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lunedì 30 dicembre 2019

ECUMENISMO "BREVE STORIA SULLA CHIESA GRECO--ORTODOSSA IN ITALIA"

30--12--2019

La  Chiesa  greco--ortodossa  costituisce una  delle  entità  religiose  tradizionali  da  sempre   esistenti  e  operanti  nella  penisola  italica. Nella  parte  meridionale  della  penisola  esistevano  le fiorenti Arcidiocesi  metropolitane  in  Calabria, Puglia  e  Sicilia,  che  per secoli  dipendevano  da  Patriarcato   ecumenico  di Costantinopoli.   Dopo  la  conquista  normanna  di queste   regioni (11°---12°  sec.), il numero  dei  greco--ortodossi  è  lentamente  diminuito  anche  se la  loro  presenza  è  testimoniata  ancora  agli   inizi  del  17°  secolo, senza  però  quell'organizzazione  e  quell'attività  ecclesiastica  che  contraddistinguevano   il  periodo  precedente.
Il   numero  dei greco--ortodossi  ha  cominciato  nuovamente  ad  aumentare  grazie  a  massicce  immigrazioni  dovute  alla graduale   conquista   ottomana  dell'Oriente  ortodosso.  Gli  immigranti ortodossi  provenivano  inizialmente  dall ' Epiro  e  dal  Peloponneso  e più  tardi  da  Greta  , da  Cipro, dalle  Isole del Mar  Ionio  ed  Egeo, dalla  Macedonia , dall'Asia  Minore  ecc..Questi  movimenti  migratori  si  sono  diretti  soprattutto  verso  il  Regno  delle due  Sicilie (Napoli,  Barletta, Brindisi  ,  Messina-Catania), il Ducato  di Toscana(Livorno,  Pisa), la  Repubblica  di Venezia(Venezia  , Zara, Pola), l'  Impero  Austro--Ungarico(Trieste, Fiume) e verso  Ancona, Genova  e la  Corsica.
I diversi  Stati  che  esistevano  nella  penisola  italica  hanno  accolto  favorevolmente  gli  immigranti  ortodossi che  rinnovarono  economicamente e culturalmente  intere  regioni , lasciandovi  indelebili  segni  della loro  creativa  presenza  e attività(Venezia, Napoli, Trieste  , Livorno, Barletta).
In Italia  gli  immigranti  ortodossi  hanno  portato  ciò  che  di più  prezioso  possedevano  :  la loro fede  e tradizione  greco--ortodossa.  Seguendo  questa  tradizione  plurisecolare  , si  sono  organizzati  in  comunità   e  confraternite  con  proprie  chiese, scuole, cimiteri , ospedali , riuscendo  ad  avere  il riconoscimento  giuridico  dalle  locali autorità  che  spesso  concessero  loro  anche  privilegi  particolari.
Il ruolo  svolto  dal  Patriarcato  ecumenico  di Costantinopoli  è  stato  decisivo  per  la sopravvivenza  del  mondo  greco--ortodosso  non  solo  nell'Oriente  cristiano  sotto il  dominio  ottomano  , ma  anche  nella diaspora  .  Non  ha  mai  cessato   a  contribuire  all'affermazione   della  fede  religiosa  dei  suoi  figli  emigrati  e a  seguire  da vicino  i problemi  delle diverse  comunità  e  confraternite greco--ortodosse,  mandando  loro  chierici  e  insegnanti  validi, e  creando  addirittura   un  metropolita , quello  di Filadelfia,  che  per  più  di duecento anni  risiedette a Venezia(1573--1797)
Agli  inizi  del secolo 19° si è  registrata   una  notevole  diminuzione del  numero  dei  greci  ortodossi  in Italia. Il  fenomeno  è  dovuto  a  due  motivi:  la  graduale  assimilazione  degli  ortodossi  da parte  della  maggioranza  cattolica romana; l'immigrazione  di migliaia  di  greci  ortodossi  verso  nuovi  importanti  centri  della diaspora  ellenica(Austria, Ungheria,  Valacchia, Moldavia , Germania,  Ucraina,  Russia),   avvenuta  soprattutto  nella  metà  del secolo  18°.  Dopo  la seconda  guerra  mondiale  si  nota  nuovamente  una  considerevole crescita   del numero  dei greci--ortodossi  in Italia  . Hanno  luogo  nuove  grandi  ondate  migratorie  provenienti dall'Epiro settentrionale ,  dal  Dodecaneso, dalla Libia, dall'Egitto, dall'Etiopia ecc. Queste  , assieme  ai  numerosissimi studenti  greci  delle università  italiane  , apportano il loro contributo  alla  rifioritura  di  vecchie e  alla creazione di  nuove  importanti comunità  e  parrocchie  (Roma,  Milano,  Genova,  Bari, ecc.)

sabato 28 dicembre 2019

IL SISTEMA DEMOCRATICO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA: " I PARTITI POLITICI " di : Alberto Romagnoli 3°

28--12--2019
La  funzione  dei  partiti politici:

La  nostra  Costituzione,  a    differenza  di molte  altre  che  tacciono  ogni  riferimento  ai  partiti, all'art,  49   dispone  che:"  tutti  i cittadini  hanno  il diritto  di  associarsi  liberamente  in partiti  per  concorrere  con  metodo  democratico  a  determinare la  politica  nazionale". I  partiti  nascono  dalla  necessità  d'indirizzare  i cittadini  verso  alcune  idee  fondamentali  circa  il modo  di governare  lo Stato.  Non  è possibile  pensare  che,  al momento  delle  elezioni  dei  rappresentanti  o  di  altre  gravi  decisioni, ogni  individuo  segua  un suo  pensiero isolato; è facile  capire che  dalle  espressioni  di  una  massa  non ordinata  secondo  precisi  orientamenti  politici  nascerebbe  semplicemente  il  caos.  Si  presentano  idee, problemi , difficoltà , metodi  di  lotta  nella  vita  politica  intorno  a  cui  concordano  gruppi  ed  è  allora  naturale  che  questi  si  associano  per  seguire  una via  piuttosto  che  un' altra.
Ci si trova  tutti d'accordo  nel pensare  che  i partiti  debbono  essere l'espressione  d'un  paese  politicamente educato e  che  non  debbano  agire  per  proprio  vantaggio,  ma  che,  pur  aderendo a certi interessi  e a  un  determinato ceto  sociale , debbono  sempre mirare al  rafforzamento  dell'autorità dello Stato e al bene generale.
Attraverso  la lotta   dei partiti si  educa  politicamente  un popolo,  ed  in  virtù  della  loro  ascesa al potere  si  attua  la  circolazione  delle  classi  elette.  Cesare  Balbo  scrisse che  è merito  dei  governi  rappresentativi  far  sì che  i partiti  salgano  dalla  piazza  alle  ordinate  competizioni  parlamentari,  così  come  è  frutto  di  un'elevata  educazione  politica il  ridurre  dei  molti partiti  a due  soli,  quello che è  al  governo  e quello che  siede  all'opposizione.  Si  palesa  qui l'aspirazione  , particolarmente  cara  a  molti  uomini  politici  italiani  , prima  e dopo  il Risorgimento , che  anche  presso di noi  si  arrivasse  , sul  modello  inglese, al  sistema  della   dualità  e non  della  molteplicità  dei partiti. Ma   non  basta la  constatazione  della  bontà  d'un  sistema  in  un  certo  paese,  perché  lo si  possa  trapiantare  e far  vivere  utilmente  altrove. D' altra  parte la  molteplicità  dei  partiti nasce  dal rispetto  stesso  della  concezione  democratica, per la  quale  la  volontà  comune  s'intende  come  la  risultante  del  dibattito  fra  idee  contrastanti. Soltanto  è  desiderabile che  i  contrasti  fra  i partiti  non  si  estendono ai  principi  fondamentali  sui quali  è  costruito lo Stato,  poiché  il  rispetto  delle  minoranze non è  in pratica  possibile  quando  esse  siano  animate  da  volontà  di  sovvertimento  violento. La  pluralità  dei  partiti  non dovrebbe  però  significare  troppo  facili  scissioni così  da  dar  luogo  a sempre  nuove  proliferazioni,  come  è  difetto  della  vita  politica italiana;perché  questo  non  avvenisse  basterebbe  che,  entro  partiti  ben  connessi  , ordinati e robusti  , trovano respiro anche  le correnti e i  gruppi  che  non  sono  d'accordo su  aspetti  secondari  dei  problemi, o  su  questioni  di metodo.
Il fatto  si è  che  nella  storia  dei  partiti  italiani dopo  il 1867  si  riassume  la storia  stessa  del nostro paese , del suo  partecipare  alle  nuove  correnti  europee e internazionali, del suo  sforzo  di  suscitare  quel  moderno  organismo statale che  era  compito  di un'Italia ormai  libera  dai  tristi ricordi  d'un passato  di divisioni  interne  e di dominazioni  straniere.
I partiti  politici italiani , perseguitati  e poi  soppressi  durante il  ventennio  fascista  , risorsero  nel  1945  , dopo aver  vissuto  una  vita  clandestina  o in  esilio,e  aver esplicato  un'azione  più  o men vivace e operosa entro  le organizzazioni  della Resistenza.
Ogni  programma  politico  deve  ammettere  in sé una certa  elasticità  per cui  , senza tradire  i suoi principi  fondamentali, sia  tuttavia  in grado  d'adeguarsi  ai  tempi  e alle  circostanze  , d'accettare  compromessi  su  questioni  non essenziali, di  non respingere utili  contributi  che  gli  vengano  da altre  parti. è  facile  capire  che  una  rigida  intransigenza  manterrebbe   di continuo  la vita  politica sul terreno  della lotta e  costringerebbe a  forme  illecite  di  reciproca  sopraffazione, fino a  non  veder  altra  soluzione  fuor  del ricorso  alla violenza.  Una  ragionevole  accettazione  del  compromesso  in  politica  non si deve  confondere  col  trasformismo,un morbo  che  adugiò  la vita politica per lunghi  anni: il governo  si   appoggiava  di volta in volta  a  frazioni  e a  gruppi  politici , prescindendo  da  un netto  orientamento  politico , al  solo scopo  di mantenersi  , con  favori  e lusinghe, una  sufficiente  maggioranza  parlamentare.
Volendolo  definire  secondo la morale  ,  trasformismo è  l'abito  politico  di chi è pronto  a  scendere  a  patteggiamenti non  sempre  onorevoli  o  a  presentarsi  in nuove vesti (camaleontismo) pur  di  restare  al potere o esercitare influenza.

