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venerdì 15 novembre 2019

DIABETE DI: PINA Maria Speranza Raciti

15--11--2019


Il  diabete è  una  sindrome  dismetabolica ad  andamento  cronico, caratterizzata  dalla  incapacità  dell'organismo di utilizzare  normalmente il   glucosio  e  comprendente  quadri   geneticamente  e   clinicamente  diversi, con  complicanze  tardive  soprattutto  cardiovascolari,  neurologiche  ,  parenchimali  , retiniche  .  Il  difetto  nell'utilizzazione del glucosio  può  essere  dovuto  ad  una  o più  delle  seguenti  cause:  insufficiente  produzione   di insulina,  produzione  di  insulina  anormale, resistenza  alla  sua  azione.
In Italia  già da  tempo  il diabete  è stato  riconosciuto  come  malattia  sociale.
L'attuale  classificazione  del diabete  mellito  , comprende  sia  le   forme  cliniche , sia  quelle  precliniche  della  malattia.  Si  distinguono , 4  tipi  di diabete   mellito(DM= diabetes mellitus)  insulino  dipendente(tipo  1),  non insulino-dipendente(tipo 2), associato  ad  altra  patologia,   diabete  gestazionale.
1)  Diabete  di tipo  1 o  insulino-dipendente(IDDM=insulin  dependent  diabetes  mellitus):
Corrisponde  al diabete   giovanile   è determinato  da  un danno  irreversibile  delle  isole  del  Langherans, con  carenza  insulinica più  o meno  improvvisa . Caratterizzato dall'inizio rapido, con  insulinemia   bassa  o assente e tendenza  alla   cheto-acidosi; necessita  della terapia  insulinica. Colpisce  l'età giovanile, inizia  spesso  in modo brusco  ed  ha  la  sua  maggiore  incidenza  nei mesi  invernali.   Secondo l'ipotesi  eziologica più  attendibile, sarebbero  in causa  gruppi di virus (in particolare  i virus  Coxsackie), la  cui azione  si  esplicherebbe  sia   direttamente  nei confronti  delle cellule   beta, sia  indirettamente  attraverso  meccanismi  autoimmunitari.

2)Dibete  di tipo 2  o  non  insulino-dipendente (NIDDM= non insulin  dependent  diabetes  mellitus) con o senza  obesità:
è la  forma  di diabete  di gran lunga  più  frequente  e  comprende  la  quasi  totalità  dei  casi nell'adulto. Colpisce  di norma  dopo  i 40 anni  , è dovuto  ad  una  anomalia   della secrezione  di insulina    o  della  sua  azione  biologica  e non  sembra  secondario  ad altra patologia.
Ad  insorgenza lenta , ha  scarsa  tendenza  alla  cheto-acidosi e presenta  insulinemia  normale  o  addirittura  aumentata,può  essere  compensato  inizialmente con  la  sola  dieta  e  con  gli  ipoglicemizzanti  orali.  Nella  sua  ezipatogenesi è  invocata  una  base  genetica ,  dimostrata  dalla  familiarità  molto  frequente  , che   predisporrebbe  all'insorgenza  della  malattia  inseguito  anche  all'intervento di altri  fattori di rischio ( iperalimentazione,obesità, carenza  di  alcuni fattori  alimentari:  vit. E,   antiossidanti, nicotinamide)

3)Diabete  associato  ad  altra  patologia  secondaria:
L'intolleranza al glucosio  è  sempre  secondaria ad altre  cause  ben  accertate: malattie  pancreatiche e  pancreasectomie;  malattie  endocrine( di origine  ipofisaria, tiroidea,ecc--) che  comportano  una  iperincrezione  di ormoni  ad  azione  controinsulare;  trattamento con farmaci  ad azione  diabetogena; sindromi  genetiche  diverse (glicogenosi,  acondroplasia, alterazioni  neuromuscolari,ecc),  anormalità  recettoriali  (acanthosis  nigricans,malattie  autoimmuni).

4)Diabete gestazionale(GDD=gestational  diabetes  mellitus):
Forma  a se stante  propria  delle  donne  , con  insorgenza  del diabete o della  ridotta  tolleranza al glucosio  limitatamente  al periodo  della  gravidanza .

