31-8--2019
Tu--Bishvat, (capodanno degli alberi), significativo è che da tale festa gli alberi cessano di bere acqua vecchia e iniziano a prendere acqua nuova. Simbolo bello che può portarci a sperare che anche i cristiani cessino di bere acqua vecchia e iniziano a bere acqua nuova, che viene da Gerusalemme, dalla fontana di Ghion. Inoltre vi è l'usanza , in questo giorno , di cibarsi di 30 specie di frutti , difficile questo , allora spesso ci si accontenta di 12 specie che si possono suddividere in tre categorie:
---quelli di cui si mangia tutto;
--quelli di cui si butta il dentro, per esempio i datteri;
--quelli di cui si butta via il cuore, per esempio le noci.
E si dice che il compito dell'uomo è di godere e mettere in evidenza il bene , goderlo totalmente quando è totale , goderlo togliendo dall'interno il male, goderlo quando lo si è liberato dal male che lo circonda: e sono tre situazioni dell'umanità.----------------------------
Nell' "aria ", così come viene chiamata , dedicata all'ecumenismo, si fa una distinzione importantissima: ecumenismo , in senso stretto , come lavoro delle chiese cristiane per raggiungere l'unità, ossia dialogo interconfessionale; poi , relazione con il popolo ebraico; e,infine , incontro con le altre religioni. Non è una questione di uso di parole , ma la teologia, quella del rapporto con il popolo ebraico, e anche se non è giusto chiamarlo discorso ecumenico, è tuttavia una cosa assolutamente peculiare che non va confusa ne' con il dialogo interconfessionale ne' con l'incontro interreligioso. Questo perché:
a) l'ebraismo non è un'altra religione
b)lo scopo di questa relazione ebraico--cristiana non è la confluenza di ebrei nella chiesa ne' di cristiani nell'ebraismo.---------------------------------
la relazione della comunità cristiana con il popolo ebraico è unica e irrinunciabile, in quanto appartiene alla struttura stessa della fede che si può descrivere come rivelazione divina. Parafrasando un discorso tenuto dal Cardinale Martini a Vallombrosa-- si può dire che:il riconoscimento dell'ebraicità di Gesù e della chiesa madre di Gerusalemme, fa prendere coscienza del legame con il gregge di Abramo, e delle conseguenze che ne derivano per la dottrina , la disciplina , la liturgia, la vita spirituale della chiesa e, addirittura , per la sua missione nel mondo di oggi.-----------------------------------------
dialogo su che cosa? perché? chiesto da chi? --Pietro Stefani( tratto da un articolo apparso sulla rivista "QOL") dice: quello che conta è il primato dell'autocoscienza della chiesa, non quello del dialogo--infatti--un'autentica autocoscienza ecclesiale non è mai indipendente dal modo in cui la chiesa guarda a Israele. In altre parole:per la chiesa cattolica, ma anche quella evangelica o quella ortodossa ( non vorrei mai, tranne quando lo specificassi , che per chiesa s'intendesse la sola cattolica, anche per un altro motivo, poiché nel discorso cristiani ed ebrei, le grandi chiese storiche , non le sette, hanno raggiunto una larga unità di intenti e di pensiero.--------------------Perché la disponibilità--leggo da Stefani--al dialogo è spesso presentata come qualcosa in grado di sanare di per se' i conti con il passato.------------------------------------------è molto bello che i cristiani si siano volti verso un atteggiamento nuovo , ma questa è una loro maturazione , non si può pretendere che la controparte abbia nello stesso modo e nello stesso tempo maturata una simile disponibilità di dialogo se non è fatta in quegli ambienti preparati, dove vi è già dell'amicizia , o a livello di studio, può diventare colpevolizzante. No, no il dialogo è un punto a cui bisogna arrivare, e non è detto che ci sia già arrivati, forse lo si può affermare come programma generale. Inoltre,il dialogo comporta una materia su cui dialogare e non è facile individuare nel rapporto ebraico- cristiano materia comune, e questo non perché non ce ne sia, ma perché nell'ambito cristiano quando per esempio si fa dell'ecumenismo il tema è sempre fondamentalmente teologico, nel rapporto con l'ebraismo la priorità ebraica non è la teologia, anzi, non esiste neppure una parola in ebraico abbia tale significato.
Però pensate alla fondamentale importanza che è sempre stata riconosciuta a una frase dell'Esodo(24,7) quando dopo l'alleanza sinaitica Mosè fa una cerimonia, un rito di consacrazione del patto , e legge il libro e tutto il popolo risponde:"Quanto il Signore ha parlato eseguiremo e ascolteremo". Cosa viene messo che per prima cosa vi è la prassi: eseguiremo; e solo come secondo l'ascolto della teologia: lo studio. E allora se il dialogo si svolgesse solo sulla teologia sarebbe una forzatura dell'ebraismo, mentre se si svolgesse sulla prassi per i cristiani, si avvicinerebbe a un discorso umanistico: per fare un esempio nel mondo cristiano si parla di etica mentre nel mondo ebraico di esecuzione dei precetti.-------------------------------
la realtà ebraica è fondamentale per la chiesa, per l'autocoscienza della chiesa, la chiesa non può avere una chiara autocoscienza se non al cospetto di Israele. Dice Stefani-" solo Israele che non ha perduto la propria elezione può essere intrinseco alla chiesa" L'elezione di Israele è irrevocabile, questo lo dice Paolo, lo si legge nel documento conciliare "Nostra Etate" al n. 4, ma anche nei due documenti successivi, "Orientamenti e Suggerimenti" del 1974 e "Sussidi" del 1985, oltre ai numerosi documenti del Papa, e questo in ambito cattolico. Mentre in quello evangelico viene affermato in vari documenti sinodali di cui tra i più importanti delle chiese evangeliche della Renania del 1980 e il Sinodo valdo-metodista del 1982.
Quindi , se noi volessimo dirci: la chiesa aspira al dialogo, con chi deve dialogare? Risponderemo : deve dialogare con se stessa al cospetto dell'ebraismo. Su che cosa? Sui temi della chiesa stessa ; temi che non siano solo una riflessione sulla cosiddetta historia salutis, ma anche sull'ecclesiologia, sul rapporto Antico e Nuovo Testamento, sulla liturgia.--------------------------Facendo qualche passo indietro, prima del Concilio Vaticano 2° nella chiesa cattolica , e prima della Conferenza di Amsterdam (1948) per le chiese evangeliche , vedremo quanto percorso si è fatto. Un teologo cristiano evangelico scrive, a proposito di quello che stiamo dicendo , che il cambiamento-in un certo senso è in sintonia con quello che dice Martini--nel considerare l'ebraismo , deve cambiare le fondazioni della chiesa.Se essa semplicemente volesse cambiare il suo punto di vista sul popolo ebraico senza toccare il rito della sua teologia non riuscirebbe che a rendere tutta questa teologia piuttosto incoerente. Se la chiesa abbandona i fondamenti del suo antigiudaismo, se prende in considerazione in senso positivo e non più negativo il popolo ebraico, non può fare a meno che cambiare tutto il resto della sua teologia tradizionale. --Ciò che è in causa è un cambiamento che tocca il cuore stesso del pensiero della chiesa. ------E questo lo verifichiamo , nella preghiera , nella liturgia dove sono state fatte delle correzioni, perché la liturgia conteneva ancora molte espressioni antigiudaiche per es."il nuovo popolo di Dio"ecc----------------------Così,nel linguaggio cristologico: noi in tutte le chiese siamo largamente usufruttuari di una terminologia e di concetti greci, che l'antica chiesa dei giudei-cristiani non aveva, perché vocaboli che non hanno corrispondenza nella Scrittura:pensate ai termini quali persona, sostanza --Per ora è molto importante non produrre questi cambiamenti che richiedono lavoro e sforzi , ma almeno rendersi conto di questa necessità.------------------------Elezione, non tutti gli ambienti ebraici sono stati molto soddisfatti di tale scelta,ma per una ragione opposta a quella che possiamo immaginare. In realtà si è manifestato il timore che l'idea di "elezione" potesse apparire negativa nei confronti del popolo ebraico, cioè che mettesse in luce una qualche superiorità del popolo ebraico. Qualcuno avrebbe preferito la parola"scelto", che da' meno l'impressione di superiorità Dio dice al suo popolo:"Io ti ho scelto non perché tu fossi importante , ma semplicemente perché tu sei anzi il più piccolo fra tutti ,ti ho scelto per amore."------da Esodo 19,5:" voi sarete per me proprietà tra tutti i popoli-----sarete per me se farete e seguirete quello che io vi dirò, solo allora sarete regno di sacerdoti e nazione santa"
Che cosa si intende con questo? ci sono duemila anni di riflessione ebraica su questa nozione espressa in tal modo , e la lettura ebraica in sostanza è questa: che il popolo ebraico è stato scelto secondo il criterio biblico fondamentale della piccolezza, della secondarietà; voi sapete che Dio ha praticato quella che alcuni chiamano la teologia del "figlio minore", cioè David che era il più giovane dei suoi fratelli , quasi dimenticato in campagna , poi Isacco e non Ismaele ,Giacobbe e non Esaù e via dicendo.Allora essendo il popolo più piccolo, per un suo piano, lo ha scelto in senso ministeriale perché sulla terra risuonasse la sua Parola: Parola di Dio ; ma anche perché diffondesse la nozione di un Dio unico affinché tutto il mondo venisse a contatto con la Parola divina:ciò che infatti è avvenuto tramite Israele, che benché popolo piccolissimo è riuscito , attraverso la sua storia biblica e poi post-biblica ----a far si che oggi miliardi di persone credano non in una pluralità di divinità ma in un Dio unico.------------------------------------------------Elia Benamozegh, rabbino italiano vissuto a Livorno , stabilisce la missione sacerdotale di Israele, e voi sapete che un sacerdote ha una missione indipendentemente dalla sua dignità etica: ci può essere un sacerdote più buono e un sacerdote meno buono, uno più intelligente un altro meno intelligente.....ma il compito corrisponde all'elezione. Quindi per Israele tale elezione indica una missione affidatagli, non una eccellenza etica o sapientale o altro, aspetti che, in un qualche modo, nel mondo religioso possono creare difficoltà quali il particolarismo e l'universalismo. Dice il rabbino Elia Benamozegh:"l'ebraismo è una religione non universale, che però ha una religione universale."
Questo vuol dire che l'ebraismo non chiede a tutti gli uomini di farsi ebrei , e questo è il particolarismo; così come nel cristianesimo non si chiede a tutti gli uomini di farsi preti o monaci, però ha un universalismo, cioè chiede a tutti gli uomini di riconoscere il Dio unico e le sue Leggi. Da ciò emerge che:
---il popolo ebraico ha una missione che gli deriva dall'esistere; non da quello che dice o che fa ,ma dall'esistere.
---non è questione di discutere , discorrere o dialogare sulla fusione degli ebrei nel cristianesimo, ma piuttosto su di un misterioso piano di Dio.
Martin Cunz, pastore svizzero molto attivo nell'ecumenismo, dice:" l'esistenza di ebrei nel cristianesimo deriva dal fatto dell'incoerenza divina. Il Dio nostro è un Dio in cui prevale non la misura del giudizio , ma la misura della misericordia. E la misericordia è sempre incoerente."
Ora, l'incoerenza di Dio fa si che la coesistenza di due vie, oltre una certa sfida e un certo sorriso di Dio che stanno dietro a questa combinazione che ha lasciato nel mondo, entrambe nate da lui , non possano risolversi l'una nell'altra e viceversa.--------------
Dice Stefani:"A interpellare il cristiano è innanzitutto l'esserci di Israele non la riflessione teologica su di esso.----------------------------------------------
Il cardinale Rogér Etchegaray, nel Sinodo del 1983, aveva detto:" Non è sufficiente scoprire la ricchezza del nostro patrimonio comune, ebraico e cristiano, la primità del popolo ebraico non crea per la chiesa soltanto un problema che tocca la sua propria definizione. Nessuno dei due figli può entrare in possesso di tutta intera l'eredità." Per l'incoerenza divina di cui dicevo prima, Franz Rosenzweig, il filosofo ebreo morto nel 1929, cita un midrash e dice:" Alla morte solo una domanda sarà posta all'ebreo: hai tu sperato nella redenzione?--Tutte le altre domande sono per voi cristiani. Prepariamoci dunque insieme nella fedeltà a comparire al Giudice celeste.
