31-5-2019
------Se faccio mio il segreto della vita di Cristo, trovo il segreto della mia vita, una cosa enorme:
Dio in me .Il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una sola cosa. Dio va fino all'estremo della sua incarnazione, fino alla materia, divenendo nell'Eucarestia pane, pezzo di terra germinata. Quando mi avvio alla Comunione, non solo mi incammino verso il Pane, ma per primo è il Pane del cielo che si incammina verso di me , è il Sangue del cielo che cerca il mio sangue per renderlo vivo pieno di vita santa.
Prima che io dica:"Prendete e mangiate", mi ha cercato, desiderato e si dona. Un Dio che si fa cellula del mio corpo, respiro, gesto , pensiero, si trasforma in me e mi trasforma in se.
Sull'altare c'è solo un piccolo pane bianco lieve come un'ala, che non ha sapore, che è silenzio, profondissimo silenzio. Cosa mi può dare questo pane povero, un boccone così piccolo da non saziare neppure il più piccolo bambino?-------------------------
ad ogni Comunione, però, almeno per un istante, mi affaccio sull'enormità di ciò che mi sta accadendo:
Dio che mi cerca, Dio in cammino verso di me, Dio che è arrivato, che entra in questa mia casa di carne.
E tutto questo comporta un cambiamento profondo di sostanza e non solo di formalità o di formalismo: l'uomo pian piano si divinizza per grazia dello Spirito Santo, realmente su questa terra------------------------------------
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venerdì 31 maggio 2019
giovedì 30 maggio 2019
Sua Santità San Giovanni 23°
30-5-2019
Solo per oggi
crederò che la provvidenza di Dio si
occupi di me come se nessuna altro esistesse al mondo.
Solo per oggi
avrò cura del mio aspetto: non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non pretenderò di migliorare nessuno, tranne me stesso.
Solo per oggi
sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo mondo.
Solo per oggi
dedicherò dieci minuti a qualche buona lettura ricordando che come il cibo è necessario al corpo, così la lettura all'animo.
Solo per oggi
mi farò un programma, forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò e mi guarderò da due malanni:
la fretta e l'indecisione.
Solo per oggi
non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà
Solo per oggi
crederò che la provvidenza di Dio si
occupi di me come se nessuna altro esistesse al mondo.
Solo per oggi
avrò cura del mio aspetto: non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non pretenderò di migliorare nessuno, tranne me stesso.
Solo per oggi
sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo mondo.
Solo per oggi
dedicherò dieci minuti a qualche buona lettura ricordando che come il cibo è necessario al corpo, così la lettura all'animo.
Solo per oggi
mi farò un programma, forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò e mi guarderò da due malanni:
la fretta e l'indecisione.
Solo per oggi
non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà
mercoledì 29 maggio 2019
"Non c'è tempo" di Roul Fllereau
29-5-2019
Non c'è tempo d'amare
Non c'è tempo dell'allarmarsi
per l'ingiusta sventura altrui.
Non c'è tempo di occuparsi
del moribondo che ti guarda,
affamato tremante,
e tu sei la sua sola speranza.
è tardi , è già buio
bisogna che ritorni a casa in fretta.
E poi quell'uomo non è dei nostri!----
(se ora si dovesse pensare
a tutti questi stranieri).
E via di corsa,
gridandogli:
non ho tempo!
Non c'è tempo d'aver pietà
per quella gran parte del mondo
che soffre e sanguina,
mondo ove regnano
il terrore e l'orrore.
E milioni di piccoli innocenti
tendono invano verso noi le braccia
implorando: latte, un pò di latte....
Spiacente
non ho tempo
Ci siamo incontrati-era primavera,
Ci siamo rivisti
Ci siamo amati di tanti in tanto.
Ci siamo ricordati un pò:
non molto
non avevamo il tempo.
Ci piacevamo molto. Mi sembra------
che avremmo potuto, mano nella mano,
percorrere forse un lungo cammino
con un pò di fantasia,
do poesia------
Tentare di sorridere insieme-----
avevamo vent'anni !
Non c'è tempo
Per guardare questo bel paesaggio
si potrebbe rallentare un attimo;
forse alla prossima svolta,
la morte ci attende-----
Tanto peggio non c'è tempo.
Non c'è tempo d'aver rimpianti,
rimorsi-----Non c'è tempo di essere
favorevoli o contrari-----
Fino al giorno
in cui la morte
quando verrà
senza consultare il tuo orologio da polso
ti porterà via
ansante,
nella notte dei tempi----
Non c'è tempo d'amare
Non c'è tempo dell'allarmarsi
per l'ingiusta sventura altrui.
Non c'è tempo di occuparsi
del moribondo che ti guarda,
affamato tremante,
e tu sei la sua sola speranza.
è tardi , è già buio
bisogna che ritorni a casa in fretta.
E poi quell'uomo non è dei nostri!----
(se ora si dovesse pensare
a tutti questi stranieri).
E via di corsa,
gridandogli:
non ho tempo!
Non c'è tempo d'aver pietà
per quella gran parte del mondo
che soffre e sanguina,
mondo ove regnano
il terrore e l'orrore.
E milioni di piccoli innocenti
tendono invano verso noi le braccia
implorando: latte, un pò di latte....
Spiacente
non ho tempo
Ci siamo incontrati-era primavera,
Ci siamo rivisti
Ci siamo amati di tanti in tanto.
Ci siamo ricordati un pò:
non molto
non avevamo il tempo.
Ci piacevamo molto. Mi sembra------
che avremmo potuto, mano nella mano,
percorrere forse un lungo cammino
con un pò di fantasia,
do poesia------
Tentare di sorridere insieme-----
avevamo vent'anni !
Non c'è tempo
Per guardare questo bel paesaggio
si potrebbe rallentare un attimo;
forse alla prossima svolta,
la morte ci attende-----
Tanto peggio non c'è tempo.
Non c'è tempo d'aver rimpianti,
rimorsi-----Non c'è tempo di essere
favorevoli o contrari-----
Fino al giorno
in cui la morte
quando verrà
senza consultare il tuo orologio da polso
ti porterà via
ansante,
nella notte dei tempi----
martedì 28 maggio 2019
VIAGGIO SENZA META di Rabindranath Tagore
28-5-2019
O Bella,
quanto ancora mi porterai lontano?
Dimmi, a quale riva virerà
la tua barca d'oro?
Quanto ti prego, o straniera!
Tu sola sorridi dolcemente:
non riesco a capire, non so che c'è
nel tuo cuore.
Fai cenni di silenzio, alzando il dito:
l'accenno senza sponde s'alza in ansia,
in un angolo del cielo
nel lontano orizzonte
il sole si è immerso.
Cosa c'è laggiù, cammino
in cerca di che cosa?
Dimmi, ti prego,
sconosciuta:
là, dove sulle sponde della sera
brucia la pira del giorno,
l 'acqua riflette un labile fuoco,
cade sciolta la cappa del cielo,
gli occhi delle ninfe
brillano di lacrime:
là ai piedi dei nuovi tramonti
baciati dalle nubi oltre l'oceano,
dalle onde rumorose,
hai una dimora?
Guardandomi in volto tu sola sorridi,
senza dir parola.
Soffia il vento emettendo sempre
lunghi sospiri:
ruggisce in cieca apprensione
il flusso delle acque:
dubbiose le acque d'azzurro denso:
non vedo riva in alcuna direzione,
l'universo inondato di pianto
interminabile, trema.
Sopra di lui naviga la barca d'oro,
sopra di lui cadono i raggi della sera
e in mezzo , in sorriso silenzioso,
perché tu sorridi?
Non capisco in che cosa sta
il tuo piacere.
Quando chiamasti per la prima volta:
"Chi viene con me?"
ho guardato due o tre volte i tuoi occhi
alla nuova aurora.
Allungando la mano mi hai fatto vedere
avanti verso occidente l'oceano infinito:
la luce irrequieta, come speranza,
tremava sulle acque.
Salito sulla barca domandai:
"C'è là una vita nuova,
là fruttificheranno i sogni di speranza
in frutti d'oro?"
Guardandomi in volto hai solo riso
senza dir parola.
E poi a volte s'alzano le nubi,
a volte il sole,
a volte l'oceano rabbioso, a volte
immagini serene.
Passa il tempo , il vento gonfia la vela:
dove va la barca d'oro?
Verso l'occidente scende il sole
nelle regioni del tramonto.
Due o tre volte ti domando:
"C'è là una morte pietosa,
c'è pace , c'è riposo
dentro le tenebre?"
Alzati gli occhi tu sorridi
senza dir parola.
Chiuse le ali ecco scende
la notte buia,
e sarà coperta la luce d'oro
del cielo della sera.
Solo si espande il profumo del tuo corpo,
solo arriva all'orecchio il rumore dell'acqua,
le chiome dei tuoi capelli colpiti dal vento
accarezzano le membra.
Con cuore trepido e corpo indomabile,
ti chiamo preoccupato:
"Dove sei, ahimè, vieni vicina,
toccami!"
Non dici parola , ne' posso vedere
il tuo sorriso silenzioso.
O Bella,
quanto ancora mi porterai lontano?
Dimmi, a quale riva virerà
la tua barca d'oro?
Quanto ti prego, o straniera!
Tu sola sorridi dolcemente:
non riesco a capire, non so che c'è
nel tuo cuore.
Fai cenni di silenzio, alzando il dito:
l'accenno senza sponde s'alza in ansia,
in un angolo del cielo
nel lontano orizzonte
il sole si è immerso.
Cosa c'è laggiù, cammino
in cerca di che cosa?
Dimmi, ti prego,
sconosciuta:
là, dove sulle sponde della sera
brucia la pira del giorno,
l 'acqua riflette un labile fuoco,
cade sciolta la cappa del cielo,
gli occhi delle ninfe
brillano di lacrime:
là ai piedi dei nuovi tramonti
baciati dalle nubi oltre l'oceano,
dalle onde rumorose,
hai una dimora?
Guardandomi in volto tu sola sorridi,
senza dir parola.
Soffia il vento emettendo sempre
lunghi sospiri:
ruggisce in cieca apprensione
il flusso delle acque:
dubbiose le acque d'azzurro denso:
non vedo riva in alcuna direzione,
l'universo inondato di pianto
interminabile, trema.
Sopra di lui naviga la barca d'oro,
sopra di lui cadono i raggi della sera
e in mezzo , in sorriso silenzioso,
perché tu sorridi?
Non capisco in che cosa sta
il tuo piacere.
Quando chiamasti per la prima volta:
"Chi viene con me?"
ho guardato due o tre volte i tuoi occhi
alla nuova aurora.
Allungando la mano mi hai fatto vedere
avanti verso occidente l'oceano infinito:
la luce irrequieta, come speranza,
tremava sulle acque.
Salito sulla barca domandai:
"C'è là una vita nuova,
là fruttificheranno i sogni di speranza
in frutti d'oro?"
Guardandomi in volto hai solo riso
senza dir parola.
E poi a volte s'alzano le nubi,
a volte il sole,
a volte l'oceano rabbioso, a volte
immagini serene.
Passa il tempo , il vento gonfia la vela:
dove va la barca d'oro?
Verso l'occidente scende il sole
nelle regioni del tramonto.
Due o tre volte ti domando:
"C'è là una morte pietosa,
c'è pace , c'è riposo
dentro le tenebre?"
Alzati gli occhi tu sorridi
senza dir parola.
Chiuse le ali ecco scende
la notte buia,
e sarà coperta la luce d'oro
del cielo della sera.
Solo si espande il profumo del tuo corpo,
solo arriva all'orecchio il rumore dell'acqua,
le chiome dei tuoi capelli colpiti dal vento
accarezzano le membra.
Con cuore trepido e corpo indomabile,
ti chiamo preoccupato:
"Dove sei, ahimè, vieni vicina,
toccami!"
Non dici parola , ne' posso vedere
il tuo sorriso silenzioso.
lunedì 27 maggio 2019
SEMPRE DI Guillaume Apollinaire
27-5-2019
A Madame Faure-Favier
Sempre
Andremo più lontano senza avanzare mai
E di pianeta in pianeta
Di nebulosa in nebulosa
Il don Giovanni delle mille e tre comete
Pur senza muoversi dalla terra
Cerca le forze nuove
E prende sul serio i fantasmi
E tanti universi si obliano
Chi sono i grandi obliatori
Chi mai riuscirà a farci obliare questa o quella parte
del mondo
Dov'è il Cristoforo Colombo cui dovremo l'oblio
d'un continente
Perdere
Ma perdere veramente
Per far posto alla trovata
Perdere
La vita per trovar la Vittoria
A Madame Faure-Favier
Sempre
Andremo più lontano senza avanzare mai
E di pianeta in pianeta
Di nebulosa in nebulosa
Il don Giovanni delle mille e tre comete
Pur senza muoversi dalla terra
Cerca le forze nuove
E prende sul serio i fantasmi
E tanti universi si obliano
Chi sono i grandi obliatori
Chi mai riuscirà a farci obliare questa o quella parte
del mondo
Dov'è il Cristoforo Colombo cui dovremo l'oblio
d'un continente
Perdere
Ma perdere veramente
Per far posto alla trovata
Perdere
La vita per trovar la Vittoria
domenica 26 maggio 2019
Elezioni europee
26-5-2019
-------è tempo di lasciare perdere le paure del diverso, di ascoltare con capacità critica i venditori di fumo, di" spingere tutti insieme nella stessa direzione", usando la testa e il cuore, verso un mondo che abbia davvero valori di rispetto della persona, valori di solidarietà, valori di base, dei quali tutti prima o poi ci troviamo a poter avere bisogno e senza i quali non possiamo vivere da uomini.----------Perché di vita ne abbiamo solo una : e la dobbiamo vivere da uomini e per gli uomini. Anna Maria Pisano
-----è nell'inclusione che il mondo europeo ha progressivamente costruito la democrazia, si pensi quando tempo c'è voluto per affermare il suffragio universale! è nella realizzazione di una società inclusiva che l'Europa può costruire un futuro, non certo nella purezza nazionale , nella esclusività religiosa o culturale.-- Luciano Ardesi
Una Europa unita , fatta di cittadini europei , che si sentono tali è il futuro dell'Europa, che sia oggi un grande giorno, per L'europa!
-------è tempo di lasciare perdere le paure del diverso, di ascoltare con capacità critica i venditori di fumo, di" spingere tutti insieme nella stessa direzione", usando la testa e il cuore, verso un mondo che abbia davvero valori di rispetto della persona, valori di solidarietà, valori di base, dei quali tutti prima o poi ci troviamo a poter avere bisogno e senza i quali non possiamo vivere da uomini.----------Perché di vita ne abbiamo solo una : e la dobbiamo vivere da uomini e per gli uomini. Anna Maria Pisano
-----è nell'inclusione che il mondo europeo ha progressivamente costruito la democrazia, si pensi quando tempo c'è voluto per affermare il suffragio universale! è nella realizzazione di una società inclusiva che l'Europa può costruire un futuro, non certo nella purezza nazionale , nella esclusività religiosa o culturale.-- Luciano Ardesi
Una Europa unita , fatta di cittadini europei , che si sentono tali è il futuro dell'Europa, che sia oggi un grande giorno, per L'europa!
venerdì 24 maggio 2019
LECTIO DIVINA--Metodologia della lectio di:p.Ludovico Intini osb
24-5-2019
Dobbiamo, innanzitutto, affermare che nella "lectio divina", incontro tra Dio e l'uomo, l'attore principale è Dio. Quindi l'essere ammesso a questo colloquio con Lui è un suo dono, e , come in ogni dono di Dio , è sempre Lui a prendere l'iniziativa. L'uomo deve solo essere disponibile a riceverlo e comprendere.
Nelle parole di Samuele:"Parla , Signore, che il tuo servo Ti ascolta" Il dono che Dio ci fa è quel Verbo che era al principio(Gv1,1); quel Verbo che si è fatto carne(1,14); quel Verbo che abita tra noi (1,14):il Verbo Incarnato : Cristo.
Fare "lectio divina" è leggere Cristo, la Sua storia e, alla Sua luce, leggere la nostra storia, quella dei fratelli, quella del mondo.--Gesù ne presenta un modello nell'incontro con i due discepoli sulla via di Emmaus,"(cfr.Lc 24)" Cominciando da ,Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano" E mentre parlava "ardeva il loro cuore"; si aprivano , cioè , alla conoscenza e all'amore.