venerdì 27 dicembre 2019

TUMORI MALIGNI E PREVENZIONE 2° di : Pina Maria Speranza Raciti

27--12--2019

Agenti  cancerogeni:

L 'individuazione  di agenti causali  è essenziale  per  la prevenzione dei  tumori maligni;  è stato possibile  riconoscere  numerose  sostanze  chimiche , agenti fisici ed  agenti  biologici  dotati  di attività   cancerogena.  Benché  il problema  eziopatogenetico  dei tumori maligni  resti complesso  ed oscuro  in alcuni  suoi  aspetti ,  le   conoscenze  già  acquisite  tali  da  prestarsi  ad  una  sistematica   consentono  di  attuare  efficaci interventi   di prevenzione primaria  nei riguardi  di diversi  tumori.
La  crescita cellulare  incontrollata , propria   dei tumori maligni, è  regolata   da  geni  chiamati oncogèni e da  proteine  con  effetto  soppressore  dei  tumori.  Questi  due  componenti  agiscono  in modo  antagonistico ed  è  dal  loro equilibrio  che  dipende  se  una cellula  inizia  e continua  a  dividersi in modo  incontrollato  o se  resta  in fase  di stasi. Segnali  molecolari  dalle cellule   circostanti  possono  attivare  gli  oncogeni  o la produzione   di soppressori.  Questo complesso  meccanismo  può  essere  alterato  da  vari  agenti  cancerogeni ambientali, che  inducono mutazioni negli  oncogèni,  nei geni  che codificano  per  i soppressori  o nei  geni  degli  altri  meccanismi  regolatori.
Gli  agenti  cancerogeni  ambientali(fisici,  chimici, o  biologici)  possono  agire  da  cancro-promotori; alcuni  possono  agire  in  entrambi  i sensi.  I cancro--iniziatori  agiscono  dereprimendo  gli oncogèni, mentre  i cancro---promotori  inducono  la stimolazione  della  moltiplicazione  cellulare, sia  di cellule bersaglio  sia  di cellule  già  trasformate. 

Agenti  fisici:

Sono principalmente  radiazioni  ionizzanti, e  raggi  ultravioletti.
L'azione  cancerogena  delle radiazioni ionizzanti,  può  esplicarsi in forma  di lesioni  precancerose  (dermatiti, eczemi, ecc.) o di tumori prevalentemente  cutanei   o a carico  degli  organi  emopoietici .
Le   radiazioni  ultraviolette(radiazioni  non ionizzanti)  sono cancerogene , ma agiscono  solo  sui tessuti  superficiali, data  la  loro limitata  capacità  di  penetrazione; essi,  infatti,  provocano  la  comparsa  di  carcinomi  squamosi  e  basocellulari della   pelle.  La  loro azione  cancerogena  è dimostrata  dalla  maggiore  frequenza  di questi  tumori  nelle parti scoperte  di soggetti esposti  a  lungo  alla  luce  solare  per motivi  professionali,  nella  razza bianca  e nei  paesi  a più  lungo  periodo  d'insolazione . La  correlazione  fra  radiazioni  solari  e melanoma  è  meno  evidente  , sembra  che il rischio maggiore derivi  dall'esposizione  intensa  e  discontinua ,  come  si ha  durante le vacanze  per ottenere una rapida abbronzatura.

Agenti chimici :

Sostanze , come  gli agenti  alchilanti, sono  dei  cancerogeni  diretti  perché  non necessitano  di attivazione  metabolica  per esplicare  la  loro azione lesiva  sul  DNA  cellulare. Altre  ,  come  la  dimetilnitrosamina o il  benzopirene,  devono  subire  delle  modificazioni  chimiche  da parte  di enzimi endocellulare  con attività  cancerogena  .  Le sostanze  che  necessitano  di  attivazione  metabolica, si  designano  come precancerogene.
Le sostanze cancerogena trasformano  le cellule  normali in cellule neoplastiche a causa  della loro tossicità  genetica, cioè, per la  capacità   che hanno di indurre  alterazioni  nel DNA  .
Fase  dell'iniziazione , necessaria  ma  non sufficiente  , cui  deve seguire  la fase  della  promozione  , che  consente  alla singola  cellula  trasformata  di sfuggire  alla  sorveglianza immunitaria  dell'organismo  di moltiplicarsi  fino  a manifestarsi  con  la  malattia  neoplastica.
Solo alcune sostanze cancerogene  possiedono  la  capacità  di agire   come  iniziatori  e promotori, altre  sono  soltanto  in grado  di  espletare  la  fase  dell'iniziazione  (trasformazione  cellulare)  ed  è  necessario  l'intervento  di agenti o di eventi  promotori  perché  si  completi  il  processo  tumorale.

Agenti   biologici:

Gli studi  sull'eziologia  virale  dei  tumori  nell'uomo  trovano  una  ovvia  limitazione  nell'impossibilità di  condurre  esperimenti  in vivo  sull'uomo.  Tuttavia  , i  risultati  derivati da  numerosi  studi  epidemiologici, confortati  da dati di laboratorio  , inducono  a  credere  che  alcuni tumori  possano  farsi risalire  ad un'infezione  virale.

VIRUS  UMANI :                                                           NEOPLASIE :
Virus   a  RNA:
HTLV 1                                                                            Leucemia  e  linfoma  a cellule T;
HTLV2

Virus  a  DNA :
Epstein--Barr(EBV)                                                        Linfoma  di Burkitt  ;     
                                                                                           Carcinoma   nasofaringeo;

Epatite  B(HBV):                                                              Carcinoma   epatocellulare;

Herpes  simplex  tipo 2(HSV-2)                                      CA    della cervice  uterina;

Papillomavirus  umani, tipi  16, e  18                             CA  epidermoide  della cervice uterina,
(HPV16, HPV18)                                                                      della  vulva, del  laringe, 
                                                                                                    dell'intestino;
I  dati  epidemiologici  suggeriscono la responsabilità  di un agente  infettivo, trasmesso per via sessuale, nel  CA  della  cervice uterina.  Infatti  il tumore  è  praticamente assente  nelle donne  che non  hanno  avuto  rapporti  sessuali, mentre la sua frequenza  presenta  una stretta  relazione  con  l'età  di inizio  dell'attività  sessuale  e  con il  numero  dei partner.  I virus  cui si  attribuisce  un ruolo  eziologico  sono i papilloma virus  umani  (tipi :16,e 18) ed il virus  Herpes  simplex tipo 2.
I papilloma  virus   sono responsabile  anche  dei CA  epidermoidi   cancri della vulva  e dell'ano.
L'unico  batterio  è l'Helicobacter  pylori,  il suo ruolo  eziologico  nella  gastrite atrofica  e nell'ulcera  gastroduodenale  è  provato;   è fortemente  probabile  per un ruolo nei carcinomi  e linfomi gastrici.      

Fattori genetici :
Il retinoblastoma  è determinato  nel 30% dei casi da un gene  autosomico  dominante. Esistono  tumori in cui  i dati  epidemiologici  fanno  sospettare  l'intervento di un fattore  familiare , come nel  CA  della  mammella, per cui si parla  do rischio  geneticamente  determinato.

Agenti  cancro---inibitori:
Sostanze  naturali  e di sintesi  possono intervenire con  effetti  inibitori  sul processo  di cancerogenesi:
1)  Inibitori  della  mutagenesi  ad  azione  extracellulare:
alcuni  agiscono inibendo  l'assorbimento  delle  sostanze  mutagene o favorendone l'allontanamento, altre inibendo la formazione  di sostanze mutagene endogene.
2)  Inibitori  della  mutagenesi  ad azione intracellulare:
agiscono  sia  bloccando  le molecole  reattive  , sia  attivando  processi metabolici  che favoriscono  l'omeostasi  cellulare e la riparazione  delle alterazioni  DNA.
3) Inibitori  attivi  sulle  cellule  iniziate  o su quelle  neoplastiche:
l'azione  può  esplicarsi  sia  favorendo  la  differenziazione di cellule  trasformate  , sia  inibendo  la proliferazione.
=fibre  vegetali,
favoriscono  l'allontanamento  di diversi cancerogeni assorbendoli  nel  lume  intestinale  e consentendo l'espulsione.
=acido  ascorbico (vitamina C)  (abbondante  negli agrumi )inibisce la formazione di sostanze  cancerogene come le nitrosammine.
=flavoni, fenoli  ed endoli, abbondanti  nei  cavoli, cavolfiori  broccoli,  inibiscono l'attivazione  di alcuni  cancerogeni
=  carotenoidi(beta carotene , vitamina. A ),favoriscono la differenziazione     inibendo  la  proliferazione di cellule trasformate.(abbondanti  nella  frutta  e  negli ortaggi  pigmentati  in giallo ed in rosso)


