Cerca nel blog

sabato 31 agosto 2019

L'ELEZIONE DI ISRAELE COME OFFERTA DI SALVEZZA di: professore Paolo De Benedetti

31-8--2019
Tu--Bishvat, (capodanno  degli  alberi), significativo  è  che  da  tale  festa  gli  alberi  cessano di bere  acqua  vecchia  e  iniziano  a  prendere  acqua  nuova. Simbolo  bello che   può  portarci  a  sperare  che  anche  i  cristiani  cessino  di  bere  acqua   vecchia  e  iniziano  a  bere  acqua  nuova,  che  viene  da  Gerusalemme,  dalla  fontana  di  Ghion.  Inoltre   vi è  l'usanza ,  in  questo   giorno  , di   cibarsi  di 30 specie   di  frutti ,  difficile  questo , allora  spesso  ci  si   accontenta  di 12  specie  che  si  possono suddividere  in tre  categorie:
---quelli  di cui  si  mangia  tutto;
--quelli  di  cui  si  butta  il  dentro, per esempio  i  datteri;
--quelli  di cui  si butta via il cuore, per  esempio le noci.
E  si   dice  che  il  compito  dell'uomo è  di  godere  e  mettere  in  evidenza  il bene  ,  goderlo totalmente  quando   è totale ,  goderlo  togliendo  dall'interno  il male,  goderlo  quando  lo si  è  liberato  dal male  che  lo circonda: e sono tre  situazioni dell'umanità.----------------------------
Nell' "aria ", così  come  viene  chiamata ,  dedicata  all'ecumenismo, si   fa  una  distinzione  importantissima:  ecumenismo , in  senso  stretto  , come   lavoro  delle  chiese  cristiane  per raggiungere l'unità, ossia   dialogo interconfessionale; poi , relazione  con  il popolo  ebraico; e,infine , incontro  con  le  altre  religioni.  Non è una  questione  di  uso di parole , ma la teologia, quella  del rapporto  con il popolo   ebraico, e  anche   se  non  è giusto chiamarlo  discorso  ecumenico, è tuttavia  una  cosa   assolutamente  peculiare che  non va  confusa  ne'  con  il dialogo  interconfessionale  ne'  con  l'incontro  interreligioso.  Questo  perché:
a)  l'ebraismo  non è  un'altra   religione
b)lo  scopo  di  questa  relazione  ebraico--cristiana  non è  la   confluenza  di  ebrei  nella   chiesa   ne'  di  cristiani  nell'ebraismo.---------------------------------
la relazione   della   comunità   cristiana  con il  popolo  ebraico  è  unica  e  irrinunciabile,   in  quanto   appartiene  alla  struttura  stessa    della  fede  che  si  può  descrivere  come  rivelazione  divina.  Parafrasando un discorso  tenuto  dal Cardinale Martini a Vallombrosa-- si  può  dire che:il riconoscimento  dell'ebraicità  di  Gesù  e  della  chiesa   madre  di  Gerusalemme,  fa   prendere    coscienza  del  legame  con  il  gregge  di Abramo,  e  delle  conseguenze  che  ne  derivano  per  la  dottrina , la  disciplina  , la  liturgia,  la  vita  spirituale  della  chiesa e,  addirittura , per  la  sua  missione  nel mondo  di oggi.-----------------------------------------
dialogo su  che  cosa?  perché?  chiesto  da chi?    --Pietro Stefani(  tratto  da  un  articolo apparso  sulla  rivista  "QOL")  dice:  quello  che  conta  è  il primato  dell'autocoscienza  della  chiesa, non  quello  del dialogo--infatti--un'autentica autocoscienza   ecclesiale  non  è  mai indipendente  dal  modo in cui la  chiesa  guarda  a  Israele. In altre  parole:per la  chiesa  cattolica, ma  anche  quella  evangelica  o  quella  ortodossa  ( non vorrei mai, tranne  quando  lo specificassi , che  per  chiesa  s'intendesse la  sola   cattolica, anche  per  un  altro motivo, poiché nel discorso cristiani ed ebrei, le  grandi chiese  storiche  , non le sette, hanno  raggiunto  una  larga  unità di intenti  e  di pensiero.--------------------Perché la  disponibilità--leggo  da Stefani--al dialogo  è spesso  presentata come qualcosa in grado  di   sanare  di per se' i  conti  con il passato.------------------------------------------è molto bello  che  i cristiani si  siano  volti verso  un  atteggiamento  nuovo  , ma  questa  è  una  loro  maturazione , non  si  può  pretendere  che  la   controparte abbia  nello  stesso modo e  nello  stesso  tempo  maturata  una  simile   disponibilità  di dialogo se non è fatta in quegli ambienti  preparati, dove  vi è  già  dell'amicizia , o  a livello  di studio, può  diventare  colpevolizzante.  No, no  il dialogo  è  un  punto  a  cui  bisogna arrivare, e non  è detto  che  ci sia  già  arrivati, forse lo si può  affermare come programma generale. Inoltre,il dialogo comporta  una  materia  su  cui  dialogare  e  non è  facile individuare  nel  rapporto  ebraico- cristiano  materia   comune, e questo non  perché  non  ce  ne  sia, ma  perché  nell'ambito cristiano  quando  per  esempio si fa  dell'ecumenismo il tema  è sempre  fondamentalmente  teologico, nel rapporto  con  l'ebraismo  la  priorità  ebraica  non è  la  teologia, anzi, non esiste  neppure  una  parola  in ebraico  abbia  tale  significato.
Però  pensate alla fondamentale  importanza che  è sempre  stata  riconosciuta  a  una  frase dell'Esodo(24,7)   quando  dopo  l'alleanza  sinaitica   Mosè fa  una  cerimonia,  un  rito   di consacrazione  del patto , e legge  il libro  e tutto il popolo  risponde:"Quanto  il  Signore   ha  parlato eseguiremo  e  ascolteremo". Cosa   viene  messo che  per  prima  cosa  vi  è  la  prassi: eseguiremo; e solo come  secondo  l'ascolto  della  teologia:  lo   studio.  E  allora  se  il  dialogo si  svolgesse  solo  sulla  teologia  sarebbe  una  forzatura  dell'ebraismo,  mentre  se  si  svolgesse  sulla  prassi  per i cristiani, si  avvicinerebbe a un  discorso  umanistico:  per fare un  esempio   nel  mondo  cristiano  si  parla  di etica mentre  nel mondo  ebraico   di  esecuzione  dei precetti.-------------------------------
la realtà   ebraica  è  fondamentale per la  chiesa, per l'autocoscienza  della  chiesa, la  chiesa  non può avere  una  chiara  autocoscienza se  non  al cospetto  di Israele.  Dice  Stefani-" solo  Israele  che  non ha  perduto  la propria  elezione  può  essere  intrinseco  alla  chiesa"  L'elezione  di  Israele  è  irrevocabile, questo  lo dice  Paolo, lo  si legge  nel  documento  conciliare "Nostra Etate"  al n. 4,  ma  anche  nei  due  documenti  successivi, "Orientamenti e  Suggerimenti" del 1974  e  "Sussidi" del  1985, oltre  ai  numerosi  documenti  del Papa, e  questo  in  ambito   cattolico. Mentre  in  quello  evangelico  viene  affermato  in  vari   documenti  sinodali di  cui  tra  i  più  importanti  delle  chiese  evangeliche  della  Renania  del  1980 e il  Sinodo   valdo-metodista del  1982.
Quindi  , se  noi   volessimo  dirci: la   chiesa  aspira  al  dialogo, con  chi  deve  dialogare? Risponderemo : deve   dialogare  con se  stessa  al  cospetto   dell'ebraismo. Su  che  cosa?  Sui  temi  della  chiesa  stessa  ;  temi  che  non  siano  solo  una  riflessione  sulla  cosiddetta  historia salutis, ma   anche  sull'ecclesiologia, sul  rapporto   Antico  e Nuovo  Testamento, sulla  liturgia.--------------------------Facendo  qualche  passo indietro, prima  del  Concilio  Vaticano 2° nella chiesa  cattolica  , e  prima  della  Conferenza  di Amsterdam (1948)  per  le  chiese  evangeliche  , vedremo  quanto   percorso  si è  fatto. Un teologo  cristiano  evangelico  scrive, a proposito  di quello  che  stiamo  dicendo , che  il   cambiamento-in  un  certo senso è  in sintonia  con quello  che  dice Martini--nel  considerare l'ebraismo  , deve cambiare   le fondazioni  della chiesa.Se  essa  semplicemente  volesse cambiare  il suo punto di vista sul  popolo ebraico  senza  toccare  il rito  della  sua  teologia  non  riuscirebbe che a rendere  tutta  questa  teologia  piuttosto  incoerente. Se  la  chiesa  abbandona i fondamenti  del  suo  antigiudaismo, se  prende  in   considerazione  in  senso  positivo  e  non più  negativo  il popolo ebraico, non  può  fare a  meno che cambiare tutto  il  resto  della sua teologia  tradizionale. --Ciò che è in causa  è un  cambiamento che tocca  il cuore stesso del pensiero   della  chiesa. ------E questo lo verifichiamo , nella preghiera ,  nella liturgia dove  sono  state  fatte delle  correzioni, perché la  liturgia  conteneva ancora molte  espressioni antigiudaiche per es."il nuovo  popolo di Dio"ecc----------------------Così,nel linguaggio cristologico: noi  in tutte  le  chiese siamo  largamente usufruttuari di una  terminologia  e  di  concetti  greci, che  l'antica  chiesa dei   giudei-cristiani  non  aveva, perché   vocaboli  che  non  hanno   corrispondenza  nella  Scrittura:pensate  ai termini   quali persona,  sostanza --Per ora  è molto importante  non  produrre  questi cambiamenti che richiedono   lavoro e sforzi  , ma  almeno rendersi  conto  di questa necessità.------------------------Elezione, non tutti gli ambienti  ebraici sono  stati  molto soddisfatti  di tale  scelta,ma per  una  ragione opposta a  quella  che  possiamo immaginare.  In  realtà  si  è  manifestato  il timore  che  l'idea  di "elezione" potesse apparire  negativa  nei confronti  del popolo  ebraico, cioè  che  mettesse in  luce una  qualche  superiorità  del popolo  ebraico. Qualcuno avrebbe preferito  la parola"scelto", che da' meno l'impressione di superiorità  Dio dice al suo popolo:"Io ti ho scelto  non perché tu fossi importante , ma  semplicemente  perché  tu sei  anzi il  più  piccolo  fra  tutti  ,ti   ho scelto  per  amore."------da Esodo 19,5:"  voi sarete  per me  proprietà  tra  tutti  i popoli-----sarete  per me  se  farete  e  seguirete  quello  che io vi dirò, solo  allora  sarete  regno di sacerdoti  e nazione  santa"