Ma mettendo in evidenza l'azione di Dio nella "lectio", non possiamo ne' dobbiamo trascurare quella dell'uomo. Dio ha sempre esortato l'uomo a vivere il rapporto con la sua Parola, fin da quando questa si è rivelata.Nel Deuteronomio Mosè in nome di Dio esorta:"Questi precetti che oggi ti do ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua , quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai"(Dt 6,6) Questo invito del Signore ha fatto sì che nella tradizione ebraica fosse sempre vivo questo anelito verso la Parola di Dio e a questo incitavano i profeti con l'espressione "cercate il Signore". In questa tradizione si innestano i primi cristiani e i Padri.--------------------Sant'Agostino:"Se il testo è preghiera, pregate; se è gemito , gemete; se è riconoscenza, siate nella gioia; se è un testo di speranza , sperate; se esprime il timore, temete. Perché le cose che sentite nel testo sono lo specchio di voi stessi. Il Signore ha posto dinanzi a te lo specchio della sacra Scrittura"(Enarr. in Psalmos,103,4,PL36,1138).
Una vera e buona "lectio" deve raggiungere questa dimensione, perché solo così si raggiunge quell'incontro con Cristo che trasforma la vita dell'uomo e la rende simile alla Sua . Incontrare Cristo, come per i discepoli di Emmaus, porta a lasciare le vie sbagliate e a tornare nella via della Volontà di Dio , nel Suo progetto. Scoprire Cristo nella sacra Scrittura è realizzare l'esortazione dell'apostolo Paolo ai Filippesi;"Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù(2,5): prenderlo cioè ,come modello e attuarlo nella propria vita.
è stato il monaco certosino Guido che nel secolo 12°, su richiesta di un confratello che gli domandava come fare la "lectio divina", scrisse un piccolo trattato : SCALA CLAUSTRALIUM--scala dei monaci, dove elenca i quattro momenti in cui si svolge una buona "lectio":
LETTURA-----MEDITAZIONE---PREGHIERA-----CONTEMPLAZIONE-------------------
LETTURA\ LECTIO:
------Alla sacra Scrittura ci si può accostare per motivi di studio: aspetto letterario, storico, geografico, sociologico ecc.------------
Ma non è questa la lettura della "lectio". Si tratta ,invece, di leggere e rileggere il testo sacro facendo calare nella mente e nel cuore le singole parole a che il fatto , il pensiero , il personaggio , un atteggiamento evidenziato da un verbo , un aggettivo, un avverbio ecc., colpiscano più
profondamente , entrando ,così, a far parte viva della propria realtà.
MEDITAZIONE\MEDITATIO:
L'aspetto dominante in questa "meditazione" è il rapporto personale che deve instaurarsi tra quanto è stato letto e la propria realtà; tra Cristo--Parola e me ; un confronto.(ruminatio).----------
Questo verificarsi alla luce della Parola di Dio fa entrare quasi in "dialogo(con essa): che cosa dice a me? quale atteggiamento mi suggerisce attraverso questo testo? da quali atteggiamenti mi mette in guardia? quale mistero di te mi riveli? quali profondità del cuore umano scopri?"(C.M.Martini,op.cit.) è , praticamente , quel rapporto con la Parola voluto da Gesù quando disse:"Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza"(Lc 8,15).
PREGHIERA\ORATIO:
Da un dialogo di questo genere è naturale che sgorga la preghiera a Dio che, di volta in volta , sarà richiesta di aiuto, di perdono, ringraziamento, lode ecc. Veramente, questo rendersi disponibili all'azione di Dio è già frutto di una preghiera , ma ad un certo momento si fa più intensa e pressante.--------gli apostoli che da lungo tempo erano ammirati della preghiera di Gesù e desiderosi di imitarlo, ma solo quando il loro cuore ne è pieno essi gli dicono:"Maestro insegnaci a pregare". E la risposta di Dio , come quella di Cristo, non si fa attendere:"quando pregherete, pregherete così----".
CONTEMPLAZIONE\CONTEPLATIO:
Entrati nella realtà divina si scopre e si comprende l'Amore e ci si lascia trascinare dallo Spirito alla scoperta di tutte le perfezioni di Dio . è un guardarsi reciproco: Dio guarda me e io guardo Lui;in questo reciproco guardarsi si raggiunge la piena comunione con Lui, la piena assimilazione, il diventare tutt'uno con Lui. Si raggiunge , così, quel traguardo sublime indicato da Cristo:"Che conoscono Te , Padre ,e Colui che hai mandato". Quello per cui Cristo ha pregato "Tu in Me e Io in loro; che siano una cosa sola , come noi...".
è l'intimità profonda raggiunta dall'anima , avendo spalancato le porte a Cristo --Parola:"Entrerò da lui e cenerò con lui"(Ap 3,20)
Dobbiamo, innanzitutto, affermare che nella "lectio divina", incontro tra Dio e l'uomo, l'attore principale è Dio. Quindi l'essere ammesso a questo colloquio con Lui è un suo dono, e , come in ogni dono di Dio , è sempre Lui a prendere l'iniziativa. L'uomo deve solo essere disponibile a riceverlo e comprendere.
Nelle parole di Samuele:"Parla , Signore, che il tuo servo Ti ascolta" Il dono che Dio ci fa è quel Verbo che era al principio(Gv1,1); quel Verbo che si è fatto carne(1,14); quel Verbo che abita tra noi (1,14):il Verbo Incarnato : Cristo.
Fare "lectio divina" è leggere Cristo, la Sua storia e, alla Sua luce, leggere la nostra storia, quella dei fratelli, quella del mondo.--Gesù ne presenta un modello nell'incontro con i due discepoli sulla via di Emmaus,"(cfr.Lc 24)" Cominciando da ,Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano" E mentre parlava "ardeva il loro cuore"; si aprivano , cioè , alla conoscenza e all'amore.
Ma mettendo in evidenza l'azione di Dio nella "lectio", non possiamo ne' dobbiamo trascurare quella dell'uomo. Dio ha sempre esortato l'uomo a vivere il rapporto con la sua Parola, fin da quando questa si è rivelata.Nel Deuteronomio Mosè in nome di Dio esorta:"Questi precetti che oggi ti do ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua , quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai"(Dt 6,6) Questo invito del Signore ha fatto sì che nella tradizione ebraica fosse sempre vivo questo anelito verso la Parola di Dio e a questo incitavano i profeti con l'espressione "cercate il Signore". In questa tradizione si innestano i primi cristiani e i Padri.--------------------Sant'Agostino:"Se il testo è preghiera, pregate; se è gemito , gemete; se è riconoscenza, siate nella gioia; se è un testo di speranza , sperate; se esprime il timore, temete. Perché le cose che sentite nel testo sono lo specchio di voi stessi. Il Signore ha posto dinanzi a te lo specchio della sacra Scrittura"(Enarr. in Psalmos,103,4,PL36,1138).
Una vera e buona "lectio" deve raggiungere questa dimensione, perché solo così si raggiunge quell'incontro con Cristo che trasforma la vita dell'uomo e la rende simile alla Sua . Incontrare Cristo, come per i discepoli di Emmaus, porta a lasciare le vie sbagliate e a tornare nella via della Volontà di Dio , nel Suo progetto. Scoprire Cristo nella sacra Scrittura è realizzare l'esortazione dell'apostolo Paolo ai Filippesi;"Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù(2,5): prenderlo cioè ,come modello e attuarlo nella propria vita.
è stato il monaco certosino Guido che nel secolo 12°, su richiesta di un confratello che gli domandava come fare la "lectio divina", scrisse un piccolo trattato : SCALA CLAUSTRALIUM--scala dei monaci, dove elenca i quattro momenti in cui si svolge una buona "lectio":
LETTURA-----MEDITAZIONE---PREGHIERA-----CONTEMPLAZIONE-------------------
LETTURA\ LECTIO:
------Alla sacra Scrittura ci si può accostare per motivi di studio: aspetto letterario, storico, geografico, sociologico ecc.------------
Ma non è questa la lettura della "lectio". Si tratta ,invece, di leggere e rileggere il testo sacro facendo calare nella mente e nel cuore le singole parole a che il fatto , il pensiero , il personaggio , un atteggiamento evidenziato da un verbo , un aggettivo, un avverbio ecc., colpiscano più
profondamente , entrando ,così, a far parte viva della propria realtà.
MEDITAZIONE\MEDITATIO:
L'aspetto dominante in questa "meditazione" è il rapporto personale che deve instaurarsi tra quanto è stato letto e la propria realtà; tra Cristo--Parola e me ; un confronto.(ruminatio).----------
Questo verificarsi alla luce della Parola di Dio fa entrare quasi in "dialogo(con essa): che cosa dice a me? quale atteggiamento mi suggerisce attraverso questo testo? da quali atteggiamenti mi mette in guardia? quale mistero di te mi riveli? quali profondità del cuore umano scopri?"(C.M.Martini,op.cit.) è , praticamente , quel rapporto con la Parola voluto da Gesù quando disse:"Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza"(Lc 8,15).
PREGHIERA\ORATIO:
Da un dialogo di questo genere è naturale che sgorga la preghiera a Dio che, di volta in volta , sarà richiesta di aiuto, di perdono, ringraziamento, lode ecc. Veramente, questo rendersi disponibili all'azione di Dio è già frutto di una preghiera , ma ad un certo momento si fa più intensa e pressante.--------gli apostoli che da lungo tempo erano ammirati della preghiera di Gesù e desiderosi di imitarlo, ma solo quando il loro cuore ne è pieno essi gli dicono:"Maestro insegnaci a pregare". E la risposta di Dio , come quella di Cristo, non si fa attendere:"quando pregherete, pregherete così----".
CONTEMPLAZIONE\CONTEPLATIO:
Entrati nella realtà divina si scopre e si comprende l'Amore e ci si lascia trascinare dallo Spirito alla scoperta di tutte le perfezioni di Dio . è un guardarsi reciproco: Dio guarda me e io guardo Lui;in questo reciproco guardarsi si raggiunge la piena comunione con Lui, la piena assimilazione, il diventare tutt'uno con Lui. Si raggiunge , così, quel traguardo sublime indicato da Cristo:"Che conoscono Te , Padre ,e Colui che hai mandato". Quello per cui Cristo ha pregato "Tu in Me e Io in loro; che siano una cosa sola , come noi...".
è l'intimità profonda raggiunta dall'anima , avendo spalancato le porte a Cristo --Parola:"Entrerò da lui e cenerò con lui"(Ap 3,20)
giovedì 23 maggio 2019
IL MIO CAMMINO SPIRITUALE di Pina Maria Speranza Raciti
23-5-2019
L'atteggiamento corretto, di un cristiano è:" la ricerca di Dio", ciò che si definisce:"cammino spirituale".
In effetti è , un cammino , continuo, di crescita,e di maturazione. Esso, è fortemente personale, ed intimo, perché ciascuno uomo, è una , preziosa, unica, irripetibile , entità.
Il mio cammino spirituale, ha una base forte, in quanto, è unica e completa , la mia educazione cristiana, sin dalla mia infanzia, ed adolescenza.
Sono nata in mezzo ai libri,ed i libri sono la mia vita, essi ,giocano un ruolo importante nella formazione della mia personalità, e della mia intelligenza , analitica,e fortemente razionale.
Ho frequentato, la scuola con indirizzo umanistico, e l'incontro con la filosofia ,è stato determinante, sebbene, oggi ,non ricordo molto dei filosofi che ho studiato. La mia forma-mentis, logica, analitica, mi ha guidato, nei miei studi universitari di medicina, nella mia crescita culturale, nell'analisi della realtà che mi circonda.
Ai miei esami di stato , ho presentato:
filosofia; come classico: "Lettere sull'educazione estatica" di Schiller; ed una tesi su un lavoro di Jean Piaget" Psicologia e pedagogia"
è la mia mente, analitica, logica, razionale, che mi ha guidato , nel mio cammino spirituale. Andando a ritroso nel tempo, mi ritrovo , ai miei primi anni universitari, dopo una breve esperienza con il gruppo(positiva), chiudo per sempre il mio rapporto con la chiesa locale di Belpasso, per iniziare un vero cammino di conoscenza di Gesù( della mia fede cristiana), fuori da, pseudo-tradizioni, che condanno in blocco, ma soprattutto , fuori da ipocrite devozioni.
Ho pregato , Gesù , perché mi fossi di guida.
Erano i primi anni universitari,ancora studentessa pendolare, e l'unica mia conoscenza di Catania, era legata all'università . Guidata, solo dall'intuito, mi sono avvicinata alla chiesa più vicina all'università. In via Androne,erano siti, due istituti ,che noi studenti di medicina frequentavamo: biologia, e patologia generale; la chiesa più vicino è Santa Maria del Gesù, con i padri francescani. è stato un incontro stupendo!.
Solo più tardi , con il trasferimento definitivo a Catania, ho iniziato il mio cammino a:" doppio binario", università: studio, frequenza, esami; cammino spirituale: lettura e studio , dei sacri testi, guidata dai sacerdoti, e religiosi, che mi hanno accolto, e ascoltato .
1987- l'incontro con San Benedetto; 1988, sono la presidente della comunità degli oblati; 1990, la mia vestizione,sono felice!
Ma ,contro la mia volontà , vengo catapultata, in parrocchia a Belpasso. Ed è uno scontro a fuoco, con il parroco;oggi mi assumo la responsabilità, per il mio ruolo in quello scontro.
Comprendo, il comportamento della parrocchia nei miei riguardi, non mi conoscevano, e poi , nella mediocre realtà , in cui ci si trova , le brutte fantasie, prendono il sopravvento. PACE!
Il mio cammino spirituale è molto intellettuale,ma io sono intellettuale!
Un grazie , dal profondo del mio cuore ai miei educatori, e a coloro che pazientemente in questi anni mi hanno guidato e ascoltato.
L'atteggiamento corretto, di un cristiano è:" la ricerca di Dio", ciò che si definisce:"cammino spirituale".
In effetti è , un cammino , continuo, di crescita,e di maturazione. Esso, è fortemente personale, ed intimo, perché ciascuno uomo, è una , preziosa, unica, irripetibile , entità.
Il mio cammino spirituale, ha una base forte, in quanto, è unica e completa , la mia educazione cristiana, sin dalla mia infanzia, ed adolescenza.
Sono nata in mezzo ai libri,ed i libri sono la mia vita, essi ,giocano un ruolo importante nella formazione della mia personalità, e della mia intelligenza , analitica,e fortemente razionale.
Ho frequentato, la scuola con indirizzo umanistico, e l'incontro con la filosofia ,è stato determinante, sebbene, oggi ,non ricordo molto dei filosofi che ho studiato. La mia forma-mentis, logica, analitica, mi ha guidato, nei miei studi universitari di medicina, nella mia crescita culturale, nell'analisi della realtà che mi circonda.
Ai miei esami di stato , ho presentato:
filosofia; come classico: "Lettere sull'educazione estatica" di Schiller; ed una tesi su un lavoro di Jean Piaget" Psicologia e pedagogia"
è la mia mente, analitica, logica, razionale, che mi ha guidato , nel mio cammino spirituale. Andando a ritroso nel tempo, mi ritrovo , ai miei primi anni universitari, dopo una breve esperienza con il gruppo(positiva), chiudo per sempre il mio rapporto con la chiesa locale di Belpasso, per iniziare un vero cammino di conoscenza di Gesù( della mia fede cristiana), fuori da, pseudo-tradizioni, che condanno in blocco, ma soprattutto , fuori da ipocrite devozioni.
Ho pregato , Gesù , perché mi fossi di guida.
Erano i primi anni universitari,ancora studentessa pendolare, e l'unica mia conoscenza di Catania, era legata all'università . Guidata, solo dall'intuito, mi sono avvicinata alla chiesa più vicina all'università. In via Androne,erano siti, due istituti ,che noi studenti di medicina frequentavamo: biologia, e patologia generale; la chiesa più vicino è Santa Maria del Gesù, con i padri francescani. è stato un incontro stupendo!.
Solo più tardi , con il trasferimento definitivo a Catania, ho iniziato il mio cammino a:" doppio binario", università: studio, frequenza, esami; cammino spirituale: lettura e studio , dei sacri testi, guidata dai sacerdoti, e religiosi, che mi hanno accolto, e ascoltato .
