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giovedì 8 ottobre 2020

DI CHI LA COLPA? di: Pasquale Villari "Il regolamento, vangelo della burocrazia"

 8--10--2020
Il regolamento  è  divenuto la sola  àncora  , il vangelo  della   burocrazia, come  la retorica  è   il vangelo dei pedanti. Ma  come  nessuna  retorica  fece mai  uno  scrittore , così  nessun regolamento basterà  a  formare una  buona  amministrazione .  La  differenza di  penetrare   il vero  scopo delle leggi,  e  la   mancanza   di autorità  per  assumere  sopra  di sé  l'interpretazione , hanno  fatto   sostituire  la  lettera  allo spirito. Più  il lavoro   prescritto è  complicato  ,  irrazionale  , più  viene    religiosamente  eseguito , senza  osservare  se  lo scopo  prefisso  è  raggiungibile . Una  volta ebbi  occasione d'osservare  questo  fatto  . Si  dové  eseguire  un  progetto  approvato  dal  Ministero  , per  adattare  un  antico  locale  ad  un nuovo  uso.  Il lavoro era  abbastanza  inoltrato ,  quando  si  vide  che  un certo  numero  di finestre non  potevano  farsi  con  la spesa indicata , perché  si  trovarono  antichi  pilastri  nascosti nell'interno  delle mura , appunto là  dove  dovevano  venir  le finestre . Non  essendo  possibile  sospendere i lavori per  aspettare il  risultato  delle   lunghe pratiche  necessarie  a fare  approvare  un nuovo  progetto , bisognava  o fare  , senza permesso , una  spesa  maggiore , o aprire le finestre in altro  punto, e  deturpare  tutta  l'architettura .  Studiato  il  regolamento  , fu  deciso di aprire le finestre , con  la spesa  indicata , là  dove  deturpavano l'architettura , per  poi  chiuderle, e  con  un nuovo  progetto regolarmente  approvato  , riaprirle dove  conveniva .
    Un  capitano  del genio mi  raccontava che,  avendo dovuto far  vendere , come  prescrive  il  regolamento  , un  po' di  legname ,  che era  diventato  inservibile  dopo  essere  stato adoperato  in  alcuni  lavori  , dalla vendita  all'asta furono  ricavate lire  150;  ma  intanto  per  ispezioni  e controlli prima  di  addivenire  all'asta , il governo  aveva  speso  lire  482, cosicché  il risultato  finale  dell'operazione  si  era  ridotto  a una  perdita  per  l'erario di  332 lire.

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