                                                                                                                                                                   





giovedì 26 dicembre 2019

I SANTI CHI SONO? di Pina Maria Rita Raciti

26--12--2019

Sembra  , che  io  mi ripeta; ma la verità  è che  la mia educazione  , il cerchio magico  dentro il quale  sono cresciuta, è unico!
Sin  da  bambina,il mio approccio  con i Santi, è  avvenuto  mediante  la  conoscenza  delle  loro vite.  Nella  biblioteca , di mio nonno  Peppino, ho trovato  diversi libri di   vite di Santi. La  mia  mente  va alla mia  infanzia,  quando  ,la mamma  , nelle  giornate  piovose  invernali, ci  leggeva  la vita  di  "Santa  Genoveffa".
"Famiglia  cristiana" è stato  il mio giornale , mi ricordo con quale interesse  leggevo  la vita dei Santi  , raccontata mediante il "fotoromanzo".Ho  imparato  ad amare  i Santi attraverso il loro  vissuto, la loro vita.  Ho imparato  a  conoscerli come, uomini e donne ,e  di essi , coloro  , che ho  amato  hanno dimostrato di possedere  , una  personalità forte, determinata. Infatti, nel mio cuore e nella  mia  memoria , sono presenti, Santi, dal forte  carattere, che  hanno in qualche  modo contribuito a  plasmare  , la  mia personalità, ma  soprattutto a  definire , il mio   rapporto con la  fede.
I Santi, sono  presente in  tutta la chiesa cristiana, sono luce,  guida, per il credente, e  come  tale  non  devono  essere  svuotati  della  loro  umanità, della  loro vita--umana, del loro vissuto.  Sono  uomini  e  donne , che  incontrato  "LUI", vivono intensamente  il loro Battesimo,nel  contesto storico  , sociale  del loro tempo.  I Martiri  , sono  coloro  che  con coraggio  , testimoniano  il loro battesimo, affrontando la morte.  La  testimonianza  dei martiri  e dei santi  è presente  anche  nel vecchio Testamento.
Stefano,è stato il primo martire  della chiesa  cristiana.
Lucia, Agata, Cecilia, sono  Santi  testimoni della  fede  cristiana , nei  primi  tempi  della  storia  del cristianesimo. Per  comprendere   queste  ragazze, che  , in  pieno  impero romano, hanno vissuto  la loro esperienza  di fede cristiana, e  quanto  , oggi  a  noi, figli  del 3° millennio,possano  dire , bisogna  andare  al periodo  storico  nel quale  vissero.
Come  dice  Agata:"  io  sono nata libera", ci permette di  comprendere che Agata . Lucia, Cecilia, sono  cittadine  di Roma, vivono in Sicilia, a Roma,  e appartengono  alle  buone famiglie   della società romana. Questo vuol dire  , che  non solo  godevano di   tutti i diritti  , che  Roma  concedeva  ai suoi  cittadini, ma  davanti  a  loro  , si prospettava  un  futuro felice e sereno.
Il  loro mondo:la società romana, razionale  , equilibrata, conscia del  proprio potere  , culturale  , economico, politico, militare , e nella logica della cultura  greco--romana. L'ebraismo, non  è comprensibile, si scontra con un mondo, che  non solo  non lo  comprende, ma  lo esclude.
è  illogico,incomprensibile,il Dio  d'Israele,   è  folle  a  maggiore  ragione, un figlio  di Dio , nato  da una vergine, morto  in croce, e risorto, venuto  a salvare l'umanità.
Se  riflettiamo  un po'  ,la  nostra fede  è pura follia!
Una fede che parla  di  un Dio--Padre, di un messaggio di amore, per tutta  l'umanità, dove  gli uomini sono da considerare  fratelli, al di là  delle differenze  sociali.
Eppure,  queste  ragazze, accettano tutto ciò, perché?
Si sono incontrate con "LUI", e  la loro vita subì un capovolgimento  totale.
Oggi, nel terzo millennio, noi, che  viviamo  nelle certezze del nostro potere  , culturale, economico,che  ci siamo disumanizzati, che abbiamo perso  totalmente la nostra  fede; queste ragazze ci parlano, del loro incontro  con "LUI",  della loro  sana follia, del  loro  battesimo. 
A tutti : i  "credenti", atei,  scettici,  superficiali, ci invitano , ad andare  alla ricerca  di Colui, che  abbiamo  smarrito  da tempo.
La  castità,  di queste  ragazze ,mi  fa  constatare, riflettere: la fede cristiana, del loro  tempo storico,  era  una  fede nascosta,  sotterranea, si  trovavano nell'impossibilità  di viverla  alla luce del  sole.         Ma fedeli  al loro  battesimo, comprendevano ,  la  difficoltà  di vivere  , entro  determinate leggi, di   una società, non  legata  ai principi  del Vangelo.
Il loro Martirio,  è la  testimonianza  estrema, del  non rinnegare  il proprio battesimo.
Oggi, la  loro testimonianza  , mediante  il loro  vissuto  ,  fino  al martirio, ci  fa riflettere , su  una verità , che  il  cammino  del cristiano  , sta   nella  sua fedeltà  al proprio battesimo, il sacramento , che  ci fa  tralci  di quella  vite  , che è  Cristo.
Amare  Lucia, Agata, Cecilia,  vuol dire:
=Amare Cristo, cercare "LUI" ;
=Non  adorare  , statue  , che le  raffigurano, perché in questo modo si vanifica , la  testimonianza  del loro martirio;
=Non si diventa  cristiani, gridando:"  cittadini viva Santa Lucia", o portando per le strade della propria città  una statua  che la raffiguri.
Il cammino  del cristiano  è diventare  vangelo vivo, ed  essere testimone  suo ,nella  società  in cui si vive.
Queste giovane  eroine, lo  hanno  testimoniato, millenni fa !
Oggi  , nel terzo millennio  , urge la  necessità  di una  evangelizzazione, di portare l"'acqua che disseta" prima di tutto  ai  battezzati, perché  la  falsa fede,fatta  di:  ignoranza, riti pagani, superstizione,  si trasformi in vera fede.