1987- l'incontro con San Benedetto; 1988, sono la presidente della comunità degli oblati; 1990, la mia vestizione,sono felice!
Ma ,contro la mia volontà , vengo catapultata, in parrocchia a Belpasso. Ed è uno scontro a fuoco, con il parroco;oggi mi assumo la responsabilità, per il mio ruolo in quello scontro.
Comprendo, il comportamento della parrocchia nei miei riguardi, non mi conoscevano, e poi , nella mediocre realtà , in cui ci si trova , le brutte fantasie, prendono il sopravvento. PACE!
Il mio cammino spirituale è molto intellettuale,ma io sono intellettuale!
Un grazie , dal profondo del mio cuore ai miei educatori, e a coloro che pazientemente in questi anni mi hanno guidato e ascoltato.
mercoledì 22 maggio 2019
da: I FIORI DEL MALE di Charles Baudelaire
22-5-2019
Bianca ragazza dai capelli rossi,
la cui veste bucata mostra la povertà
e la bellezza,
per me , poeta sofferente,
il tuo giovane corpo macilento
sparso di rosse efelidi
ha la sua dolcezza.
Porti con grazia più galante
che una regina da romanzo
i suoi coturni di velluto
i tuoi zoccoli pesanti.
Che invece d'uno straccio troppo corto,
un magnifico abito di corte
in pieghe lunghe e fruscianti
ti scenda sui talloni;
che al posto di queste calze bucate,
sulla gamba un pugnale d'oro
per gli occhi più depravati
ti brilli ancora;
che fiocchi male annodati
rivelano per i nostri peccati
i tuoi bei seni, radiosi
come due occhi;
che per spogliarti si facciano
pregare le tue braccia
e scaccino a colpi ostinati
le dita maliziose,
perle della più bell'acqua,
i sonetti di maestro Belleau
da spasimanti al supplizio
offerti senza posa,
vile masnada di rimaioli
che ti dedica le sue primizie
e contempla la tua scarpina
sotto la scala,
quanti paggi in cerca d'avventure,
quanti signori e quanti Ronsard
spierebbero per far l'amore
il tuo fresco rifugio!
Sui tuoi letti, più baci che gigli
conteresti e quanti Valois
costringeresti a rigar dritti
ai tuoi editti!
--E invece te ne vai raccattando
rimasugli stantii
sulla soglia di qualche volgare
Véfour da quadrivio;
vai rimirando di sottecchi
gioielli da quattro soldi,
e io non posso nemmeno, oh! perdono!
fartene dono.
Senz'altro ornamento o ricchezza,
profumo , perle, diamanti
che la tua magra nudità,
allora va, mia bellezza!
Bianca ragazza dai capelli rossi,
la cui veste bucata mostra la povertà
e la bellezza,
per me , poeta sofferente,
il tuo giovane corpo macilento
sparso di rosse efelidi
ha la sua dolcezza.
Porti con grazia più galante
che una regina da romanzo
i suoi coturni di velluto
i tuoi zoccoli pesanti.
Che invece d'uno straccio troppo corto,
un magnifico abito di corte
in pieghe lunghe e fruscianti
ti scenda sui talloni;
che al posto di queste calze bucate,
sulla gamba un pugnale d'oro
per gli occhi più depravati
ti brilli ancora;
che fiocchi male annodati
rivelano per i nostri peccati
i tuoi bei seni, radiosi
come due occhi;
che per spogliarti si facciano
pregare le tue braccia
e scaccino a colpi ostinati
le dita maliziose,
perle della più bell'acqua,
i sonetti di maestro Belleau
da spasimanti al supplizio
offerti senza posa,
vile masnada di rimaioli
che ti dedica le sue primizie
e contempla la tua scarpina
sotto la scala,
quanti paggi in cerca d'avventure,
quanti signori e quanti Ronsard
spierebbero per far l'amore
il tuo fresco rifugio!
Sui tuoi letti, più baci che gigli
conteresti e quanti Valois
costringeresti a rigar dritti
ai tuoi editti!
--E invece te ne vai raccattando
rimasugli stantii
sulla soglia di qualche volgare
Véfour da quadrivio;
vai rimirando di sottecchi
gioielli da quattro soldi,
e io non posso nemmeno, oh! perdono!
fartene dono.
Senz'altro ornamento o ricchezza,
profumo , perle, diamanti
che la tua magra nudità,
allora va, mia bellezza!
martedì 21 maggio 2019
PICCOLO CORRIERE (La marchesa Clara Medi) di Gabriele D'Annunzio
21-5-2019
La marchesa Clara Medi passa , alli occhi del mondo, per una signora spirituale benché non spiritosa. Ella ha tutta la figura illuminata di soave idealità. Il colore della sua pelle è perfettamente latteo , e il latteo candore è venato , su le tempie e su la fronte e su li angoli dalla bocca e sul collo , di sottilissime trame azzurrine;il colore delli occhi ha la mite chiarezza delle turchesi persiane; il colore dei capelli è simile a quello del buon thè du Soleil che rimane a raffreddare in fondo a una fine tazza rosea del Giappone. Le mani sono d'una sottigliezza e d'una trasparenza indescrivibili, toutes petites, toutes belles, come quelle cantate da Paolo Verlaine, mains cosacrées, mains vénérées, terminate da unghie d'onice.
La marchesa Clara ha poi una voce melodiosa e piena di note lusinghevoli; ed ha un riso pieno d'ingenuità infantile, un riso casto.
Ella passa nel mondo circondata da una specie di reverenza e di ossequio .Lì uomini, anche i più audaci, non oserebbero sfiorarle la punta delle dita o il gomito o i ginocchi. Tutti i desideri paiono cadere d'innanzi a quella pura freddezza paralitica . Nelle conversazioni, quando sul finire del five o' clock tea cresce il calore delle parole e le dame e i cavalieri si sentono un po' inebriate dall'aria chiusa e dal vapore del the, se la marchesa Clara si accosta a un crocchio dove si racconta qualche storiella galante o si fa un po' di maldicenza con motti ambigui, i raccontatori e i maldicenti ammutoliscono, presi involontariamente da una specie di pudore. Nei balli la marchesa non va quasi mai scollata o porta una piccola scollatura quadra attenuata anche dal merletto. Non balla mai il valzer; ama l'ondeggiamento lento delle mazurke e gl'inchini prolungati dei lanciers. Al buffet beve molti sciroppi con acqua non troppo fredda e di rado prende un pezzetto di paté. Ella possiede però (e questo in lei è singolarissimo) la scienza della toilette. Poche signore della società romana vestono con tanta eleganza e insieme con tanta squisitezza di semplicità. Noi l'incontrammo, due giorni fa, per la via dei Condotti d'innanzi alle vetrine della signora Beretta dove ella ammirava un meraviglioso brule-parfums di argento cesellato. Aveva una veste di merletti neri pieghettata posteriormente e davanti aperta e circondata d'un piccolo merletto che risaliva dalle due parti del tablier formando spirale sopra una jupe di satin di cui la parte anteriore era tutta ricamata dal collo ai piedi. All'encolure, tagliata molto bassa, un merletto larghissimo à tuyaux saliva diritto sino al mento, girava il collo e discendeva in cascata nel mezzo della schiena, terminando in un gran nodo di merletto che ricadeva su la jupe.
Ieri poi, tra un riso languido di sole e una lacrima di pioggia, la vedemmo pel Corso. Aveva una toilette en étamine vert mousse, con una visite Kanguroo. Il cappello di paglia chinée bruna e bianca, a larghe falde, le circondava la faccia; una sciarpa d'étamine metteva delle pieghe su 'l davanti e un mazzo di borragine di papaveri di velluto si levava audacemente a sinistra. Le falde del cappello erano foderate d'una étamine lamée di cui li innumerevoli fili aurei scintillavano come i raggi d'un nimbo sacro.
La marchesa Clara è stata educata in provincia, sino a diciassette anni , nella casa di una vecchia zia principessa di Corròpoli. La casa è austera , ci dicono ; è un castello dell'evo medio, adattato alli usi della vita moderna ma conservante ancora una cert'aria cupa di grandezza feudale. In quella casa l'angelica Clara si è assuefatta all'ordine, al metodo, alla precisione, a fare sempre le stesse cose alle date stabilite, ad assistere sempre alle stesse faccende nelle ore e nei giorni stabiliti.In quella casa ella teneva le note dei conti, sorvegliava i domestici, ordinava una immensa quantità di biancheria negli armadi giganteschi, disponeva i ceri nuovi nella cappella gentilizia, scriveva all'arcivescovo le lettere d'invito a pranzo ogni settimana, leggeva tutti i giorni alla zia tra le quattro e le cinque del pomeriggio una gazzetta cattolica, e ricamava lentamente una pianeta. Nell'anno le due occupazioni predilette erano :la raccolta del fior di spigo per la biancheria, nel giorno di San Giovanni; e la confezione delle conserve di frutta, nel mese di settembre. Dopo il matrimonio, ella è rimasta nelle consuetudini; ella sente il bisogno di essere ordinata, di tener nota d'ogni minima cosa , di fare i conti ad ogni minima occasione, di non lasciarsi nulla sfuggire senza la debita classificazione.
Il marchese Medi , fino a quindici giorni fa, era un uomo felice. Non si levava la mattina ne' andava a letto la sera se prima non aveva ringraziato il cielo d'averlo bene ispirato il giorno in cui scelse per moglie una donna così innocente, così buona , così casta , così virtuosa, così dissimile dalle altre che sono vane , leggere , beffarde, insofferenti e infedeli.
Quindici giorni fa egli, rovistando in un cassettone per cercare non sappiamo che cosa , scoprì sotto un sachet di raso celeste profumato di peau d'Espagne un piccolo libro rilegato in pelle d'onagro con fermagli ed angoli d'argento cesellato , un piccolo libro misterioso e peccaminoso all'apparenza. Restò, un momento, esitante e stupefatto.
Perché il libro era nascosto? Era qualche dizionaretto d'amore? qualcuno di quei libri proibiti che le fanciulle leggono in segreto, tremando, per l'avidità di sapere? qualche romanzo instigatore, di quelli che le amiche corrotte prestano alle amiche innocenti? oppure un libro di preghiere, un libro di sonetti purgati, un libro di memorie virginali?
Il buon marchese , vinta la prima esitazione, aprì il libro e lesse qua e là pagine d'un color crème tenero su cui s'incalzavano i caratteri un po' tremuli d'un color violetto chiaro.
Erano note quasi tutte brevi, da principio: frasi trascritte da un volume amato, emistichi di poesie sentimentali, motti simbolici. Poi,via, via, le note cominciavano ad allungarsi; e qua e là cominciavano a comparire curiosi capricci grafici, cifre seguite da punti d'esclamazione,cifre seguite da interrogativi di grandezza crescente, parole enigmatiche, mezze parole , segni convenzionali. Le note più lunghe contenevano giudizii piuttosto vivi, impressioni non molto pudiche , dubbi, inquietudini, reveries amorose, ed anche alcuni epigrammi contro il marito, alcune domande indiscrete, alcuni rimpianti, alcune osservazioni crudelissime.
In una pagina poi, proprio nel mezzo , stava questa tavola , segnata con grande accuratezza, tra mezzo a cinque o sei altre pagine evidentemente stappate:
Mese di aprile
Mario Guida................Lunedì.........3.1.1.2
Giovanni Mormile.............Martedì.............1.0.1.1.
Gigi San Marzano..............Mercoledì..............2.2.0.2.
Mefistofele.........................Giovedì...............0.3.3.1.
Ellick..................................Venerdì..............1.1.1.1.
Andrea Del Caro.......................Sabato............4.o.2.3.
Medi---------------------------Domenica...........0.1.0.0.
Il marchese rimase di sasso. Che significa quella specie di tabella settimanale in cui sei nomi di amici, oltre il suo nome , erano scritti? Che significava questa nuova manifestazione dell'ingegnosità metodica e ordinatrice di sua moglie? Un terribile baleno gli rischiarò d'improvviso la mente. Era quella una contabilità d'amore? Impossibile! Il marchese Medi scacciò da se', con molta buona volontà di ostinazione, il sospetto; non cercò ; non indagò; non spiò; non volle sciogliere l'enigma; non volle sapere.
Rimise il libro di pelle d'onagro sotto il sachet celeste; ed uscì quietamente. La marchesa Clara, la mite, la pura , turris eburnea, seguita , crediamo , a tener la contabilità del mese di maggio, segnando in colonna le cifre con la delicata mano che fa tante elemosine e sa tante cose.
Noi la incontreremo ancora per la via dei Condotti, per la piazza di Spagna, per il Corso; e descriveremo alle nostre lettrici le sue toilettes originali,
La marchesa Clara Medi passa , alli occhi del mondo, per una signora spirituale benché non spiritosa. Ella ha tutta la figura illuminata di soave idealità. Il colore della sua pelle è perfettamente latteo , e il latteo candore è venato , su le tempie e su la fronte e su li angoli dalla bocca e sul collo , di sottilissime trame azzurrine;il colore delli occhi ha la mite chiarezza delle turchesi persiane; il colore dei capelli è simile a quello del buon thè du Soleil che rimane a raffreddare in fondo a una fine tazza rosea del Giappone. Le mani sono d'una sottigliezza e d'una trasparenza indescrivibili, toutes petites, toutes belles, come quelle cantate da Paolo Verlaine, mains cosacrées, mains vénérées, terminate da unghie d'onice.
La marchesa Clara ha poi una voce melodiosa e piena di note lusinghevoli; ed ha un riso pieno d'ingenuità infantile, un riso casto.
Ella passa nel mondo circondata da una specie di reverenza e di ossequio .Lì uomini, anche i più audaci, non oserebbero sfiorarle la punta delle dita o il gomito o i ginocchi. Tutti i desideri paiono cadere d'innanzi a quella pura freddezza paralitica . Nelle conversazioni, quando sul finire del five o' clock tea cresce il calore delle parole e le dame e i cavalieri si sentono un po' inebriate dall'aria chiusa e dal vapore del the, se la marchesa Clara si accosta a un crocchio dove si racconta qualche storiella galante o si fa un po' di maldicenza con motti ambigui, i raccontatori e i maldicenti ammutoliscono, presi involontariamente da una specie di pudore. Nei balli la marchesa non va quasi mai scollata o porta una piccola scollatura quadra attenuata anche dal merletto. Non balla mai il valzer; ama l'ondeggiamento lento delle mazurke e gl'inchini prolungati dei lanciers. Al buffet beve molti sciroppi con acqua non troppo fredda e di rado prende un pezzetto di paté. Ella possiede però (e questo in lei è singolarissimo) la scienza della toilette. Poche signore della società romana vestono con tanta eleganza e insieme con tanta squisitezza di semplicità. Noi l'incontrammo, due giorni fa, per la via dei Condotti d'innanzi alle vetrine della signora Beretta dove ella ammirava un meraviglioso brule-parfums di argento cesellato. Aveva una veste di merletti neri pieghettata posteriormente e davanti aperta e circondata d'un piccolo merletto che risaliva dalle due parti del tablier formando spirale sopra una jupe di satin di cui la parte anteriore era tutta ricamata dal collo ai piedi. All'encolure, tagliata molto bassa, un merletto larghissimo à tuyaux saliva diritto sino al mento, girava il collo e discendeva in cascata nel mezzo della schiena, terminando in un gran nodo di merletto che ricadeva su la jupe.
Ieri poi, tra un riso languido di sole e una lacrima di pioggia, la vedemmo pel Corso. Aveva una toilette en étamine vert mousse, con una visite Kanguroo. Il cappello di paglia chinée bruna e bianca, a larghe falde, le circondava la faccia; una sciarpa d'étamine metteva delle pieghe su 'l davanti e un mazzo di borragine di papaveri di velluto si levava audacemente a sinistra. Le falde del cappello erano foderate d'una étamine lamée di cui li innumerevoli fili aurei scintillavano come i raggi d'un nimbo sacro.