Che  cosa  si intende con  questo?  ci sono duemila anni  di riflessione  ebraica  su questa  nozione  espressa in tal modo  , e  la  lettura  ebraica  in sostanza  è questa: che  il popolo  ebraico  è  stato  scelto  secondo  il  criterio  biblico  fondamentale  della   piccolezza, della  secondarietà; voi  sapete  che Dio ha  praticato quella  che  alcuni  chiamano  la  teologia  del  "figlio  minore", cioè  David che  era  il più  giovane  dei  suoi  fratelli , quasi  dimenticato  in campagna  , poi  Isacco  e non Ismaele ,Giacobbe  e non Esaù    e via dicendo.Allora essendo il popolo più piccolo, per un  suo piano, lo ha  scelto  in  senso  ministeriale  perché  sulla  terra  risuonasse  la sua  Parola: Parola  di Dio ; ma  anche  perché  diffondesse  la  nozione di un  Dio  unico  affinché  tutto  il mondo  venisse  a  contatto con  la Parola  divina:ciò che infatti  è avvenuto  tramite Israele, che  benché  popolo  piccolissimo  è  riuscito  , attraverso  la  sua  storia  biblica  e poi  post-biblica ----a  far si  che  oggi  miliardi  di  persone  credano  non in una pluralità  di divinità  ma  in  un  Dio unico.------------------------------------------------Elia Benamozegh,  rabbino  italiano  vissuto a Livorno ,  stabilisce  la  missione  sacerdotale  di Israele, e voi sapete che un sacerdote ha   una  missione  indipendentemente dalla sua dignità  etica: ci può essere  un sacerdote  più  buono e un sacerdote meno buono, uno  più intelligente un altro  meno  intelligente.....ma  il compito  corrisponde  all'elezione.   Quindi  per Israele tale elezione  indica  una  missione  affidatagli, non  una  eccellenza etica o sapientale o  altro, aspetti  che, in un qualche modo, nel mondo religioso possono  creare  difficoltà  quali il particolarismo e l'universalismo.  Dice il rabbino Elia  Benamozegh:"l'ebraismo è una religione non universale, che però ha  una  religione universale."
Questo vuol dire  che l'ebraismo non  chiede  a tutti  gli uomini di farsi  ebrei , e questo è il particolarismo;  così  come  nel cristianesimo  non  si  chiede  a tutti  gli uomini di farsi  preti  o monaci, però ha  un universalismo, cioè chiede a tutti   gli uomini  di  riconoscere  il Dio  unico  e  le sue Leggi.  Da  ciò emerge che:
---il popolo  ebraico  ha  una  missione che gli deriva dall'esistere; non da  quello che dice  o che fa ,ma  dall'esistere.
---non  è questione  di  discutere , discorrere  o dialogare sulla  fusione degli ebrei  nel cristianesimo, ma  piuttosto  su  di un  misterioso  piano di Dio.
Martin Cunz, pastore  svizzero  molto attivo nell'ecumenismo, dice:" l'esistenza  di  ebrei  nel cristianesimo deriva  dal fatto   dell'incoerenza   divina. Il Dio nostro  è  un Dio in cui  prevale  non  la  misura  del giudizio , ma  la  misura  della misericordia. E  la  misericordia è sempre incoerente."
Ora, l'incoerenza  di Dio  fa si che la coesistenza di due  vie, oltre una certa sfida e  un certo  sorriso di Dio che stanno  dietro  a questa  combinazione  che  ha  lasciato  nel mondo, entrambe  nate  da lui , non possano risolversi l'una  nell'altra  e viceversa.--------------
Dice Stefani:"A  interpellare  il cristiano  è innanzitutto  l'esserci  di Israele non  la  riflessione  teologica su  di esso.----------------------------------------------
Il cardinale  Rogér Etchegaray, nel Sinodo del 1983, aveva  detto:"  Non è  sufficiente  scoprire la ricchezza  del  nostro  patrimonio  comune, ebraico  e cristiano, la  primità del popolo  ebraico  non  crea  per la chiesa  soltanto  un  problema  che tocca  la  sua  propria   definizione. Nessuno  dei due  figli  può  entrare  in possesso  di tutta  intera  l'eredità."  Per l'incoerenza divina di cui dicevo prima, Franz  Rosenzweig, il filosofo  ebreo  morto  nel 1929, cita  un   midrash e dice:" Alla morte  solo  una  domanda  sarà  posta  all'ebreo: hai tu sperato  nella redenzione?--Tutte le altre domande  sono  per  voi cristiani. Prepariamoci dunque insieme  nella  fedeltà  a comparire  al Giudice  celeste.
Tutte le domande sull'identità   cristiana , perché  la  storia  stessa  ci insegna che  il cristianesimo non è esistito sempre , esso  presuppone  l'ebraismo. Ora , il presupporre   l'ebraismo  non è  una  questione  puramente storica  che  si  può  risolvere così: prima  c'era   l'ebraismo  poi è venuto il cristianesimo. No, sarebbe  troppo comodo. Prima  c'era  l'ebraismo, poi ci  sono  il cristianesimo  e  ancora  l'ebraismo.  Renzo  Fabris dice:"ciò che  nel  dialogo  ebraico-cristiano  non  si può  dimenticare, è che per  la chiesa  e Israele  l'incontro è  la prova   della capacità di pensare  ai  confini dalla  propria  realtà strutturale."--------------------------------------------------------------------
Inoltre  voglio dire  che  non  saranno  gli ebrei  divenuti cristiani  a essere importanti  per la  chiesa, ma  Israele  che  rimane  Israele,anche se la chiesa  sarà sempre e in ogni caso  composta  da ebrei e  gentili, o meglio di gentili  che si  collegano  agli ebrei. All'epoca  delle origini c'era una  chiesa  cosiddetta  ex circumcisione e c'era  una  chiesa ex  gentibus.---------La  chiesa ex circumcisione era  la chiesa  di Gerusalemme, la  chiesa di Giacomo, che  è stata  progressivamente  perseguitata e emarginata  , e  attraverso due  o tre  secoli cancellata  definitamente. Ma  il suo posto  nella  chiesa   non è stato  mai eliminabile; una  chiesa  di soli pagani , ed  ex  pagani, sarebbe  la sua  rovina, non perché  i pagani siano peggiori  degli ebrei, ma perché sarebbe una chiesa senza radici. Ricordate  quello che dice  Paolo: "la radice che  porta  te."Una  chiesa senza radici  non ha  assolutamente  nessuna  legittimità-----------------------------------------------------------------------------------------
David  Flusser, professore  dell'università  di Gerusalemme, ebreo  osservante, autore del libro"Jesus"sue tesi pubblicate sulla rivista"QOL", riguardo alla nascita del cristianesimo nell'ebraismo:"  Cristianesimo  ed ebraismo  sono  un 'unica  religione , per il cristianesimo la tensione  con l'ebraismo era  una  necessità  storica  affinché  il  cristianesimo  potesse  diventare  per i  pagani  una  religione  universale indipendente."   Oggi  questa necessità non esiste più , il cristianesimo può rinnovarsi per mezzo e con l'aiuto   dell'ebraismo; anzi direi solo e per mezzo dell'ebraismo.------------------------------------------------mi sembra  legittimo  rispondere a  una  domanda  che forse alcuni  di voi si pongono , e che se le due  vie  sono frutto dell'incoerenza  , cioè  della misericordia , e se l'elezione di Israele  è  affermata  in  tutti  i documenti  ecclesiali  come  irrevocabile  e permanente, che cosa pensare del rifiuto di Gesù da parte ebraica?-----------------------------------------il cammino messianico non è  concepibile dal  punto di vista  ebraico  come  puramente  interiore. Quindi la responsabilità  dei cristiani  è enorme agli occhi  degli ebrei, perché  ebrei e cristiani  sanno . Infatti , Petuchowski: "le speranze future  dell'ebraismo e del cristianesimo sono identiche." cioè l'attesa messianica  è  comune , tuttavia  la responsabilità  dei cristiani è enorme  perché  ..i cristiani nascondono  il  messianesimo, nascondono gli  eventi  messianici.E ciò che  non si vede c'è? Qualche volta  si, qualche volta  no.Alcuni maestri di Israele affermano, se il vostro  Messia  verrà,perché tutti i testi dicono verrà e non tornerà(per esempio  in attesa  della sua venuta ,di là da venire, colui che verrà)--e il nostro  Messia verrà e avranno la stessa  faccia , cioè saranno la stessa persona, noi saremo contenti. Se la Parusia  sarà l'evento messianico degli ebrei questa  è  un'attesa che  loro  stessi professano con piena  fiducia.Dal Sinodo della chiesa Valdo--metodista del 1982:"molto presto  nella chiesa   si è  perso  coscienza del fatto che  un aspetto  essenziale  dell'unità  del popolo di Dio è l'unità  tra chiesa e sinagoga. Un solo popolo di Dio (questa è l'unità  di fatto) costituito da ebrei e cristiani, non un nuovo popolo di Dio .e la chiesa non è  il nuovo popolo  di Dio . La storia  dei  rapporti tra  cristiani ed  ebrei nei  secoli che stanno alle nostre spalle è quanto mai  dolente, un colpo enorme  da  parte dei cristiani che  contro nessun popolo  , hanno peccato tanto quanto  contro  gli ebrei.Sarà necessaria una svolta non piccola nella  coscienza  cristiana  contemporanea per comprendere  che  Israele , come  comunità di fede  , è parte integrante della questione  ecumenica."
Il teologo Karl Barth  ,aveva detto  a Roma  nel 1966: c'è una sola  vera questione  ecumenica  ,è il rapporto  chiesa - sinagoga.   Il sinodo   delle chiese evangeliche  della Renania: Confessiamo la nostra  fede  in Gesù  Cristo , l'ebreo, che in quanto  messia  di Israele  è il salvatore  del mondo. Ma solo in quanto  messia  di Israele.
Mons.  Goretti: 
Il popolo  ebraico  figlio primogenito  resta  ancora  il popolo scelto[...]non si può  comprendere la natura della  chiamata alla salvezza nella chiesa  se  non a  partire da questa  chiamata  mai revocata del popolo  ebraico  al servizio  dell'umanità. Questa elezione  fonda  un'alleanza  che  Dio non ha mai cancellato  su cui si innesta la novità  di  Cristo e della sua  alleanza.