martedì 24 dicembre 2019

Il povero , cammino d'unità di:Jean Vanier Santo Natale 2019

24--12   2019

Io vivo  con un  popolo  che  non ha parola: quelli che  sono esclusi  dagli  affari  del mondo,  che  sono rifiutati, considerati  come pazzi, e  che  spesso  sono  lontani  anche  dalla  "Buona  Novella"  di Gesù.
Si,  io  voglio  , in  certo  modo  , essere  solidale  con coloro  che  ne mondo sono  esclusi  a  causa  di un  handicap  fisico o  mentale  . Voglio  anche  unirmi  ai  loro genitori  che  soffrono  tanto profondamente. E voglio  parlare  a nome   di quelli che  non  hanno casa. Alcuni  sono  nelle  prigioni  dei nostri  Paesi, in celle  così  piene  da  scoppiare , condannati  a  causa  della  loro  attività  politica  e della  loro lotta  per la giustizia , della  loro fede in Cristo  o delle loro  azioni  contro la  legge. Altri  sono negli  immensi  campi  per profughi; altri  ancora   sono  immigrati  in terre  straniere  . Voglio parlare  a  nome  di quelli  che  sono  intrappolati  nel  mondo  della  droga, gli  emarginati, quelli  che  sono  schiavi  della  prostituzione , quelli  che  sono  soli, i vecchi, quelli  che  hanno  fame  , i  lebbrosi, gli  ammalati,  i moribondi. Voglio  parlare  a nome  dei  bambini  che  soffrono e,  in modo  particolare  , di  quei  bambini  che  sono  rifiutati  ancor  prima di nascere.
Voglio  parlare  a nome  di tutti  quelli  che  si  sentono  inutili , non voluti, un  peso  sulle  spalle  della società, un  ostacolo  per  le persone  cosiddette  "normali", i ricchi. I loro   cuori  sono feriti. Vivono  nell'angoscia  e nel  senso  di colpa  perché  nessuno,  nessuno  ha  mai  detto  loro  che  erano  preziosi e importanti.
Posso  parlarvi  di Paolo? Ora  ha  ventidue  anni .  L'abbiamo  visto  qualche anno fa  in  un ospedale, cieco , sordo , col  cervello  gravemente  leso. E'  stato abbandonato, all'età  di quattro anni, dalla  sua  famiglia che,  molto provata  , non  aveva  potuto sopportare  la  sua  malattia.  Non  aveva  mai udito  queste  parole"Tu  sei  il Figlio mio prediletto, in te  mi sono  compiaciuto", parole  così  indispensabili  per  la sicurezza , la  crescita e  la pace  di ogni bimbo.  Proprio  perché  non  aveva  vissuto  un profondo  rapporto  di amore , di  comunione , di  fiducia  con  i suoi  genitori si era  chiuso  dietro  spesse  mura  psicologiche, soffocate  dai  dolori  acuti  dell'angoscia, della  solitudine e della  colpa, che  sono  le grandi sofferenze dell'uomo.  Dico "colpa", perché  molto spesso chi  è rifiutato  dal mondo pensa  che,  se  è stato  rifiutato  , è  perché  non  è buono  a nulla, è  perciò  cattivo.
Paolo  vuole  tanto essere  amato,  eppure  ha  paura  di essere amato. Quando  si è  stati  feriti  nel  proprio  cuore, come  lo è   stato lui , gli  altri  diventano pericolosi  e si  è obbligati a  nascondersi dietro  a  mura  di  paura  e  di sospetto. Occorrerà  molto  tempo  perché  Paolo  abbatta  queste  barriere, che  forse  non cadranno  mai  del tutto. Tutto  ciò  richiederà  molti  anni, durante  i quali  noi  saremo chiamati  a toccare il suo  corpo  con rispetto , a  lavare  il suo corpo con tenerezza , a  vestirlo,  a giocare  con lui  e a  sollevarlo  con  gioia , sperando  così  di fargli  scoprire   che,  proprio  lui, è bello e  importante.  A  poco a poco  , speriamo  che  scoprirà  che  non  vi è  per  lui  alcun  pericolo  nell'uscire   fuori  dalle  mura  che  si   è   costruito, che  può  aprirsi  alla  fiducia   e credere  in  se stesso , che  può  vivere , che  c'è  speranza.
Chi  è oppresso  e  abbandonato  aspetta  , come  Paolo , qualcuno  che  starà  con lui , che  entrerà  in  un  rapporto  di fiducia   reciproca  con lui  , che  camminerà  con lui , che  gli  dimostrerà  la  sua  dignità e che è   un figlio  prezioso del Padre. Chi  è  abbandonato  e  inutile  è spesso  incapace  di lottare per la sua  liberazione, è  troppo  stanco, troppo debole, troppo  povero, troppo malnutrito , troppo  ammalato.
Sulla  nostra  terra , circa  2000  anni fa,  la  parola  eterna  del  Padre  si  è  scritta  nella  nostra  storia. Il  Verbo  si  è  fatto  carne, è diventato un Bambino  nel grembo  di Maria, sposa  di Giuseppe. Maria  l'ha  dato  alla  luce  in  una  grotta  a  Betlemme.
Egli  ha  abitato  fra noi  .  Egli  ha  fatto  percepire  a  noi , uomini  e donne  di ogni età, la  nostra  bellezza. I suoi  occhi  , le sue  mani  e  la  sua  voce  hanno  insegnato  ai  lebbrosi  e  a  Maria di  Magdala che  erano  importanti, Ma noi  non  l'abbiamo accolto. è venuto  fra  i suoi , ma  i suoi  non  l'hanno  accolto. Noi  l'abbiamo  respinto, l'abbiamo  imprigionato  , l'abbiamo  torturato, l'abbiamo  crocifisso.  Eppure  , per  mezzo  del suo  corpo  spezzato  e del sangue  che  ha  versato  in  sacrificio , egli  ha  rivelato  proprio  a  noi , uomini  e donne  di ogni  luogo e tempo , che  siamo  amati , infinitamente amati dal Padre. Noi non  siamo  un popolo  condannato  e  malvagio, ma  un  popolo rinato  nel perdono  e nella  speranza  tramite  lo Spirito   di Gesù.  E  oggi  Gesù  continua  a  camminare  su  questa  terra  , ma  in  noi  che siamo  la sua  Chiesa, i suoi  discepoli e, anzi,  i suoi  amici.Siamo  noi  il suo  corpo, il  suo Corpo  mistico. Egli vuole  che  siamo  le sue  mani, i suoi occhi, la  sua  voce  ,il suo viso e  il  suo  cuore  per  far  capire  ai  vari  Paolo , come  a  tutte  le  persone  del mondo e,  in particolare  , ai  più  poveri  e ai  più  deboli,  che  sono  preziosi  per il Padre e  che  sono  capaci  di  crescere  per portare la vita  agli altri.
Egli  ci  manda  , con  la  potenza  del suo  Spirito  , per  essere con  i poveri ,camminare  con  i poveri , stare  sempre  con  loro, e non  solo  venire  a trovarli  di tanto in tanto  , per  migliorare  le  loro  condizioni  di vita , non  solo,  sebbene  ciò  sia  importante, per  impartire  loro  degli  insegnamenti  teorici  e  ideologici, ma  per  vivere  un  rapporto  autentico  con loro,  un'alleanza . Egli non  vuole  che  abbiamo  paura  ;  egli vuole  che  abbandoniamo  le  nostre  sicurezze  di santità, di  potere  e di  sapere  perché  possiamo  aprire  loro  le  nostre  case per  andare a  vivere  nel  loro  quartiere  e per  diventare  con  loro  un  corpo ,  una  comunità  , una  comunione, per  diventare  con  loro Chiesa  di Gesù  Cristo  in  modo  più  veritiero.
E'  così  che  noi   cresceremo  insieme  , in  nome  di Gesù , nella  libertà  , a  dispetto  delle  tirannie  e  dell'oppressione ;  noi  costruiremo  insieme  delle  comunità  di  riconciliazione , dove  ognuno troverà  il suo  posto, dove  gli uomini  e le donne  potranno  cooperare  fra  loro , nel rispetto  e  nell'amore  delle  loro differenze, e  dove  le famiglie  cristiane  potranno  accrescersi  ed  espandersi  nell'amore.
Paolo  mi  ha  insegnato tanto. Mi  ha  insegnato  che il Padre, se  si  cela  nella  bellezza  della  creazione , nello  splendore  delle  liturgie  e  nella  saggezza  dei teologi e dei  sapienti, si  cela  anche  nel corpo  straziato  dei  lebbrosi, degli   ammalati , di quelli  che soffrono. Si  cela  anche  nel  bambino:" Chi  accoglie  questo  fanciullo  nel mio nome, accoglie  me; e chiunque  accoglie  me,  accoglie  colui  che  mi ha  mandato"(Lc 9,48).  Chi può  credere  in questo  messaggio  , che  l'eterno  Dio Onnipotente si  trova  nei  piccoli  , negli  inermi,  negli  oppressi,  e nei  sofferenti di questo mondo  ; che  vivere  con  loro  significa  vivere  con  la  santa  Trinità , Padre , Figlio, e  Spirito Santo? Come  Gesù  è l'immagine  del Padre  . il figlio  abbandonato  , respinto  . è l'immagine  di Gesù  e,  quando  noi  istituiamo un  rapporto  di fiducia  con lui, entriamo in un rapporto  di fiducia  con Dio.
" Egli si è  caricato  delle  nostre  sofferenze , si è  addossato  i nostri dolori...per  le sue  piaghe  noi  siamo  stati  guariti"(Is. 53,4-5).
Paolo  mi ha  fatto  capire  che  la cosa  più  preziosa  in me  è  il  mio cuore . La  mia  testa  e  le mie mani  non hanno valore  se  non  nella  misura  in cui  sono  a  servizio  dell'amore  e del rapporto  fondato  su  un'alleanza , che  deriva  dall'alleanza  con  Gesù. E'  vero  che  la  sua  debolezza  , la sua  fragilità  , la  sua  fiducia  mi hanno  risvegliato  , mi  hanno  chiamato  in causa  e,  oserei  dire, mi  hanno  portato  sulla  strada  della guarigione  e dell'unità.  Mi  invita  a  passare  dall'isolamento  del  mio  orgoglio e delle  mie  paure  alla  compassione  , alla  comprensione. alla tenerezza e alla  partecipazione.
Ma  non  è  solo  questo  che  mi ha  insegnato  Paolo  :  mi ha  insegnato  qualcos'altro. Mi  ha  fatto  capire  che  in me  ci  sono  degli spazi  di odio, di violenza, di  depressione , di  paura ;  ha  risvegliato in me  alcune  profonde  ferite  di angoscia , di  cui ignoravo  l'esistenza  e  che dormivano  nel mio profondo , dietro alle  mie  barriere  di  potere , capacità  , conoscenza, ipocrisia  e  desiderio  di essere  ammirato. Camminando  con i poveri, ho  toccato  con  mano  la  mia  povertà. Le  loro  ferite  mi hanno  fatto  percepire  le mie .  Mi  hanno mostrato la  mia paura di  seguire  davvero Gesù  con fede, umiltà  e povertà, e  quante  volte  ho  voluto  fuggire  , rifugiarmi  nel  sapere  , nei  sogni per il  domani  , nel  potere  e  nelle  sicurezze  umane. Si  , i poveri  mi urtano.  Il grido  profetico che alzano  per essere  compresi,  per ottenere  un po'  di amicizia  e perché  si dia  loro  una  possibilità , mi  ha rivelato  la  mia durezza, il mio egoismo , il mio  peccato  e  la  mia  resistenza  ad  ogni  cambiamento  interiore. Mi  hanno  fatto  capire  quanto  io  sia  prigioniero delle  mie paure  e della mia cultura.
Eppure  , io  so  che  la mia  alleanza  è  con  loro; è  in loro  e con loro  che  io incontro Gesù  Cristo;  Gesù nascosto  in chi  ha  fame o sete, in chi  non  ha  casa  o vestito, in chi  è straniero, ammalato o prigioniero;  Gesù  la  vita  del mondo.
E  io devo imparare a  incontrare   Gesù  ,non solo  nella  povertà  di Paolo, ma anche  nella  mia  povertà. Ho  bisogno  di Gesù ,  nostro  Salvatore, per  imparare  ad  amare.  Si  , io so  che  è  vero:  Gesù, che  ama  , è  nascosto  nelle   ferite di  Paolo, ma lo è  anche  nelle  mie ferite.  Il suo  cuore  ferito  e  colpito  a morte è nascosto  nella  piccolezza  , nella  debolezza , e  nelle  ferite dell'umanità. Il suo  cuore  è un'immensa  fonte  d'amore,  nascosto  nel cuore  della Chiesa, nascosto  nel  regno  di Dio che  è presente  oggi  fra  noi,  in tutto  ciò  che  appare  nel  linguaggio  del  nostro  mondo,perduto  e disperato.
Tutti  noi  siamo  invitati a bere ,bere  a pieni  sorsi  al cuore  di Cristo; bevendo, noi , cioè la  Chiesa, possiamo  diventare un rifugio  per  tutti  quelli  che,  in  questa  terra  ,sono isolati  ed  oppressi  . Cristo  ha  posto  chi  ha  fame  e  chi  soffre  fra le braccia  della  sua  Chiesa, affinché  possano  guarirci  , farci scendere  dai  nostri  piedistalli  di potere  e di  ricchezza  e  guidarci  verso  la  saggezza delle beatitudini.
Si,  l'unità  alla  quale  noi  tendiamo  , l'unità  del corpo  , non  può  esserci  se  noi  non  diveniamo"uno"  con Gesù  e  "uno" con gli esclusi  del mondo.  Saranno  costoro  a  guidarci alla  Città  Santa  , quelli  che  accorrono,  saltellando  di gioia , alla  festa  delle  nozze  ,mentre  i ricchi  hanno  rifiutato  l'invito.  Imparando  a   lavare  loro i piedi, a  chiedere  loro perdono, imparando  a  camminare  umilmente  con loro,  scopriremo , proprio  mentre  ci  insegnano  a  spogliarci delle nostre ricchezze,  la ricchezza  dell'amore  e  della  verità  nascosta nei loro  cuori, nascosta  a  volte  dietro  la  collera  , la  depressione  e la  malattia.  E  noi saremo  uniti , non in un desiderio  di  vendetta  o  di odio  nei  confronti  dei  ricchi  e degli  oppressori,  ma  con  i  cuori  pieni  di perdono.  Si  , la  forza  dell'amore  di Gesù  , vissuto nell'unità  e nella  partecipazione , è  più  forte  della  potenza  delle armi  più terribili.
La Chiesa   fondata da  Gesù  , crocifisso  e  risuscitato  , animata  dallo Spirito  Santo  , affidata  agli  apostoli  così  come  alle  donne  e a Maria   , madre  di Gesù, e ai  suoi  fratelli, come  si  dice negli Atti , è  chiamata  , oggi come  ieri  , ad  essere  una  Chiesa umile  e  fiduciosa  nell'annunciare  con  audacia  la  "meravigliosa  novella"  della  pace  e della  salvezza. Essa  è chiamata  a essere  una  Chiesa  ospitale  , una  Chiesa  che  è povera e  cammina  accanto  al povero  ;   una Chiesa che  comprende  e  che  vive  il potere  della  non-violenza  (un uomo come  il  Mahatma  Gandhi  ha  vissuto  ciò  con  grande  verità)  , una  non-violenza  che  non è  debolezza  , ma forza.  è chiamata   a essere  una  Chiesa  pronta  a  entrare  nella  lotta  contro  le  forze del  male  e dell'odio,  descritte  nel  libro  dell'Apocalisse come  la bestia e il drago.  Così  ciascuno  di noi  è chiamato  a essere  il viso e il cuore  di Gesù, l 'Angelo di Dio ,offerto  in  sacrificio ;  ciascuno  è chiamato  a essere  pronto  a dare  la vita  per amore,  in unione  con  Gesù  crocifisso  e risuscitato , in compagnia  di  tutti  quelli  che  hanno  dato  la vita  prima  di noi o  che  soffrono  oggi  la crocifissione.
E  se  oggi  non possiamo  bere  tutti  insieme  allo  stesso  calice  il sangue  di Cristo , beviamo  insieme  allo  stesso calice  la  sofferenza, la  sofferenza  della  divisione, della  divisione  fra  noi  come della  divisione fra  noi  e i poveri  e i sofferenti. Che  possiamo  rinnovare,  con  una  umiltà  più  grande , la  nostra  totale  fede  in Gesù  , vita  del mondo! Gesù  , la  notte  in cui  fu tradito , prese  il pane  , lo benedisse , lo spezzò  , lo diede  ai suoi  discepoli e disse:" Prendete e mangiate  tutti  : questo  è il mio corpo"
Spezzò  il pane  , segno  del suo  corpo  spezzato . Anche  noi  siamo  il suo corpo  spezzato  . La Chiesa  è spezzata : l'umanità  è  spezzata  . Piangiamo  e  chiediamo  perdono  a Dio , chiediamo  perdono  gli uni agli altri, e  a tutti  gli uomini  e le donne  della   terra  , soprattutto  ai  più  poveri  e ai  più  deboli, per  avere  così  spesso  sfigurato  il messaggio  di Gesù  . Lasciamo  allora  che  si  impossessi  oggi  del  cuore di ciascuno  di noi , lo  benedica  e lo spezzi, spezzando  così   la nostra  durezza  e il nostro  orgoglio  , e  lo doni  ,  rinato  nell'amore  e  nell'unità  , trasformato  in sé  dallo Spirito  Santo , a tutti  gli uomini  e a tutte  la donne e,  in particolare, a chi  è povero  , isolato o perduto.
Ma  noi,  corpo  spezzato ,cerchiamo  di diventare  "un  " corpo  nella  Città  Santa , dove  nessuno  è  escluso e dove  l'ultimo  e il  più  debole  hanno  il loro  proprio  posto.
è  la nostra  speranza  per  la vita  e per  la redenzione  di tutti  gli uomini  e di  tutte  le donne  . E  questo  si  realizzerà  quando  diventeremo  davvero  figli  suoi, che  con  una  profonda fede in lui  pregano  davvero:"Padre  nostro".

