Cerca nel blog

venerdì 31 maggio 2019

ORTODOSSI: Pasto, luogo di Dio di: Gheorghe Militarn, sacerdote diocesi ortodossa Romania

31-5-2019
------Se  faccio mio il  segreto della  vita di Cristo, trovo  il segreto della mia vita, una cosa  enorme:
Dio  in me .Il  mio  cuore  lo assorbe, lui assorbe  il mio  cuore, e  diventiamo  una  sola  cosa. Dio  va fino all'estremo  della sua incarnazione, fino  alla materia,  divenendo  nell'Eucarestia pane, pezzo  di  terra  germinata. Quando mi avvio  alla Comunione, non  solo  mi incammino  verso  il Pane, ma per  primo  è il Pane  del cielo  che si  incammina  verso di me , è il Sangue  del cielo  che  cerca il  mio sangue per  renderlo  vivo  pieno  di vita santa.
Prima che io  dica:"Prendete e mangiate",  mi  ha cercato, desiderato e si dona.  Un Dio  che si fa  cellula  del  mio  corpo, respiro,  gesto , pensiero, si  trasforma  in  me  e  mi  trasforma in  se.
Sull'altare c'è  solo  un  piccolo  pane  bianco  lieve  come  un'ala, che  non   ha  sapore, che  è silenzio, profondissimo  silenzio. Cosa mi  può  dare  questo  pane  povero, un boccone  così  piccolo da  non saziare neppure  il più  piccolo  bambino?-------------------------
ad  ogni  Comunione, però,   almeno per un istante, mi  affaccio  sull'enormità di ciò  che  mi  sta  accadendo:
Dio  che mi cerca, Dio in cammino verso  di me, Dio che è arrivato, che entra in questa  mia casa  di carne. 
E  tutto  questo  comporta  un cambiamento profondo  di  sostanza e  non  solo  di formalità o di  formalismo:  l'uomo  pian piano  si divinizza per  grazia  dello Spirito Santo, realmente su questa  terra------------------------------------

giovedì 30 maggio 2019

Sua Santità San Giovanni 23°

30-5-2019
Solo  per oggi
crederò che  la  provvidenza di Dio si
occupi di me come  se  nessuna  altro esistesse al mondo.
Solo per oggi
avrò cura  del mio aspetto: non alzerò la voce, sarò  cortese nei  modi, non criticherò nessuno, non  pretenderò  di migliorare nessuno, tranne me stesso.
Solo per  oggi
sarò  felice  nella certezza che  sono stato creato  per essere felice non solo  nell'altro mondo, ma  anche in questo mondo.
Solo per oggi
dedicherò  dieci minuti a  qualche  buona lettura ricordando che  come  il cibo  è  necessario al corpo, così la  lettura   all'animo.
Solo  per oggi
mi farò un  programma,  forse  non  lo  seguirò  a puntino, ma lo farò  e  mi  guarderò da due malanni:
la fretta e l'indecisione.
Solo per oggi
non avrò  paura  di   godere  di ciò  che è bello  e di credere  alla bontà

mercoledì 29 maggio 2019

"Non c'è tempo" di Roul Fllereau

29-5-2019
Non  c'è  tempo d'amare
Non c'è  tempo dell'allarmarsi
per  l'ingiusta  sventura  altrui.

Non c'è  tempo di occuparsi
del  moribondo che ti guarda,
affamato  tremante,
e tu  sei  la sua  sola  speranza.
è tardi , è già buio
bisogna  che  ritorni  a casa  in fretta.
E poi  quell'uomo non è  dei nostri!----
(se  ora si dovesse  pensare
a tutti  questi  stranieri).

E  via  di  corsa,
gridandogli:
non ho  tempo!

Non  c'è tempo  d'aver  pietà
per  quella  gran  parte  del mondo
che soffre e sanguina,
mondo  ove  regnano
il  terrore e  l'orrore.
E  milioni  di  piccoli  innocenti
tendono  invano  verso   noi  le braccia
implorando: latte, un pò  di latte....
Spiacente
non ho  tempo
Ci  siamo  incontrati-era primavera,
Ci siamo  rivisti
Ci siamo amati  di tanti in tanto.

Ci  siamo  ricordati un pò:
non molto
non   avevamo   il  tempo.
Ci  piacevamo  molto. Mi sembra------
che  avremmo  potuto, mano  nella  mano,
percorrere    forse  un lungo  cammino
con  un pò  di  fantasia,
do poesia------

Tentare di  sorridere insieme-----
avevamo  vent'anni !
Non c'è  tempo

Per  guardare  questo bel  paesaggio
si  potrebbe  rallentare  un attimo;
forse  alla prossima svolta,
la  morte  ci attende-----
Tanto  peggio  non c'è  tempo.

Non c'è  tempo d'aver  rimpianti,
rimorsi-----Non c'è  tempo  di  essere
favorevoli  o contrari-----

Fino al giorno
in cui la morte
quando  verrà
senza  consultare il  tuo  orologio  da polso
ti porterà  via
ansante,
nella notte dei tempi----

martedì 28 maggio 2019

VIAGGIO SENZA META di Rabindranath Tagore

28-5-2019
  O Bella,
quanto  ancora  mi  porterai lontano?
Dimmi, a  quale  riva  virerà
         la  tua  barca d'oro?
Quanto  ti  prego, o straniera!
Tu  sola  sorridi  dolcemente:
non  riesco a capire, non so che c'è
        nel tuo cuore.
Fai  cenni  di silenzio, alzando il dito:
l'accenno  senza  sponde  s'alza in ansia,
in un angolo  del cielo
nel  lontano orizzonte
         il  sole  si è immerso.
Cosa  c'è laggiù, cammino
         in cerca  di  che  cosa?

Dimmi, ti prego,
          sconosciuta:
là,  dove sulle  sponde della  sera
          brucia la  pira del  giorno,
l 'acqua  riflette  un  labile  fuoco,
cade  sciolta  la cappa  del  cielo,
gli occhi  delle  ninfe
       brillano di lacrime:
là  ai piedi   dei  nuovi  tramonti
baciati  dalle nubi  oltre  l'oceano,
dalle  onde  rumorose,
          hai  una  dimora?
Guardandomi in volto tu sola  sorridi,
          senza  dir  parola.
Soffia il vento emettendo  sempre
          lunghi  sospiri:
ruggisce  in cieca  apprensione
        il flusso  delle acque:
dubbiose  le acque  d'azzurro  denso:
non  vedo riva  in  alcuna  direzione,
l'universo  inondato  di pianto
         interminabile, trema.
Sopra  di lui  naviga  la barca  d'oro,
sopra  di  lui  cadono i raggi  della  sera
e in mezzo  , in  sorriso  silenzioso,
       perché tu sorridi?
Non  capisco  in  che cosa  sta
        il tuo  piacere.

Quando chiamasti per la prima volta:
          "Chi  viene  con me?"
ho  guardato  due  o tre  volte  i tuoi  occhi
          alla  nuova  aurora.
Allungando la mano  mi  hai fatto  vedere
avanti  verso  occidente   l'oceano infinito:
la luce  irrequieta,  come  speranza,
          tremava  sulle  acque.
Salito sulla  barca domandai:
"C'è là una  vita  nuova,
là  fruttificheranno i sogni  di speranza
          in frutti  d'oro?"
Guardandomi in volto  hai  solo  riso
          senza dir  parola.
E  poi  a volte s'alzano le nubi,
          a volte  il sole,
a volte l'oceano rabbioso, a volte
          immagini  serene.
Passa  il tempo , il vento  gonfia  la vela:
          dove  va  la barca d'oro?
Verso l'occidente  scende il sole
      nelle  regioni  del  tramonto.

Due o tre  volte ti  domando:
"C'è  là una morte  pietosa,
c'è pace , c'è  riposo
            dentro le tenebre?"
Alzati  gli occhi tu sorridi
            senza  dir  parola.
Chiuse  le ali  ecco scende
         la notte buia,
e sarà  coperta  la luce  d'oro
           del  cielo della sera.
Solo si  espande il profumo  del tuo  corpo,
solo arriva  all'orecchio  il rumore  dell'acqua,
le  chiome  dei  tuoi  capelli  colpiti dal vento
          accarezzano  le  membra.
Con  cuore  trepido  e corpo  indomabile,
ti  chiamo  preoccupato:
"Dove sei, ahimè, vieni  vicina,
toccami!"
Non  dici  parola , ne' posso  vedere
        il tuo  sorriso  silenzioso.

lunedì 27 maggio 2019

SEMPRE DI Guillaume Apollinaire

27-5-2019
A Madame  Faure-Favier
          Sempre
Andremo più  lontano senza avanzare mai
E di  pianeta  in pianeta
Di  nebulosa in  nebulosa
Il don Giovanni delle  mille  e tre  comete
Pur  senza muoversi dalla terra
Cerca  le forze  nuove
E prende  sul serio i fantasmi

E  tanti universi  si  obliano
Chi sono i grandi  obliatori
Chi  mai  riuscirà a farci  obliare  questa  o quella  parte
     del mondo
Dov'è il Cristoforo Colombo   cui  dovremo  l'oblio
      d'un  continente
                                    Perdere
Ma  perdere  veramente
Per  far posto  alla  trovata
                                   Perdere
La  vita  per trovar  la Vittoria

domenica 26 maggio 2019

Elezioni europee

26-5-2019
-------è tempo  di lasciare perdere le  paure  del diverso, di  ascoltare con  capacità critica i  venditori  di fumo, di" spingere tutti  insieme nella    stessa direzione", usando la testa e il cuore, verso un mondo che abbia davvero  valori di  rispetto  della  persona, valori  di solidarietà, valori di base, dei quali  tutti  prima  o poi  ci  troviamo a poter  avere  bisogno e senza i quali  non  possiamo  vivere da  uomini.----------Perché di  vita  ne  abbiamo  solo  una :  e la dobbiamo   vivere  da uomini e per gli uomini.  Anna Maria Pisano

-----è nell'inclusione     che il mondo europeo ha  progressivamente costruito la  democrazia,  si  pensi  quando  tempo c'è voluto  per  affermare  il suffragio   universale! è nella  realizzazione di una  società  inclusiva   che  l'Europa può   costruire  un  futuro, non  certo  nella  purezza  nazionale , nella  esclusività  religiosa o culturale.-- Luciano  Ardesi

Una Europa unita , fatta di cittadini  europei , che si sentono tali è il futuro dell'Europa, che sia oggi un grande giorno, per L'europa!