giovedì 29 agosto 2019

L'AMORE di Rabindranath Tagore

29--8--2019

IMMAGINE

Tu sei  soltanto  immagine,
solo  quadro  dipinto.
Le lontane  nebulose,
nidi  di cielo, a  schiere
affollano  il firmamento:
il sole , la  luna  , le  stelle,
notte  e  giorno
con  la  luce  in mano,
guidando  il  pellegrino nella notte.
Tu  non sei  una  realtà  come  loro?
Ahimè, immagine  , tu  sei  solo  immagine!

Perché  rimani  ferma
nel  moto  eterno  dell'universo?
O senza  via,
fatti  compagna  del  viandante!
Perché  giorno  e  notte
resti  lontana  da  tutto  e  da  tutti
nell'eterno  silenzio  dell'immobilità?
Il  polline  volteggiando  nel'aria
ovunque  si  diffonde
e  scioglie  i  veli  grigi  della  terra:
ad   aprile,
tolte  le   vesti  della  vedovanza,
ricopre  di colori
la  terra  adoratrice
e  al  mattino  di  primavera
ricopre   di verde  le  sue  membra.
Questo  polline  è  una  realtà!

Le  erbe
tappeto  ai  piedi  dell'universo,
sono  in  cammino;  tutte  reali.
Tu  solo  sei  immobile,  tu  immagine,
tu  solo  immagine!

Un  tempo per  la   via
camminasti al mio  fianco.
Il  tuo  petto  si  muoveva  ai  sospiri:
il tuo  spirito,
unendo  i  suoi  battiti  ai  battiti  dell'universo,
con  rinnovato  ritmo
ha  composto   canti  e  danze
in  ogni  membro  del  corpo.
Quanto  tempo è passato!
Nella  vita
nella  mia  casa
tu  eri  realtà!
Dentro  ai miei  occhi
dappertutto  hai  tracciato  con  tocco  d'arte
una  viva   immagine.
In quei  mattini  tu  eri  messaggero  visibile
della  voce  dell'universo.

Mentre  insieme   camminavamo nella  via
ti sei  fermata
dentro l'oscurità  della   notte.
E io andai avanti
giorno  e  notte
in  mezzo  a  tante  gioie  e  dolori.
Passarono  le  alte  maree  della  luce  e  delle  tenebre
in cielo  e  in mare :
ai  margini  della strada
innumerevoli  fiori in silenzio
si  sono  chinati  ai miei  piedi:
in mille rivi  l'indomabile  sorgente  della  vita
avanza  annunciando  morte.
Ascoltando  una  voce  sconosciuta
mi  sono  spinto  molto  lontano
inebriato dall'amore  del  cammino.
Tu, scesa  di strada
dove  ti sei  fermata
là  sei  rimasta.
Alle  erbe, al  polline,  alle  stelle, alla  luna e al sole,
a  tutti  nascosta
tu  immagine , tu  solo  immagine!
Perché  vaneggia  il poeta?
Tu  immagine?
No, no, tu  non sei  immagine!

Chi   può  dire che  tu  sei  immobile
dentro  i  legami  delle   linee
in  un  pianto  silenzioso?
Io  sarei  morto
se  la   tua  gioia  fosse  scomparsa
e  il fiume
avrebbe  perduto il suo  corso
e  le  nubi
avrebbero  perduto il colore  dell'oro.
Se  nell'universo  fosse  svanita
l'ombra  dei  tuoi  delicati  capelli
allora

Certamente
sotto  il  soffio  del vento
il dolce  mormorio  delle ombre  della  foresta,
gioco  sotto  il  frusciare  della  pioggia,
sarebbe  diventato  sogno.
Forse  ti  ho  dimenticata?
Tu  hai  preso  posto  nella  vita,
ecco  la  dimenticanza!
Perché  distratto  nel  cammino  non  m'accorgo :
ho  dimenticato  i fiori,
ho  dimenticato  le  stelle?
Essi  fanno  dolce
il respiro  dell'anima
nel vuoto  della  dimenticanza
fanno  sentire  la loro voce


Dimenticanza  che  non  è  dimenticanza!
Nel  centro  della  dimenticanza
hai  fatto  sussultare  il mio spirito.
Tu  non  sei  davanti  agli  occhi:
hai  preso posto  dentro le mie  pupille.
Per  questo  oggi
sei   verde  sulla  terra
e  azzurra  in cielo.
Il  mio essere  ha  scoperto
in  te un'intima  unione.

Non  so, ne'  alcuno  sa come
la tua  voce risuona  nel  mio  canto,
dentro  il  poeta  tu  sei poeta.
Non  sei  immagine, non sei immagine,
non sei  soltanto  immagine!
Ti  ho  trovata  di  mattino,ti ho perduta  di notte;
ora  nel silenzio  delle tenebre
ti  ho ritrovata.
Non  sei  immagine,
non  sei soltanto  immagine!

Alahabad,19 ottobre 1914,  notte  , da  Balaka

mercoledì 28 agosto 2019

IL LIBRO D'ORE di: Rainer Maria Rilke 2°

28--8--2019
Sono  umile  di  nuovo  e  quieto
e senza  voce;
a una  preghiera  più  bella
s'era  chinato  il mio  volto.
Ero  vento  per  gli  altri
e  li  chiamavo  e  li  scuotevo.
Ero  lontano, lassù  dove  sono  gli  angeli
e  la  luce  si  sfa  in nulla--
ma  Dio  è  buono  e  sprofonda.

Gli  angeli  sono  l'ultima  folata
tra  le  cime  del  suo  albero;
uscire  dai  suoi  rami
per  loro  è  come  un  sogno.
Lassù  credono  più  alla  luce
che  alla  buia  forza  di Dio
e  da  loro  si  rifugiò  Lucifero.


è  il  principe  del  regno  della  luce
e  la  sua  fronte  s'erge  così  alta 
innanzi  al  grande  splendore  del  nulla
che  invoca
a  volto  bruciato  le tenebre.
è  il luminoso  Dio  del tempo
che  con  fragore  si  ridesta innanzi
a  lui  e  poiché  nel  suo  dolore
spesso  urla  e   spesso  ride
il  tempo  lo crede  felice
e  s'inchina alla  sua  potenza.

Il tempo  è  come  l'orlo  secco
d'una  foglia  di  faggio.
è  la  splendida  veste
che  Dio  scagliò lontano
quando , eterno  abisso,
si  stancò  di volare
e  si  nascose  agli  anni
finché  , come  radici   ,  spuntarono
in ogni  cosa  i  suoi  capelli.

Mille  teologi  s'immersero
nell'antica  notte  del  tuo  nome.
Vergini si  destarono
e  giovani  coperti  d'argento  partirono
sfavillando  in te, battaglia.

Sotto  le  tue  grandi arcate
s'incontrarono i poeti
e  furono  padroni  di  suoni,
profondi e  miti  maestri.

Sei  l'ora  quieta  della  sera
che  rende  simili  i  poeti;
ti  pigi  nelle  loro  bocche  buia
e credendo  d'averti  scoperto
ti  circonda  ognuno  di splendore.

T'alzano  dal  silenzio , battito
d'ali, infinite  arpe.
E  i  venti, i  tuoi  , gli  antichi
scagliano  su  cose  e  miserie
l'alto  della  tua  grandezza.

I poeti ti  hanno  sparpagliato
(una  tempesta  attraversò  la    loro  balbuzie)
ma   io ti  voglio  radunare  di  nuovo
nel  vaso  che  ti  fa  felice.

Ho  vagato  in  un  forte  vento,
mille  volte  vi  hai  spirato  dentro,
ed  ecco  quel  che  ho  trovato;
ti  usava  il  cieco come  un  bicchiere ,
nel  profondo  ti  nascondeva  il servo
mentre  il  pezzente ti porgeva  a  tutti;
e  spesso  in  un  bambino
c'era  un  grande  pezzo  del  tuo  cuore.