Auguri  di un Santo Natale  nella  luce  di  Betlemme!

lunedì 23 dicembre 2019

LETTERATURA ITALIANA DEL NOVECENTO : U. Saba

23--12--2019

A  mia  moglie

Tu  sei  come  una  giovane,
una  bianca  pollastra.
Le  si  arruffano  al vento
le piume, il collo china
per  bere  , e  in  terra  raspa;
ma,  nell'andare , ha  il lento
tuo  passo  di regina,
ed  incede  sull'erba
pettoruta  e superba.
E'  migliore  del  maschio
E'   come  sono  tutte
le femmine  di  tutti
i sereni  animali
che  avvicinano  a Dio.
Così  se   l'occhio , se  il giudizio mio
non  m'inganna  , fra  queste  hai  le tue uguali
e  in  nessun 'altra donna.
Quando  la  sera  assonna,
le gallinelle
mettono  voci che  ricordan  quelle,
dolcissime  , onde  a  volte  dei  tuoi  mali
ti  quereli, e  non sai
che  la  tua voce  ha  la soave e triste
musica dei pollai.

Tu  sei  come  una  gravida
giovenca;
libera ancora  e senza
gravezza, anzi  festosa;
che , se  la lisci, il collo
volge , ove   tinge  una  rosa
tenero la sua carne.
Se  l'incontri  e  muggire
l'odi, tanto  è  quel  suono
lamentoso, che  l'erba
strappi, per  farle  un dono.
E' così  che  il mio  dono
t'offro  quando  sei  triste.

Tu   sei  come  una  lunga
cagna  , che  sempre  tanta
dolcezza  ha negli occhi,
e ferocia  nel cuore.
Ai  tuoi  piedi  una  santa
sembra , che  d'un  fervore
indomabile  arda,
e così  ti  riguarda
come  il suo  Dio   e Signore.
Quando  in casa  o  per  via
segue  , a  chi  solo  tenti
avvicinarsi , i denti
candidissimi  scopre .
Ed   il suo  amore  soffre
di gelosia.

Tu  sei  come  la  pavida
coniglia . Entro  l'angusta
gabbia  ritta  al  vederti
s'alza,
e verso  te  gli  orecchi
alti  protende  e fermi;
che  la  crusca  e  i  radicchi
tu  le porti , di cui
priva  in sé  si  rannicchia,
cerca  gli  angoli  bui.
Chi potrebbe  quel  cibo
ritorglierle? Chi  il pelo
che  si  strappa  di dosso,
per  aggiungerlo  al nido
dove  poi  partorire?
Chi  mai  farti  soffrire?

Tu  sei  come  la  rondine
che  torna  in  primavera.
Ma  in  autunno riparte;
e tu  non  hai  quest'arte.
Tu  questo  hai  della  rondine:
le movenze  leggere;
questo  che  a me  , che  mi  sentiva  ed era
vecchio,  annunciavi  un'altra  primavera.

Tu  sei  come  la  provvida
formica  . Di  lei  , quando
escono alla  campagna,
parla  al  bimbo la nonna
che  l'accompagna.
E  così  nella  pecchia
ti ritrovo, ed  in tutte
le  femmine  di tutti
i sereni  animali
che   avvicinano a  Dio;
e in  nessun'altra  donna.






domenica 22 dicembre 2019

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

22-12--2019

Su  numerose  colonne  e capitelli della   Borgogna, Giuseppe    è  rappresentato  così: seduto   in  un  angolo  , in  contemplazione  del  bambino, davanti  all'asino  nella  fuga  verso  l 'Egitto; oppure  visitato  e  istruito  dall'Angelo  in sogno. Egli è  seduto  , pensoso, quasi  sempre  leggermente indietro , in  margine , e  lo scultore  lo rappresenta  con  molta  ispirazione . A che  cosa  pensa  , quali riflessioni gli  passano  per la testa, nel cuore?
Ecco  la donna  che  egli  ama  ad  ecco  il  bambino che  è pronto  a proteggere .  Ecco  le domande e i  problemi  che  lo  agitano.  Ed  ecco  le  notti  insonni , gli  incontri  notturni,  le domande che si è posto  senza  sosta  e le  risposte  che  ha  ricevuto  in  sogno. Poiché:"Il Signore le dà  ai  suoi  in sogno". --è  allora  che  ha  visto  chiaro nel piano misterioso  di Dio. è in sogno  che  si  riconosce  la realtà , che  la si  penetra  dall'esterno, dalla  superficie , e  che  si  vedono le cose  più  profonde. E  Giuseppe vede , e guarda , e  sorveglia  il bambino, vegliando  sulla  madre. Egli  è pronto  ad  agire  e a  vivere  come  Dio  gli  ha  indicato. Ma  nel  corso  dei  suoi  giorni, egli  continua  a  riflettere  sulla  vita  che  Dio  gli  ha riservato. E  il bambino che  agli alleva  come suo? Si  dice  che  l'immagine  che  i bambini  si fanno  di Dio sia  segnata  da  quella  che  hanno  del loro  padre . Si dice  che  sia  difficile  trasmettere  e  proclamare  che Dio  è un  buon  padre se  l'esperienza  personale  del  padre  ha  lasciato  segni  negativi  . Che  uomo doveva  essere  Giuseppe, come ha  gestito  il suo ruolo di padre  , quando  si  pensa al  modo in cui  il figlio  che  ha allevato  parla  del Padre  celeste!
           Dr.  Gabriele  Miller

venerdì 20 dicembre 2019

FAVOLE la fontaine

20--12--2019

Il Dragone  di  molte  teste  e  il Dragone di molte code

Narra  la storia che  fu  in  Lamagna
del  gran Sultano  un certo  ambasciatore,
così millantatore
del suo paese, che  al cospetto  un  zero
eran  per lui  le forze  dell'Impero.