venerdì 24 maggio 2019

LECTIO DIVINA--Metodologia della lectio di:p.Ludovico Intini osb

24-5-2019
Dobbiamo, innanzitutto, affermare che  nella "lectio divina", incontro tra Dio e l'uomo, l'attore  principale è Dio. Quindi  l'essere  ammesso a questo  colloquio con Lui è un suo dono, e , come  in ogni  dono di Dio , è sempre Lui a prendere l'iniziativa. L'uomo deve solo essere disponibile a riceverlo e comprendere.
Nelle parole di Samuele:"Parla , Signore, che il tuo servo Ti ascolta" Il dono che Dio ci fa è quel Verbo  che era al principio(Gv1,1); quel Verbo  che si è fatto  carne(1,14); quel Verbo che abita tra noi (1,14):il Verbo Incarnato : Cristo.
Fare "lectio divina" è leggere Cristo, la Sua storia e, alla Sua luce, leggere la nostra storia, quella dei fratelli, quella  del mondo.--Gesù  ne presenta un modello   nell'incontro  con  i due  discepoli  sulla via di Emmaus,"(cfr.Lc 24)" Cominciando da ,Mosè e  da tutti i profeti  spiegò loro in tutte le Scritture le cose che  lo riguardavano" E mentre parlava "ardeva il loro cuore"; si aprivano , cioè , alla conoscenza e all'amore.
Ma mettendo in evidenza l'azione di Dio nella "lectio", non possiamo ne' dobbiamo trascurare  quella  dell'uomo. Dio ha  sempre esortato l'uomo a vivere il rapporto con la sua Parola, fin da quando questa si è rivelata.Nel Deuteronomio Mosè in nome  di Dio esorta:"Questi  precetti che  oggi ti do ti stiano  fissi  nel cuore; li ripeterai ai  tuoi  figli, ne parlerai  quando  sarai  seduto in casa  tua , quando  camminerai per via, quando ti coricherai e quando  ti alzerai"(Dt 6,6) Questo invito del Signore ha fatto sì che nella tradizione ebraica fosse  sempre vivo questo anelito verso  la Parola di Dio e  a questo incitavano  i profeti con l'espressione "cercate il Signore".  In questa tradizione si innestano i primi  cristiani e i Padri.--------------------Sant'Agostino:"Se il testo è preghiera, pregate; se  è gemito , gemete; se è riconoscenza, siate  nella gioia; se è un testo di speranza , sperate; se esprime il timore, temete. Perché le cose  che  sentite nel testo sono lo specchio  di voi stessi.  Il Signore ha posto dinanzi a  te lo specchio  della  sacra Scrittura"(Enarr. in Psalmos,103,4,PL36,1138).
Una vera e buona "lectio" deve  raggiungere questa  dimensione,  perché  solo così si raggiunge quell'incontro  con Cristo che  trasforma la  vita dell'uomo e la  rende  simile  alla  Sua . Incontrare Cristo, come  per i  discepoli  di Emmaus, porta a lasciare le vie  sbagliate  e a tornare nella via  della Volontà  di Dio , nel Suo progetto.  Scoprire  Cristo  nella  sacra Scrittura è realizzare l'esortazione  dell'apostolo  Paolo ai Filippesi;"Abbiate  in voi  gli stessi sentimenti che  furono in Cristo Gesù(2,5): prenderlo cioè ,come modello e attuarlo nella propria vita.
è stato il monaco  certosino Guido che  nel secolo 12°, su  richiesta di un  confratello  che  gli  domandava come fare la "lectio divina", scrisse un piccolo trattato : SCALA  CLAUSTRALIUM--scala dei monaci, dove elenca i quattro momenti  in cui si svolge  una  buona "lectio":
LETTURA-----MEDITAZIONE---PREGHIERA-----CONTEMPLAZIONE-------------------

LETTURA\ LECTIO:
------Alla sacra Scrittura ci si può accostare per  motivi di studio: aspetto  letterario, storico, geografico, sociologico  ecc.------------
Ma  non è questa  la lettura  della "lectio". Si tratta ,invece, di leggere e rileggere  il testo  sacro facendo  calare nella  mente  e nel cuore le singole  parole  a che il fatto , il pensiero , il personaggio , un atteggiamento  evidenziato da un  verbo , un aggettivo, un avverbio ecc., colpiscano  più
 profondamente , entrando ,così, a far parte  viva  della   propria realtà.
MEDITAZIONE\MEDITATIO:
L'aspetto  dominante in  questa "meditazione" è il rapporto personale che deve instaurarsi  tra quanto è stato  letto e la propria  realtà; tra  Cristo--Parola e me ; un confronto.(ruminatio).----------
Questo verificarsi alla  luce  della Parola  di Dio  fa  entrare  quasi in "dialogo(con essa): che  cosa  dice a me? quale atteggiamento mi  suggerisce  attraverso  questo  testo?  da quali atteggiamenti  mi mette in guardia? quale  mistero  di te mi riveli? quali  profondità del cuore   umano  scopri?"(C.M.Martini,op.cit.)  è  , praticamente , quel  rapporto  con  la Parola voluto  da Gesù quando  disse:"Il seme caduto  sulla  terra  buona  sono coloro che, dopo aver ascoltato  la parola  con  cuore  buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza"(Lc 8,15).
PREGHIERA\ORATIO:
Da  un dialogo di questo genere è naturale che sgorga la preghiera a  Dio che, di volta  in volta , sarà  richiesta di aiuto, di perdono, ringraziamento, lode ecc. Veramente, questo rendersi  disponibili all'azione  di Dio è già frutto di una  preghiera , ma ad un certo  momento si fa  più intensa  e pressante.--------gli apostoli che da lungo tempo  erano ammirati  della  preghiera  di Gesù e desiderosi  di imitarlo, ma solo quando  il loro  cuore  ne  è pieno  essi gli dicono:"Maestro insegnaci  a pregare". E la risposta  di Dio , come quella di Cristo, non si fa attendere:"quando  pregherete, pregherete così----".
CONTEMPLAZIONE\CONTEPLATIO:
Entrati nella  realtà  divina si scopre e si  comprende l'Amore e ci si  lascia  trascinare  dallo Spirito alla  scoperta di tutte le  perfezioni di Dio . è un guardarsi  reciproco: Dio  guarda me e io  guardo Lui;in questo  reciproco guardarsi  si  raggiunge  la piena  comunione con Lui, la  piena  assimilazione, il diventare  tutt'uno  con Lui. Si raggiunge , così, quel  traguardo sublime indicato da Cristo:"Che conoscono Te , Padre ,e Colui  che hai mandato". Quello per cui Cristo  ha  pregato "Tu in Me e Io in loro; che siano una cosa  sola , come noi...".
è  l'intimità  profonda  raggiunta  dall'anima , avendo spalancato le porte a Cristo --Parola:"Entrerò  da lui e cenerò con lui"(Ap 3,20)

giovedì 23 maggio 2019

IL MIO CAMMINO SPIRITUALE di Pina Maria Speranza Raciti

23-5-2019
L'atteggiamento corretto, di un cristiano è:" la ricerca di Dio", ciò che si  definisce:"cammino spirituale".
In effetti è , un cammino , continuo, di crescita,e di  maturazione. Esso, è fortemente  personale, ed intimo, perché ciascuno  uomo, è una , preziosa, unica, irripetibile , entità.
Il mio cammino spirituale, ha una base forte, in quanto, è unica  e  completa , la mia  educazione cristiana, sin  dalla mia infanzia, ed adolescenza.
Sono nata in mezzo ai libri,ed i libri  sono la mia vita, essi ,giocano  un ruolo importante  nella  formazione  della mia  personalità, e della mia intelligenza , analitica,e fortemente razionale.
Ho frequentato, la scuola con indirizzo  umanistico, e l'incontro  con  la filosofia ,è stato determinante, sebbene, oggi ,non ricordo  molto  dei filosofi  che ho  studiato.  La mia  forma-mentis, logica, analitica, mi ha guidato, nei  miei studi  universitari di medicina, nella  mia crescita  culturale, nell'analisi della   realtà che mi circonda.
 Ai miei esami di stato , ho presentato:
filosofia; come classico:  "Lettere  sull'educazione estatica"  di Schiller;   ed una tesi  su un lavoro di Jean Piaget"  Psicologia e pedagogia"
è  la mia mente, analitica, logica, razionale, che  mi ha guidato , nel mio cammino spirituale.  Andando a ritroso  nel tempo, mi ritrovo , ai miei primi anni  universitari, dopo  una  breve esperienza  con il  gruppo(positiva), chiudo  per sempre  il mio rapporto  con  la chiesa  locale  di Belpasso, per  iniziare  un vero  cammino di conoscenza  di Gesù( della mia fede cristiana), fuori  da, pseudo-tradizioni, che  condanno in blocco, ma soprattutto , fuori  da ipocrite devozioni.
Ho pregato , Gesù , perché mi fossi di guida.
Erano i primi anni universitari,ancora  studentessa pendolare, e l'unica mia conoscenza di Catania, era legata all'università .  Guidata, solo dall'intuito, mi sono avvicinata  alla chiesa  più vicina  all'università. In via Androne,erano siti, due istituti ,che noi studenti di medicina  frequentavamo: biologia, e patologia generale; la chiesa più vicino è Santa Maria del Gesù, con i padri francescani. è stato un incontro stupendo!.
Solo più tardi , con il trasferimento  definitivo a Catania, ho iniziato il mio cammino a:" doppio binario", università: studio, frequenza, esami; cammino spirituale: lettura e studio , dei sacri testi, guidata  dai  sacerdoti, e religiosi, che mi hanno  accolto,  e ascoltato .
1987-  l'incontro  con San  Benedetto;  1988, sono la presidente della comunità degli oblati; 1990, la mia vestizione,sono felice! 
Ma ,contro la mia volontà , vengo  catapultata, in parrocchia  a Belpasso. Ed è uno scontro a fuoco, con il parroco;oggi mi assumo la responsabilità, per il mio ruolo in quello  scontro.
Comprendo, il  comportamento della  parrocchia  nei miei riguardi, non  mi  conoscevano, e poi , nella  mediocre realtà , in cui ci si trova , le brutte fantasie, prendono il sopravvento.  PACE!
Il mio cammino spirituale è molto intellettuale,ma io sono intellettuale!
Un grazie , dal profondo del mio cuore ai miei educatori, e a coloro che pazientemente in questi anni mi hanno guidato e ascoltato.