Vedi  che  sono  uno  che  cerca?
Uno  che  va  nascosto  dietro
alle  sue  mani  ed  è  come  un  pastore
(che  tu  possa  allontanare  lo  sguardo
che  lo  confonde, lo  sguardo  dello  straniero)
uno  che  sogna  di  compierti
e  compiere  così  anche  se stesso.

martedì 27 agosto 2019

OBIETTIVI E METODI DELLA PREVENZIONE di Pina Maria Speranza Raciti

27--8--2019
Lo  stato , protegge  la  salute  dei  cittadini, mediante , leggi  ;  il ministero  della  salute, l'SSN, sono  gli  strumenti , per tale  fine.
Siamo  liberi,  ma  la  nostra  libertà  è  relativa, perché  ,è in relazione  con quella  del nostro prossimo.  Le  nostre  azioni pur  libere,non  possono ledere  la  dignità  , del prossimo, che  costituisce  , la  società in cui  viviamo.
Ciò  si traduce nel fatto , che   non possiamo, non rispettare  le regole, in questo caso quelle che  riguardano la salute nostra e  di tutti i cittadini.  Vaccinare  i propri bambini, vuol dire , salvaguardare  la loro  salute, e quella  della  società. Questo  vale  , per tutte  le regole  mediante le  quali viene garantita  la  salute  del singolo e di tutta la popolazione.
A seconda   degli  obiettivi  e  dei  metodi  di  intervento  distinguiamo  tre  tipi  di prevenzione:
primaria;  secondaria;  terziaria.
PREVENZIONE  PRIMARIA:
Obiettivo  della  prevenzione  primaria  è   impedire  l'insorgenza  di  nuovi casi  di  malattia  nelle  persone  sane. Pertanto  , un  intervento  di  prevenzione  primaria  produce  una  diminuzione  del tasso  di incidenza  della  malattia  contro  cui  è  rivolto  :la  riduzione dell'incidenza è tanto maggiore  quanto  più  efficace  è  l'intervento stesso. Per  ottenere  la  diminuzione dell'incidenza   della  malattia  nella  popolazione  occorre  ridurre  il rischio  individuale ; questo  può  essere  ridotto  a  zero se  si  riesce  a  rimuovere  definitamente la  causa  della   malattia  o  ad  impedire  che  essa  continui  ad   agire  sulla  popolazione.  In  questi casi  l'incidenza  della malattia   tenderà  essa  a  zero in  tempi  più o meno brevi  in rapporto  al  suo  periodo  di  incubazione.---------------------------------------------Quando  la  causa  di malattia  non  è  conosciuta  o  essa  non
  è  eliminabile , si  possono  ugualmente ottenere  riduzioni più  o meno  consistenti  dell'incidenza  agendo  sui  fattori di rischio. In  questi casi , gli  obiettivi  degli  interventi  possano  essere fissati  in   termini  quantitativi  come  percentuale  di riduzione  dell'incidenza della   malattia,  dopo  aver  determinato  la  quota  di rischio attribuibile al  fattore  che  si vuole  eliminare.-------------------------------------
PREVENZIONE  SECONDARIA:
La  prevenzione  secondaria  ha  come  obiettivo  la  scoperta  e  la  guarigione dei  casi  di malattia  prima  che  essi  si  manifestino clinicamente.  Il vantaggio  della  diagnosi  precoce in  fase  preclinica  è  che  la  terapia  darà  maggiori  probabilità  di  guarigione  definitiva. Per  conseguenza , un  intervento  di prevenzione  secondaria  ben  condotto   determinerà una  riduzione  della  mortalità,  che  sarà  più  o meno   consistente a seconda dell'efficacia  dell'intervento  stesso.  Esso  potrà  produrre  anche  una  diminuzione  della  prevalenza  di quelle  malattie  in cui  i casi  via  via  scoperti  , subito  sottoposti a cura  , giungono   rapidamente  a guarigione, mentre  i casi   diagnosticati  in fase  clinica   avanzata  presentano  un lungo  decorso  prima  di  giungere  alla guarigione  o alla  morte. La  prevenzione  secondaria  non  ha, invece , alcun  effetto  di  riduzione  sull'incidenza. Infatti  , a  differenza  della  prevenzione primaria  non  rimuove  le  cause  di malattia e, per  conseguenza  , non evita l'insorgenza,  di nuovi casi.
Non tutte  le  malattie  sono  suscettibili  di  prevenzione  secondaria, ma  soltanto  quelle  che  presentano  certi  requisiti. In particolare, è   necessario che.la  storia  naturale   della  malattia  sia  ben conosciuta per  poterne  prevedere  l'evoluzione; il  periodo  di  latenza  in  fase  asintomatica  sia  sufficientemente lungo per  avere  la  possibilità  di  scoprire  il caso , sia  disponibile  un test(clinico , strumentale, o di laboratorio)  in  grado  di differenziare  le  persone  apparentemente  sane , ma  già  malate , da  quelle  effettivamente  sane.  Occorre , infine  che  siano  disponibili terapie  efficaci, in grado  di  guarire la  malattia, o almeno  , di  ritardare  significativamente  '   
l'evoluzione letale.

Ogni  intervento di  prevenzione  secondaria  basato  sull'inizio della terapia  in fase preclinica richiede  l'esame  di  una  massa di persone   apparentemente  sane  per  effettuare lo screening, cioè la  selezione di coloro  che  sono  già  ammalati pur  non   presentando  ancora  sintomi della malattia.
Lo  screening  può essere di massa o selettivo. Nel  ,selettivo,  la  ricerca  è  operata  fra  individui  apparentemente  sani , ma  appartenenti ad  una  categoria  con  rischio di ammalare  particolarmente elevato.  Lo screening  di massa, riguarda  , invece,  l'intera popolazione esposta al rischio e  va  effettuato solo  quando  l'incidenza  della  malattia che  si vuole  prevenire  è elevato (es. CA della  mammella) oppure  quando,  pur  trattandosi   di  malattia rara  ,  la  diagnosi tardiva  implica  un danno  irreversibile  , mentre  la diagnosi   precoce  può  essere  fatta   agevolmente  e  consente un  efficace  trattamento (es. fenilchetonuria,ipotiroidismo  congenito). L'indagine può avere  come obiettivo la   diagnosi  precoce  di una  singola  malattia(come ad es.   screening  selettivo  per la  silicosi  fra i minatori, nello screening di massa  per il CA   dello porzio , ecc.
Per effettuare  interventi di medicina  preventiva  secondaria mediante  screening occorre  tener  presente  una  serie  di criteri. Bisogna, innanzitutto  , valutare  l'importanza  della  malattia   , sia  in termini  di frequenza  nella  popolazione  , sia  in termini  di gravità, e  conoscere  bene  la sua  evoluzione  dall'inizio  del processo  patologico  alle  prime  manifestazioni  cliniche, fino alla  sua conclusione.  Ed inoltre, condizione  indispensabile  affinché  sia   conveniente  effettuare   uno  screening è  la  disponibilità  di  efficaci  sistemi di cura  per  migliorare  la prognosi dei  casi scoperti.

PREVENZIONE   TERZIARIA:
La prevenzione  terziaria  si  prefigge  di  impedire  l'invalidità in persone  già  ammalate  di malattie  croniche  e  di  favorire  il  recupero  di  persone  portatrici  di  Handicap ; pertanto , essa si  identifica in  larga  misura  con  la  riabilitazione.

lunedì 26 agosto 2019

IL MITO DI SISIFO di: Albert Camus "La libertà assurda"