Tutte le domande sull'identità cristiana , perché la storia stessa ci insegna che il cristianesimo non è esistito sempre , esso presuppone l'ebraismo. Ora , il presupporre l'ebraismo non è una questione puramente storica che si può risolvere così: prima c'era l'ebraismo poi è venuto il cristianesimo. No, sarebbe troppo comodo. Prima c'era l'ebraismo, poi ci sono il cristianesimo e ancora l'ebraismo. Renzo Fabris dice:"ciò che nel dialogo ebraico-cristiano non si può dimenticare, è che per la chiesa e Israele l'incontro è la prova della capacità di pensare ai confini dalla propria realtà strutturale."--------------------------------------------------------------------
Inoltre voglio dire che non saranno gli ebrei divenuti cristiani a essere importanti per la chiesa, ma Israele che rimane Israele,anche se la chiesa sarà sempre e in ogni caso composta da ebrei e gentili, o meglio di gentili che si collegano agli ebrei. All'epoca delle origini c'era una chiesa cosiddetta ex circumcisione e c'era una chiesa ex gentibus.---------La chiesa ex circumcisione era la chiesa di Gerusalemme, la chiesa di Giacomo, che è stata progressivamente perseguitata e emarginata , e attraverso due o tre secoli cancellata definitamente. Ma il suo posto nella chiesa non è stato mai eliminabile; una chiesa di soli pagani , ed ex pagani, sarebbe la sua rovina, non perché i pagani siano peggiori degli ebrei, ma perché sarebbe una chiesa senza radici. Ricordate quello che dice Paolo: "la radice che porta te."Una chiesa senza radici non ha assolutamente nessuna legittimità-----------------------------------------------------------------------------------------
David Flusser, professore dell'università di Gerusalemme, ebreo osservante, autore del libro"Jesus"sue tesi pubblicate sulla rivista"QOL", riguardo alla nascita del cristianesimo nell'ebraismo:" Cristianesimo ed ebraismo sono un 'unica religione , per il cristianesimo la tensione con l'ebraismo era una necessità storica affinché il cristianesimo potesse diventare per i pagani una religione universale indipendente." Oggi questa necessità non esiste più , il cristianesimo può rinnovarsi per mezzo e con l'aiuto dell'ebraismo; anzi direi solo e per mezzo dell'ebraismo.------------------------------------------------mi sembra legittimo rispondere a una domanda che forse alcuni di voi si pongono , e che se le due vie sono frutto dell'incoerenza , cioè della misericordia , e se l'elezione di Israele è affermata in tutti i documenti ecclesiali come irrevocabile e permanente, che cosa pensare del rifiuto di Gesù da parte ebraica?-----------------------------------------il cammino messianico non è concepibile dal punto di vista ebraico come puramente interiore. Quindi la responsabilità dei cristiani è enorme agli occhi degli ebrei, perché ebrei e cristiani sanno . Infatti , Petuchowski: "le speranze future dell'ebraismo e del cristianesimo sono identiche." cioè l'attesa messianica è comune , tuttavia la responsabilità dei cristiani è enorme perché ..i cristiani nascondono il messianesimo, nascondono gli eventi messianici.E ciò che non si vede c'è? Qualche volta si, qualche volta no.Alcuni maestri di Israele affermano, se il vostro Messia verrà,perché tutti i testi dicono verrà e non tornerà(per esempio in attesa della sua venuta ,di là da venire, colui che verrà)--e il nostro Messia verrà e avranno la stessa faccia , cioè saranno la stessa persona, noi saremo contenti. Se la Parusia sarà l'evento messianico degli ebrei questa è un'attesa che loro stessi professano con piena fiducia.Dal Sinodo della chiesa Valdo--metodista del 1982:"molto presto nella chiesa si è perso coscienza del fatto che un aspetto essenziale dell'unità del popolo di Dio è l'unità tra chiesa e sinagoga. Un solo popolo di Dio (questa è l'unità di fatto) costituito da ebrei e cristiani, non un nuovo popolo di Dio .e la chiesa non è il nuovo popolo di Dio . La storia dei rapporti tra cristiani ed ebrei nei secoli che stanno alle nostre spalle è quanto mai dolente, un colpo enorme da parte dei cristiani che contro nessun popolo , hanno peccato tanto quanto contro gli ebrei.Sarà necessaria una svolta non piccola nella coscienza cristiana contemporanea per comprendere che Israele , come comunità di fede , è parte integrante della questione ecumenica."
Il teologo Karl Barth ,aveva detto a Roma nel 1966: c'è una sola vera questione ecumenica ,è il rapporto chiesa - sinagoga. Il sinodo delle chiese evangeliche della Renania: Confessiamo la nostra fede in Gesù Cristo , l'ebreo, che in quanto messia di Israele è il salvatore del mondo. Ma solo in quanto messia di Israele.
Mons. Goretti:
Il popolo ebraico figlio primogenito resta ancora il popolo scelto[...]non si può comprendere la natura della chiamata alla salvezza nella chiesa se non a partire da questa chiamata mai revocata del popolo ebraico al servizio dell'umanità. Questa elezione fonda un'alleanza che Dio non ha mai cancellato su cui si innesta la novità di Cristo e della sua alleanza.
Cerca nel blog
sabato 31 agosto 2019
giovedì 29 agosto 2019
L'AMORE di Rabindranath Tagore
29--8--2019
IMMAGINE
Tu sei soltanto immagine,
solo quadro dipinto.
Le lontane nebulose,
nidi di cielo, a schiere
affollano il firmamento:
il sole , la luna , le stelle,
notte e giorno
con la luce in mano,
guidando il pellegrino nella notte.
Tu non sei una realtà come loro?
Ahimè, immagine , tu sei solo immagine!
Perché rimani ferma
nel moto eterno dell'universo?
O senza via,
fatti compagna del viandante!
Perché giorno e notte
resti lontana da tutto e da tutti
nell'eterno silenzio dell'immobilità?
Il polline volteggiando nel'aria
ovunque si diffonde
e scioglie i veli grigi della terra:
ad aprile,
tolte le vesti della vedovanza,
ricopre di colori
la terra adoratrice
e al mattino di primavera
ricopre di verde le sue membra.
Questo polline è una realtà!
Le erbe
tappeto ai piedi dell'universo,
sono in cammino; tutte reali.
Tu solo sei immobile, tu immagine,
tu solo immagine!
Un tempo per la via
camminasti al mio fianco.
Il tuo petto si muoveva ai sospiri:
il tuo spirito,
unendo i suoi battiti ai battiti dell'universo,
con rinnovato ritmo
ha composto canti e danze
in ogni membro del corpo.
Quanto tempo è passato!
Nella vita
nella mia casa
tu eri realtà!
Dentro ai miei occhi
dappertutto hai tracciato con tocco d'arte
una viva immagine.
In quei mattini tu eri messaggero visibile
della voce dell'universo.
Mentre insieme camminavamo nella via
ti sei fermata
dentro l'oscurità della notte.
E io andai avanti
giorno e notte
in mezzo a tante gioie e dolori.
Passarono le alte maree della luce e delle tenebre
in cielo e in mare :
ai margini della strada
innumerevoli fiori in silenzio
si sono chinati ai miei piedi:
in mille rivi l'indomabile sorgente della vita
avanza annunciando morte.
Ascoltando una voce sconosciuta
mi sono spinto molto lontano
inebriato dall'amore del cammino.
Tu, scesa di strada
dove ti sei fermata
là sei rimasta.
Alle erbe, al polline, alle stelle, alla luna e al sole,
a tutti nascosta
tu immagine , tu solo immagine!
Perché vaneggia il poeta?
Tu immagine?
No, no, tu non sei immagine!
Chi può dire che tu sei immobile
dentro i legami delle linee
in un pianto silenzioso?
Io sarei morto
se la tua gioia fosse scomparsa
e il fiume
avrebbe perduto il suo corso
e le nubi
avrebbero perduto il colore dell'oro.
Se nell'universo fosse svanita
l'ombra dei tuoi delicati capelli
allora
Certamente
sotto il soffio del vento
il dolce mormorio delle ombre della foresta,
gioco sotto il frusciare della pioggia,
sarebbe diventato sogno.
Forse ti ho dimenticata?
Tu hai preso posto nella vita,
ecco la dimenticanza!
Perché distratto nel cammino non m'accorgo :
ho dimenticato i fiori,
ho dimenticato le stelle?
Essi fanno dolce
il respiro dell'anima
nel vuoto della dimenticanza
fanno sentire la loro voce
Dimenticanza che non è dimenticanza!
Nel centro della dimenticanza
hai fatto sussultare il mio spirito.
Tu non sei davanti agli occhi:
hai preso posto dentro le mie pupille.
Per questo oggi
sei verde sulla terra
e azzurra in cielo.
Il mio essere ha scoperto
in te un'intima unione.
Non so, ne' alcuno sa come
la tua voce risuona nel mio canto,
dentro il poeta tu sei poeta.
Non sei immagine, non sei immagine,
non sei soltanto immagine!
Ti ho trovata di mattino,ti ho perduta di notte;
ora nel silenzio delle tenebre
ti ho ritrovata.
Non sei immagine,
non sei soltanto immagine!
Alahabad,19 ottobre 1914, notte , da Balaka
IMMAGINE
Tu sei soltanto immagine,
solo quadro dipinto.
Le lontane nebulose,
nidi di cielo, a schiere
affollano il firmamento:
il sole , la luna , le stelle,
notte e giorno
con la luce in mano,
guidando il pellegrino nella notte.
Tu non sei una realtà come loro?
Ahimè, immagine , tu sei solo immagine!
Perché rimani ferma
nel moto eterno dell'universo?
O senza via,
fatti compagna del viandante!
Perché giorno e notte
resti lontana da tutto e da tutti
nell'eterno silenzio dell'immobilità?
Il polline volteggiando nel'aria
ovunque si diffonde
e scioglie i veli grigi della terra:
ad aprile,
tolte le vesti della vedovanza,
ricopre di colori
la terra adoratrice
e al mattino di primavera
ricopre di verde le sue membra.
Questo polline è una realtà!
Le erbe
tappeto ai piedi dell'universo,
sono in cammino; tutte reali.
Tu solo sei immobile, tu immagine,
tu solo immagine!
Un tempo per la via
camminasti al mio fianco.
Il tuo petto si muoveva ai sospiri:
il tuo spirito,
unendo i suoi battiti ai battiti dell'universo,
con rinnovato ritmo
ha composto canti e danze
in ogni membro del corpo.
Quanto tempo è passato!
Nella vita
nella mia casa
tu eri realtà!
Dentro ai miei occhi
dappertutto hai tracciato con tocco d'arte
una viva immagine.
In quei mattini tu eri messaggero visibile
della voce dell'universo.
Mentre insieme camminavamo nella via
ti sei fermata
dentro l'oscurità della notte.
E io andai avanti
giorno e notte
in mezzo a tante gioie e dolori.
Passarono le alte maree della luce e delle tenebre
in cielo e in mare :
ai margini della strada
innumerevoli fiori in silenzio
si sono chinati ai miei piedi:
in mille rivi l'indomabile sorgente della vita
avanza annunciando morte.
Ascoltando una voce sconosciuta
mi sono spinto molto lontano
inebriato dall'amore del cammino.
Tu, scesa di strada
dove ti sei fermata
là sei rimasta.
Alle erbe, al polline, alle stelle, alla luna e al sole,
a tutti nascosta
tu immagine , tu solo immagine!
Perché vaneggia il poeta?
Tu immagine?
No, no, tu non sei immagine!
Chi può dire che tu sei immobile
dentro i legami delle linee
in un pianto silenzioso?
Io sarei morto
se la tua gioia fosse scomparsa
e il fiume
avrebbe perduto il suo corso
e le nubi
avrebbero perduto il colore dell'oro.
Se nell'universo fosse svanita
l'ombra dei tuoi delicati capelli
allora
Certamente
sotto il soffio del vento
il dolce mormorio delle ombre della foresta,
gioco sotto il frusciare della pioggia,
sarebbe diventato sogno.
Forse ti ho dimenticata?
Tu hai preso posto nella vita,
ecco la dimenticanza!
Perché distratto nel cammino non m'accorgo :
ho dimenticato i fiori,
ho dimenticato le stelle?
Essi fanno dolce
il respiro dell'anima
nel vuoto della dimenticanza
fanno sentire la loro voce
Dimenticanza che non è dimenticanza!
Nel centro della dimenticanza
hai fatto sussultare il mio spirito.
Tu non sei davanti agli occhi:
hai preso posto dentro le mie pupille.
Per questo oggi
sei verde sulla terra
e azzurra in cielo.
Il mio essere ha scoperto
in te un'intima unione.
Non so, ne' alcuno sa come
la tua voce risuona nel mio canto,
dentro il poeta tu sei poeta.
Non sei immagine, non sei immagine,
non sei soltanto immagine!
Ti ho trovata di mattino,ti ho perduta di notte;
ora nel silenzio delle tenebre
ti ho ritrovata.
Non sei immagine,
non sei soltanto immagine!
Alahabad,19 ottobre 1914, notte , da Balaka
mercoledì 28 agosto 2019
IL LIBRO D'ORE di: Rainer Maria Rilke 2°
28--8--2019
Sono umile di nuovo e quieto
e senza voce;
a una preghiera più bella
s'era chinato il mio volto.
Ero vento per gli altri
e li chiamavo e li scuotevo.
Ero lontano, lassù dove sono gli angeli
e la luce si sfa in nulla--
ma Dio è buono e sprofonda.
Gli angeli sono l'ultima folata
tra le cime del suo albero;
uscire dai suoi rami
per loro è come un sogno.
Lassù credono più alla luce
che alla buia forza di Dio
e da loro si rifugiò Lucifero.
è il principe del regno della luce
e la sua fronte s'erge così alta
innanzi al grande splendore del nulla
che invoca
a volto bruciato le tenebre.
è il luminoso Dio del tempo
che con fragore si ridesta innanzi
a lui e poiché nel suo dolore
spesso urla e spesso ride
il tempo lo crede felice
e s'inchina alla sua potenza.
Il tempo è come l'orlo secco
d'una foglia di faggio.
è la splendida veste
che Dio scagliò lontano
quando , eterno abisso,
si stancò di volare
e si nascose agli anni
finché , come radici , spuntarono
in ogni cosa i suoi capelli.
Mille teologi s'immersero
nell'antica notte del tuo nome.
Vergini si destarono
e giovani coperti d'argento partirono
sfavillando in te, battaglia.
Sotto le tue grandi arcate
s'incontrarono i poeti
e furono padroni di suoni,
profondi e miti maestri.
Sei l'ora quieta della sera
che rende simili i poeti;
ti pigi nelle loro bocche buia
e credendo d'averti scoperto
ti circonda ognuno di splendore.
T'alzano dal silenzio , battito
d'ali, infinite arpe.