mercoledì 22 maggio 2019

da: I FIORI DEL MALE di Charles Baudelaire

22-5-2019
Bianca  ragazza dai  capelli rossi,
la cui veste  bucata  mostra la  povertà
                e la bellezza,
per me , poeta sofferente,
il tuo giovane  corpo macilento
sparso  di  rosse efelidi
               ha la sua  dolcezza.
Porti  con  grazia  più  galante
che una  regina da romanzo
i suoi  coturni di velluto
              i tuoi  zoccoli pesanti.
Che  invece d'uno  straccio  troppo  corto,
un magnifico   abito  di  corte
in  pieghe  lunghe e  fruscianti
            ti  scenda sui  talloni;
che al posto di queste  calze bucate,
sulla  gamba  un pugnale  d'oro
per gli occhi  più  depravati
            ti brilli   ancora;
che  fiocchi  male  annodati
rivelano per i nostri  peccati
i tuoi bei seni, radiosi
        come due occhi;
che per spogliarti si  facciano
pregare le tue  braccia
e scaccino a colpi  ostinati
        le  dita  maliziose,
perle  della  più  bell'acqua,
i sonetti  di maestro Belleau
da  spasimanti al supplizio
         offerti  senza  posa,
vile  masnada  di  rimaioli
che  ti  dedica le sue  primizie
e  contempla  la tua  scarpina
           sotto la  scala,
quanti  paggi  in cerca d'avventure,
quanti  signori  e quanti  Ronsard
spierebbero  per  far  l'amore
          il tuo  fresco rifugio!
Sui  tuoi  letti, più  baci  che  gigli
conteresti e quanti  Valois
costringeresti a rigar  dritti
          ai tuoi  editti!
--E invece te ne  vai  raccattando
rimasugli  stantii
sulla  soglia  di qualche  volgare
          Véfour da  quadrivio;
vai  rimirando  di sottecchi
gioielli  da quattro  soldi,
e io non  posso  nemmeno, oh! perdono!
          fartene  dono.
Senz'altro  ornamento  o ricchezza,
profumo , perle,  diamanti
che la tua  magra  nudità,
         allora  va,  mia  bellezza!

martedì 21 maggio 2019

PICCOLO CORRIERE (La marchesa Clara Medi) di Gabriele D'Annunzio

21-5-2019
La  marchesa Clara Medi passa ,  alli occhi  del mondo, per una  signora  spirituale benché non  spiritosa. Ella  ha  tutta la figura  illuminata  di soave  idealità.  Il  colore  della  sua  pelle è  perfettamente  latteo , e il  latteo  candore è  venato , su le  tempie  e su  la  fronte  e  su  li angoli  dalla  bocca  e  sul  collo , di  sottilissime  trame  azzurrine;il colore  delli  occhi  ha la mite  chiarezza   delle  turchesi persiane; il colore  dei  capelli   è simile  a  quello  del  buon  thè du  Soleil che  rimane  a raffreddare  in  fondo  a una  fine  tazza  rosea  del Giappone. Le mani sono  d'una  sottigliezza  e d'una  trasparenza  indescrivibili, toutes petites, toutes  belles, come  quelle  cantate  da  Paolo  Verlaine,  mains  cosacrées, mains  vénérées, terminate  da  unghie d'onice.
La  marchesa  Clara  ha  poi  una  voce  melodiosa e piena  di note  lusinghevoli; ed  ha  un  riso  pieno d'ingenuità  infantile, un riso casto.
Ella  passa  nel  mondo  circondata da  una  specie  di  reverenza e  di  ossequio .Lì uomini,  anche  i più  audaci, non oserebbero sfiorarle la punta delle dita o il gomito o i ginocchi. Tutti  i  desideri paiono  cadere  d'innanzi  a  quella  pura  freddezza  paralitica . Nelle  conversazioni, quando  sul  finire  del five o' clock tea cresce il calore delle  parole e  le dame e i cavalieri si  sentono  un  po' inebriate dall'aria  chiusa e  dal  vapore  del the, se la marchesa Clara si accosta  a un  crocchio  dove si  racconta   qualche  storiella  galante  o  si  fa  un po' di  maldicenza con  motti  ambigui, i  raccontatori e i maldicenti  ammutoliscono, presi  involontariamente da  una  specie  di  pudore. Nei  balli  la marchesa  non  va  quasi mai scollata o porta  una  piccola  scollatura  quadra attenuata anche  dal  merletto. Non balla  mai  il valzer; ama  l'ondeggiamento  lento  delle  mazurke e gl'inchini prolungati  dei lanciers.  Al  buffet  beve  molti  sciroppi  con  acqua  non  troppo  fredda e  di  rado  prende un pezzetto  di  paté.  Ella  possiede però (e  questo  in lei  è singolarissimo) la scienza  della toilette. Poche  signore  della  società  romana  vestono  con  tanta  eleganza e insieme con  tanta squisitezza di semplicità. Noi l'incontrammo, due  giorni fa,  per la via  dei Condotti d'innanzi alle  vetrine  della  signora  Beretta  dove  ella  ammirava  un  meraviglioso brule-parfums di  argento  cesellato. Aveva una  veste di  merletti  neri pieghettata  posteriormente e  davanti aperta  e  circondata d'un  piccolo  merletto che  risaliva dalle  due  parti del tablier formando spirale sopra una jupe di satin di cui la  parte anteriore era tutta  ricamata  dal  collo ai piedi. All'encolure, tagliata molto  bassa, un  merletto  larghissimo à tuyaux  saliva  diritto sino al mento,  girava il collo  e discendeva in cascata nel mezzo della  schiena, terminando in  un gran nodo di merletto che  ricadeva su la jupe.
Ieri  poi, tra un riso  languido di  sole e una lacrima di pioggia, la vedemmo pel Corso. Aveva  una toilette en étamine vert  mousse, con una  visite Kanguroo. Il  cappello  di paglia chinée  bruna e bianca, a larghe  falde, le  circondava la faccia;  una sciarpa  d'étamine metteva delle  pieghe  su 'l davanti e un mazzo  di  borragine di papaveri di velluto si levava audacemente a sinistra. Le  falde del  cappello erano foderate   d'una étamine  lamée di  cui li innumerevoli fili aurei  scintillavano come  i raggi d'un nimbo sacro.
La  marchesa Clara è stata  educata in  provincia, sino  a  diciassette  anni , nella  casa  di una  vecchia   zia  principessa  di  Corròpoli.  La  casa è austera , ci dicono ; è un  castello  dell'evo medio, adattato  alli usi della  vita  moderna ma  conservante  ancora una  cert'aria cupa  di  grandezza  feudale. In quella casa l'angelica Clara si è  assuefatta  all'ordine, al metodo, alla precisione, a fare  sempre le  stesse  cose  alle date   stabilite, ad assistere sempre alle stesse faccende nelle  ore e nei  giorni  stabiliti.In  quella casa  ella  teneva le note  dei  conti, sorvegliava i domestici, ordinava una  immensa quantità di  biancheria negli armadi giganteschi, disponeva i ceri nuovi nella  cappella  gentilizia, scriveva all'arcivescovo le  lettere  d'invito a pranzo ogni  settimana, leggeva  tutti i  giorni  alla zia  tra  le  quattro  e le  cinque del  pomeriggio una  gazzetta  cattolica, e ricamava  lentamente una  pianeta. Nell'anno le due  occupazioni predilette  erano :la  raccolta del fior  di spigo per la  biancheria, nel  giorno di San Giovanni; e la  confezione delle conserve di frutta, nel mese  di settembre.  Dopo il matrimonio, ella  è rimasta  nelle  consuetudini;  ella  sente  il bisogno  di essere ordinata, di  tener  nota d'ogni  minima cosa , di fare i conti  ad ogni minima  occasione, di non lasciarsi nulla  sfuggire senza la debita classificazione.
Il  marchese Medi , fino a quindici giorni fa, era  un  uomo felice. Non si levava la mattina ne' andava  a letto  la sera se prima  non aveva  ringraziato il cielo d'averlo bene ispirato il  giorno in cui scelse per moglie una  donna  così innocente, così  buona , così casta , così virtuosa,  così dissimile  dalle altre  che sono vane , leggere , beffarde, insofferenti e infedeli.
Quindici  giorni  fa  egli, rovistando in un cassettone per  cercare  non  sappiamo  che  cosa , scoprì sotto  un  sachet di raso celeste profumato di peau d'Espagne un piccolo libro  rilegato  in  pelle  d'onagro con fermagli ed  angoli  d'argento cesellato , un  piccolo libro misterioso e  peccaminoso  all'apparenza. Restò, un momento, esitante e stupefatto. 
Perché  il libro era  nascosto? Era qualche dizionaretto d'amore? qualcuno  di quei libri proibiti che  le fanciulle  leggono in segreto, tremando, per  l'avidità di  sapere? qualche romanzo instigatore, di  quelli che le amiche corrotte  prestano alle amiche innocenti? oppure un  libro di preghiere, un libro di sonetti  purgati, un libro di memorie  virginali?
Il buon marchese , vinta la prima  esitazione, aprì il libro e lesse qua  e là pagine  d'un color crème tenero  su cui s'incalzavano i caratteri un po' tremuli d'un color  violetto chiaro.
Erano  note  quasi tutte  brevi, da  principio: frasi trascritte da  un volume amato, emistichi di poesie sentimentali, motti  simbolici. Poi,via, via, le  note cominciavano ad allungarsi; e qua  e là cominciavano a  comparire curiosi capricci grafici, cifre  seguite da  punti  d'esclamazione,cifre  seguite da interrogativi di grandezza crescente, parole enigmatiche, mezze parole , segni  convenzionali. Le note più  lunghe contenevano giudizii piuttosto  vivi, impressioni non molto  pudiche , dubbi, inquietudini, reveries amorose, ed anche  alcuni epigrammi contro il marito, alcune  domande indiscrete, alcuni rimpianti, alcune osservazioni crudelissime.
In una pagina  poi, proprio nel mezzo , stava  questa tavola , segnata  con  grande  accuratezza, tra  mezzo a cinque o sei altre pagine evidentemente stappate:
Mese di  aprile
Mario Guida................Lunedì.........3.1.1.2
Giovanni  Mormile.............Martedì.............1.0.1.1.
Gigi San Marzano..............Mercoledì..............2.2.0.2.
Mefistofele.........................Giovedì...............0.3.3.1.
Ellick..................................Venerdì..............1.1.1.1.
Andrea Del  Caro.......................Sabato............4.o.2.3.
Medi---------------------------Domenica...........0.1.0.0.
Il marchese  rimase di sasso. Che  significa  quella  specie  di  tabella  settimanale in cui sei nomi di amici, oltre  il suo nome , erano scritti? Che significava questa  nuova  manifestazione  dell'ingegnosità metodica  e ordinatrice  di sua moglie?  Un terribile baleno gli rischiarò  d'improvviso  la mente. Era  quella  una  contabilità d'amore? Impossibile! Il marchese Medi scacciò da se', con molta  buona volontà di ostinazione, il sospetto; non cercò ; non indagò; non spiò; non volle sciogliere l'enigma; non volle sapere.
Rimise il libro di pelle  d'onagro sotto il sachet celeste; ed uscì  quietamente.  La marchesa Clara, la mite, la pura , turris eburnea, seguita , crediamo , a tener la contabilità del  mese di maggio, segnando in colonna le cifre con la delicata mano che fa  tante elemosine e  sa  tante cose.
Noi la incontreremo  ancora per la via dei Condotti, per la piazza di Spagna, per il Corso; e descriveremo alle nostre lettrici le sue  toilettes  originali,

lunedì 20 maggio 2019

Arthur Rimbaud "IL BATTELLO EBBRO"

