11---11-2019
Il sole , si alzava all'orizzonte, era l'alba, di un nuovo giorno, bello,caldo, giorno, di agosto, il mare , cheto sembrava , uno scrigno ricco d'oro e di gemme preziose, che splendevano al sole.
Mustafà, sdraiato , sul muricciolo del piccolo porto di pescatori, aprì un occhio giallo, e poi l'altro, si alzò e si stirò sulle sue quattro zampe , alto e snello . Aveva dormito proprio bene, e la notte fresca ed odorosa di mare , aveva conciliato il sonno . Lui , Mustafà, un bel gatto soriano, alto snello , dalla testa grande e triangolare , con orecchie piccole, lunghi e grandi baffi, neri, ed occhi grandi e gialli. Era un bellissimo felino , degno di tale nome. Viveva tranquillo , in quel piccolo villaggio di pescatori,mentre a ridosso si estendeva, la grande città. Aveva, una famiglia simpaticissima, il padre era pescatore, giovane e coraggioso, la madre, era una giovane e bella ragazza meridionale, dagli occhi neri , e dallo sguardo dolce, e i due bambini, Carla, ed Andrea, due piccoli di 6 e 4 anni, rispettivamente; tanto dolci e tanto buoni, che amavano Mustafà,e con il quale condividevano tanti giochi, e tante ore di quelle stupende giornate estive.
Mustafà, attendeva, con pazienza l'arrivo dei pescatori all'alba, così, poteva ottenere, da loro, qualche sardina fresca appena pescata , che certo rappresentava una ghiotta colazione.
Ritto, seduto sulle sue zampe posteriori, con la coda attorcigliata tutta attorno, stava attento, all'arrivo delle barche, che già si profilavano all'orizzonte; quando, la sua attenzione fu distolta , da un :"miao!", molto dolce di gattina, che veniva da dietro le sue spalle .
Si volse, e giù in basso , sulla strada, vide una bella gattina , dagli stupendi occhi azzurri, e dal pelo lungo e bianchissimo, con una grande coda,mentre un bel fiocco di nastro rosa, fermava al collo due piccole campanelle. Era un tipino, quella micetta, che certo non abitava , da quelle parti, dato che Mustafà conosceva tutti i gatti del quartiere. E poi era troppo chic, emanava un delizioso profumo come quello che mettono le donne.
La gattina,non era sola , accanto a lei stava,una bambina, dai ricci d'oro e dagli occhi di un azzurro , che si confondeva , con quell'immenso azzurro di cielo e di mare.
Mustafà, scese dal muricciolo, e si avvicinò alla sconosciuta, cercò di annusarla, ma essa , indietreggiò timorosa , davanti ad un tale esemplare di felino. Passato il primo momento, superati i timori , i due gattini si annusarono, e dopo si scambiarono le prime impressioni. Mustafà, si presentò , e lei le disse di chiamarsi :"Kitty" e che si trovava là con la sua padroncina, per una passeggiata , in quanto i genitori della bambina erano venuti , per comprare del pesce fresco, e così attendevano, l'arrivo dei pescatori.
Mustafà, accanto a Kitty si sentiva perso, le zampe li tremavano, ed il cuore batteva troppo forte. Il suo sguardo era languido, mentre , Kitty, da gattina perbene, faceva l'indifferente; non voleva , che si parlasse di lei come di una gattina facile, e languisse per il primo sconosciuto, che incontrava.
Ma in cuore suo , aveva trovato Mustafà, molto bello. Arrivarono, i pescatori, ed i genitori della bella bimba, comprato il pesce andarono via, portando con se Kitty.
Così ,Mustafà , si trovò solo in mezzo alla strada,mentre la macchina con la sua gattina si allontanava. Diventò triste,e per tutta la giornata , non mangiò , e non giocò con Carla e Andrea.
I giorni trascorrevano e Mustafà era triste , nessuno sapeva spiegarsi il perché, neppure i suoi amici gatti, e nel piccolo villaggio di pescatori, di bei gatti c'è n' erano molti.
E tutti erano amici, ed erano uniti nei loro giochi, e nel loro andare per il villaggio. C'era ,una gattina ,molto bella ,tutta bianca , con chiazze grigie, che si chiamava: Sissi e che faceva gli occhi dolci a Mustafà.