E i venti, i tuoi , gli antichi
scagliano su cose e miserie
l'alto della tua grandezza.
I poeti ti hanno sparpagliato
(una tempesta attraversò la loro balbuzie)
ma io ti voglio radunare di nuovo
nel vaso che ti fa felice.
Ho vagato in un forte vento,
mille volte vi hai spirato dentro,
ed ecco quel che ho trovato;
ti usava il cieco come un bicchiere ,
nel profondo ti nascondeva il servo
mentre il pezzente ti porgeva a tutti;
e spesso in un bambino
c'era un grande pezzo del tuo cuore.
Vedi che sono uno che cerca?
Uno che va nascosto dietro
alle sue mani ed è come un pastore
(che tu possa allontanare lo sguardo
che lo confonde, lo sguardo dello straniero)
uno che sogna di compierti
e compiere così anche se stesso.
Sono umile di nuovo e quieto
e senza voce;
a una preghiera più bella
s'era chinato il mio volto.
Ero vento per gli altri
e li chiamavo e li scuotevo.
Ero lontano, lassù dove sono gli angeli
e la luce si sfa in nulla--
ma Dio è buono e sprofonda.
Gli angeli sono l'ultima folata
tra le cime del suo albero;
uscire dai suoi rami
per loro è come un sogno.
Lassù credono più alla luce
che alla buia forza di Dio
e da loro si rifugiò Lucifero.
è il principe del regno della luce
e la sua fronte s'erge così alta
innanzi al grande splendore del nulla
che invoca
a volto bruciato le tenebre.
è il luminoso Dio del tempo
che con fragore si ridesta innanzi
a lui e poiché nel suo dolore
spesso urla e spesso ride
il tempo lo crede felice
e s'inchina alla sua potenza.
Il tempo è come l'orlo secco
d'una foglia di faggio.
è la splendida veste
che Dio scagliò lontano
quando , eterno abisso,
si stancò di volare
e si nascose agli anni
finché , come radici , spuntarono
in ogni cosa i suoi capelli.
Mille teologi s'immersero
nell'antica notte del tuo nome.
Vergini si destarono
e giovani coperti d'argento partirono
sfavillando in te, battaglia.
Sotto le tue grandi arcate
s'incontrarono i poeti
e furono padroni di suoni,
profondi e miti maestri.
Sei l'ora quieta della sera
che rende simili i poeti;
ti pigi nelle loro bocche buia
e credendo d'averti scoperto
ti circonda ognuno di splendore.
T'alzano dal silenzio , battito
d'ali, infinite arpe.
E i venti, i tuoi , gli antichi
scagliano su cose e miserie
l'alto della tua grandezza.
I poeti ti hanno sparpagliato
(una tempesta attraversò la loro balbuzie)
ma io ti voglio radunare di nuovo
nel vaso che ti fa felice.
Ho vagato in un forte vento,
mille volte vi hai spirato dentro,
ed ecco quel che ho trovato;
ti usava il cieco come un bicchiere ,
nel profondo ti nascondeva il servo
mentre il pezzente ti porgeva a tutti;
e spesso in un bambino
c'era un grande pezzo del tuo cuore.
Vedi che sono uno che cerca?
Uno che va nascosto dietro
alle sue mani ed è come un pastore
(che tu possa allontanare lo sguardo
che lo confonde, lo sguardo dello straniero)
uno che sogna di compierti
e compiere così anche se stesso.
martedì 27 agosto 2019
OBIETTIVI E METODI DELLA PREVENZIONE di Pina Maria Speranza Raciti
27--8--2019
Lo stato , protegge la salute dei cittadini, mediante , leggi ; il ministero della salute, l'SSN, sono gli strumenti , per tale fine.
Siamo liberi, ma la nostra libertà è relativa, perché ,è in relazione con quella del nostro prossimo. Le nostre azioni pur libere,non possono ledere la dignità , del prossimo, che costituisce , la società in cui viviamo.
Ciò si traduce nel fatto , che non possiamo, non rispettare le regole, in questo caso quelle che riguardano la salute nostra e di tutti i cittadini. Vaccinare i propri bambini, vuol dire , salvaguardare la loro salute, e quella della società. Questo vale , per tutte le regole mediante le quali viene garantita la salute del singolo e di tutta la popolazione.
A seconda degli obiettivi e dei metodi di intervento distinguiamo tre tipi di prevenzione:
primaria; secondaria; terziaria.
PREVENZIONE PRIMARIA:
Obiettivo della prevenzione primaria è impedire l'insorgenza di nuovi casi di malattia nelle persone sane. Pertanto , un intervento di prevenzione primaria produce una diminuzione del tasso di incidenza della malattia contro cui è rivolto :la riduzione dell'incidenza è tanto maggiore quanto più efficace è l'intervento stesso. Per ottenere la diminuzione dell'incidenza della malattia nella popolazione occorre ridurre il rischio individuale ; questo può essere ridotto a zero se si riesce a rimuovere definitamente la causa della malattia o ad impedire che essa continui ad agire sulla popolazione. In questi casi l'incidenza della malattia tenderà essa a zero in tempi più o meno brevi in rapporto al suo periodo di incubazione.---------------------------------------------Quando la causa di malattia non è conosciuta o essa non
è eliminabile , si possono ugualmente ottenere riduzioni più o meno consistenti dell'incidenza agendo sui fattori di rischio. In questi casi , gli obiettivi degli interventi possano essere fissati in termini quantitativi come percentuale di riduzione dell'incidenza della malattia, dopo aver determinato la quota di rischio attribuibile al fattore che si vuole eliminare.-------------------------------------
PREVENZIONE SECONDARIA:
La prevenzione secondaria ha come obiettivo la scoperta e la guarigione dei casi di malattia prima che essi si manifestino clinicamente. Il vantaggio della diagnosi precoce in fase preclinica è che la terapia darà maggiori probabilità di guarigione definitiva. Per conseguenza , un intervento di prevenzione secondaria ben condotto determinerà una riduzione della mortalità, che sarà più o meno consistente a seconda dell'efficacia dell'intervento stesso. Esso potrà produrre anche una diminuzione della prevalenza di quelle malattie in cui i casi via via scoperti , subito sottoposti a cura , giungono rapidamente a guarigione, mentre i casi diagnosticati in fase clinica avanzata presentano un lungo decorso prima di giungere alla guarigione o alla morte. La prevenzione secondaria non ha, invece , alcun effetto di riduzione sull'incidenza. Infatti , a differenza della prevenzione primaria non rimuove le cause di malattia e, per conseguenza , non evita l'insorgenza, di nuovi casi.
Non tutte le malattie sono suscettibili di prevenzione secondaria, ma soltanto quelle che presentano certi requisiti. In particolare, è necessario che.la storia naturale della malattia sia ben conosciuta per poterne prevedere l'evoluzione; il periodo di latenza in fase asintomatica sia sufficientemente lungo per avere la possibilità di scoprire il caso , sia disponibile un test(clinico , strumentale, o di laboratorio) in grado di differenziare le persone apparentemente sane , ma già malate , da quelle effettivamente sane. Occorre , infine che siano disponibili terapie efficaci, in grado di guarire la malattia, o almeno , di ritardare significativamente '
l'evoluzione letale.
Ogni intervento di prevenzione secondaria basato sull'inizio della terapia in fase preclinica richiede l'esame di una massa di persone apparentemente sane per effettuare lo screening, cioè la selezione di coloro che sono già ammalati pur non presentando ancora sintomi della malattia.
Lo screening può essere di massa o selettivo. Nel ,selettivo, la ricerca è operata fra individui apparentemente sani , ma appartenenti ad una categoria con rischio di ammalare particolarmente elevato. Lo screening di massa, riguarda , invece, l'intera popolazione esposta al rischio e va effettuato solo quando l'incidenza della malattia che si vuole prevenire è elevato (es. CA della mammella) oppure quando, pur trattandosi di malattia rara , la diagnosi tardiva implica un danno irreversibile , mentre la diagnosi precoce può essere fatta agevolmente e consente un efficace trattamento (es. fenilchetonuria,ipotiroidismo congenito). L'indagine può avere come obiettivo la diagnosi precoce di una singola malattia(come ad es. screening selettivo per la silicosi fra i minatori, nello screening di massa per il CA dello porzio , ecc.
Per effettuare interventi di medicina preventiva secondaria mediante screening occorre tener presente una serie di criteri. Bisogna, innanzitutto , valutare l'importanza della malattia , sia in termini di frequenza nella popolazione , sia in termini di gravità, e conoscere bene la sua evoluzione dall'inizio del processo patologico alle prime manifestazioni cliniche, fino alla sua conclusione. Ed inoltre, condizione indispensabile affinché sia conveniente effettuare uno screening è la disponibilità di efficaci sistemi di cura per migliorare la prognosi dei casi scoperti.
PREVENZIONE TERZIARIA:
La prevenzione terziaria si prefigge di impedire l'invalidità in persone già ammalate di malattie croniche e di favorire il recupero di persone portatrici di Handicap ; pertanto , essa si identifica in larga misura con la riabilitazione.
Lo stato , protegge la salute dei cittadini, mediante , leggi ; il ministero della salute, l'SSN, sono gli strumenti , per tale fine.
Siamo liberi, ma la nostra libertà è relativa, perché ,è in relazione con quella del nostro prossimo. Le nostre azioni pur libere,non possono ledere la dignità , del prossimo, che costituisce , la società in cui viviamo.
Ciò si traduce nel fatto , che non possiamo, non rispettare le regole, in questo caso quelle che riguardano la salute nostra e di tutti i cittadini. Vaccinare i propri bambini, vuol dire , salvaguardare la loro salute, e quella della società. Questo vale , per tutte le regole mediante le quali viene garantita la salute del singolo e di tutta la popolazione.
A seconda degli obiettivi e dei metodi di intervento distinguiamo tre tipi di prevenzione:
primaria; secondaria; terziaria.
PREVENZIONE PRIMARIA:
Obiettivo della prevenzione primaria è impedire l'insorgenza di nuovi casi di malattia nelle persone sane. Pertanto , un intervento di prevenzione primaria produce una diminuzione del tasso di incidenza della malattia contro cui è rivolto :la riduzione dell'incidenza è tanto maggiore quanto più efficace è l'intervento stesso. Per ottenere la diminuzione dell'incidenza della malattia nella popolazione occorre ridurre il rischio individuale ; questo può essere ridotto a zero se si riesce a rimuovere definitamente la causa della malattia o ad impedire che essa continui ad agire sulla popolazione. In questi casi l'incidenza della malattia tenderà essa a zero in tempi più o meno brevi in rapporto al suo periodo di incubazione.---------------------------------------------Quando la causa di malattia non è conosciuta o essa non
è eliminabile , si possono ugualmente ottenere riduzioni più o meno consistenti dell'incidenza agendo sui fattori di rischio. In questi casi , gli obiettivi degli interventi possano essere fissati in termini quantitativi come percentuale di riduzione dell'incidenza della malattia, dopo aver determinato la quota di rischio attribuibile al fattore che si vuole eliminare.-------------------------------------
PREVENZIONE SECONDARIA:
La prevenzione secondaria ha come obiettivo la scoperta e la guarigione dei casi di malattia prima che essi si manifestino clinicamente. Il vantaggio della diagnosi precoce in fase preclinica è che la terapia darà maggiori probabilità di guarigione definitiva. Per conseguenza , un intervento di prevenzione secondaria ben condotto determinerà una riduzione della mortalità, che sarà più o meno consistente a seconda dell'efficacia dell'intervento stesso. Esso potrà produrre anche una diminuzione della prevalenza di quelle malattie in cui i casi via via scoperti , subito sottoposti a cura , giungono rapidamente a guarigione, mentre i casi diagnosticati in fase clinica avanzata presentano un lungo decorso prima di giungere alla guarigione o alla morte. La prevenzione secondaria non ha, invece , alcun effetto di riduzione sull'incidenza. Infatti , a differenza della prevenzione primaria non rimuove le cause di malattia e, per conseguenza , non evita l'insorgenza, di nuovi casi.
Non tutte le malattie sono suscettibili di prevenzione secondaria, ma soltanto quelle che presentano certi requisiti. In particolare, è necessario che.la storia naturale della malattia sia ben conosciuta per poterne prevedere l'evoluzione; il periodo di latenza in fase asintomatica sia sufficientemente lungo per avere la possibilità di scoprire il caso , sia disponibile un test(clinico , strumentale, o di laboratorio) in grado di differenziare le persone apparentemente sane , ma già malate , da quelle effettivamente sane. Occorre , infine che siano disponibili terapie efficaci, in grado di guarire la malattia, o almeno , di ritardare significativamente '
l'evoluzione letale.
Ogni intervento di prevenzione secondaria basato sull'inizio della terapia in fase preclinica richiede l'esame di una massa di persone apparentemente sane per effettuare lo screening, cioè la selezione di coloro che sono già ammalati pur non presentando ancora sintomi della malattia.
Lo screening può essere di massa o selettivo. Nel ,selettivo, la ricerca è operata fra individui apparentemente sani , ma appartenenti ad una categoria con rischio di ammalare particolarmente elevato. Lo screening di massa, riguarda , invece, l'intera popolazione esposta al rischio e va effettuato solo quando l'incidenza della malattia che si vuole prevenire è elevato (es. CA della mammella) oppure quando, pur trattandosi di malattia rara , la diagnosi tardiva implica un danno irreversibile , mentre la diagnosi precoce può essere fatta agevolmente e consente un efficace trattamento (es. fenilchetonuria,ipotiroidismo congenito). L'indagine può avere come obiettivo la diagnosi precoce di una singola malattia(come ad es. screening selettivo per la silicosi fra i minatori, nello screening di massa per il CA dello porzio , ecc.
