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domenica 31 maggio 2020

LA PENTECOSTE di: Alessandro Manzoni

31----5----2020

La  Pentecoste

    Madre    dei  Santi;   immagine
della     città  superna;
del  Sangue  incorruttibile
conservatrice  eterna;
tu che, da  tanti  secoli,
soffri,  combatti e  preghi,
che  le  tue  tende  spieghi
dall'uno  all' altro  mar;
       campo  di quei  che  sperano,
Chiesa  del  Dio  vivente;
dov'eri  mai?   qual  angolo
ti  raccogliea  nascente,
quando  il tuo  Re , dai  perfidi
tratto  a  morir sul  colle,
imporporò  le zolle
del  suo  sublime  altar?
       E  allor  che  dalle  tenebre
la  diva  spoglia  uscita,
mise  il potente  anelito
della  seconda  vita;
e  quando  , in man recandosi
il  prezzo  del  perdono,
da  questa  polve  al trono
del  Genitor  salì:
     compagna  del  suo  gemito,
conscia  de'  suoi  misteri,
tu,  della  sua  vittoria 
figlia  immortal ,  dov'eri?
In  tuo  terror  sol  vigile,
sol  nell'oblio  secura,
stavi in  riposte  mura,
fino  a  quel  sacro  dì,
      quando  su  te  lo Spirito
rinnovator  discese
e  l'inconsunta  fiaccola
nella  tua  destra  accese ,
quando  , segnal  de'  popoli ,
ti  collocò     sul  monte,
e ne' tuoi  labbri  il fonte
della  parola  apri.
      Come  la luce  rapida
piove  di  cosa  in cosa,
e i color  vari  suscita,
dovunque  si riposa;
tal  risonò  molteplice
la  voce  dello   Spirito;
l' Arabo, il Parto,  il Siro
in  suo  sermon l'udì.
      Adorator   degli  'idoli,
sparso  per  ogni  lido,
volgi  lo sguardo  a  Solima,
odi  quel  santo grido:
stanca  del  vile  ossequio ,
la terra  a  LUI    ritorni;
e voi  che  aprite  i  giorni 
di  più  felice  età,
      spose  che  desta  il  sùbito
balzar  del  pondo ascoso;
voi  già  vicine  a  sciogliere
il grembo  doloroso;
alla  bugiarda  pronuba
non   sollevate  il canto;
cresce  serbato  al Santo
quel  che  nel  sen  vi  sta.
        Perché  ,  bacando  i  pargoli,
la  schiava  ancor  sospira?
e  il  sen  che  nutre  i liberi
invidiando  mira?
Non  sa che  al regno i miseri
seco  il Signore  solleva?
che  a  tutti  i figli  d'Eva
nel suo  dolor  pensò?
          Nova  franchigia   annunziano
i cieli  ,  e  genti  nove;
nove  conquiste , e  gloria
vinta  in  più  belle  prove;
nova  , ai  terrori  immobile
e   alle  lusinghe infide,
pace  , che  il  mondo  irride,
ma  che  rapir  non  può.
       O  Spirito!   supplichevoli
a'  tuoi  solenni  altari;
soli  per selve  inospite;
vaghi  in  deserti  mari;
dall 'Ande  algenti al Libano,
d' Erina  all'irta  Haiti,
sparsi  per  tutti  i liti,
uni  per  te  di  cor,
    noi  T' imploriam!   Placabile
Spirto  discendi  ancora,
a'  tuoi  cultor  propizio,
propizio  a  chi  T' ignora;
scendi  e ricrea  ;  rianima
i  cor  nel  dubbio  estinti;
e  sia  divina  ai  vinti
mercede  il vincitor ,
     Discendi  Amor  ; negli  animi
l'ire  superbe   attuta;
dona i pensier  che  il memore 
ultimo  dì  non  muta;
i doni  tuoi  benefica
nutra  la tua  virtude;
siccome  il sol  , che  schiude 
dal  pigro  germe il fior;
      che  lento  poi  sull'umili
erbe  morrà non  colto,
né  sorgerà  coi  fulgidi  
color  del  lembo  sciolto,
se  fuso  a  lui  nell'etere 
non  tornerà  quel  mite
lume  dator  di vite
e  infaticato  altor,
        Noi  T' imploriam!  Nei  languidi
pensier  dell'infelice
scendi  piacevol  alito,
aura  consolatrice;
scendi  bufera  ai  tumidi
pensier  del  violento;
vi  spira  uno  sgomento,
che  insegni  la pietà.
        Per  Te  sollevi  il  povero
al ciel  ,  ch'è  suo, le  ciglia,
volga  i lamenti  in  giubilo,
pensando  a   cui somiglia;
cui  fu donato  in copia,
doni  con volto  amico,
con  quel  tacer  pudico ,
che  accetto  il  don  ti  fa.
     Spira  dei  nostri  bamboli
nell' ineffabil   riso;
spargi  la  casta  porpora
alle  donzelle  in viso;
manda alle  ascose  vergini
le  pure  gioie  ascose;
consacra  delle  spose 
il  verecondo amor.
    Tempra  de'  baldi  giovani 
il  confidente ingegno;
reggi  il viril  proposito
ad  infallibil     segno;
adorna  la  canizie
di  liete  voglie  sante;
brilla  nel  guardo errante
di chi  sperando  muor

Auguri   di  Pentecoste,   a   tutti  i cristiani,  auguri di pace  per  tutti gli uomini.

venerdì 29 maggio 2020

CRISTIANI

29--5---2020
Ogni  referenza  teologica   trova  il suo  riscontro  nella  S.  Scrittura.  Infatti  Dio  si è  rivelato  attraverso la sua Parola  contenuta  nei  Libri  Sacri.    Volendo  pertanto  ricercare  e rintracciare  il fondamento  teologico  o  la   radice  cristiana  dell'oblazione  benedettina   in rapporto  alla  Parola  di Dio bisogna  far  ricorso  alla  fonte  della  verità  rivelata  (Vecchio  Testamento  e  Nuovo Testamento).    Viene  dunque  spontaneo  chiedere  in  quale  contesto  della  Bibbia  si  ha  qualche  accenno  all'oblazione  benedettina  tout   court!  è ovvio  che  in  nessuna      parte   di esso  . La  S. Scrittura  parla  di  oblazione  , immolazione , sacrificio , olocausto (Ebr.  10,8),  riferendosi  alle  vittime  del  Vecchio  Testamento. Tutti  questi  termini  simboleggiano  e  sono  tipici  del  Cristo  che doveva  , nella  pienezza  dei  tempi(Gal. 4,4),  immolarsi  sul Golgota,  raffigurato  dall'Agnello  pasquale  .  Quella  di Cristo  è  la vera  , unica  ed  autentica  oblazione donde  scaturì  la salvezza  degli uomini :  salvezza  che doveva  poi  essere  attuata  attraverso  il  battesimo(Mt.  28,19) che  "brucia" il peccato  originale  come  il fuoco  brucia  l'olocausto.
è  chiaro  che  il battesimo  è  la  più  alta  espressione  di unione  perfetta  con  Dio . Cristo si  offre  come  sacrificio  perenne  al Padre in  espiazione  dei  peccati  degli uomini. Al  battesimo  , conditio  sine  qua  non  per  entrare  nell'ovile  di Cristo  e della Chiesa, non  si può  aggiungere  niente: esso  tuttavia  dev'essere  vissuto  in  un  contesto  specifico  detto  comunemente      vocazione  o stato  di vita.
"Come  amano  ripetere  i Padri  , la  chiesa  è  come  un campo  dall'affascinante  e  meravigliosa  varietà  di erbe  , piante  , fiori  , frutti  , ma  migliore  è  quello  che  abbonda  di frutti  e di fiori. Orbene  il campo della  santa  Chiesa  è fecondo  degli  uni  e degli  altri.  Qui puoi  vedere  le gemme  della  verginità metter  fiori,  là  la vedovanza  dominare  austera  come  le  foreste nella  pianura;  altrove  la ricca mietitura  delle  nozze benedette  dalla  chiesa   riempire  i grandi  granai  del  mondo di messe  abbondante , e  i  torchi  del Signore Gesù  ridondare come  di frutti  di vite rigogliosa , frutti dei quali  sono  ricche  le nozze  cristiane "(CL.56). L' apostolo  Pietro  ci ammonisce  :"  Ciascuno  viva  secondo  la grazia  ricevuta , mettendola  a sevizio  degli  altri, come  buoni  amministratori  di una  multiforme  grazia  di Dio"(1 Pt. 4,10)
A  questa  vocazione  base, fondamentale  per  ogni  uomo (celibe, sposato o vedovo), Iddio  ci  può  far  dono  di un'ulteriore grazia  che  potremmo chiamare  "associazionismo";  associazioni  cristiane  come  ulteriore  ausilio  per vivere  più  intensamente  il proprio  battesimo . L'oblazione  benedettina è  una  di queste  associazioni  a cui  appartengono  gli  oblati, laici battezzati  che vogliono  vivere  lo spirito  della Regola  di S. Benedetto  nella loro  vita  secolare\ laicale.
L' oblazione  benedettina  è  interamente  inserita  nel  battesimo in quanto  è il battezzato  che  chiede  di  quest'ulteriore  aiuto  nella  sua  vita cristiana . L'oblazione  ,vive  pertanto  in un contesto  ecclesiale  nel  quale poter  trovare  il suo  ruolo  specifico  nella  Chiesa ed  essere  perennemente presente  in tutte  le circostanze , e questo  per  far  partecipare  tutti  delle  sue  ricchezze  interiori.