La marchesa Clara è stata educata in provincia, sino a diciassette anni , nella casa di una vecchia zia principessa di Corròpoli. La casa è austera , ci dicono ; è un castello dell'evo medio, adattato alli usi della vita moderna ma conservante ancora una cert'aria cupa di grandezza feudale. In quella casa l'angelica Clara si è assuefatta all'ordine, al metodo, alla precisione, a fare sempre le stesse cose alle date stabilite, ad assistere sempre alle stesse faccende nelle ore e nei giorni stabiliti.In quella casa ella teneva le note dei conti, sorvegliava i domestici, ordinava una immensa quantità di biancheria negli armadi giganteschi, disponeva i ceri nuovi nella cappella gentilizia, scriveva all'arcivescovo le lettere d'invito a pranzo ogni settimana, leggeva tutti i giorni alla zia tra le quattro e le cinque del pomeriggio una gazzetta cattolica, e ricamava lentamente una pianeta. Nell'anno le due occupazioni predilette erano :la raccolta del fior di spigo per la biancheria, nel giorno di San Giovanni; e la confezione delle conserve di frutta, nel mese di settembre. Dopo il matrimonio, ella è rimasta nelle consuetudini; ella sente il bisogno di essere ordinata, di tener nota d'ogni minima cosa , di fare i conti ad ogni minima occasione, di non lasciarsi nulla sfuggire senza la debita classificazione.
Il marchese Medi , fino a quindici giorni fa, era un uomo felice. Non si levava la mattina ne' andava a letto la sera se prima non aveva ringraziato il cielo d'averlo bene ispirato il giorno in cui scelse per moglie una donna così innocente, così buona , così casta , così virtuosa, così dissimile dalle altre che sono vane , leggere , beffarde, insofferenti e infedeli.
Quindici giorni fa egli, rovistando in un cassettone per cercare non sappiamo che cosa , scoprì sotto un sachet di raso celeste profumato di peau d'Espagne un piccolo libro rilegato in pelle d'onagro con fermagli ed angoli d'argento cesellato , un piccolo libro misterioso e peccaminoso all'apparenza. Restò, un momento, esitante e stupefatto.
Perché il libro era nascosto? Era qualche dizionaretto d'amore? qualcuno di quei libri proibiti che le fanciulle leggono in segreto, tremando, per l'avidità di sapere? qualche romanzo instigatore, di quelli che le amiche corrotte prestano alle amiche innocenti? oppure un libro di preghiere, un libro di sonetti purgati, un libro di memorie virginali?
Il buon marchese , vinta la prima esitazione, aprì il libro e lesse qua e là pagine d'un color crème tenero su cui s'incalzavano i caratteri un po' tremuli d'un color violetto chiaro.
Erano note quasi tutte brevi, da principio: frasi trascritte da un volume amato, emistichi di poesie sentimentali, motti simbolici. Poi,via, via, le note cominciavano ad allungarsi; e qua e là cominciavano a comparire curiosi capricci grafici, cifre seguite da punti d'esclamazione,cifre seguite da interrogativi di grandezza crescente, parole enigmatiche, mezze parole , segni convenzionali. Le note più lunghe contenevano giudizii piuttosto vivi, impressioni non molto pudiche , dubbi, inquietudini, reveries amorose, ed anche alcuni epigrammi contro il marito, alcune domande indiscrete, alcuni rimpianti, alcune osservazioni crudelissime.
In una pagina poi, proprio nel mezzo , stava questa tavola , segnata con grande accuratezza, tra mezzo a cinque o sei altre pagine evidentemente stappate:
Mese di aprile
Mario Guida................Lunedì.........3.1.1.2
Giovanni Mormile.............Martedì.............1.0.1.1.
Gigi San Marzano..............Mercoledì..............2.2.0.2.
Mefistofele.........................Giovedì...............0.3.3.1.
Ellick..................................Venerdì..............1.1.1.1.
Andrea Del Caro.......................Sabato............4.o.2.3.
Medi---------------------------Domenica...........0.1.0.0.
Il marchese rimase di sasso. Che significa quella specie di tabella settimanale in cui sei nomi di amici, oltre il suo nome , erano scritti? Che significava questa nuova manifestazione dell'ingegnosità metodica e ordinatrice di sua moglie? Un terribile baleno gli rischiarò d'improvviso la mente. Era quella una contabilità d'amore? Impossibile! Il marchese Medi scacciò da se', con molta buona volontà di ostinazione, il sospetto; non cercò ; non indagò; non spiò; non volle sciogliere l'enigma; non volle sapere.
Rimise il libro di pelle d'onagro sotto il sachet celeste; ed uscì quietamente. La marchesa Clara, la mite, la pura , turris eburnea, seguita , crediamo , a tener la contabilità del mese di maggio, segnando in colonna le cifre con la delicata mano che fa tante elemosine e sa tante cose.
Noi la incontreremo ancora per la via dei Condotti, per la piazza di Spagna, per il Corso; e descriveremo alle nostre lettrici le sue toilettes originali,
lunedì 20 maggio 2019
Arthur Rimbaud "IL BATTELLO EBBRO"
20-5-2019
Poiché andavo scendendo lungo i Fiumi impassibili,
Sentii che i bardotti non mi guidavan più:
Ignudi ed inchiodati ai pali variopinti,
I pellirossa striduli li avevan bersagliati,
Col mio cotone inglese, col mio grano fiammingo,
Non mi curavo più di avere un equipaggio.
Quando , assieme ai bardotti, si spensero i clamori,
I fiumi mi lasciarono scender liberamente,
Dentro lo sciabordare aspro delle maree,
L'altro inverno, più sordo di una mente infantile,
lo corsi! E le Penisole strappate dagli ormeggi
Non subirono mai sconquasso più trionfante.
La tempesta ha sorriso ai miei risvegli in mare,
Più lieve di un turacciolo ho danzato sui flutti
Che eternamente spingono i corpi delle vittime,
Dieci notti, e irridevo l'occhio insulso dei fari!
Più dolce che ai fanciulli qualche acida polpa,
L'acqua verde filtrò nel mio scafo di abete
E dalle macchie rosse di vomito e di vino
Mi lavò, disperdendo il timone e i ramponi.
Da allora sono immerso nel Poema del Mare
Che, lattescente e invaso dalla luce degli astri,
Morde l'acqua turchese, dentro cui, fluttuando,
Scende estatico un morto pensoso e illividito;
Dove, tingendo a un tratto l'azzurrità, deliri
E ritmi prolungati nel giorno rutilante,
Più stordenti dell'alcol, più vasti delle lire,
Fermentano i rossori amari dell'amore!
Io so i cieli che scoppiano in lampi, so le tombe,
Le correnti e i riflussi: io so la sera e l'Alba
Che si esalta nel cielo come colombe a stormo;
E qualche volta ho visto quel che l'uomo ha sognato!
Ho visto il sole basso , fosco di orrori mistici,
Che illuminava lunghi coaguli violacei,
Somiglianti ad attori di antichi drammi, i flutti
Che fluivan con tremito di persiane, lontano!
Sognai la notte verde dalle nevi abbagliate,
Bacio che sale lento agli occhi degli Oceani,
La circolazione delle linfe inaudite,
E, giallo e blu , il destarsi dei fosfori canori!
Ho seguito, per mesi, i marosi che assaltano
Gli scogli, come mandorle di isterici bovini,
Stupito che i lucenti piedi delle Marie
Potessero forzare i musi degli Oceani!
Ho cozzato in Floride incredibili:fiori
Sbocciavano fra gli occhi di pantere con pelli
D'uomo! In arcobaleni come redini tesi
A glauche mandrie sotto l'orizzonte dei mari!
Ho visto fermentare gli stagni enormi, nasse
Dove frammezzo ai giunchi marcisce un Leviatano!
Frane d'acqua scuotevano le immobili bonacce,
Cateratte lontane crollavano nei baratri!
Ghiacciai, soli d'argento, flutti madreperlacei,
Cieli ardenti! incagliavo in fondo a golfi bruni
Dove immensi serpenti mangiati dalle cimici
Cadon, da piante torte, con oscuri profumi!
Ai bimbi, avrei voluto mostrare le dorate
Dell'onda cupa e azzurra, o quei pesci canori,
--Schiume di fiori, mentre salpavo, m'han cullato,
E talvolta ineffabili venti m'han dato l'ali.
Martire affaticato dai poli e dalle zone,
Il mare che piangendo mi addolciva il rullio
Faceva salir fiori d'ombra, gialla ventose,
Ed io restavo, simile a una donna in ginocchio,
Quasi isola, scuotendo sui miei bordi i litigi
E lo sterco di uccelli dagli occhi biondi, e urlanti.
Vogano ed attraverso i miei legami fragili
Gli affogati a ritroso scendevano a dormire!
Io, battello perduto nei crini delle cale,
Spinto dall'uragano nell'etra senza uccelli,
---Ne' i velieri anseatici, ne' i Monitori avrebbero
Ripescato il mio scafo ubriacato d'acqua,--
Libero, fumigante, di bruma viola carico;
io che foravo il cielo rossastro come un muro
Che porti, leccornie per i buoni poeti,
Dei licheni di sole e dei mocci d'azzurro;
Io che andavo chiazzato dalle lunule elettriche,
Folle trave , scortato dagli ippocampi neri,
Quando il luglio faceva crollare a scudisciate
I cieli ultramarini dai vortici infuocati;
Io che tremavo udendo gemere a cento leghe
I Behemot in fola ed i densi Maèlstrom,
Filando eternamente sull 'acque azzurre e immobili,
Io ripiango l'Europa dai parapetti antichi!
Ho visto gli arcipelaghi siderei e delle isole
Dai cieli deliranti aperti al vogatore:
---è in queste notti immense che tu dormi e t'esili
Stuolo d'uccelli d'oro, o Vigore futuro?
Ma basta , ho pianto troppo! Le Albe sono strazianti.
Ogni luna mi è atroce ed ogni sole amaro:
L'acre amore mi gonfia di stordenti torpori.
Che la mia chiglia scoppi! Che vada in fondo al mare!
Se desidero un'acqua d'Europa, è la pozzanghera
Nera e gelida, quando, nell'ora del crepuscolo,
Un bimbo malinconico abbandona, in ginocchio,
Un battello leggero come farfalla a maggio.
Non posso più , bagnato da quei languori, onde,
Filare nella scia di chi porta cotone,
Ne' fendere l'orgoglio dei pavesi e dei labari,
Ne' vogar sotto gli occhi orrendi dei pontoni.
Poiché andavo scendendo lungo i Fiumi impassibili,
Sentii che i bardotti non mi guidavan più:
Ignudi ed inchiodati ai pali variopinti,
I pellirossa striduli li avevan bersagliati,
Col mio cotone inglese, col mio grano fiammingo,
Non mi curavo più di avere un equipaggio.
Quando , assieme ai bardotti, si spensero i clamori,
I fiumi mi lasciarono scender liberamente,
Dentro lo sciabordare aspro delle maree,
L'altro inverno, più sordo di una mente infantile,
lo corsi! E le Penisole strappate dagli ormeggi
Non subirono mai sconquasso più trionfante.
La tempesta ha sorriso ai miei risvegli in mare,
Più lieve di un turacciolo ho danzato sui flutti
Che eternamente spingono i corpi delle vittime,
Dieci notti, e irridevo l'occhio insulso dei fari!
Più dolce che ai fanciulli qualche acida polpa,
L'acqua verde filtrò nel mio scafo di abete
E dalle macchie rosse di vomito e di vino
Mi lavò, disperdendo il timone e i ramponi.
Da allora sono immerso nel Poema del Mare
Che, lattescente e invaso dalla luce degli astri,
Morde l'acqua turchese, dentro cui, fluttuando,
Scende estatico un morto pensoso e illividito;
Dove, tingendo a un tratto l'azzurrità, deliri
E ritmi prolungati nel giorno rutilante,
Più stordenti dell'alcol, più vasti delle lire,
Fermentano i rossori amari dell'amore!
Io so i cieli che scoppiano in lampi, so le tombe,
Le correnti e i riflussi: io so la sera e l'Alba
Che si esalta nel cielo come colombe a stormo;
E qualche volta ho visto quel che l'uomo ha sognato!
Ho visto il sole basso , fosco di orrori mistici,
Che illuminava lunghi coaguli violacei,
Somiglianti ad attori di antichi drammi, i flutti
Che fluivan con tremito di persiane, lontano!
Sognai la notte verde dalle nevi abbagliate,
Bacio che sale lento agli occhi degli Oceani,
La circolazione delle linfe inaudite,
E, giallo e blu , il destarsi dei fosfori canori!
Ho seguito, per mesi, i marosi che assaltano
Gli scogli, come mandorle di isterici bovini,
Stupito che i lucenti piedi delle Marie
Potessero forzare i musi degli Oceani!
Ho cozzato in Floride incredibili:fiori
Sbocciavano fra gli occhi di pantere con pelli
D'uomo! In arcobaleni come redini tesi
A glauche mandrie sotto l'orizzonte dei mari!
Ho visto fermentare gli stagni enormi, nasse
Dove frammezzo ai giunchi marcisce un Leviatano!
Frane d'acqua scuotevano le immobili bonacce,
Cateratte lontane crollavano nei baratri!
Ghiacciai, soli d'argento, flutti madreperlacei,
Cieli ardenti! incagliavo in fondo a golfi bruni
Dove immensi serpenti mangiati dalle cimici
Cadon, da piante torte, con oscuri profumi!
Ai bimbi, avrei voluto mostrare le dorate
Dell'onda cupa e azzurra, o quei pesci canori,
--Schiume di fiori, mentre salpavo, m'han cullato,
E talvolta ineffabili venti m'han dato l'ali.
Martire affaticato dai poli e dalle zone,
Il mare che piangendo mi addolciva il rullio
Faceva salir fiori d'ombra, gialla ventose,
Ed io restavo, simile a una donna in ginocchio,
Quasi isola, scuotendo sui miei bordi i litigi
E lo sterco di uccelli dagli occhi biondi, e urlanti.
Vogano ed attraverso i miei legami fragili
Gli affogati a ritroso scendevano a dormire!
Io, battello perduto nei crini delle cale,
Spinto dall'uragano nell'etra senza uccelli,
---Ne' i velieri anseatici, ne' i Monitori avrebbero
Ripescato il mio scafo ubriacato d'acqua,--
Libero, fumigante, di bruma viola carico;
io che foravo il cielo rossastro come un muro
Che porti, leccornie per i buoni poeti,
Dei licheni di sole e dei mocci d'azzurro;
Io che andavo chiazzato dalle lunule elettriche,
Folle trave , scortato dagli ippocampi neri,
Quando il luglio faceva crollare a scudisciate
I cieli ultramarini dai vortici infuocati;
Io che tremavo udendo gemere a cento leghe
I Behemot in fola ed i densi Maèlstrom,
Filando eternamente sull 'acque azzurre e immobili,
Io ripiango l'Europa dai parapetti antichi!
Ho visto gli arcipelaghi siderei e delle isole
Dai cieli deliranti aperti al vogatore:
---è in queste notti immense che tu dormi e t'esili
Stuolo d'uccelli d'oro, o Vigore futuro?
Ma basta , ho pianto troppo! Le Albe sono strazianti.
Ogni luna mi è atroce ed ogni sole amaro:
L'acre amore mi gonfia di stordenti torpori.
Che la mia chiglia scoppi! Che vada in fondo al mare!
Se desidero un'acqua d'Europa, è la pozzanghera
Nera e gelida, quando, nell'ora del crepuscolo,
Un bimbo malinconico abbandona, in ginocchio,
Un battello leggero come farfalla a maggio.
Non posso più , bagnato da quei languori, onde,
Filare nella scia di chi porta cotone,
Ne' fendere l'orgoglio dei pavesi e dei labari,
Ne' vogar sotto gli occhi orrendi dei pontoni.
domenica 19 maggio 2019
Riflessioni, e pensieri sparsi di Pina Maria Speranza Raciti
19--5--2019
L'arte, è l'anima dell'uomo, che si rende visibile!
L'arte, nel campo della pittura, in modo particolare, ma pure nel campo della scultura, ha avuto, nella vecchia Europa, una funzione educativa, oltre ad essere, la gioia dello spirito.
Nella crescita delle comunità cristiane, la presenza degli affreschi nei luoghi di culto, che raccontano il vangelo, ed i sacri testi, devono essere letti, come guide per un popolo , che analfabeta, non sapeva, ne' leggere, ne' scrivere, parlando il volgare , non conosceva la lingua latina.
La chiesa , è divenuta, la più importante , committente, per opere artistiche, e molti artisti,i più grandi, hanno reso di una bellezza impareggiabile, molte basiliche.Essi costituiscono,il nostro patrimonio culturale, al di là dell'essere credente o ateo.