Per effettuare interventi di medicina preventiva secondaria mediante screening occorre tener presente una serie di criteri. Bisogna, innanzitutto , valutare l'importanza della malattia , sia in termini di frequenza nella popolazione , sia in termini di gravità, e conoscere bene la sua evoluzione dall'inizio del processo patologico alle prime manifestazioni cliniche, fino alla sua conclusione. Ed inoltre, condizione indispensabile affinché sia conveniente effettuare uno screening è la disponibilità di efficaci sistemi di cura per migliorare la prognosi dei casi scoperti.
PREVENZIONE TERZIARIA:
La prevenzione terziaria si prefigge di impedire l'invalidità in persone già ammalate di malattie croniche e di favorire il recupero di persone portatrici di Handicap ; pertanto , essa si identifica in larga misura con la riabilitazione.
lunedì 26 agosto 2019
IL MITO DI SISIFO di: Albert Camus "La libertà assurda"
26--8..2019
----------Non so se il mondo abbia un senso che lo trascenda; ma so che io non conosco questo senso e che , per il momento mi è impossibile conoscerlo. Che valore ha per me un significato al di fuori della mia condizione? Io posso comprendere soltanto in termini umani. Ciò che tocco e che mi resiste, ecco quanto comprendo . E queste certezze, la mia brama di assoluto e di unità e l'irriducibilità del mondo a un principio razionale e ragionevole , so anche che non posso conciliarle.-----------------------------
---l'assurdo , così evidente e insieme così difficile da conquistare, rientra nella vita di un uomo e ritrova la propria patria; e, a questo punto ancora lo spirito può lasciare lo sterile e arido cammino dello sforzo lucido , che sbocca ora nella vita quotidiana.--------------------
Tutti i problemi riprendono il loro carattere perentorio, l'evidenza astratta si ritira di fronte al lirismo delle forme e dei colori. I confini spirituali si incarnano e ritrovano il miserabile e magnifico rifugio del cuore umano.------Si deve morire, sfuggire con il salto , ricostruire una casa di idee e di forme su misura? O si deve, invece, accettare la scommessa straziante e meravigliosa dell'assurdo?-----Il corpo , la tenerezza, la creazione, l'azione, la nobiltà umana riprenderanno allora il proprio posto in questo mondo insensato. L'uomo vi ritroverà infine il vino dell'assurdo e il pane dell'indifferenza, di cui nutre la sua grandezza.------------------------------------l'uomo assurdo è incalzato. La storia non è priva di religioni ne' di profeti , anche senza dei. Gli chiede di saltare. Tutto quello che può rispondere è che non comprende bene , perché ciò non è evidente. Egli , appunto non vuol fare quello che non capisce. Lo si assicura che è peccato di orgoglio ( ma egli non afferra la nozione di peccato); che forse, alla fine , c'è l'inferno ( ma egli non ha sufficiente immaginazione per raffigurarsi questo strano avvenire); che perderà la vita immortale ( ma questo gli sembra futile). Si vorrebbe fargli riconoscere la sua colpevolezza, ma egli si sente innocente. A dire il vero , egli non sente che questo :la propria innocenza irreparabile. è questa che gli permette tutto. Cosicché, ciò che egli richiede da se stesso è solamente vivere con ciò che sa, adattarsi a ciò che è , e non far intervenire nulla che non sia certo.--------------------------------------------------------
Vivere è dar vita all'assurdo. Dargli vita è innanzi tutto saper guardarlo. Al contrario di Euridice, l'assurdo muore soltanto quando gli si voltano le spalle. Così, una delle sole posizioni filosofiche coerenti è la rivolta , che è un perpetuo confronto dell'uomo e della sua oscurità; che è esigenza di una trasparenza impossibile, e che mette in dubbio il mondo a ogni istante.--------------------------------------------------------------------------------------------Il problema della "libertà in se" non ha senso, perché è congiunto , in modo diverso, a quello di Dio. Sapere se l'uomo è libero ,impone che si sappia se egli può avere un padrone. L'assurdità particolare a questo problema deriva dal fatto che la stessa nozione , che rende possibile il problema della libertà, gli toglie al tempo stesso ogni senso, in quanto di fronte a Dio esiste piuttosto un problema del male che un problema della libertà. Conosciamo l'alternativa: o non siamo liberi , e Dio onnipotente è responsabile del male; o siamo liberi e responsabili , ma Dio non è onnipotente.-------------------------------------Non posso capire che cosa sia una libertà che mi verrebbe data da un essere superiore. Ho perso il senso della gerarchia. Della libertà posso avere soltanto il concetto che ha il prigioniero o l'individuo moderno in seno allo stato. La sola libertà che conosco è quella dello spirito e dell'azione. Ora se l'assurdo annienta tutte le mie probabilità di libertà eterna, mi restituisce , invece, esaltandola , la mia libertà d'azione. Questa privazione di speranza e di avvenire significa un accrescimento nelle disponibilità dell'uomo.----------------------------------------------------------dopo la scoperta dell'assurdo, tutto si trova sconvolto. L'idea che "io sono", il mio modo d'agire come se tutto avesse un senso (anche,se all'occorrenza, dicevo che niente lo ha), ogni cosa si trova smentita in modo vertiginoso dalla assurdità di una possibile morte. Pensare al domani, fissarsi uno scopo , avere preferenze , tutto suppone la credenza nella libertà, anche se a volte si è sicuri di non averne la prova. Ma , a questo punto, so bene che la libertà superiore , la libertà di essere, che sola può fondare una verità, non esiste. La morte è là, di fronte , come la sola realtà. Dopo questo tutto è finito. Non sono più libero di perpetuarmi, ma schiavo; e schiavo soprattutto senza speranza di un'eterna rivoluzione, senza possibilità di ricorrere al disprezzo. E chi mai senza rivoluzione e senza disprezzo può restare schiavo? Quale libertà , in senso assoluto , può esistere , senza sicurezza dell'eternità?------------------------------------------------------Nell'inabissarsi in questa certezza senza fondo, nel sentirsi ormai abbastanza estranei alla propria vita per accrescere e percorrerla senza la miopia degli amanti, c'è già il principio di una liberazione. Questa nuova indipendenza è a termine , come ogni libertà di azione , e non stacca un assegno all'eternità; ma sostituisce le illusioni della libertà, che si fermavano tutte alla morte.-----------------------------------------------------la morte e l'assurdo sono,in questo caso, i principi della libertà ragionevole; quella che un cuore umano può provare e può vivere . Ecco la seconda conseguenza . L'uomo assurdo intravede così un universo ardente e gelato , trasparente e limitato , dove nulla è possibile, ma tutto è dato , e dopo il quale vi è lo sprofondamento e il nulla . Egli può allora decidere di accettare la vita in un tale universo e di trarne la propria forza, il rifiuto a sperare e la prova ostinata di una vita senza consolazione.----------------------------------------------------------------------------La morale di un uomo, la sua scala dei valori non hanno senso che in rapporto alla quantità e alla varietà d'esperienze che gli è stato dato di accumulare. Ora, le condizioni della vita moderna impongono alla maggioranza degli uomini la stessa quantità e, per conseguenza, la stessa esperienza profonda . Certamente , bisogna considerare anche l'apporto spontaneo dell'individuo, ciò che è "dato" in lui . Ma io non posso dare un giudizio su questo elemento e, ancora una volta ,la mia regola , in questo caso .è di adattarsi all'evidenza immediata.-----------------------------------------Il presente e la successione dei presenti davanti a un'anima perennemente cosciente è l'ideale dell'uomo assurdo.------------------------------------------------------------------Dopo esser partita da una coscienza angosciata dall'inumano,la meditazione sull'assurdo ritorna, al termine del suo itinerario, proprio in seno alle fiamme appassionate della rivolta umana.--------------------------------------------------------------------" La preghiera" dice Alain"si ha quando la notte cala sul pensiero" . "Ma bisogna che lo spirito incontri la notte", rispondono i mistici e gli esistenzialisti.---------------------------------------Se si deve incontrare una notte , che essa sia piuttosto quella della disperazione, che rimane lucida, notte polare , veglia dello spirito, da cui si leverà , forse , quella chiarità bianca e intatta , che delinea ogni oggetto alla luce dell'intelligenza.
----------Non so se il mondo abbia un senso che lo trascenda; ma so che io non conosco questo senso e che , per il momento mi è impossibile conoscerlo. Che valore ha per me un significato al di fuori della mia condizione? Io posso comprendere soltanto in termini umani. Ciò che tocco e che mi resiste, ecco quanto comprendo . E queste certezze, la mia brama di assoluto e di unità e l'irriducibilità del mondo a un principio razionale e ragionevole , so anche che non posso conciliarle.-----------------------------
---l'assurdo , così evidente e insieme così difficile da conquistare, rientra nella vita di un uomo e ritrova la propria patria; e, a questo punto ancora lo spirito può lasciare lo sterile e arido cammino dello sforzo lucido , che sbocca ora nella vita quotidiana.--------------------
Tutti i problemi riprendono il loro carattere perentorio, l'evidenza astratta si ritira di fronte al lirismo delle forme e dei colori. I confini spirituali si incarnano e ritrovano il miserabile e magnifico rifugio del cuore umano.------Si deve morire, sfuggire con il salto , ricostruire una casa di idee e di forme su misura? O si deve, invece, accettare la scommessa straziante e meravigliosa dell'assurdo?-----Il corpo , la tenerezza, la creazione, l'azione, la nobiltà umana riprenderanno allora il proprio posto in questo mondo insensato. L'uomo vi ritroverà infine il vino dell'assurdo e il pane dell'indifferenza, di cui nutre la sua grandezza.------------------------------------l'uomo assurdo è incalzato. La storia non è priva di religioni ne' di profeti , anche senza dei. Gli chiede di saltare. Tutto quello che può rispondere è che non comprende bene , perché ciò non è evidente. Egli , appunto non vuol fare quello che non capisce. Lo si assicura che è peccato di orgoglio ( ma egli non afferra la nozione di peccato); che forse, alla fine , c'è l'inferno ( ma egli non ha sufficiente immaginazione per raffigurarsi questo strano avvenire); che perderà la vita immortale ( ma questo gli sembra futile). Si vorrebbe fargli riconoscere la sua colpevolezza, ma egli si sente innocente. A dire il vero , egli non sente che questo :la propria innocenza irreparabile. è questa che gli permette tutto. Cosicché, ciò che egli richiede da se stesso è solamente vivere con ciò che sa, adattarsi a ciò che è , e non far intervenire nulla che non sia certo.--------------------------------------------------------
Vivere è dar vita all'assurdo. Dargli vita è innanzi tutto saper guardarlo. Al contrario di Euridice, l'assurdo muore soltanto quando gli si voltano le spalle. Così, una delle sole posizioni filosofiche coerenti è la rivolta , che è un perpetuo confronto dell'uomo e della sua oscurità; che è esigenza di una trasparenza impossibile, e che mette in dubbio il mondo a ogni istante.--------------------------------------------------------------------------------------------Il problema della "libertà in se" non ha senso, perché è congiunto , in modo diverso, a quello di Dio. Sapere se l'uomo è libero ,impone che si sappia se egli può avere un padrone. L'assurdità particolare a questo problema deriva dal fatto che la stessa nozione , che rende possibile il problema della libertà, gli toglie al tempo stesso ogni senso, in quanto di fronte a Dio esiste piuttosto un problema del male che un problema della libertà. Conosciamo l'alternativa: o non siamo liberi , e Dio onnipotente è responsabile del male; o siamo liberi e responsabili , ma Dio non è onnipotente.-------------------------------------Non posso capire che cosa sia una libertà che mi verrebbe data da un essere superiore. Ho perso il senso della gerarchia. Della libertà posso avere soltanto il concetto che ha il prigioniero o l'individuo moderno in seno allo stato. La sola libertà che conosco è quella dello spirito e dell'azione. Ora se l'assurdo annienta tutte le mie probabilità di libertà eterna, mi restituisce , invece, esaltandola , la mia libertà d'azione. Questa privazione di speranza e di avvenire significa un accrescimento nelle disponibilità dell'uomo.----------------------------------------------------------dopo la scoperta dell'assurdo, tutto si trova sconvolto. L'idea che "io sono", il mio modo d'agire come se tutto avesse un senso (anche,se all'occorrenza, dicevo che niente lo ha), ogni cosa si trova smentita in modo vertiginoso dalla assurdità di una possibile morte. Pensare al domani, fissarsi uno scopo , avere preferenze , tutto suppone la credenza nella libertà, anche se a volte si è sicuri di non averne la prova. Ma , a questo punto, so bene che la libertà superiore , la libertà di essere, che sola può fondare una verità, non esiste. La morte è là, di fronte , come la sola realtà. Dopo questo tutto è finito. Non sono più libero di perpetuarmi, ma schiavo; e schiavo soprattutto senza speranza di un'eterna rivoluzione, senza possibilità di ricorrere al disprezzo. E chi mai senza rivoluzione e senza disprezzo può restare schiavo? Quale libertà , in senso assoluto , può esistere , senza sicurezza dell'eternità?------------------------------------------------------Nell'inabissarsi in questa certezza senza fondo, nel sentirsi ormai abbastanza estranei alla propria vita per accrescere e percorrerla senza la miopia degli amanti, c'è già il principio di una liberazione. Questa nuova indipendenza è a termine , come ogni libertà di azione , e non stacca un assegno all'eternità; ma sostituisce le illusioni della libertà, che si fermavano tutte alla morte.-----------------------------------------------------la morte e l'assurdo sono,in questo caso, i principi della libertà ragionevole; quella che un cuore umano può provare e può vivere . Ecco la seconda conseguenza . L'uomo assurdo intravede così un universo ardente e gelato , trasparente e limitato , dove nulla è possibile, ma tutto è dato , e dopo il quale vi è lo sprofondamento e il nulla . Egli può allora decidere di accettare la vita in un tale universo e di trarne la propria forza, il rifiuto a sperare e la prova ostinata di una vita senza consolazione.----------------------------------------------------------------------------La morale di un uomo, la sua scala dei valori non hanno senso che in rapporto alla quantità e alla varietà d'esperienze che gli è stato dato di accumulare. Ora, le condizioni della vita moderna impongono alla maggioranza degli uomini la stessa quantità e, per conseguenza, la stessa esperienza profonda . Certamente , bisogna considerare anche l'apporto spontaneo dell'individuo, ciò che è "dato" in lui . Ma io non posso dare un giudizio su questo elemento e, ancora una volta ,la mia regola , in questo caso .è di adattarsi all'evidenza immediata.-----------------------------------------Il presente e la successione dei presenti davanti a un'anima perennemente cosciente è l'ideale dell'uomo assurdo.------------------------------------------------------------------Dopo esser partita da una coscienza angosciata dall'inumano,la meditazione sull'assurdo ritorna, al termine del suo itinerario, proprio in seno alle fiamme appassionate della rivolta umana.--------------------------------------------------------------------" La preghiera" dice Alain"si ha quando la notte cala sul pensiero" . "Ma bisogna che lo spirito incontri la notte", rispondono i mistici e gli esistenzialisti.---------------------------------------Se si deve incontrare una notte , che essa sia piuttosto quella della disperazione, che rimane lucida, notte polare , veglia dello spirito, da cui si leverà , forse , quella chiarità bianca e intatta , che delinea ogni oggetto alla luce dell'intelligenza.