giovedì 28 maggio 2020

STORIA DELLA NOTTE Jorge Luis Borges

28--5---2020

Metafore  delle  mille  e una  notte

La  prima  delle  metafore  è il fiume.
Le  grandi  acque . Il  cristallo  vivente
A  custodia  delle  care  meraviglie
Che  furono dell'Islam e sono  tue
E  ora  sono  mie. L  'onnipotente
Talismano  che  è  anche  uno  schiavo;
Il genio  confinato  dentro  il vaso
Di  rame  dal  sigillo salomonico;
Il  giuramento  di un re  che  consegna
La  regina  di una  notte  alla lama
Della  spada, la  luna , che  sta  sola;
Le  mani che  si  lavano  con cenere ;
I  viaggi  di Simbad, quell'Odisseo
Sospinto  dalla  sete  di avventura,
E  non  dal  castigo  di un dio ;  la lampada;
I simboli  che  annunciano a  Rodrigo
Gli  arabi  che  conquistano  la Spagna;
La  scimmia  che  rivela  essere  un uomo,
Giocando  alla scacchiera;   il re  lebbroso;
Le  alte  carovane  ;  la  montagna 
Di  calamita  che  la nave  affonda;
Lo  sceicco  e  la  gazzella ;  un  orbe  fluido
Di  forme  che  variano come  nubi,
Sottoposte   all'arbitrio  del Destino
O  della  Sorte  , che  son  la stessa  cosa;
Il  mendico  che   può  essere  un angelo 
E  la  caverna  che  si chiama Sesamo.
La  seconda  metafora  è  la  trama  
Di  un  tappeto  , che  propone  allo sguardo
Un  marasma  di colori  e  di linee
Irresponsabili  , un  caso  e  una   vertigine,
Ma  un ordine  segreto  lo governa.
Come  quell'altro  sogno,  l'Universo,
Il libro  delle  Notti  è  costruito
Da  cifre  tutelari  e  d' abitudini:
I  sette  fratelli ed  i sette  viaggi,
I  tre  cadì  e  i  tre  desideri
Di  chi  guardò  la  Notte  delle  Notti,
La  nera  chioma  innamorata in  cui 
L'amante  vede  tre  congiunte  notti,
I  tre  visir e  le tre punizioni
E  sovrastante  le altre  sta  la prima
E  ultima  cifra  del  Signore  ;    l'Uno .
La terza  metafora  reca  un  sogno .
Agareni  e  persiani  lo sognarono
Nei  portoni  del velato  Oriente
O  in  verzieri  che  ora  sono  polvere 
E  seguiteranno  a  sognarlo  gli uomini
Sino  all'ultimo  giorno  della  vita.
Come  nel  paradosso  dell'eléata
Il sogno  si  disgrega  in  altro  sogno
E  quello  in  altro  e in  altri , così  tessono 
Oziosi  un  ozioso  labirinto.
Nel  libro  è  il Libro . Senza  immaginarlo
La   regina  narra  al re  la  già  obliata  
Storia  di loro stessi. Affascinati
Dal  tumulto  di  precedenti  magie,
Non  sanno  chi sono . Sognano  ancora.
La    quarta  è metafora  di una  mappa
Di  quella  zona  indefinita, il Tempo ,
Di ciò  che  segna  la  graduale  ombra
Ed  il perpetuo  logorio  dei  marmi
Ed   i passi  delle generazioni.
Tutto  , La  voce  e l'eco, ciò  che  guardano
I  due  opposti  volti  del  Bifronte,
Mondi  di argento  e mondi  di oro  rosso
Ed   il lungo  vegliare  delle stelle.
Dicono  gli  arabi  che  non si può 
Leggere  tutto  il Libro delle Notti.
Le  Notti   sono  il Tempo , che  non dorme.
Leggi   ancora mentre  muore   il giorno:
Shahrazad ti   narrerà  la  sua  storia.

   Islanda

Che   gioia  per tutti  gli uomini,
Islanda  dei  mari, che  tu  esista.
Islanda  della  neve  silenziosa  e  dell'acqua  fervente.
Islanda  della notte   che  fa  volta
Sulla  veglia  e il sonno.
Isola  del  giorno  bianco  che  ritorna,
Giovane  e mortale   come  Baldr.
Fredda  rosa, isola segreta
Che  fosti  la  memoria  di Germania
E  salvasti  per noi 
La  sua  spenta  , sepolta  mitologia,
L'anello che  genera  nove  anelli ,
Gli  alti  lupi  della  selva  di ferro
Che  divoreranno  la luna  e il sole,
La  nave  che  Qualcuno  o  Qualcosa  costruisce
Con  le unghie  dei  morti.
Islanda  dei  crateri  che  aspettano,
E  delle  tranquille  greggi.
Islanda  delle  sere  immobili
E  degli  uomini forti
Che  sono ora  marinai  e  barcaioli e  parroci
E  che  ieri  scoprirono un  continente.
Isola   dei  cavalli dalla  lunga criniera
Che  generano  sull'erba  e sulla  lava,
Isola  dell'acqua  piena  di monete
E di  non saziata  speranza  .
Islanda  della  spada  e della  runa,
Islanda  della  grande  memoria  concava
Che   non  è    una  nostalgia 

mercoledì 27 maggio 2020

EVAGRIO PONTICO E MACARIO IL GRANDE di: Mario Cappelletti

27---5--2020
Nato  a  Ibora  sulle  rive  del  Ponto(il  Mar  Nero)  Evagrio  viene  formato  alla  "scuola"  dei  padri  cappadoci:    San  Basilio  e  San  Gregorio  Nazianzeno.    A  Costantinopoli lo  troviamo  assiduo nella  lotta  contro  l'arianesimo e  avviato  a  una  brillante  carriera  ecclesiastica.
Intorno  al  383  sceglie  il deserto  egiziano , dopo  aver  avuto  legami , a  Gerusalemme , con  l'ambiente origeniano(Melania e Rufino). Nel  deserto  frequenta  tra  gli altri  l'anacoreta  Macario  Egizio e vive facendo il  copista  , tuttavia "si tiene  in disparte, anzitutto  perché  è  un  intellettuale , e  poi  perché  appartiene  alla  "confraternita" dei monaci origeniani",  e la  sua  morte  lo salva  prima  delle  persecuzioni che  si  abbatteranno  su questo gruppo.
Le sue  tesi  spirituali ,nonché  la sua  stessa  vita, si  possono  dividere in due  momenti : 
vita  pratica  e  vita  gnostica.
La  prima  non è  altro  che  la  spiritualità  ascetica, "metodo  spirituale  che  ha  per  fine  la  purificazione della  parte  passionale  dell'anima", che  consente di giungere  all' apathéia,  l'impassibilità , all'essere esente da ogni  passione.  Con  la seconda  si  arriva  alla  contemplazione  della  natura, per  giungere  alla  conoscenza  di Dio.       Tuttavia   il  5°   Concilio  Ecumenico (553), ha  condannato  parte  dell'opera di Evagrio  con  parte  di quella  di  Origene;  lasciandoci  solo  la parte  strettamente  di ascetica.

Abba  Evagrio  ha  detto:   "Quando  sei  privo  di coraggio  , prega  come  sta  scritto: Prega  con  timore  e tremore  (Sal  2,11).  Bisogna  pregare  con fatica  , essendo  sobri  e  vigilanti  soprattutto  a  causa  di quei  malvagi , i nostri  nemici invisibili , che  spinti  da  preoccupazioni  perverse  vogliono  farci del male".

Disse  ancora:  "Quando  ti sale  al cuore  un   pensiero  che  proviene  dal nemico, non  cercare  di pregare in un  modo o nell'altro, ma  affila la spada  delle lacrime".

La  preghiera  è una  "conversazione  "  della  mente  con Dio .  Cerca  dunque  la  disposizione  di cui  la mente  ha  bisogno per  potere  , senza  tornare indietro ,  protendersi  verso  il suo  Signore  e  conversare  con  lui  senza  intermediario.

Quando  lo Spirito  , spogliatosi  dell'uomo  vecchio , avrà  rivestito l'uomo della grazia, vedrà  il proprio  stato , nel momento  della  preghiera, simile al colore  dello zaffiro  o del cielo , ed  è  ciò  che  la Scrittura  chiama  il luogo di  Dio , visto  dagli  antichi sul monte  Sinai.


Nel  vasto  e terribile  deserto di Scete,  a poca  distanza  da  Nitra , giunge  Macario  il Grande (o  di  Scete , o l' Egiziano , o l'Anziano)  (ca.300--ca.  390).  Dopo  la morte  dei  genitori e  l'aver  donato  tutto  ai poveri si presenta  al servizio  di un  vecchio  eremita che  viveva  ai  margini  della  città. Non  passò  molto  tempo  che  il vecchio  lo  giudica  pronto  per  la  vita eremitica.    Si   sposta  ancora , e  vive  di contemplazione e lavoro , officiando  per alcuni  fedeli, prima  come  diacono  e poi  come  sacerdote. A  trent'anni  è  a  Scete.  Giunge  a  Qolzum, dopo un lungo  viaggio , e  viene  ospitato  da  Antonio il Grande, dal    quale  è  incoraggiato  e  benedetto .    Tuttavia  ripeterà  il viaggio  e  l'incontro;   ma   il suo posto  sarà  sempre  Scete, e  questo  glielo  riconfermerà  Antonio . Infatti , dopo  pochi  anni  centinaia di anacoreti  si  verranno  a stabilire  intorno  alla grotta  di Macario, reso  celebre  per  i suoi  miracoli e la duplice  visione.
Ma  al di là  dei  miracoli  , delle  profezie  , delle  estasi ,  della  resistenza alle  privazioni enorme e alle  tentazioni  violente, Macario  rimane  famoso per  la sua  immensa  bontà  e la carità  di cui  non  disdegnò  alcuno.

Un  giorno , mentre  il padre  Macario il Grande   pregava    nella  sua  cella , gli  giunse  una voce:"Macario,  non sei  ancora giunto  alla misura di quelle due  donne  della tal città".  Al mattino  , l'anziano  si alzò , prese  il suo  bastone di palma e si  diresse verso  la città . Quando  fu giunto  al luogo che  cercava,  bussò  alla porta . Una  di esse  uscì  e lo accolse  in casa sua. Si  sedette, le  chiamò  tutte e due ,  ed esse vennero  a sedersi  con  lui . Disse l'anziano:" Per  voi  ho fatto  tanta  fatica; ditemi  quali  sono  le vostre  buone opere". Ma  esse risposero:" Credici , questa  notte  siamo  state  senza i nostri mariti. Quali  buone opere  dunque  possiamo  avere?".  Ma  l'anziano insisteva  a   pregarle  di  manifestare  le loro opere. Gli  dissero allora:" Al  secolo  noi  non  eravamo  parenti , ma ci è  piaciuto  di  sposare  due  fratelli secondo la carne. Da quindici  anni abitiamo  nella  stessa  casa , e  non  ci  risulta  di  aver  mai litigato fra  noi o  che  una  di noi  abbia  detto  all'altra  una  parola cattiva, ma  abbiamo trascorso  tutto  questo  tempo  nella  pace e nella  concordia. Ci  venne  poi  nell'animo  di entrare  in  un monastero di vergini ; lo chiedemmo ai nostri  mariti,ma essi  non  vollero acconsentire . Non  avendo  potuto  mettere  in pratica  tale  progetto , facemmo un  patto  fra noi e Dio,  che  fino  alla morte non  esca  mai   dalla nostra  bocca  una parola mondana".
Udito  ciò,  il padre  Macario  disse:"Dico in verità  che  quel  che conta  non è  essere  vergine  o maritata,  monaco o  secolare , perché  Dio  dona  a  tutti  lo Spirito Santo nella  misura  della  disposizione  di ciascuno".

martedì 26 maggio 2020

PENSIERI SULLA POLITICA ITALIANA : di Stefano Jacini 1889

26---5---2020

 Parlamento  e decentramento   amministrativo

[Stefano  Jacini  espose fin  dal  1889  la necessità di  fare  del Parlamento  un organo  chiamato  a  discutere  solamente dei  problemi  generali  dello Stato, libero  dalle  pressioni  degli  interessi  locali  che  trovano la loro  naturale  sede  di discussione  negli enti  locali.]