26--8..2019
----------Non  so  se   il mondo  abbia  un  senso  che  lo  trascenda; ma  so  che  io  non conosco  questo  senso e  che ,  per  il momento  mi  è  impossibile  conoscerlo.  Che  valore  ha  per  me  un  significato al  di  fuori  della  mia  condizione?  Io  posso   comprendere  soltanto  in   termini umani. Ciò  che  tocco e  che  mi  resiste, ecco  quanto  comprendo  .  E  queste  certezze, la   mia  brama  di  assoluto e  di unità  e  l'irriducibilità  del mondo a  un principio razionale  e  ragionevole , so  anche  che  non  posso  conciliarle.-----------------------------
---l'assurdo  , così  evidente e  insieme  così  difficile  da   conquistare,  rientra  nella  vita  di  un uomo  e  ritrova  la  propria  patria; e, a  questo  punto   ancora  lo spirito  può  lasciare  lo  sterile  e   arido  cammino dello   sforzo  lucido , che  sbocca  ora  nella  vita  quotidiana.--------------------
Tutti  i problemi   riprendono  il  loro  carattere  perentorio, l'evidenza  astratta  si  ritira  di  fronte  al  lirismo  delle  forme e  dei colori.  I confini spirituali  si  incarnano e  ritrovano il miserabile e   magnifico  rifugio  del cuore  umano.------Si  deve  morire,  sfuggire  con  il salto , ricostruire  una  casa  di  idee   e  di  forme  su  misura?  O  si  deve, invece, accettare  la  scommessa  straziante  e   meravigliosa  dell'assurdo?-----Il  corpo , la   tenerezza, la  creazione, l'azione, la  nobiltà  umana  riprenderanno  allora  il proprio posto  in  questo  mondo insensato. L'uomo  vi  ritroverà  infine  il vino  dell'assurdo e il  pane  dell'indifferenza, di  cui nutre la  sua  grandezza.------------------------------------l'uomo assurdo  è  incalzato.  La  storia  non è  priva  di religioni  ne' di profeti , anche  senza  dei.  Gli  chiede  di  saltare.  Tutto  quello che  può  rispondere  è  che  non  comprende  bene , perché   ciò  non  è  evidente.  Egli , appunto  non  vuol  fare  quello  che  non capisce.  Lo  si  assicura  che  è  peccato  di orgoglio ( ma egli  non afferra la  nozione di peccato); che  forse,  alla  fine  , c'è  l'inferno ( ma  egli  non ha   sufficiente  immaginazione  per  raffigurarsi  questo  strano   avvenire); che  perderà  la  vita  immortale  ( ma  questo  gli  sembra  futile). Si  vorrebbe  fargli  riconoscere   la  sua   colpevolezza, ma  egli si  sente  innocente.  A  dire  il vero  , egli  non  sente  che  questo :la  propria  innocenza  irreparabile.  è questa  che  gli  permette  tutto.  Cosicché,   ciò  che  egli   richiede  da  se  stesso è  solamente  vivere  con  ciò  che  sa,  adattarsi  a  ciò  che  è , e  non  far intervenire  nulla  che  non  sia certo.--------------------------------------------------------
Vivere è  dar  vita  all'assurdo.  Dargli  vita  è innanzi tutto  saper   guardarlo. Al  contrario  di Euridice, l'assurdo  muore  soltanto quando  gli si  voltano le  spalle. Così, una  delle  sole  posizioni  filosofiche   coerenti  è  la  rivolta , che  è  un  perpetuo  confronto  dell'uomo e  della  sua  oscurità; che  è  esigenza di una trasparenza impossibile,  e  che  mette  in dubbio il mondo  a ogni istante.--------------------------------------------------------------------------------------------Il  problema  della  "libertà in se" non  ha  senso, perché   è  congiunto  , in modo  diverso, a  quello  di Dio.  Sapere se  l'uomo è  libero  ,impone  che  si sappia  se  egli  può  avere  un  padrone. L'assurdità  particolare a  questo  problema  deriva  dal  fatto   che  la  stessa  nozione ,  che rende  possibile  il  problema  della  libertà, gli  toglie  al tempo  stesso  ogni  senso, in  quanto di fronte  a Dio  esiste  piuttosto  un  problema  del  male  che un problema   della   libertà.  Conosciamo  l'alternativa: o non siamo  liberi , e  Dio  onnipotente è responsabile  del male; o  siamo  liberi e  responsabili  , ma  Dio  non  è  onnipotente.-------------------------------------Non  posso  capire  che  cosa sia  una  libertà  che mi  verrebbe  data  da  un essere superiore.  Ho  perso  il senso  della  gerarchia. Della libertà posso  avere  soltanto  il  concetto  che  ha il  prigioniero  o l'individuo   moderno  in seno  allo stato. La sola  libertà  che   conosco è  quella  dello spirito  e  dell'azione. Ora  se l'assurdo  annienta    tutte  le  mie  probabilità  di libertà  eterna,  mi  restituisce , invece, esaltandola  , la mia  libertà  d'azione. Questa  privazione   di speranza  e  di  avvenire  significa un  accrescimento  nelle  disponibilità dell'uomo.----------------------------------------------------------dopo la  scoperta  dell'assurdo, tutto  si  trova  sconvolto. L'idea  che "io  sono", il mio modo  d'agire  come  se  tutto  avesse  un senso (anche,se  all'occorrenza, dicevo  che niente  lo ha), ogni cosa  si  trova  smentita  in modo  vertiginoso  dalla assurdità  di  una  possibile morte.  Pensare  al domani, fissarsi  uno scopo , avere  preferenze  , tutto suppone   la  credenza  nella  libertà,  anche se  a  volte si  è  sicuri  di  non  averne  la  prova. Ma  , a  questo  punto, so  bene  che  la  libertà superiore , la  libertà di essere, che  sola  può  fondare  una  verità, non esiste. La  morte è  là, di fronte , come  la  sola  realtà. Dopo  questo  tutto è  finito.  Non  sono  più  libero  di  perpetuarmi, ma schiavo; e  schiavo  soprattutto senza  speranza di  un'eterna  rivoluzione, senza  possibilità  di ricorrere  al disprezzo. E chi  mai  senza  rivoluzione  e  senza  disprezzo  può  restare schiavo?  Quale  libertà , in senso  assoluto  , può  esistere , senza  sicurezza  dell'eternità?------------------------------------------------------Nell'inabissarsi  in  questa  certezza  senza  fondo, nel  sentirsi  ormai  abbastanza  estranei  alla  propria  vita per  accrescere  e  percorrerla  senza  la  miopia  degli amanti, c'è  già  il  principio di una  liberazione. Questa  nuova indipendenza è  a  termine  , come  ogni  libertà  di azione , e  non  stacca un   assegno all'eternità; ma  sostituisce  le  illusioni della  libertà,  che si  fermavano  tutte  alla  morte.-----------------------------------------------------la  morte  e l'assurdo sono,in questo caso,  i principi  della  libertà ragionevole; quella  che  un  cuore umano  può  provare  e  può vivere . Ecco  la  seconda   conseguenza . L'uomo  assurdo  intravede  così un  universo  ardente  e  gelato , trasparente  e  limitato , dove  nulla  è  possibile,  ma  tutto  è  dato  , e  dopo il quale  vi è lo  sprofondamento  e   il nulla . Egli  può  allora  decidere  di  accettare la  vita  in  un  tale  universo e  di trarne  la  propria  forza, il rifiuto  a  sperare  e  la  prova  ostinata  di una  vita  senza  consolazione.----------------------------------------------------------------------------La  morale  di un  uomo, la  sua   scala  dei valori  non  hanno  senso che in  rapporto alla  quantità  e  alla  varietà  d'esperienze che  gli  è stato  dato  di  accumulare.  Ora, le  condizioni  della  vita  moderna impongono alla   maggioranza  degli  uomini la  stessa  quantità  e, per  conseguenza, la stessa  esperienza  profonda . Certamente , bisogna   considerare anche l'apporto spontaneo  dell'individuo, ciò  che è  "dato" in lui . Ma  io  non posso  dare un giudizio su questo  elemento e,  ancora  una  volta  ,la mia  regola  , in questo caso .è  di adattarsi  all'evidenza immediata.-----------------------------------------Il presente  e  la  successione  dei  presenti   davanti  a  un'anima  perennemente  cosciente  è  l'ideale  dell'uomo assurdo.------------------------------------------------------------------Dopo esser  partita  da  una  coscienza  angosciata dall'inumano,la  meditazione sull'assurdo  ritorna, al termine del suo itinerario, proprio  in  seno  alle  fiamme  appassionate   della  rivolta  umana.--------------------------------------------------------------------" La  preghiera"  dice  Alain"si ha  quando  la  notte    cala sul  pensiero" . "Ma   bisogna che lo spirito  incontri  la notte", rispondono  i mistici  e  gli  esistenzialisti.---------------------------------------Se  si deve  incontrare  una  notte  , che  essa  sia   piuttosto  quella  della  disperazione, che    rimane  lucida, notte   polare , veglia  dello spirito, da cui  si  leverà  , forse  ,  quella  chiarità bianca e intatta , che  delinea ogni oggetto  alla  luce  dell'intelligenza.