domenica 25 agosto 2019
CORPO e ANIMA come FORMA e Contenuto di: Ugo Greci , oblato
25--8--2019
----La nostra moderna medicina scientifica risale a Ippocrate(400 a.C.). Ippocrate proveniva dai famosi Asclepiadi, che nel corso dei secoli crearono in Grecia luoghi di cura (Asclepei), nei quali i sacerdoti curavano i malati con rituali e canti magici. Ippocrate, che teneva molto alla sua origine , ruppe tuttavia con questa tradizione , cioè con la medicina sacerdotale, e cominciò a considerare le malattie indipendentemente da ogni implicazione religiosa, come fatti a se' stanti, e a sviluppare cure corrispondenti al decorso del male . Egli pose così le basi per le metodologie oggi attuate dalla medicina scientifica.
Questa medicina dai tempi di Ippocrate non è cambiata di molto, non si è molto sviluppata, ha compiuto passi avanti in certi campi e passi indietro in altri. Prima dell'intervento di Ippocrate curare spettava alla classe sacerdotale e quindi alla religione.
La malattia era espressione dell'ira divina e veniva guarita dal sacerdote che induceva il malato al pentimento e in questo modo lo riconciliava con Dio: non si dimentichi che il termine latino pontifex( pontefice) significa "costruttore del ponte".
Il distacco di Ippocrate da questa tradizione rappresenta anche un distacco dalla "condizione patologica" e un avvicinamento invece alle "malattie" in se' e per se'. Il termine "malattia" presenta contraddizione già come termine ; il suo contrario infatti dovrebbe essere "saluti", cioè, il plurale di "salute", il che ovviamente non esiste in quanto si dovrebbe parlare di uno stato di salute e uno stato di malattia. Quelle che vengono comunemente definite malattie sono in realtà sintomi , particolari condizioni di quella malattia che costituisce la condizione ordinaria dell'uomo non ancora redento. Fortunatamente , nonostante l'enorme importanza che la rivoluzione di Ippocrate ha avuto sulla storia dell'umanità, sempre ci sono stati personaggi che mai hanno disgiunto la condizione dell'uomo alla propria appartenenza al cosmo e origine divina. E neanche c'è bisogno di andare in oriente: è il caso appunto della monaca benedettina Ildegarda di Bingen; vissuta in Germania nel 12° secolo. Riportiamo dalla rivista"Erboristeria domani" uno stralcio relativo al concetto ildegardiano:"La guarigione è un cammino da compiere lungo tutta la vita; non un momento a se' nel periodo dell'esistenza terrena.è uno stile di vita. L'uomo ha il dovere di riportare equilibrio in se stesso , guarendo , o meglio autoguarendosi dalle malattie fisiche, mentali e morali". Infatti i vizi secondo Ildegarda possono essere cause scatenanti di malattie che si ripercuotano nel corpo , a cui si contrappongono le virtù corrispondenti in grado di riportare limpidezza nel pensiero e un certo rilassamento necessario al superamento della manifestazione patologica. Ma tornando alla modalità di impostazione di un qualsiasi punto di vista , pensiamo che in definitiva convenga contrapporre al "come" il concetto ben più illuminante di "perché". Secondo la teoria che il mondo materiale non è altro che lo specchio o riflesso delle realtà superiori e metafisiche , teoria magistralmente elaborata e sviscerata anche dal grande Origene, possiamo efficacemente usare come piano di osservazione il corpo fisico come riscontro della condizione dell'uomo vero , che non è il corpo fisico ....Nella sua omelia al Cantico de cantici, Origene intravede a un certo passo una illuminante analogia:" il letto in cui possa riposare lo sposo con la sposa è da intendersi come il corpo umano , se davvero quel paralitico del Vangelo , che giaceva nel letto (Mt 9,2) e ricevette il comando per bocca del Salvatore, di andarsene a casa sua portandosi il lettuccio, prima di essere guarito giaceva sul debole corpo delle sue membra, che poi fu reso salvo dalla potenza di Dio. Certo il Figlio di Dio non era disceso dal cielo alla terra per dare ordini riguardo ai lettucci e per non sopportare che se ne andasse senza lettuccio colui che sorgeva dalla sua malattia , quando diceva: "prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua". In realtà tutto ciò che esiste nella creazione può essere considerato come forma esprimente un contenuto e sotto questo profilo non esistono forme vuote.
Per fare un esempio di cosa si intenda per forma e contenuto, può essere chiarificante considerare il meccanismo dell'espressione artistica. Le cappelle medicee de Firenze offrono all'osservatore, tra gli altri , un interessante particolare: Crepuscolo, Aurora, Giorno e Notte sono rappresentate dalla scuola di Michelangelo in altrettante statue di marmo. Ora, tra tutte ,la Notte spicca sulle altre per vivida magnificenza, ed è l'unica scolpita interamente di mano del maestro. Le altre sono opera della sua scuola. Il marmo è lo stesso , gli attrezzi usati pure le tecniche, trattandosi ovviamente della stessa scuola non differisco ; ma allora cosa ha reso diversa l'una dalle altre? In quel Marmo si riflette l'anima di Michelangelo, li sta' la differenza. A buona ragione possiamo considerare lo stesso principio applicato al corpo ; tutto ciò che riflette il corpo da adito a essere interpretato come linguaggio dell'anima. Con la caduta adamica siamo precipitati nel mondo delle forme materiali, ed è proprio attraverso di esse come in una sorta di circolo vizioso che potremo ritrovare la nostra condizione originaria di figli di Dio.
A Mosè , che domandava di vedere la gloria del Signore, Dio rispose :"Tu non potrai vedere il mio volto e restare vivo"(Es 33,20). I nostri Santi conoscevano la ragione teologica delle parole di Dio , ma erano anche consapevoli delle esigenze dell'amore che deve concretizzarsi in qualche cosa di sensibile , di sperimentale per crescere e svilupparsi . Questa legge psicologica dell'amore umano , si riversa pure nell'amore verso Dio . Guidati da questa legge , i nostri Santi percorsero l'unica via possibile sicura e facile : le sue opere. In realtà la casualità e l'analogia sono vie della conoscenza umana. L'intelletto , infatti arriva alla verità mediante le cause , gli effetti e le analogie per superare la molteplicità delle singole esperienze.è un percorso tra luci e ombre dove alla fine tutto dovrà diventare luce , e la fonte di questa luce si chiama Cristo.
----La nostra moderna medicina scientifica risale a Ippocrate(400 a.C.). Ippocrate proveniva dai famosi Asclepiadi, che nel corso dei secoli crearono in Grecia luoghi di cura (Asclepei), nei quali i sacerdoti curavano i malati con rituali e canti magici. Ippocrate, che teneva molto alla sua origine , ruppe tuttavia con questa tradizione , cioè con la medicina sacerdotale, e cominciò a considerare le malattie indipendentemente da ogni implicazione religiosa, come fatti a se' stanti, e a sviluppare cure corrispondenti al decorso del male . Egli pose così le basi per le metodologie oggi attuate dalla medicina scientifica.
Questa medicina dai tempi di Ippocrate non è cambiata di molto, non si è molto sviluppata, ha compiuto passi avanti in certi campi e passi indietro in altri. Prima dell'intervento di Ippocrate curare spettava alla classe sacerdotale e quindi alla religione.
La malattia era espressione dell'ira divina e veniva guarita dal sacerdote che induceva il malato al pentimento e in questo modo lo riconciliava con Dio: non si dimentichi che il termine latino pontifex( pontefice) significa "costruttore del ponte".
Il distacco di Ippocrate da questa tradizione rappresenta anche un distacco dalla "condizione patologica" e un avvicinamento invece alle "malattie" in se' e per se'. Il termine "malattia" presenta contraddizione già come termine ; il suo contrario infatti dovrebbe essere "saluti", cioè, il plurale di "salute", il che ovviamente non esiste in quanto si dovrebbe parlare di uno stato di salute e uno stato di malattia. Quelle che vengono comunemente definite malattie sono in realtà sintomi , particolari condizioni di quella malattia che costituisce la condizione ordinaria dell'uomo non ancora redento. Fortunatamente , nonostante l'enorme importanza che la rivoluzione di Ippocrate ha avuto sulla storia dell'umanità, sempre ci sono stati personaggi che mai hanno disgiunto la condizione dell'uomo alla propria appartenenza al cosmo e origine divina. E neanche c'è bisogno di andare in oriente: è il caso appunto della monaca benedettina Ildegarda di Bingen; vissuta in Germania nel 12° secolo. Riportiamo dalla rivista"Erboristeria domani" uno stralcio relativo al concetto ildegardiano:"La guarigione è un cammino da compiere lungo tutta la vita; non un momento a se' nel periodo dell'esistenza terrena.è uno stile di vita. L'uomo ha il dovere di riportare equilibrio in se stesso , guarendo , o meglio autoguarendosi dalle malattie fisiche, mentali e morali". Infatti i vizi secondo Ildegarda possono essere cause scatenanti di malattie che si ripercuotano nel corpo , a cui si contrappongono le virtù corrispondenti in grado di riportare limpidezza nel pensiero e un certo rilassamento necessario al superamento della manifestazione patologica. Ma tornando alla modalità di impostazione di un qualsiasi punto di vista , pensiamo che in definitiva convenga contrapporre al "come" il concetto ben più illuminante di "perché". Secondo la teoria che il mondo materiale non è altro che lo specchio o riflesso delle realtà superiori e metafisiche , teoria magistralmente elaborata e sviscerata anche dal grande Origene, possiamo efficacemente usare come piano di osservazione il corpo fisico come riscontro della condizione dell'uomo vero , che non è il corpo fisico ....Nella sua omelia al Cantico de cantici, Origene intravede a un certo passo una illuminante analogia:" il letto in cui possa riposare lo sposo con la sposa è da intendersi come il corpo umano , se davvero quel paralitico del Vangelo , che giaceva nel letto (Mt 9,2) e ricevette il comando per bocca del Salvatore, di andarsene a casa sua portandosi il lettuccio, prima di essere guarito giaceva sul debole corpo delle sue membra, che poi fu reso salvo dalla potenza di Dio. Certo il Figlio di Dio non era disceso dal cielo alla terra per dare ordini riguardo ai lettucci e per non sopportare che se ne andasse senza lettuccio colui che sorgeva dalla sua malattia , quando diceva: "prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua". In realtà tutto ciò che esiste nella creazione può essere considerato come forma esprimente un contenuto e sotto questo profilo non esistono forme vuote.
Per fare un esempio di cosa si intenda per forma e contenuto, può essere chiarificante considerare il meccanismo dell'espressione artistica. Le cappelle medicee de Firenze offrono all'osservatore, tra gli altri , un interessante particolare: Crepuscolo, Aurora, Giorno e Notte sono rappresentate dalla scuola di Michelangelo in altrettante statue di marmo. Ora, tra tutte ,la Notte spicca sulle altre per vivida magnificenza, ed è l'unica scolpita interamente di mano del maestro. Le altre sono opera della sua scuola. Il marmo è lo stesso , gli attrezzi usati pure le tecniche, trattandosi ovviamente della stessa scuola non differisco ; ma allora cosa ha reso diversa l'una dalle altre? In quel Marmo si riflette l'anima di Michelangelo, li sta' la differenza. A buona ragione possiamo considerare lo stesso principio applicato al corpo ; tutto ciò che riflette il corpo da adito a essere interpretato come linguaggio dell'anima. Con la caduta adamica siamo precipitati nel mondo delle forme materiali, ed è proprio attraverso di esse come in una sorta di circolo vizioso che potremo ritrovare la nostra condizione originaria di figli di Dio.