In Inghilterra  il Parlamento è chiamato  a  decidere solo dei  grandi  interessi  dello Stato , un' infinità di  pubblici  interessi  sviluppatesi  indipendentemente per forza propria ;  il governo  è  responsabile direttamente verso  la  rappresentanza  nazionale ;   ma,  la  rappresentanza  nazionale  non  occupandosi  che  di  grandi  interessi  pubblici,  la  stabilità  del potere  esecutivo  viene  assicurata  dal fatto  che  una  divergenza  fra  il Parlamento  e i  governanti  circa  i criteri  direttivi  della  politica  , è  in  grado  di  sbalzare   questi  dal seggio.
Il  sistema  rappresentativo  , ma  non  a  forma  parlamentare , è adottato  in monarchie , come  per esempio  , l 'Austria-Ungheria  e la Germania, e  in repubbliche  , come  per esempio , gli Stati  Uniti di America e la Svizzera.  Nelle  une  e  nelle   altre , sotto  forme  affatto  diverse , i  ministri  sono  responsabili verso  il  paese , ma  in modo indiretto ;  quindi  essi  vengono sottratti  alle  piccole  incessanti  possibili  insidie dei  membri  della    rappresentanza nazionale e  rimangono  esposti  soltanto  agli  assalti  di essi  ,  quando  la lotta  si  riferisca  a gravi   questioni.
Invece la  Francia (repubblicana  e monarchica, la differenza   della forma  di governo  poco  importa  per  l'argomento in questione)  diede  l'esempio  , seguito  poi  dagli  altri popoli latini, di un sistema  parlamentare all'inglese ,    ma  senza le istituzioni  inglesi, colla  responsabilità  diretta  e  immediata  dei  ministri verso  i rappresentanti  della nazione;  mentre  poi  tutta  quanta  la  pubblica  amministrazione  del  paese  viene  a  far  capo  al  governo  centrale , vale  a dire  , a quei  ministri  appunto.  Di  là  un  connubio  mostruoso  che  doveva  diventare  una  fonte  inesauribile  di  pubbliche  spese , un  modo  inevitabile di  falsare la  vita  pubblica  , una  causa  permanente di  instabilità  di governo e un  fomite  di  corruzione  ; in   quanto  che,  quando  non  esista  qualche  grande  preoccupazione  patriottica  atta  a  produrre una  diversione  , il frutto  dell'anzidetto   connubio si è  quello  di trasformare  i  rappresentanti  della  nazione  (sotto pena  , in caso di rifiuto, di  non essere  rieletti) in  agenti   sollecitatori  degli interessi  dei  propri  elettori.Poiché   tutti  quegli  interessi  fanno  capo  al governo  centrale  , a  loro  volta  i ministri  sono  esposti  a  dover  cedere  , il più  delle volte   con  danno  del  pubblico  erario  e spesso  anche  della   giustizia  , davanti alla  coalizione  dei  deputati  sollecitatori  , sotto  pena  altrimenti  o  di  sacrificare  interessi politici  maggiori , che  per  prevalere hanno bisogno  di quei voti , o  di cadere .  Di  là  finalmente la tendenza  incessante  delle Camere elettive  a invadere , a  trasformarsi  in Convenzioni  nazionali  e  ad  esautorare l'altro  ramo  del Parlamento, il  potere  esecutivo  , la stessa magistratura.
Così  viene  a  guastarsi  ad  un tempo  la vita  politica e  l'indirizzo  della  amministrazione dello Stato.
Quali  risultati  diretti  e  indiretti  , un  tale  sistema  ibrido , ch'io  chiamo  appunto    regime  pseudo--parlamentare,  può  produrre  , lo  attestano  in  coro  la  Francia,  la Spagna,  il Portogallo,  la  Grecia,  e  l'Italia.
Il  parlamentarismo, per  sé  medesimo  , nulla  racchiude che  non  possa  acconciarsi agli  anzidetti  paesi , ma  ciò  a  patto  che  si faccia  luogo  ad  un  profondo  decentramento  amministrativo; al  che  non  si  volle  ricorrere.
Insomma  quei  due  termini sono  incompatibili. Tutto  il male  consiste  nell'averli  voluti associare  .  O  si  vuol  conservare il sistema  parlamentare , e  allora è  necessario  un  profondo  decentramento  amministrativo ;  o si  vuol  fruire  d'una  buona   amministrazione  accentrata, e  allora  si deve  regolare   diversamente  la responsabilità  del potere esecutivo  verso  la  rappresentanza nazionale.  Riferirsi  agli  usi  parlamentari  inglesi  per  applicarli al nostro  pseudo -parlamentarismo  equivale  a  commettere  un  abuso  d'astrazione.

lunedì 25 maggio 2020

LETTERATURA ITALIANA 900 Pier Paolo Pasolini

25--5--2020
Me   ne  vado, ti  lascio  nella  sera

Me  ne vado, ti  lascio  nella sera
che,  benché  triste,  così  dolce  scende
per  noi  viventi, con  la luce cerea

che  al quartiere  in penombra  si  rapprende.
E  lo  sommuove  .  Lo  fa   più  grande,  vuoto,
intorno  , e, più  lontano  , lo  riaccende

di  una  vita  smaniosa  che  del  roco
rotolò  dei  tram , dei  gridi  umani,
dialettali , fa  un  concerto fioco

e  assoluto.  E   senti come  in  quei  lontani
esseri  che,  in  vita  , gridano , ridono,
in  quei  loro  veicoli , in  quei  grami

caseggiati  dove si  consuma  l'infido
ed  espansivo  dono  dell'esistenza---
quella  vita  non è  che un  brivido;

corporea  ,  collettiva  presenza ;
senti  il mancare  di ogni  religione
vera;  non  vita,  ma sopravvivenza

--forse  più  lieta della  vita---come
d'un  popolo di animali , nel  cui  arcano
orgasmo  non  ci sia  altra  passione

che  per  l 'operare   quotidiano:
umile  fervore  cui  dà  un  senso di festa 
l'umile  corruzione .  Quando più  è vano

---in    questo  vuoto  della  storia , in   questa
ronzante  pausa  in cui  la vita  tace---
ogni  ideale , meglio  è  manifesta

la  stupenda, adusta  sensualità
quasi  alessandrina, che  tutto  minia
e  impuramente  accende, quando  qua

nel  mondo,  qualcosa  crolla, e  si trascina
il mondo , nella  penombra , rientrando
in  vuote  piazze , in  scorate  officine......

Già  si  accendono i lumi,  costellando
Via  Zabaglia, Via  Franklin,  l'interno
Testaccio, disadorno  tra  il suo  grande

lurido  monte, i  lungoteveri, il nero
fondale , oltre il fiume, che  Monteverde
ammassa  o sfuma  invisibile sul  cielo.

Diademi  di lumi che  si perdono ,
smaglianti , e freddi di tristezza 
quasi  marina.....Manca  poco alla cena;

brillano i rari  autobus  del quartiere,
con grappoli d' operai  agli sportelli,
e  gruppi  di militari  vanno, senza fretta,

verso  il monte  che cela in mezzo a  sterri
fradici  e  mucchi  secchi  d'immondizia
nell'ombra  , rintanate  zoccolette

che  aspettano  irose  sopra  la sporcizia
afrodisiaca:  e,  non lontano, tra casette
abusive  ai margini del  monte , o in mezzo

a  palazzi , quasi  a  mondi, dei  ragazzi
leggeri  come  stracci  giocano  alla  brezza
non più  fredda, primaverile ; ardenti

di sventura  giovanile  la  romanesca
loro  sera  di maggio   scuri  adolescenti
fischiano  pei  maciapiedi,  nella  festa

vespertina; e  scrosciano  le  saracinesche
dei  garages     di schianto,  gioiosamente,
se  il buio ha  resa  serena  la sera,

e in  mezzo  ai platani  di Piazza   Testaccio
il vento  che  cade  in tremiti di bufera ,
+  ben  dolce  , benché  radendo i capellacci

e  i  tufi  del  Macello , vi  si imbeva
di sangue  marcio , e  per  ogni  dove
agiti  rifiuti  e odore  di miseria.