Il rappresentare un Dio-Padre , canuto, segno di bontà e di saggezza, ha una funzione teologica-educativa,cercando di spiegare un concetto di per se molto complesso;ma è ben lungi del pretendere di rappresentare :L'ASSOLUTO.
Maggio volge al termine,il mese mariano per eccellenza.
Il cristianesimo è necessariamente , fondamentalmente, mariano; perché si inscrive nel "FIAT" di Maria. Senza il suo "FIAT" , non ci sarebbe il cristianesimo. Maria, è il nodo attorno al quale :
nasce, cresce, si sviluppa, la chiesa cristiana. Maria, la donna del silenzio( solo nel silenzio si può percepire, il Signore), si trova inserita nella realtà evangelica , che percorre , in punta di piede, dal concepimento di Gesù, alla croce; e poi dalla Pentecoste, nel tempo e nello spazio dell'umanità.
Maria ,la si trova, dove c'è Gesù, e l'incontro con Lei avviene solo nell'incontro con Gesù, nell'ascolto della Santa Parola.
Pregare Maria ,si! ma non è necessaria una statua, ne' un'immagine, seppure belle. Cercare Maria solo nel contesto, della ricerca di Lui!
" Santa Maria Vergine, non vi è alcuna
simile a te, nata nel mondo, fra le donne,
figlia e ancella dell'Altissimo Re , il Padre
celeste, madre del Santissimo Signore nostro-
-Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo; prega
per noi e con San Michele Arcangelo e con tutte le
virtù dei cieli, e con tutti i Santi, presso il tuo
Santissimo Figlio diletto, nostro Signore e
nostro Maestro. " San Francesco d'Assisi
L'arte, è l'anima dell'uomo, che si rende visibile!
L'arte, nel campo della pittura, in modo particolare, ma pure nel campo della scultura, ha avuto, nella vecchia Europa, una funzione educativa, oltre ad essere, la gioia dello spirito.
Nella crescita delle comunità cristiane, la presenza degli affreschi nei luoghi di culto, che raccontano il vangelo, ed i sacri testi, devono essere letti, come guide per un popolo , che analfabeta, non sapeva, ne' leggere, ne' scrivere, parlando il volgare , non conosceva la lingua latina.
La chiesa , è divenuta, la più importante , committente, per opere artistiche, e molti artisti,i più grandi, hanno reso di una bellezza impareggiabile, molte basiliche.Essi costituiscono,il nostro patrimonio culturale, al di là dell'essere credente o ateo.
Il rappresentare un Dio-Padre , canuto, segno di bontà e di saggezza, ha una funzione teologica-educativa,cercando di spiegare un concetto di per se molto complesso;ma è ben lungi del pretendere di rappresentare :L'ASSOLUTO.
Maggio volge al termine,il mese mariano per eccellenza.
Il cristianesimo è necessariamente , fondamentalmente, mariano; perché si inscrive nel "FIAT" di Maria. Senza il suo "FIAT" , non ci sarebbe il cristianesimo. Maria, è il nodo attorno al quale :
nasce, cresce, si sviluppa, la chiesa cristiana. Maria, la donna del silenzio( solo nel silenzio si può percepire, il Signore), si trova inserita nella realtà evangelica , che percorre , in punta di piede, dal concepimento di Gesù, alla croce; e poi dalla Pentecoste, nel tempo e nello spazio dell'umanità.
Maria ,la si trova, dove c'è Gesù, e l'incontro con Lei avviene solo nell'incontro con Gesù, nell'ascolto della Santa Parola.
Pregare Maria ,si! ma non è necessaria una statua, ne' un'immagine, seppure belle. Cercare Maria solo nel contesto, della ricerca di Lui!
" Santa Maria Vergine, non vi è alcuna
simile a te, nata nel mondo, fra le donne,
figlia e ancella dell'Altissimo Re , il Padre
celeste, madre del Santissimo Signore nostro-
-Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo; prega
per noi e con San Michele Arcangelo e con tutte le
virtù dei cieli, e con tutti i Santi, presso il tuo
Santissimo Figlio diletto, nostro Signore e
nostro Maestro. " San Francesco d'Assisi
sabato 18 maggio 2019
da "SEMI DI CONTEMPLAZIONE" di Tomas Merton
18-5-2019
----Quindi , in tutto il grande mistero di Maria, una cosa rimane ben chiara: che per se stessa non è nulla, e che Dio per amor nostro ha trovato Sua Delizia nel manifestare la Sua gloria e il Suo amore in Lei.-------------------------------------
è LEI che è stata predestinata da Dio in questi ultimi tempi a manifestare tutto il potere che EGLI le ha conferito per sua povertà, salvando gli ultimi uomini che vivranno fra le rovine del mondo in fiamme. Ma se l'ultima età del mondo, per la malvagità umana, sarà probabilmente la più terribile, per la clemenza della Beata Vergine sarà, anche per i poveri che hanno ricevuto la sua misericordia, la più vittoriosa e la più grandiosa.-----------------------
----Quindi , in tutto il grande mistero di Maria, una cosa rimane ben chiara: che per se stessa non è nulla, e che Dio per amor nostro ha trovato Sua Delizia nel manifestare la Sua gloria e il Suo amore in Lei.-------------------------------------
è LEI che è stata predestinata da Dio in questi ultimi tempi a manifestare tutto il potere che EGLI le ha conferito per sua povertà, salvando gli ultimi uomini che vivranno fra le rovine del mondo in fiamme. Ma se l'ultima età del mondo, per la malvagità umana, sarà probabilmente la più terribile, per la clemenza della Beata Vergine sarà, anche per i poveri che hanno ricevuto la sua misericordia, la più vittoriosa e la più grandiosa.-----------------------
venerdì 17 maggio 2019
da:"SEMI DI CONTEMPLAZIONE" di Tomas Merton
17-5-2019
..è più facile servire gli dei dell'odio, perché questi traggono profilo dalla fanatica adorazione collettiva. Per servire il Dio d'Amore bisogna essere liberi, bisogna assumersi la terribile responsabilità di amare, nonostante ogni indegnità sia in se stessi che nel prossimo.-----------------La radice dell'amore cristiano non è la volontà di amare , ma credere che si è amati. Credere che Dio ci ama. Credere che Dio ci ama anche se siamo indegni, o meglio , che Egli ci ama , indipendentemente dei nostri meriti!-------------------------------
Non che qualcuno ti impedisca di vivere felice; sei tu stesso che non sai quello che vuoi. Piuttosto che ammetterlo però fingi che qualcuno t'impedisca di essere libero. Questo qualcuno sei tu stesso.-----------------------------------------------------------------------
Così , invece di amare ciò che tu credi sia la pace , ama gli altri uomini e ama soprattutto Dio. E invece di odiare coloro che credi fomentatori di guerra, odia gli appetiti e il disordine della tua anima, che sono le cause della guerra. Se ami la pace , odia l'ingiustizia, odia la tirannia , odia l'avidità:ma odia queste cose in te stesso, e non negli altri.-----------------------------------------------
Quindi, se vuoi avere nel cuore gli affetti e le disposizioni che erano quelli di Cristo sulla terra , consulta non la tua immaginazione , ma la fede. Entra nelle tenebre della rinuncia interiore, spoglia l'anima tua dalle immagini e lascia che Cristo si fermi in te con la Sua Croce.-----------------------------------------------------------------------------------------------
Vita in Cristo è vita nel mistero della croce. Non è soltanto una nascosta partecipazione soprannaturale alla vita divina nell'eternità, ma partecipazione ad un mistero divino; è un'azione sacra nella quale Dio stesso entra nel tempo e, con la cooperazione degli uomini che hanno risposto al Suo appello e sono stati uniti in una santa assemblea, la Chiesa, effettua l'opera della redenzione dell'uomo
..è più facile servire gli dei dell'odio, perché questi traggono profilo dalla fanatica adorazione collettiva. Per servire il Dio d'Amore bisogna essere liberi, bisogna assumersi la terribile responsabilità di amare, nonostante ogni indegnità sia in se stessi che nel prossimo.-----------------La radice dell'amore cristiano non è la volontà di amare , ma credere che si è amati. Credere che Dio ci ama. Credere che Dio ci ama anche se siamo indegni, o meglio , che Egli ci ama , indipendentemente dei nostri meriti!-------------------------------
Non che qualcuno ti impedisca di vivere felice; sei tu stesso che non sai quello che vuoi. Piuttosto che ammetterlo però fingi che qualcuno t'impedisca di essere libero. Questo qualcuno sei tu stesso.-----------------------------------------------------------------------
Così , invece di amare ciò che tu credi sia la pace , ama gli altri uomini e ama soprattutto Dio. E invece di odiare coloro che credi fomentatori di guerra, odia gli appetiti e il disordine della tua anima, che sono le cause della guerra. Se ami la pace , odia l'ingiustizia, odia la tirannia , odia l'avidità:ma odia queste cose in te stesso, e non negli altri.-----------------------------------------------
Quindi, se vuoi avere nel cuore gli affetti e le disposizioni che erano quelli di Cristo sulla terra , consulta non la tua immaginazione , ma la fede. Entra nelle tenebre della rinuncia interiore, spoglia l'anima tua dalle immagini e lascia che Cristo si fermi in te con la Sua Croce.-----------------------------------------------------------------------------------------------
Vita in Cristo è vita nel mistero della croce. Non è soltanto una nascosta partecipazione soprannaturale alla vita divina nell'eternità, ma partecipazione ad un mistero divino; è un'azione sacra nella quale Dio stesso entra nel tempo e, con la cooperazione degli uomini che hanno risposto al Suo appello e sono stati uniti in una santa assemblea, la Chiesa, effettua l'opera della redenzione dell'uomo
giovedì 16 maggio 2019
LA FONTAINE : FAVOLE "La cicala e la formica" "Il corvo e la volpe"
16-5-2019
La Cicala che imprudente
tutta estate al sol cantò,
provveduta di niente
nell'inverno si trovò,
senza più un granello e senza
una mosca in la credenza
.
Affamata e piagnolosa
va a cercar della Formica
e le chiede qualche cosa,
qualche cosa in cortesia,
per poter fino alla prossima
primavera tirar via:
promettendo per l'agosto,
in coscienza d'animale,
interessi e capitale.
La formica che ha il difetto
di prestar malvolentieri,
le dimanda chiaro e netto:
---Che hai tu fatto fino a ieri?
---Cara amica, a dire il giusto
non ho fatto che cantare
tutto il tempo,---Brava, ho gusto;
balla adesso , se ti pare.
La Cicala che imprudente
tutta estate al sol cantò,
provveduta di niente
nell'inverno si trovò,
senza più un granello e senza
una mosca in la credenza
.
Affamata e piagnolosa
va a cercar della Formica
e le chiede qualche cosa,
qualche cosa in cortesia,
per poter fino alla prossima
primavera tirar via:
promettendo per l'agosto,
in coscienza d'animale,
interessi e capitale.
La formica che ha il difetto
di prestar malvolentieri,
le dimanda chiaro e netto:
---Che hai tu fatto fino a ieri?
---Cara amica, a dire il giusto
non ho fatto che cantare
tutto il tempo,---Brava, ho gusto;
balla adesso , se ti pare.
Sen stava messer Corvo sopra un albero
con un bel pezzo di formaggio in becco,
,quando la Volpe tratta al dolce lecco
di quel boccon a dirgli cominciò:
---Salve, messer del Corvo, io non conosco
uccel di voi più vago in tutto il bosco.
Se è ver quel che si dice
che il vostro canto è bel come son belle
queste penne , voi siete una Fenice---.
A questo dir non sta più nella pelle
il Corvo vanitoso:
e volendo alla Volpe dare un saggio
del suo canto famoso,
spalanca il becco e uscir lascia il formaggio.
La Volpe il piglia e dice:--Ecco , mio caro,
chi dell'adulator paga le spese.
Fanne tuo pro' che forse
la mia lezione vale il tuo formaggio-.
Il Corvo sciocco intese
e(un po' tardi) giurò d'esser più saggio.
mercoledì 15 maggio 2019
da:"IL DOTTORE ZIVAGO" di Borìs Pasternàk
15-5-2019
Quando il vangelo dice che nel regno di Dio non c'è ne' greco ne' giudeo, vuol dire solamente che davanti a Dio tutti sono uguali? No, per questo non occorreva il Vangelo, lo sapevano ancora prima i filosofi della Grecia, i moralisti romani, i profeti dell'Antico Testamento. Ma il Vangelo intendeva:In quel nuovo modo di esistenza pensato dal cuore, in quella nuova forma di comunione che si chiama regno di Dio, non ci sono popoli ma individui.-------------------------------Mi è sempre sembrato che ogni concepimento sia immacolato, e che nel dogma su quello della Madre di Dio, si esprima l'idea universale della maternità.---------------------------
In ogni donna che genera si trova lo stesso senso di solitudine, di distacco, di abbandono a se stessa. L'uomo ormai, in questo particolare momento, rimane a tal punto estraneo che è come se in nessun modo ne fosse stato partecipe e tutto fosse caduto dal cielo.------------------------------------La donna è sola a mettere al mondo la propria creatura, solo con lei si ritira su un altro piano dell'esistenza, dove c'è più silenzio e si può tenere senza paura una culla. E sola, in silenziosa umiltà, la nutre e la cresce.----------------------------------------------------------------------------------------------Si rivolgono alla Madre di Dio:" Prega di tutto cuore il Figlio tuo e tuo Dio--" Le pongono sulle labbra versetti del salmo":E lo Spirito mio esulta in Dio, poiché Egli ha riguardato alla bassezza della sua ancella. Perché, ecco , d'ora innanzi, tutte le età mi chiameranno beata" Questo lei dice della sua creatura, sarà Lui a glorificarla[ perché il Possente mi ha fatto grande cose] e Lei la sua gloria. Ma la stessa cosa può dire ogni donna. Il suo Dio è nel bambino. Le madri dei grandi uomini devono provare questa sensazione. Ma tutte le madri sono madri di grandi uomini e non è colpa loro se poi la vita le deluda.------
Quando il vangelo dice che nel regno di Dio non c'è ne' greco ne' giudeo, vuol dire solamente che davanti a Dio tutti sono uguali? No, per questo non occorreva il Vangelo, lo sapevano ancora prima i filosofi della Grecia, i moralisti romani, i profeti dell'Antico Testamento. Ma il Vangelo intendeva:In quel nuovo modo di esistenza pensato dal cuore, in quella nuova forma di comunione che si chiama regno di Dio, non ci sono popoli ma individui.-------------------------------Mi è sempre sembrato che ogni concepimento sia immacolato, e che nel dogma su quello della Madre di Dio, si esprima l'idea universale della maternità.---------------------------
In ogni donna che genera si trova lo stesso senso di solitudine, di distacco, di abbandono a se stessa. L'uomo ormai, in questo particolare momento, rimane a tal punto estraneo che è come se in nessun modo ne fosse stato partecipe e tutto fosse caduto dal cielo.------------------------------------La donna è sola a mettere al mondo la propria creatura, solo con lei si ritira su un altro piano dell'esistenza, dove c'è più silenzio e si può tenere senza paura una culla. E sola, in silenziosa umiltà, la nutre e la cresce.----------------------------------------------------------------------------------------------Si rivolgono alla Madre di Dio:" Prega di tutto cuore il Figlio tuo e tuo Dio--" Le pongono sulle labbra versetti del salmo":E lo Spirito mio esulta in Dio, poiché Egli ha riguardato alla bassezza della sua ancella. Perché, ecco , d'ora innanzi, tutte le età mi chiameranno beata" Questo lei dice della sua creatura, sarà Lui a glorificarla[ perché il Possente mi ha fatto grande cose] e Lei la sua gloria. Ma la stessa cosa può dire ogni donna. Il suo Dio è nel bambino. Le madri dei grandi uomini devono provare questa sensazione. Ma tutte le madri sono madri di grandi uomini e non è colpa loro se poi la vita le deluda.------
martedì 14 maggio 2019
LA VITA CRISTIANA: ministero nello Spirito di p. Agostino Nuvoli osb
14-5-2019
è noto
che voi siete una lettera di Cristo
composta da noi,
scritta non con inchiostro
ma con lo Spirito del Dio vivente,
non su tavole di pietra
ma sulle tavole di carne dei vostri cuori!