20-5-2019
Poiché  andavo  scendendo  lungo  i Fiumi  impassibili,
Sentii  che i bardotti  non mi  guidavan  più:
Ignudi  ed  inchiodati  ai  pali  variopinti,
I pellirossa  striduli  li  avevan  bersagliati,
Col  mio  cotone  inglese, col  mio  grano  fiammingo,
Non  mi  curavo più  di  avere un  equipaggio.
Quando , assieme  ai  bardotti, si  spensero  i clamori,
I  fiumi mi  lasciarono  scender  liberamente,
Dentro  lo  sciabordare  aspro  delle  maree,
L'altro  inverno, più  sordo  di  una  mente  infantile,
lo corsi! E le  Penisole  strappate  dagli  ormeggi
Non  subirono mai  sconquasso  più  trionfante.
La  tempesta  ha  sorriso  ai  miei  risvegli  in mare,
Più  lieve   di un  turacciolo ho  danzato  sui  flutti
Che  eternamente  spingono  i corpi  delle  vittime,
Dieci  notti, e irridevo l'occhio  insulso  dei  fari!
Più  dolce  che ai  fanciulli qualche  acida  polpa,
L'acqua   verde  filtrò  nel  mio  scafo di abete
E dalle  macchie  rosse  di vomito e  di vino
Mi  lavò, disperdendo il  timone  e i ramponi.
Da  allora  sono immerso  nel  Poema  del Mare
Che, lattescente  e  invaso  dalla  luce  degli  astri,
Morde  l'acqua  turchese, dentro  cui, fluttuando,
Scende  estatico un morto pensoso e  illividito;
Dove, tingendo a un tratto l'azzurrità, deliri
E ritmi  prolungati  nel  giorno rutilante,
Più stordenti dell'alcol, più  vasti  delle lire,
Fermentano i rossori amari  dell'amore!
Io so i  cieli che scoppiano in lampi, so le tombe,
Le  correnti e  i riflussi:  io so la sera e l'Alba
Che si esalta nel cielo come colombe a stormo;
E  qualche  volta ho  visto  quel  che  l'uomo ha sognato!
Ho  visto  il sole basso , fosco di orrori mistici,
Che  illuminava lunghi  coaguli  violacei,
Somiglianti ad attori  di  antichi drammi, i  flutti
Che  fluivan  con  tremito di persiane, lontano!
Sognai  la notte  verde dalle  nevi  abbagliate,
Bacio che sale lento agli  occhi  degli Oceani,
La circolazione  delle  linfe  inaudite,
E, giallo  e blu , il destarsi  dei  fosfori canori!
Ho  seguito, per mesi, i marosi che  assaltano
Gli scogli, come  mandorle  di isterici  bovini,
Stupito  che i lucenti piedi  delle Marie
Potessero  forzare i musi degli Oceani!
Ho  cozzato in Floride incredibili:fiori
Sbocciavano fra gli occhi  di pantere  con  pelli
D'uomo! In arcobaleni  come redini tesi
A glauche  mandrie sotto  l'orizzonte dei  mari!
Ho visto  fermentare  gli stagni enormi, nasse
Dove  frammezzo ai  giunchi  marcisce un Leviatano!
Frane  d'acqua  scuotevano  le  immobili  bonacce,
Cateratte  lontane crollavano nei  baratri!
Ghiacciai, soli d'argento, flutti  madreperlacei,
Cieli  ardenti! incagliavo in fondo a  golfi  bruni
Dove  immensi  serpenti mangiati  dalle cimici
Cadon, da piante  torte, con  oscuri profumi!
Ai  bimbi, avrei  voluto mostrare  le  dorate
Dell'onda  cupa  e  azzurra, o quei  pesci  canori,
--Schiume  di  fiori, mentre salpavo, m'han cullato,
E talvolta ineffabili  venti m'han  dato l'ali.
Martire affaticato dai  poli e dalle zone,
Il mare che piangendo mi addolciva  il rullio
Faceva  salir fiori  d'ombra, gialla  ventose,
Ed io  restavo, simile a una donna in  ginocchio,
Quasi isola, scuotendo sui miei bordi i litigi
E lo sterco  di uccelli dagli occhi  biondi, e urlanti.
Vogano  ed  attraverso i miei legami fragili
Gli  affogati a  ritroso scendevano  a dormire!
Io, battello perduto  nei crini  delle cale,
Spinto  dall'uragano  nell'etra  senza  uccelli,
---Ne' i velieri anseatici, ne' i  Monitori avrebbero
Ripescato il mio  scafo ubriacato d'acqua,--
Libero, fumigante, di bruma viola carico;
io che foravo il cielo rossastro  come un muro
Che porti, leccornie  per  i  buoni poeti,
Dei  licheni di  sole e dei  mocci d'azzurro;
Io  che  andavo  chiazzato dalle  lunule elettriche,
Folle  trave , scortato dagli  ippocampi neri,
Quando il luglio  faceva crollare a scudisciate
I cieli ultramarini dai  vortici infuocati;
Io  che  tremavo  udendo  gemere  a cento  leghe
I Behemot in fola ed i  densi  Maèlstrom,
Filando eternamente sull 'acque azzurre e  immobili,
Io  ripiango l'Europa  dai parapetti antichi!
Ho  visto  gli  arcipelaghi  siderei e delle isole
Dai  cieli  deliranti aperti al  vogatore:
---è in queste  notti immense che  tu  dormi e t'esili
Stuolo  d'uccelli  d'oro, o Vigore  futuro?
Ma  basta , ho  pianto  troppo!  Le Albe  sono  strazianti.
Ogni  luna  mi è  atroce ed ogni sole  amaro:
L'acre  amore  mi  gonfia  di stordenti torpori.
Che  la mia chiglia  scoppi!  Che  vada  in fondo al mare!
Se  desidero un'acqua  d'Europa, è la  pozzanghera
Nera  e  gelida, quando, nell'ora  del crepuscolo,
Un bimbo malinconico abbandona, in  ginocchio,
Un battello  leggero come farfalla a maggio.
Non  posso  più , bagnato  da quei languori, onde,
Filare nella  scia  di  chi  porta  cotone,
Ne'  fendere  l'orgoglio dei pavesi e dei labari,
Ne'  vogar  sotto gli occhi  orrendi  dei pontoni.

domenica 19 maggio 2019

Riflessioni, e pensieri sparsi di Pina Maria Speranza Raciti

19--5--2019
L'arte, è  l'anima  dell'uomo, che si rende visibile!
L'arte,  nel  campo della  pittura, in modo particolare, ma  pure  nel  campo  della scultura, ha  avuto,  nella  vecchia Europa,  una  funzione  educativa, oltre  ad essere, la gioia  dello spirito.
Nella  crescita delle comunità cristiane,  la presenza  degli affreschi nei luoghi   di culto,  che raccontano  il vangelo, ed i sacri  testi, devono essere letti, come  guide  per  un popolo  , che analfabeta,  non  sapeva,  ne' leggere, ne' scrivere,  parlando il volgare  , non conosceva la lingua latina.
La chiesa , è divenuta, la più importante , committente, per opere   artistiche, e molti  artisti,i più  grandi,  hanno reso   di una bellezza impareggiabile, molte basiliche.Essi costituiscono,il nostro  patrimonio culturale, al di là dell'essere  credente o ateo.
Il rappresentare  un Dio-Padre , canuto, segno di bontà e di saggezza, ha  una funzione  teologica-educativa,cercando di spiegare un  concetto di per se molto complesso;ma è ben lungi  del  pretendere  di  rappresentare :L'ASSOLUTO.
Maggio volge al termine,il mese mariano per eccellenza.
Il cristianesimo è  necessariamente , fondamentalmente, mariano; perché si inscrive nel "FIAT" di Maria. Senza il   suo "FIAT" ,  non ci sarebbe  il cristianesimo. Maria, è il nodo attorno al quale :
nasce, cresce, si sviluppa, la chiesa cristiana. Maria, la donna del silenzio(  solo  nel  silenzio si può  percepire, il Signore), si trova inserita   nella  realtà  evangelica , che  percorre  , in  punta di piede, dal  concepimento di Gesù, alla croce; e poi  dalla Pentecoste, nel tempo e nello spazio dell'umanità.
Maria  ,la si trova, dove  c'è  Gesù, e l'incontro con Lei avviene  solo  nell'incontro con Gesù, nell'ascolto della Santa Parola.
Pregare Maria ,si!  ma  non è necessaria una statua, ne' un'immagine, seppure  belle.  Cercare  Maria  solo  nel contesto, della ricerca di Lui!
" Santa  Maria  Vergine, non  vi è  alcuna
simile  a te, nata  nel mondo, fra le donne,
figlia  e  ancella  dell'Altissimo Re , il Padre
celeste, madre  del  Santissimo  Signore nostro-
-Gesù  Cristo, sposa  dello Spirito Santo; prega
per  noi  e  con  San  Michele  Arcangelo  e con tutte le
virtù  dei cieli, e  con  tutti  i Santi, presso il tuo
Santissimo  Figlio  diletto, nostro  Signore e
nostro Maestro. "    San Francesco d'Assisi 

sabato 18 maggio 2019

da "SEMI DI CONTEMPLAZIONE" di Tomas Merton

18-5-2019
----Quindi , in tutto  il grande  mistero  di Maria, una  cosa  rimane  ben chiara: che  per  se  stessa  non è nulla, e che Dio  per  amor nostro  ha trovato  Sua  Delizia nel manifestare  la Sua  gloria  e   il Suo  amore  in Lei.-------------------------------------
è  LEI   che  è stata  predestinata  da  Dio  in  questi  ultimi tempi  a manifestare  tutto il potere  che EGLI  le  ha  conferito per  sua  povertà, salvando  gli ultimi uomini che  vivranno  fra le  rovine  del mondo in fiamme. Ma  se  l'ultima età  del mondo, per la malvagità  umana, sarà  probabilmente  la più  terribile, per  la  clemenza della Beata  Vergine sarà, anche   per i poveri  che  hanno ricevuto  la sua  misericordia, la più   vittoriosa e la più  grandiosa.-----------------------