domenica 25 agosto 2019

CORPO e ANIMA come FORMA e Contenuto di: Ugo Greci , oblato

25--8--2019
----La   nostra   moderna  medicina  scientifica  risale a Ippocrate(400  a.C.).  Ippocrate  proveniva  dai  famosi  Asclepiadi,  che  nel   corso  dei  secoli  crearono  in  Grecia  luoghi  di  cura (Asclepei),  nei  quali i sacerdoti  curavano i malati   con  rituali  e  canti  magici.  Ippocrate,  che  teneva  molto  alla  sua  origine , ruppe  tuttavia  con  questa  tradizione  , cioè  con  la  medicina   sacerdotale, e  cominciò  a   considerare le  malattie    indipendentemente  da  ogni  implicazione  religiosa,  come  fatti  a  se'   stanti, e  a  sviluppare  cure   corrispondenti  al   decorso  del male .  Egli  pose  così  le  basi  per  le  metodologie  oggi  attuate  dalla  medicina  scientifica.
Questa  medicina  dai  tempi di  Ippocrate non è cambiata  di molto,  non si  è  molto  sviluppata,  ha  compiuto  passi  avanti in  certi  campi  e  passi  indietro  in altri.  Prima  dell'intervento  di Ippocrate  curare  spettava  alla  classe  sacerdotale  e  quindi  alla  religione.
La  malattia  era  espressione  dell'ira  divina   e  veniva  guarita   dal  sacerdote   che  induceva  il malato  al   pentimento   e in  questo  modo  lo  riconciliava  con Dio:  non si   dimentichi  che  il termine  latino  pontifex( pontefice)  significa  "costruttore  del  ponte".
Il  distacco  di Ippocrate  da  questa  tradizione  rappresenta  anche  un distacco  dalla  "condizione  patologica"  e  un  avvicinamento  invece  alle  "malattie" in se' e per se'.  Il termine  "malattia"  presenta   contraddizione  già  come  termine ; il suo contrario  infatti  dovrebbe  essere  "saluti", cioè,    il plurale  di "salute", il che  ovviamente   non  esiste  in quanto  si  dovrebbe  parlare  di uno stato  di  salute e  uno  stato  di malattia.  Quelle  che  vengono  comunemente  definite  malattie   sono  in realtà  sintomi , particolari  condizioni  di  quella   malattia  che  costituisce  la  condizione  ordinaria  dell'uomo  non  ancora  redento.  Fortunatamente , nonostante  l'enorme  importanza  che  la  rivoluzione di Ippocrate ha  avuto  sulla  storia  dell'umanità, sempre  ci  sono  stati  personaggi  che mai  hanno  disgiunto  la  condizione  dell'uomo alla  propria  appartenenza  al  cosmo  e  origine  divina. E  neanche  c'è  bisogno  di andare  in oriente: è  il caso  appunto  della  monaca   benedettina  Ildegarda  di  Bingen;  vissuta in Germania  nel  12°  secolo.  Riportiamo  dalla  rivista"Erboristeria  domani"   uno  stralcio relativo  al  concetto  ildegardiano:"La  guarigione  è  un  cammino  da  compiere  lungo  tutta  la vita; non  un  momento  a  se'  nel  periodo  dell'esistenza  terrena.è uno  stile  di vita. L'uomo ha  il dovere  di  riportare  equilibrio  in  se  stesso ,  guarendo  , o meglio  autoguarendosi  dalle  malattie  fisiche, mentali e morali".  Infatti i  vizi  secondo Ildegarda possono  essere  cause  scatenanti  di  malattie  che  si  ripercuotano  nel  corpo , a  cui  si   contrappongono  le  virtù  corrispondenti  in grado  di  riportare  limpidezza  nel  pensiero  e  un  certo  rilassamento  necessario  al   superamento  della   manifestazione patologica.   Ma  tornando  alla  modalità  di  impostazione  di  un  qualsiasi  punto  di  vista  ,  pensiamo  che  in  definitiva  convenga contrapporre  al  "come"  il  concetto  ben più  illuminante  di  "perché". Secondo la  teoria  che  il mondo  materiale  non è  altro  che  lo   specchio  o riflesso  delle  realtà  superiori  e   metafisiche , teoria  magistralmente elaborata  e  sviscerata  anche  dal   grande  Origene, possiamo  efficacemente  usare   come  piano  di  osservazione il  corpo  fisico  come  riscontro  della  condizione  dell'uomo  vero ,  che  non  è  il  corpo fisico ....Nella  sua  omelia  al  Cantico  de  cantici, Origene  intravede  a  un  certo  passo una illuminante  analogia:" il letto in cui possa  riposare  lo sposo  con la  sposa  è  da  intendersi  come il  corpo   umano , se davvero  quel  paralitico del Vangelo , che  giaceva  nel letto (Mt 9,2) e ricevette  il comando per  bocca  del Salvatore, di  andarsene a casa sua  portandosi  il lettuccio, prima  di  essere guarito  giaceva sul  debole  corpo  delle  sue  membra,  che  poi  fu  reso  salvo  dalla  potenza  di Dio.  Certo il Figlio  di Dio non  era  disceso  dal cielo  alla  terra per  dare ordini  riguardo  ai  lettucci e  per  non  sopportare  che  se  ne  andasse  senza lettuccio  colui che sorgeva  dalla  sua  malattia , quando  diceva: "prendi il tuo  lettuccio e va' a  casa tua".  In  realtà  tutto  ciò  che  esiste nella   creazione  può  essere  considerato  come  forma  esprimente un  contenuto e  sotto questo   profilo  non  esistono  forme vuote.
Per  fare  un  esempio  di  cosa  si  intenda per  forma  e contenuto,  può  essere  chiarificante  considerare il  meccanismo   dell'espressione  artistica.  Le  cappelle  medicee  de Firenze offrono  all'osservatore,  tra  gli  altri  , un  interessante  particolare:  Crepuscolo, Aurora,  Giorno  e Notte sono  rappresentate dalla  scuola  di Michelangelo in altrettante  statue   di  marmo.  Ora, tra tutte  ,la  Notte spicca  sulle   altre  per  vivida  magnificenza, ed   è  l'unica  scolpita  interamente  di mano  del maestro.  Le altre  sono  opera  della  sua  scuola.  Il  marmo è lo stesso  ,   gli  attrezzi  usati  pure  le tecniche,  trattandosi  ovviamente della  stessa  scuola  non  differisco ; ma  allora cosa ha  reso diversa  l'una  dalle  altre?  In  quel  Marmo  si  riflette  l'anima di  Michelangelo, li  sta' la  differenza. A buona  ragione  possiamo   considerare   lo stesso principio applicato  al corpo ; tutto  ciò  che  riflette il corpo da  adito  a  essere  interpretato  come   linguaggio  dell'anima.  Con  la  caduta  adamica  siamo  precipitati  nel  mondo  delle  forme  materiali, ed  è  proprio  attraverso  di  esse  come  in  una  sorta  di  circolo  vizioso  che  potremo  ritrovare  la nostra  condizione  originaria di  figli di Dio.
A  Mosè ,  che  domandava   di  vedere  la  gloria   del Signore,  Dio  rispose :"Tu  non  potrai  vedere  il  mio  volto  e  restare  vivo"(Es  33,20).  I nostri  Santi   conoscevano la  ragione  teologica  delle  parole  di Dio , ma   erano anche  consapevoli  delle  esigenze dell'amore che  deve concretizzarsi in  qualche  cosa  di  sensibile , di  sperimentale  per  crescere  e  svilupparsi . Questa legge  psicologica dell'amore  umano  , si  riversa pure  nell'amore    verso Dio . Guidati da  questa  legge  , i  nostri  Santi  percorsero  l'unica via  possibile sicura  e  facile  : le  sue  opere. In  realtà  la  casualità  e  l'analogia  sono  vie   della  conoscenza  umana. L'intelletto  ,  infatti  arriva  alla  verità  mediante le  cause , gli  effetti e  le  analogie per  superare la  molteplicità  delle  singole esperienze.è  un percorso tra  luci  e  ombre dove alla  fine  tutto  dovrà  diventare  luce , e  la  fonte  di  questa  luce si chiama Cristo.


sabato 24 agosto 2019

La generosità di: Gibran

24--8--2019

Dai  poco
se  doni  le  tue  ricchezze,
ma  se  dai  te  stesso
tu  doni  veramente.
Vi  sono  quelli  che  danno  con  gioia
e  la  gioia  è  la loro  ricompensa.
Nelle  loro  mani  Dio  parla
e  dietro i loro occhi
Egli  sorride  alla  terra.
è   bene  dare  se  ci  chiedono,
ma  è meglio   capire
quando  non ci  chiedono  nulla.
E  per  chi  è  generoso,
cercare  il povero
è una  gioia  più  grande  che  donare
poiché,  chi  è  degno
di bere  al  mare  della  vita
può  riempire  la  coppa
alla  tua  breve  corrente.
E  voi  che  ricevete
--e  tutti  ricevete--
non  lasciate
che  la  gratitudine  vi opprima
per  non  creare un  giogo  in voi
e  in chi  vi  ha  dato.
Piuttosto,  i  suoi  doni
siano  le  ali
su  cui  volerete insieme.

venerdì 23 agosto 2019

IL CAMMINO DELL'UOMO di Martin Buber

23-8-2019
La  maggior  parte  di  noi  giunge  solo  in  rari  momenti  alla  piena  coscienza  del fatto  che  non  abbiamo  assaporato  il  compimento  dell'esistenza, che  la  nostra vita  non è  partecipe  dell'esistenza  autentica, compiuta,  che è  vissuta  per  così  dire  ai  margini  dell'esistenza  autentica. Eppure  non  cessiamo  mai di  avvertire  la  mancanza,  ci  sforziamo  sempre , in  un  modo  o  nell'altro,  di  trovare  da  qualche  parte quello  che  ci  manca.  Da  qualche  parte  , in  una  zona  qualsiasi  del  mondo  o  dello spirito, ovunque tranne  che  là  dove  siamo,là  dove  siamo stati  posti  ma  è  proprio  là  , e  da  nessun'altra  parte, che  si  trova  il tesoro.  Nell'ambiente  che  avverto   come  il  mio ambiente naturale, nella  situazione   che  mi  è toccata  in sorte , in  quello  che  la  vita  quotidiana mi  richiede : proprio  in  questo  risiede  il mio compito  essenziale , lì  si trova  il  compimento  dell'esistenza  messo  alla  mia  portata[...] è qui ,  nel  luogo  preciso  in cui ci troviamo, che  si  tratta  di  far  rispondere  la  luce   della  vita  divina  nascosta.

giovedì 22 agosto 2019

POESIE DELL'ULTIMO VIAGGIO di Rabindranath Tagore

22--8--2019
Alla  fine  del  giorno  la  morte
verrà  alla  tua  porta
quale  tesoro  tu  le  darai?
A  lei  io   donerò  un'anima  traboccante;
non  la  lascerò  a  mani  vuote,
il  giorno  che  la  morte
verrà  alla  mia  porta.


Molte  notti  d'autunno  e  di  primavera,
molti  tramonti  e  molti  aurore,
con  molta  ambrosia  si  sono  versati  nel  calice  della vita.
Al tocco  di  luci  e  ombre , di  gioie  e  di  dolori
il mio  cuore  si  è  ricolmato
di fiori e  di frutti.


L'ultimo  giorno  l'ornerò
di  questo  tesoro, di  tutte le ricchezze
che  ho  potuto  raccogliere:
il giorno  che  la  morte  verrà  alla  mia  porta.

Silaidoho, 10  luglio  1910, da  Gitanjali


VITA  E  MORTE

Io  ho amato  questa  terra:
di  crogiuolo  in  crogiuolo,
di  difficoltà  in  difficoltà
ho  legato  a  essa  la   mia  vita.
La  luce  e  le  tenebre
dell'aurora  e  del  tramonto
andarono  navigando  nel mio  spirito.
Infine
la mia  vita  e  la  mia  terra
divennero  una  cosa  sola.
Ho  amato  la luce  della  terra
per  questo  amo  la  vita.

Tuttavia  conosco  la  realtà:
bisogna  morire!
Un  giorno le mie parole
non  avranno  più  suono,
il mio occhio  non  cercherà più  dentro  la  luce,
il mio cuore  non  batterà  più
al richiamo  ardente  dell'aurora,
la  notte  più  non sussurrerà  al mio  orecchio
misteriose parole.
Dopo  il mio  ultimo  sguardo,
dopo  le mie  estreme  parole
bisognerà  andare.
Quanto  è  reale
la  necessità   di restare
tanto  è reale
la  necessità  di andare.

In tutto  questo  c'è  unione:
altrimenti  l'universo per  tanto  tempo
non  avrebbe  sopportato,
sorridente, tale  inganno crudele:
in  questo  tempo la  sua  luce
come  fiore  colpito  dal  verme
sarebbe  diventata  tenebre.