Questa è la fiducia che abbiamo
per mezzo di Cristo (2 Cor 3,1--14)
-----il nostro orecchio vuole essere attento a questo !ministero" dello Spirito, cioè al suo servizio di amore, effuso abbondantemente nei nostri cuori. Di conseguenza e come riflesso di questa intesa, anche la nostra esistenza si può dispiegare in una gioiosa disponibilità delle nostre risorse umane come " ministero" dello Spirito cioè un servizio intimo e personale a Lui.
è quanto mai significativa la premessa che apre la considerazione di Paolo:" è noto" Paolo pone come realtà risaputa dalle comunità cristiane, che i cristiani, cioè quegli uomini e donne che "vivono in Cristo",e quindi non tanto le "sue pergamene", sono il vero Evangelo, il lieto annuncio che Cristo dona al mondo.
Una lettera , che composta dall'Apostolo, è però intimamente e misteriosamente incisa nei cuori dei credenti di Corinto con il fuoco dello Spirito. Non è affidata unicamente al labile inchiostro racchiuso in pergamene. è proprio questo impegno da parte dello Spirito che pervade di fiducia e dà garanzia all' Apostolo.----Anzi Paolo si riscopre sempre più , attraverso le fatiche del suo ministero a servizio di una causa che ha la sua forza innovativa, non nell'effluvio di parole umane, ma nell'azione interiore dello Spirito.Pensiamo a questo proposito ai primi passi dell'evangelizzazione a Corinto, così come sono evocati dallo stesso Apostolo:"Quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziare la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi che Cristo è Cristo crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molta trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza."-------------
"forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza".
La vita di Paolo, come quella dei cristiani di Corinto, penetrata interiormente da questa azione dello Spirito, si dispiega in un comportamento, in relazioni umane che sono animate e sostenute da uno stile di trasparenza e di coraggio. Uno stile , sottolinea l'Apostolo, che non è semplice frutto di un "animo sincero che dice pane al pane e vino al vino"; o conseguenza di "uno che non ha mai paura di nessuno". è piuttosto la disponibilità interiore a farsi strappare la maschera dal proprio volto, in un atteggiamento di totale orientamento della nostra persona a Gesù: la conversione!
Non è la nostra abilità spirituale e tanto meno le nostre risorse umane che ci portano a vivere questa esperienza di franchezza e libertà; ma è la presenza del Signore che opera nel tessuto della nostra umanità attraverso il suo Spirito.--------------
Queste affermazioni così dense e sintetiche dell'Apostolo ci invitano ad alcune considerazioni che raggruppiamo in tre punti:
1)
Il cristiano è lettera-evangelo di Cristo, scritto con lo Spirito. è bene sottolineare questa dimensione personale della vita del credente. L'Apostolo affida la consistenza dell'annuncio cristiano non alla letteratura ma alla vita e alla persona del credente. Senza il peso di questa testimonianza , ogni scritto, per quanto "sacro", è di fatto "mortificante",impoverisce; e quando si chiude in se stesso , naufraga in una palude che ristagna, senza alcun segno di vita. Il ruolo dello Spirito nella Nuova Alleanza, nel nuovo rapporto che Gesù di Nazareth ha instaurato tra Dio e l'uomo, è quindi decisivo, nel senso che solo Lui riesce a incidere nel cuore di una esistenza umana l'incredibile storia dell'amore che Dio nutre per lui. Senza la sua azione interiore e lievitante, l'evangelo di Gesù resterebbe , racchiuso nei libri ;magari oggetto di un culto e di venerazione nelle chiese, ma non quella storia che, iniziata da Gesù, varca il suo ambito storico e raggiunge l'uomo nel cammino della vita e della sua storia.
2)
"MINISTERO DELLO SPIRITO", cioè il suo servizio a favore di questa storia di amore voluta dal Padre e offerta all'uomo dal suo Figlio Gesù. La caratteristica dell'azione che lo Spirito opera nel cristiano consiste in questo impegno di affidare e consegnare la storia d'amore di Gesù al cuore libero e fiducioso di quelle donne e di quegli uomini che credono nella Parola e nella Vita di Gesù. E quando si è intimamente segnati, profondamente convinti e motivati, allora anche la vita del credente si connota come un "ministero dello Spirito". Si dispiega cioè come un servizio allo Spirito che agisce nel loro cuore; come un'offerta di tutte le proprie facoltà e capacità per quella causa d'amore, di dono , di grazia, di gratuità, di comunione che lo Spirito ha effuso con abbondanza nel cuore.
3)
L'inizio concreto--storico di questa avventura spirituale, è segnato da una scelta inconfondibile:"la conversione al Signore"è la decisione attraverso la quale una donna o un uomo orientano decisamente il loro cuore a Gesù nel progetto della propria vita; con tutte le forze cercano dii uscire dal cerchio della loro autosufficienza e della loro solitudine e si aprono a Lui. è qui che incomincia pure nell'impossibilità di valutare appieno la ricchezza di questa nuova esperienza , un cammino di sincera trasparenza con se stessi e con Dio("quel velo sarà tolto!"); di profonda e genuina libertà da ogni falso legalismo e moralismo, per riscoprire la propria immagine , la vera identità umana in un impegno che ci trasforma e ci fa crescere , scandito dallo Spirito, suscitato e alimentato da un amore che si offre alla nostra libertà. "Il Signore è lo Spirito, e dove c'è lo Spirito del Signore,c'è libertà"(2Cor3,17)
è noto
che voi siete una lettera di Cristo
composta da noi,
scritta non con inchiostro
ma con lo Spirito del Dio vivente,
non su tavole di pietra
ma sulle tavole di carne dei vostri cuori!
Questa è la fiducia che abbiamo
per mezzo di Cristo (2 Cor 3,1--14)
-----il nostro orecchio vuole essere attento a questo !ministero" dello Spirito, cioè al suo servizio di amore, effuso abbondantemente nei nostri cuori. Di conseguenza e come riflesso di questa intesa, anche la nostra esistenza si può dispiegare in una gioiosa disponibilità delle nostre risorse umane come " ministero" dello Spirito cioè un servizio intimo e personale a Lui.
è quanto mai significativa la premessa che apre la considerazione di Paolo:" è noto" Paolo pone come realtà risaputa dalle comunità cristiane, che i cristiani, cioè quegli uomini e donne che "vivono in Cristo",e quindi non tanto le "sue pergamene", sono il vero Evangelo, il lieto annuncio che Cristo dona al mondo.
Una lettera , che composta dall'Apostolo, è però intimamente e misteriosamente incisa nei cuori dei credenti di Corinto con il fuoco dello Spirito. Non è affidata unicamente al labile inchiostro racchiuso in pergamene. è proprio questo impegno da parte dello Spirito che pervade di fiducia e dà garanzia all' Apostolo.----Anzi Paolo si riscopre sempre più , attraverso le fatiche del suo ministero a servizio di una causa che ha la sua forza innovativa, non nell'effluvio di parole umane, ma nell'azione interiore dello Spirito.Pensiamo a questo proposito ai primi passi dell'evangelizzazione a Corinto, così come sono evocati dallo stesso Apostolo:"Quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziare la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi che Cristo è Cristo crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molta trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza."-------------
"forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza".
La vita di Paolo, come quella dei cristiani di Corinto, penetrata interiormente da questa azione dello Spirito, si dispiega in un comportamento, in relazioni umane che sono animate e sostenute da uno stile di trasparenza e di coraggio. Uno stile , sottolinea l'Apostolo, che non è semplice frutto di un "animo sincero che dice pane al pane e vino al vino"; o conseguenza di "uno che non ha mai paura di nessuno". è piuttosto la disponibilità interiore a farsi strappare la maschera dal proprio volto, in un atteggiamento di totale orientamento della nostra persona a Gesù: la conversione!
Non è la nostra abilità spirituale e tanto meno le nostre risorse umane che ci portano a vivere questa esperienza di franchezza e libertà; ma è la presenza del Signore che opera nel tessuto della nostra umanità attraverso il suo Spirito.--------------
Queste affermazioni così dense e sintetiche dell'Apostolo ci invitano ad alcune considerazioni che raggruppiamo in tre punti:
1)
Il cristiano è lettera-evangelo di Cristo, scritto con lo Spirito. è bene sottolineare questa dimensione personale della vita del credente. L'Apostolo affida la consistenza dell'annuncio cristiano non alla letteratura ma alla vita e alla persona del credente. Senza il peso di questa testimonianza , ogni scritto, per quanto "sacro", è di fatto "mortificante",impoverisce; e quando si chiude in se stesso , naufraga in una palude che ristagna, senza alcun segno di vita. Il ruolo dello Spirito nella Nuova Alleanza, nel nuovo rapporto che Gesù di Nazareth ha instaurato tra Dio e l'uomo, è quindi decisivo, nel senso che solo Lui riesce a incidere nel cuore di una esistenza umana l'incredibile storia dell'amore che Dio nutre per lui. Senza la sua azione interiore e lievitante, l'evangelo di Gesù resterebbe , racchiuso nei libri ;magari oggetto di un culto e di venerazione nelle chiese, ma non quella storia che, iniziata da Gesù, varca il suo ambito storico e raggiunge l'uomo nel cammino della vita e della sua storia.
2)
"MINISTERO DELLO SPIRITO", cioè il suo servizio a favore di questa storia di amore voluta dal Padre e offerta all'uomo dal suo Figlio Gesù. La caratteristica dell'azione che lo Spirito opera nel cristiano consiste in questo impegno di affidare e consegnare la storia d'amore di Gesù al cuore libero e fiducioso di quelle donne e di quegli uomini che credono nella Parola e nella Vita di Gesù. E quando si è intimamente segnati, profondamente convinti e motivati, allora anche la vita del credente si connota come un "ministero dello Spirito". Si dispiega cioè come un servizio allo Spirito che agisce nel loro cuore; come un'offerta di tutte le proprie facoltà e capacità per quella causa d'amore, di dono , di grazia, di gratuità, di comunione che lo Spirito ha effuso con abbondanza nel cuore.
3)
L'inizio concreto--storico di questa avventura spirituale, è segnato da una scelta inconfondibile:"la conversione al Signore"è la decisione attraverso la quale una donna o un uomo orientano decisamente il loro cuore a Gesù nel progetto della propria vita; con tutte le forze cercano dii uscire dal cerchio della loro autosufficienza e della loro solitudine e si aprono a Lui. è qui che incomincia pure nell'impossibilità di valutare appieno la ricchezza di questa nuova esperienza , un cammino di sincera trasparenza con se stessi e con Dio("quel velo sarà tolto!"); di profonda e genuina libertà da ogni falso legalismo e moralismo, per riscoprire la propria immagine , la vera identità umana in un impegno che ci trasforma e ci fa crescere , scandito dallo Spirito, suscitato e alimentato da un amore che si offre alla nostra libertà. "Il Signore è lo Spirito, e dove c'è lo Spirito del Signore,c'è libertà"(2Cor3,17)
lunedì 13 maggio 2019
da :"CAINO" DI George Byron Dall'atto 3
13-5-2019
ABELE
Dio! o tu che ci creasti e che soffiasti nelle nostre narici il respiro della vita; o tu che ci hai benedetti ed hai rinunciato, malgrado la colpa di nostro padre , a perdere tutti i suoi figli, come sarebbe dovuto essere , se la tua giustizia non fosse stata tanto temperata dalla misericordia di cui ti compiaci, da accordarci un perdono simile ad un Paradiso, messo a fronte delle nostre grandi colpe:--Unico Signore di luce! di bontà, di gloria , di eternità; o tu, senza di cui tutto non sarebbe che male, e con il quale niente può errare, se non per qualche buon fine della tua onnipotente benevolenza--fine inscrutabile, ma che pure si compirà--accetta dal tuo umile pastore, primo fra quelli che saranno tuoi pastori, le primizie dei primi greggi--un'offerta che è niente in se stessa--e quale offerta potrebbe essere qualche cosa per te?---ma pure accettala come rendimento di grazie di colui che l'imbandisce al cospetto del tuo alto cielo, prosternato nella polvere di cui è fatto , in onor tuo, e del tuo nome, per tutta l'eternità.
CAINO
Spirito! qualunque cosa tu sia o chiunque tu sia, onnipotente, è possibile , e , se buono, sarà mostrato dai tuoi atti esenti dal male;Jeova sulla terra! e Dio non cielo! e può anche darsi che ti si debba invocare con altri nomi, perché i tuoi attributi sembrano molti, come le tue opere. Se devi esser propizio con preghiere, prendile! se devi essere esortato con altari e placato con un sacrificio, ricevili! due esseri li hanno qui eretti per te . Se ti compiaci del sangue, l'altare del pastore, che fumiga alla mia destra, lo ha versato in tuo onore dalle primizie del suo armento, di cui le membra adesso fumano ai cieli in un incenso di sangue;o, se i dolci , splendidi frutti della terra , e delle più miti stagioni, che la zolla non macchia su cui io li sparsi offre ora al cospetto dell'immenso sole che li maturò, possono sembrarti adatti a te , in quanto non hanno niente sofferto nelle loro parti o nella loro vita e sono piuttosto un saggio delle tue opere, anziché una supplica a Te di rivolger lo sguardo sulle nostre! Se un altare senza vittima , un altare senza sangue può ottenere il tuo favore, guardalo! ed in quanto a colui che lo ha preparato, egli è così come tu lo facesti, e niente chiede che debba ottenersi col piegar le ginocchia; se egli è malvagio, percuotilo! sei onnipotente, e puoi farlo; come potrebbe opporsi?Se è buono , e tu percuotilo o risparmialo, come vuoi! poiché tutto dipende da te, ed il bene ed il male sembra tua volontà; ed io non so se questa sia volta al bene od al male, poiché ne' sono onnipotente ne' atto a giudicare l'onnipotenza, ma soltanto a subire il comando, che fino ad oggi ho subito.
ABELE
Oh! fratello, prega! Jeova è adirato con te.
CAINO
Perché dici questo?
ABELE
I tuoi frutti sono sparsi sulla terra.
CAINO
Dalla terra vennero, alla terra ritornino; i loro semi fruttificheranno là prima dell'estate: il tuo olocausto è meglio accolto; guarda come il cielo si fa lambire dalle fiamme, quando sono dense di sangue!
ABELE
Non pensare all'accoglimento della mia offerta, ma fanne un'altra per te prima che sia troppo tardi.
CAINO
Non costruirò più altari, io, ne' ne tollererò.
ABELE
Caino! Che intendi?
CAINO
Abbattere quell'abbietto adulatore delle nuvole, il fumoso precursore delle tue ottuse preghiere, il tuo altare , col tuo sangue di agnelli e di capretti che furono nutriti di latte per essere distrutti nel sangue.
ABELE
Non lo farai: guardati bene dall'aggiungere azioni scellerate alle tue scellerate parole! che l'altare rimanga , ora che è stato consacrato dall'immortale compiacimento di Jeova, nel suo gradimento delle vittime.
CAINO
Il Suo! il Suo compiacimento! che cosa vale questo compiacimento nell'odore della carne abbruciacchiata e del sangue fumante a paragone delle madri belanti, che ancora spasimano per la loro prole scannata? o a paragone dell'agonia delle misere vittime ignare sotto il tuo pio coltello? Scostati! questa testimonianza del sangue versato obbrobrio al creato!
ABELE
Fratello , retrocedi! tu non toccherai il mio altare colla violenza: se vuoi servirtene per tentare un altro sacrifico, allora si che è tuo.
CAINO
Un altro sacrificio! scostati, o altrimenti quel sacrificio potrebbe essere.....
ABELE
Che intendi dire?
CAINO
Via, scostati! il tuo Dio ama il sangue! Bada, dunque. Scostati, prima che ne abbia dell'altro!
ABELE
Nel Suo gran nome , m'interpongo fra te e l'altare che ha ottenuto il suo gradimento.
CAINO
Se ami te stesso, sta indietro finché io non abbia sparse queste zolle al suolo donde provennero: altrimenti.....
ABELE
Io amo Dio assai più della vita.
CAINO
Allora rendi la tua vita al tuo Dio, una volta che egli ama le vite.
ABELE
Che hai fatto, fratello mio?
CAINO
Fratello!
ABELE
Dio, accogli il tuo servo e perdona al suo uccisore, poiché non seppe quello che fece. Caino, dammi, dammi la tua mano; e di alla povera Zilla.