è  un brusio   la  vita,  e questi  persi
in essa  , la  perdono  serenamente,
se  il cuore  ne  hanno   pieno a  godersi

eccoli , miseri , la sera: e  potente
in essi  , inermi  , per essi, il mito
rinasce......Ma  io,  con  il cuore  cosciente

di chi  soltanto  nella  storia  ha vita,
potrò  mai  più  con  pura  passione operare,
se so  che  la nostra  storia  è finita?  

domenica 24 maggio 2020

BUONA DOMENICA : CRISTIANI

24--5---2020
Il  Sacro  Concilio,  volendo  rendere  più  intensa l'attività   apostolica del Popolo  di Dio,  con  viva  premura  si rivolge ai fedeli  laici,  dei quali  già  altrove ha  ricordato  la parte  propria  ed  assolutamente  necessaria  che  essi  hanno  nella  missione  della Chiesa(  AA  Proemio);  " immenso è il campo di apostolato  che  si apre  nell'ordine nazionale  ed  internazionale, dove  specialmente   i laici sono  ministri  della  sapienza cristiana"(AA  14);    "coltivino  costantemente  il senso  della  diocesi , di cui  la  parrocchia   è  come  una cellula , sempre pronti, all'invito  del  loro  Pastore  ad  unire anche  le proprie  forze  alle  iniziative diocesane. Anzi,  per  venire incontro alle necessità  delle  città  e delle zone  rurali , non limitano la loro propria  cooperazione entro  i confini della  parrocchia e della  diocesi, ma  procurino di allargarla  all'ambito  interparrocchiale , interdiocesano , nazionale o  internazionale, tanto  più  che  il  crescente spostamento delle  popolazioni, lo sviluppo  delle  mutue  relazioni e  la  facilità  delle  comunicazioni  non   consentono  più  ad  alcuna  parte  della  società  di  rimanere  chiusa  in  se stessa.  Così  abbiamo  a  cuore  le necessità  del  Popolo di Dio  sparse su  tutta  la terra"(AA  10),  ma  anche  al di   fuori  della Chiesa   con  i fratelli di tutte le religioni e anche  quelli  senza  alcuna  pratica  religiosa :" Quanto all'apostolato  per  la   evangelizzazione  e  la  santificazione  degli  uomini, i  laici  debbono  essere  particolarmente formati   ad  instaurare il dialogo  con  gli altri credenti  o  non  credenti,  per  annunziare  a  tutti  il messaggio di  Cristo"  (AA  31).
Il  cardinale  C.M. Martini , arcivescovo di Milano(7  maggio  1988), ha  detto in  proposito  :
"  è necessario un  grande  sforzo di  formazione  e di  catechesi per  mettere  i laici in  grado  di affrontare le  impegnative   responsabilità  in modo  più  competente  e con  strumenti adeguati  di  discernimento. Solo così  i laici  potranno mettere  a  disposizione della   Chiesa  e  dell'animazione  evangelica   del  mondo le loro energie e le loro capacità  che  sono  spesso utilizzate  solo  in  minima parte  con  un  impoverimento  generale  della  testimonianza a  Gesù  da parte  della Chiesa".
Il decreto  conciliare   Apostilicum   Actuositatem  al n. 4  spinge  il laico  battezzato  ad  associarsi  a delle  confraternite  cristiane per laici in modo da avere una  maggiore  preparazione  e  responsabilizzazione  ecclesiale  per poter agire  in profondità e  con successo.
Tra  le tante  associazioni e gruppi  di laici  cristiani impegnati  ed  operanti  nella  Chiesa si possono annoverare gli oblati benedettini  secolari(cfr.  gli Statuti), i quali , battezzati  anch'essi  come  tutti  i laici  cristiani, si  presentano in  seno  alla Chiesa  portando il  contributo del  carisma  benedettino:  amore  alla Parola  di Dio, meditata e vissuta nella  liturgia , insieme ad  un  silenzio e raccoglimento religiosamente pregni di Dio(R S B  CC. 6; 42).  Tutte  queste  qualità l'oblato  benedettino secolare  le  può  esercitare  sempre e molto  di più se  egli  assume  uno dei tanti  ministeri ecclesiali a  disposizione  nella Chiesa:" I pastori pertanto , devono riconoscere e  promuovere  i ministeri , gli  uffici e le  funzioni dei  fedeli laici, che  hanno il loro  fondamento  sacramentale nel Battesimo e nella  Confermazione  e per  molti di loro  nel   Matrimonio(CL 23).

venerdì 22 maggio 2020

EMILY DICKINSON

22---5--2020

546

Per  chiudere  una  falla
 devi  inserire  ciò  che  la    produsse--
Se  con  qualcosa  d'altro  vuoi  richiuderla
ti  si  spalancherà  sempre  più  grande---
Non   puoi  comare  un abisso
con  l'aria.

547

Ho  visto  occhi  morenti
volgersi  attorno a  una  stanza 
senza posa,  cercando
qualcosa , poi velarsi,
farsi oscuri di nebbia,
e  sigillarsi  infine
senza avere svelato  quale  vista
li  avrebbe  resi  felici.

548

La  morte ha uno specifico  potere
per  l'uomo che  muore--e  il suo  amico---
Oltre a  questi  , nessuno se ne  cura
a  eccezione  di Dio---

Di    questi   due, chi  ricorda  più  a lungo
è  certo  Dio---
l'amico  è  tutt'uno--e  dunque
anch'egli  dissolto  in Dio---

550

Varco  nel mio pensiero
fino  a  stancarmi---un  monte--
più  d'un  monte---poi  un mare--
più  d'un  mare---ed   ancora
mi  si  scopre  un deserto---

che  offusca  il mio orizzonte
di  pulviscoli  duri, turbinosi--
di  quantità  infinita--
come  le  piogge  d'Asia--

Né  questo  scoraggia  il mio  passo--
ritarda  l'arrivo  a  Occidente--
solo  come  un  fuoco a salve  del  nemico
chi  s' affretti al riposo--

Che  gloria  ci  sarebbe  nel  traguardo
se  non si  frapponesse
l 'ombra  del dubbio--e  un  remoto avversario--
a  rendere  l'impresa  più  rischiosa?

Infine --già  la  grazia  in vista  --grido
ai miei  piedi  d'insistere, prometto
di  regalargli  tutto  il Paradiso
l'attimo  stesso  che  ci  incontreremo--

Si  sforzano ---eppure  si  attardano--
Ecco  cadono---  Stiamo  per morire--
o questo  esperimento  di  morte
si  muterà  in vittoria?

giovedì 21 maggio 2020

LA VIA SEMPLICE DI CHUANG TZU di: Thomas Merton

21---5---2020

L'uomo  nasce  nel Tao

I  pesci  nascono nell'acqua,
l'uomo nasce  nel Tao.
Se  i  pesci,  nati  nell'acqua,
cercano l'oscurità
di stagni  e laghetti,
soddisfano
ogni loro necessità.
Se  l'uomo, nato  nel Tao,
sprofonda  nelle tenebre
della  non--azione
per dimenticare offese e preoccupazioni,
non ha più  bisogno  di nulla,
può  vivere  tranquillo.

Morale:
"Tutto  ciò  di cui  un pesce  ha bisogno
è di  perdersi  nell'acqua.
Tutto  ciò  di cui  l'uomo ha  bisogno
è di  perdersi nel Tao".

Informe  e i due  re

Il  re  del  Mare  del Sud
era  Agisci--per--intuito.
Il re  del Mare  del Nord
era  Agisci---in---un--attimo.
Il re  del territorio  compreso  tra  i due
era   Informe.

Ora  il re  del Mare  del  Sud
e il re  del  Mare  del  Nord
erano  spesso  soliti  recarsi  insieme
nella  terra  di  Informe:
egli li trattava  bene.

Allora  si  consultarono
ed  escogitarono  un  bel  piano,
una  piacevole sorpresa , per  Informe,
in  segno  di riconoscenza.

"Gli uomini", dissero, "hanno  sette  fori"
per  vedere  , sentire, mangiare, respirare,
e così  via.  Ma  Informe
non  ne ha nessuno.
Facciamoglieli noi".
E così  si misero
a fare  dei  buchi in  Informe,
uno  al giorno , per  sette giorni.
E  quando  ebbero  finito  il settimo  buco,
il loro  amico morì.

Lao  Ten  commentò:
"Organizzare è distruggere".

mercoledì 20 maggio 2020

FIABE ITALIANE : raccolta dalla tradizione popolare italiana, a cura di: Italo Calvino

20---5---2020

Giufà   e  la statua  di gesso

C'era   una   mamma  che  aveva  un figlio  sciocco, pigro  e  mariolo. Si  chiamava Giufà.  La  mamma, che era povera , aveva  un pezzo di  tela  , e disse a   Giufà:  --Prendi  questa  tela e valla  a  vendere ;  però se ti  capita   un chiacchierone  non  gliela  dare:   dàlla  a  qualcuno  di  poche parole.
Giufà  prende  la tela  e  comincia  a  strillare  pel  paese:--Chi  compra  la tela?  Chi   compra  la tela?
Lo ferma  una donna  e gli  dice:--Fammela  vedere --,   Guarda  la tela e poi domanda:--Quanto  ne vuoi?
--Tu  chiacchieri  troppo , ---fa  Giufà , --alla  gente  chiacchierona  mia  madre  non  vuol  venderla, --e va via.
Trovò  un contadino:--Quanto  ne vuoi?
---Dieci  scudi.
--No:  è troppo!
---Chiacchieri  , chiacchierate:   non  ve  la do.
Così  tutti  quelli  che  lo chiamavano  o gli  si  avvicinavano  gli  pareva  parlassero  troppo e  non  la volle  vendere  a nessuno .  Cammina  di qua , cammina  di là , s' infilò  in un cortile . In  mezzo al  cortile  c'era una  statua  di gesso,  e  Giufà  le disse :--Vuoi  comprare  la tela?---Attese un po' , poi  ripeté : La  vuoi  comprare la tela? --Visto  che  non  riceveva  nessuna  risposta:  --Oh,vedi  che  ho  trovato  qualcuno di poche parole! Adesso  sì che  gli  gli venderò  la tela --. E  l'avvolge addosso  alla statua.---Fa  dieci scudi. D'accordo?  Allora  i soldi  vengo  a prenderli  domani, --e se ne andò.
La madre  appena  lo vide  gli domandò  della tela .
---L'ho  venduta.
--E i quattrini?
---Vado  a  prenderli  domani.
----Ma è persona di fiducia?
----è  una donna  proprio  come volevi  tu:  figurati  che non  mi  ha detto  neppure  una parola.
La  mattina  andò  per  i quattrini .  Trovò  la statua , ma  la tela  era  sparita. Giufà  disse:---Pagamela--.  E   meno  riceveva  risposta  più  s'arrabbiava.---La  tela  te  la sei presa , no? E  i quattrini non  me li vuoi dare?  Ti faccio vedere io, allora!----  Prese una zappa e menò una zappata  alla  statua  da mandarla  in cocci. Dentro  la statua  c'era  una pentola piena  di monete  d'oro. Se  le mise nel sacco e andò  da sua madre.---Mamma  , non  mi  voleva  dare  i denari, l'ho presa  a  zappate  e m'ha  dato  questi.
La  mamma  che era  all'erta , gli disse :--Dammi  qua, e non  raccontarlo  a nessuno.

