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venerdì 1 novembre 2019

1----NOVEMBRE ---2019

1-11-2019

vento  dei  santi     di:     Giovanni   Pascoli

Vento  dei  Santi,  il giorno  si  raccoglie
già  per morire, e  tu  su'  due  gemelli
alberi  soffi, e  stacchi  lor  le  foglie.
Ora  le  tocchi  appena , ora  le  svelli;
quali  cadono  a  una  a  una, quali
partono  a  branchi, come  vol  d'uccelli.
Tutta  una  fuga , quando tu  le assali,
si  fa  nel  cielo  ,  e in terra  , fra  le  zolle,
un  fruscio  grande ,  un  vano  tremor  d'ali;
stridono  e vanno , girano  in  un  folle
vortice,  frullano  inquiete  attorno,
calano  con  un  abbandono molle.
A volte  sembra  muovano  al ritorno,
a sbalzi ...Ma, tu le  riprendi, e  porti
con  te,  via.  Tutte  son  cadute, e  il giorno
è morto:  tu lo sai,  vento  dei  Morti!

Viene  col  vento  un  canto  di preghiera
e  di  tristezza,  e  vanno  via  le  foglie
con  lui , stridendo  in mezzo  alla  bufera:
"Noi  di noi  siamo  le  fugaci  spoglie;
la   nostra  vita  è sempre  là   dov'era.
Il  vento  in  vano  all'albero  ci  toglie:
là  rinverzicheremo  a  primavera".

Col  vento  via  vane  foglie  vanno;
gemono , mentre intorno  si  fa  sera.
"Non  torneremo  al  rifiorir  dell'anno:
noi  ce  n'andiamo  avvolte  nell'oblio.
Non  fu  la  vita  che  un  fugace  inganno.
L'albero è morto . Addio  per  sempre!  Addio".
è morto  il  giorno , ed  anche  muor  la  sera,
ed  anche  muore  il canto  tristo e pio,
e il cielo  splende  su  la  terra nera....

Quando  cadono le  foglie     di:   Carlo   Linati

Era  un  gigantesco platino e stava  ritto  in  mezzo  al  prato  come  un  signore  del paese.  Le  foglie  cominciavano  a  cadere.
FOGLIE    Noi ti  lasciamo, babbo.
ALBERO  (come ridestandosi  da  un  sopore)  Come , come ?  è   già  tempo  di  distaccarsi, figliole  care?
FOGLIE   Tu  lo vedi, non  abbiamo  più linfa , siamo  secche e  inaridite.  E  stamani , per  giunta , sono arrivate   Nebbia e Brina  che  ci  han  tolto  gli  ultimi  resti di vigore.
ALBERO  (implorando)  Oh,  restate ancora  un poco....Guardate  che  cielo delizioso  abbiamo oggi. Restate  ancora un poco a  godere  quest'ultima soavità  dell'anno.
FOGLIE  Babbo  , la  nostra  ora  è  suonata.  Ce  n'andiamo.
ALBERO  Ingrate!  Voi   dimenticate  che  v'ho nutrite  del mio  sangue, che  vi ho  dato  voce, splendore  e  bellezza  per  sei mesi  di seguito.
UN  GRUPPO  DI  FOGLIE  Noi   formeremo  sotto  di te  un  vasto letto, o  babbo  grande, dove , riposando  insieme ,  ragioneremo  delle  tue  grandi  virtù.
ALTRO  GRUPPO  Rievocheremo  le  gioie  che  abbiamo  godute  con te , o babbo  grande , i  piccoli nostri  passatempi  estivi.
ALTRO  GRUPPO  Ricorderemo  gli  scrosci  gloriosi  dietro  le  orchestre  dei venti,  quando  tutte  insieme ci  scagliavamo  e  tu  scricchiolavi  come  un  vascello in burrasca.
PRIMO  GRUPPO  Tempi  allegri  e   beati!
SECONDO  GRUPPO  Bei  rischi  e  splendori!
TERZO  GRUPPO  Magnifiche  avventure estive!
TUTTE  Finché, ohimè  la  tetra  neve ci  coprirà.
L'albero , a  sentir parlare  di  neve , ha  un  lungo  brivido per  tutti i rami.  Altre  foglie   cadono  e  i  rami  si  discoprono  sempre  più lividi e ignudi  tra  gli  squarci  del  vestimento.
ALBERO  Ahimè, tutte  se ne  vanno,  tutte  se ne vanno...Quanta  malinconia  in questi  distacchi  ! E tutti  gli anni è  la  stessa  pena , tutti  gli  anni  le  stesse  lacrime.
FOGLIE(in coro) Non ti  disperare,o babbo  grande. Tu  devi  sopravviverci e  riavere  altre  figliuole  che  vestiranno  a  festa  le  tue  braccia  gagliarde.  Il  nostro  turno  è  finito.  Addio, addio.
E  ad  una  ad  una  cadono  sul  prato.
Ma tutte  , a  vero  dire,  avevano  un  modo  così  delicato  di  lasciare l'albero!  Lo  lasciavano pian  piano , alla  chetichella , quasi  direi  in  punta  di piedi, come  si  lascia  la  camera di un  malato grave.  Brave  figliuole!  E  le  più  brave  stavano  con  lui  finché  potevano , finché  erano  secche, quasi  bruciate :poi  sfinite  si  lasciavano  andare perdutamente, gettando  un piccolo  grido  d'angoscia  quando  passavano  in  mezzo  ai  rami . Frrrrch....cré....cré...Era  come  l'addio  di tutte  le  cose che  se ne vanno, la tristezza  infinita  della  separazione.  Frrrrsch....cré...cré..

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