11--10--2020
Quando ci si immerge nell'intimità della preghiera lo si fa per entrare in comunione con Dio, e questo per ringraziarlo o per chiedere qualcosa , poiché ci si rende conto dei propri limiti e che le nostre sole forze non bastano ad ottenere quel che si desidera .
Il monaco , fin dall'antichità , lo si poneva di fronte al detto delfico "Conosci te stesso" ; e in questo conoscersi ,leggersi dentro , si giunge a comprendere ed accettare quei limiti ponendo le basi per una maturità umana e sociale , che condurrà a vedere il fratello come essere umano , compagno e non avversario . Anche la vita sarà guardata non più come continua lotta o stressante competizione ,ma come strada non sempre diritta ,non sempre piana ; una strada , tuttavia , che conduce alla conoscenza e alla meta , se è questo che si sta cercando.
Anche S. Tommaso propone cinque vie per la conoscenza di Dio dal creato:
a) il movimento delle cose ; non possono avere il movimento da se stessi;
b) causa efficiente (ad ogni effetto vi è una causa);
c)necessità di esistenza del Primo Essere;
d) la bontà ,la verità e la bellezza delle cose , di ogni ente (buono , vero, bello);
e) governo delle cose da una Mente Direttrice.
Da queste"vie" si può giungere a vedere Dio nella sua poliedricità , nel suo essere infinito e presente in tutte le cose, dalle più piccole e, umanamente ,insignificanti alle più grandi . E qui entra in gioco una grande virtù , senza la quale l'uomo è un viandante cieco , la Fede ; colei che conduce alla Speranza e alla Carità ; colei anche, che ci giustifica e ci " riempie" di Dio come lo è stato per Abramo che "ebbe fede sperando contro ogni speranza [e] non vacillò nella fede"(Rm. 4, 18-19); così deve essere per ogni uomo.
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