-Come?  -  un  Tedesco  a lui  fece  osservare,--
noi  contiam  dei vassalli  in  questa  terra
così  potenti,  che  potrebbe  armare
un esercito ognuno in piè di  guerra.

-Questo, --soggiunse  il  Turco  intelligente,--
un certo  caso  mi  richiama  in mente
strano  , ma  ver,  ch'è capitato  a me.
Mi  trovavo  per caso  in  una selva,
quando  venne  a  passar  dietro  una  siepe
un'Idra  a cento teste  tanto  orrenda,
ch'io non vidi  giammai  la più  tremenda.
Ma  più  del mal fu  grande  la  paura,
ché il grosso  corpo della  brutta  belva
non  poteva  passar  di quella  siepe
traverso la  fessura.

Stavo  pensando  a  sì strana    avventura
quando  un  altro  Dragone
con  un sol  capo  sopra  un gran  corpaccio,
e non  so  quante  code  alla  riserva,
dietro  alla siepe  a un  tratto  si affacciò .
Prima  col  capo  aprissi  una  finestra,
per  questa  il  corpo e poi  le cento  code
dagli  arbusti  tirò
a poco  a  poco  fuori  dall'impaccio .
E'  questa  , io  credo  ,  in  ultima  sentenza
tra  il tuo  signore  e il  mio  la differenza--

I  Ladri  e  l'Asino

Due  Ladri  avean  rubato  un Somarello
e a pugni  il  disputavan  fra loro;
quand'ecco  sul  più  bello
un terzo  sopravviene,
che  piglia  Orecchialunga e se  lo tiene.
Dei piccoli  paesi  ecco  la storia,
che  sono alla  balia
di  questo  o quel  vicino prepotente.
Mentre  il Turco, il Rumeno o il  Transilvano
accorrono  alle prese,
un altro  arriva  , per  esempio  Inglese,
che  piglia  per sé l'asino
e lascia  altri  un bel  niente in mano.

giovedì 19 dicembre 2019

IL SISTEMA DEMOCRATICO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA :"REGIMI COSTITUZIONALI E DITTATURE" di : Alberto Romagnoli 2°

19--12--2019

= Necessità  d'una  nuova  Costituzione  dopo la caduta del  fascismo:

Lo  Statuto  e  l'ordinamento  monarchico  che  l'Italia  aveva  ereditato  dal Piemonte  non  s'appoggiavano  a una  lunga  tradizione  ; ottant 'anni sono  pochi  nella  vita  d'un  popolo . Tuttavia  era  sempre  quanto  ci teneva  legati  all'origine  della  nostra  indipendenza  e della  nostra  unità , sicché  molti  nel  1945  sostennero  che  si  dovesse  tener  in  vita  la  monarchia  , pur  affiancandole  una  più  moderna  costituzione , se addirittura  non si voleva  , come  sostenevano  i  tradizionalisti  più spinti , tornare  semplicemente  allo Statuto.
Prevalse  una  soluzione  provvisoria  di  compromesso; il re avrebbe  abdicato  e avrebbe  assunto  la  luogotenenza  il  principe  ereditario  , rimandandosi  la  questione  istituzionale  (monarchia  o repubblica)  a un  referendum  , al  quale   sarebbe  stata  congiunta  l'elezione  d'un'Assemblea   Costituzionale.
Coloro  che  propugnavano  la necessità del  ricorso  a  una  Costituente ,  partivano  da un  duplice  ordine  di  considerazioni:
1)Lo Statuto  , quale  era  stato  interpretato  da  Vittorio Emanuele  3°, si  era  rivelato  inadatto  a  garantire  le libertà; dalle  distorsioni  e innovazioni  fasciste . Ogni  costituzione ha  il suo  limite  insormontabile nella  conservazione  del suo  principio informativo ; caduto  questo ,  la  costituzione  non  può  risorgere  perché  si è  bruciata da sola;
2)  Dato  che  a  una  modificazione si doveva  comunque  venire, tanto  valeva  porre  in  essere  una  costituzione  che  tenesse  esplicitamente  conto  di  tutte  quelle  richieste  sociali di cui  lo Statuto , pur  non  negandolo , aveva  taciuto.
La  nuova  costituzione  avrebbe  tenuto  conto  degli interessi di  quelle  classi che,  soltanto  da  qualche  decennio  ,  erano  riuscite  faticosamente  ad  affacciarsi  alla  vita  politica e a  ottenere  qualche  intervento dello Stato  a loro favore. Vi  era  inoltre  da temere  che  coloro  che   sostenevano  la  fedeltà  allo Statuto  albertino  lo facessero  per  simulato  spirito conservatore  e per  il timore  d'una  costituzione innovatrice  nei  rapporti  economici  e sociali.  La  nuova  costituzione  avrebbe  dunque  dovuto  esser  congegnata  in  modo  da  impedire  che  le istituzioni  democratiche  e le garanzie di libertà  e di  progresso  potessero, o per violenza  o per  falsa e malevola  interpretazione  ,  venir eluse e travolte . Per  queste  stesse  ragioni si volle  poi  che  la Costituzione  fosse  rigida  , vale  a dire  modificabile  solamente  attraverso  un  rigoroso  procedimento  formale. Dovendo  il popolo  direttamente  decidere  sulla  forma  dello Stato,monarchia  o repubblica  , l 'Assemblea  Costituente  , eletta  a suffragio  universale  , sarebbe  con  ciò  stata  vincolata  a redigere  una  costituzione monarchica  o repubblicana.
Dal  referendum  del  2  giugno  1946  la  monarchia  uscì sconfitta  , fu  proclamata  la repubblica  ;  la  Costituente elesse  un capo  provvisorio dello Stato  nella  persona di Enrico De Nicola, stimato  giurista  , integro  e   illuminato  parlamentare  , e  quindi  iniziò  i suoi  lavori  per  la redazione della  nuova  costituzione  . La  Costituzione  nominò nel  suo  seno una  commissione  di  settantacinque  membri , incaricata  di  redigere  un  progetto  da  sottoporre  all'assemblea.  La   commissione si  suddivise  in varie  sottocommissioni, a  ciascuna  delle quali  venne  affidata  la redazione  d'una  parte  del progetto  . I  risultati  parziali  vennero  poi  coordinati  fra loro  e,  dopo  un  lungo  esame  da parte dell'Assemblea , con  discussione  articolo  per  articolo , si  arrivò  al testo definitivo  che  venne  approvato  il 22   dicembre  1947, con la  decisione  che  entrasse  in vigore  il 1° gennaio  1948. Il  27  dicembre  si  ebbe  infatti  la proclamazione  da parte  , del capo  provvisorio  dello Stato , e  alla medesima  data  avvenne  la pubblicazione  sulla  Gazzetta  ufficiale.

mercoledì 18 dicembre 2019

ECUMENISMO "LA CHIESA ORTODOSSA NOTA SULLA SUA FORMAZIONE E STRUTTURA"

18--12--20
La   formulazione del  dogma  cristiano  ortodosso  e i  cardini  dell'amministrazione  ecclesiastica  vennero  definiti  attraverso  i  grandi  Concili  Ecumenici(  1--7,  325---787  d.c.). Dopo  il grande  scisma  (1054) che,  per  ragioni  attinenti  a divergenze  teologiche  ,  giurisdizionali  ,culturali  e  perfino politiche  , avvenne  tra  i  mondi  ecclesiastici  dell' Oriente  e dell'Occidente , (  la cristianità  ortodossa , avendo  per centro  la Chiesa  di Costantinopoli, si  sviluppò  separatamente  da  quella  occidentale.)
Oltre  ai  quattro  antichi  Patriarchi  dell'Oriente  , l'Ortodossia  si  compone  oggi  anche  delle  Chiese di Russia , Serbia  ,  Romania ,  Bulgaria  , Georgia , Cipro  , Grecia , Polonia , Albania, Ceca  Slovacchia e Finlandia. Tutte  sono  , per  quanto  concerne  l'amministrazione interna  ,  indipendenti  l'una  dall'altra, quindi  "autocefale" o  "autonome". La loro  unità  è  basata  sull'identità di fede , di  vita  sacramentale  e di culto.
Tutte  queste  Chiese , essendo  in  piena  comunione  reciproca  , riconoscono   la preminenza   del  Patriarca  ecumenico  di Costantinopoli. Questi  , quale "primus" tra  i vescovi  ortodossi ; coordina  le  relazioni  tra  le altre  Chiese  della  Comunione  ortodossa e i  rapporti  dell 'Ortodossia  intera  con  le altre  Chiese cristiane e le  altre  religioni. Così  , egli  convoca  i concili  e le  assisi  panortodosse  e li presiede; consacra  il  "miro"(crisma) per  tutte  le Chiese  dell' Ortodossia; concede  l'autocefalia  alle  Chiese locali  che  ne  siano  diventate  mature,  esercita la  giurisdizione  in paesi  in cui  non  vi  sia  una  giurisdizione ortodossa  canonica, autonoma o  autocefala ;ecc.
Vi sono  anche  giovani  Chiese ortodosse in fase  di sviluppo  in  diversi paesi  missionari,come  in Alaska,  nell'America  del sud  , nell'Africa , in Giappone , in  Corea, e  in  altre  parti  dell'estremo  oriente.
La   Chiesa  Ortodossa è  considerata una  Chiesa  "popolare",  strettamente  identificata  con  la  vita  nazionale  e  le  aspirazioni  dei  suoi  popoli.  L'Ortodossia  ha  assimilato  , e,  in alcuni  casi, anche  formato  le  tradizioni  culturali  di  diverse   nazioni , principalmente  nel  Medio  Oriente,nei  Balcani e in Grecia , in Europa  orientale  e in  Russia .
La  Chiesa  Ortodossa  svolse  una  notevole  opera  missionaria  attraverso  i secoli  , dalla  conversione  della Russia Kieviana  nel  decimo  secolo  fino  alle  iniziative  missionarie  nella Corea  del sud  e  nell'estremo  oriente nel secolo scorso.
La Chiesa  Ortodossa  , sotto  l'impulso del Patriarca  ecumenico  , svolge  oggi  un  importante  ruolo  nel  moderno  movimento  ecumenico .  Tutte  le Chiese  ortodosse  fanno  parte  dei  Consiglio  mondiale  delle  Chiese  ,mentre  al  contempo  svolgono un  intenso  ecumenismo  locale  . Inoltre  , partecipano  ai  dialoghi  teologici in corso con  la  Chiesa  di Roma, le  Chiese  della  Comunione  anglicana, la Federazione  Mondiale  Luterana  e altre  Confessioni  protestanti. Numerosi  sono  anche  i contatti  e i  colloqui  di diverse  Chiese  ortodosse  con  le grandi  religioni  monoteistiche  del  Giudaismo  e dell'Islam.
Inoltre  l'Ortodossia  svolge  un'intensa  attività  nell'ambito  del  movimento  ecologico  e  ambientalistico, promuovendo  notevoli  iniziative miranti  a sensibilizzare  i suoi  fedeli  e il mondo  su  questo  grande problema.
Circa  350  milioni  sarebbero  complessivamente  i cristiani ortodossi  oggi nel mondo.