Surul, 14 gennaio 1915, mattino  , da Balaka

mercoledì 21 agosto 2019

IL MITO DI SISIFO dI: Albert Camus "IL SUICIDIO FILOSOFICO"

21--8--2019
Il senso dell'assurdo  non  equivale alla  nozione  dell'assurdo:la  fonda  e  basta;  e  non  è  contenuto  in  quella  , se  non  il breve  istante  in cui  esso  pronuncia  il proprio  giudizio   sull'universo.-------------Esiste  un fatto  evidente  che  sembra  assolutamente  di  ordine  morale,  ed  è  che  un uomo è  sempre  preda  delle  proprie  verità.  Quando  le  abbia  riconosciute , egli  non  è  capace  di  staccarsene. Bisogna     pur  pagare  qualche  cosa.  Un  uomo   divenuto cosciente  dell'assurdo , è  legato  a  questo  per  sempre.  Un  uomo  senza   speranza  , e   cosciente  di  esserlo, non   appartiene  più  all'avvenire. Questo  è nell'ordine  delle  cose  . Ma è  pure  naturale  che  egli  si  sforzi  di  sfuggire  all'universo di cui  è il creatore.Tutto  ciò  che  precede  , per  l'appunto  , non  ha  senso  che  in  rapporto  a  questo paradosso. Nulla   può  essere  più  istruttivo  in  proposito  , che  esaminare  il  modo  con cui  gli  uomini--i quali  ,  partendo  da una   critica  del  razionalismo,  riconobbero  il clima  assurdo--hanno  spinto  le loro   conseguenze.--------------------------------
Kierkegaard,  per lui  l'antinomia  e  il paradosso  diventano criteri  del  religioso.  Così, persino ciò  che  faceva disperare  del senso  e  della  profondità  di  questa  vita, gli  offre  ora   verità e  chiarezza. Il cristianesimo  è  scandalo , e  ciò  che  Kierkegaard chiede  semplicemente  è il terzo sacrificio  preteso da Ignazio di  Loyola,  quello  di  cui  Dio più  si  rallegra:"il  sacrificio  dell'intelletto".  L'effetto   del  "salto"  è  bizzarro,  ma  non  deve  più sorprenderci. Esso  fa  dell'assurdo  il  criterio dell'altro  mondo, mentre  è  soltanto  un  residuo  dell'esperienza  di questo."Nella  propria  sconfitta" dice  Kierkedaard"il credente  trova il proprio  trionfo".-------------------------------------------L'importante  , diceva l'abate Galiani  a  madama  d'Epinay, non  è  guarire, ma  vivere  con  i   propri  mali. Kierkegaard  vuol  guarire.  Guarire è  il  suo  desiderio pazzo, quello  che  ricorre  in tutto  il suo  diario. Tutto lo sforzo  della   sua  intelligenza  è  sfuggire  l'antinomia della  condizione  umana,  sforzo  tanto più  disperato , in  quanto  egli ,   a  lucidi  intervalli, ne  scorge  la   verità, quando  ne parla , come se  ne' il timor di  Dio  ne'  la pietà  fossero  capaci  di  dargli  la  pace. è così che, per mezzo  di  una  torturata  scappatoia, da' all'irrazionale  il volto e al suo  Dio  gli attribuisce   dell'assurdo;ingiusto, illogico, incomprensibile. Solo l'intelligenza  in lui si sforza  di  soffocare la profonda  rivendicazione  del cuore  umano.  Poiché nulla  viene  provato , tutto  può esserlo.-----------------------------------------Kierkegaard,----"Ma, per  il cristiano, la morte  non è  per niente la  fine  di tutto, e implica   una  speranza  infinitamente maggiore di quella  che  per noi  non  comporti  la  vita , anche  se  traboccante  di salute  e  di forza" La  riconciliazione, per  mezzo  dello scandalo , è  pur  sempre  riconciliazione.Questa permette  forse-----di ricavare  la  speranza  dal suo contrario , che è la  morte.-------------------------------------------------
Mi  si dice ancora che l'intelligenza deve sacrificare  il proprio  orgoglio  e  che  la  ragione  deve  inchinarsi. Ma  se pure  riconosco  i  limiti  della  ragione ,non  la  nego  fino  a  tal punto, poiché  ammetto  i suoi  poteri  relativi. Voglio  solamente restare  in  quella  via  di mezzo , in cui  l'intelligenza   può  mantenersi  chiara. Se  è  quello il suo  orgoglio, non vedo  una  sufficiente ragione  per  rinunciarvi.Niente  di più profondo  della  concezione  di Kierkegaard, secondo  cui  la disperazione  non è  un fatto  , ma  uno  stato ; lo   stato  stesso  del peccato, poiché  il peccato  è  ciò  'che  allontana  da  Dio. L' assurdo  , che  è  lo  stato  metafisico  dell'uomo cosciente, non conduce  a  Dio.---------------------------"Se  l'uomo  non  avesse  una  coscienza  eterna , se, in fondo  a  ogni  cosa , non ci fosse  altro  che  una  potenza  selvaggia in  ebollizione,che producesse  tutto, il grande e il futile, nel  turbine  di oscure passioni, se  il vuoto  senza  fondo, che  nulla  può  colmare , si  nascondesse  sotto  le  cose , che  sarebbe  dunque la  vita, se  non disperazione?"  Questo  grido  non può fermare l'uomo assurdo. Cercare  ciò  che è vero , non  significa  cercare  ciò  che  è desiderabile, Se per sfuggire  all'angosciata domanda:"Che cosa   sarebbe  dunque  la  vita?"si  deve  , come  l'asino , nutrirsi delle rose  dell'illusione, piuttosto  che rassegnarsi alla menzogna, lo spirito  assurdo  preferisce  adottare , senza tremare , la   risposta  di Kierkegaard:"la disperazione". Tutto  considerato un'anima energica saprà  sempre  adattarsi.---------------------------------------------------------------Husserl, il metodo  husserliano nega   il processo  classico  della  ragione. --pensare  non è  unificare, rendere  familiare l'apparenza  sotto l'aspetto di un grande principio; pensare è imparare di  bel nuovo a   vedere, dirigere la propria  coscienza, fare  di  ogni immagine  un  luogo privilegiato.-----Nella  sua  affermazione -----che  non  vi è  una  verità, ma  soltanto  alcune  verità , essa  si  ricongiunge  al  pensiero  assurdo.Dal  vento della  sera  , alla  mano   che si  posa  sulla  mia spalla , ogni cosa ha  la propria  verità. è la  coscienza  che  rende  comprensibile , con l'attenzione  che  le  presta. La  coscienza  non  forma  l'oggetto  della  sua  conoscenza:essa  fissa  soltanto ; è l'atto di  attenzione  e , per  riprendere una  immagine bergsoniana  , somiglia  alla macchina  di proiezione che si  si fissa   su  una  figura.La  differenza sta  nel fatto  che  non  esiste  scenario, ma  una  illustrazione  successiva  e  incoerente.  In  questa lanterna  magica, tutte  le immagini sono privilegiate. La  coscienza"sospende" nell'esperienza  gli oggetti della  propria  attenzione;per  un suo  miracolo, essa  li isola, e   quelli sono , da  quel  momento, fuori   di ogni  giudizio. è questa "intenzione" che caratterizza  la  coscienza.----------------------------------------Per l'uomo  assurdo  vi  era  una  verità e, al tempo  stesso  , una  amarezza  in questa  opinione  puramente psicologica  che  tutti  gli aspetti  del mondo  siano  privilegiati. Dire  che tutto  è  privilegiato  è lo stesso che dire equivalente.---------------------Husserl--"Se  potessimo  contemplare  chiaramente  le leggi  esatte  dei  processi  psichici , queste  si  mostrerebbero  egualmente  eterne  e  invariabili  che  le  leggi  fondamentali   delle  scienze naturali  teoriche. Esse sarebbero , dunque, valide  anche  se  non  vi  fosse  alcun  processo  psichico"  Anche  se lo spirito non ci fosse esisterebbero le sue leggi!------------------------------------------
Dal dio astratto  di Husserl  ad   dio  folgorante  di  Kierkegaard la  distanza  non è tanto  grande.  La  ragione  e l'irrazionale  conducono alla  stessa  predicazione.  Il  fatto è  che,  in verità , il  cammino ha poca  importanza e la  volontà  di  arrivare  basta  a  tutto. Il  filosofo astratto  e  il filosofo  religioso partono  dallo stesso smarrimento e si  sostengono  nella  stessa  angoscia.----------------------------Si  crede , sempre a  torto, che  la  nozione di  ragione  abbia un  senso unico. In verità, per  quanto  rigorosa essa  sia nella  sua  ambizione , il  concetto  è  instabile ne'  più  ne' meno degli altri. La  ragione  ha un volto  assolutamente   umano, ma  sa anche  rivolgersi  al divino.--------------------------------Essa, è uno  strumento  del  pensiero  e non  il pensiero stesso. Il pensiero di  un uomo è innanzi  tutto  la  sua  nostalgia.---------------------------------
La ragione in Husserl  finisce  per  non aver  limiti. L'assurdo, al contrario, fissa  i propri limiti, in quanto  la ragione è  impotente  a  calmare l'angoscia. Kierkegaard,da un  altro  lato , afferma  che  un  solo limite  basti  a  negarla.---------------------------------
Nell'universo  di  Husserl  il mondo  si  chiarisce  e  la  brama  di  familiarità, che è  salda  nel cuore  dell'uomo, diventa  inutile.  Nell'apocalisse  di  Kierkegaard, il  desiderio  di chiarezza  deve  rinunciare  a  se stesso, se  vuol  essere  soddisfatto.  Il  peccato  non è  tanto  il sapere ( a questa  stregua  tutti  sono  innocenti) quanto il  desiderar  di sapere. Per l'appunto  ,è  il solo  peccato  del quale  l'uomo assurdo possa  sentire che  forma, al tempo  stesso , la sua colpevolezza  e la  sua  innocenza.

martedì 20 agosto 2019

IL LIBRO D'ORE di: Rainer Maria Rilke 1°

20--8--2019
è l'ora !  Mi  sfiora
un  tocco  metallico e  chiaro;
i  sensi  tremano. Sento  di  farcela--
e  afferro  il  giorno, la  sua  molle  creta.

Era  incompiuto  il mondo prima
che  lo  guardassi  e  fermo  il divenire.
Ora  il mio  sguardo  è  maturo, e  ogni  cosa
cede  al  suo  volere ; è  una  sposa.

Amo  persino  la  più  piccola.
La  dipingo  immersa   su  sfondo  d'oro,
la  innalzo  e  non  so  a  chi
schiuderà  l'anima....

Cerchi   che  si  tendono  sempre  più
ampi  sopra  le  cose  è  la  mia  vita.
Forse  non  chiuderò  l'ultimo,
ma  voglio  tentare.