Fra   Ignazio

Fra  Ignazio, frate  laico  , doveva  ogni giorno  andare  a  chiedere  l'elemosina  per il  Convento. Dov'era  povera gente , andava  più  volentieri, perché  la povera  gente quel  che  gli  dava  glielo  dava  col  cuore;  invece  , da  un Notaio  chiamato Franchino  non andava  mai,perché conosceva  per  uomo di cattivo  cuore,  che  succhiava  il  sangue  dei  poveri.
Un giorno  , il Notaio  Franchino, offeso  con  Fra  Ignazio  perché  evitava  casa  sua, andò  al Convento a lamentarsi col  Priore della  mala  maniera  di   Fra  Ignazio.--Vi  sembra , Padre  , che io sia persona da  tenersi  in così  poco conto?
Il Priore  gli disse di star  tranquillo , che  a mettere  a posto  Fra  Ignazio ci  avrebbe  pensato  lui, e  il Notaio  si  calmò e  andò via.
Quando  Fra Ignazio tornò  al Convento, il Priore  gli disse :--E cos'è  questa  maniera  di trattare  il Notaio  Franchino? Domani andrai da lui , e  prenderai  tutto  quello  che  lui  ti darà.
Fra  Ignazio stette zitto  e  chinò  il capo  . L'indomani mattina andò  dal Notaio , e Franchino  gli riempì le  bisacce d'ogni  ben di Dio . Fra Ignazio   si caricò  le bisacce sulle spalle , e  si mise in cammino per il convento. Al  primo  passo     che  fece ,  dalle  bisacce colò  una  goccia di sangue, poi  un'altra, poi un'altra ancora. La gente per  la via, vedendo  il frate con le bisacce che gocciolavano  sangue , diceva:--Eh!  Giornata   grassa, oggi  , per Fra  Ignazio !  Oggi  i Padri fanno  un bel pranzo!--E  Fra  Ignazio, zitto, continuava  a camminare lasciandosi  dietro  una scia   sangue.
Al Convento, i frati , vedendolo  arrivare  con tutto  quel sangue  dissero:--Fra Ignazio  ci porta  carne  quest'oggi!  Carne  appena  macellata!--Aprirono  le bisacce , e  carne  non  ce ne era.---E  tutto quel sangue?  Da dov'è  uscito?
----Non  abbiate  paura, ---disse Fra Ignazio . ---Quel  sangue  esce proprio  dalle bisacce, perché l'elemosina  che  m'ha  fatto Franchino non  è lavoro suo  , ma  è sangue  dei poveri  che lui  deruba.
Da  quella  volta  Fra  Ignazio   non andò più  a  domandare  l'elemosina   al Notaio.

La  violenza, è il male per  antonomasia,  è  espressione   del , buio del cuore umano.  Per  questo motivo  non solo  bisogna avere un sentimento di avversione;  ma anche   il coraggio  di denunciare.
Il mio pensiero, e  la dedica di queste fiabe, ai  bambini  vittime di violenza.  A  loro,  che dei mostri, hanno negato l'infanzia, e  la purezza   della loro età
Dal Vangelo   secondo  Matteo:
----"chiunque   scandalizza  uno  di questi piccoli  che  credono  in me, sarebbe  meglio  per lui  se  gli  appendessero   al collo una macina  d'asino  e lo  precipitassero  nel  profondo mare ."----
----"Lasciate  i bambini, e  non impedite  che vengano  a me , perché  il regno  dei cieli  appartiene  a  quelli che sono  come loro."  E dopo  aver  imposto   ad essi le  mani,  si allontanò di là.
Afghanistan, Kabul,  il reparto  di maternità , dell'ospedale  di Dasht--e--Barchi,gestito  dai medici senza frontiere.  La  pandemia  , ha  fermato  il mondo  civile, ma  non ha  avuto  , né  ha alcuna  influenza sugli uomini, figli del male.  
L'uomo, quando , perde  la sua umanità, diventa un mostro .  Con quale coraggio,  si uccidono delle donne  , e delle donne    partorienti; dei neonati , appena venuti alla luce?
Signore  , nella tua infinita misericordia  , abbi pietà di noi, salva  l'umanità, dalla follia  di questo secolo!

martedì 19 maggio 2020

IL SISTEMA DEMOCRATICO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA di: Alberto Romagnoli "Il Parlamento"

19---5---2020

Decreti ---legge   e  leggi delegate.

Nello  Stato  moderno, la  vastità  e  l'urgenza  dell'azione  possono  dar  luogo a  improrogabili  esigenze , che  inducono all'invasione  del campo di partenza  del potere  legislativo  da parte  del potere  esecutivo. Si  hanno  perciò  decreti --leggi e leggi  delegate  o decreti  legislativi.
Specialmente  nel  tempo  successivo  alla  prima  guerra  mondiale , il Governo , continuando in una  consuetudine instaurata  durante  la guerra , legiferava   mediante  propri provvedimenti  in  qualunque  materia , privando  con  ciò  le  Camere  della  loro  precipua  e più  gelosa  funzione. Tali provvedimenti  ebbero  il nome  di decreti--leggi, volendosi con  ciò significare  che  la forma  era  di atto del potere esecutivo, ma  la loro  forza era  di legge.
Oggi la Costituzione ha  posto  un freno  a tale  abuso.  L'art. 77  dispone  che  i decreti--legge  debbono  essere  emanati  soltanto  "  in  casi  straordinari  di necessità  ed urgenza ".  Il Governo ne assume  la responsabilità, ed  essi  hanno soltanto  provvisoriamente forza  di legge, poiché  debbono nel  giorno stesso  della  loro emanazione  esser  presentati  alle Camere  per  la loro  conversione in legge , e  se le Camere  sono sciolte dovranno essere  appositamente  convocate  e riunirsi entro cinque giorni.
Esistono  materie così vaste  e  d'indole così strettamente  tecnica , come ad esempio  la compilazione
 d'un  nuovo codice, che  non  potendo  essere  elaborate  e discusse attraverso  il lento  procedimento  parlamentare , vengono  affidate  al Governo. Si  hanno  allora  leggi delegate o  decreti  legislativi. Anche  per  questi la Costituzione  ha  posto dei  limiti(art. 76), poiché  :   
1)  debbono essere  preventivamente  stabiliti i principi  e i criteri  direttivi;
2)  la delegazione  deve esser  data  per  un  tempo  limitato;
3)  la  legge  di delegazione deve  indicare oggetti  definiti.

La  funzione  politica  del  Parlamento:

La  più  alta funzione politica  delle  Camere consiste nel voto  sulla  mozione  con  cui  vien  data  o revocata la fiducia al governo . Ma  , quasi  ad  ogni  passo  che  il governo compie  , ha  bisogno  della fiducia  delle Camere , le  quali  esercitano per  l'appunto  un  vigile  e  continuo controllo sul  suo  operato.
Occorre  distinguere  fra  i  mezzi  con cui  viene  esercitata l'attività  politica  e quelli  con cui  viene  esercitata l'attività  legislativa , di  cui  ora  abbiamo  detto.
L'attività  politica  si  svolge  per  mezzo  di mozioni, interrogazioni, interpellanze e  inchieste , che  sono  tutti  atti rivolti ad  esercitare  il controllo sull'operato  del  governo.
La  mozione , che  di  solito  si  conclude  con  un  voto, contiene un  invito  al governo a prendere una  disposizione  o  ad  assumere  una  certa  linea  di condotta , oppure un  plauso  o  un  biasimo al governo o  a  un  parlamentare  o a  una  commissione  parlamentare . Si distingue  dalle  altre , per  la sua  spiccata  importanza politica , quella  con  cui  si  accorda  o si  revoca  la fiducia al governo.
Con  le  interrogazioni,ci  si  rivolge a un  ministro  per  averne  chiarimenti , che  di solito  sono dati  oralmente.
L'interpellanza , invece , non  si  esaurisce nella  semplice  domanda se  un fatto  sia  vero, o  in  una  richiesta  di  chiarimenti, ma  si  riferisce ai  motivi  e agli  intendimenti dell'azione  governativa , e  può  in  seguito trasformarsi in  mozione .
Le  inchieste , che  si compiono , di  regola  , per  mezzo  d'una commissione appositamente  nominata, hanno  il fine  d'indagare  su  fatti  o situazioni di cui il Parlamento voglia  avere  approfondita  notizia. La Costituzione  parla  soltanto d'inchieste  e  non  accenna agli  altri  modi, ora  detti , coi quali  si  svolge  il controllo parlamentare e  che sono stabiliti  nei regolamenti  delle  due Camere..
 è  stato  creato  dalla  Costituzione  (art.75) un organo che  ha  funzioni  che potremmo  chiamare  ausiliarie  in  materia  legislativa:
il Consiglio  nazionale  dell'economia  e del  lavoro.

lunedì 18 maggio 2020

LETTERATURA DEL 900: CESARE PAVESE

18--5--2020

IL   MITO

Verrà  il giorno  che  il  giovane  dio  sarà  un uomo ,
senza  pena, col  morto sorriso  dell'uomo
che  ha  compreso.  Anche  il  sole  trascorre  remoto
arrossando le spiagge . Verrà  il giorno che  il dio 
non saprà  più  dov'erano  le spiagge  d'un tempo .
Ci  si  sveglia  un mattino che  è morta l'estate,
e negli occhi  tumultano  ancora  splendori
come  ieri, e  all'orecchio i fragori  del sole
fatto  sangue. è  mutato  il colore del mondo.
La  montagna  non tocca più  il cielo; le nubi 
non s'ammassano  più  come  frutti ;  nell'acqua 
non traspare più  un  ciottolo .  Il  corpo  di un  uomo
pensieroso  si piega, dove un dio respirava.
Il gran  sole  è  finito,  e l'odore  di terra,
e la  libera  strada ,  colorata  di gente
che  ignorava  la morte. Non  si  muore  d'estate.
Se  qualcuno  spariva, c'era  il giovane  dio
che  viveva per tutti e ignorava  la morte.
Su  di lui  la tristezza  era  un'ombra  di nube.
Il  suo  passo  stupiva  la terra.
                                     Ora   pesa
la stanchezza su  tutte  le  membra  dell'uomo,
senza  pena  la calma stanchezza dell'alba
che  apre  un  giorno di pioggia . Le  spiagge  oscurate
non  conoscono  il giovane , che  un tempo bastava
le  guardasse. Né il mare dell'aria  rivive
al  respiro . Si  piegano  le labbra  dell'uomo
rassegnate , a  sorridere davanti  alla terra.

domenica 17 maggio 2020

BUONA DOMENICA

17---5---2020

LA  VIA  SEMPLICE  DI  CHUANG   TZU   di:  Thomas  Merton


L'UOMO VERO

Che  cosa  si  intende per  "uomo vero"?
I veri uomini di un tempo non avevano paura
di sostenere  le proprie  idee.
Niente  grandi  gesta . Niente progetti.
Nel  successo ,  nessun  autocompiacimento.
Si  arrampicavano  sugli  scogli
e  non  avevano  le vertigini,
si  tuffavano  in acqua e non  si bagnavano,
camminavano  nel fuoco 
e  non  si bruciavano .
Così  la loro  conoscenza arrivava  diritta  
fino al  Tao.

