ; ma la sua verzura
gioia non reca all'augellin digiuno,
ché la splendida bacca invan matura
non coglie alcuno .
Te , poverella vite, amo, che, quando
fiedon le nevi i prossimi arboscelli ,
tenera , l'altrui duol commiserando ,
sciogli i capelli.
Tu piangi, derelitta , a capo chino ,
sulla ventosa balza. In chiuso loco
gaio frattanto il vecchierel vicino
si asside al fuoco.
Tien colmo un nappo ; il tuo licor gli cade ,
nell'ondeggiar del cubito , sul mento ;
poscia floridi paschi ed auree biade
sogna contento.
In questa poesia , il poeta parla di due piante , l'alloro e la vite, considerate rispettivamente simbolo di egoismo e di generosità, come si legge nel titolo. L'analogia fra le qualità attribuite alle due piante ed il significato morale conseguente .
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