A Mosè , che domandava di vedere la gloria del Signore, Dio rispose :"Tu non potrai vedere il mio volto e restare vivo"(Es 33,20). I nostri Santi conoscevano la ragione teologica delle parole di Dio , ma erano anche consapevoli delle esigenze dell'amore che deve concretizzarsi in qualche cosa di sensibile , di sperimentale per crescere e svilupparsi . Questa legge psicologica dell'amore umano , si riversa pure nell'amore verso Dio . Guidati da questa legge , i nostri Santi percorsero l'unica via possibile sicura e facile : le sue opere. In realtà la casualità e l'analogia sono vie della conoscenza umana. L'intelletto , infatti arriva alla verità mediante le cause , gli effetti e le analogie per superare la molteplicità delle singole esperienze.è un percorso tra luci e ombre dove alla fine tutto dovrà diventare luce , e la fonte di questa luce si chiama Cristo.
sabato 24 agosto 2019
La generosità di: Gibran
24--8--2019
Dai poco
se doni le tue ricchezze,
ma se dai te stesso
tu doni veramente.
Vi sono quelli che danno con gioia
e la gioia è la loro ricompensa.
Nelle loro mani Dio parla
e dietro i loro occhi
Egli sorride alla terra.
è bene dare se ci chiedono,
ma è meglio capire
quando non ci chiedono nulla.
E per chi è generoso,
cercare il povero
è una gioia più grande che donare
poiché, chi è degno
di bere al mare della vita
può riempire la coppa
alla tua breve corrente.
E voi che ricevete
--e tutti ricevete--
non lasciate
che la gratitudine vi opprima
per non creare un giogo in voi
e in chi vi ha dato.
Piuttosto, i suoi doni
siano le ali
su cui volerete insieme.
Dai poco
se doni le tue ricchezze,
ma se dai te stesso
tu doni veramente.
Vi sono quelli che danno con gioia
e la gioia è la loro ricompensa.
Nelle loro mani Dio parla
e dietro i loro occhi
Egli sorride alla terra.
è bene dare se ci chiedono,
ma è meglio capire
quando non ci chiedono nulla.
E per chi è generoso,
cercare il povero
è una gioia più grande che donare
poiché, chi è degno
di bere al mare della vita
può riempire la coppa
alla tua breve corrente.
E voi che ricevete
--e tutti ricevete--
non lasciate
che la gratitudine vi opprima
per non creare un giogo in voi
e in chi vi ha dato.
Piuttosto, i suoi doni
siano le ali
su cui volerete insieme.
venerdì 23 agosto 2019
IL CAMMINO DELL'UOMO di Martin Buber
23-8-2019
La maggior parte di noi giunge solo in rari momenti alla piena coscienza del fatto che non abbiamo assaporato il compimento dell'esistenza, che la nostra vita non è partecipe dell'esistenza autentica, compiuta, che è vissuta per così dire ai margini dell'esistenza autentica. Eppure non cessiamo mai di avvertire la mancanza, ci sforziamo sempre , in un modo o nell'altro, di trovare da qualche parte quello che ci manca. Da qualche parte , in una zona qualsiasi del mondo o dello spirito, ovunque tranne che là dove siamo,là dove siamo stati posti ma è proprio là , e da nessun'altra parte, che si trova il tesoro. Nell'ambiente che avverto come il mio ambiente naturale, nella situazione che mi è toccata in sorte , in quello che la vita quotidiana mi richiede : proprio in questo risiede il mio compito essenziale , lì si trova il compimento dell'esistenza messo alla mia portata[...] è qui , nel luogo preciso in cui ci troviamo, che si tratta di far rispondere la luce della vita divina nascosta.
La maggior parte di noi giunge solo in rari momenti alla piena coscienza del fatto che non abbiamo assaporato il compimento dell'esistenza, che la nostra vita non è partecipe dell'esistenza autentica, compiuta, che è vissuta per così dire ai margini dell'esistenza autentica. Eppure non cessiamo mai di avvertire la mancanza, ci sforziamo sempre , in un modo o nell'altro, di trovare da qualche parte quello che ci manca. Da qualche parte , in una zona qualsiasi del mondo o dello spirito, ovunque tranne che là dove siamo,là dove siamo stati posti ma è proprio là , e da nessun'altra parte, che si trova il tesoro. Nell'ambiente che avverto come il mio ambiente naturale, nella situazione che mi è toccata in sorte , in quello che la vita quotidiana mi richiede : proprio in questo risiede il mio compito essenziale , lì si trova il compimento dell'esistenza messo alla mia portata[...] è qui , nel luogo preciso in cui ci troviamo, che si tratta di far rispondere la luce della vita divina nascosta.
giovedì 22 agosto 2019
POESIE DELL'ULTIMO VIAGGIO di Rabindranath Tagore
22--8--2019
Alla fine del giorno la morte
verrà alla tua porta
quale tesoro tu le darai?
A lei io donerò un'anima traboccante;
non la lascerò a mani vuote,
il giorno che la morte
verrà alla mia porta.
Molte notti d'autunno e di primavera,
molti tramonti e molti aurore,
con molta ambrosia si sono versati nel calice della vita.
Al tocco di luci e ombre , di gioie e di dolori
il mio cuore si è ricolmato
di fiori e di frutti.
L'ultimo giorno l'ornerò
di questo tesoro, di tutte le ricchezze
che ho potuto raccogliere:
il giorno che la morte verrà alla mia porta.
Silaidoho, 10 luglio 1910, da Gitanjali
VITA E MORTE
Io ho amato questa terra:
di crogiuolo in crogiuolo,
di difficoltà in difficoltà
ho legato a essa la mia vita.
La luce e le tenebre
dell'aurora e del tramonto
andarono navigando nel mio spirito.
Infine
la mia vita e la mia terra
divennero una cosa sola.
Ho amato la luce della terra
per questo amo la vita.
Tuttavia conosco la realtà:
bisogna morire!
Un giorno le mie parole
non avranno più suono,
il mio occhio non cercherà più dentro la luce,
il mio cuore non batterà più
al richiamo ardente dell'aurora,
la notte più non sussurrerà al mio orecchio
misteriose parole.
Dopo il mio ultimo sguardo,
dopo le mie estreme parole
bisognerà andare.
Quanto è reale
la necessità di restare
tanto è reale
la necessità di andare.
In tutto questo c'è unione:
altrimenti l'universo per tanto tempo
non avrebbe sopportato,
sorridente, tale inganno crudele:
in questo tempo la sua luce
come fiore colpito dal verme
sarebbe diventata tenebre.
Surul, 14 gennaio 1915, mattino , da Balaka
Alla fine del giorno la morte
verrà alla tua porta
quale tesoro tu le darai?
A lei io donerò un'anima traboccante;
non la lascerò a mani vuote,
il giorno che la morte
verrà alla mia porta.
Molte notti d'autunno e di primavera,
molti tramonti e molti aurore,
con molta ambrosia si sono versati nel calice della vita.
Al tocco di luci e ombre , di gioie e di dolori
il mio cuore si è ricolmato
di fiori e di frutti.
L'ultimo giorno l'ornerò
di questo tesoro, di tutte le ricchezze
che ho potuto raccogliere:
il giorno che la morte verrà alla mia porta.
Silaidoho, 10 luglio 1910, da Gitanjali
VITA E MORTE
Io ho amato questa terra:
di crogiuolo in crogiuolo,
di difficoltà in difficoltà
ho legato a essa la mia vita.
La luce e le tenebre
dell'aurora e del tramonto
andarono navigando nel mio spirito.
Infine
la mia vita e la mia terra
divennero una cosa sola.
Ho amato la luce della terra
per questo amo la vita.
Tuttavia conosco la realtà:
bisogna morire!
Un giorno le mie parole
non avranno più suono,
il mio occhio non cercherà più dentro la luce,
il mio cuore non batterà più
al richiamo ardente dell'aurora,
la notte più non sussurrerà al mio orecchio
misteriose parole.
Dopo il mio ultimo sguardo,
dopo le mie estreme parole
bisognerà andare.
Quanto è reale
la necessità di restare
tanto è reale
la necessità di andare.
In tutto questo c'è unione:
altrimenti l'universo per tanto tempo
non avrebbe sopportato,
sorridente, tale inganno crudele:
in questo tempo la sua luce
come fiore colpito dal verme
sarebbe diventata tenebre.
Surul, 14 gennaio 1915, mattino , da Balaka
mercoledì 21 agosto 2019
IL MITO DI SISIFO dI: Albert Camus "IL SUICIDIO FILOSOFICO"
21--8--2019
Il senso dell'assurdo non equivale alla nozione dell'assurdo:la fonda e basta; e non è contenuto in quella , se non il breve istante in cui esso pronuncia il proprio giudizio sull'universo.-------------Esiste un fatto evidente che sembra assolutamente di ordine morale, ed è che un uomo è sempre preda delle proprie verità. Quando le abbia riconosciute , egli non è capace di staccarsene. Bisogna pur pagare qualche cosa. Un uomo divenuto cosciente dell'assurdo , è legato a questo per sempre. Un uomo senza speranza , e cosciente di esserlo, non appartiene più all'avvenire. Questo è nell'ordine delle cose . Ma è pure naturale che egli si sforzi di sfuggire all'universo di cui è il creatore.Tutto ciò che precede , per l'appunto , non ha senso che in rapporto a questo paradosso. Nulla può essere più istruttivo in proposito , che esaminare il modo con cui gli uomini--i quali , partendo da una critica del razionalismo, riconobbero il clima assurdo--hanno spinto le loro conseguenze.--------------------------------
Kierkegaard, per lui l'antinomia e il paradosso diventano criteri del religioso. Così, persino ciò che faceva disperare del senso e della profondità di questa vita, gli offre ora verità e chiarezza. Il cristianesimo è scandalo , e ciò che Kierkegaard chiede semplicemente è il terzo sacrificio preteso da Ignazio di Loyola, quello di cui Dio più si rallegra:"il sacrificio dell'intelletto". L'effetto del "salto" è bizzarro, ma non deve più sorprenderci. Esso fa dell'assurdo il criterio dell'altro mondo, mentre è soltanto un residuo dell'esperienza di questo."Nella propria sconfitta" dice Kierkedaard"il credente trova il proprio trionfo".-------------------------------------------L'importante , diceva l'abate Galiani a madama d'Epinay, non è guarire, ma vivere con i propri mali. Kierkegaard vuol guarire. Guarire è il suo desiderio pazzo, quello che ricorre in tutto il suo diario. Tutto lo sforzo della sua intelligenza è sfuggire l'antinomia della condizione umana, sforzo tanto più disperato , in quanto egli , a lucidi intervalli, ne scorge la verità, quando ne parla , come se ne' il timor di Dio ne' la pietà fossero capaci di dargli la pace. è così che, per mezzo di una torturata scappatoia, da' all'irrazionale il volto e al suo Dio gli attribuisce dell'assurdo;ingiusto, illogico, incomprensibile. Solo l'intelligenza in lui si sforza di soffocare la profonda rivendicazione del cuore umano. Poiché nulla viene provato , tutto può esserlo.-----------------------------------------Kierkegaard,----"Ma, per il cristiano, la morte non è per niente la fine di tutto, e implica una speranza infinitamente maggiore di quella che per noi non comporti la vita , anche se traboccante di salute e di forza" La riconciliazione, per mezzo dello scandalo , è pur sempre riconciliazione.Questa permette forse-----di ricavare la speranza dal suo contrario , che è la morte.-------------------------------------------------
Mi si dice ancora che l'intelligenza deve sacrificare il proprio orgoglio e che la ragione deve inchinarsi. Ma se pure riconosco i limiti della ragione ,non la nego fino a tal punto, poiché ammetto i suoi poteri relativi. Voglio solamente restare in quella via di mezzo , in cui l'intelligenza può mantenersi chiara. Se è quello il suo orgoglio, non vedo una sufficiente ragione per rinunciarvi.Niente di più profondo della concezione di Kierkegaard, secondo cui la disperazione non è un fatto , ma uno stato ; lo stato stesso del peccato, poiché il peccato è ciò 'che allontana da Dio. L' assurdo , che è lo stato metafisico dell'uomo cosciente, non conduce a Dio.---------------------------"Se l'uomo non avesse una coscienza eterna , se, in fondo a ogni cosa , non ci fosse altro che una potenza selvaggia in ebollizione,che producesse tutto, il grande e il futile, nel turbine di oscure passioni, se il vuoto senza fondo, che nulla può colmare , si nascondesse sotto le cose , che sarebbe dunque la vita, se non disperazione?" Questo grido non può fermare l'uomo assurdo. Cercare ciò che è vero , non significa cercare ciò che è desiderabile, Se per sfuggire all'angosciata domanda:"Che cosa sarebbe dunque la vita?"si deve , come l'asino , nutrirsi delle rose dell'illusione, piuttosto che rassegnarsi alla menzogna, lo spirito assurdo preferisce adottare , senza tremare , la risposta di Kierkegaard:"la disperazione". Tutto considerato un'anima energica saprà sempre adattarsi.---------------------------------------------------------------Husserl, il metodo husserliano nega il processo classico della ragione. --pensare non è unificare, rendere familiare l'apparenza sotto l'aspetto di un grande principio; pensare è imparare di bel nuovo a vedere, dirigere la propria coscienza, fare di ogni immagine un luogo privilegiato.-----Nella sua affermazione -----che non vi è una verità, ma soltanto alcune verità , essa si ricongiunge al pensiero assurdo.Dal vento della sera , alla mano che si posa sulla mia spalla , ogni cosa ha la propria verità. è la coscienza che rende comprensibile , con l'attenzione che le presta. La coscienza non forma l'oggetto della sua conoscenza:essa fissa soltanto ; è l'atto di attenzione e , per riprendere una immagine bergsoniana , somiglia alla macchina di proiezione che si si fissa su una figura.La differenza sta nel fatto che non esiste scenario, ma una illustrazione successiva e incoerente. In questa lanterna magica, tutte le immagini sono privilegiate. La coscienza"sospende" nell'esperienza gli oggetti della propria attenzione;per un suo miracolo, essa li isola, e quelli sono , da quel momento, fuori di ogni giudizio. è questa "intenzione" che caratterizza la coscienza.----------------------------------------Per l'uomo assurdo vi era una verità e, al tempo stesso , una amarezza in questa opinione puramente psicologica che tutti gli aspetti del mondo siano privilegiati. Dire che tutto è privilegiato è lo stesso che dire equivalente.---------------------Husserl--"Se potessimo contemplare chiaramente le leggi esatte dei processi psichici , queste si mostrerebbero egualmente eterne e invariabili che le leggi fondamentali delle scienze naturali teoriche. Esse sarebbero , dunque, valide anche se non vi fosse alcun processo psichico" Anche se lo spirito non ci fosse esisterebbero le sue leggi!------------------------------------------
Dal dio astratto di Husserl ad dio folgorante di Kierkegaard la distanza non è tanto grande. La ragione e l'irrazionale conducono alla stessa predicazione. Il fatto è che, in verità , il cammino ha poca importanza e la volontà di arrivare basta a tutto. Il filosofo astratto e il filosofo religioso partono dallo stesso smarrimento e si sostengono nella stessa angoscia.----------------------------Si crede , sempre a torto, che la nozione di ragione abbia un senso unico. In verità, per quanto rigorosa essa sia nella sua ambizione , il concetto è instabile ne' più ne' meno degli altri. La ragione ha un volto assolutamente umano, ma sa anche rivolgersi al divino.--------------------------------Essa, è uno strumento del pensiero e non il pensiero stesso. Il pensiero di un uomo è innanzi tutto la sua nostalgia.---------------------------------
La ragione in Husserl finisce per non aver limiti. L'assurdo, al contrario, fissa i propri limiti, in quanto la ragione è impotente a calmare l'angoscia. Kierkegaard,da un altro lato , afferma che un solo limite basti a negarla.---------------------------------
Nell'universo di Husserl il mondo si chiarisce e la brama di familiarità, che è salda nel cuore dell'uomo, diventa inutile. Nell'apocalisse di Kierkegaard, il desiderio di chiarezza deve rinunciare a se stesso, se vuol essere soddisfatto. Il peccato non è tanto il sapere ( a questa stregua tutti sono innocenti) quanto il desiderar di sapere. Per l'appunto ,è il solo peccato del quale l'uomo assurdo possa sentire che forma, al tempo stesso , la sua colpevolezza e la sua innocenza.