martedì 17 dicembre 2019

TUMORI MALIGNI : EPIDEMIOLOGIA E PREVENZIONE PINA MARIA SPERANZA RACITI 1°

17--12--2019
Sotto la  denominazione  di tumori  maligni  o cancro  si raggruppa  una  ampia  varietà  di malattie  che  si  differiscono  l'una  dall'altra  per la localizzazione, le manifestazioni  cliniche  , le  caratteristiche  biologiche, anatomiche,  anatomopatologiche ed istologiche, la storia naturale , la risposta  alle terapie  mediche  e chirurgiche.
Le  caratteristiche  che  accomunano  tutti  i tumori  maligni sono:
Neoplasia=  capacità  di crescita  nuova  e  progressiva, con  infiltrazione  e distruzione  dei tessuti  circostanti ;
Anaplasia= atipia  e  polimorfismo  delle  cellule  e dei  tessuti  neoformati;
Eterotipia= capacità   di  metastatizzare  in seguito  a migrazione  di cellule  neoplastiche  in  altri  siti  attraverso  i vasi sanguigni e linfatici, con  riproduzione  del  processo  canceroso  in vari  organi.
Ai fini  statistici  ed  epidemiologici  , la  classificazione  internazionale  delle  malattie  elaborata  dall'OMS  distingue  i tumori  maligni  in  parte  su  base :
Istologica:   leucemie, linfomi e melanomi;
Sito anatomico  di localizzazione primitiva:  CA dello stomaco,  CA   del colon,  CA  del polmone , CA  della  mammella, ecc.
Allo stato attuale , le conoscenze  epidemiologiche ed  eziologiche sono sufficientemente  avanzate  da permettere  di  programmare  ed  attuare  efficaci   interventi  di prevenzione  primaria  e  secondaria dei  più  importanti tumori maligni.

I  tumori   , nel  loro insieme  , costituiscono la seconda  causa  di morte ,  dopo  le  malattie  cardiovascolari, nei paesi  sviluppati.I  dati ufficiali di mortalità, hanno il pregio  di essere  facilmente  accessibili  e di  fornire  interessanti  indicazioni  ai  fini  epidemiologici  e  preventivi che  se ne  possono  trarre  riguardano essenzialmente la diversa  frequenza  dei  tumori maligni  in  diverse  popolazioni, le variazioni della  mortalità nel tempo , la diversa  frequenza  nei  due  sessi  e  secondo  l'età , la frequenza  proporzionale  nelle   diverse  sedi  anatomiche.
La   mortalità  per  l'insieme dei tumori  maligni  varia notevolmente  da  un  paese  all'altro, e nello stesso paese , da una  regione  all'altra.
La  mortalità  per  l'insieme  della  patologia  neoplastica  e  per  la  maggior parte  dei tumori comuni  ai  due  sessi  è  più  elevata  negli uomini rispetto  alle donne. La  più  elevata  frequenza  di  tali  tumori  negli  uomini è  attribuibile  a  una  maggiore  esposizione  del  sesso  maschile  a fattori  cancerogeni  piuttosto che  a  differenze di ordine  genetico  rispetto al  sesso  femminile.  I tassi di mortalità aumentano  in  misura  esponenziale  con  il progredire  dell'età; è più probabile morire di  tumore  a  90  anni  piuttosto  che a  50, per  la  più lunga esposizione  a  fattori  oncogeni.
Secondo  l' OMS, nei paesi sviluppati  la letalità  per  in cancro  del polmone  è  superiore  al 90%, oltre  l'80% per il CA allo stomaco, oltre  il 60% per  il CA  del colon-retto; viceversa  elevate percentuali di  sopravvivenza dopo  5 anni dalla diagnosi  sono  riportate  per il  CA  della  mammella  , dell'utero e del  testicolo , per  i linfomi  Hodgkin e per  le leucemie  infantili.

lunedì 16 dicembre 2019

LETTERATURA ITALIANA DEL NOVECENTO SALVATORE QUASIMODO

16--12--2019

Cavalli  di luna  e  di  vulcani

Isole che  ho  abitato
verdi  su  mari  immobili.

D'alghe  arse,  di  fossili  marini
le  spiagge  ove  corrono  in  amore
cavalli  di  luna  e di  vulcani.

Nel  tempo  delle  frane ,
le  foglie  , le gru  assalgono  l'aria:
in  lume  d'alluvione  splendono
cieli  densi  aperti  agli  stellati;

le  colombe  volano
dalle  spalle  nude  dei  fanciulli.

Qui finita  è la  terra:con  fatica  e  con  sangue
mi  faccio  una  prigione.

Per te  dovrò gettarmi
ai  piedi  dei  potenti,
addolcire  il mio  cuore  di  predone.

Ma  cacciato  dagli uomini,
nel  fulmine  di luce  ancora  giaccio
infante  a  mani  aperte,
a  rive  d'alberi  e fiumi:

ivi  la  latomia  d'arancio  greco
feconda  per  gl' imenei  dei  numi.

Alle  fronde  dei salici

E  come  potevamo  noi  cantare
con  il  piede  straniero  sopra  il cuore,
fra  i morti  abbandonati nelle  piazze
sull'erba  dura  di ghiaccio, al  lamento
d'agnello  dei  fanciulli  , all'urlo  nero
della  madre  che  andava  incontro  al figlio
crocifisso  sul  palo  del  telegrafo?
Alle  fronde  dei  salici , per  voto,
anche  le nostre  cetre erano  appese,
oscillavano  lievi  al triste  vento.

Al  padre

Dove  sull 'acque  viola
era  Messina, tra  fili  spezzati
e  macerie  tu  vai  lungo  binari
e scambi col   tuo  berretto  di gallo
isolano.  Il  terremoto  ribolle
da  tre  giorni , è  dicembre  d'uragani
e  mare  avvelenato. Le  nostre  notti  cadono
nei  carri  merci  e  noi  bestiame  infantile
contiamo  sogni  polverosi  con  i morti
sfondati  dai  ferri  , mordendo mandorle
e  mele  disseccate  a  ghirlanda . La scienza
del  dolore mise  verità  e lame
nei  giochi  dei  bassopiani  di malaria
gialla  e  terzana  gonfia  di fango.
La  tua  pazienza
triste  , delicata,ci  rubò  la  paura,
fu  lezione  di  giorni  uniti  alla  morte
tradita , al  vilipendio  dei  ladroni
presi  fra  i  rottami  e  giustiziati  al buio
dalla  fuciliera degli  sbarchi  , un  conto
di  numeri  bassi  che  tornava  esatto
concentrico , un bilancio  di vita futura.

Il tuo  berretto  di sole  andava su  e giù
nel   poco  spazio  che  sempre  ti  hanno  dato.
Anche  a me  misurarono ogni  cosa,
e  ho  portato  il tuo  nome
un po'  più  in là  dell'odio  e dell'invidia.
Quel  rosso  sul  tuo  capo  era  una  mitria,
una   corona  con  le ali  d'aquila.
E   ora  nell'aquila dei  tuoi  novant'anni
ho  voluto  parlare  con te ,  coi  tuoi  segnali
di  partenza  colorati  dalla  lanterna
notturna  e qui  da una  ruota
imperfetta  del mondo,
su  una  piena  di muri  serrati,
lontano dai  gelsomini  d 'Arabia
dove  ancora  tu  sei,  per  dirti
ciò  che  non  potevo un  tempo--difficile  affinità
di pensieri--per  dirti , e  non  ci ascoltano solo
cicale  del  biviere,  agavi lentischi,
come  il   campiere dice  al suo  padrone;
"Baciamu  li  mani".  Questo  , non altro.
Oscuramente  forte  è la  vita.

domenica 15 dicembre 2019

IL DIRITTO DI TUTTI E DI OGNUNO A DIVENTARE PERSONE di: Francesco Colizzi AMICI DI FOLLEREAU "PER I DIRITTI DEGLI ULTIMI"