Gli  uomini veri  di un tempo 
dormivano  senza sognare,
si  destavano  senza  ansia.
Mangiavano  cibi  semplici.
Respiravano  a  fondo.
I veri  uomini respirano a pieni polmoni ,
altri  con la  gola,  mezzi  strozzati.
Nelle  dispute  rigurgitano argomenti
come vomito.
Là    dove le sorgenti della  passione
si  celano  nel profondo
le  fonti  celesti
sono  presto  inaridite.

I  veri  uomini del passato
non  avevano  né  il gusto  sfrenato  della  vita
né  il terrore  della  morte.
Il loro  ingresso era  privo  di gioia,
la loro uscita  , laggiù ,
senza  resistenza .
Non   dimenticavano da dove  venivano,
né  chiedevano dove andavano,
e neppure avanzavano con  aria  truce
facendosi  strada  con  la forza.
Prendevano  la vita  come  veniva,
con serenità;
prendevano  la morte come  veniva,
senza problemi ;
e se ne andavano, laggiù,
laggiù!

Non  passava  loro  neppure  per  la mente
di opporsi  al Tao.
Non  cercavano, con  le loro  iniziative,
di aiutare  il Tao.
Questi sono  uomini veri.

Menti  libere, pensieri  assenti,
fronti distese , volti sereni.
Avevano  freddo?
Non  più  freddo  dell'autunno.

Avevano  caldo?
Non più  caldo  della primavera.
Tutto  ciò  che emanava  da loro
procedeva  tranquillo,
come  le quattro  stagioni

La   metamorfosi

Quattro uomini  si misero  a discutere,
Ciascuno  disse:
"Chi  sa  come  si fa
ad  avere  il Vuoto  come  testa,
la  Vita  come spina  dorsale
e la Morte  come coda?
Sarà  mio  amico!

A  questo punto  si  guardarono  tutti in faccia,
videro  che  la pensavano  allo stesso modo,
scoppiarono a ridere
e  divennero  amici.

Poi  uno  di loro  si ammalò
e un altro  andò  a trovarlo,
"Grande  è il  Creatore ",  esclamò il malato,
"che  mi  ha fatto  come sono!

Sono  così  piegato  in due
che ho  l'intestino sopra  la testa;
appoggio  la guancia  sull'ombelico;
le mie  spalle  sporgono 
al di  sopra  del collo;
la mia  volta cranica  è  un'ulcera
che scruta il cielo;
il mio  corpo  è un   caos
ma  la mia  mente è  in ordine".

Si trascinò  fino al pozzo,
vide  la propria  immagine riflessa  e dichiarò:
"Che  disastro
mi  ha fatto  diventare!"

L'amico  gli domandò:
"Non sei scoraggiato?"

"Niente  affatto!  Perché  dovrei?
Se  Egli  mi farà  a pezzi
e  trasformerà  la mia  spalla sinistra 
in un galletto
annuncerò  lo spuntar del  giorno.
Se  farà  un  arco
della mia  spalla  destra
procurerò  dell' oca  arrosto.
Se  le mie  natiche  diventeranno ruote
e il  mio  spirito un cavallo
mi  solleverò  da solo e andrò  in giro
nel mio stesso  carretto!

C'è  un tempo  per  costruire
e un tempo  per  smantellare.
Chi  capisce
questo  corso  degli eventi
affronta  ogni  nuova  situazione 
al momento  giusto
senza  dolore  né  gioia.
Gli  antichi  dicevano:
"L'impiccato non può  tagliare la corda
e scendere giù  da solo".
Ma  a tempo  debito la Natura è più  forte
di tutte  le corde  e i legami.
è sempre stato  così.
Che  ragione  c'è 
di scoraggiarsi?"

Buona domenica, all'Italia , all'Europa , che  iniziano con molta cautela, la nuova fase della pandemia;
la  fase 2  è la più difficile, perché  noi cittadini siamo i protagonisti, ed i responsabili   principali. Non prendiamo alla leggerezza  questa fase, ed atteniamoci  alle direttive che il governo ci ha  donato.
Contrastare  ,  l'estendersi dell'infezione, è   nelle nostre forze, nelle nostre mani.
Buona domenica,  a tutti nella speranza  che riusciamo a riprendere in mano la nostra vita, ma comprendendo che molto del nostro quieto vivere del passato , è da cambiare.
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venerdì 15 maggio 2020

L' OBLATO BENEDETTINO UN INNAMORATO DI CRISTO p. Pellegrino Ernetti osb

15----5---2020

Chi    non  s'innamora   di Gesù  e  della  Madonna, è  un  fallito!   Il silenzio ,  abbiamo  detto  ,  fa  gustare  la presenza  di Dio .  Ma,  nella  Regola  del nostro  Santo  Padre  Benedetto, questa  presenza si rende   viva  e si  assapora  con  la   virtù  dell' umiltà  .   Questa  virtù  ci  proietta  in  Dio--Amore, e  Dio---Amore si   dona  totalmente  a noi come  avvenne  per  la Vergine  Maria , la quale  concepì  per  la Sua  umiltà :   San  Bernardo  infatti  dice: Virginitate placuit,  humilitate  concepit(Serm.  Il  Lodi   di  Maria):  Piacque  a Dio per  la Sua  verginità , ma  concepì  per la  Sua  umiltà. Il  silenzio vero  scaturisce  dall'umiltà  sincera  perché  sia  un  silenzio vitale.
Non  ci si  può  innamorare  di Gesù  e  della Madonna senza l'umiltà . Infatti Gesù  "umiliò  se stesso  , fatto  obbediente  sino alla morte , e  alla  morte  di croce", e  tutta  l'opera  della nostra  redenzione , e  tutto  il  mistero pasquale  è opera  di umiliazione   del Figlio  di  Dio .    E quanto più   grande  fu  la Sua  umiltà  , tanto  più  eccelsa  fu  la Sua  esaltazione:"  Perciò  Dio  Lo  esaltò  e  Gli  diede  un  nome  che  è  al  di sopra  di ogni altro nome ". Innamorarsi è  imitare colui  di cui  ci  si innamora .  E  ripetere  il Suo  stile  di  vita.  Stile  di umiltà  : sia   della Madre  ("ha  riguardato  l'umiltà  della  Sua serva ")  sia  del Figlio ("umiliò  se stesso...").
Gesù ci  comanda  : Discite  a me  quia  mitis sum  et  humilis  corde, et  invenietis  requiem  animabus vestris  (Mt 11, 29):  imparate  da me  che  sono mite  ed  umile  di cuore, e  avrete  pace-serenità nelle  vostre  anime!  La   perfezione  nostra  consiste   nell'imitazione  costante  , per  amore, del modello divino ,  come  ci  dice    san Paolo :  Hoc enim sentite  in  vobis  quod  et  in  Christo  Jesus (Fil 2,5):  abbiate  in voi  gli  stessi  sentimenti  , le  stesse idee, le  stesse  volontà  che  possiede  Gesù  . Imitare  Gesù  !  A  che  fare  , si  domanda  san 'Agostino? "Ciò  che  dobbiamo  imparare da Lui  non  è  fare  il mondo , né  creare  le cose visibili ed  invisibili , non  a far  miracoli e a  risuscitare  i  morti; vuole  bensì  che  impariamo  da Lui  le virtù  eroiche  , che  esercita obbedendo  fino  alla morte , e  abbandonandosi  pienamente  al  beneplacito del  Padre  e  ardente  di bruciare  zelo  per  la gloria  di Lui e  la  nostra salvezza  ; ce ne  ha  dato  esempio in tutto  di ammirabile perfezione ; ma  ciò  che  vuole  che  impariamo  prima  di ogni   altra  cosa  è  la mitezza e  l'umiltà  del cuore , sono  le Sue  virtù  nascoste  e silenziose , non  vedute  o  disdegnate  dagli uomini,  che  Egli  raccomanda  caldamente e  comanda di  imitarLo" ( Sermo  10  De  Verbis  Domini, n. 2 ).
L'umiltà  rientra  , dunque  , nei  comandi  di Gesù  perché  Lo  si  possa imitare seguire . Deus  resistit superbis : Dio   resiste  ai superbi e li  disprezza(Pt  5,5 -Gc  4,6 ).  è    cosa  terribile  per  la creatura  essere  abbandonata  da Dio .  Che  sarà  quando  Egli  le  è  contrario?  Non  si può  pensare  senza  spavento!  Dio è l'unica sorgente  della  nostra  santità , perché  autore  di  ogni  grazia ;   ma  che  cosa  potremo  sperare  da Lui se non solo  non  si  comunica  alle nostre  anime, ma ci  è  nemico  e ci  respinge?  Qual  è  la ragione di codesta  opposizione da  parte  di Dio contro  l'orgoglioso? La  ragione  proviene dalla  stessa  sua  natura  divina: Egli  è il  principio  e la fine  , l'alfa  e l'omega (Ap.  22, 13) di ogni cosa; è  causa  prima  di tutte  le creature e sorgente  di perfezione ; ogni essere  viene  da  Lui ,rendendogli  gloria  ,  perché  Dio  opera  solo per  questo  fine:" Universa  propter  semetipsum  operatus  est  Dominus"  (Pro.  16,4):   Il  Signore  ha  creato  tutti  gli esseri  per  se stesso. Per  noi  sarebbe  egoismo  e  sregolatezza  . Ma  in  Dio  è  necessità , che  si fonda  nella  Sua  natura  medesima ,perché  la Sua  santità  ha  per  essenza  di far  tutto  per  la propria  gloria  , altrimenti  non  sarebbe  più  l'Essere  supremo  che  ha fine  se stesso . San   Giovanni a  Patmos  vide  gli  eletti  prostrarsi  davanti  al trono di Dio e cantare :" Tu  sei  degno , o  Signore , di ricevere  gloria , onore , potenza , perché ogni  cosa  ebbe  da te  l'essere  e la  vita (Ap.  4, 11)".  Per  questo  Dio dice  in  Isaia: Non darò  ad altri la mia gloria (42,8).  Nell'eterna  contemplazione di se stesso , Dio si vede degno di onore infinito , come  pienezza di essere e  oceano  di perfezione , e non  potrebbe , sebbene  , senza cessare di essere  Dio , santità  per  essenza ,  permettere  che  si  attribuisca ad  altri  la gloria  che  Gli  è dovuta . Egli  ci dona ogni  grazia  e ogni bene , ci  dona  persino il Suo adorabile Figlio , ci  dona la  felicità  eterna  e persino ci  apre  l'adito  all'intima  vita  della Trinità  beata  : ma  c'è  una sola cosa  che  non vuole e non  può  comunicare ad altri : la   Sua  gloria  : Gloriam meam  alteri  non  dabo , a  nessuno  darò la mia  gloria.

