Cerca nel blog

lunedì 27 aprile 2020

IL PASSERO SOLITARIO di: Giacomo Leopardi

27---4---2020

D'in  su  la vetta della  torre  antica,
Passero  solitario , alla   campagna
Cantando  vai  finché non  more  il giorno;
Ed  erra  l'armonia per  questa  valle.
Primavera  dintorno
Brilla  nell'aria , e per  li campi  esulta,
Sì ch'a  mirarla intenerisce il core.
Odi  greggi  belar , muggire  armenti;
Gli altri  augelli contenti , a gara insieme
Per lo libero ciel  fan  mille giri,
Pur  festeggiando  il lor  tempo  migliore:
Tu  pensoso  in  disparte il tutto  miri;
Non  compagni , non voli,
Non  ti  cal  d'allegria , schivi  gli  spassi;
Canti, e così  trapassi
Dell'anno e  di tua  vita il più  bel fiore.

    Oimè ,  quando somiglia
Al tuo  costume  il mio!  Sollazzo  e riso,
Della  novella  età  dolce famiglia ,
E  te  german  di  giovinezza , amore,
Sospiro  acerbo  de' provetti  giorni,
Non  curo  , io non  so  come, anzi da loro
Quasi fuggo lontano,
Quasi  romito , e  strano
Al mio loco  natio,
Passo  del  viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai  cede  alla  sera,
Festeggiar  si  costuma  al  nostro  borgo.
Odi  per  lo sereno un  suon  di squilla,
Odi spesso un  tornar di  ferree  canne,
Che rimbomba  lontan  di  villa  in   villa.
Tutta  vestita  a festa
La  gioventù  del  loco
Lascia  le case , e  per  le vie  si  spande ;
E  mira  ed  è  mirata , e  in  cor  s'allegra.
Io  solitario in  questa
Rimota  parte  alla  campagna  uscendo,
Ogni diletto  e gioco
Induco in  altro tempo e  intanto il  guardo
Steso  nell'aria  aprica
Mi  fere il Sol che  tra  lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si  dilegua , e  par  che  dica
Che la  beata gioventù  vien  meno.

     Tu  , solingo augellin  ,  venuto a sera
Del  viver  che daranno  a te  le stelle,
Certo del tuo  costume
Non  ti  dorrai  ;  che  di  natura  è  frutto
Ogni  vostra  vaghezza.
A me  , se di  vecchiezza
La  detestata  soglia
Evitar non impetro,
Quando  muti  questi  occhi  all'altrui core,
E  lor  fia  voto il mondo,  e il dì futuro
Del  dì  presente  più  noioso  e tetro ,
Che  parrà  di tal  voglia?
Che  di  quest'anni miei? che  di me stesso?
Ahi   pentirommi , e spesso ,
Ma  sconsolato, volgerommi indietro.

Nessun commento:

Posta un commento