15--12--2019
La  terza   kermesse pugliese (7-13 ottobre), volta  ad   aprire  un dialogo tra  il mondo  della  cooperazione  internazionale  e  i  cittadini, ha  per   tema:"  Persone  , comunità  , sviluppo inclusivo".  Il  concetto  profondo  di  persona  riassume  il senso  altrettanto  profondo  della   cooperazione  internazionale  . I  giorni  del Festival  della  Cooperazione  internazionale  sono  una  festa della  persona  , una  piccola  esperienza  dell'unità  della  speranza  umana che  anela  alla  liberazione dal male.
Ma  la conoscenza   delle  dimensioni  fondamentali  della  persona è  un   patrimonio   comune?  Lo  statuto di persona viene  sempre  riconosciuto ad ogni essere  umano?  Non   abbiamo, invece , davanti   ai nostri  occhi lo  spettacolo  continuo, in  tutte  le parti  del mondo,  di esseri umani ridotti ad  oggetto , discriminati  nella  loro dignità   o  totalmente  esclusi dalla   partecipazione  alla vita   comune?  Fa  bene   guardare  in  faccia  gli   abitanti del pianeta, le donne  con   disabilità  , gli  operatori  di pace, anche  attraverso  mostre   fotografiche  (  Salvatore  Valente  con  "Persone   del mondo, un  mondo  di persone",le donne  palestinesi   con disabilità  con  "I  am  a  woman") e prodotti  audiovisivi(Testimoni  di pace  "del  Centro  Sereno  Regis).  Pensare  all'essere  umano  solo  come individuo  può  esasperare  l'egoismo , la  ricerca  del  dominio , la   gerarchizzazione  delle  differenze  biologiche  , culturali e sociali.
La  persona  invece,  invoca  sempre  la  rete  di relazioni  della  comunità  e  la  costruzione  di  processi  di  inclusione. La  persona  inizia  dal  desiderio  di una  vita  dignitosa. Ogni  essere  umano  ha  diritto  a  perseguire  una  vita  compiuta, costruendo  una  adeguata  stima  de sé che  gli  consente di operare  con  e per  gli altri. Questo  movimento  del sé  verso   l'altro,  questa  sollecitazione  che  risponde  alla  chiamata  del sé  da  parte  di un  altro  è  la seconda  dimensione  della  persona.  Quando  l'altro non  ha un  volto  ed è  raggiungibile  solo  attraverso  i canali  delle  istituzioni,  compare  la  necessità  della  terza  dimensione:  il  vivere  all'interno  di  istituzioni giuste  , capaci  di distribuire  non  solo  beni  e merci, ma  anche  diritti  e doveri.
Ai  successi  --ancora incompleti  ---delle  grandi  lotte  per  il  riconoscimento  dei  cittadini  , delle  donne  . dei  lavoratori , delle  persone di  diverso  colore  della pelle  , delle  persone  di  diverso  orientamento  sessuale , in  questo  secolo  ha  fatto  seguito la "Convenzione  internazionale  sui  diritti  delle  persone  con  disabilità".  Essa  ci  parla  di  persone  titolari  di diritti  universali al  cui  compimento  devono  necessariamente  concorrere  le  comunità , attraverso  uno  sviluppo  che  include  , che  non  lascia  nessuno  fuori  , né  indietro.

No ai  meccanismi  dello  scarto:

In  questo  impegno  la  cooperazione  internazionale  emerge  splendidamente  ,come  nei  progetti  in  Guinea  Bissau,  Mozambico, Brasile, Palestina,  raccontati  nel  corso  del Festival,  mirando  ad  un  autosviluppo  nelle  comunità  locali.  Il  primo  obiettivo  è  l'inclusione  di ogni  persona  , il  contrasto  a  meccanismi  dominanti che  producono  vite  ineguali  o  di  scarto,meccanismi  che  vediamo  all'opera  in  maniera violenta  quando  rivolgiamo  l'attenzione  alle  vite  dei  nomadi  forzati( come  con  il  corso  di  formazione  sulla  salute  dei migranti).  Se  la  disabilità  insegna che  siamo tutti  vulnerabili  , le  migrazioni insegnano che  siamo  tutti  in  movimento  tra  luoghi  vicini  o  lontani, per  le  motivazioni  più  diverse . Nelle  realtà  universali  della  disabilità  e  del  nomadismo, in  maniere  spesso  drammatiche, riluce  il  percorso  straordinario  di  ogni  essere  umano alla  ricerca  di una  vita  compiuta, qualunque  siano  le  condizioni  biologiche  o  biografiche di  partenza.
E così, agire  responsabilmente in  cooperazione  internazionale   significa  prendersi  il tempo per  conoscere  ,  sentirsi parte  di  un  comune  destino  ,  contribuire  a  un  nuovo  umanesimo , oltre la  logica  dell'emergenza  e  la retorica  dell'aiuto. Nessuno  è  solo  povero e i poveri non  sono  una  minaccia , ma  un  appello  a  essere  compagni, a  mangiare assieme ,nella giustizia , il  pane del mondo.

sabato 14 dicembre 2019

CARATTERE DELLE DITTATURE "CONFRONTI STORICI" di:Ettore Ciccotti

14--12--2019

N.B.)
Nell'antica  Roma  la  dittatura  era  una magistratura  straordinaria, a  cui  si  ricorreva  in  casi  d'estremo  pericolo  esterno  o interno ,  per  affidare  tutti  i poteri  militari  e  civili  a  un  unico  magistrato , il quale  in nessun  caso  poteva  restare  in  carica  più  di sei mesi.

=Le  dittature  sorgono  solitamente  in  un  ambiente  eccezionale ;eccezionale  per  le cose  come per  gli  stati  d'animo:eccezionali  per  i mali deplorati  come  per  la  concezione e  l'applicazione  dei rimedi.
Nelle  speranze  e  nelle  attese  vi  è  molto  di  taumaturgico; come  sotto  l'aspetto  taumaturgico  si  presenta  lo stesso  dittatore.
Chi  ritorni  con la  memoria   ad  esempi  recenti  di dittature tipiche  o atipiche :  Wilson,  Kerensky, Lenin,  avrà  subito  sott'occhio  , a qualche  anno  di distanza  , il  contrasto  rapido  e  stridente delle  illusioni e degli  insuccessi.
Cromwell, che  anche  sotto  il suo  manto  mistico  conservava  l'indole  realistica  inglese, disse  bene  egli  si  era  impegnato solo  a  eliminare  alcuni  ostacoli.  Ed  eliminare  alcuni ostacoli  non  vuol dire  precisamente, come  in  varie  occasioni  si  mostra   d'intendere, rifare,  o poco meno  , il mondo daccapo.
La   dittatura  è  una  sosta  nella  discesa  precipitosa  :  una  ripresa  di fiato  nella  corsa  affannosa.  Dovrebbe  servire  a  dar tempo  alle  energie  vive  di  riprendere  coscienza , vigore.  è  come  il medico , la cui  scienza, nella  più  parte  dei  casi ,  consiste soprattutto nell'aiutare  la  natura  a  riprendere il suo corso  attraverso  le  funzioni  fisiologiche  ristabilite.  Naturalmente  non è  escluso  che il medico  spropositi  e,  per  far  male  o per  far  troppo , ammazzi  anche  l'ammalato.
In  ogni vicenda  della  vita e  in  ogni   concorso  di  azioni  bisogna prudentemente  calcolare un  margine  d'errori; errori che,  nel  caso  delle dittature, possono dipendere insieme  da difficoltà  di  situazioni , da  incapacità  e  impreparazione, da deviazioni  passionali, da  improbità e  falsa  concezione  d'interessi.
E  qui  l'argomento  si  complica  con  l'arduo  e scottante  problema  della  cooperazione.
Un  dittatore  , da solo  , specie  in  uno Stato moderno, tanto  irto  di organi  e di  funzioni, ben  poco  può  fare  da sé; e  il suo  successo  può  dipendere  , in massima  parte  , dall'indirizzo  che   dà  e dal  tatto  nello  scegliersi i collaboratori e  gli  strumenti. Il  consenso  diffuso  ma  generico , da  cui solitamente  sorge  e su  cui  si adagia  la  dittatura , si  risolve  solo  per  una  minima parte, in una  collaborazione utile  ed  efficiente.
Per  moltissimi  la  dittatura  è  soprattutto  una  delegazione scansafatiche  , che  dispensa  dall'obbligo  d'occuparsi  degli affari  della  propria nazione e  d'andare  a  deporre  una  scheda  nell'urna. Altri  si  ritraggono  per  modestia  , per  dignità , per  disdegno  in  mezzo  alla  folla  dei procaccianti  che  si  offre  strepitando e stendendo la mano.
Inoltre  alla  dittatura  non si giunge  ,  ordinatamente,  né d'improvviso,  né da solo. E  quelli  che  hanno  aiutato  a   pervenire ,  non  sono  sempre  i più  discreti  e  più  adatti , e  per  giunta ,  per  l'opinione,  magari  esagerata  , d'aver contribuito  alla  vittoria,  si  credono in diritto  di  ripartirsene  i frutti  come un  bottino.
I dittatori arrivano  al potere  gravati  d'una  pericolosa  cambiale  verso le speranze  , le  pretese, i  compromessi , le  illusioni che  ve  l'hanno  sospinti; una  cambiale  che  può  contenere in  germe, da se  sola,  la  possibilità  d'un fallimento.
E  non  solo  debbono  lottare  con  i loro  impegni  e  il loro  compito, già  gravi,  ma,  ancor  più  , con  l'impazienza  di  vederli  adempiuti.
Il dittatore  è sovente  un  uomo  che  cammina  su  un filo  di  rasoio , col destino sempre incerto  e  con  la rovina  segnata  se perde  per  un  momento  l'equilibrio. Questa  condizione  di cose rende  l'azione  del dittatore  vigile , alacre .   Giustiniano  era  conosciuto  come  l'uomo  che  non dormiva. E  non è  questo  molte volte  né  il migliore  stato  d'animo  , né  il migliore  ambiente  per realizzare  certe  riforme che  esigono  tempo  e  adattamenti di uomini  e  d'istituzioni.
Così  si  comprende  come  abbia potuto  dirsi  di  Cromwell che  "gli  affari  interni d'Inghilterra  occupavano  il suo  spirito  più  che  gli avvenimenti esteri".  Ma  al  tempo  stesso  ciò  può  divenire  facilmente  un  incitamento  a  cercare  un  compenso  in successi  esterni  più  rapidi, più  tangibili  , più  accessibili  soprattutto  alla più  gran parte  della  nazione  , talora  poco  adatta  o poco  disposta  ad  apprezzare  le opere  di  più  lento  , se anche  più  sicuro , risultato.