Così non sapendo , del perché, della tristezza e dell'isolamento di Mustafà, tutti incominciarono a mormorare. Si pensò, che Mustafà, fosse malato,oppure che una strega cattiva,lo teneva sotto i suoi malefici incantesimi. Poi, un giorno, Mustafà, non si vide più, con grande stupore di tutti. Passarono i giorni, e tutti dimenticarono ; la vita continuò nel villaggio, l'estate , ormai si era inoltrata, e solo le serate mitigate dalla brezza marina,portavano un po' di ristoro. E la sera, sul muricciolo del piccolo porto, sostavano i gatti, e godendo di quel fresco, si raccontavano, le gioie, ed i dolori del giorno appena trascorso.
Mustafà, con il cuore illanguidito dal fuggevole incontro con Kitty, era andato alla ricerca, della sua bella persiana. Fuori dal piccolo borgo,di pescatori, la vita era proprio un'avventura.
C'erano, le macchine, il traffico violento e caotico del lungo mare, della grande città, che viveva a ridosso del piccolo villaggio. C'erano gli uomini, indifferenti o nemici , da evitare; c'erano i cani, quei grandi nemici da sempre, e la fame , si faceva sentire.
Ma, spinto, dal suo grande amore, Mustafà, sfidò tutti i pericoli, e miracolosamente scampò molte volte alla morte. Finché giunse, in un grande quartiere , della città, fatto di tanti palazzi enormi,ma lussuosi. Mustfà, era fortemente dimagrito, per la vita randagia che da molti giorni conduceva, e per la sua grande ansia di amore, stanco, e con i morsi della fame, ed il caldo che l'opprimeva, si coricò a ridosso di un muretto, a terra. Quando la sua attenzione, si concentrò, verso una bambina,che usciva dal portone , di uno di quei palazzi. La bambina con i riccioli d'oro, portava in braccio una gattina persiana, bianca, con un fiocco rosa al collo, era Kitty! Mustafà, la riconobbe , e disperato, si alzò e gli corse incontro. Miagolò, chiamò Kitty. Anche Kitty udì la voce di Mustafà, ma quando lo vide , stentò a riconoscerlo, tanto era ridotto male. Kitty, pensava sempre a quell'incontro, di un tempo non tanto lontano. Volle scendere a terra, e si avvicinò esitando , a Mustafà, lui , con gli occhi lucidi e dolci, guardava il suo amore ; lei , incominciò ad annusarlo, e con dolcezza, lo baciò sul musetto.
Oh! che dolcezza!
Pareva a Mustafà, di vivere un sogno; forse stava per morire, e così in sogno gli veniva la sua Kitty. Ma, due braccia robuste di uomo,lo presero in braccio, e lo portarono in una casa lussuosa , e lui , disperato voleva solo la sua Kitty, ma era così privo di forze che non riusciva neppure a ribellarsi. Delle braccia robuste, lo lavarono, lo asciugarono, e lo posero su un cuscino, mentre gli offrirono una ciotola , con del latte, ed una ricca di pesce, riso,e carne. Ristorato, Mustafà, si addormentò e dopo tanto tempo , quando si svegliò, trovò due grandi occhi azzurri, immersi , in un viso fatto di peli bianchi e morbidi, e coronati da un fiocco rosa, che stavano, li dolci e trepidi a vegliare su di lui.
Mustafà, aveva raggiunto il suo amore,e veniva accolto , nella nuova casa con una nuova famiglia, quella di Kitty; Kitty e Mustafà, vivevano felici, ed un giorno, Kitty,mise al modo quattro bei gattini, due assomigliavano alla mamma e due al padre.
Mustafà, era fiero di essere padre e trepidante, stava attento perché i suoi piccoli crescessero sani e bene.
Il mio pensiero va a tutti i bimbi che nel mondo vivono ,nei campi profughi; questa mia fiaba vuole essere un regalo per loro, con l'augurio che per loro tutti possa esserci un futuro , fuori dai tristi campi, dove sono stati accolti con le loro famiglie.
oggi mi rivolgo ai bambini , vittime e superstiti dei terremoti ed in particolare , al sisma in Marocco.
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