venerdì 17 maggio 2019

da:"SEMI DI CONTEMPLAZIONE" di Tomas Merton

17-5-2019
..è più  facile  servire  gli dei  dell'odio, perché questi  traggono  profilo dalla fanatica  adorazione  collettiva.  Per  servire  il Dio  d'Amore  bisogna  essere  liberi, bisogna  assumersi   la  terribile  responsabilità di  amare,  nonostante  ogni  indegnità sia  in se  stessi  che  nel  prossimo.-----------------La  radice  dell'amore  cristiano non  è  la volontà di amare ,  ma  credere  che  si è  amati.   Credere  che  Dio  ci  ama.  Credere   che  Dio ci  ama  anche  se  siamo  indegni,  o meglio , che  Egli  ci ama , indipendentemente dei  nostri meriti!-------------------------------
Non  che  qualcuno ti impedisca  di vivere  felice;  sei tu  stesso  che  non  sai  quello  che vuoi. Piuttosto  che  ammetterlo  però  fingi  che  qualcuno  t'impedisca  di essere  libero. Questo  qualcuno sei tu stesso.-----------------------------------------------------------------------
Così , invece  di amare  ciò  che  tu credi  sia  la pace , ama gli altri uomini e  ama soprattutto  Dio. E  invece  di odiare  coloro che credi  fomentatori  di  guerra, odia  gli  appetiti e  il  disordine  della  tua  anima, che  sono  le cause  della  guerra. Se  ami  la pace , odia  l'ingiustizia, odia  la tirannia , odia  l'avidità:ma odia  queste  cose   in te stesso, e non  negli altri.-----------------------------------------------
Quindi, se  vuoi  avere  nel  cuore  gli affetti  e   le  disposizioni  che  erano  quelli  di  Cristo  sulla terra , consulta  non  la tua  immaginazione , ma  la  fede. Entra  nelle tenebre  della  rinuncia   interiore, spoglia   l'anima  tua  dalle immagini e lascia  che  Cristo  si  fermi  in te  con la  Sua Croce.-----------------------------------------------------------------------------------------------
Vita  in Cristo  è  vita  nel  mistero  della  croce. Non  è  soltanto una  nascosta  partecipazione  soprannaturale  alla  vita  divina nell'eternità, ma  partecipazione ad  un  mistero  divino; è  un'azione sacra  nella  quale  Dio  stesso  entra  nel  tempo e, con  la  cooperazione  degli uomini che hanno  risposto al Suo appello e sono stati  uniti  in  una  santa  assemblea, la  Chiesa, effettua l'opera della  redenzione dell'uomo

giovedì 16 maggio 2019

LA FONTAINE : FAVOLE "La cicala e la formica" "Il corvo e la volpe"

16-5-2019
La Cicala  che  imprudente
tutta  estate al  sol  cantò,
provveduta  di niente
nell'inverno si trovò,
senza  più  un  granello e senza
una mosca in la credenza
.
Affamata e  piagnolosa
va a cercar della  Formica
e le  chiede  qualche cosa,
qualche  cosa in  cortesia,
per  poter  fino  alla  prossima
primavera tirar  via:
promettendo per  l'agosto,
in  coscienza  d'animale,
interessi  e capitale.

La  formica  che ha il difetto
di  prestar  malvolentieri,
le  dimanda  chiaro e netto:
---Che  hai  tu  fatto  fino  a ieri?
---Cara  amica, a dire  il giusto
non  ho  fatto  che  cantare
tutto  il tempo,---Brava,  ho  gusto;
balla  adesso , se  ti pare.

                  Sen stava messer  Corvo  sopra  un albero
                  con un bel  pezzo  di formaggio in becco,
                 ,quando la Volpe tratta   al  dolce  lecco
                 di  quel  boccon a dirgli  cominciò:

                 ---Salve, messer  del Corvo, io  non  conosco
                  uccel  di  voi  più vago in  tutto  il bosco.
                  Se  è  ver  quel  che  si dice
                  che il vostro  canto  è  bel  come  son belle
                 queste  penne , voi siete una  Fenice---.

                A questo  dir  non  sta  più  nella  pelle
                il Corvo  vanitoso:
                e  volendo alla Volpe dare  un  saggio
               del  suo  canto  famoso,
               spalanca il becco  e  uscir lascia  il formaggio.

              La Volpe  il piglia  e dice:--Ecco , mio caro,
              chi  dell'adulator  paga  le spese.
              Fanne  tuo  pro' che  forse
              la mia  lezione  vale  il  tuo  formaggio-.
             Il Corvo sciocco  intese
             e(un  po'  tardi) giurò  d'esser  più  saggio.

mercoledì 15 maggio 2019

da:"IL DOTTORE ZIVAGO" di Borìs Pasternàk

15-5-2019
Quando il vangelo  dice  che nel regno  di Dio non  c'è  ne' greco ne' giudeo, vuol  dire  solamente che  davanti  a Dio tutti  sono  uguali?  No, per  questo non  occorreva  il Vangelo, lo  sapevano  ancora prima  i filosofi  della  Grecia, i moralisti  romani, i profeti  dell'Antico Testamento.  Ma  il Vangelo intendeva:In   quel  nuovo  modo di esistenza  pensato  dal cuore, in quella  nuova forma  di  comunione  che  si  chiama  regno  di Dio, non ci  sono popoli ma  individui.-------------------------------Mi è sempre  sembrato  che  ogni  concepimento sia immacolato, e che  nel  dogma su quello  della  Madre di Dio, si esprima l'idea universale della maternità.---------------------------
In ogni  donna  che  genera  si  trova  lo stesso  senso  di solitudine, di  distacco, di abbandono  a  se stessa. L'uomo  ormai, in questo particolare  momento, rimane a  tal  punto estraneo che è  come  se in nessun modo ne  fosse  stato partecipe e  tutto  fosse  caduto dal cielo.------------------------------------La donna è sola a  mettere  al mondo  la propria  creatura, solo  con lei  si ritira  su  un  altro  piano dell'esistenza, dove c'è  più silenzio e  si può  tenere senza  paura una culla.  E sola, in  silenziosa umiltà, la nutre e la cresce.----------------------------------------------------------------------------------------------Si rivolgono  alla Madre  di Dio:" Prega di tutto cuore il Figlio tuo e  tuo Dio--" Le  pongono  sulle  labbra  versetti  del  salmo":E   lo Spirito mio esulta in Dio, poiché Egli  ha  riguardato alla  bassezza  della  sua  ancella. Perché, ecco , d'ora  innanzi, tutte  le  età mi  chiameranno  beata"  Questo  lei dice  della  sua creatura, sarà Lui a  glorificarla[ perché il Possente mi ha  fatto  grande cose] e Lei la sua  gloria. Ma la stessa cosa può  dire   ogni donna. Il suo Dio è nel  bambino. Le  madri  dei  grandi uomini devono provare  questa  sensazione. Ma  tutte  le madri sono  madri  di  grandi  uomini e  non è colpa loro  se  poi  la vita  le deluda.------

martedì 14 maggio 2019

LA VITA CRISTIANA: ministero nello Spirito di p. Agostino Nuvoli osb

14-5-2019
è noto
che  voi siete una lettera  di Cristo
composta  da noi,
scritta  non  con inchiostro
ma  con  lo  Spirito  del  Dio  vivente,
non su  tavole  di pietra
ma sulle  tavole  di carne  dei  vostri  cuori!
Questa  è  la fiducia  che  abbiamo
per mezzo  di Cristo   (2 Cor 3,1--14)
-----il nostro orecchio  vuole  essere  attento  a questo !ministero" dello Spirito, cioè al suo servizio  di amore, effuso  abbondantemente  nei nostri cuori.  Di conseguenza e  come  riflesso  di questa  intesa, anche  la nostra  esistenza  si  può  dispiegare in una gioiosa  disponibilità  delle  nostre   risorse umane come " ministero" dello Spirito cioè un servizio  intimo e personale  a Lui.
è quanto mai  significativa la premessa  che apre la considerazione di Paolo:" è noto" Paolo pone come realtà  risaputa  dalle  comunità cristiane, che i cristiani, cioè  quegli  uomini e donne  che "vivono in Cristo",e  quindi non tanto le "sue pergamene", sono il vero Evangelo,  il lieto annuncio  che  Cristo dona  al mondo.
Una lettera , che  composta  dall'Apostolo, è  però  intimamente  e misteriosamente incisa  nei  cuori dei credenti di Corinto con il fuoco dello Spirito.  Non  è  affidata unicamente  al  labile  inchiostro racchiuso in pergamene. è proprio  questo  impegno  da parte  dello  Spirito  che  pervade di fiducia  e   dà  garanzia  all' Apostolo.----Anzi Paolo si riscopre  sempre più , attraverso le fatiche  del suo ministero a servizio di una  causa che  ha  la sua  forza innovativa, non nell'effluvio  di  parole umane, ma  nell'azione  interiore dello Spirito.Pensiamo a questo proposito  ai  primi passi  dell'evangelizzazione a Corinto, così  come  sono evocati  dallo  stesso Apostolo:"Quando  sono  venuto  tra voi, non  mi  sono  presentato  ad annunziare la  testimonianza  di Dio  con  sublimità di  parola o  di  sapienza. Io ritenni  infatti di  non  sapere  altro  in mezzo  a voi  che Cristo è Cristo crocifisso.  Io venni in mezzo a voi in debolezza e con  molta trepidazione; e la mia parola e il mio  messaggio non si  basarono su discorsi persuasivi  di  sapienza ma  sulla  manifestazione  dello Spirito e della   sua  potenza."-------------
"forti di tale  speranza, ci  comportiamo con  molta  franchezza".
La  vita di Paolo, come  quella  dei  cristiani  di Corinto, penetrata interiormente  da   questa  azione  dello  Spirito, si  dispiega in un  comportamento, in  relazioni umane che  sono  animate  e  sostenute  da  uno stile  di  trasparenza e  di  coraggio. Uno  stile , sottolinea l'Apostolo, che  non  è  semplice  frutto di un "animo  sincero che  dice pane al pane e vino  al vino"; o  conseguenza di "uno che  non  ha mai paura di nessuno". è  piuttosto  la  disponibilità  interiore a farsi strappare  la maschera  dal proprio volto, in un  atteggiamento  di  totale  orientamento della  nostra  persona a Gesù: la conversione!
Non è la nostra  abilità  spirituale  e  tanto  meno le nostre  risorse umane  che ci portano a vivere questa  esperienza   di franchezza  e libertà; ma è la  presenza del Signore che opera  nel tessuto  della nostra  umanità attraverso il  suo Spirito.--------------
Queste  affermazioni così dense e sintetiche  dell'Apostolo ci  invitano  ad alcune  considerazioni che  raggruppiamo  in tre  punti:
1)
Il   cristiano è  lettera-evangelo  di Cristo,  scritto  con lo Spirito. è bene  sottolineare   questa  dimensione personale  della  vita  del  credente. L'Apostolo affida  la  consistenza  dell'annuncio cristiano  non  alla letteratura ma  alla  vita  e alla  persona  del credente. Senza il peso di questa  testimonianza , ogni scritto,  per  quanto "sacro", è  di fatto  "mortificante",impoverisce; e quando si  chiude in se  stesso , naufraga in  una palude che  ristagna, senza  alcun segno di vita.  Il ruolo  dello Spirito nella  Nuova  Alleanza, nel  nuovo  rapporto  che  Gesù di Nazareth ha  instaurato tra Dio  e l'uomo, è quindi  decisivo, nel  senso  che  solo  Lui riesce a  incidere nel  cuore di una esistenza umana l'incredibile storia dell'amore che  Dio  nutre  per lui. Senza  la sua azione interiore e lievitante, l'evangelo di Gesù resterebbe  , racchiuso nei libri ;magari oggetto  di  un culto e di  venerazione nelle chiese, ma  non  quella storia che, iniziata  da Gesù, varca il  suo  ambito storico e raggiunge l'uomo nel  cammino  della vita e della sua storia.
2)
"MINISTERO DELLO SPIRITO", cioè il suo servizio a  favore  di questa storia di amore  voluta dal Padre e offerta all'uomo dal suo Figlio Gesù.  La  caratteristica dell'azione  che  lo Spirito opera  nel  cristiano consiste  in questo impegno di affidare  e  consegnare la  storia  d'amore di Gesù al  cuore libero e fiducioso di  quelle donne  e di quegli uomini che  credono nella Parola e  nella  Vita  di Gesù.  E quando  si è  intimamente segnati, profondamente convinti e  motivati, allora  anche la vita  del credente si  connota  come  un "ministero  dello Spirito". Si  dispiega cioè  come un servizio allo Spirito che  agisce nel  loro cuore; come un'offerta di  tutte le proprie facoltà e capacità per  quella  causa d'amore, di dono , di grazia, di gratuità, di  comunione che lo  Spirito ha effuso  con  abbondanza nel cuore.
3)
L'inizio concreto--storico di questa avventura  spirituale, è segnato da  una scelta inconfondibile:"la conversione al Signore"è la  decisione attraverso la quale  una donna  o un uomo orientano decisamente il loro cuore a Gesù nel progetto della propria vita; con tutte le forze cercano dii uscire dal cerchio della loro autosufficienza e della loro solitudine e  si aprono a Lui. è qui che incomincia pure nell'impossibilità  di  valutare appieno la ricchezza  di  questa nuova  esperienza , un  cammino di sincera  trasparenza con  se  stessi e con Dio("quel  velo sarà  tolto!"); di  profonda e  genuina  libertà da ogni  falso legalismo e moralismo, per  riscoprire la propria  immagine , la vera identità umana in un impegno che ci  trasforma e ci  fa crescere , scandito dallo Spirito, suscitato e  alimentato da un amore che si  offre alla nostra libertà. "Il Signore è lo Spirito, e  dove c'è lo Spirito del Signore,c'è  libertà"(2Cor3,17)