CAINO
La mia mano! è tutta rossa, e di...di che? Dove sono? solo? Dov'è Abele? dov'è Caino? è possibile ch'io sia Caino? Fratello mio svegliati! Perché giaci a quel modo sulla terra verde! Non è ora di dormire, questa . Perché così pallido? E che -- sei tu forse--eri così pieno di vita stamane! Abele! ti supplico, non prenderti giuoco di me! io percossi con troppa forza, ma non mortalmente. Ah!, perché volesti opporti a me? ma questo è uno scherzo; e fatto solo per spaventarmi. Fu una percossa, e percossa solo. Muoviti, muoviti, si, muoviti soltanto! Ecco, così va bene! Tu respiri! alita su me! Oh, Dio! Oh, Dio!
ABELE
Chi è che parla di Dio?
CAINO
Colui che ti uccise.
ABELE
Allora Dio gli perdoni! Caino, conforta la povera Zilla;--non ha che un fratello, solo , adesso.
CAINO
Ed io non ne ho più. Chi mi ha reso senza fratello? i suoi occhi sono ancora aperti! allora non è morto! la morte è come un sonno, ed il sonno ci fa chiudere le palpebre. Le sue labbra pure sono schiuse: dunque egli respira: eppure io non lo sento respirare. Il suo cuore! il suo cuore! Ch'io veda , batte? Mi sembra . No! No! Questa è una visione, oppure io son divenuto nativo di un altro mondo peggiore. La terra mi gira dintorno:--che cos'è? è bagnata; Eppure non vi è rugiada! è sangue, il mio sangue, di mio fratello e mio ; e versato da me! Allora che cosa ho da far più della mia vita, una volta che ho tolta la vita al sangue mio? No, non può esser morto! Non è che silenzio, la morte? No, si desterà; io , dunque, starò a vegliarlo. La vita non può esser così lieve da estinguersi tanto presto! E poi or ora m'ha parlato...che cosa gli devo dire? Fratello mio! No: non risponderà a quel nome, perché i fratelli non si percuotano l'un l'altro. Ancora, ancora, parlami ancora. Oh! un'altra parola sola di quella voce soave, ed io riescirò a sopportare ancora la mia voce!
ABELE
Dio! o tu che ci creasti e che soffiasti nelle nostre narici il respiro della vita; o tu che ci hai benedetti ed hai rinunciato, malgrado la colpa di nostro padre , a perdere tutti i suoi figli, come sarebbe dovuto essere , se la tua giustizia non fosse stata tanto temperata dalla misericordia di cui ti compiaci, da accordarci un perdono simile ad un Paradiso, messo a fronte delle nostre grandi colpe:--Unico Signore di luce! di bontà, di gloria , di eternità; o tu, senza di cui tutto non sarebbe che male, e con il quale niente può errare, se non per qualche buon fine della tua onnipotente benevolenza--fine inscrutabile, ma che pure si compirà--accetta dal tuo umile pastore, primo fra quelli che saranno tuoi pastori, le primizie dei primi greggi--un'offerta che è niente in se stessa--e quale offerta potrebbe essere qualche cosa per te?---ma pure accettala come rendimento di grazie di colui che l'imbandisce al cospetto del tuo alto cielo, prosternato nella polvere di cui è fatto , in onor tuo, e del tuo nome, per tutta l'eternità.
CAINO
Spirito! qualunque cosa tu sia o chiunque tu sia, onnipotente, è possibile , e , se buono, sarà mostrato dai tuoi atti esenti dal male;Jeova sulla terra! e Dio non cielo! e può anche darsi che ti si debba invocare con altri nomi, perché i tuoi attributi sembrano molti, come le tue opere. Se devi esser propizio con preghiere, prendile! se devi essere esortato con altari e placato con un sacrificio, ricevili! due esseri li hanno qui eretti per te . Se ti compiaci del sangue, l'altare del pastore, che fumiga alla mia destra, lo ha versato in tuo onore dalle primizie del suo armento, di cui le membra adesso fumano ai cieli in un incenso di sangue;o, se i dolci , splendidi frutti della terra , e delle più miti stagioni, che la zolla non macchia su cui io li sparsi offre ora al cospetto dell'immenso sole che li maturò, possono sembrarti adatti a te , in quanto non hanno niente sofferto nelle loro parti o nella loro vita e sono piuttosto un saggio delle tue opere, anziché una supplica a Te di rivolger lo sguardo sulle nostre! Se un altare senza vittima , un altare senza sangue può ottenere il tuo favore, guardalo! ed in quanto a colui che lo ha preparato, egli è così come tu lo facesti, e niente chiede che debba ottenersi col piegar le ginocchia; se egli è malvagio, percuotilo! sei onnipotente, e puoi farlo; come potrebbe opporsi?Se è buono , e tu percuotilo o risparmialo, come vuoi! poiché tutto dipende da te, ed il bene ed il male sembra tua volontà; ed io non so se questa sia volta al bene od al male, poiché ne' sono onnipotente ne' atto a giudicare l'onnipotenza, ma soltanto a subire il comando, che fino ad oggi ho subito.
ABELE
Oh! fratello, prega! Jeova è adirato con te.
CAINO
Perché dici questo?
ABELE
I tuoi frutti sono sparsi sulla terra.
CAINO
Dalla terra vennero, alla terra ritornino; i loro semi fruttificheranno là prima dell'estate: il tuo olocausto è meglio accolto; guarda come il cielo si fa lambire dalle fiamme, quando sono dense di sangue!
ABELE
Non pensare all'accoglimento della mia offerta, ma fanne un'altra per te prima che sia troppo tardi.
CAINO
Non costruirò più altari, io, ne' ne tollererò.
ABELE
Caino! Che intendi?
CAINO
Abbattere quell'abbietto adulatore delle nuvole, il fumoso precursore delle tue ottuse preghiere, il tuo altare , col tuo sangue di agnelli e di capretti che furono nutriti di latte per essere distrutti nel sangue.
ABELE
Non lo farai: guardati bene dall'aggiungere azioni scellerate alle tue scellerate parole! che l'altare rimanga , ora che è stato consacrato dall'immortale compiacimento di Jeova, nel suo gradimento delle vittime.
CAINO
Il Suo! il Suo compiacimento! che cosa vale questo compiacimento nell'odore della carne abbruciacchiata e del sangue fumante a paragone delle madri belanti, che ancora spasimano per la loro prole scannata? o a paragone dell'agonia delle misere vittime ignare sotto il tuo pio coltello? Scostati! questa testimonianza del sangue versato obbrobrio al creato!
ABELE
Fratello , retrocedi! tu non toccherai il mio altare colla violenza: se vuoi servirtene per tentare un altro sacrifico, allora si che è tuo.
CAINO
Un altro sacrificio! scostati, o altrimenti quel sacrificio potrebbe essere.....
ABELE
Che intendi dire?
CAINO
Via, scostati! il tuo Dio ama il sangue! Bada, dunque. Scostati, prima che ne abbia dell'altro!
ABELE
Nel Suo gran nome , m'interpongo fra te e l'altare che ha ottenuto il suo gradimento.
CAINO
Se ami te stesso, sta indietro finché io non abbia sparse queste zolle al suolo donde provennero: altrimenti.....
ABELE
Io amo Dio assai più della vita.
CAINO
Allora rendi la tua vita al tuo Dio, una volta che egli ama le vite.
ABELE
Che hai fatto, fratello mio?
CAINO
Fratello!
ABELE
Dio, accogli il tuo servo e perdona al suo uccisore, poiché non seppe quello che fece. Caino, dammi, dammi la tua mano; e di alla povera Zilla.
CAINO
La mia mano! è tutta rossa, e di...di che? Dove sono? solo? Dov'è Abele? dov'è Caino? è possibile ch'io sia Caino? Fratello mio svegliati! Perché giaci a quel modo sulla terra verde! Non è ora di dormire, questa . Perché così pallido? E che -- sei tu forse--eri così pieno di vita stamane! Abele! ti supplico, non prenderti giuoco di me! io percossi con troppa forza, ma non mortalmente. Ah!, perché volesti opporti a me? ma questo è uno scherzo; e fatto solo per spaventarmi. Fu una percossa, e percossa solo. Muoviti, muoviti, si, muoviti soltanto! Ecco, così va bene! Tu respiri! alita su me! Oh, Dio! Oh, Dio!
ABELE
Chi è che parla di Dio?
CAINO
Colui che ti uccise.
ABELE
Allora Dio gli perdoni! Caino, conforta la povera Zilla;--non ha che un fratello, solo , adesso.
CAINO
Ed io non ne ho più. Chi mi ha reso senza fratello? i suoi occhi sono ancora aperti! allora non è morto! la morte è come un sonno, ed il sonno ci fa chiudere le palpebre. Le sue labbra pure sono schiuse: dunque egli respira: eppure io non lo sento respirare. Il suo cuore! il suo cuore! Ch'io veda , batte? Mi sembra . No! No! Questa è una visione, oppure io son divenuto nativo di un altro mondo peggiore. La terra mi gira dintorno:--che cos'è? è bagnata; Eppure non vi è rugiada! è sangue, il mio sangue, di mio fratello e mio ; e versato da me! Allora che cosa ho da far più della mia vita, una volta che ho tolta la vita al sangue mio? No, non può esser morto! Non è che silenzio, la morte? No, si desterà; io , dunque, starò a vegliarlo. La vita non può esser così lieve da estinguersi tanto presto! E poi or ora m'ha parlato...che cosa gli devo dire? Fratello mio! No: non risponderà a quel nome, perché i fratelli non si percuotano l'un l'altro. Ancora, ancora, parlami ancora. Oh! un'altra parola sola di quella voce soave, ed io riescirò a sopportare ancora la mia voce!
domenica 12 maggio 2019
4° domenica di Pasqua anno C "PREGHIERA ALLA "VERGINE ANNUNZIATA" DI Teresa Ampolo oblata
12-5-2019
Ti saluto Maria, rallegrati, sii contenta perché questo invito che l'Angelo ti rivolge è un grande dono di Dio. Anche noi ti salutiamo, Maria, con il cielo e con la terra e, con il nostro saluto, vogliamo offrirti tutto il nostro essere.
Ti diciamo grazie per aver accettato di essere madre nostra , una mamma dolcissima , di una tenerezza infinita, che sa alleviare le pene dei suoi figli presentandole al Padre, che asciuga le lacrime dalle guance di chi soffre e sorride felice di vederci contenti.
Piena di Grazie: tu, colma dei favori divini, rendi sempre grazie a Dio, rimanendo aperta ai suoi doni e rispondendo con gratitudine e generosità. La pienezza della tua grazia, Maria, abita nell'anima tua per riversarsi su di noi.
Ti preghiamo affinché la tua grazia ci colmi di gioia e apra la nostra anima alla perfezione.
Il Signore è con te: tu. Vergine, concepisci il Figlio, l' Emmanuele, il Dio--con--noi, Colui che è segno e caparra di salvezza. La tua risposta alla Parola di Dio diventa perciò giubilo e ringraziamento, perché il Signore è con tutti noi. La tua fede è luce sempre più splendida, la tua accoglienza del messaggio e del dono è riconoscenza e gioia.
Il Signore ti ha guidato alla concezione del Figlio dell'Altissimo. Sono preparati il tuo cuore, la tua anima, il tuo affetto e la tua volontà.è preparata la tua fede perché la risposta al dono e al compito ricevuto sia piena e lieta.
Dolce Maria , Madre nostra, tu hai creduto in Gesù Cristo prima ancora di averlo veduto e che per la tua fede lo hai ricevuto nel tuo seno , comunicaci una fede profonda nel Cristo, affinché noi possiamo essere largamente disposti a ricevere la sua presenza in noi.
Eccomi, sono la serva del Signore: è un "SI" di fedeltà umile ed assoluto al disegno divino. Il tuo "SI" è portato al cielo dall'Angelo, mentre tutto il mondo esulta nell'incarnazione del Figlio di Dio."E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità"(Gv 1,14).
Vergine Santa , poni anche sulle nostre labbra e nel nostro cuore un "SI" simile al tuo, il "SI" semplice e schietto , senza esitazioni di fronte al dolore e al sacrificio, IL "SI" pronunciato con il sorriso e con la gioia di piacere al Signore, il "SI" apostolico felice di collaborare all'avvento di Cristo nel mondo.
Amen , Alleluia!
Ti saluto Maria, rallegrati, sii contenta perché questo invito che l'Angelo ti rivolge è un grande dono di Dio. Anche noi ti salutiamo, Maria, con il cielo e con la terra e, con il nostro saluto, vogliamo offrirti tutto il nostro essere.
Ti diciamo grazie per aver accettato di essere madre nostra , una mamma dolcissima , di una tenerezza infinita, che sa alleviare le pene dei suoi figli presentandole al Padre, che asciuga le lacrime dalle guance di chi soffre e sorride felice di vederci contenti.
Piena di Grazie: tu, colma dei favori divini, rendi sempre grazie a Dio, rimanendo aperta ai suoi doni e rispondendo con gratitudine e generosità. La pienezza della tua grazia, Maria, abita nell'anima tua per riversarsi su di noi.
Ti preghiamo affinché la tua grazia ci colmi di gioia e apra la nostra anima alla perfezione.
Il Signore è con te: tu. Vergine, concepisci il Figlio, l' Emmanuele, il Dio--con--noi, Colui che è segno e caparra di salvezza. La tua risposta alla Parola di Dio diventa perciò giubilo e ringraziamento, perché il Signore è con tutti noi. La tua fede è luce sempre più splendida, la tua accoglienza del messaggio e del dono è riconoscenza e gioia.
Il Signore ti ha guidato alla concezione del Figlio dell'Altissimo. Sono preparati il tuo cuore, la tua anima, il tuo affetto e la tua volontà.è preparata la tua fede perché la risposta al dono e al compito ricevuto sia piena e lieta.
Dolce Maria , Madre nostra, tu hai creduto in Gesù Cristo prima ancora di averlo veduto e che per la tua fede lo hai ricevuto nel tuo seno , comunicaci una fede profonda nel Cristo, affinché noi possiamo essere largamente disposti a ricevere la sua presenza in noi.
Eccomi, sono la serva del Signore: è un "SI" di fedeltà umile ed assoluto al disegno divino. Il tuo "SI" è portato al cielo dall'Angelo, mentre tutto il mondo esulta nell'incarnazione del Figlio di Dio."E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità"(Gv 1,14).
Vergine Santa , poni anche sulle nostre labbra e nel nostro cuore un "SI" simile al tuo, il "SI" semplice e schietto , senza esitazioni di fronte al dolore e al sacrificio, IL "SI" pronunciato con il sorriso e con la gioia di piacere al Signore, il "SI" apostolico felice di collaborare all'avvento di Cristo nel mondo.
Amen , Alleluia!
sabato 11 maggio 2019
FRUTTI DELLA LECTIO DIVINA di: p.Ludovico Intini osb
11-5-2019
Il cardinale Carlo Maria Martini nel libro:Perché Gesù parlava in parabole? , elenca i frutti che la lectio può e deve portare.
1. Consolatio-- Consolazione
è la gioia profonda che invade l'anima a contatto con Dio. Lo" gusta" nella sua realtà insieme a quanto Egli vuole. Gusto dell'amore, del sacrificio, della consacrazione a Lui, della castità, della rinuncia. è quella forza che sostiene i Santi nel compiere le loro opere, i martiri nell'affrontare il martirio.
2. Discretio---Discernimento
"è la capacità interiore di percepire dove opera lo Spirito di Dio, lo spirito evangelico, lo Spirito di Cristo..... e di percepire dove invece opera lo spirito di Satana, lo spirito di menzogna, lo spirito di inganno , lo spirito di amarezza, lo spirito di confusione"(Martini, op. cit.)
Illuminati dalla Parola di Dio , possono essere fatte le scelte giuste nelle varie circostanze in cui l'uomo si trova ad operare.
La necessità di questo discernimento non finisce mai, perché sempre è necessario confrontare la nostra situazione, le nostre decisioni, le nostre opere con lo Spirito di Cristo.
3. Deliberatio---Deliberazione
è il gradino successivo alla discretio.
Questa ci ha fatto vedere che una cosa è da fare o evitare; la deliberazione ce la fa scegliere; fa dire il nostro "si" o il nostro "no" e ci porta così alla
4. Actio----Azione
Vivere e operare quanto la Parola di Dio ci ha suggerito e illuminato.