Giro  attorno  a  Dio , all'antica  torre,
giro  da  millenni;
e  ancora  non  so  se  sono  un  falco, una  tempesta
o  un  grande  canto.

Non   avere  paura , sono io . Non  senti
che  su  te  m'infrango  con  tutti  i sensi?
Ha  messo  ali  il mio  cuore
e  ora  vola  candido attorno  al  tuo  viso.

Non  vedi  la  mia  anima  innanzi  a  te
adorna  di silenzio?
E  la mia preghiera  di maggio
non matura  al  tuo  sguardo  come  su  un  albero?

Se  sogni  , sono  il tuo  sogno
ma  se  sei  desto  sono  il tuo  volere;
padrone  d'ogni  splendore
m'inarco, silenzio stellato,
sulla  bizzarra  città  del tempo

La  mia  vita  non è  quest'ora  ripida
che  mi vedi  scalare  in fretta.
Sono  un  albero  innanzi  all'orizzonte,
una  delle  mie  molte  bocche,
e   la  prima  a   chiudersi.

Sono  l'attimo  tra  due  suoni
che  male  s'accordano
perché  il suono  morte  vuole  emergere--

Ma  nella  pausa  buia si  riconciliano
entrambi  tremando.
                               E   bello resta  il canto.

Artigiani  siamo ;  garzoni, muratori, maestri
e   siamo   qui  a  costruirti,  alta  navata.
A  volte  giunge  uno  straniero  cupo,
scintilla  per  i  nostri  spiriti,
e  ci  mostra  tremando  un  nuovo  appiglio.

Saliamo  ponti  vacillanti, grevi
martelli  nelle  nostre  mani
finché  l'attimo non ci  bacia  in fronte;
viene da te come  il vento  dal mare
fulgendo  quasi conoscesse  tutto.

Allora echeggiano mille  martelli
e colpi  penetrano la montagna.
Soltanto  quando  annotta  e  il  tuo  profilo
futuro  traspare  t' abbandoniamo.

Dio, sei  grande!


Dio, come posso  concepire  l'ora, la  tua
quando  per  darle  perfezione  e  forma nello  spazio
innanzi  a  te  ponesti  la  parola?
Per  te  il niente  era  una  ferita
e  la  curasti  creando  il mondo.

Ora  si  rimargina  piano  fra  noi.

E  giacché  gli  anni  hanno   risucchiato
le  molte  febbri  dell'infermo
già  sentiamo, ed  è  un  mite  battito,
il cuore  sereno dell'orizzonte.

Siamo  adagiati  sul  nulla , siamo  il  suo  balsamo
fasciamo  ogni  squarcio,
ma  tu diventi  sempre  più  vago
all'ombra del  tuo  volto.

Tu  vieni  e  vai  e  le  porte  si  chiudono
più  dolcemente,  quasi  senza  vento.
Tra  chi  va  per  silenti case 
sei il più silente.

Ci  si  avvezza  tanto  alla  tua  presenza
che  si  resta  chini  sui  libri
quando  le  immagini  si  fanno  belle
nel blu  della  tua  ombra,
perché  risuoni  in  ogni  cosa
a  volte  forte  e  a  volte  piano.

Se  ti  scorgo  nei  miei  pensieri ,  spesso
si  spacca  la  tua  grande  immagine;
sei  un  capriolo  luminoso  e  corri
io  sono  buio  e  sono  un  bosco.

Sei  una  ruota  accanto  a  me
e  dei  tuoi  mille  raggi bui
uno  si  fa  sempre  più  greve
e  sempre  più  vicino,
e  crescono  ad  ogni  suo  giro
le   mie  opere  obbedienti.

Torno  a  casa  dal  volo
in cui mi persi.
Ero  un  canto  e  Dio,  la  rima,
bisbiglia   ancora  nel mio  orecchio.

 

lunedì 19 agosto 2019

MEDICINA PREVENTIVA E EDUCAZIONE SANITARIA di Pina Maria Speranza Raciti

19--8--2019
Una   società  sana  è  una  società ,  che  basa  il  suo  benessere   non  solo ,   sugli  aspetti  economici, ma  soprattutto  ,  sullo stato  di salute  dei  suoi  componenti.
Quindi  un sistema  sanitario  efficiente, sta  alla  base  di una  società: progredita  , culturalmente, economicamente; ciò  che in definitiva  definisce  " benessere"
La  salute, non  è  semplicemente  uno  stato  di  assenza  di  malattia, ma  è  una  condizione  dinamica  di  benessere  fisico,  mentale  e  sociale.  Spetta  alla  medicina    di  sanità  pubblica , il compito  di  promozione  della  salute e  prevenzione  delle  malattie
Per   la  promozione  della  salute  la  medicina  di  sanità  pubblica  applica  sue  proprie  metodologie d'intervento, ma  si serve  anche  delle  tecniche  della   medicina  diagnostica  e curativa.
La  prevenzione,  ha  compiti  ben definiti, che  consistono  nell'impedire  l'insorgenza  e  la  progressione    delle  malattie, per mezzo   di  interventi  sulla    popolazione e  sull'ambiente  di vita  e  di lavoro.
La  medicina  di  sanità  pubblica:   al  contrario, ha   compiti  più  estesi  che,  vanno   dalla  promozione   della  salute alla  prevenzione delle  malattie, mentre  la  sua  unità  d'intervento  è l'intera   comunità  considerata  globalmente, nei   suoi  singoli componenti e  nei suoi rappresentanti  istituzionali.
IL  PREAMBOLO  DELLA   CARTA  COSTITUZIONALE  DELL'OMS:
1)  L a  salute  è  uno  stato  di  completo benessere  fisico  , mentale  e  sociale   , e non   consiste  soltanto  nell'assenza  di malattia  od  infermità;
2)il  possesso  del miglior  stato  di  salute  conseguibile   costituisce  uno  dei  diritti  fondamentali   di  ogni   essere  umano,  qualunque  ne  siano  la  razza  ,  la  religione , le opinioni  politiche  e  le   condizioni  economico--sociali;
3)  la  salute  dei  popoli è una  condizione  fondamentale   per  la  pace  e  la  sicurezza  del  mondo e  dipende  dalla  collaborazione  più  stretta  degli  individui  e  degli  stati;
4)i risultati  ottenuti  da  ciascuno  stato  per  tutelare e  migliorare  la  salute  sono   preziosi  per tutti;
5)l'ineguaglianza  dei  diversi  paesi  nei  riguardi  del miglioramento  della  salute  e   della  lotta  contro  le   malattie , in  particolare  quelle   contagiose,  rappresenta  un  pericolo  per tutti;
6)  lo sviluppo   sano  del bambino  ha  un'importanza  fondamentale  ; l'attitudine  a   vivere in   armonia  con  l'ambiente  in  piena  trasformazione  è  essenziale  a   questo  sviluppo;
7)l'ammissione  di tutti  i popoli  ai  benefici  delle  conoscenze   acquisite  dalle  scienze mediche  ,  psicologiche  e  correlate  è essenziale per  raggiungere  il  più  alto  livello  di  salute;
8)l'informazione  e  le  altre  forme  di  cooperazione  tra  i popoli  sono  della  massima   importanza  per il miglioramento  della  salute delle  popolazioni stesse;
9)i  governi  hanno  la  responsabilità  della  salute  dei  loro  popoli e  debbono  prendere le  misure  sanitarie  e  sociali  appropriate.
La  promozione   della  salute ingloba  la  " prevenzione  delle  malattie", ma  anche  due  ulteriori componenti:la" protezione   della  salute" e l'"educazione sanitaria".
PROTEZIONE  DELLA   SALUTE:   s'intende  tutta  quella  serie   di   controlli legali  ed  amministrativi , di  regole  e  procedure  , di  codici   di autoregolamentazione , indirizzati  ad  influenzare  positivamente  ,  in  modo   diretto od indiretto  , la  salute  del  singolo  o  della  comunità .  Comprendono  gli  interventi  intesi  ad  influenzare  i  cambiamenti  economici  , sociali  ed  ambientali in una  direzione che  è favorevole  alla  salute.
EDUCAZIONE   SANITARIA:  è  lo strumento   principale  per  completare  il successo  della  promozione   della  salute.
"Un'attività  di  comunicazione  intesa  ad  incrementare la  salute , ad eliminare  i fattori  di rischio  ed  a prevenire  le  malattie  , rivolta a soggetti  singoli  o  ad  intere  comunità  e  realizzata  influenzando  positivamente le  conoscenze, gli atteggiamenti  ed  i comportamenti del singolo, delle comunità e dei detentori  dei poteri".
Per  detentori  del potere s'intendono i politici, gli amministratori,  gli operatori  economici  e parte  degli  stessi medici, le  cui  azioni ed  i  cui interessi   potrebbero  interferire  con  gli obiettivi di promozione della salute.
L'educazione  sanitaria  viene  quindi  a  far parte  di un programma   complesso  e  multifattoriale  di promozione  della  salute , che   richiede  una  grande   maturità e  preparazione da parte   della classe  politica , dell'intera popolazione di un paese, ma anche e soprattutto dei medici e degli operatori sanitari che  quel paese esprime.
L'educazione  sanitaria, è base  della  prevenzione, essa è possibile solo se si ha uno staff  medico  capace di agire sul territorio, ma necessita  di una popolazione capace di recepire il messaggio.
Il mio professore, a lezione , parlando di efficacia della  campagna  contro il fumo, faceva  notare come questa abbia  dato risultati positivi, sulla popolazione giovane  con tasso di scolarizzazione universitario, e per  le classe sociali molto ambienti; mentre scendendo la scala sociale  i fumatori erano aumentati soprattutto nella  popolazione femminile.
Il problema  consiste nel riuscire a forare il muro di ignoranza, e diffidenza, che sta alla base dell'incomunicabilità con una vasta area di popolazione.