lunedì 13 maggio 2019

da :"CAINO" DI George Byron Dall'atto 3

13-5-2019
ABELE
Dio! o  tu  che  ci  creasti  e  che  soffiasti  nelle  nostre  narici il  respiro  della  vita; o tu  che  ci hai  benedetti ed  hai  rinunciato, malgrado  la colpa  di  nostro  padre , a  perdere  tutti  i  suoi figli, come sarebbe  dovuto  essere , se la  tua  giustizia  non  fosse  stata  tanto  temperata  dalla  misericordia  di cui  ti  compiaci,  da  accordarci un  perdono  simile  ad  un  Paradiso,  messo  a  fronte  delle  nostre  grandi  colpe:--Unico  Signore  di luce! di   bontà,  di gloria , di  eternità; o tu, senza  di cui  tutto non  sarebbe che  male, e con il  quale  niente  può  errare, se  non  per  qualche  buon  fine  della  tua  onnipotente benevolenza--fine  inscrutabile,  ma  che  pure  si  compirà--accetta  dal  tuo  umile  pastore, primo  fra  quelli  che  saranno  tuoi  pastori, le primizie  dei  primi  greggi--un'offerta  che  è  niente in se  stessa--e quale  offerta  potrebbe essere qualche cosa per te?---ma  pure  accettala come  rendimento   di  grazie di colui che  l'imbandisce al  cospetto  del  tuo  alto  cielo, prosternato  nella  polvere  di cui  è  fatto , in  onor tuo, e  del tuo nome, per  tutta l'eternità.
CAINO
Spirito!  qualunque cosa  tu  sia  o  chiunque tu  sia, onnipotente, è possibile , e , se  buono,  sarà  mostrato dai tuoi  atti esenti dal  male;Jeova sulla terra! e Dio  non  cielo! e può  anche  darsi  che  ti si  debba  invocare  con  altri  nomi, perché i tuoi  attributi sembrano  molti, come  le tue opere. Se devi  esser propizio con  preghiere, prendile! se  devi essere esortato  con  altari  e  placato con un  sacrificio, ricevili! due  esseri  li hanno  qui eretti per te . Se  ti  compiaci del  sangue, l'altare del  pastore, che  fumiga alla  mia destra, lo  ha  versato in  tuo  onore dalle primizie del suo  armento, di  cui le  membra  adesso  fumano  ai  cieli  in  un incenso di sangue;o, se i dolci , splendidi frutti  della  terra , e delle più miti  stagioni,  che la  zolla non  macchia  su  cui  io  li sparsi offre ora  al  cospetto dell'immenso sole  che  li  maturò, possono sembrarti adatti a te , in  quanto non  hanno  niente sofferto nelle  loro parti o nella  loro  vita e sono piuttosto  un  saggio delle tue opere, anziché una  supplica a Te  di rivolger lo sguardo sulle  nostre! Se  un altare senza  vittima , un  altare  senza sangue  può ottenere il tuo  favore,  guardalo! ed in quanto a colui  che lo ha  preparato, egli  è  così  come  tu lo facesti, e niente chiede che debba  ottenersi col  piegar le ginocchia; se  egli  è malvagio, percuotilo! sei  onnipotente, e puoi  farlo; come  potrebbe  opporsi?Se  è buono , e tu percuotilo o risparmialo, come  vuoi! poiché tutto  dipende  da te, ed il bene  ed  il male sembra tua volontà; ed io  non  so se questa  sia  volta al bene od al male, poiché ne' sono onnipotente ne'  atto  a giudicare  l'onnipotenza,  ma  soltanto a  subire il comando, che  fino  ad  oggi  ho  subito.
ABELE
Oh!  fratello, prega! Jeova è  adirato  con te.
CAINO
Perché dici  questo?
ABELE
I tuoi  frutti  sono  sparsi  sulla  terra.
CAINO
Dalla terra  vennero, alla terra ritornino; i loro semi  fruttificheranno là prima dell'estate:  il tuo   olocausto è  meglio  accolto; guarda  come  il cielo  si  fa  lambire  dalle  fiamme,  quando  sono  dense  di sangue!
ABELE
Non pensare  all'accoglimento  della  mia  offerta, ma fanne un'altra per  te  prima  che  sia  troppo  tardi.
CAINO
Non  costruirò  più  altari, io, ne' ne tollererò.
ABELE
Caino! Che  intendi?
CAINO
Abbattere  quell'abbietto  adulatore  delle  nuvole, il fumoso precursore  delle  tue ottuse preghiere,  il tuo  altare , col tuo  sangue di agnelli e  di capretti che  furono  nutriti  di latte  per essere  distrutti  nel  sangue.
ABELE
Non  lo farai: guardati  bene  dall'aggiungere  azioni  scellerate  alle  tue  scellerate  parole! che  l'altare  rimanga , ora  che  è stato  consacrato  dall'immortale compiacimento di Jeova,  nel suo  gradimento delle vittime.
CAINO
Il Suo! il Suo compiacimento! che  cosa vale questo  compiacimento nell'odore  della carne abbruciacchiata e  del sangue  fumante  a paragone  delle  madri  belanti, che  ancora  spasimano  per  la loro prole scannata? o a  paragone dell'agonia  delle  misere  vittime ignare  sotto il tuo pio  coltello? Scostati! questa   testimonianza del  sangue versato  obbrobrio  al creato!
ABELE
Fratello , retrocedi! tu  non  toccherai il mio  altare colla  violenza: se vuoi servirtene  per tentare un altro sacrifico, allora  si  che  è tuo.
CAINO
Un  altro  sacrificio!  scostati, o altrimenti  quel  sacrificio  potrebbe  essere.....
ABELE
Che intendi dire?
CAINO
Via, scostati! il   tuo Dio ama il sangue! Bada, dunque. Scostati, prima che ne abbia  dell'altro!
ABELE
Nel Suo gran nome , m'interpongo fra  te  e  l'altare che  ha ottenuto il  suo  gradimento.
CAINO
Se ami te stesso, sta indietro  finché io non abbia  sparse queste  zolle al suolo donde  provennero: altrimenti.....
ABELE
Io amo Dio  assai più  della vita.
CAINO
Allora rendi la tua vita al  tuo Dio, una  volta  che  egli  ama  le vite.
ABELE
Che hai fatto, fratello mio?
CAINO
Fratello!
ABELE
Dio, accogli il tuo  servo e perdona al  suo uccisore, poiché non seppe  quello  che fece. Caino, dammi, dammi la tua mano; e di alla povera  Zilla.
CAINO
La  mia  mano! è  tutta  rossa, e di...di che? Dove  sono? solo? Dov'è Abele? dov'è Caino? è  possibile ch'io  sia Caino? Fratello mio  svegliati! Perché  giaci  a  quel modo sulla  terra  verde! Non  è ora  di  dormire, questa . Perché  così  pallido? E che -- sei tu forse--eri così pieno  di vita stamane! Abele! ti  supplico, non prenderti giuoco  di me! io  percossi   con troppa  forza, ma  non  mortalmente. Ah!, perché volesti opporti a me?  ma questo è uno scherzo; e fatto  solo  per  spaventarmi. Fu una  percossa, e  percossa  solo. Muoviti, muoviti, si, muoviti soltanto! Ecco, così  va bene! Tu  respiri! alita su me! Oh, Dio!  Oh, Dio!
ABELE
Chi  è  che  parla di Dio?
CAINO
Colui che  ti uccise.
ABELE
Allora  Dio  gli  perdoni! Caino, conforta la povera Zilla;--non ha  che  un fratello, solo , adesso.
CAINO
Ed  io  non ne ho più. Chi  mi  ha  reso senza  fratello? i suoi occhi  sono ancora  aperti! allora  non  è  morto! la morte  è  come  un  sonno, ed il sonno  ci fa  chiudere  le palpebre. Le sue  labbra  pure sono schiuse: dunque egli  respira: eppure io  non  lo sento respirare. Il  suo  cuore! il suo  cuore! Ch'io veda , batte? Mi  sembra . No! No!  Questa  è una visione, oppure io  son  divenuto nativo  di un  altro mondo peggiore. La terra  mi  gira dintorno:--che  cos'è? è bagnata; Eppure  non  vi  è rugiada! è sangue, il  mio sangue, di mio fratello e mio ; e versato  da me! Allora che  cosa  ho  da  far  più  della mia vita, una volta che  ho  tolta la  vita al  sangue mio? No,  non  può  esser  morto! Non  è  che  silenzio, la morte? No, si  desterà; io , dunque, starò a  vegliarlo. La  vita  non  può esser  così lieve da  estinguersi tanto presto! E poi or  ora m'ha parlato...che  cosa  gli  devo dire? Fratello  mio! No: non risponderà a quel  nome,  perché i fratelli  non  si  percuotano l'un  l'altro. Ancora, ancora,  parlami ancora. Oh! un'altra  parola sola  di  quella  voce  soave, ed  io  riescirò a sopportare ancora la mia voce!