Il diabete  mellito è una  malattia  diffusa   in tutto il mondo, con frequenza assai variabile  in rapporto a  fattori  etnici ed  ambientali,  a condizioni  socio-economiche  e ad  abitudini  alimentari  e di vita.  Il diabete  di tipo 1   è  nettamente   meno frequente  di quello  di tipo 2  e  si  osserva  soprattutto  nei bambini e nei giovani  , i tassi  di prevalenza   rilevati  nella  classe  di età  0--14  anni in diversi  paesi  presentano  considerevoli   variazioni :  dallo 0'1% a  Shangai  , allo 0,2% in Francia.  Le cause di morte    nel'  80%  è dovuto  alle complicanze  cardiovascolari. Il numero dei morti    per diabete  è superiore  nel sesso femminile; per entrambi  i sessi il maggiore numero di morti  e di tassi  più elevati  si osservano  nelle  classi  di età  successive  ai 45 anni , con valori rapidamente  crescenti con l'età.
La  macroangiopatia  è la  più  importante  causa  di morte  per   i  diabetici, fra  i quali  la  prevalenza  di   cardiopatie   ischemiche  e  di ictus è  da 2  a  3  volte  più  elevata rispetto  ai  non  diabetici di pari età.
Aterosclerosi  degli  arti  inferiori  è  più  frequente  e  più   grave  nei  diabetici  , che  presentano  un  elevato  rischio  di occlusione  periferiche  e  di gangrena.
Il diabete  è associato  con  caratteristiche  lesioni  microangiopatiche  che  interessano :   la  retina  ed  il  rene. La retinopatia  e  la  nefropatia  sono  complicanze  molto  comuni  nei  diabetici e si  osservano  con  la  stessa frequenza  in  tutte   le  popolazioni, mentre la  cardiopatia  ischemica  è  più  frequente  nelle  popolazioni  occidentali e l'ictus  in  alcuni  paesi  orientali(Giappone ecc)

FATTORI DI RISCHIO E CAUSALI  :
A)  Diabete  insulino-dipendete:(tipo 1)
Caratteri epidemiologici   sono  l'insorgenza   brusca  e  la più elevata  insorgenza  durante l'inverno.
L'ipotesi  eziologica  è  virale, in alcuni casi  l'inizio della  sintomatologia   diabetica  segue  una malattia  virale,  come  la parotite, la rosolia  o l'epatite  virale A , più frequente   sembra l'associazione  fra  infezioni  da  virus  Coxsackie B4  . L'infezione  virale  probabilmente  danneggia  le  cellule  delle isole  pancreatiche  solo in soggetti   predisposti.  è stato ipotizzato   anche l'intervento   di fattori  genetici  legati  al sistema  degli antigeni  di istocompatibilità(HLA).

B) Diabete  non insulino-dipendete(tipo  2):
Sono  noti diversi indici di rischio  quali  l'età  ,il sesso, gli  aborti ripetuti, l'aver  partorito  un feto macrosomico, ecc. In tutti i paesi  la  frequenza   della  malattia  aumenta  con   il progredire dell'età, invece  la  frequenza  nei  due  sessi varia  da  una popolazione  all'altra, in Italia  è più elevata  nelle donne. I   più  importanti fattori di rischio  oggi accertati  sono:l'obesità, la sedentarietà, la  carenza  di fibre  vegetali  nell'alimentazione  ed  il genotipo. L'intervento di fattori  genetici  nel  diabete  non insulino-dipendente  è stata    confermata  anche  da studi recenti.
Sul piano  fisiopatologico  si ipotizza   che  negli obesi  sia  più facile  l'insorgenza   di  iperglicemia  giacché  nel  tessuto  adiposo  la   densità  di siti  recettori  per l'insulina  è minore  rispetto  al tessuto  muscolare. Un indicatore di rischio indipendente  dall'obesità  è  la  distribuzione  del grasso  attorno  al corpo. L'accumulo  viscerale  (tipo  androide)è   predittivo  di maggior  rischio di diabete  (e  di malattie  cardiovascolari), rispetto  all'accumulo  sottocutaneo  (tipo  ginoide). Nel primo  il tessuto adiposo  è  situato  nella  metà  superiore  del corpo , nel  secondo  nella  metà inferiore .
La scarsa ingestione  di fibre  non  digeribili  .  Si  ipotizza , che  l'abbondanza di  fibre  nell'alimentazione  ritardi  l'assorbimento  dei carboidrati  a  livello intestinale  , determinando  più  bassi  livelli glicemici postprandiali e   migliore  utilizzazione  del glucosio.
PREVENZIONE:
La  prevenzione  può essere effettuata   efficacemente   nei confronti  del  diabete  non insulino-dipendente, dal  momento  che  il fattore  ereditario  non  viene  attivato  alla  nascita  , ma  solo  dopo  l'intervento  degli altri  fattori di rischio, che  abitualmente  fanno  sentire  i loro effetti  nell'età adulta.L'obesità  è  il principale  fattore di rischio  per il diabete  non insulino-dipendete,  la prevenzione  primaria  deve mirare  a  prevenire  l'obesità  stessa  oppure a  correggerla , quando  già  presente.Tale prevenzione  richiede  una  continua  ed intelligente  opera  di educazione  sanitaria  rivolta  a  tutta  la popolazione  , che  abitui  fin  dai  primi anni di vita  ad  adottare  una  alimentazione  varia  ed  equilibrata, con un  contenuto  calorico adeguato  all'età , al peso ideale  ed  all'attività  fisica  svolta . Si  deve dare  la  preferenza  ad alimenti  ricchi  di carboidrati  complessi(pane, pasta) e  di fibre  (legumi,  ortaggi,  frutta). L'olio  do oliva  deve essere  preferito  ai  grassi animali. Altri fattori di rischio da eliminare sono : fumo, alcol, )

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