19--7--2022
-Gran Dea,-(così si narra che un Pavone
dicesse , querelandosi, a Giunone),-
m'hai dato un canto ch'è una stonatura ,
un canto vero orror della natura.
L'usignol, un così vile
uccellin, invece ha un canto,
che a sentirlo è un dolce incanto,
tanto è flebile e gentile-.
A lui Giunon , dei gangheri un po' fuori,
così rispose :- E può nutrir nel seno
gelosa invidia per un usignolo
una bestia che par l'arcobaleno?
Tanto ricca di luci e di colori,
che sol pavoneggiandosi, dispiega
una coda si splendida , ch'è meno
d'un orefice bella la bottega?
Non c'è bestia , allo stringere del conto ,
che ti possa in beltà stare a confronto.
Fecer gli Dei le bestie di maniera ,
che ognuna avesse qualche qualità:
è leggier il falcon, l'aquila fiera,
a chi gran corpo , a chi valor si dà,
se l'uno o l'altra gracchia,
il Corvo serve pel cattivo augurio,
e pel tempo cattivo la Cornacchia.
Tu fa' che a lamentarti più non t'oda ,
o ti strappo le penne della coda.
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