domenica 12 maggio 2019

4° domenica di Pasqua anno C "PREGHIERA ALLA "VERGINE ANNUNZIATA" DI Teresa Ampolo oblata

12-5-2019
Ti  saluto  Maria, rallegrati, sii contenta  perché questo  invito  che  l'Angelo  ti  rivolge  è  un  grande  dono  di Dio. Anche  noi  ti  salutiamo, Maria,  con  il  cielo e  con  la terra e, con  il nostro  saluto,  vogliamo  offrirti tutto  il nostro  essere.
Ti  diciamo  grazie  per  aver  accettato  di  essere  madre  nostra , una mamma  dolcissima , di  una  tenerezza infinita, che  sa  alleviare  le  pene dei suoi  figli  presentandole  al Padre,  che  asciuga  le lacrime  dalle  guance  di  chi  soffre  e sorride  felice di vederci  contenti.
Piena di Grazie: tu, colma  dei  favori divini, rendi  sempre  grazie  a Dio,  rimanendo aperta ai  suoi  doni e  rispondendo  con  gratitudine e  generosità. La  pienezza  della  tua  grazia, Maria, abita  nell'anima  tua  per  riversarsi su  di noi.
Ti  preghiamo  affinché la tua  grazia ci colmi di gioia e apra  la nostra anima alla  perfezione.
Il Signore è con te: tu. Vergine, concepisci il Figlio, l' Emmanuele, il Dio--con--noi, Colui che è segno e  caparra  di salvezza. La  tua risposta  alla  Parola di  Dio diventa  perciò giubilo e  ringraziamento, perché il Signore è  con  tutti noi.  La tua  fede  è luce  sempre  più  splendida, la tua  accoglienza del  messaggio e  del dono è  riconoscenza e gioia.
Il Signore  ti  ha  guidato alla  concezione  del Figlio  dell'Altissimo.  Sono preparati  il tuo cuore, la tua anima, il tuo affetto  e la tua volontà.è preparata  la tua fede  perché la risposta al  dono  e al  compito ricevuto sia  piena  e lieta.
Dolce  Maria , Madre  nostra, tu  hai  creduto in Gesù Cristo prima  ancora di  averlo veduto  e  che  per  la tua  fede lo  hai  ricevuto nel  tuo  seno ,  comunicaci  una  fede  profonda  nel  Cristo, affinché noi  possiamo essere largamente disposti   a ricevere la sua  presenza in noi.
Eccomi,  sono  la serva  del Signore: è  un "SI" di  fedeltà umile  ed  assoluto al  disegno  divino. Il  tuo  "SI" è   portato  al cielo  dall'Angelo,  mentre  tutto  il mondo esulta  nell'incarnazione del Figlio di Dio."E il Verbo si fece  carne e venne  ad  abitare  in mezzo  a noi  e noi  vedemmo  la sua  gloria, gloria  come  di Unigenito  del Padre, pieno  di grazia e  di  verità"(Gv 1,14).
Vergine  Santa , poni anche  sulle nostre  labbra e nel nostro  cuore un "SI" simile al tuo, il "SI" semplice e schietto , senza  esitazioni di   fronte al  dolore e al  sacrificio, IL "SI" pronunciato con  il sorriso e  con  la gioia di  piacere al  Signore, il "SI" apostolico felice  di collaborare all'avvento di Cristo nel mondo.
Amen , Alleluia!

sabato 11 maggio 2019

FRUTTI DELLA LECTIO DIVINA di: p.Ludovico Intini osb

11-5-2019
Il  cardinale  Carlo Maria  Martini nel  libro:Perché  Gesù   parlava in  parabole? ,  elenca  i frutti  che  la  lectio  può  e deve  portare.
1.  Consolatio--  Consolazione
è  la gioia  profonda   che  invade  l'anima  a contatto  con  Dio. Lo" gusta" nella  sua  realtà  insieme  a  quanto Egli  vuole. Gusto  dell'amore, del  sacrificio, della  consacrazione a Lui,  della castità, della  rinuncia.  è quella  forza che  sostiene  i Santi nel  compiere le loro  opere, i  martiri  nell'affrontare   il martirio.
2.  Discretio---Discernimento
"è la capacità  interiore di  percepire   dove  opera   lo Spirito di Dio, lo  spirito  evangelico, lo Spirito  di Cristo..... e  di  percepire   dove  invece  opera  lo spirito  di Satana, lo  spirito  di menzogna, lo spirito  di inganno , lo  spirito  di amarezza, lo spirito  di confusione"(Martini, op. cit.)
Illuminati  dalla Parola  di Dio , possono  essere  fatte  le scelte  giuste  nelle  varie  circostanze  in cui l'uomo  si  trova  ad  operare.
La  necessità   di  questo  discernimento  non  finisce  mai,  perché  sempre  è  necessario  confrontare  la nostra  situazione,  le  nostre  decisioni, le nostre  opere   con  lo Spirito di Cristo.
3.  Deliberatio---Deliberazione
è  il gradino  successivo alla  discretio.
Questa  ci  ha  fatto  vedere  che  una  cosa  è  da  fare   o evitare; la deliberazione   ce  la  fa  scegliere; fa  dire  il  nostro  "si" o il  nostro "no" e ci porta  così  alla
4.   Actio----Azione
Vivere  e operare  quanto la Parola  di Dio  ci ha  suggerito  e illuminato.
Dice  il cardinale  Martini:
"Gli  otto  momenti  si potrebbero  riassumere  con  altre  parole : il momento della salita  (lectio, meditatio, oratio);   la vetta  (contemplatio) ;  la discesa  (consolatio, discretio, deliberatio, actio).
Qui  è  risolto il  famoso dilemma  preghiera---azione. Non  sono  affatto  due  realtà   parallele  o  contrapposte, perché l'agire  evangelico nasce  dalla  preghiera evangelica  della Scrittura. Sono  momenti  di un  unico  movimento, che  è  l'uniformarsi  al  movimento  di Cristo verso  l'uomo, alla scelta  e  all'agire  di Cristo."

venerdì 10 maggio 2019

da:"IL PICCOLO PRINCIPE" di A.De Saint Exupery 3°

10-5-2019
La  volpe  saggia
---Buon  giorno----disse  la volpe,
---Buon  giorno---rispose il piccolo principe, voltandosi:ma  non vide nessuno.
---Son  qui,---disse  la voce---sotto  al melo...
---Chi sei?---domandò il principe---sei molto carino...
----Sono  una volpe---disse la volpe.
---Vieni a giocare  con me, --le  propose il  piccolo principe--sono triste.....
---Non  posso  giocare con te , ---disse  la volpe---non sono   addomesticata.
---Ah! scusa --fece il piccolo principe.
Ma dopo  un  momento di  riflessione soggiunse:
---Che  cosa  vuol dire"addomesticare"?
---Non  sei  di  queste parti, tu,--disse la volpe--che  cosa cerchi?
--Cerco  gli uomini--disse  il piccolo principe.--Che  cosa  vuoi dire"addomesticare"?
--Gli uomini--disse  la volpe--hanno  dei  fucili e  cacciano. è molto  noioso! Allevano anche  delle galline. è il loro  solo interesse. Tu  cerchi delle galline?
---No--disse  il piccolo principe.--Cerco degli amici.  Che  cosa vuol dire "addomesticare"?
--è una  cosa da  molto  dimenticata. Vuol dire "creare dei legami...".
--Creare dei legami?
---Certo--disse la volpe.---Tu , fino  ad ora , per me , non  sei che  un ragazzino uguale  a  centomila ragazzini.  E  non  ho  bisogno di te.  E neppure  tu  hai  bisogno di me. Io  non sono per te  che  una  volpe uguale a centomila  volpi. Ma  se tu  mi  addomestichi, noi  avremo bisogno l'uno  dell'altro. Tu  sarai per me  unico al mondo, ed  io sarò per te  unica al mondo.
---Comincio a capire---disse  il piccolo principe.---C'è un  fiore.. credo  che  mi abbia addomesticato...
--è  possibile ---disse  la volpe.---Capita  di tutto  sulla Terra....
---Oh! non  è  sulla Terra---disse  il piccolo principe.
La volpe  sembrò  perplessa:
---Su un altro  pianeta?
--Si
---Ci sono dei cacciatori su  questo  pianeta?
---No.
---Non c'è niente di  perfetto---sospirò la volpe.
Ma  la volpe ritornò alla sua  idea.
--La  mia  vita è  monotona. Io do la  caccia , alle galline, e gli uomini danno la  caccia a me.Tutte le galline si  assomigliano, e tutti  gli uomini si assomigliano. E io  mi annoio, perciò . Ma   se  tu  mi  addomestichi la  mia  vita sarà  come  illuminata. Conoscerò un  rumore di  passi che  sarà  diverso da  tutti gli  altri. Gli  altri  passi mi  fanno  nascondere sotto terra. Il tuo, mi  farà  uscire dalla  tana, come una musica. E  poi , guarda! Vedi, laggiù , in fondo, dei  campi di grano? Io  non  mangio il pane e il grano per me è inutile. I campi di  grano  non mi  ricordano nulla. E questo è triste! Ma  tu  hai  i  capelli color  dell'oro. Allora sarà  meraviglioso quando  mi  avrai  addomesticato. Il  grano, che  è  dorato , mi  farà  pensare  a te . E  amerò  il rumore del vento nel grano... La  volpe  tacque e  guardò a lungo il piccolo principe:
---Per  favore...addomesticami---disse.
---Volentieri,-  rispose il piccolo principe---ma  non  ho  molto  tempo, però.  Ho  da  scoprire degli  amici,  e  da  conoscere molte cose.
---Non  si  conoscono  che  le cose  che  si  addomesticano---disse la volpe.---Gli uomini  non  hanno  più  tempo  per  conoscere nulla.  Comprano  dai  mercanti  le  cose  già fatte.  Ma  siccome  non  esistano  mercanti  di amici, gli  uomini non  hanno  più  amici. Se  tu  vuoi  un amico, addomesticami!
---Che  cosa  bisogna  fare?--domandò  il piccolo principe.
---Bisogna  essere  molto pazienti--rispose la volpe.--In  principio  tu  ti sederai  un po'  lontano da me , così, nell'erba. Io  ti  guarderò con la  coda  dell'occhio e tu non  mi  dirai nulla, Le  parole  sono  una  fonte di  malintesi. Ma  ogni giorno  tu  potrai sederti un po' più vicino...
Il piccolo principe tornò l'indomani.
--Sarebbe  stato  meglio  ritornare alla  stessa  ora---disse  la volpe.--Se  tu   vieni, per  esempio , tutti  i pomeriggi alle  quattro,  dalle  tre  io  comincerò ad essere  felice, Col   passare  dell'ora aumenterà la mia   felicità. Quando  saranno  le quattro ,  incomincerò  ad  agitarmi e ad inquietarmi;  io  non  saprò mai  a  che  ora  preparami il cuore...Ci  vogliono i riti.
---Che cos'è  un rito?--disse  il piccolo principe.
--Anche  questa  è una cosa  da  tempo  dimenticata--disse  la volpe.-- è quello  che fa  un giorno diverso dagli altri  giorni,un'ora  dalle altre ore.C'è   un rito, per esempio, presso i miei  cacciatori. Il  giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì   è un  giorno meraviglioso! Io  mi  spingo   sino alla vigna. Se  i cacciatori  ballassero in un giorno  qualsiasi , i  giovedì si  assomigliassero tutti, e  non  avrei  mai vacanza.  Così il piccolo principe addomesticò  la volpe.  E quando l'ora della  partenza  fu vicina:
--Ah!--disse  la volpe ---...piangerò.
--La colpa  è tua, --disse  il piccolo principe--io non  ti volevo far   del male, ma tu hai  voluto che  ti  addomesticassi.....
---è vero---disse  la volpe.
--Ma  piangerai! disse il piccolo principe.
--è certo--disse  la volpe.
---Ma  allora  che  ci  guadagni?
---Ci  guadagno-- disse  la volpe --il  colore del grano .  Poi  soggiunse:
--Va  a rivedere le rose . Capirai che  la tua  è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi  addio, ti  regalerò un segreto.
Il piccolo principe se  ne andò a rivedere  le rose. 
---Voi  non  siete  per  niente  simili alla mia rosa, voi  non  siete  ancora  niente--disse.---Nessuno vi  ha  addomesticato,e voi  non  avete  addomesticato nessuno.  Voi  siete  come  era  la mia volpe. Non  era  che una volpe uguale  a centomila altre. Ma  ne ho  fatto  il mio  amico  ed ora  è unica al mondo
E le rose  erano a disagio.
--Voi  siete belle , ma  siete vuote --disse  ancora il piccolo principe.
--Non si può  morire  per voi . Certamente, un  qualsiasi passante crederebbe  che  la mia  rosa  vi  assomigli, ma  lei, lei  sola, è  più importante di tutte  voi, perché è lei  che ho innaffiata  . Perché è lei che  ho  messa  sotto la campana  di vetro. Perché è lei  che  ho riparata  col  paravento. Perché su  di lei  ho ucciso i bruchi(salvo due o tre  per  le  farfalle).  Perché è lei  che ho  ascoltato lamentarsi o vantarsi, o  anche  qualche  volta  tacere. Perché è  la mia  rosa.
E ritornò  dalla volpe.
--Addio--disse.
--Addio--disse la volpe.--Ecco il mio  segreto.è molto semplice:"non  si  vede  bene  che  nel  cuore .L'essenziale è  invisibile agli occhi".
---L'essenziale è  invisibile agli occhi--ripete' il piccolo principe,per  ricordarselo.
--è il  tempo  che  tu hai  perduto  per  la tua  rosa  che  ha  fatto la tua rosa così importante.
--è il  tempo  che  ho  perduto  per  la mia rosa...-sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
---Gli uomini hanno  dimenticato questa verità. Ma  tu  non  la devi  dimenticare. Tu sei  responsabile per sempre  di quello  di  che hai  addomesticato. Tu  sei  responsabile della tua rosa...
---Io  sono responsabile  della mia  rosa..ripete'  il piccolo principe per ricordarselo.
La  scomparsa
Ma poi , il piccolo principe, con l'aiuto del serpente, torna  al piccolo suo  pianeta. Non  c'è posto per lui , sulla Terra arida e senza poesia.  Strana e cara  figuretta , che  pure  abbiamo  ammirato, e  le cui  vicissitudini ci hanno  fatto  pensare.... 