Il senso dell'assurdo non equivale alla nozione dell'assurdo:la fonda e basta; e non è contenuto in quella , se non il breve istante in cui esso pronuncia il proprio giudizio sull'universo.-------------Esiste un fatto evidente che sembra assolutamente di ordine morale, ed è che un uomo è sempre preda delle proprie verità. Quando le abbia riconosciute , egli non è capace di staccarsene. Bisogna pur pagare qualche cosa. Un uomo divenuto cosciente dell'assurdo , è legato a questo per sempre. Un uomo senza speranza , e cosciente di esserlo, non appartiene più all'avvenire. Questo è nell'ordine delle cose . Ma è pure naturale che egli si sforzi di sfuggire all'universo di cui è il creatore.Tutto ciò che precede , per l'appunto , non ha senso che in rapporto a questo paradosso. Nulla può essere più istruttivo in proposito , che esaminare il modo con cui gli uomini--i quali , partendo da una critica del razionalismo, riconobbero il clima assurdo--hanno spinto le loro conseguenze.--------------------------------
Kierkegaard, per lui l'antinomia e il paradosso diventano criteri del religioso. Così, persino ciò che faceva disperare del senso e della profondità di questa vita, gli offre ora verità e chiarezza. Il cristianesimo è scandalo , e ciò che Kierkegaard chiede semplicemente è il terzo sacrificio preteso da Ignazio di Loyola, quello di cui Dio più si rallegra:"il sacrificio dell'intelletto". L'effetto del "salto" è bizzarro, ma non deve più sorprenderci. Esso fa dell'assurdo il criterio dell'altro mondo, mentre è soltanto un residuo dell'esperienza di questo."Nella propria sconfitta" dice Kierkedaard"il credente trova il proprio trionfo".-------------------------------------------L'importante , diceva l'abate Galiani a madama d'Epinay, non è guarire, ma vivere con i propri mali. Kierkegaard vuol guarire. Guarire è il suo desiderio pazzo, quello che ricorre in tutto il suo diario. Tutto lo sforzo della sua intelligenza è sfuggire l'antinomia della condizione umana, sforzo tanto più disperato , in quanto egli , a lucidi intervalli, ne scorge la verità, quando ne parla , come se ne' il timor di Dio ne' la pietà fossero capaci di dargli la pace. è così che, per mezzo di una torturata scappatoia, da' all'irrazionale il volto e al suo Dio gli attribuisce dell'assurdo;ingiusto, illogico, incomprensibile. Solo l'intelligenza in lui si sforza di soffocare la profonda rivendicazione del cuore umano. Poiché nulla viene provato , tutto può esserlo.-----------------------------------------Kierkegaard,----"Ma, per il cristiano, la morte non è per niente la fine di tutto, e implica una speranza infinitamente maggiore di quella che per noi non comporti la vita , anche se traboccante di salute e di forza" La riconciliazione, per mezzo dello scandalo , è pur sempre riconciliazione.Questa permette forse-----di ricavare la speranza dal suo contrario , che è la morte.-------------------------------------------------
Mi si dice ancora che l'intelligenza deve sacrificare il proprio orgoglio e che la ragione deve inchinarsi. Ma se pure riconosco i limiti della ragione ,non la nego fino a tal punto, poiché ammetto i suoi poteri relativi. Voglio solamente restare in quella via di mezzo , in cui l'intelligenza può mantenersi chiara. Se è quello il suo orgoglio, non vedo una sufficiente ragione per rinunciarvi.Niente di più profondo della concezione di Kierkegaard, secondo cui la disperazione non è un fatto , ma uno stato ; lo stato stesso del peccato, poiché il peccato è ciò 'che allontana da Dio. L' assurdo , che è lo stato metafisico dell'uomo cosciente, non conduce a Dio.---------------------------"Se l'uomo non avesse una coscienza eterna , se, in fondo a ogni cosa , non ci fosse altro che una potenza selvaggia in ebollizione,che producesse tutto, il grande e il futile, nel turbine di oscure passioni, se il vuoto senza fondo, che nulla può colmare , si nascondesse sotto le cose , che sarebbe dunque la vita, se non disperazione?" Questo grido non può fermare l'uomo assurdo. Cercare ciò che è vero , non significa cercare ciò che è desiderabile, Se per sfuggire all'angosciata domanda:"Che cosa sarebbe dunque la vita?"si deve , come l'asino , nutrirsi delle rose dell'illusione, piuttosto che rassegnarsi alla menzogna, lo spirito assurdo preferisce adottare , senza tremare , la risposta di Kierkegaard:"la disperazione". Tutto considerato un'anima energica saprà sempre adattarsi.---------------------------------------------------------------Husserl, il metodo husserliano nega il processo classico della ragione. --pensare non è unificare, rendere familiare l'apparenza sotto l'aspetto di un grande principio; pensare è imparare di bel nuovo a vedere, dirigere la propria coscienza, fare di ogni immagine un luogo privilegiato.-----Nella sua affermazione -----che non vi è una verità, ma soltanto alcune verità , essa si ricongiunge al pensiero assurdo.Dal vento della sera , alla mano che si posa sulla mia spalla , ogni cosa ha la propria verità. è la coscienza che rende comprensibile , con l'attenzione che le presta. La coscienza non forma l'oggetto della sua conoscenza:essa fissa soltanto ; è l'atto di attenzione e , per riprendere una immagine bergsoniana , somiglia alla macchina di proiezione che si si fissa su una figura.La differenza sta nel fatto che non esiste scenario, ma una illustrazione successiva e incoerente. In questa lanterna magica, tutte le immagini sono privilegiate. La coscienza"sospende" nell'esperienza gli oggetti della propria attenzione;per un suo miracolo, essa li isola, e quelli sono , da quel momento, fuori di ogni giudizio. è questa "intenzione" che caratterizza la coscienza.----------------------------------------Per l'uomo assurdo vi era una verità e, al tempo stesso , una amarezza in questa opinione puramente psicologica che tutti gli aspetti del mondo siano privilegiati. Dire che tutto è privilegiato è lo stesso che dire equivalente.---------------------Husserl--"Se potessimo contemplare chiaramente le leggi esatte dei processi psichici , queste si mostrerebbero egualmente eterne e invariabili che le leggi fondamentali delle scienze naturali teoriche. Esse sarebbero , dunque, valide anche se non vi fosse alcun processo psichico" Anche se lo spirito non ci fosse esisterebbero le sue leggi!------------------------------------------
Dal dio astratto di Husserl ad dio folgorante di Kierkegaard la distanza non è tanto grande. La ragione e l'irrazionale conducono alla stessa predicazione. Il fatto è che, in verità , il cammino ha poca importanza e la volontà di arrivare basta a tutto. Il filosofo astratto e il filosofo religioso partono dallo stesso smarrimento e si sostengono nella stessa angoscia.----------------------------Si crede , sempre a torto, che la nozione di ragione abbia un senso unico. In verità, per quanto rigorosa essa sia nella sua ambizione , il concetto è instabile ne' più ne' meno degli altri. La ragione ha un volto assolutamente umano, ma sa anche rivolgersi al divino.--------------------------------Essa, è uno strumento del pensiero e non il pensiero stesso. Il pensiero di un uomo è innanzi tutto la sua nostalgia.---------------------------------
La ragione in Husserl finisce per non aver limiti. L'assurdo, al contrario, fissa i propri limiti, in quanto la ragione è impotente a calmare l'angoscia. Kierkegaard,da un altro lato , afferma che un solo limite basti a negarla.---------------------------------
Nell'universo di Husserl il mondo si chiarisce e la brama di familiarità, che è salda nel cuore dell'uomo, diventa inutile. Nell'apocalisse di Kierkegaard, il desiderio di chiarezza deve rinunciare a se stesso, se vuol essere soddisfatto. Il peccato non è tanto il sapere ( a questa stregua tutti sono innocenti) quanto il desiderar di sapere. Per l'appunto ,è il solo peccato del quale l'uomo assurdo possa sentire che forma, al tempo stesso , la sua colpevolezza e la sua innocenza.
martedì 20 agosto 2019
IL LIBRO D'ORE di: Rainer Maria Rilke 1°
20--8--2019
è l'ora ! Mi sfiora
un tocco metallico e chiaro;
i sensi tremano. Sento di farcela--
e afferro il giorno, la sua molle creta.
Era incompiuto il mondo prima
che lo guardassi e fermo il divenire.
Ora il mio sguardo è maturo, e ogni cosa
cede al suo volere ; è una sposa.
Amo persino la più piccola.
La dipingo immersa su sfondo d'oro,
la innalzo e non so a chi
schiuderà l'anima....
Cerchi che si tendono sempre più
ampi sopra le cose è la mia vita.
Forse non chiuderò l'ultimo,
ma voglio tentare.
Giro attorno a Dio , all'antica torre,
giro da millenni;
e ancora non so se sono un falco, una tempesta
o un grande canto.
Non avere paura , sono io . Non senti
che su te m'infrango con tutti i sensi?
Ha messo ali il mio cuore
e ora vola candido attorno al tuo viso.
Non vedi la mia anima innanzi a te
adorna di silenzio?
E la mia preghiera di maggio
non matura al tuo sguardo come su un albero?
Se sogni , sono il tuo sogno
ma se sei desto sono il tuo volere;
padrone d'ogni splendore
m'inarco, silenzio stellato,
sulla bizzarra città del tempo
La mia vita non è quest'ora ripida
che mi vedi scalare in fretta.
Sono un albero innanzi all'orizzonte,
una delle mie molte bocche,
e la prima a chiudersi.
Sono l'attimo tra due suoni
che male s'accordano
perché il suono morte vuole emergere--
Ma nella pausa buia si riconciliano
entrambi tremando.
E bello resta il canto.
Artigiani siamo ; garzoni, muratori, maestri
e siamo qui a costruirti, alta navata.
A volte giunge uno straniero cupo,
scintilla per i nostri spiriti,
e ci mostra tremando un nuovo appiglio.
Saliamo ponti vacillanti, grevi
martelli nelle nostre mani
finché l'attimo non ci bacia in fronte;
viene da te come il vento dal mare
fulgendo quasi conoscesse tutto.
Allora echeggiano mille martelli
e colpi penetrano la montagna.
Soltanto quando annotta e il tuo profilo
futuro traspare t' abbandoniamo.
Dio, sei grande!
Dio, come posso concepire l'ora, la tua
quando per darle perfezione e forma nello spazio
innanzi a te ponesti la parola?
Per te il niente era una ferita
e la curasti creando il mondo.
Ora si rimargina piano fra noi.
E giacché gli anni hanno risucchiato
le molte febbri dell'infermo
già sentiamo, ed è un mite battito,
il cuore sereno dell'orizzonte.
Siamo adagiati sul nulla , siamo il suo balsamo
fasciamo ogni squarcio,
ma tu diventi sempre più vago
all'ombra del tuo volto.
Tu vieni e vai e le porte si chiudono
più dolcemente, quasi senza vento.
Tra chi va per silenti case
sei il più silente.
Ci si avvezza tanto alla tua presenza
che si resta chini sui libri
quando le immagini si fanno belle
nel blu della tua ombra,
perché risuoni in ogni cosa
a volte forte e a volte piano.