Con  la superbia  l'orgoglioso stabilisce tra  sé e Dio un  diabolico antagonismo .  Il superbo , come  Lucifero , vuol  togliere a Dio la gloria che Gli è dovuta e di cui  è geloso per attribuirla  a se stesso , per  idolatrare se stesso;  innalza  se stesso  e si  fa  centro  , glorificando la propria  persona , esaltando  le  proprie  perfezioni e opere ; ne  vede il principio in sé  e crede di non  essere  debitore  ad altri  ,  nemmeno  a Dio , negandogli così  l'attributo  di primo  principio e ultimo fine. Dio  , per  questo  , "resiste  ai  superbi",  e si  piega  verso  gli umili. L'orgoglio impedisce  l'unione  dell'anima con Dio . Non  c' è in noi tendenza che  maggiormente  si  opponga alle  comunicazioni  divine , anzi--dice  san Tommaso --Per  superbiam  homines  Maxime  a deo avertuntur(2\2\q.162,a.6,):  soprattutto  con  la  superbia  gli uomini  voltano  le spalle a  Dio e  si  schierano contro  di Lui. E siccome  Dio  è il  principio  di ogni grazia  , la superbia  è  il pericolo più  spaventoso  per l'anima  ;  mentre la via  più  sicura  alla  santità  e  all'unione con Dio  è l'umiltà. La  superbia  impedisce  a Dio  di darsi  a noi:   se  non  fossimo orgogliosi  si  comunicherebbe  a noi  con  maggiore  abbondanza ; e  l'umiltà  è   davvero  la virtù fondamentale , senza la quale  le altre crollano, come  afferma  san Bernardo : "L'umiltà è   il  bene  e il fondamento  stabile e  incrollabile  di tutte  le virtù , senza  la quale  esse  tutte  crollano"(De  consideratione, lib.5,  14,  32).  Mentre  ---continua  ancora  il nostro San  Bernardo---"  l' umiltà  accoglie  le altre  virtù , le custodisce e le perfeziona":  Humilitas virtutes alias accipit,  servata  acceptas ....servata  consumat .   Quindi  l'anima umile è capace di accogliere tutti  i doni  di Dio , perché  è  vuota  di sé , e  aspetta da  Dio tutto  ciò  che  è  necessario al suo  perfezionamento, sentendosi  povera  e  miserabile . Gli  angeli ,  che  non  hanno  miserie, cantano  la santità  di Dio ;  noi  lodiamo  la Sua  misericordia in  eterno:  misericordias  Domini in  aeternum  cantabo(Sal.  88, 2) . Tutto ciò  che Dio fece  per noi dopo  la caduta  che  ci  travolse , è  effetto  della Sua  misericordia. Egli  vide  l'uomo  degradato  e  impotente , soggetto  alle  tentazioni e in balia di pericolose inclinazioni che  variano secondo  il tempo , la  stagione , la salute, l'educazione e il luogo  in cui  vive , e  fu  toccato  da tanta miseria , come  se  fosse  una debolezza Sua : questo  movimento  divino che Lo  inclina  verso  di noi per  soccorrerci , è  la misericordia :"Come  il padre ha pietà  dei  figli , così  il Signore ha  misericordia con  coloro che  Lo  temono, perché  Egli  sa  di  che  cosa  siamo  plasmati " (Sal.  102, 13-14). La nostra  miseria  è  così  profonda  da  poter  essere  paragonata  a un  abisso che, a sua  volta, richiama  l'abisso della  divina  misericordia ,che l'attira  soltanto  allorché  è da  noi  ammessa e confessata , e  l'umiltà ci  fa  gettare il grido  che  implora "Signore , abbi  pietà di me ,  peccatore!  Siamo  come  il  povero  viandante che  giaceva  sulla  via  di Gerico , nudo e coperto di  ferite . Che  ottima preghiera è  mai  il mostrare a nostro  Signore le nostre miserie, le piaghe  , le  turpitudini che  ci  sfigurano l'immagine e  la  somiglianza in cui  fummo creati  . Jesu ,  praeceptor , miserere  nostri(Lc. 17, 13): Gesù  , nostro  Maestro , nostro  samaritano, abbi pietà di  noi. Egli ci  guarisce!
E come  quando  siamo   persuasi  e convinti  di essere  da  noi  stessi deboli , poveri, miserabili, infermi , peccatori, implicitamente esaltiamo la  potenza , la  sapienza , la santità , la bontà di Dio, e  rendiamo alla Sua divina pienezza un  omaggio così  gradito che  Egli s'inchina verso l'anima umile per  ricolmarla  di beni , come  ci  insegna  la Madonna : Esurientes implevit bonis ha  riempito di beni  gli affamati!  Quando  l'umiltà  ha  scavato nella nostra anima un  grande  vuoto , la  grazia  vi irrompe , perché c'è strettissima affinità  tra  l'umiltà  e la  grazia , come dice san  Bernardo:  Semper  solet esse gratiae  divinae  familiaris virtus  humilitatis (In  annun  Serm.  3,9). Questa  virtù  dunque  è  la più  efficace a meritare  la grazia, a  conservarla , o a  ricuperarla  se l'avessimo perduta (idem , Super Missus, 4 , 9;in Cant. Ser. 34).
Sant'Agostino:"  Vogliamo ottenere  uno  scopo  grandissimo , perché  cerchiamo Dio, vogliamo  arrivare a Lui nel quale si  trova  ogni nostra beatitudine eterna ; ma non vi  possiamo  giungere  se  non  per mezzo  dell'umiltà . Vuoi  essere grande?  Comincia  col  rimpicciolirti . Vuoi  costruire  un  edificio che  salga  al cielo? Fondato  sopra  l'umiltà .  Più  la costruzione deve essere alta, più  devono  essere profonde  le fondamenta , perché  la nostra  povera  natura è  terreno  instabile che slitta  continuamente . Fino a quale  altezza vuoi tu portare  il tuo  edificio spirituale . Fino alla visione di Dio...Vi  potrete arrivare  solo per  mezzo dell'umiltà"(Sermo  10 , De verbis  Domini).

giovedì 14 maggio 2020

IL SISTEMA DEMOCRATICO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA di: Alberto Romagnoli "IL PARLAMENTO"

14--5--2020

4  Il lavoro legislativo:    Le  commissioni  legislative  ( art.  72)

Le  commissioni  sono  formate  in modo  da  rispecchiare  le  proporzioni dei  gruppi  parlamentari. Sono distinte per  materie(ad  es.  , finanze , lavori pubblici, istruzione , difesa,  ecc.),  tenendo  conto della competenza specifica dei  deputati e senatori che ne  faranno parte . Esse  hanno  due  compiti: il primo è  quello d'esaminare , in ogni caso, ogni disegno di legge che  venga portato  dinanzi  alle  Camere . è questo un primo esame  compiuto in  una  cerchia ristretta e, in genere , più particolarmente  competente , e  dei  risultati  la commissione redige  una  relazione (e  talora  due, una  di  maggioranza e una  di minoranza), che  viene  trasmessa  alla Camera. è  facile  capire  come  la discussione  successiva  ne  venga  chiarita  e facilitata . Questa  discussione  verte prima  sull'accettazione o meno  della legge nel  suo  complesso, per  passare  poi,  se  la legge è  accettata , alla  discussione   articolo per  articolo , finché si arrivi   alla votazione  finale.  La  legge  compie  ora  il medesimo cammino davanti  all'altra Camera, e  poiché  deve  naturalmente  essere  approvata da ambedue  nel medesimo  testo, è  chiaro che  una   qualunque correzione (emendamento)  portato  ad essa  la riconduce  alla Camera che  già  l'ha  approvata, perché accetti  o respinga  la correzione ;  la spola  può  farsi  molte  volte, con  quale  vantaggio per la  rapidità  e la  speditezza del  lavoro legislativo è  facile  immaginare . Non  sono poche infatti  le leggi  che  rimangono , come  suol  dirsi, " insabbiate".   Mettendoci infatti  un  poco  di cattiva  volontà , il governo e la  maggioranza possono far  si che  una  legge non gradita  non sia  né  approvata né  espressamente respinta. Se  un  disegno di legge non  è ancora  approvato al  momento dello scioglimento delle Camere , decade e deve venir ripristinato  alle  nuove  Camere ;  se invece fosse approvato  da  una  sola  Camera , sarà  ripristinato  all 'altra nuova  eletta.
Ma  alle commissioni è  affidato  un  secondo  compito , un compito che  dicesi deliberante , poiché infatti non  si  limita all'esame  del disegno  di legge , ma lo respinge o l'approva in via definitiva. è  questo insomma  un  procedimento abbreviato   d'approvazione , che  può aversi nei casi  in cui  le Camere deliberino  l'urgenza dell'approvazione (art. 72),  riservandosi , sia  di  segnare , al  principio , i  criteri  informatori, sia  di  dare  l'approvazione finale.
Di  più  ancora: le  commissioni possono compiere  buona  parte  del lavoro che  spetterebbe alle  Camere . L'art. 72  si  preoccupa  infatti  che  le Camere , oberate di lavoro , non  siano  in grado di svolgerlo in modo adeguatamente ponderato; in tale  caso è  data  ad  esse facoltà di stabilire che la discussione e l'approvazione delle  leggi siano deferite alle   competenti  commissioni . Tale  procedimento è  però  escluso  per  le leggi in  materia  costituzionale ed  elettorale , per  quelle con  cui  le Camere delegano  i loro poteri al governo , per  le leggi di  ratifica  dei  trattati internazionali e d'approvazione  dei  bilanci. Inoltre , se un  disegno di legge sia  già  stato  deferito alla Commissione , dovrà    esser portato  davanti  alle Camere se il governo o un decimo dei componenti  della Camera o un quarto dei  componenti la commissione lo richiedono.