giovedì 9 maggio 2019

da:"IL PICCOLO PRINCIPE" di A. De Saint Exupery 2°


9-5--2019
Il  lampionaio  che  fa  nascere  una  stella
Il  quinto  pianeta  era  molto  strano.  Vi  era  appena  il  posto per  sistemare  un  lampione e l'uomo  che  l'accendeva.  Il  piccolo principe   non  riusciva  a  spiegarsi  a  che  potessero  servire, spersi  nel  cielo su  di un pianeta  senza  case ,  senza  abitanti, un  lampione  e  il  lampionaio, eppure  si  disse:
"Forse  quest'uomo  è  veramente  assurdo. Però è  meno  assurdo  del re  , del vanitoso,  dell'uomo  d'affari e  dell'ubriacone.  Almeno il  suo  lavoro  ha  un senso. Quando accende il suo  lampione, è  come  se  facesse nascere  una  stella  in  più, o un fiore. Quando lo  spegne addormenta il  fiore  o  la stella. è una  bellissima  occupazione,  ed  è   veramente utile, perché è  bella ".
Salendo  sul  pianeta salutò  rispettosamente l'uomo:
---Buon  giorno. Perché  spegni il tuo lampione?
---è  la  consegna--rispose il lampionaio.--Buon  giorno.
----Che  cos'è  la consegna?
---è di  spegnere il mio  lampione. Buona sera.
E  lo riaccese.
---E   adesso   perché  lo riaccendi?
--è la consegna.
---Non capisco-- disse il piccolo principe.
---Non c'è  nulla  da capire ,--disse  l'uomo---la  consegna  è la  consegna. Buon giorno.---E spense  il lampione Poi  si  asciugò  la fronte con  un fazzoletto  a quadri  rossi.
---Faccio   un  mestiere  terribile.  Una volta  era  ragionevole. Accendevo al mattino  e spegnevo  alla sera , e avevo  il resto  del  giorno per  riposarmi e  il resto  della notte  per dormire.....
--E  dopo  di  allora  è  cambiata  la consegna?
.---La consegna  non è  cambiata,---disse  il lampionaio---è  proprio  questo il dramma . Il  pianeta  di anno  in anno ha  girato  sempre  più  in  fretta  e   la consegna  non  è stata  cambiata!
---Ebbene?--disse  il piccolo principe.
---Ebbene , ora  che  fa  un  giro al  minuto , non  ho  più  un  secondo di riposo. Accendo  e spengo una volta  al minuto!
--è divertente! I giorni  da  te  durano  un minuto!
---Non è  per nulla   divertente--disse  l'uomo.--Lo sai che  stiamo parlando da un mese?
---Da  un mese?
--Si. Trenta  minuti: trenta  giorni! Buona sera.--E riaccese il  suo  lampione. Il piccolo principe lo guardò  e  sentì  improvvisamente di  amare  quest'uomo che  era  così  fedele  alla  sua  consegna. Si  ricordò  dei  tramonti che lui  stesso  una volta  andava  a  cercare , spostando la sua  sedia. E volle  aiutare  il suo amico:
--Sai ...conosco  un  modo  per  riposarti quando vorrai..
---Lo  vorrei  sapere --- disse l'uomo.
Perché si  può essere nello  stesso  tempo  fedeli e pigri.  E il piccolo principe  continuando:
---Il  tuo  pianeta  è  così piccolo  che in tre  passi  ne  puoi  fare  il giro. Non  hai  che da camminare  abbastanza lentamente per  rimanere sempre al sole. Quando  vorrai  riposarti  camminerai  e  il giorno  durerà  finché  tu  vorrai.
--Non  mi serve a molto--disse  l'uomo.--Ciò  che  desidero  soprattutto  nella vita è di dormire.
---Non  hai  fortuna--disse  il piccolo principe.
--Non  ho  fortuna--rispose  l'uomo.--Buon giorno.--E  spense  il  lampione.
"Quest'uomo--si  disse  il piccolo principe--sarebbe  disprezzato  da  tutti  gli altri, dal re , dal vanitoso, dall'ubriacone, dall'uomo d'affari. Tuttavia  è il solo  che non mi sembri ridicolo . Forse perché si  occupa di altro  che  non  de se stesso". Ebbe un  sospiro di rammarico e si  disse  ancora:
"Questo è  il  solo  di cui avrei potuto  farmi un amico.Ma il suo pianeta è  veramente troppo  piccolo , non  c'è  posto  per  due..."
Quello  che  il  piccolo  principe  non osava  confessare a se stesso , era  che di questo pianeta benedetto rimpiangeva soprattutto   i suoi millequattrocentoquaranta tramonti nelle  ventiquattro ore.
Verso la terra :il serpente , più  potente  di  un dito  di re
l piccolo principe, arrivato  sulla  Terra , fu  molto  sorpreso di non  vedere   nessuno. Aveva già  paura di  essersi sbagliato di  pianeta , quando  un  anello  del  colore  della  luna si  mosse nella  sabbia.
----Buona notte--disse  il piccolo principe a  buon conto.
----Buona notte --disse  il serpente.
---Su  quale  pianeta sono  sceso?--domandò il piccolo principe.
---Sulla Terra  , in Africa---rispose il serpente.
----Ah!---M a  non  c'è  nessuno  sulla Terra?
---Qui  è il  deserto. Non c'è  nessuno nei  deserti. La Terra è grande----  disse il serpente.
E  rimasero  in silenzio.
---Dove  sono  gli uomini?---riprese  dopo un po'  il piccolo  principe.---Si  è un po' soli  nel deserto.....
----Si  è  soli  anche con gli uomini---disse  il serpente.
Il piccolo principe lo guardò  a lungo.
---Sei  un buffo  animale, ---gli disse alla fine--- sottile  come  un dito!
---Ma sono  più potente   di  un dito di re --disse  il serpente.   
Il piccolo principe  sorrise:
---Non  mi sembri molto potente...non  hai  neppure delle  zampe...e non puoi neppure camminare....
---Posso  trasportarti  più  lontano  che  un  bastimento--disse  il serpente.  Si  arrotolò  attorno  alla  caviglia del  piccolo principe come  un  braccialetto d'oro:
---Colui  che  tocco, lo  restituisco alla  terra  da  dove  è venuto. Ma  tu sei puro e vieni  da  una stella...
Il piccolo principe non rispose.
--Mi  fai  pena, tu così debole , su questa Terra  di granito. Potrò aiutarti un giorno se  rimpiangerai troppo il tuo pianeta. Posso...
--Oh! Ho capito benissimo, --disse  il piccolo principe---ma  perché parli  sempre  per enigmi?
---Li  risolvo tutti---disse  il serpente.
E  rimasero in silenzio.