Se ti scorgo nei miei pensieri , spesso
si spacca la tua grande immagine;
sei un capriolo luminoso e corri
io sono buio e sono un bosco.
Sei una ruota accanto a me
e dei tuoi mille raggi bui
uno si fa sempre più greve
e sempre più vicino,
e crescono ad ogni suo giro
le mie opere obbedienti.
Torno a casa dal volo
in cui mi persi.
Ero un canto e Dio, la rima,
bisbiglia ancora nel mio orecchio.
è l'ora ! Mi sfiora
un tocco metallico e chiaro;
i sensi tremano. Sento di farcela--
e afferro il giorno, la sua molle creta.
Era incompiuto il mondo prima
che lo guardassi e fermo il divenire.
Ora il mio sguardo è maturo, e ogni cosa
cede al suo volere ; è una sposa.
Amo persino la più piccola.
La dipingo immersa su sfondo d'oro,
la innalzo e non so a chi
schiuderà l'anima....
Cerchi che si tendono sempre più
ampi sopra le cose è la mia vita.
Forse non chiuderò l'ultimo,
ma voglio tentare.
Giro attorno a Dio , all'antica torre,
giro da millenni;
e ancora non so se sono un falco, una tempesta
o un grande canto.
Non avere paura , sono io . Non senti
che su te m'infrango con tutti i sensi?
Ha messo ali il mio cuore
e ora vola candido attorno al tuo viso.
Non vedi la mia anima innanzi a te
adorna di silenzio?
E la mia preghiera di maggio
non matura al tuo sguardo come su un albero?
Se sogni , sono il tuo sogno
ma se sei desto sono il tuo volere;
padrone d'ogni splendore
m'inarco, silenzio stellato,
sulla bizzarra città del tempo
La mia vita non è quest'ora ripida
che mi vedi scalare in fretta.
Sono un albero innanzi all'orizzonte,
una delle mie molte bocche,
e la prima a chiudersi.
Sono l'attimo tra due suoni
che male s'accordano
perché il suono morte vuole emergere--
Ma nella pausa buia si riconciliano
entrambi tremando.
E bello resta il canto.
Artigiani siamo ; garzoni, muratori, maestri
e siamo qui a costruirti, alta navata.
A volte giunge uno straniero cupo,
scintilla per i nostri spiriti,
e ci mostra tremando un nuovo appiglio.
Saliamo ponti vacillanti, grevi
martelli nelle nostre mani
finché l'attimo non ci bacia in fronte;
viene da te come il vento dal mare
fulgendo quasi conoscesse tutto.
Allora echeggiano mille martelli
e colpi penetrano la montagna.
Soltanto quando annotta e il tuo profilo
futuro traspare t' abbandoniamo.
Dio, sei grande!
Dio, come posso concepire l'ora, la tua
quando per darle perfezione e forma nello spazio
innanzi a te ponesti la parola?
Per te il niente era una ferita
e la curasti creando il mondo.
Ora si rimargina piano fra noi.
E giacché gli anni hanno risucchiato
le molte febbri dell'infermo
già sentiamo, ed è un mite battito,
il cuore sereno dell'orizzonte.
Siamo adagiati sul nulla , siamo il suo balsamo
fasciamo ogni squarcio,
ma tu diventi sempre più vago
all'ombra del tuo volto.
Tu vieni e vai e le porte si chiudono
più dolcemente, quasi senza vento.
Tra chi va per silenti case
sei il più silente.
Ci si avvezza tanto alla tua presenza
che si resta chini sui libri
quando le immagini si fanno belle
nel blu della tua ombra,
perché risuoni in ogni cosa
a volte forte e a volte piano.
Se ti scorgo nei miei pensieri , spesso
si spacca la tua grande immagine;
sei un capriolo luminoso e corri
io sono buio e sono un bosco.
Sei una ruota accanto a me
e dei tuoi mille raggi bui
uno si fa sempre più greve
e sempre più vicino,
e crescono ad ogni suo giro
le mie opere obbedienti.
Torno a casa dal volo
in cui mi persi.
Ero un canto e Dio, la rima,
bisbiglia ancora nel mio orecchio.
lunedì 19 agosto 2019
MEDICINA PREVENTIVA E EDUCAZIONE SANITARIA di Pina Maria Speranza Raciti
19--8--2019
Una società sana è una società , che basa il suo benessere non solo , sugli aspetti economici, ma soprattutto , sullo stato di salute dei suoi componenti.
Quindi un sistema sanitario efficiente, sta alla base di una società: progredita , culturalmente, economicamente; ciò che in definitiva definisce " benessere"
La salute, non è semplicemente uno stato di assenza di malattia, ma è una condizione dinamica di benessere fisico, mentale e sociale. Spetta alla medicina di sanità pubblica , il compito di promozione della salute e prevenzione delle malattie
Per la promozione della salute la medicina di sanità pubblica applica sue proprie metodologie d'intervento, ma si serve anche delle tecniche della medicina diagnostica e curativa.
La prevenzione, ha compiti ben definiti, che consistono nell'impedire l'insorgenza e la progressione delle malattie, per mezzo di interventi sulla popolazione e sull'ambiente di vita e di lavoro.
La medicina di sanità pubblica: al contrario, ha compiti più estesi che, vanno dalla promozione della salute alla prevenzione delle malattie, mentre la sua unità d'intervento è l'intera comunità considerata globalmente, nei suoi singoli componenti e nei suoi rappresentanti istituzionali.
IL PREAMBOLO DELLA CARTA COSTITUZIONALE DELL'OMS:
1) L a salute è uno stato di completo benessere fisico , mentale e sociale , e non consiste soltanto nell'assenza di malattia od infermità;
2)il possesso del miglior stato di salute conseguibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, qualunque ne siano la razza , la religione , le opinioni politiche e le condizioni economico--sociali;
3) la salute dei popoli è una condizione fondamentale per la pace e la sicurezza del mondo e dipende dalla collaborazione più stretta degli individui e degli stati;
4)i risultati ottenuti da ciascuno stato per tutelare e migliorare la salute sono preziosi per tutti;
5)l'ineguaglianza dei diversi paesi nei riguardi del miglioramento della salute e della lotta contro le malattie , in particolare quelle contagiose, rappresenta un pericolo per tutti;
6) lo sviluppo sano del bambino ha un'importanza fondamentale ; l'attitudine a vivere in armonia con l'ambiente in piena trasformazione è essenziale a questo sviluppo;
7)l'ammissione di tutti i popoli ai benefici delle conoscenze acquisite dalle scienze mediche , psicologiche e correlate è essenziale per raggiungere il più alto livello di salute;
8)l'informazione e le altre forme di cooperazione tra i popoli sono della massima importanza per il miglioramento della salute delle popolazioni stesse;
9)i governi hanno la responsabilità della salute dei loro popoli e debbono prendere le misure sanitarie e sociali appropriate.
La promozione della salute ingloba la " prevenzione delle malattie", ma anche due ulteriori componenti:la" protezione della salute" e l'"educazione sanitaria".
PROTEZIONE DELLA SALUTE: s'intende tutta quella serie di controlli legali ed amministrativi , di regole e procedure , di codici di autoregolamentazione , indirizzati ad influenzare positivamente , in modo diretto od indiretto , la salute del singolo o della comunità . Comprendono gli interventi intesi ad influenzare i cambiamenti economici , sociali ed ambientali in una direzione che è favorevole alla salute.
EDUCAZIONE SANITARIA: è lo strumento principale per completare il successo della promozione della salute.
"Un'attività di comunicazione intesa ad incrementare la salute , ad eliminare i fattori di rischio ed a prevenire le malattie , rivolta a soggetti singoli o ad intere comunità e realizzata influenzando positivamente le conoscenze, gli atteggiamenti ed i comportamenti del singolo, delle comunità e dei detentori dei poteri".
Per detentori del potere s'intendono i politici, gli amministratori, gli operatori economici e parte degli stessi medici, le cui azioni ed i cui interessi potrebbero interferire con gli obiettivi di promozione della salute.
L'educazione sanitaria viene quindi a far parte di un programma complesso e multifattoriale di promozione della salute , che richiede una grande maturità e preparazione da parte della classe politica , dell'intera popolazione di un paese, ma anche e soprattutto dei medici e degli operatori sanitari che quel paese esprime.
L'educazione sanitaria, è base della prevenzione, essa è possibile solo se si ha uno staff medico capace di agire sul territorio, ma necessita di una popolazione capace di recepire il messaggio.
Il mio professore, a lezione , parlando di efficacia della campagna contro il fumo, faceva notare come questa abbia dato risultati positivi, sulla popolazione giovane con tasso di scolarizzazione universitario, e per le classe sociali molto ambienti; mentre scendendo la scala sociale i fumatori erano aumentati soprattutto nella popolazione femminile.
Il problema consiste nel riuscire a forare il muro di ignoranza, e diffidenza, che sta alla base dell'incomunicabilità con una vasta area di popolazione.
Una società sana è una società , che basa il suo benessere non solo , sugli aspetti economici, ma soprattutto , sullo stato di salute dei suoi componenti.
Quindi un sistema sanitario efficiente, sta alla base di una società: progredita , culturalmente, economicamente; ciò che in definitiva definisce " benessere"
La salute, non è semplicemente uno stato di assenza di malattia, ma è una condizione dinamica di benessere fisico, mentale e sociale. Spetta alla medicina di sanità pubblica , il compito di promozione della salute e prevenzione delle malattie
Per la promozione della salute la medicina di sanità pubblica applica sue proprie metodologie d'intervento, ma si serve anche delle tecniche della medicina diagnostica e curativa.
La prevenzione, ha compiti ben definiti, che consistono nell'impedire l'insorgenza e la progressione delle malattie, per mezzo di interventi sulla popolazione e sull'ambiente di vita e di lavoro.
La medicina di sanità pubblica: al contrario, ha compiti più estesi che, vanno dalla promozione della salute alla prevenzione delle malattie, mentre la sua unità d'intervento è l'intera comunità considerata globalmente, nei suoi singoli componenti e nei suoi rappresentanti istituzionali.
IL PREAMBOLO DELLA CARTA COSTITUZIONALE DELL'OMS:
1) L a salute è uno stato di completo benessere fisico , mentale e sociale , e non consiste soltanto nell'assenza di malattia od infermità;
2)il possesso del miglior stato di salute conseguibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, qualunque ne siano la razza , la religione , le opinioni politiche e le condizioni economico--sociali;
3) la salute dei popoli è una condizione fondamentale per la pace e la sicurezza del mondo e dipende dalla collaborazione più stretta degli individui e degli stati;
4)i risultati ottenuti da ciascuno stato per tutelare e migliorare la salute sono preziosi per tutti;
5)l'ineguaglianza dei diversi paesi nei riguardi del miglioramento della salute e della lotta contro le malattie , in particolare quelle contagiose, rappresenta un pericolo per tutti;
6) lo sviluppo sano del bambino ha un'importanza fondamentale ; l'attitudine a vivere in armonia con l'ambiente in piena trasformazione è essenziale a questo sviluppo;
7)l'ammissione di tutti i popoli ai benefici delle conoscenze acquisite dalle scienze mediche , psicologiche e correlate è essenziale per raggiungere il più alto livello di salute;
8)l'informazione e le altre forme di cooperazione tra i popoli sono della massima importanza per il miglioramento della salute delle popolazioni stesse;
9)i governi hanno la responsabilità della salute dei loro popoli e debbono prendere le misure sanitarie e sociali appropriate.
La promozione della salute ingloba la " prevenzione delle malattie", ma anche due ulteriori componenti:la" protezione della salute" e l'"educazione sanitaria".
PROTEZIONE DELLA SALUTE: s'intende tutta quella serie di controlli legali ed amministrativi , di regole e procedure , di codici di autoregolamentazione , indirizzati ad influenzare positivamente , in modo diretto od indiretto , la salute del singolo o della comunità . Comprendono gli interventi intesi ad influenzare i cambiamenti economici , sociali ed ambientali in una direzione che è favorevole alla salute.
EDUCAZIONE SANITARIA: è lo strumento principale per completare il successo della promozione della salute.
"Un'attività di comunicazione intesa ad incrementare la salute , ad eliminare i fattori di rischio ed a prevenire le malattie , rivolta a soggetti singoli o ad intere comunità e realizzata influenzando positivamente le conoscenze, gli atteggiamenti ed i comportamenti del singolo, delle comunità e dei detentori dei poteri".
Per detentori del potere s'intendono i politici, gli amministratori, gli operatori economici e parte degli stessi medici, le cui azioni ed i cui interessi potrebbero interferire con gli obiettivi di promozione della salute.
L'educazione sanitaria viene quindi a far parte di un programma complesso e multifattoriale di promozione della salute , che richiede una grande maturità e preparazione da parte della classe politica , dell'intera popolazione di un paese, ma anche e soprattutto dei medici e degli operatori sanitari che quel paese esprime.
L'educazione sanitaria, è base della prevenzione, essa è possibile solo se si ha uno staff medico capace di agire sul territorio, ma necessita di una popolazione capace di recepire il messaggio.
Il mio professore, a lezione , parlando di efficacia della campagna contro il fumo, faceva notare come questa abbia dato risultati positivi, sulla popolazione giovane con tasso di scolarizzazione universitario, e per le classe sociali molto ambienti; mentre scendendo la scala sociale i fumatori erano aumentati soprattutto nella popolazione femminile.
Il problema consiste nel riuscire a forare il muro di ignoranza, e diffidenza, che sta alla base dell'incomunicabilità con una vasta area di popolazione.
Iscriviti a:
Post (Atom)