mercoledì 13 maggio 2020

MIE RIFLESSIONI: Pensieri in libertà di : Pina Maria Speranza Raciti

13---5---2020
Ogni  difficoltà, più o meno grave, diventa per l'uomo , e quindi  per  l'umanità, una prova   per mezzo della  quale  emergono  i punti forti e le debolezze.  Così  è stato ed è , per la pandemia, che stiamo vivendo.
La  tecnologia,nata  dall' intelligenza  umana, per rendere più facile  la vita, il quotidiano, è stata  al servizio dell'uomo, un aiuto prezioso , in questo frangente.
L'Europa  ,difronte  ad una realtà gravissima,  ha saputo dimostrare, un notevole grado di maturità ,responsabilità  etica , della  propria democrazia.  Infatti, scienza, politica, istituzioni, cittadini,ciascuno con  il proprio ruolo e la  propria responsabilità,uniti nell'affrontare , l'emergenza.    Europa,  dei popoli , dei cittadini,possa questa esperienza portare  buoni frutti, per il futuro!
Gli USA,  una forte delusione.  Come ,milioni di bambini nel mondo, sono cresciuta con  i classici  della letteratura per l'infanzia,molti dei quali portano la firma di autori americani, i cartoni animati ecc.. Ma  , la scoperta  degli USA  , da parte mia, avviene con l' università, ho studiato , preparato diversi esami , da testi americani; così ho imparato ad amare le loro università,molti sono i premi Nobel per la medicina , americani.
In una situazione  d'emergenza  sanitaria, come  questa, mi aspettavo  molto.  Non sono stati all'altezza della situazione; in modo particolare, la politica il loro presidente, con la caccia alle streghe, e poi la  mancanza  di un buon senso civico dei cittadini.
In Italia, le ombre  , sono  state  poche:  
Palermo, l'assalto  al supermercato,  e il gesto più brutto , la minaccia del mafioso con la pistola, sulla rete.  Ma  ogni giorno, faccio i conti , con una realtà della mia terra , che  non solo è  presente, ma che  non si  modificherà mai!
La reazione della CEI , mi  vergogno di essere cattolica. Una reazione, che sa di ignoranza, arroganza, mancanza  di senso civico, e di responsabilità etica.
Pandemie:  sono  presente , da sempre nella  vita  del nostro pianeta, sebbene non era pensabile un male di questa portata.
Nel  1919---1920  , un  nuovo virus , provoca  una pandemia, l'encefalite letargica;  dopo  aver provocato  molte vittime , scompare , impedendo  la sua  identificazione;
Alla fine del secolo scorso, un nuovo virus: HIV, il virus  dell'AIDS,  provoca una grave pandemia.  Il  virus  nasce e si diffonde nel mondo, dall 'Africa  subsahariana;
Ed infine, di recente  memoria  il  virus  dell 'Ebola, a partenza  da zone, dell'Africa : Zaire  , Sudan  ,  repubblica democratica del Congo.
Per   il COVID-19, siamo ancora  nel  centro del ciclone , e  con un  virus , ed  una conseguente malattia, ancora perfettamente sconosciuti. La scienza , la medicina , potranno venire a capo ,solo lavorando , tutti assieme; tenendo conto che lo studio vuole serenità, e tempo.
La pandemia da COVID-19,   per   le caratteristiche  proprie del virus , e per  la modalità di vita  di questo secolo, con   spostamenti  umani  massicci  , intercontinentali, in poco tempo, ha assunto  un carattere  fortemente drammatico, coinvolgendo, tutto il pianeta terra.  è una lotta  , per la sopravvivenza  , dell'umanità; lotta  al virus e quindi alla malattia, alla morte; lotta  , per  frenare il più possibile ,la catastrofe economica.
Il lavoro  è  fondamento della società  umana, che  basa la  propria esistenza sull'economia.
La grande  sfida , alla quale  ,l'umanità , è  chiamata,in questo momento storico, può essere  vinta solo , se si  prende  coscienza del fatto  , che  bisogna  rimanere  uniti. Solo insieme si può uscire , da questo  momento  buio. L'umanità, è una sola famiglia , ed il pianeta terra  è  la comune  casa.

martedì 12 maggio 2020

DA: "I PARADISI ARTIFICIALI" di: CHARLES BOUDELAIRE

12--5--2020
IL  POEMA   DELL'HASCISC
dal  capitolo 4

Devo  spingere ancora  più  avanti l'analisi  di questa   vittoriosa  monomania? Devo spiegare come, sotto  il dominio del  veleno , il mio uomo si  costituisca  ben  presto centro  dell'universo?  Come  divenga l'esemplificazione  vivente ed  esasperata del  proverbio secondo  cui  la passione attribuisce tutto  a se  stessa? Egli  crede nella  propria  virtù  e nel proprio genio:  non è  facile  indovinare la conclusione ? Tutti gli oggetti circostanti  costituiscono altrettante suggestioni che  agitano  in lui un  mondo di pensieri , tutti più  coloriti ,  più  vivi, più sottili che mai,  e  rivestiti  d'una pàtina   magica.  " Queste  magnifiche  città -egli pensa-  dove  i  superbi edifici sono  scaglionati in profondità  come  negli  scenari;  queste  belle  navi  dondolanti dalle  acque  della  rada  in un ozio nostalgico,  che  sembran tradurre  il nostro  pensiero: quando  partiremo  per la felicità?  ;  questi  musei che  rigurgitano di belle  forme  e di  colori inebrianti;  queste   biblioteche in cui  sono  accumulati  gli  sforzi  della  Scienza  e i sogni  della Musa; queste donne incantatrici, rese ancor  più  maliose  dalla  scienza dell'abbigliamento e  dall'economia  dello sguardo ;  tutte queste cose  sono  state  create  per me, per me, per me!  Per  me  l'umanità  ha lavorato , è stata  martirizzata , immolata ; per  servire di  pascolo , di  pabulum, alla mia  implacabile fame  d'emozione, di  conoscenza e di  bellezza!".  Ometto il resto , limitandomi  all'essenziale. Nessuno si  stupirà che  un  pensiero  finale, supremo , scaturisca dal cervello del  sognatore: "Io sono diventato  Dio!"; che  un grido  selvaggio , ardente , gli prorompa dal petto  con  tale  energia , tale  potenza d'impeto che,  se  gli  atti  di volontà e di  fede d'un uomo ebbro  avessero una  reale  efficacia, questo grido  farebbe  precipitare gli angeli disseminati per  le vie del cielo; "Io  sono un  Dio!".  Ma  in  breve  questo  uragano  d'orgoglio si  trasforma in  un  clima  di  beatitudine calma , muta , riposata,  e  l'universalità degli  esseri si  presenta  colorita  e come  illuminata da  una  sulfurea  aurora. Se  per  caso  un  vago  ricordo s'insinua nell'anima di  questo  deplorevole  individuo beato---"E  se  esistesse  un altro Dio?"---siate sicuri che  egli  si  ergerà  dinanzi  a quello , ne discuterà i voleri , lo affronterà senza terrore . Chi  è  quel  filosofo francese che, per  deridere le moderne  dottrine tedesche , diceva:" Io sono un  dio  che  ha  pranzato male"? Questa  ironia non avrebbe  nessuna  presa  su  uno  spirito  ghermito  dall'hascisc; egli  risponderebbe tranquillamente :"Può  darsi  che io  abbia  pranzato male, ma  sono un Dio".

Dal  capitolo   5:

Ma  l'indomani! il terribile  indomani! tutti  gli  organi  afflosciati , affaticati , i nervi allentati, gli  irritanti accessi di  voglia di piangere , l'impossibilità  di  applicarvi a un  lavoro continuato, vi  ammoniscono crudelmente  che  vi  siete  abbandonati  a un  giogo proibito. L'orrida  natura , spoglia degli splendori del giorno prima , somiglia ai  malinconici resti  di  una  festa. Soprattutto la volontà, la  più  preziosa  di tutte  le  facoltà , è  intaccata . Si  dice--ed è  quasi vero -- che  questa sostanza non causi  nessun  danno  fisico; nessun  danno  grave , almeno . Ma  si può forse  affermare che un uomo incapace d'agire  e  atto soltanto  ai  sogni stia  veramente bene, quand'anche tutte  le sue  membra siano in  buone condizioni?  Ora,  noi  conosciamo  abbastanza  la natura  umana  per  sapere  che  un  individuo  il quale  può  , con  una   cucchiaiata  di  confettura, procurarsi  istantaneamente  tutti  i beni del cielo e  della  terra  , non  se  ne  guadagnerà  mai  la  millesima  parte  con  il lavoro.  Ci  s'immagina  uno Stato in cui  tutti  i cittadini si  ubriacano di  hascisc? Quali  cittadini!  Quali guerrieri!  Quali legislatori!  Perfino  in Oriente , dove  l'uso della  droga  è  tanto  diffuso  , alcuni  governi  hanno  compreso  la necessità  di  metterla  al bando. In realtà  è  vietato all'uomo , pena lo scadimento e  la  morte intellettuale, di sovvertire  le condizioni primordiali della sua   esistenza  e  di rompere l'equilibrio delle  sue  facoltà con  l'ambiente  in cui  sono  destinate ad agire  ; in altre parole  , di  modificare il suo destino per  sostituirvi  una  fatalità   di  nuovo  genere.  Ricordiamoci  di  Melmoth , quel  mirabile  simbolo .  La  sua  spaventosa  sofferenza consiste nella  sproporzione  tra  le sue  stupende facoltà , acquisite  istantaneamente in  forza  d'un patto  satanico, e  l'ambiente nel  quale , come creatura  di  Dio , è  condannato a vivere.  E  nessuno di coloro  ch'egli vuole  sedurre  acconsente  a  comprare da lui , alle  medesime  condizioni , il suo  terribile privilegio.   Effettivamente , chiunque  non  accetti le condizioni della  vita, vende la propria anima.   è  facile cogliere il rapporto esistente  tra  le creazioni sataniche dei  poeti e  le creature  viventi che  si  sono  dedicate agli eccitanti.   L'uomo  ha  voluto essere  Dio;  ed  eccolo  ben presto  , in  virtù  d'una  incontrollabile  legge  morale, caduto  al disotto  della  sua  natura  reale.  è  un'anima  che  si vende  al minuto.