Dice il cardinale Martini:
"Gli otto momenti si potrebbero riassumere con altre parole : il momento della salita (lectio, meditatio, oratio); la vetta (contemplatio) ; la discesa (consolatio, discretio, deliberatio, actio).
Qui è risolto il famoso dilemma preghiera---azione. Non sono affatto due realtà parallele o contrapposte, perché l'agire evangelico nasce dalla preghiera evangelica della Scrittura. Sono momenti di un unico movimento, che è l'uniformarsi al movimento di Cristo verso l'uomo, alla scelta e all'agire di Cristo."
Il cardinale Carlo Maria Martini nel libro:Perché Gesù parlava in parabole? , elenca i frutti che la lectio può e deve portare.
1. Consolatio-- Consolazione
è la gioia profonda che invade l'anima a contatto con Dio. Lo" gusta" nella sua realtà insieme a quanto Egli vuole. Gusto dell'amore, del sacrificio, della consacrazione a Lui, della castità, della rinuncia. è quella forza che sostiene i Santi nel compiere le loro opere, i martiri nell'affrontare il martirio.
2. Discretio---Discernimento
"è la capacità interiore di percepire dove opera lo Spirito di Dio, lo spirito evangelico, lo Spirito di Cristo..... e di percepire dove invece opera lo spirito di Satana, lo spirito di menzogna, lo spirito di inganno , lo spirito di amarezza, lo spirito di confusione"(Martini, op. cit.)
Illuminati dalla Parola di Dio , possono essere fatte le scelte giuste nelle varie circostanze in cui l'uomo si trova ad operare.
La necessità di questo discernimento non finisce mai, perché sempre è necessario confrontare la nostra situazione, le nostre decisioni, le nostre opere con lo Spirito di Cristo.
3. Deliberatio---Deliberazione
è il gradino successivo alla discretio.
Questa ci ha fatto vedere che una cosa è da fare o evitare; la deliberazione ce la fa scegliere; fa dire il nostro "si" o il nostro "no" e ci porta così alla
4. Actio----Azione
Vivere e operare quanto la Parola di Dio ci ha suggerito e illuminato.
Dice il cardinale Martini:
"Gli otto momenti si potrebbero riassumere con altre parole : il momento della salita (lectio, meditatio, oratio); la vetta (contemplatio) ; la discesa (consolatio, discretio, deliberatio, actio).
Qui è risolto il famoso dilemma preghiera---azione. Non sono affatto due realtà parallele o contrapposte, perché l'agire evangelico nasce dalla preghiera evangelica della Scrittura. Sono momenti di un unico movimento, che è l'uniformarsi al movimento di Cristo verso l'uomo, alla scelta e all'agire di Cristo."
venerdì 10 maggio 2019
da:"IL PICCOLO PRINCIPE" di A.De Saint Exupery 3°
10-5-2019
La volpe saggia
---Buon giorno----disse la volpe,
---Buon giorno---rispose il piccolo principe, voltandosi:ma non vide nessuno.
---Son qui,---disse la voce---sotto al melo...
---Chi sei?---domandò il principe---sei molto carino...
----Sono una volpe---disse la volpe.
---Vieni a giocare con me, --le propose il piccolo principe--sono triste.....
---Non posso giocare con te , ---disse la volpe---non sono addomesticata.
---Ah! scusa --fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
---Che cosa vuol dire"addomesticare"?
---Non sei di queste parti, tu,--disse la volpe--che cosa cerchi?
--Cerco gli uomini--disse il piccolo principe.--Che cosa vuoi dire"addomesticare"?
--Gli uomini--disse la volpe--hanno dei fucili e cacciano. è molto noioso! Allevano anche delle galline. è il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?
---No--disse il piccolo principe.--Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare"?
--è una cosa da molto dimenticata. Vuol dire "creare dei legami...".
--Creare dei legami?
---Certo--disse la volpe.---Tu , fino ad ora , per me , non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, ed io sarò per te unica al mondo.
---Comincio a capire---disse il piccolo principe.---C'è un fiore.. credo che mi abbia addomesticato...
--è possibile ---disse la volpe.---Capita di tutto sulla Terra....
---Oh! non è sulla Terra---disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
---Su un altro pianeta?
--Si
---Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?
---No.
---Non c'è niente di perfetto---sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea.
--La mia vita è monotona. Io do la caccia , alle galline, e gli uomini danno la caccia a me.Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio, perciò . Ma se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi , guarda! Vedi, laggiù , in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato , mi farà pensare a te . E amerò il rumore del vento nel grano... La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
---Per favore...addomesticami---disse.
---Volentieri,- rispose il piccolo principe---ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose.
---Non si conoscono che le cose che si addomesticano---disse la volpe.---Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistano mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!
---Che cosa bisogna fare?--domandò il piccolo principe.
---Bisogna essere molto pazienti--rispose la volpe.--In principio tu ti sederai un po' lontano da me , così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non mi dirai nulla, Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino...
Il piccolo principe tornò l'indomani.
--Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora---disse la volpe.--Se tu vieni, per esempio , tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice, Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro , incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; io non saprò mai a che ora preparami il cuore...Ci vogliono i riti.
---Che cos'è un rito?--disse il piccolo principe.
--Anche questa è una cosa da tempo dimenticata--disse la volpe.-- è quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni,un'ora dalle altre ore.C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi , i giovedì si assomigliassero tutti, e non avrei mai vacanza. Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina:
--Ah!--disse la volpe ---...piangerò.
--La colpa è tua, --disse il piccolo principe--io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi.....
---è vero---disse la volpe.
--Ma piangerai! disse il piccolo principe.
--è certo--disse la volpe.
---Ma allora che ci guadagni?
---Ci guadagno-- disse la volpe --il colore del grano . Poi soggiunse:
--Va a rivedere le rose . Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto.
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
---Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente--disse.---Nessuno vi ha addomesticato,e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è unica al mondo
E le rose erano a disagio.
--Voi siete belle , ma siete vuote --disse ancora il piccolo principe.
--Non si può morire per voi . Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi assomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata . Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi(salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.
E ritornò dalla volpe.
--Addio--disse.
--Addio--disse la volpe.--Ecco il mio segreto.è molto semplice:"non si vede bene che nel cuore .L'essenziale è invisibile agli occhi".
---L'essenziale è invisibile agli occhi--ripete' il piccolo principe,per ricordarselo.
--è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
--è il tempo che ho perduto per la mia rosa...-sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
---Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu sei responsabile per sempre di quello di che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...
---Io sono responsabile della mia rosa..ripete' il piccolo principe per ricordarselo.
La scomparsa
Ma poi , il piccolo principe, con l'aiuto del serpente, torna al piccolo suo pianeta. Non c'è posto per lui , sulla Terra arida e senza poesia. Strana e cara figuretta , che pure abbiamo ammirato, e le cui vicissitudini ci hanno fatto pensare....
La volpe saggia
---Buon giorno----disse la volpe,
---Buon giorno---rispose il piccolo principe, voltandosi:ma non vide nessuno.
---Son qui,---disse la voce---sotto al melo...
---Chi sei?---domandò il principe---sei molto carino...
----Sono una volpe---disse la volpe.
---Vieni a giocare con me, --le propose il piccolo principe--sono triste.....
---Non posso giocare con te , ---disse la volpe---non sono addomesticata.
---Ah! scusa --fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
---Che cosa vuol dire"addomesticare"?
---Non sei di queste parti, tu,--disse la volpe--che cosa cerchi?
--Cerco gli uomini--disse il piccolo principe.--Che cosa vuoi dire"addomesticare"?
--Gli uomini--disse la volpe--hanno dei fucili e cacciano. è molto noioso! Allevano anche delle galline. è il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?
---No--disse il piccolo principe.--Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare"?
--è una cosa da molto dimenticata. Vuol dire "creare dei legami...".
--Creare dei legami?
---Certo--disse la volpe.---Tu , fino ad ora , per me , non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, ed io sarò per te unica al mondo.
---Comincio a capire---disse il piccolo principe.---C'è un fiore.. credo che mi abbia addomesticato...
--è possibile ---disse la volpe.---Capita di tutto sulla Terra....
---Oh! non è sulla Terra---disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
---Su un altro pianeta?
--Si
---Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?
---No.
---Non c'è niente di perfetto---sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea.
--La mia vita è monotona. Io do la caccia , alle galline, e gli uomini danno la caccia a me.Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio, perciò . Ma se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi , guarda! Vedi, laggiù , in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato , mi farà pensare a te . E amerò il rumore del vento nel grano... La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
---Per favore...addomesticami---disse.
---Volentieri,- rispose il piccolo principe---ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose.
---Non si conoscono che le cose che si addomesticano---disse la volpe.---Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistano mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!
---Che cosa bisogna fare?--domandò il piccolo principe.
---Bisogna essere molto pazienti--rispose la volpe.--In principio tu ti sederai un po' lontano da me , così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non mi dirai nulla, Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino...
Il piccolo principe tornò l'indomani.
--Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora---disse la volpe.--Se tu vieni, per esempio , tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice, Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro , incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; io non saprò mai a che ora preparami il cuore...Ci vogliono i riti.
---Che cos'è un rito?--disse il piccolo principe.
--Anche questa è una cosa da tempo dimenticata--disse la volpe.-- è quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni,un'ora dalle altre ore.C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi , i giovedì si assomigliassero tutti, e non avrei mai vacanza. Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina:
--Ah!--disse la volpe ---...piangerò.
--La colpa è tua, --disse il piccolo principe--io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi.....
---è vero---disse la volpe.
--Ma piangerai! disse il piccolo principe.
--è certo--disse la volpe.
---Ma allora che ci guadagni?
---Ci guadagno-- disse la volpe --il colore del grano . Poi soggiunse:
--Va a rivedere le rose . Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto.
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
---Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente--disse.---Nessuno vi ha addomesticato,e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è unica al mondo
E le rose erano a disagio.
--Voi siete belle , ma siete vuote --disse ancora il piccolo principe.
--Non si può morire per voi . Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi assomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata . Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi(salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.
E ritornò dalla volpe.
--Addio--disse.
--Addio--disse la volpe.--Ecco il mio segreto.è molto semplice:"non si vede bene che nel cuore .L'essenziale è invisibile agli occhi".
---L'essenziale è invisibile agli occhi--ripete' il piccolo principe,per ricordarselo.
--è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
--è il tempo che ho perduto per la mia rosa...-sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
---Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu sei responsabile per sempre di quello di che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...
---Io sono responsabile della mia rosa..ripete' il piccolo principe per ricordarselo.
La scomparsa
Ma poi , il piccolo principe, con l'aiuto del serpente, torna al piccolo suo pianeta. Non c'è posto per lui , sulla Terra arida e senza poesia. Strana e cara figuretta , che pure abbiamo ammirato, e le cui vicissitudini ci hanno fatto pensare....
giovedì 9 maggio 2019
da:"IL PICCOLO PRINCIPE" di A. De Saint Exupery 2°
9-5--2019
Il lampionaio che fa nascere una stella
Il quinto pianeta era molto strano. Vi era appena il posto per sistemare un lampione e l'uomo che l'accendeva. Il piccolo principe non riusciva a spiegarsi a che potessero servire, spersi nel cielo su di un pianeta senza case , senza abitanti, un lampione e il lampionaio, eppure si disse:
"Forse quest'uomo è veramente assurdo. Però è meno assurdo del re , del vanitoso, dell'uomo d'affari e dell'ubriacone. Almeno il suo lavoro ha un senso. Quando accende il suo lampione, è come se facesse nascere una stella in più, o un fiore. Quando lo spegne addormenta il fiore o la stella. è una bellissima occupazione, ed è veramente utile, perché è bella ".
Salendo sul pianeta salutò rispettosamente l'uomo:
---Buon giorno. Perché spegni il tuo lampione?
---è la consegna--rispose il lampionaio.--Buon giorno.
----Che cos'è la consegna?
---è di spegnere il mio lampione. Buona sera.
E lo riaccese.
---E adesso perché lo riaccendi?
--è la consegna.
---Non capisco-- disse il piccolo principe.
---Non c'è nulla da capire ,--disse l'uomo---la consegna è la consegna. Buon giorno.---E spense il lampione Poi si asciugò la fronte con un fazzoletto a quadri rossi.
---Faccio un mestiere terribile. Una volta era ragionevole. Accendevo al mattino e spegnevo alla sera , e avevo il resto del giorno per riposarmi e il resto della notte per dormire.....
--E dopo di allora è cambiata la consegna?
.---La consegna non è cambiata,---disse il lampionaio---è proprio questo il dramma . Il pianeta di anno in anno ha girato sempre più in fretta e la consegna non è stata cambiata!
---Ebbene?--disse il piccolo principe.
---Ebbene , ora che fa un giro al minuto , non ho più un secondo di riposo. Accendo e spengo una volta al minuto!
--è divertente! I giorni da te durano un minuto!
---Non è per nulla divertente--disse l'uomo.--Lo sai che stiamo parlando da un mese?
---Da un mese?
--Si. Trenta minuti: trenta giorni! Buona sera.--E riaccese il suo lampione. Il piccolo principe lo guardò e sentì improvvisamente di amare quest'uomo che era così fedele alla sua consegna. Si ricordò dei tramonti che lui stesso una volta andava a cercare , spostando la sua sedia. E volle aiutare il suo amico:
--Sai ...conosco un modo per riposarti quando vorrai..
---Lo vorrei sapere --- disse l'uomo.
Perché si può essere nello stesso tempo fedeli e pigri. E il piccolo principe continuando:
---Il tuo pianeta è così piccolo che in tre passi ne puoi fare il giro. Non hai che da camminare abbastanza lentamente per rimanere sempre al sole. Quando vorrai riposarti camminerai e il giorno durerà finché tu vorrai.
--Non mi serve a molto--disse l'uomo.--Ciò che desidero soprattutto nella vita è di dormire.
---Non hai fortuna--disse il piccolo principe.
--Non ho fortuna--rispose l'uomo.--Buon giorno.--E spense il lampione.
"Quest'uomo--si disse il piccolo principe--sarebbe disprezzato da tutti gli altri, dal re , dal vanitoso, dall'ubriacone, dall'uomo d'affari. Tuttavia è il solo che non mi sembri ridicolo . Forse perché si occupa di altro che non de se stesso". Ebbe un sospiro di rammarico e si disse ancora:
"Questo è il solo di cui avrei potuto farmi un amico.Ma il suo pianeta è veramente troppo piccolo , non c'è posto per due..."
Quello che il piccolo principe non osava confessare a se stesso , era che di questo pianeta benedetto rimpiangeva soprattutto i suoi millequattrocentoquaranta tramonti nelle ventiquattro ore.
Verso la terra :il serpente , più potente di un dito di re
l piccolo principe, arrivato sulla Terra , fu molto sorpreso di non vedere nessuno. Aveva già paura di essersi sbagliato di pianeta , quando un anello del colore della luna si mosse nella sabbia.
----Buona notte--disse il piccolo principe a buon conto.
----Buona notte --disse il serpente.
---Su quale pianeta sono sceso?--domandò il piccolo principe.
---Sulla Terra , in Africa---rispose il serpente.
----Ah!---M a non c'è nessuno sulla Terra?
---Qui è il deserto. Non c'è nessuno nei deserti. La Terra è grande---- disse il serpente.
E rimasero in silenzio.
---Dove sono gli uomini?---riprese dopo un po' il piccolo principe.---Si è un po' soli nel deserto.....
----Si è soli anche con gli uomini---disse il serpente.
Il piccolo principe lo guardò a lungo.
---Sei un buffo animale, ---gli disse alla fine--- sottile come un dito!
---Ma sono più potente di un dito di re --disse il serpente.
Il piccolo principe sorrise:
---Non mi sembri molto potente...non hai neppure delle zampe...e non puoi neppure camminare....
---Posso trasportarti più lontano che un bastimento--disse il serpente. Si arrotolò attorno alla caviglia del piccolo principe come un braccialetto d'oro:
---Colui che tocco, lo restituisco alla terra da dove è venuto. Ma tu sei puro e vieni da una stella...
Il piccolo principe non rispose.
--Mi fai pena, tu così debole , su questa Terra di granito. Potrò aiutarti un giorno se rimpiangerai troppo il tuo pianeta. Posso...
--Oh! Ho capito benissimo, --disse il piccolo principe---ma perché parli sempre per enigmi?
---Li risolvo tutti---disse il serpente.
E rimasero in silenzio.
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